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    Sprint Indonesia: Martin vince e scavalca Bagnaia, è il nuovo leader della MotoGP

    MANDALIKA – Jorge Martin vince la Sprint nel Gran Premio d’Indonesia, quindicesimo appuntamento stagionale della MotoGP, e conquista la leadership della classifica piloti. Scavalcato il campione del mondo in carica Pecco Bagnaia, ottavo al traguardo dopo essere partito dalla tredicesima posizione. Un podio tutto Ducati nel sabato a Mandalika: al secondo posto c’è Luca Marini, seguito dal compagno in VR46 Marco Bezzecchi, protagonista di un recupero lampo dopo la frattura alla clavicola in allenamento. A inseguire ora sarà quindi il detentore del titolo 2022, dopo la rimonta subita negli ultimi due mesi. LEGGI TUTTO

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    MotoGP: pole Marini in Indonesia, 6° Martin. Male Bagnaia: parte 13°

    MANDALIKA – Luca Marini conquista la pole position nel Gran Premio d’Indonesia, valevole per la quindicesima tappa del Mondiale 2023 di MotoGP. Il pilota del team VR46 apre la prima fila davanti alle due Aprilia di Mavercik Vinales e Aleix Espargaro. Solo sesto Jorge Martin, che insegue a soli tre punti Pecco Bagnaia, ancora più indietro in griglia: il campione in carica della Ducati è tredicesimo in qualifica e dovrà rincorrere nella Sprint delle ore 9 e nella gara di domenica (stesso orario). Ottavo Marc Marquez davanti a Marco Bezzecchi. LEGGI TUTTO

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    MotoGP Indonesia, Bagnaia in Q1 ma non preoccupato: “A Jerez ho vinto”

    MANDALIKA – “L’ultima volta che sono passato per il Q1, ho vinto il GP”. Così Francesco Bagnaia, facendo riferimento alla tappa di Jerez, sdramamtizza dopo le difficoltà nella Practice del Gran Premio dell’Indonesia, quindicesimo round del mondiale di MotoGP. Il campione del mondo della Ducati, infatti, non è riuscito a centrare l’accesso diretto in Q2 per le qualifiche di domani, ed è costretto a passare per il Q1. LEGGI TUTTO

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    Marquez, la rivalità con Rossi e un obiettivo: ecco perché ha scelto Ducati

    Sebbene figurasse e vincesse per e con la Derbi, il giovanissimo Marc Marquez era già nel mirino della Honda, Casa insieme alla quale il nativo di Cervera ha condiviso i massimi successi di carriera, nel computo di 6 titoli MotoGP, costrutto di 59 affermazioni di tappa, 101 podi e 64 pole position, per un amore reciproco evidenziato dai risultati della pista e manifestato dal 2013 al 2019, prima di scemare e tramutarsi in trascinata convivenza. Quando correva in 125, soprattutto nel successivo passaggio in Moto2, il catalano aveva un piano per nulla occulto ad attenderlo, disegnato dal manager Emilio Alzamora e allestito dalla HRC che, pur di inserirlo subito nella formazione ufficiale Repsol, “aggirò” la regola che vietava ai rookie di classe nell’entrare in prima istanza in una formazione Factory, ovvero, direttamente collegata al Costruttore e denonaminata “ufficiale”.

    Marquez, il debutto in MotoGp e la rivalità con Rossi

    Era il 2013, stagione d’esordio per El Cabroncito, talento smisurato ma spesso e mal volentieri fuori misura, tanto da rischiare l’osso del collo e il prematuro stop agonistico nelle precedenti categorie. Invece, seppur spericolato, quel numero 93 mise tutti in riga nell’annata d’esordio in MotoGP, imponendosi nel secondo Gran Premio, incornando gli avversari e facendosi incoronare, dimostrando a sé stesso di essersi legato al Marchio opportuno, facendo se non dimenticare, perlomeno archiviare le imprese di Casey Stoner, Valentino Rossi e Michael Doohan, tre nomi tra i vincenti dell’Ala dorata ad aver segnato indelebilmente Albi e classifiche,

    Nessuno è stato maggiormente uomo bandiera di Marc nella categoria regina, nemmeno Freddie Spencer tra il 1983 e 1985, autore di tripla corona tra cui la doppietta 250 e 500. Eddie Lawosn fu una sorta di meteora, lo stesso Doohan si “fermò” a 5 allori – l’infortunio del 1999 a Jerez, ricordate la pista, aprì la strada ad Alex Criville, compagno di box – poi arrivò il genio di Tavullia, veramente mai amato, o meglio, realmenti mai sentitosi amato. Contrariamente, Marquez ha voluto e vuole ancora bene al Marchio, inteso come persone. La lettera inviata a un membro della squadra, la sua squadra, lo spiega: il cuore dice una cosa, la testa un’altra. E il corpo, parlando di tempo, ha poco tempo a disposiozione.

    Marquez in Gresini: il motivo della scelta

    Il motivo per cui Marc passa in Gresini è prettamente agonistico tirando in ballo la comparazione tra le moto, professionale in termini aziendali. Provate a immaginare come si senta uno che ha fatto l’impossibile per guarire da infortuni e ferite feroci e molteplici, causata del primo incidente patito a Jerez – ecco la pista di cui sopra – 2020, prolungatosi tra cadute, ricadute, rinuncee e speranza, sale operatorie ed esercizi massacranti. Una volta ripristinata la piena efficienza, il pilota si è reso definitivamente conto quanto la RC213 V sia in debito rispetto alle rivali. Di credito, a parte l’ingaggio sottoscritto, il catalano ne ha trovato poco. Come archiviare le manovre gomito a terra, risolutivo in fase di salvataggio mentre la caduta sembrava cosa certa? Come dimenticare i duelli condivisi assieme ad avversari del calibro di Jorge Lorenzo, Dani Pedrosa, Andrea Dovizioso e Valentino Rossi. Sarebbe possibile accettare un eventuale pari ritiro già messo in atto dai colleghi, fermandosi a contare le coppe (chissà se impolverate) sulle bacheche?

    L’obiettivo, superare Valentino Rossi

    No, lui vuole fare almeno come Valentino Rossi ha fatto. Un titolo in più come minimo, certo, ma correre a più non posso. Combattendo, oltre che contro le moto guidate dagli altri, contro l’orologio, ovvero, l’incidere dei giorni. Rossi è stato un maestro in tale aspetto, come Marc si è rivelato bravo allievo, però in termini emulativi relativi alla modalità con la quale piegare il prossimo. Vedete Jerez 2005 per l’italiano su Sete Gibernau, imitata da Marc ai danni di Lorenzo nella stessa ultima curva andalusa, intitolata allo stesso Jorge. Era il 2013, a ricordare 8 stagioni orsono, per un tamponamento quasi fotocopia. A Laguna Seca, anche: Rossi infilò Casey Stoner nel 2008, fruendo di ghiaia e vie di fuga. Marquez lo stesso, ma su Valentino. Quel “Cavatappi” fu marcato da entrambi, che si ritrovarono nell’epilogo peggiore a Valencia, In quel caso due anni dopo. Da Sepang, a precedere Sepang, a seguire Sepang. E di molto. Il 2015 coincide col massimo punto di odio tra i due, sì sportivo, contestualmente personale. Altro che le liti di Valentino con Max Biaggi. Altro che i bisticci di Marc e Lorenzo. Quei due sparavano la massima potenza di fuoco, infiammando i tifosi, accendendo le polemiche e scaldando i dirigenti delle rispettive Case. Honda, attorno a Marc, costruì una sorta di paravento silenzioso, principalmente volto al futuro: perché perdere tempo ed energia, quando si può vincere ancora? Infatti, dietro l’angolo si trovava un tris d’allori impressionante, segnato nel 2017, 2018 e 2019 e, alla fine della terza delle imprese, lo status di binomio imbattibile Honda-Marc, il più forte. Eterno. Ci si sbagliò, come sbagliavamo quando pensavamo che il passaggio in Gresini fosse mera pubblicità. Macché, era tutto vero. E’ vero. Si è sbagliato il legale, che dette la possibilità a Marc di spezzare l’accordo stipulato per il gigante di Tokio senza pagar pegno, cioè, la penale rescissoria. Avrebbe dovuto farlo, qualora in direzione di altra struttura ufficiale o satellite. Gresini Racing è indipendente, Ducati ma indipendente. Non gode di Desmosedici Factory né aggiornate. Il contrario del Repsol HRC e quattro cilindri nippo. Marc rinuncia a tanti soldi, perché nella vita il denaro non è tutto. E’ anche vero che di denaro già ne ha incamerato, sicché quale senso trovare in corse da affrontare col coltello tra i denti e la spada di damocle sulla schiena? Meglio accontentarsi, o rischiare di fare una figuraccia? Meglio dare colpa a moto e fabbrica, o meglio – casomai – incolpare sé stesso? Si chiama ambizione. Marquez ne ha. Forse, i rappresentanti Honda un pò meno. E lui se ne è accorto. LEGGI TUTTO

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    Marquez sposa il progetto Ducati, ufficiale l’arrivo nel Team Gresini

    ROMA – La notizia era nell’aria già da qualche giorno, ma ora è arrivata anche l’ufficialità. Marc Marquez, dopo aver detto addio alla Honda, ha sposato il progetto della Ducati del Team Gresini e, a partire dalla prossima stagione, affiancherà suo fratello Alex. I due spagnoli, dunque, sono pronti a comporre una coppia davvero da sogno, che complessivamente può vantare ben dieci titolo mondiali. Per il Team Gresini si tratta senza ombra di dubbio di un importante upgrade nella griglia di partenza della prossima stagione. LEGGI TUTTO

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    Marquez-Ducati, matrimonio ufficiale: correrà per il Team Gresini

    Marquez: “A volte bisogna cambiare”
    L’otto volte campione del mondo di MotoGP, Marc Marquez, dopo l’addio alla Honda, è diventato nuovo pilota del Team Gresini e si è detto subito molto felice per questa sua nuova avventura: “Mi ritengo davvero entusiasta di questa nuova esperienza. Per me non è stata una scelta semplice perché sarà un grande cambiamento sotto tutti gli aspetti. A volte nella vita bisogna uscire dalla propria zona di comfort e mettersi alla prova per continuare a crescere. Voglio ringraziare Nadia, Carlo e Michele per la fiducia e il rispetto che mi hanno dimostrato”.
    Nadia Gresini: “Un momento storico”
    “Per la Gresini Racing è un momento storico. Il fatto che Marc Marquez abbia scelto di correre con noi nella prossima stagione è assolutamente fantastico e sono felicissima di poterlo ufficializzare. In meno di una stagione ci siamo affezionati tantissimo a suo fratello, e alla stessa maniera accoglieremo Marc, convinti che abbia tutto il potenziale per essere subito competitivo in sella alla Desmosedici GP23. Infine un ringraziamento doveroso a Fabio Di Giannantonio per la sua professionalità a cui auguriamo il meglio per il suo proseguo di carriera”. Questo il pensiero di Nadia Padovani Gresini. LEGGI TUTTO

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    Ducati, Bagnaia e l’incognita meteo in Indonesia: “Sono fiducioso”

    ROMA – Il Mondiale 2023 di MotoGP fa tappa a Mandalika per il Gran Premio d’Indonesia 2023, che vedrà andare in scena un nuovo capitolo dell’appassionante duello tra Francesco Bagnaia e Jorge Martin. I due piloti sono divisi da soli due punti in classifica e, se uno dei due dovesse vincere questa gara, potrebbe confermarsi o passare in testa alla graduatoria. Il successo per il campione del mondo manca da troppo tempo e ora è arrivato il momento di tornare sul gradino più alto del podio per evitare di complicare ulteriormente la situazione.
    Bagnaia: “Motivato per la vittoria”
    Il campione del mondo in carica di MotoGP, Francesco Bagnaia, a pochi giorni dal Gran Premio d’Indonesia 2023, ha parlato al sito ufficiale della Ducati: “Sono molto contento di tornare a correre in Indonesia. Il circuito di Mandalika si trova in un posto davvero bellissimo e la passione che il pubblico indonesiano ha per la MotoGP è enorme, Non vedo l’ora di poter far divertire tutti i tifosi che verranno a vederci questo fine settimana in pista. Sono motivato a tornare a lottare per la vittoria. Il meteo sarà un’incognita anche qui, però mi sento fiducioso in qualsiasi condizione”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Marquez è già il passato: la Honda ha scelto l’erede

    Oliveira erede di Marquez?
    La Honda, dunque, prosegue la sua caccia al sostituto di Marc Marquez e, stando a quanto riportato da Autosport, avrebbe messo nel mirino Miguel Oliveira. Il portoghese attualmente ha un contratto fino al 2024 con l’Aprilia, ma in caso di proposta da parte di un team ufficiale potrebbe attivare la clausola che gli consentirebbe di cambiare squadra. Al momento si tratta soltanto di un’ipotesi, ma il tempo stringe e la Honda ha assolutamente bisogno di mettere sotto contratto un pilota di esperienza il prima possibile. LEGGI TUTTO