More stories

  • in

    Nuova Volkswagen Golf R, la potenza non è mai abbastanza

    La nuova arrivata nella famiglia Golf è nata per stupire. La Golf R, infatti, grazie ai suoi 320 cv generati dal suo potente motore turbo benzina 2.0 TSI riesce a sprigionare tutta la sua potenza con il minimo sforzo. Di grinta ne ha da vendere, dunque, e grazie ad alcuni dettagli specifici sarà sicuramente capace di imporsi nell’intera gamma Volkswagen. 
    Aspetto esteriore
    Sul frontale si nota subito il paraurti ridisegnato, per inglobare le nuove prese d’aria più ampie, oltre alle luci a LED contraddistinte da una finitura nera lucida, raccordate da una striscia più sottile che percorre il cofano in larghezza e definisce la firma luminosa della vettura. Il posteriore, invece, è dominato dal generoso spoiler in alto, mentre in basso il paraurti posteriore ospita il diffusore e 4 terminali di scarico che, in opzione, può essere sostituito dall’impianto completo fornito da Akrapovic. L’assetto è stato ribassato di 20 mm e di serie la vettura esce con i cerchi da 18”.
    Cerchi un’auto usata? Guarda il nostro listino

    Ambiente interno da vera sportiva
    All’interno troviamo i medesimi interni dell’ultima generazione della Golf, ma con un impostazione più sportiva. Ci sono, infatti, i sedili sportivi, la grafica della strumentazione digitale dalla veste più sportiva oltre al volante multifunzione con i tasti per selezionare le modalità di guida. Nuovi anche i bilancieri dietro allo sterzo per la selezione delle marce, dalle dimensioni più generose in modo da essere azionabili più comodamente durante la guida sportiva.
    Le prestazioni 
    Ma su un auto sportiva, la cosa più interessante è, lapalissiano dirlo, la scheda tecnica. Come detto, sotto al cofano c’è il turbo benzina 2.0 TSI da 320 cv e 420 Nm di coppia (la R di settima generazione faceva 300 cv e 400 Nm), abbinato al DSG a sette rapporti e che scarica tutta la cavalleria sulle quattro ruote tramite la trasmissione 4Motion. La Golf R raggiunge così i 250 km/h e copre lo 0-100 in 4,7”.
    Il sistema è stato tarato per esaltare le prestazioni della vettura grazie all’intervento del torque vectoring che si occupa non solo di distribuire la coppia tra i due assi, ma anche distribuirla diversamente tra le ruote posteriori, addirittura fino al 100 % su quella all’esterno della curva, per diminuire il raggio di sterzata, eliminare il sottosterzo e migliorare l’agilità.
    Volkswagen, scopri qui la gamma completa
    Con R-Performance è ancora più cattiva
    L’intervento elettronico non si ferma qui. Il Vehicle Dynamics Manager interviene su Dynamic Chassis Control, differenziale e sterzo per cambiare le modalità di guida a seconda delle richieste del conducente. La Golf R offre di serie 4 diverse mappature Comfort, Sport, Race e Individual, ma non solo.
    Come optional c’è il pacchetto R-Performance che rende ancora più cattiva la compatta tedesca con cerchi in lega da 19”, uno spoiler più largo, la velocità massima che arriva a 270 km/h e due driving mode dedicata.
    La prima, detta Special, è il frutto delle lunghe sessioni di test al Nurburgring e scegliendola, il cervello della vettura imposta i parametri di cambio, trasmissione, sospensioni e volante con gli stessi valori usati per girare al celebre “Inferno Verde” che hanno permesso alla nuova Golf R di girare in 17” in meno rispetto alla generazione passata.
    La seconda, chiamata Drift e solo per l’utilizzo in pista, agisce su ESC e distribuzione di potenza per potersi esibire in derapate perfette tra i cordoli durante un track day.
    In Italia ancora non disponibile
    Al momento del lancio, la nuova Golf R è disponibile in 3 colori, blu, bianco e nero. In Germania è già prenotabile, ma per conoscere prezzi e data di lancio italiane tocca aspettare. LEGGI TUTTO

  • in

    GTO Moderna, ecco la supercar col V12 ispirata alla Ferrari

    GTO Engineering, società britannica specializzata in ingegneria, ha svelato attraverso un teaser la sua ultima fatica. Si tratta di una supercar sportiva, che grazie alle sue linee ispirate all’automobilismo anni ’60 e al suo raffinato tocco moderno prende a tutti gli effetti ispirazione dal mondo del motorsport.
    MATERIALI LEGGERI PER DIMINUIRE IL PESO, COME IN F1
    Interamente realizzata artigianalmente, la nuova vettura si chiamerà Moderna e verrà commercializzata sotto il marchio GTO Engineering. La struttura di Moderna sarà caratterizzata da un telaio tubolare in acciaio più ulteriori telaietti in alluminio leggero ad alta resistenza, mentre il corpo vettura principale sarà realizzato in una fibra di carbonio già in uso nella F1. Per risparmiare peso, l’alluminio ricoprirà anche cofano e portiere.
    STILE ANNI ’60, A SPINGERLA CI PENSA UN V12

    Lo stile, come si evince dai rendering, sarà quello di una macchina sportiva anni ’60 – palesemente ispirata alla 250 GTO – con tocchi derivati dal mondo delle corse in modo da attrarre maggiore clientela. Un esempio in tal senso sono le sospensioni indipendenti a tutto tondo e le ruote di grande diametro che ospitano un impianto frenante potente e leggero allo stesso tempo. Ma quello che vedranno gli occhi di clienti e appassionati sono le caratteristiche forme tradizionali dell’epoca, come il tetto a doppia bolla e le prese d’aria poste su cofano e passaruota. La componentistica più recente e di certo non risalente agli anni ’60 è invece testimoniata dai fari a LED e dall’impianto di scarico anch’esso moderno, senza dimenticare l’elettronica. Ad alimentare la Moderna sarà un V12 a 4 alberi a camme sviluppato dalla stessa GTO Engineering.
    La gamma Ferrari: consulta il listino completo di Auto!
    Ai clienti verranno propste molte opzioni di vernice, finiture e accessori, oltre alla possibilità di regolare i componenti principali come le sospensioni e le opzioni del cambio. Ogni vettura sarà costruita a mano nel Regno Unito. LEGGI TUTTO

  • in

    Disastro Bonus Mobilità, esauriti i voucher il Ministero assicura: “Conservate gli scontrini per i nuovi fondi”

    Un inizio caotico, culminato dopo nemmeno 24 ore. Il Bonus Mobilità è sorto e tramontato esattamente come il sole. Sono già finti infatti i 215 milioni di euro stanziati dal Ministero dell’Ambiente e dal Governo per il voucher che rimborsa il 60% (con un tetto massimo di 500 euro) dell’acquisto di biciclette, e-bike, monopattini elettrici o micromobilità green. Sono state talmente tante le richieste per il voucher e così numerosi gli utenti in fila, con picchi di attesa di tre ore e con 600mila persone in coda, che non è stato possibile accontentare tutti. 
    In tilt il sito per il Bonus Mobilità: 3 ore d’attesa per i voucher da 500 euro di bici e monopattini
    Ad annunciarlo è lo stesso sito web del Bonus Mobilità, tutt’ora irraggiungibile, che prima delle dieci di oggi, mercoledì 4 novembre avvisava: “Fondi ministeriali esauriti”. Con tanta pace di chi è rimasto con lo scontrino in mano davanti al pc o chi sognava per Natale di regalare una bici nuova al figlio. 
    “100 milioni in arrivo”
    Esauriti quindi i 215 milioni di euro, con i dati ufficiali di stamattina fermi a 590.188 utenti registrati in totale compresi quelli di ieri, 257.949 buoni emessi, 300.776 rimborsi richiesti e 1.836 buoni già validati. Dal Ministero dell’Ambiente però assicurano: “Questa è stata solo la prima tranche di risorse, poi ce ne saranno altre: sicuramente 100 milioni sono appostati in legge di bilancio e dipenderà poi dalla platea delle fatture e degli scontrini aventi diritto”.
    L’invito quindi è quello di aspettare, conservare gli scontrini o i documenti delle bici o dei mezzi green già acquistati. Mentre la speranza per gli utenti e per l’Associazione dei diritti di utenti e consumatori è che stavolta tutte le piattaforme, dal sito web fino a SPID e Poste Italiane, non vadano così tragicamente in down. Anche questa volta ci sarà tanto tempo in anticipo per evitare disservizi e disagi, per prepararsi davvero all’entusiasmo generato. 
    Nuovo Bonus mobilità: come richiederlo con SPID LEGGI TUTTO

  • in

    Con Hankook i*cept evo2 la trazione dell'auto è migliore del 15%

    A differenza di quanto comunemente si pensi, le gomme delle nostre auto sono “vive” e hanno anche una data di scadenza: le molecole che compongono il battistrada e che hanno il compito di generare grip tenendo la nostra auto incollata alla strada, con il tempo e le sollecitazioni – meccaniche e termiche – si deteriorano, con il risultato che, usura a parte, uno pneumatico tende a perdere le sue capacità con l’avanzare del tempo. Se nella stagione estiva, utilizzando l’auto in maniera normale per gli spostamenti quotidiani magari non ce ne accorgiamo, utilizzare uno pneumatico invernale non adatto o molto vecchio può letteralmente separare un tranquillo viaggio in auto dalla compilazione di un CID (se non peggio!). Su strade innevate, ghiacciate o fredde, lo spazio di frenata di un’auto si allunga molto, e questo spazio può essere ridotto dal 30 al 40% utilizzando una gomma invernale rispetto ad una gomma quattro stagioni o, peggio, estiva. 
    Sicurezza alla guida con Hankook i*cept evo2 sulle strade in salita e innevate
    In tutto questo la parte del “leone” è giocata non solo dal battistrada – che è la parte che comunemente si nota su una gomma – ma dalla mescola: progettata per rimanere morbida a temperature gelide. Come un geco che si arrampica sicuro di sé su una lastra di vetro, uno pneumatico si attacca alla strada conformandosi e adattandosi alle piccole imperfezioni. I battistrada in gomma morbida di uno pneumatico invernale sono in grado di allargarsi e avvolgersi attorno a minuscole sporgenze dell’asfalto e anche su quello che può sembrare ghiaccio perfettamente liscio. Al contrario, gli pneumatici estivi, progettati per funzionare a temperature calde, si induriscono quando la temperatura scende. 
    In tutto questo, un po’ come in molti altri ambiti della nostra quotidianità, gli pneumatici invernali premium come Hankook i*cept evo2 hanno prestazioni migliori rispetto ai modelli “base”, questo grazie agli ultimi ritrovati nella chimica e nella tecnologia delle gomme e nel design del battistrada. Negli ultimi dieci anni infatti le prestazioni degli pneumatici invernali sono state notevolmente migliorate grazie allo sviluppo di mescole avanzate che consentono ai progettisti di rendere gli pneumatici più morbidi senza sacrificare altre proprietà critiche, tra cui l’usura e l’accumulo di calore dato dall’attrito e dall’isteresi (un processo che genera calore quando uno pneumatico si deforma ripetutamente mentre ruota sotto il peso di un’auto).
    Hankook, consigli preziosi per trarre il massimo potenziale dagli pneumatici
    Il risultato è che uno pneumatico invernale alto di gamma può avere una trazione del 15% migliore rispetto ad un modello economico. Nella fattispecie, su Hankook i*cept evo2 il colosso coreano ha utilizzato una speciale mescola nella quale, oltre alla canonica dose di gomma naturale (più morbida) ha aggiunto una quantità di macromolecole a base silicea, capaci di aiutare la gomma a mantenere inalterate le doti di elasticità del battistrada anche alle basse temperature. Questa soluzione, unita ad un profilo asimmetrico, permette di mantenere sempre un’area di contatto ottimale con l’asfalto, migliorando così le prestazioni della gomme sia sul bagnato che sulla neve, riducendo anche il fenomeno dell’aquaplaning. Per ridurre infine questo pericoloso fenomeno, gli pneumatici invernali sono ricoperti di scanalature (inclusi minuscoli canali noti come “lamelle”) che allontanano l’acqua ai lati, consentendo allo pneumatico di rimanere a contatto con la superficie e di permetterci di guidare in tutta sicurezza. LEGGI TUTTO

  • in

    Lamborghini Huracán, la supercar veste fluo

    È la Lamborghini più venduta di sempre e nonostante non sia più una novità – è stata lanciata nel 2014 – la Huracán continua a essere una punta di diamante nella gamma del Toro emiliano. Grazie anche ai continui aggiornamenti a cui la coupé V10 viene sottoposta. L’ultimo riguarda la gamma dei colori, che si arricchisce con una nuova collezione di tinte brillanti denominata Fluo Capsule. Per rendere ancora più unica e riconoscibile ogni Huracán EVO.
    Di tutti i colori
    Quello dei colori è un aspetto su cui Lamborghini punta da sempre, proponendo tinte originali e sgargianti, in gradi di esaltare le linee dei modelli di Sant’Agata e la loro sportività. La nuova collezione segue questa filosofia e comprende una serie di tinte opache che si combinano con alcuni elementi neri, come tetto, paraurti posteriore e minigonne, dando vita a una livrea bicolore.
    Cinque le tinte inedite: Verde Shock, Arancio Livrea, Celeste Fedra, Arancio Dac e Giallo Clarus. Scegliendo gli interni in total black, inoltre, è possibile scegliere nuove finiture che riprendono il colore della carrozzeria. Possibilità di scegliere, infine, tra i sedili comfort offerti di serie e i nuovi sedili sportivi in Alcantara o pelle Unicolor.
    Lamborghini sbarca a Tokyo e dedica al Giappone una Aventador unica LEGGI TUTTO

  • in

    Fiat 500 elettrica, eccola in car sharing con LeasysGO!

    FCA Bank e la sua controllata Leasys hanno lanciato LeasysGO!, una nuova proposta dedicata al car sharing, che ha come unica protagonista la nuova 500 elettrica.
    Il servizio si gestisce tramite smartphone con l’app dedicata e inizia, come versione beta, solo per i dipendenti del Gruppo FCA di Torino, che avranno così la possibilità di usarlo e provarlo per primi.
    Dal 2021, terminato il periodo di test, il servizio sarà aperto al pubblico e arriverà a contare su una flotta di oltre 2000 Cinquini a batterie disponibili in Italia a Roma e Milano, ma anche all’estero a Barcellona e Lione.

    Per accedervi, è necessario acquistare un voucher d’iscrizione – anche su piattaforme terze come Amazon – e poi registrarlo sulla piattaforma digitale dedicata di LeasysGO!. Da qui si prenota la 500 elettrica, pagando una tariffa mensile, comprensiva di 2 ore di mobilità al mese. Esaurite le 2 ore di sharing il costo del servizio passa in modalità pay-per-use a un costo che non è stato ancora comunicato. La ricarica elettrica dei veicoli sarà totalmente gratuita e sarà gestita dal team di LeasysGO!.
    [embedded content] LEGGI TUTTO

  • in

    Audi, all-in sulle batterie: nel 2030 le auto saranno auto quasi esclusivamente elettric

    Audi punta tutto sull’elettrico e si prepara al lungo addio ai propulsori tradizionalii. Non è una novità, ma la conferma ufficiale è arrivata dal CEO del Marchio, Markus Duesmann, che ha annunciato una transizione più veloce del previsto.
    Dieci anni per un all in che non lascia dubbi: Audi non si volterà indietro.
    Il dirigente ha confermato il piano all’Augsburger Allgemeine. “Dopo il 2030 credo che continueremo a offrire modelli a combustione interna, ma ritengo che il loro peso sulla produzione totale sarà davvero poco significante”.

    Una sentenza, Duesmann lascia solo le briciole ai motori tradizionali. Dieci anni per il conto alla rovescia. L’amministratore delegato di Audi ha indicato anche un’altro indirizzo, altrettanto decisivo per il Marchio.
    Solo batterie, niente fuel cell
    Audi non punterà sull’idrogeno: niente fuel cell, ma solo alimentazione a batterie. Un’altra scelta di campo cruciale. Il tempo dirà se la rotta sarà mantenuta interamente o ci saranno variazioni di percorso.
    Audi Quattro, dopo 40 anni la rivoluzione per le BEV LEGGI TUTTO

  • in

    Manhart ritocca la Mini John Cooper Works GP e la cavalleria sale!

    Gli appassionati Mini, e non solo, sanno bene che la Mini John Cooper Works GP è la versione più sportiva della gamma. Cosa aggiungere a questa piccola inglese spinta da un motore 2.0 turbo da 225 kW/306 CV e 450 Nm di coppia, con un’accelerazione da 0 a 100 in 5,2 secondi e una velocità massima di 265 km/h? Molti risponderebbero “nulla”. Ma il noto preparatore tedesco Manhart non si è accontentato e ha portato la sportiva a un livello ancora superiore, trasformandola nella sua Manhart F350. Vediamo il risultato.

    Cerchi un’auto usata? Sfoglia il nostro listino
    I cambiamenti di Manhart
    La cura Manhart parte proprio dal motore. Rimappattura della centralina e nuovo intercooler: grazie a questi innesti il propulsore eleva le sue potenzialità, toccando 257 kW/350 CV e 530 Nm di coppia. Le modifiche non finiscono certo qui. Il tuner tedesco piazza sulla Mini John Cooper Works GP un nuovo impianto di scarico Remus e mette le mani anche sull’assetto, così da controllare al meglio le “alterate” prestazioni. Ritocchi al telaio e alle sospensioni: la Manhart F350 davanti è più bassa di 20 mm e dietro di 15 mm. Ci sono, poi, nuovi cerchi speciali da 19”, neri con dettagli rossi.
    Colori leggendari
    A vestire questa Manhart F350 una carrozzeria British Racing Green con molti dettagli rossi. I richiami, infatti, arrivano direttamente dalla storia e dalle tradizione del Motorsport in Gran Bretagna: la base verde viene tagliata dalle strisce rosse, che ne esaltano la sportività. Chi sarà l’unico fortunato possessore? Unico perché questa Manhart F350 verrà realizzata una volta sola, e altri modelli unici saranno costruiti sulla base delle tantissime combinazioni di colori su cui il preparatore tedesco può contare. LEGGI TUTTO