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    Anniversario Nba, ecco il corto che celebra i 75 anni

    NEW YORK (Stati Uniti) – L’NBA, per celebrare il suo 75° anniversario, ha lanciato sulle sue piattaforme social il cortometraggio “NBA Lane”. L’attore e produttore Michael B. Jordan e più di 30 giocatori e leggende dell’NBA saranno insieme per raccontare la storia degli ultimi 75 in chiave comica.
    Il cortometraggio
    Girato in un quartiere immaginario abitato da stelle e leggende dell’NBA, “NBA Lane” porta i fan in un viaggio con le personalità del passato, presente e futuro che hanno scritto la storia del gioco. Nei 3 minuti, Jordan è l’autista di “Hoop Bus” del quartiere, e conduce un gruppo di bambini in un tour del quartiere NBA che ospita 75 anni di cultura cestistica. Percorrendo le squadre della comunità, i passeggeri incontreranno i personaggi dell’NBA nella loro quotidianità. Dagli ex rivali Magic Johnson e Larry Bird diventati adesso amichevoli vicini di casa; LeBron James che annaffia il suo giardino; Kareem Abdul-Jabbar che insegna a Dirk Nowitzki l’arte del gancio cielo; a Zion Williamson che rompe la tabella di un campetto in strada in una classica giornata di quartiere. Il tour celebra così sia le leggende NBA che hanno fondato la lega, sia i giocatori attuali che stanno plasmando il suo futuro.
    Cast a 5 stelle tra passato e presente
    Unici assenti fisici Michael Jordan e Stephen Curry in quello che è stato un cast pazzesco. Tra le stelle del presente: Carmelo Anthony (Los Angeles Lakers), LaMelo Ball (Charlotte Hornets), Devin Booker (Phoenix Suns), Anthony Davis (Los Angeles Lakers), Kevin Durant (Brooklyn Nets), LeBron James (Los Angeles Lakers), Zach LaVine (Chicago Bulls), Kawhi Leonard (LA Clippers), Donovan Mitchell (Utah Jazz), Chris Paul (Phoenix Suns), Jayson Tatum (Boston Celtics), Russell Westbrook (Los Angeles Lakers) Zion Williamson (New Orleans Pelicans) e Trae Young (Atlanta Hawks).
    Invece nelle leggende: Kareem Abdul-Jabbar, Ray Allen, Larry Bird, Vlade Divac, Julius Erving, Artis Gilmore, Manu Ginóbili, Richard Hamilton, Grant Hill, Robert Horry, Magic Johnson, Dikembe Mutombo, Dirk Nowitzki, Gary Payton, Oscar Robertson, Bill Russell, Isiah Thomas, Dwyane Wade, Bill Walton e Jerry West. LEGGI TUTTO

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    Nba, Wiggins si è vaccinato: potrà scendere in campo con i Golden State

    Andrew Wiggins, ala dei Golden State Warriors, rinuncia alla sua volontà di non sottoporsi al vaccino anti-Covid per giocare nelle partite casalinghe della sua squadra. Dieci giorni fa l’Nba aveva respinto la sua richiesta di esenzione per motivi religiosi e oggi, il suo allenatore Steve Kerr, il 26enne canadese si è finalmente vaccinato. Coach Kerr ha anche chiarito che ora tutti i suoi giocatori hanno la necessaria copertura e, Wiggins, potrà scendere in campo contro Porland. Guarda la galleryNBA, LaMelo Ball: ecco la sua nuova Lambo Urus fosforescente
    Le imposizioni di New York
    Secondo una decisione del Dipartimento della Salute di San Francisco, chiunque abbia più di 12 anni deve essere vaccinato per partecipare agli eventi indoor in città. Le normative sanitarie di New York impongono anche l’obbligo di vaccinazione per gli atleti e questo riguarda i giocatori dei Knicks e dei Brooklyn Nets, squadra in cui Kyrie Irving, che ha finora rifiutato di commentare la sua possibile vaccinazione, resta dunque al palo.  LEGGI TUTTO

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    Golden State Warriors, Wiggins si vaccina: ora potrà giocare anche in casa

    Andrew Wiggins torna in campo con i Golden State Warriors al “Chase Center”. Dieci giorni fa l’NBA aveva rifiutato la sua richista di esenzione dal vaccino per motivi religiosi e, oggi, il suo allenatore Steve Kerr, ha svelato che il 26enne canadese si è finalmente vaccinato, chiarendo anche che tutti i suoi giocatori hanno avuto la necessaria copertura. Wiggins potrà scendere in campo già contro Portland.Guarda la galleryNBA, ecco la nuova Lamborghini Urus fosforescente di LaMelo Ball
    Le normative di New York
    Secondo una decisione del Dipartimento della Salute di San Francisco, chiunque abbia più di 12 anni deve essere vaccinato per partecipare agli eventi indoor in città. Le normative sanitarie di New York impongono anche l’obbligo di vaccinazione per gli atleti e questo riguarda i giocatori dei Knicks e dei Brooklyn Nets, squadra in cui Kyrie Irving, che ha finora rifiutato di commentare la sua possibile vaccinazione, resta dunque al palo. LEGGI TUTTO

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    Nba, dure regole anti-Covid: ecco il protocollo per i non vaccinati

    L’Nba è alle porte e si mobilita per essere pronta ad affrontare e contrastare i cestisti che non hanno intenzione di sottoporsi al ciclo vaccinale. Il massimo campionato statunitense si annuncia già particolarmente vincolante e, secondo i media statunitensi in possesso della memoria del procedimento, si sta cercando di finalizzare un protocollo sanitario molto rigido, in accordo anche con i sindacati dei giocatori. I giocatori che non vogliono immunizzarsi rappresentano circa il 10% del totale e saranno soggetti alle stesse restrizioni in vigore per gran parte della passata stagione, prima che il vaccino anti Covid-19 fosse disponibile.

    Le dure regole per i non vaccinati

    Il tema vaccinazione è al centro del dibattito in Nba e riguarda una cinquantina di giocatori tra cui le stelle Kyrie Irving (Brooklyn) e Bradley Beal (Washington). A lungo scettico, LeBron James, superstar dei Lakers, ha rivelato di essere stato vaccinato rifiutandosi però di incoraggiare le persone a fare lo stesso perché crede che “non sia (il suo) lavoro”. I giocatori che non hanno quindi aderito al ciclo vaccinale dovranno sottoporsi a test quotidiani durante le giornate di allenamento, di viaggio e delle partite, a differenza del personale vaccinato e cosiddetto di ‘livello 1’, cioè allenatori e staff che lavorano regolarmente a meno di 4,5 metri di giocatori e arbitri e che sono, inoltre, obbligati a vaccinarsi. Alle persone non vaccinate sarà vietato mangiare nella stessa stanza di un altro giocatore o membro dello staff di ‘livello 1’ e dovranno stare ad almeno due metri da qualsiasi altra person. In aggiunta, verrà assegnato loro un armadietto il più lontano possibile da quelli degli altri compagni di squadra.     LEGGI TUTTO

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    Nba rigida con i non vaccinati: si annunciano dure regole anti Covid 

    La Regular Season dell’Nba non è ancora iniziata ma si annuncia già particolarmente vincolante per i cestisti non vaccinati. Secondo i media statunitensi in possesso della memoria del procedimento, nel massimo campionato americano si sta cercando di finalizzare un protocollo sanitario molto rigido, in accordo anche con i sindacati dei giocatori. I giocatori che non vogliono immunizzarsi rappresentano circa il 10% del totale e saranno soggetti alle stesse restrizioni in vigore per gran parte della passata stagione, prima che il vaccino anti Covid-19 fosse disponibile.

    Le regole stringenti per i non vaccinati

    Il tema vaccinazione è al centro del dibattito in Nba e riguarda una cinquantina di giocatori tra cui le stelle Kyrie Irving (Brooklyn) e Bradley Beal (Washington). A lungo scettico, LeBron James, superstar dei Lakers, ha rivelato di essere stato vaccinato rifiutandosi però di incoraggiare le persone a fare lo stesso perché crede che “non sia (il suo) lavoro”. I giocatori che non hanno quindi aderito al ciclo vaccinale dovranno sottoporsi a test quotidiani durante le giornate di allenamento, di viaggio e delle partite, a differenza del personale vaccinato e cosiddetto di ‘livello 1’, cioè allenatori e staff che lavorano regolarmente a meno di 4,5 metri di giocatori e arbitri e che sono, inoltre, obbligati a vaccinarsi. Alle persone non vaccinate sarà vietato mangiare nella stessa stanza di un altro giocatore o membro dello staff di ‘livello 1’ e dovranno stare ad almeno due metri da qualsiasi altra person. In aggiunta, verrà assegnato loro un armadietto il più lontano possibile da quelli degli altri compagni di squadra.     LEGGI TUTTO

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    Clamoroso LeBron James: rifiutate due offerte per andare in Nfl

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – LeBron James è atleta completo, una vera e propria macchina per lo sport e limitarlo solo al basket potrebbe essere un errore. A pensarla in questo modo sono state alcune franchigie della Nfl che durante il lockout del 2011 in Nba, hanno pensato di proporre a King James un contratto nel football americano. La star dei Lakers nel programma “Monday Night Football” di ESPN, durante un confronto con Peyton Manning ed Eli Manning, ha confermato la notizia facendo i nomi dei Dallas Cowboys e dei Seattle Seahawks che lo hanno contattato direttamente per ingaggiarlo.Guarda la galleryAtleti più pagati nel 2020, ecco i primi 10 in classifica
    Clamoroso LeBron James: “Ho rifiutato la Nfl”
    “Jerry Jones, proprietario dei Cowboys, mi ha offerto un contratto e così ha fatto Pete Carroll, allenatore dei Seahawks, durante il periodo del lockout. Ci ho pensato, anche se ho pensato più su come ottenere un contratto buono nella Nba. Non sapevamo quando avremmo giocato di nuovo, quindi ho riflettuto sulle proposte”, ha detto LeBron. Il giocatore americano ha rivelato che le due squadre gli hanno persino inviato delle maglie per cercare di convincerlo. “Le ho ancora”, ha detto. Entrambe le franchigie hanno offerto a LeBron la possibilità di giocare: “Volevo essere uno specialista della zona rossa, come Rob Gronkowski”, ha aggiunto. Tuttavia, la Nba raggiunse un accordo per iniziare nel dicembre 2011 e LeBron rimase nei Miami Heat, con i quali poi vinse quella stagione collezionando il primo dei quattro anelli. LEGGI TUTTO

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    LeBron James ha rifiutato due offerte in Nfl: ecco il retroscena

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – LeBron James nel football americano? Un sogno proibito che ha rischiato di diventare realtà. Si perchè la star del basket mondiale ha rilasciato una dichiarazione clamorosa. Alcune franchigie della Nfl, durante il lockout del 2011 in Nba, hanno pensato di proporre a King James un contratto duarante il periodo di stop del baskt. La star dei Lakers nel programma “Monday Night Football” di ESPN, durante un confronto con Peyton Manning ed Eli Manning, ha approfondito quanto accaduto i nomi dei Dallas Cowboys e dei Seattle Seahawks che lo hanno contattato direttamente per ingaggiarlo.Guarda la galleryForbes, la top 10 degli sportivi più pagati nel 2020
    LeBron James: “Ho rifiutato la Nfl”
    “Jerry Jones, proprietario dei Cowboys, mi ha offerto un contratto e così ha fatto Pete Carroll, allenatore dei Seahawks, durante il periodo del lockout. Ci ho pensato, anche se ho pensato più su come ottenere un contratto buono nella Nba. Non sapevamo quando avremmo giocato di nuovo, quindi ho riflettuto sulle proposte”, ha detto LeBron. Il giocatore americano ha rivelato che le due squadre gli hanno persino inviato delle maglie per cercare di convincerlo. “Le ho ancora”, ha detto. Entrambe le franchigie hanno offerto a LeBron la possibilità di giocare: “Volevo essere uno specialista della zona rossa, come Rob Gronkowski”, ha aggiunto. Tuttavia, la Nba raggiunse un accordo per iniziare nel dicembre 2011 e LeBron rimase nei Miami Heat, con i quali poi vinse quella stagione collezionando il primo dei quattro anelli. LEGGI TUTTO

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    Covid, la lotta dell'ex Nba Ceballos: “Pregate per me”

    NEW YORK (Stati Uniti) – Cedric Ceballos, 52 anni, undici trascorsi da professionista in Nba con una selezione All star (1995) e una gara delle schiacciate vinta (1992), ma la vera battaglia l’ex Lakers l’ha sta combattendo oggi contro il coronavirus. L’ex giocatore di Phoenix e Dallas è ricoverato da 10 giorni in terapia intensiva e, in un post Twitter, ha parlato del suo delicato momento: “Decimo giorno in terapia intensiva, il Covid si sta facendo davvero sentire. Chiedo a tutti voi, famiglia, amici, di pregare per per me e per la mia guarigione. Se ho fatto qualcosa di sbagliato nei confronti di tutti voi in passato, permettetemi di scusarmi qui. La mia battaglia non è ancora finita, grazie“. Ceballos ha ricevuto subito il supporto dei suoi colleghi come Steve Nash, Pau Gasol e Baron Davis oltre che dalla proprietaria dei Lakers Jeanie Buss LEGGI TUTTO