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    F1, Da Stroll a Mazepin: quando essere ricchi diventa una colpa!

    L’ipocrisia e il cosiddetto “doppiopesismo” sono due mali che, specie oggi, infestano e infettano ogni spicchio della società contemporanea.
    Anche il motorsport trasuda ipocrisia.
    Lance Stroll e Nikita Dmitrievič Mazepin: sono questi i nuovi nemici del pubblico appassionato, evidentemente smemorato e poco conoscitore della storia della Formula 1 e dell’automobilismo sportivo nella sua globalità.
    La colpa del pilota canadese e del pilota russo è presto detta: essere, come si suole dire, figli di papà.
    Papà particolarmente facoltosi. Lance Stroll è, infatti, figlio di Lawrence Sheldon Strulovitch, tra i più ricchi imprenditori oggi in circolazione. Quello stesso Lawrence Stroll dapprima patron della scuderia Racing Point, oggi trasformata in Aston Martin Cognizant F1 Team.
    Nikita Mazepin, dal canto suo, è figlio di Dmitry Arkadievich Mazepin, bielorusso, ex militare dell’Unione Sovietica, imprenditore e a capo della Uralchem Integrated Chemicals Company, oggi sponsor — giustappunto — dell’Uralkali Haas F1 Team.
    Senza dubbio, Lance Stroll e Nikita Mazepin sono in una botte di ferro, considerato che ai propri padri non mancano denari e potere.
    Sembra, tuttavia, che Stroll e Mazepin siano arrivati in Formula 1 dal nulla, per “grazia ricevuta” o in modo non meritato. Non solo: sembra che siano i primi piloti muniti di valigia nella storia della F1. Le cose non stanno esattamente così. Entrambi, infatti, hanno percorso la gavetta comune a tutti i piloti contemporanei: kart, formule propedeutiche, approdo in Formula 1.
    Stroll lo ha fatto vincendo il Campionato Italiano di Formula 4 (2014) e conquistando il titolo di campione europeo di Formula 3 (2016). Nel 2017, il canadese milita in F1, categoria nella quale — pur avendo sempre corso con vetture non di primissima fascia — ha ottenuto 3 podi ed 1 pole-position.
    E non è il conto in banca a farti conquistare una pole-position in F1…
    Mazepin, invece, ha scorrazzato in lungo e in largo nelle formule propedeutiche (nel 2018, è 2° in GP3). Nello scorso 2020, ha ottenuto il 5° posto finale nel FIA Formula 2 Championship, riportando anche 2 vittorie, pari a quelle conseguite dall’osannato campione (anch’egli — è un dato di fatto — figlio di papà e per nulla squattrinato…) Mick Schumacher.
    Mai così tanto odio (e invidia) è stato riversato addosso a due piloti nella storia della Formula 1. Colpevoli di essere ricchi, quindi paganti, quindi — secondo una errata equazione — buoni a nulla.
    Si parta da un presupposto: tutti i piloti, di ieri, di oggi, di domani, di F1 e non, pagano. Chi più, chi meno, tutti contribuiscono alle casse del team, tutti — per così dire — si “comprano” un volante e portano sponsor. Dai campioni ai piloti meno talentuosi.
    Sembra, a leggere e sentire certi appassionati e addetti ai lavori, che Stroll e Mazepin siano i primi piloti ricchi e privilegiati nella storia della F1. Un postulato, ovviamente, più che mai falso.
    I piloti provenienti da famiglie particolarmente agiate hanno sempre caratterizzato il motorismo sportivo, dalle ruote coperte alla F1. Nobili, principi, figli di noti imprenditori, figli di politici, figli o parenti di importanti militari (ricordiamo Manfred von Brauchitsch, nipote del generale tedesco Walther Heinrich Alfred Hermann von Brauchitsch) o piloti essi stessi imprenditori i quali, grazie alle proprie risorse finanziarie, hanno potuto soddisfare la sete di passione per le corse automobilistiche.
    Esempi? Dovremmo elencare l’enciclopedia dei piloti, professionisti e non. Impossibile.
    Ne citeremo solo alcuni; nomi sparsi qua e là, balzando di epoca in epoca, di Nazione in Nazione. Pochi, lampanti esempi di piloti decisamente paganti ma, non per questo, non validi. Anzi, stiamo parlando anche di autentici campioni.
    Prince Birabongse Bhanudej Bhanubandh, più comunemente noto col nome di Prince Bira of Siam (oggi Thailandia). Altro che Stroll e Mazepin: qui stiamo parlando di un membro della famiglia reale dell’allora Siam!  Con i canoni moderni, un simile personaggio sarebbe preso per i fondelli sui social e messo alla gogna mediatica.
    “Un membro di una famiglia reale in F1? Giammai, scandalo, vogliamo piloti figli di persone povere, loro sì che sono veri campioni!”, griderebbe il mondo social.
    Ma nel 1950, un nobile che si cimenta in F1 è la normalità. Ed il principe se la cava egregiamente.
    Tra il GP di Gran Bretagna 1950 ed il GP di Spagna 1954, Prince Bira partecipa a 19 GP iridati al volante di Maserati, Simca-Gordini e Connaught. Tra i migliori risultati, ricordiamo il 5° posto al GP di Monaco 1950 e i due quarti posti colti rispettivamente ai GP di Svizzera 1950 e Francia 1954.
    Dal Siam ai Paesi Bassi il passo è breve. Jonkheer Karel Pieter Antoni Jan Hubertus (Carel) Godin de Beaufort è uno dei volti ricorrenti della Formula 1 Anni ’50 e ’60. Il suo nome è indissolubilmente legato al Marchio Porsche. Nobile, aristocratico, ricco.
    Per il nobile olandese, 26 GP in F1 a partire dal GP d’Olanda 1958. Porsche, Maserati, Cooper e, soprattutto, la celebre Ecurie Maarsbergen a far da cornice alle sue iconiche Porsche. Già, Maarsbergen: il nome della tenuta di campagna dei De Beaufort.
    Il nobile olandese ottiene, nonostante non sia un pilota particolarmente talentuoso, buoni risultati, finendo spesso nella “top 10” e, in quattro occasioni, a punti. Morirà nel corso delle prove del GP di Germania del 1964, al Nürburgring, al volante della Porsche 718.
    Di nobile in nobile. Wolfgang Alexander Albert Eduard Maximilian Reichsgraf Berghe von Trips. Sì, quel von Trips. La sua carriera è ricca quanto i suoi averi, dall’alto delle sue origini nobiliari, sponda Rhineland.
    Tanto ricco quanto veloce. Von Trips partecipa a 27 GP effettivi di F1, tra il GP di Argentina 1957 ed il fatale GP d’Italia 1961. Talmente ricco ma veloce che ha sempre potuto concedersi il meglio, ossia correre per la Scuderia Ferrari, in F1 e in Endurance. Eccezion fatta per i GP di Monaco 1959 (Porsche 718) e USA 1960 (Cooper T51-Maserati, Scuderia Centrosud), il forte pilota tedesco ha sempre corso in F1 al volante di ufficiali monoposto di Maranello.
    2 vittorie, 1 pole-position, 6 podi complessivi, un titolo mondiale perso per un fatale incidente: niente male per un ricco nobile figlio di papà…
    Anni ’80, i nobile vanno ancora di moda. John Colum Crichton-Stuart, 7th Marquess of Bute, Earl of Dumfries. Per tutti, è Johnny Dumfries. Scozzese, nobile, pilota. La residenza di famiglia è la sontuosa Mount Stuart House: un villone degno di un documentario sulla nobiltà del Regno Unito.
    Nobile, ricchissimo, vince in F3 britannica, convince nella F3 europea, il passaggio in F3000, quindi la F1, vissuta solo per pochi GP. Prende parte a 15 GP iridati: siamo nel 1986 e la vettura è la Lotus 98T del John Player Special Team Lotus. Il miglior risultato coincide con il 5° posto al GP di Ungheria. Nel 1988, ecco il trionfo più importante della sua carriera: assieme a Martin Brundle e Jan Lammers, si aggiudica la 24 Ore di Le Mans al volante della Jaguar XJR-9 LM.
    In quel 1986, Dumfries è in squadra con Ayrton Senna. Già, Senna: un campionissimo come pochi (anch’egli balzato dalla F3 alla F1) ma, come tutti, munito di lauto portafogli, sempre bene in vista quando si è trattato di far valere la propria posizione dominante a svantaggio dei propri (spesso ingombranti) compagni di team.
    Senna, a riguardo, faceva parte di quelle famiglie brasiliane di origini europee benestanti. Il padre, Milton Da Silva, era imprenditore e a capo di importanti fattorie.
    Dumfries, Senna, Elio De Angelis: tre nomi e tante cose in comune. Tra esse, l’aver militato in Lotus e… i soldi. Anche il buon Elio — il Pilota Gentiluomo — proviene da una famiglia facoltosa. Il padre, infatti, è un campione di motonautica (sport proverbialmente per facoltosi) nonché noto costruttore.
    Professionisti o gentleman driver, i piloti non si fanno valere solo col piede destro, ma anche a suon di bigliettoni, assegni e bonifici. Del resto, bando alle ciance: i soldi fanno girare il mondo. Motorsport compreso.
    La storia vuole che Niki Lauda abbia iniziato a correre grazie ai prestiti delle banche. Appunto, le banche: potranno mai le banche negare soldi al rampollo di una delle famiglie di banchieri viennesi più influenti?
    Figli di papà, rampolli di famiglia: la storia delle corse, di ieri, oggi e domani, ne è piena.
    Peter Jeffrey Revson rappresenta l’ennesimo esempio di Stroll o Mazepin dei tempi che furono. Peter, infatti, è figlio di Martin Revson, imprenditore statunitense che, assieme al fratello Charles, fonda la Revlon, nota multinazionale della cosmesi. Quello stesso Martin che, lasciata la originaria compagnia, andrà a fondare altre aziende del settore, su tutti la Maradel Products/Del Laboratories.
    A Peter Revson, dunque, i soldi non mancano. E nemmeno il talento. Tra il GP del Belgio 1964 ed il GP del Brasile 1974, Revson prende parte a 30 GP iridati effettivi, ai quali si aggiungono una non-qualificazione ed una non-partenza.
    Il bottino di Revson è eccellente: 2 vittorie, 1 pole-position, 8 podi complessivi. Si destreggia al volante di Lotus 24 e 25 motorizzare BRM (Reg Parnell Racing e iscrizioni a titolo personale), Tyrrell 001-Cosworth, McLaren M19A, M19C e M23 Yardley Team McLaren (il figlio del fondatore della Revlon con vettura sponsorizzata Yardley of London quando si dice l’ironia della sorte…) e Shadow DN3.
    Carriera intensa e poliedrica quella di Revson, il quale ben si presta ad ogni competizione: F1, USAC, Indy 500 (2° posto nell’edizione del 1971 su McLaren-Offy), Can-am (titolo vinto nel 1971 su McLaren-Chevrolet), Sport-Prototipi (famoso il 2° posto alla 12h di Sebring del 1970, su Porsche 908, condiviso assieme a Steve McQueen). Troverà la morte a Kyalami, il 22 marzo 1974, durante alcuni test in previsione dell’imminente GP del Sudafrica del 30 marzo.
    Soldi, tanti soldi. Per arrivare in F1 servono soldi, anche sporchi. Letteralmente sporchi. Come quelli legati al pilota colombiano Ricardo Londoño. Un pilota provvisto di discrete doti: la gavetta in America, poi le gare IMSA, il British Formula One Championship (Aurora AFX F1 Championship), quindi la chiamata della Ensign — a seguito, sembra, di ottimi test — per prendere parte al GP del Brasile 1981 al volante della N180B-Cosworth.
    Londoño, però, non possiede la superlicenza per correre in F1. Ma c’è di più. Sull’auto di Londoño campeggia la scritta “Colombia”, un nome, tuttavia, non riconducibile ad alcuno sponsor. La storia (tra realtà e leggenda) narra che dietro a quel nome ci fossero i cartelli della droga colombiani e che sia stato Bernie Ecclestone a scoperchiare l’indicibile verità, allontanando dal circus iridato il colombiano. Terminata la propria carriera agonistica, Londoño torna in Patria, aderendo al Cartello di Medellín, uno dei più importanti centri di spaccio di droga al mondo.
    Morirà, ucciso, il 18 luglio 2009.
    Soldi, soldi e ancora soldi. La F1 non è terra di beneficienza né di squattrinati.
    Vogliamo dare la croce a Stroll e Mazepin in quanto piloti ricchi e più arroganti dei già arroganti piloti di F1?
    Il portafogli, pieno o vuoto che sia, non determina e mai ha determinato la competitività di qualsivoglia pilota. Ma oggi regna l’equazione che vuole il pilota “squattrinato” (che, ribadiamo, non esiste) più veloce e meritevole dello Stroll o del Mazepin di turno.
    Perché, dunque, accanirsi contro lo Stroll ed il Mazepin di turno e, al contempo, deificare il Mick Schumacher di turno, pilota che porta in dote — oltre a qualità di guida, in F1 tutte da scoprire al pari di Mazepin — anche un cognome che vale milioni di Euro e volanti garantiti?
    La F1 non è terra di e per proletari, bensì di giovani milionari a cui piace correre in auto.
    E bene intesi: il responso della pista non bada al conto in banca. LEGGI TUTTO

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    F1 Testing: date, orari, piloti e team in pista nei tre giorni di Test in Bahrain

    Le date, gli orari e i piloti in pista nei tre giorni di Test F1 2021 sul circuito di Sakhir in Bahrain.

    E’ tutto pronto in Bahrain! Le nuove monoposto di Formula 1 torneranno finalmente in pista per l’unica sessione di test in pista, in preparazione della nuova stagione 2021 di F1.
    Da venerdì 12 a domenica 14 marzo, i dieci team di Formula 1, copriranno il maggior numero di giri e chilometri, alternando alla guida dell’unica monoposto ammessa per regolamento i due piloti ufficiali.
    Otto delle dieci monoposto dello schieramento di partenza sono già state presentate, mentre Ferrari e Haas toglieranno i veli dalla nuova vettura rispettivamente il 10 (evento online, ore 14:00) e il 12 marzo (nella pit lane di Sakhir).
    Qui sotto potete trovare la line-up completa dei piloti impegnati nei Test F1 in Bahrain. La tabella è in continuo aggiornamento, in funzione delle comunicazione dei 10 team e delle eventuali variazioni rispetto al programma precedentemente comunicato.
    Test F1 2021, Bahrain: Line-up piloti

    Team Ven 12.3 Sab 13.3 Dom 14.3
    Mercedes TBD TBD TBD
    Red Bull Verstappen Perez Perez / Verstappen
    McLaren Ricciardo / Norris TBD TBD
    Aston Martin TBD TBD TBD
    Alpine TBD TBD TBD
    Ferrari TBD TBD TBD
    AlphaTauri TBD TBD TBD
    Alfa Romeo TBD TBD TBD
    Haas Schumacher / Mazepin Mazepin / Schumacher Schumacher / Mazepin
    Williams Nissany Latifi Russell LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari: Charles Leclerc e Carlos Sainz vestiranno Giorgio Armani

    La Ferrari vestirà Giorgio Armani in tutte le sue attività fuori dalla pista. Lo ha annunciato oggi la Scuderia di Maranello che ha stretto una partnership pluriennale con Giorgio Armani.

    In occasione degli eventi ufficiali i piloti Charles Leclerc, Carlos Sainz e il management della Scuderia Ferrari indosseranno capi selezionati di abbigliamento e una collezione di accessori firmati Giorgio Armani, caratterizzati dal colore blu navy.
    Il dinamismo espresso dallo stile di Emporio Armani contraddistinguerà la linea travelwear, sempre nelle tonalità blu navy, che accompagnerà tutti i componenti del team durante i viaggi che ogni anno li portano in tutto il mondo per competere nel Campionato del Mondo di Formula 1.
    Ricerca dell’eccellenza e attenzione per ogni dettaglio sono valori comuni a due simboli e campioni come Ferrari e Giorgio Armani. Particolare cura è stata dedicata alla scelta dei materiali impiegati, in particolare per il travelwear che deve assicurare il necessario comfort durante trasferte anche molto lunghe e in presenza di condizioni meteorologiche a volte molto variabili fra la partenza e l’arrivo.
    “Oggi, più che mai, bisogna fare sistema – ha commentato Giorgio Armani -, promuovere l’eccellenza italiana in un dialogo tra le diverse aree e discipline. Ferrari è un riconosciuto simbolo dell’Italia nel mondo e sono orgoglioso di questa collaborazione. Ho vestito i piloti con un guardaroba elegante adatto ai loro spostamenti, augurandomi che tutti possiamo tornare a muoverci ed essere pronti per la ripresa del nostro Paese, tutti insieme”.
    Anche John Elkann, Presidente Ferrari, ha commentato la nuova partnership: “Armani è sinonimo di stile e di eleganza italiana: condividiamo lo stesso orgoglio di rappresentare il nostro Paese nel mondo. Da oggi la Scuderia Ferrari e la Giorgio Armani si alleano per essere più forti insieme, in pista e non solo”. LEGGI TUTTO

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    Piloti, Gran Premi e tutte le novità del mondiale 2021 di Formula 2

    Con la presentazione della nuova Ferrari prevista per mercoledì 10 marzo, si entrerà maggiormente nel vivo del campionato mondiale di Formula 1 2021. Quest’ultimo, con 23 gare in calendario, sarà il più lungo dell’intera storia del Circus.
    E sempre a proposito della maggior categoria automobilistica, negli ultimi anni sono emersi o hanno fatto il loro esordio molti piloti provenienti dalla Formula 2 (ex GP2 Series), ossia la categoria cadetta per eccellenza dove si formano e combattono i campioni di domani.
    Anche in questo caso, tutto è pronto per la stagione 2021, ricchissima di novità non solo per quanto concerne piloti, ma anche nel regolamento.
    Ecco dunque chi correrà in occasione dell’imminente mondiale, e quali saranno i team impegnati nelle prove previste nel nuovo format del weekend di gara.
    I PILOTI
    La Formula 2, come accennato, è la categoria in cui si formano e si mettono in luce i futuri protagonisti della F1. La stagione 2021, in questo senso, non sarà da meno: il campione in carica Mick Schumacher sarà infatti impegnato nel suo esordio in Formula 1, così come il suo compagno di squadra in Haas Nikita Mazepin, anch’egli proveniente dalla F2. Lo stesso discorso vale anche per il nipponico Yuki Tsunoda, con quest’ultimo che però ricoprirà il ruolo di sostituto di Daniil Kvyat in Alpha Tauri.
    Diversa sorte, invece, per gli ormai ex piloti della categoria che rispondono al nome di Giuliano Alesi (figlio di Jean), Pedro Piquet (figlio di Nelson), Callum Ilott e Jack Aitken: questi quattro, tutti alle prese con difficoltà di natura economica, non parteciperanno al mondiale 2021. Chi non sarà presente in griglia di partenza sarà anche l’indonesiano Sean Gelael, in quanto, come prevede il regolamento, non è consentito ad un pilota di F2 di correre per sei stagioni consecutive.
    Discorso diverso invece per gli esordienti in Formula 2, a cominciare dall’australiano di origini italiane Oscar Piastri: il campione in carica di Formula 3 affronterà infatti il campionato al volante dell’italianissima Prema Racing in coppia con il russo Robert Shwartzman, riconfermato dallo stesso team.Molto attiva, ancora una volta, l’Academy Red Bull, che per il 2021 porta all’esordio in F2 altri due piloti dal calibro di Lirim Zendeli, tedesco di origini albanesi, e Liam Lawson, di nazionalità neozelandese. Essi correranno rispettivamente nella MP Motorsport e nella Hitech.Da seguire con particolare attenzione la coppia di piloti scelta dal team tedesco HWA Racelab, che farà esordire in F2 ben due italiani, gli unici a rappresentare il nostro Paese: Alessio Deledda, nato a Roma e che dividerà il suo impegno anche in Formula 3, e Matteo Nannini, nipote di Alessandro.Anche la Campos punta su un pilota esordiente da affiancare allo svizzero Ralph Boschung: si tratta del brasiliano Gianluca Petecof, campione in carica della Formula Regionale Europea.Il capitolo rookie si conclude infine con il tedesco David Beckmann, nuovo pilota della Charouz Racing System, e con l’olandese Bent Viscaal, compagno di squadra di Marino Sato nel secondo team italiano: la Trident.
    Ecco l’elenco completo dei team (tutti confermati per questa stagione e fino al 2023 compreso) e dei rispettivi piloti impegnati nel mondiale 2021:

    TEAM PILOTI
    Prema Racing (ITA) – Robert Schwartzman (RUS) ; Oscar Piastri (AUS)
    UI-Virtuosi – Guanyu Zhou (CIN) ; Felipe Drugovich (BRA)
    Carlin – Dan Ticktum (GB) ; Jehan Daruvala (IND)
    Hitech – Liam Lawson (NZL) ; Juri Vips (EST)
    ART Grand Prix – Christian Lundgaard (DAN) ; Theo Pourchaire (FRA)
    MP Motorsport – Lirim Zendeli (GER)
    Charouz Racing System – David Beckmann (GER) ; Guilherme Samaia (BRA)
    DAMS – Roy Nissany (ISR) ; Marcus Armstrong (NZL)
    Campos – Gianluca Petecof (BRA) ; Ralph Boschung (SVI)
    HWA Racelab – Alessio Deledda (ITA) ; Matteo Nannini (ITA)
    Trident (ITA) – Bent Viscaal (NL) ; Marino Sato (GIA)

    IL CALENDARIO E LE MODIFICHE AL REGOLAMENTO SPORTIVO
    Come avvenuto nelle precedenti stagioni, la Formula 2 disputerà le proprie gare prima della partenza della Formula 1. Contrariamente a quanto accaduto fino alla scorsa stagione, non ci sarà più la Formula 3 a disputare le proprie prove nello stesso weekend della F2. Per contenere i costi dovuti alla crisi scaturita dalla pandemia Covid-19, le due categorie si alterneranno di weekend in weekend, insieme alla confermata Porsche Supercup ed alla novità assoluta della W Series, campionato interamente femminile che prende il via ufficialmente quest’anno.
    L’altra novità di rilievo consisterà nello svolgimento delle stesse prove, che saranno caratterizzate non più da due gare ma da ben tre: due Sprint Race da 45 minuti al sabato (Gara 1 e Gara 2) più una Feature Race la domenica (Gara 3), con sosta obbligatoria. In questo modo, le qualifiche del venerdì stabiliranno la griglia di partenza di Gara 3, con i primi dieci qualificati che saranno invertiti per la griglia di Gara 1 ed i primi 10 classificati di quest’ultima che verranno infine invertiti sulla griglia di Gara 2.
    A seguire le prove del Campionato Mondiale di Formula 2 2021.

    GRAN PREMIO CIRCUITO
    1 – Gran Premio del Bahrein ; Sakhir
    2 – Gran Premio di Monaco ; Montecarlo
    3 – Gran Premio dell’Azerbaigian ; Baku
    4 – Gran Premio di Gran Bretagna ; Silverstone
    5 – Gran Premio d’Italia ; Monza
    6 – Gran Premio di Russia ; Sochi
    7 – Gran Premio dell’Arabia Saudita ; Jeddah
    8 – Gran Premio di Abu Dhabi ; Yas Marina LEGGI TUTTO

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    F1, Lo spumante Ferrari sarà il brindisi ufficiale sul podio di tutti i Gp del mondiale

    Per la prima volta nella storia del Circus, una bollicina italiana salirà sul podio di tutti i Gran Premi del Campionato Mondiale di Formula 1.

    Ferrari Trento sarà il brindisi ufficiale della Formula 1. Lo hanno annunciato Formula 1 e la Cantina del Gruppo Lunelli, alla vigilia dell’avvio della stagione 2021. Per i prossimi tre anni, saranno infatti le bollicine italiane per eccellenza a celebrare le vittorie dei grandi campioni, portando sul podio una bottiglia formato Jeroboam di Ferrari Trentodoc.
    Formula 1 ha scelto Ferrari Trento come partner ufficiale per i festeggiamenti e i momenti conviviali, non solo perché è uno dei produttori più prestigiosi e premiati al mondo, ma anche per la sua lunga e autorevole storia. Proprio come Formula 1, la cantina trentina è un leader globale nel proprio settore, posizione conquistata in oltre un secolo di storia e grazie alla continua ricerca dell’eccellenza. Lo stesso spirito pionieristico nel proprio campo ha portato Formula 1 al successo di oggi.
    Non è la prima volta che le bollicine Trentodoc salgono su un podio della Formula 1: Ferrari Trento, che da sempre accompagna gli eventi più significativi dello sport, dello spettacolo e delle istituzioni, era già stato il brindisi del Gran Premio di Monza negli anni 80. Il ritorno attuale è però in grande stile, e segna la prima volta un vino italiano come brindisi ufficiale sul podio di tutti i Gran Premi, uno dei momenti più iconici dello sport. Una collaborazione, dunque, che per le bollicine italiane entra di diritto nella storia e rappresenta un altro tassello importante nel riconoscimento in tutto il mondo dei valori di eccellenza e italianità che Ferrari Trento rappresenta.
    Ferrari Trento è il brindisi ufficiale della Formula1®. La presentazione della partnership
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    “Siamo molto orgogliosi di annunciare questa partnership – ha dichiarato Matteo Lunelli, Presidente e CEO di Ferrari Trento -. Salire sul podio della Formula 1 è per noi al tempo stesso un traguardo e un punto di partenza. Un traguardo perché dimostra l’autorevolezza e apprezzamento di cui le Cantine Ferrari godono a livello internazionale, grazie al talento e all’intenso lavoro di tutto il nostro team. Un punto di partenza perché ci apprestiamo a vivere una straordinaria avventura che ci permetterà di portare un tocco di convivialità e arte di vivere italiana nel mondo della Formula 1. Abbiamo deciso di intraprendere questo ambizioso progetto, nonostante il difficile momento storico, come segno di fiducia nel futuro e perché crediamo fortemente nelle potenzialità del nostro marchio”.
    “Questa collaborazione, basata sulla condivisione di valori quali la ricerca dell’eccellenza in ogni dettaglio, l’innovazione e la passione, è un grande motivo di orgoglio per Ferrari Trento e credo anche per il nostro Paese in generale”, ha commentato Simone Masè, Direttore Generale del Gruppo Lunelli.
    Stefano Domenicali, Presidente e CEO di Formula 1, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di annunciare che Ferrari Trento sarà il brindisi ufficiale di Formula 1. Festeggiare il successo è insito nel DNA di entrambi e Ferrari Trento, che da sempre suggella i momenti più iconici dello sport, è il partner ideale per noi. Per oltre un secolo, Ferrari Trento è stato sinonimo di eccellenza italiana, e ha creato con la propria passione, bollicine di grande eleganza, capaci di valorizzare ogni momento. Non vediamo l’ora di iniziare a lavorare insieme per migliorare l’esperienza dei nostri fan sia per quanto riguarda le celebrazioni sul podio che nell’ospitalità”. LEGGI TUTTO

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    F1, Il Gp del Bahrain sarà la prima gara con il pubblico. In vendita i biglietti

    Il Gran Premio del Bahrain sarà la prima gara con il ritorno del pubblico sulle tribune. In vendita i biglietti.

    La prima gara del Campionato Mondiale F1 2021 vedrà il ritorno del pubblico sulle tribune. L’organizzazione del Gp del Bahrain ha infatti comunicato di avere avviato la prevendita dei biglietti che sarà però riservata a chi è stato vaccinato o a chi è guarito dal Covid-19.

    I ticket sono in vendita sul sito ufficiale del circuito di Sakhir, ma per potervi accedere occorrerà presenterà un green badge sull’app BeAware Bahrain, dimostrando di aver ricevuto la prima e la seconda dose del vaccino da almeno due settimane, oppure di essere guariti dal Covid-19 da più di 15 giorni.
    Oltre a questo, per garantire comunque la massima sicurezza durante il weekend di gara, saranno attuate anche altre misure come l’uso delle mascherine e il tampone obbligatorio e con esito negativo. LEGGI TUTTO

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    F1, E’ ufficiale: Gp del Portogallo il 2 maggio. Il calendario aggiornato

    Il Gran Premio del Portogallo entra ufficialmente nel calendario 2021 di Formula 1. Sarà il 3° della stagione, dopo Imola e prima di Barcellona.

    La Formula 1 ha ufficializzato il Gran Premio del Portogallo che entra ufficialmente nel Calendario del Campionato Mondiale 2021.
    Si disputerà sul circuito di Portimao il 2 maggio prossimo.
    Restano per ora confermate le 23 gare previste in calendario.
    La gara portoghese sarà quindi il 3° appuntamento dell’anno, dopo il Gp di apertura in Bahrain il 28 marzo, Imola il 18 aprile e prima del weekend di Barcellona, in programma dal 7 al 9 maggio.

    Data GRAN PREMIO FP1 FP2 FP3 QUALI GARA TV
    28 Marzo Gp Bahrain, Sakhir 12:30 16:00 13:00 16:00 16:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    18 Aprile Gp Emilia Romagna, Imola 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    02 Maggio Gp Portogallo, Portimao 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8
    09 Maggio Gp Spagna, Barcellona 11:30 15:00 12:00 15:00 15:00 Sky
    18:00 18:00 TV8

    F1 2021 – IL CALENDARIO COMPLETO F1 LEGGI TUTTO

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    F1, La nuova Aston Martin AMR21 non è solo una copia della Mercedes

    Aston Martin ha presentato finalmente la nuova AMR21, vettura con la quale prenderà parte al campionato del mondo di F1, attraverso una monoposto verde scuro, colore del marchio Aston Martin, donando un tocco di British al nuovo team di Lawrance Stroll.Dal punto di vista tecnico la nuova AMR21 pare non temere occhi indiscreti, avendo pubblicato diversi scatti fotografici della nuova monoposto dai quali è possibile trarre spunti di analisi e di riflessione su quella che sarà la monoposto che vedremo in pista in Bahrain.
    UN NUOVO COPYGATE?
    Dopo il caso copygate dello scorso anno, il rischio di riavere nuovamente le medesime polemiche nel corso della stagione 2021 non è del tutto da tralasciare come ipotesi, e stupisce quanto di richiamo della Mercedes 2020 vi sia sulla Aston Martin AMR21.
    Nonostante le polemiche del 2020, e la conseguente penalizzazione in classifica costruttori dello scorso campionato, sono stati gli stessi regolamenti 2020-2021 con i loro congelamenti a far sì che la nuova AMR21 abbia ripreso sulla propria monoposto diversi concetti tecnici espressi della Mercedes W11.
    Avendo già di base una RP20 copia della W10 del 2019, Andrew Green (direttore tecnico del team) non si è mai nascosto sulla direzione di sviluppo che la macchina 2021 avrebbe intrapreso, dichiarando apertamente che (specialmente al retrotreno) la AMR21 sarebbe stata fedele alla linea tecnica vista nel 2020 sulla W11. Inoltre, sempre per via degli stessi regolamenti, Aston Martin ha potuto implementare la sospensione posteriore della Mercedes W11 senza spendere i famosi due gettoni, per via della deroga concessa dalla federazione a team come Alpha Tauri, Aston Martin, e Haas, per adottare soluzioni omologate nel 2020 dalle scuderie costruttori, al fine di non disputare la stagione 2021 con componenti vecchie di due anni.
    Il discorso di una Aston Martin di “ispirazione” Mercedes ha una sua logica e, avendo già visto come il team di Brackley ha evoluto in maniera vincente la W10, alla W11, non c’era motivo di intraprendere strade improvvisate nello sviluppo della nuova AMR21. Dal 2022, ovviamente, si partirà tutti da un foglio bianco e saranno scongiurati (si presume) vetture copia.
    Tuttavia, rispetto al 2020, Aston Martin ha anche una sua interpretazione indipendente da Mercedes sulla propria vettura e (in alcune aree) ha dovuto sperimentare soluzioni aerodinamiche prodotte in casa propria. Fra queste vi sono soprattutto le interpretazioni ai nuovi vincoli aerodinamici che hanno imposto a fondo e diffusore.
    Ma analizziamo nel dettaglio la nuova Aston Martin AMR21.
    ZONA ANTERIORE
    Il frontale della AMR21 presenta diversi affinamenti aerodinamici che si discostano (seppur lievemente) dalle soluzioni presenti sulla Mercedes W11, e che riguardano perlopiù uno sviluppo della vecchia Racing Point RP20: il muso, rimasto con la struttura di impatto omologata lo scorso anno, rimane abbastanza fedele alle linee aerodinamiche della RP20, ma con affinamenti soprattutto nella zona terminale del cape, con una ricerca di out wash più marcata.
    L’ala anteriore sembra seguire una filosofia intermedia fra in-wash e out-wash, e non si discosta moltissimo dall’ultima specifica vista sulla RP20. Nel dettaglio, l’ultimo flap in alto è più corto e non raggiunge i 250 mm di interasse dalla mezzeria della vettura. Tuttavia, sempre nell’ultimo elemento, la zona più esterna ha una prepotente discesa per accentuare l‘effetto outwash (freccia), ma con un’incurvatura verso l’alto appena prima. L’endplate non ha subito grosse modifiche rispetto alla vecchia monoposto.
    La sospensione anteriore non è stata rivista particolarmente nei bracci oscillanti, e rimane a doppio bracket con schema push rod. Le prese dei freni (oggetto della polemica dello scorso anno, e che hanno fatto scattare la penalizzazione) sono un diretto sviluppo della RP20, modificate a metà stagione 2020, e che presentano la classica forma a “L rovesciata”.
    NUOVO TELAIO (DUE GETTONI)
    Sapevamo già prima della presentazione che Aston Martin aveva comunicato a dicembre di voler spendere i due gettoni per la nuova AMR21, facendo omologare un nuovo telaio con dei coni antintrusione più bassi:
    Andrew Green è stato molto bravo a districarsi all’interno dei nuovi regolamenti per individuare in quale zona intervenire sulla ex RP20, e per cercare di rimanere fedele a quella che era la Mercedes W11. La vecchia RP20 disponeva ancora della soluzione “old style” con le prese d’aria dei radiatori sotto il cono antintrusione, proprio come Mercedes nel 2019.Nel 2020 la scuderia di Brackley ha aggiornato la propria monoposto, adeguandosi alla tendenza introdotta da Ferrari e Red Bull fra 2017 e 2018, spostando le prese dei radiatori sopra il cono antiintrusione, in modo da avere un canale più libero per il flusso d’aria nella parte inferiore delle fiancate.
    Tuttavia, l’omologazione obbligatoria, e il conseguente congelamento del telaio, non avrebbero permesso al team di Andrew Green di aggiornarsi alla nuova configurazione, salvo appunto omologare una nuova cellula di sopravvivenza utilizzando entrambi i gettoni di sviluppo.
    Di fatto così è successo, e sulla AMR21 le bocche dei radiatori si trovano al di sopra della struttura di impatto, come osservabile nell’immagine con inquadratura frontale. (struttura di impatto evidenziata in giallo).
    L’omologazione della nuova cellula di sopravvivenza non riguarda l’intero telaio, ma solo la parte che va del piano B-B al piano C-C. Omologare un nuovo telaio interamente prodotto da zero non è possibile per regolamento, in quanto servirebbero più di due gettoni. L’omologazione ha inoltre previsto il superamento di un nuovo crash test.
    BARGEBOARDS
    Le bargeboards sono sicuramente la parte aerodinamica più indipendente dalla soluzione Mercedes, e sono un semplice sviluppo della versione 2020 della RP20.Nell’immagine in basso abbiamo indicato con delle frecce tutti gli elementi nuovi rispetto alla vecchia specifica, ed è palese come la modifica al telaio abbia avuto come conseguenza la rivisitazione della gestione del flusso d’aria dalle bargeboards.
    L’andamento degli elementi aerodinamici è davvero interessante, ed è un capolavoro di ingegneria che comprende tutta una foresta intricata di convogliatori di flusso e generatori di vortice in carbonio, i quali vanno a preparare il flusso che andrà ad attraversare bodywork e retrotreno.
    BODYWORK STRETTO IN STILE MERCEDES
    Possiede molte “assonanze” con la filosofia Mercedes W11 proprio la zona in cui compare la meccanica del costruttore tedesco Mercedes: il bodywork, strettissimo, avvolge come un telo il Power Unit Mercedes e l’impianto di raffreddamento, e balza all’occhio la gobba ovale che la carrozzeria forma per via degli ingombri dell’intercooler.
    Messo a confronto con la W12 presentata il giorno prima, il sidepod della Aston Martin lascia intuire quanto la meccanica del costruttore Mercedes sia stata studiata per rendere la carrozzeria più filante e stretta possibile nella zona coca-cola.
    Quello che più sorprende della AMR21 sono anche le fiancate ad effetto coanda, abbastanza diverse da quelle utilizzate dal GP di Toscana dello scorso anno: Al Mugello, sulla RP di Lance Stroll, erano comparse delle nuove fiancate molto spioventi verso il basso, seguendo le linee a scendere delle masse radianti.
    Una soluzione mantenuta per tutto il finale di stagione, passata per l’omologazione (nell’ultima data utile di metà settembre 2020) di un nuovo impianto di raffreddamento in ottica 2021, proprio per adottare delle fiancate ad effetto coanda. Una soluzione che era più simile a quanto visto sulla Williams, che sulla Mercedes.
    Ma sulla Aston Martin, Andrew Green ha voluto adottare ancora una volta le linee guida dell’aerodinamica Mercedes, in modo da non dover riprogettare altre componenti aerodinamiche in maniera troppo diversa dalla W11.
    DERIVE VERTICALI NEL FONDO E SOSPENSIONE POSTERIORE MERCEDES
    La Aston Martin AMR21 è forse la prima vettura che già nella versione show car della propria monoposto ha messo in mostra soluzioni interessanti per quanto riguarda il fondo tagliato, il quale non risulta per niente minimal come sulle altre vetture:
    Nella zona centrale e terminale, è possibile osservare diversi deviatori di flusso a sviluppo verticale, che hanno il compito di spostare il flusso d’aria quanto più possibile all’esterno della ruota posteriore, in modo da ridurre il fenomeno del tire squirt.Con delle frecce abbiamo indicato tutti quegli elementi presenti sul fondo della Aston Martin che tentano di ridurre al minimo l’impatto che il taglio in diagonale avrà sulla downforce globale della monoposto
    Come anticipato ad inizio analisi, Aston Martin ha scelto di utilizzare la sospensione posteriore della W11, con il braccio della convergenza che va a aderire sulla struttura di impatto posteriore (e non sulla scatola del cambio) in modo da massimizzare l’efficienza del diffusore.
    Mercedes lo scorso anno ha stupito con questa soluzione, in quanto riusciva a sfruttare la meccanica in maniera estrema per fini aerodinamici.Nello specifico, il braccio della convergenza arretrato va a ricreare una sorta di secondo diffusore formando un canale per il flusso d’aria, proprio fra il braccio e la parte superiore dell’estrattore. Nell’illustrazione è evidenziato il layout della sospensione della W11, con il braccio che va ad aderire alla struttura di impatto posteriore. LEGGI TUTTO