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    F1, Ferrari vincente anche senza Newey. La storia dice di sì

    SUZUKA, JAPAN – APRIL 06: Adrian Newey, the Chief Technical Officer of Oracle Red Bull Racing looks on in the garage during qualifying ahead of the F1 Grand Prix of Japan at Suzuka International Racing Course on April 06, 2024 in Suzuka, Japan. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202404060248 // Usage for editorial use only //

    In F1 Ferrari resta sempre il brand che attira l’attenzione generale, nel bene e nel male. Questi ultimi giorni lo confermano ulteriormente non solo per il mero risultato sportivo. Ne è la prova il discusso trasferimento del geniale progettista Adrian Newey da Red Bull ad Aston Martin.
    Come è noto il protagonista dei successi targati Williams, Mclaren e Red Bull ha preferito un’altra volta ancora non sposare la causa di Maranello, dimostrando che questo matrimonio non s’ha da fare. Le parti non hanno trovato un punto d’accordo. Motivo dello stallo nelle trattative il ruolo da assegnare allo stesso Newey, che quest’ultimo avrebbe desiderato essere più ampio di quello pensato per lui dal team principal ferrarista Vasseur. La diversità di idee rilevata da quest’ultimo, infatti, sta proprio qui.
    In F1 Ferrari tiene sempre banco facendo parlare di sè, come accennato. Ed ecco per l’appunto che non appena c’è stato l’annuncio ufficiale dell’approdo in Aston da parte del genio, sul Cavallino Rampante e in particolare sullo stesso Vasseur sono piovute critiche a profusione soprattutto per questa dichiarazione con cui il manager francese ha sostenuto la propria decisione: “Il singolo non cambia il risultato.
    Il gruppo è sempre più forte del singolo”. E da quel momento apriti cielo e fuoco alle polveri con la crociata degli attacchi all’uomo del muretto rosso reo di essersi fatto sfuggire il miglior progettista in circolazione senza il quale Ferrari non vincerà. Eppure la storia dice che Vasseur ha ragione a valorizzare il gruppo. Basta ripassarla per prenderne consapevolezza e per non correre il rischio di avere la memoria corta.
    La Ferrari ha costruito la sua epoca d’oro, la striscia più vincente della sua avventura in F1 senza Newey. È un dato di fatto. Quando? dal 1999 (anno della vittoria del primo Mondiale Costruttori dal 1983) fino al 2004 quando ha ottenuto la bellezza di 5 Mondiali Piloti e 6 Costruttori. E la Rossa chi ha battuto sui campi di gara in quegli anni? Udite udite proprio lo stesso Newey che all’epoca era il tecnico di punta della Mclaren.
    La Ferrari aveva il famoso “dream team” in cui, appunto, era la squadra a rappresentare la vera forza assieme ad un pilota eccezionale, Michael Schumacher che non a caso l’apprezzava continuamente con parole al miele che non erano certo frasi fatte. Basta intervistare e ascoltare gli uomini che hanno lavorato con lui in quel periodo per rendersene conto.
    Ma anche il pilota più bravo del mondo non può far molto se non gli fai guidare una monoposto competitiva ai massimi livelli. E anche qui parlano i fatti in F1. Dal 1996 al 1999 pur dimostrando di essere nettamente il migliore di tutti con gesta eccezionali in pista, Schumacher non riuscì mai a centrare il traguardo iridato arrivando solo a sfiorarlo. Complici di ciò macchine in diverse occasioni buone ma prive del crisma della continuità vincente.
    Quando invece, nei successivi 5 anni, potè esprimere il suo straordinario talento con vetture all’altezza del suo nome ce la fece. Ed erano tutte monoposto, queste, progettate da uno staff tecnico di grande valore diretto dall’altrettanto bravo capo progettista Rory Byrne (non da Adrian Newey) e che nei Mondiali del 2002 e 2004 dominarono letteralmente su tutti (Newey in primis) in lungo e in largo.

    In quella fase la Ferrari era la dimostrazione lampante di come anche in uno sport a vocazione individuale in cui protagonista principale è il pilota si può vincere formando ed organizzando bene una squadra composta da ottimi professionisti. Era un gruppo, quello, caratterizzato da tante risorse umane di grande qualità nei loro rispettivi settori. Gli stessi erano stati assemblati al meglio e poi gestiti benissimo dal presidente Montezemolo, tanto da creare una grande famiglia di lavoro, unita, granitica, armoniosa e collaborativa il cui operato veniva finalizzato dal fuoriclasse al volante.
    Si tratta della formula vincente dello spirito di gruppo in cui fondamentali sono le competenze, indispensabili per aprire un ciclo trionfale. Ed è questo ciò che Vasseur sta cercando di realizzare in seno alla Ferrari. Procede verso questa direzione l’acquisto dell’ottimo tecnico Loic Serra. LEGGI TUTTO

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    Nuovo organigramma Ferrari F1: c’era spazio anche per Adrian Newey

    Nella giornata di ieri, la Ferrari ha comunicato di avere affidato il ruolo di Technical Director Chassis a Loic Serra. La comunicazione organizzativa segue quella del 13 maggio scorso nella quale la stessa Scuderia di Maranello aveva annunciato lo stesso Serra nel ruolo di Head of Chassis Performance Engineering, a riporto di Enrico Cardile.
    Oggi, come allora, non cambia la data di inizio della sua avventura in Ferrari, fissata per il 1° ottobre. Tra le due date però, che cosa è cambiato? Due cose in particolare: la trattativa con Adrian Newey e l’uscita di Enrico Cardile a inizio luglio.
    A fronte di questo Serra andrà a ricoprire il ruolo a diretto riporto del Team Principal, Fred Vasseur. All’ex Mercedes faranno dunque capo le divisioni Chassis Project Engineering, affidata a Fabio Montecchi; Vehicle Performance, affidata a Marco Adurno; Aerodynamics, affidata a Diego Tondi; Track Engineering, affidata a Matteo Togninalli e Chassis Operations, affidata a Diego Ioverno, che mantiene anche la carica di Direttore Sportivo.
    Contestualmente la Scuderia Ferrari ha fatto sapere che il ruolo di Technical Director Power Unit continuerà ad essere affidato ad Enrico Gualtieri, sempre a diretto riporto di Fred Vasseur.
    Questo disegno organizzativo, non molto diverso dal precedente con Cardile, disegna una struttura con due direzioni separate: Power Unit da una parte e Telaio dall’altra. All’interno però di quest’ultima, oltre alla progettazione del telaio, ci sono funzioni molto importanti come quelle legate all’aerodinamica, alla performance del veicolo e alle operazioni in pista.
    In questa struttura organizzativa, voluta da Vasseur, resta la Direzione Sportiva, affidata a Diego Ioverno e, sempre dal 1° ottobre, vedremo in pista anche Jerome D’Ambrosio che, di fatto, sarà vice Team Principal. E’ molto probabile che quest’ultimo svolga un ruolo più “pistaiolo” mentre al Team Principal sia riservato più un ruolo di comunicazione e “politico”. E’ un po’, se vogliamo fare un paragone, a quanto avviene oggi in McLaren, con Andrea Stella e Zak Brown.
    In un organigramma come questo, sul quale si è cominciato a ragionare durante le trattative con Newey, c’era e ci sarebbe ancora spazio per una figura di questo tipo. Come vedete anche dalla rappresentazione qui sotto, manca un Direttore Tecnico che possa essere una figura di raccordo tra Telaio e Power Unit. Quello era il ruolo pensato per un “personaggio” con il genio inglese dell’aerodinamica. Pare purtoppo che Newey abbia preferito l’Aston Martin: vedremo.
    Organigramma Ferrari F1 LEGGI TUTTO

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    F1, Pierre Waché (Red Bull) spiega i problemi della RB20

    BUDAPEST, HUNGARY – JULY 19: Pierre Wache, Chief Engineer of Performance Engineering at Oracle Red Bull Racing attends the Team Principals Press Conference during practice ahead of the F1 Grand Prix of Hungary at Hungaroring on July 19, 2024 in Budapest, Hungary. (Photo by Bryn Lennon/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202407190893 // Usage for editorial use only //

    Pierre Waché ha recentemente rilasciato una lunga ed interessante intervista all’edizione olandese di Motorspost.com. Il Direttore Tecnico del Team Red Bull Racing ha parlato dei “problemi” della RB20, indicando, tra le cause le minori ore a disposizione in galleria del vento, il fatto che comunque quest’ultima sia un po’ datata e la stabilità del regolamente che ha permesso alla concorrenza di recuperare terreno.
    “Credo che alcuni aspetti possano essere collegati alla correlazione”, ha detto Waché, rispondendo ad una domanda sulla maggior difficoltà nel trovare “l’assetto” giusto, sin dall’inizio del fine settimana. Il Direttore Tecnico ha poi aggiunto: “Utilizziamo una galleria del vento relativamente vecchia e, inoltre, abbiamo meno tempo in galleria del vento a causa della nostra posizione nel campionato”. Il minor tempo in galleria del vento è dovuto ad un aspetto regolamentare che prevede un “handicap aerodinamico”, grazie al quale le squadre meglio posizionate nella classifica costruttori hanno a disposizione meno ore per le prove in galleria del vento.
    Inoltre Waché ha aggiunto anche un altro aspetto, legato all’attuale regolamento, in vigore da ormai tre anni: “E questo anche perché siamo al terzo anno dell’attuale regolamento”.
    Parlando della RB20, il Direttore Tecnico ha toccato il tema dei miglioramenti rispetto alla RB19, sottolineando però un aspetto importante legato alle curve veloci: ” Abbiamo indubbiamente migliorato la vettura rispetto all’anno scorso, anche se in alcune aree non abbiamo ottenuto i risultati che ci aspettavamo. Soprattutto nelle curve veloci, ci aspettavamo qualcosa di più di quello che abbiamo ora. Senza guardare alla concorrenza, quindi basandoci esclusivamente sui nostri strumenti, ci aspettavamo qualcosa di più”.
    Parlando invece dei più diretti avversari, in particolare Ferrari, Mercedes e McLaren, Waché ha detto: “Ad essere onesti, ci aspettavamo che gli avversari arrivassero prima. Quando abbiamo iniziato la stagione 2022, non avevamo la monoposto più veloce. Era la Ferrari ad avere la vettura più veloce. Ci aspettavamo poi una grande competizione nel 2023, ma non è stato così. Anche per il 2024 ci aspettavamo che la concorrenza ci fosse più o meno fin dall’inizio, perché le prestazioni che si possono ottenere con la macchina sono limitate, perché i regolamenti non sono cambiati. Dopo le prime quattro o cinque gare gli altri sono arrivati, magari con un po’ di ritardo, ma ce lo aspettavamo fin dall’inizio”.

    Proseguendo a parlare di regolamenti, il Direttore Tecnico del Team Red Bull ha poi concluso dicendo: “Il limite di questo attuale regolamento è piuttosto evidente e se si mantengono regole stabili, è quasi garantito che il resto del gruppo si avvicini”.
    Waché si è quindi “limitato” dunque ad indicare i macro aspetti che hanno condizionato la performance della Red Bull in questa prima parte di stagione: da un lato il wind tunnel un po’ vecchiotto che avrebbe portato a problemi di correlazione tra i dati della galleria del vento con quelli della pista, dall’altro la stabilità del regolamento che ha portato gli avversari a trovare soluzioni più efficaci, avendo anche più ore a disposizione di Red Bull in galleria del vento. Infine un “piccolo” mea culpa sul fatto di non aver raggiunto i risultati attesi in alcune aree, come per esempio la performance della monoposto 2024 nelle curve veloci.
    Il Direttore Tecnico della Red Bull non ha minimamente citato i problemi interni alla squadra che hanno caratterizzato la prima parte di stagione e nessun cenno anche al passo indietro di Adrian Newey che, da qualche mese ormani, non si può più occupare dello sviluppo della RB20, progetto sul quale il genio inglese aveva data il suo importante contributo.
    Leggi l’intervista completa (in olandese) su Motorspost.com LEGGI TUTTO

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    F1, Cardile in Aston Martin e Newey sempre più vicino alla Ferrari

    credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    L’Aston Martin ha annunciato oggi la nomina di Enrico Cardile come Chief Technical Officer del Team di Formula 1.
    Cardile entrerà a far parte della squadra inglese nel 2025 e ricoprirà un nuovo ruolo che rafforzerà ulteriormente il gruppo tecnico del team con base a Silverstone.
    Nel comunicato stampa diramato oggi dall’Aston Martin, si legge che l’ex Direttore Tecnico Area Chassis di Ferrari porterà in Aston Martin la sua grande esperienza in Formula 1.
    Le prime parole di Cardile sono state: “Non vedo l’ora di entrare in Aston Martin. L’ambizione e il desiderio sono chiari e l’opportunità di far parte di questo viaggio è unica. Si tratta di una sfida personale e professionale e non vedo l’ora di lavorare con il team per portare al successo questo marchio iconico”.
    La notizia, anticipata qualche settimana fa da formu1a.uno ha trovato una prima conferma ieri con il comunicato Ferrari che ha anticipato di un olo giorno quello di Aston Martin.

    La conferma di Cardile nella squadra di Lawrence Stroll, allontana le voci di un possibile ingaggio di Adrian Newey e, secondo noi, conferma ancora una volta quanto pensiamo dal momento in cui venne annunciato ufficialmente il divorzio tra il genio inglese dell’aerodinamica e la Red Bull; ovvere che Newey si trasferirà a Maranello per lavorare al progetto 2026.
    Avrebbe poco senso per il team inglese ingaggiare un tecnico come Cardile per poi “relegarlo” ad un ruolo “secondario” al servizio di Newey. LEGGI TUTTO

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    F1, Adrian Newey alla Ferrari: durata del contratto e ingaggio record

    AUSTIN, TEXAS – OCTOBER 22: Adrian Newey, the Chief Technical Officer of Red Bull Racing looks on, on the grid during the F1 Grand Prix of United States at Circuit of The Americas on October 22, 2023 in Austin, Texas. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202310230130 // Usage for editorial use only //

    Diciamo la verità. Come abbiamo sempre sostenuto, nel momento in cui Adrian Newey aveva annunciato il suo divorzio della Red Bull, la firma sul contratto con la Scuderia di Maranello era già stata messa da giorni, se non da qualche settimana.
    La data dell’annuncio, il 1° maggio 2024, non è un giorno scelto a caso ma è quella che permetterà all’ingegnere inglese di scontare il suo periodo di gardening, prima di poter cominciare a lavorare per un altro team.
    Non tutti sanno che Newey, così come un pilota del Circus della Formula 1, viene gestito da un manager che cura i contatti con “il suo datore di lavoro”. L’aerodinamico inglese è assistito da Eddie Jordan, volto molto noto nel paddock della Formula 1 in quanto founder del team che portava il suo nome.
    E proprio il bizzarro Eddie, sull’ultimo numero di giugno di ‘Business F1‘ ha intervistato proprio Newey. Il contenuto esatto del Q&A lo potete anche trovare su businessf1magazine.com dove poi sono svelati anche i dettagli esclusivi del suo nuovo contratto con la Scuderia Ferrari. Si parla di un ingaggio da top driver: 105 milioni di dollari in tre anni.

    La copertina di ‘Business F1’ con Adrian Newey

    All’interno di ‘Business F1‘, ben 20 pagine delineano il profilo di Newey e illustrano tutti i suoi spostamenti da una squadra all’altra: dalla Leyton House nel 1990 alla Williams, dalla McLaren alla Red Bull e infine alla Ferrari nel 2025.
    Per completare il quadro mancherebbe solo la data dell’annuncio dell’ingaggio che però non dovrebbe tardare ancora molto. A Maranello vorrebbero attendere il Gran Premio d’Italia a Monza ma, per ragioni legate al fatto che Ferrari è quotata in borsa, la notizia potrebbe richiedere una comunicazione anche prima di quella data. LEGGI TUTTO

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    Ferrari e Newey, il grande dubbio: Maranello può perdere il Genio?

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    La Ferrari pronta per Newey e per la pole

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