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    Nba, Celtics: coach Udoka sospeso per relazione con un membro dello staff

    Il coach dei Boston Celtics Ime Udoka è stato sospeso dal club per l’intera stagione Nba 2022-2023 in seguito a “violazioni delle politiche di squadra”. Secondo ESPN e The Athletic, Udoka avrebbe avuto una relazione “consensuale e intima con una componente del suo staff in violazione delle regole di condotta”. Come comunicato dal club, la sospensione ha effetto immediato, senza specificare quali fossero le violazioni. La pesantissima decisione arriva a pochi giorni dal ritiro preseason dei Celtics. Prima di assumere la guida della squadra a giugno 2021, Udoka è stato assistente allenatore a San Antonio, Philadelphia e Brooklyn. Boston aveva concluso la scorsa stagione con una serie di sconfitte ma nello scorso giugno ha conquistato le finali NBA per la prima volta dal 2010. Riguardo la situazione, Udoka ha dichiarato a ESPN: “Voglio scusarmi con i nostri giocatori, i nostri fan, l’intera struttura dei Celtics e la mia famiglia per averli delusi. Mi dispiace mettere la squadra in questa situazione difficile e accetto la decisione della squadra”.Sullo stesso argomentoNba, razzismo e sessismo: proprietario dei Suns sospeso un annoNBA LEGGI TUTTO

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    Nba, relazione con un membro dello staff: sospeso il coach dei Celtics

    I Boston Celtics hanno sospeso l’allenatore Ime Udoka per l’intera stagione NBA 2022-23 a causa di “violazioni delle politiche di squadra”. L’allenatore 45enne, secondo i media ESPN e The Athletic, avrebbe avuto una relazione “consensuale e intima con una componente del suo staff in violazione delle regole di condotta”. La società, in una nota, precisa che “la sospensione ha effetto immediato”. I Celtics non hanno specificato quali fossero le presunte violazioni. La punizione, una delle più dure mai inflitte a un allenatore della NBA, arriva a pochi giorni dal ritiro preseason dei Celtics. Udoka è stato assistente allenatore a San Antonio, Philadelphia e Brooklyn prima di assumere la guida dei Celtics nel giugno 2021. Boston aveva concluso la scorsa stagione con una serie di sconfitte ma nello scorso giugno ha conquistato le finali NBA per la prima volta dal 2010. In una dichiarazione ottenuta da ESPN, Udoka ha affermato di aver accettato la decisione dei Celtics. “Voglio scusarmi con i nostri giocatori, i nostri fan, l’intera struttura dei Celtics e la mia famiglia per averli delusi”, ha detto. “Mi dispiace mettere la squadra in questa situazione difficile e accetto la decisione della squadra”.Sullo stesso argomentoNBANba, proprietario dei Suns accusato di razzismo e sessismo: sospeso un anno LEGGI TUTTO

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    Nba, razzismo e sessismo: proprietario dei Suns sospeso un anno

    Brutte notizie per Robert Sarver: un anno di squalifica e una multa di dieci milioni di dollari. Questi i provvedimenti adottati dalla Nba nei confronti del proprietario dei Phoenix Suns, reo di una condotta che “viola chiaramente i normali standard sul posto di lavoro”. Dall’indagine risulta che Sarver ha utilizzato “un linguaggio indelicato dal punto di vista razziale” e si è reso colpevole di “trattamento iniquo nei confronti delle dipendenti donne e affermazioni e condotta sessiste”, con un trattamento verso i suoi impiegati che a volte è sfociato “nel bullismo”. La Nba non ha attuato sanzioni più pesanti in quanto è stato riconosciuto che questo suo comportamento non fosse motivato da “ostilità razziale o di genere”: nel 2014 Donald Sterling, allora proprietario dei Clippers, venne squalificato a vita e costretto a vendere la franchigia dopo la diffusione di alcuni audio privati in cui utilizzava un linguaggio razzista. Sarver, dal canto suo, sottolinea di non essere d’accordo con alcuni punti della relazione stilata nei suoi confronti ma ha voluto scusarsi “per le mie parole ed azioni che hanno offeso i nostri dipendenti. Mi assumo la piena responsabilità per quello che ho fatto”.Sullo stesso argomentoNba, accordo vicino per un torneo aggiuntivo dal 2023NBA LEGGI TUTTO

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    Nba, proprietario dei Suns accusato di razzismo e sessismo: sospeso un anno

    Un anno di squalifica e una multa di dieci milioni di dollari. Questi i provvedimenti adottati dalla Nba nei confronti del proprietario dei Phoenix Suns, Robert Sarver, reo di una condotta che “viola chiaramente i normali standard sul posto di lavoro”. Dall’indagine è emerso che Sarver ha utilizzato “un linguaggio indelicato dal punto di vista razziale” e si è reso colpevole di “trattamento iniquo nei confronti delle dipendenti donne e affermazioni e condotta sessiste”, con un trattamento riservato ai suoi impiegati che in alcuni casi è sfociato “nel bullismo”. A salvare il proprietario dei Suns da sanzioni più pesanti il fatto che la Nba abbia riconosciuto che questo suo comportamento non fosse motivato da “ostilità razziale o di genere”: nel 2014 Donald Sterling, allora proprietario dei Clippers, fu squalificato a vita e costretto a vendere la franchigia dopo la diffusione di alcuni audio privati in cui utilizzava un linguaggio razzista. Sarver, dal canto suo, sottolinea di non essere d’accordo con alcuni punti della relazione stilata nei suoi confronti ma ha voluto scusarsi “per le mie parole ed azioni che hanno offeso i nostri dipendenti. Mi assumo la piena responsabilità per quello che ho fatto”.Sullo stesso argomentoNBAGinobili nella Hall Of Fame Nba 2022: “Grazie Italia” LEGGI TUTTO

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    Nba, accordo vicino per un torneo aggiuntivo dal 2023

    TORINO – Una partita da un milione di dollari. Il commissioner dell’NBA Adam Silver cerca nuovi introiti per le franchigie statunitensi, e per questo motivo sta pensando a un nuovo trofeo all’interno della regular season. La formula coinvolgerebbe soltanto otto delle trenta squadre che partecipano al campionato nazionale. Il torneo aggiuntivo presenterebbe una sola partita in più rispetto alle 82 sfide previste per assegnare l’anello NBA.Guarda la galleryNba, festa Warriors! Settimo titolo e Curry Mvp delle finali
    Una formula particolare
    La nuova manifestazione si svilupperebbe all’interno dello stesso campionato nazionale: le squadre verrebbero qualificate attraverso risultati ottenuti in alcuni match selezionati dal calendario ordinario. I dirigenti dell’Nba lavorano in questi giorni per trovare l’intesa economica sul novo torneo che garantirebbe nuovi introiti soprattutto per le seconde linee dei roster. LEGGI TUTTO