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    MotoGP, Rivola: “Avremmo dovuto iniziare con meno gare Sprint”

    ROMA – Tra la Sprint Race e un calendario molto folto, sono diverse le novità importanti per la prossima stagione di MotoGP. Il format della mini-gara al sabato, a differenza della Formula 1, entrerà subito a far parte di ogni Gran Premio, dando alla vigilia della domenica maggiore competitività. Il grosso aumento di impegni per piloti e team ha fatto però storcere il naso a Massimo Rivola, che ha così commentato le scelte di Dorna: “Sono un sostenitore delle gare sprint, però forse avremmo dovuto iniziare con qualche gara sprint il primo anno per provarla. E penso che con due gare per weekend di GP, dovremmo avere meno eventi, diciamo 18 Gran Premi”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Rivola
    “Ero addirittura favorevole all’eliminazione completa del warm-up – ha aggiunto l’amministratore delegato di Aprilia -.Penso che sia una perdita di tempo. Statisticamente, è solo la sessione in cui i piloti cadono di più. Doveva essere una sessione in cui si apportano gli ultimi aggiustamenti per la gara.Tuttavia, il warm-up avviene in un momento in cui le temperature della pista sono di 20 gradi inferiori a quelle che troverai in gara. Ma va bene, sono d’accordo quando dicono che bastano pochi giri per verificare che tutto funzioni”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, il maxi calendario e le troppe gare Sprint: l'opinione di Aprilia”

    ROMA – L’aumento delle tappe in calendario non è l’unica novità del 2023 per la MotoGP, che si prepara ad accogliere la Sprint Race. Il format della mini-gara al sabato, a differenza della Formula 1, entrerà subito a far parte di ogni Gran Premio, dando alla vigilia della domenica maggiore competitività. Il grosso aumento di impegni per piloti e team ha fatto però storcere il naso a Massimo Rivola, che ha così commentato le scelte di Dorna: “Sono un sostenitore delle gare sprint, però forse avremmo dovuto iniziare con qualche gara sprint il primo anno per provarla. E penso che con due gare per weekend di GP, dovremmo avere meno eventi, diciamo 18 Gran Premi”.Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    Sul warm-up
    “Ero addirittura favorevole all’eliminazione completa del warm-up – ha aggiunto l’amministratore delegato di Aprilia -.Penso che sia una perdita di tempo. Statisticamente, è solo la sessione in cui i piloti cadono di più. Doveva essere una sessione in cui si apportano gli ultimi aggiustamenti per la gara.Tuttavia, il warm-up avviene in un momento in cui le temperature della pista sono di 20 gradi inferiori a quelle che troverai in gara. Ma va bene, sono d’accordo quando dicono che bastano pochi giri per verificare che tutto funzioni”. LEGGI TUTTO

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    Sprint Race, i piloti preparano la rivolta

    Perlomeno irritato. Così potremmo descrivere lo stato d’animo dei piloti MotoGP, molto contrariati e poco allettati dall’imminente introduzione della Sprint Race, gara da aggiungere nella giornata del sabato al canonico Gran Premio domenicale. La rabbia dei protagonisti era esplosa nel paddock austriaco del Red Bull Ring, dove la voce è arrivata loro ancor prima di diventare notizia: promoter, Federazione e team sapevano già (quasi) tutto, chi deve montare in sella e scrivere l’Albo d’Oro assolutamente niente. Dorna. FIM e Case avevano preventivamente parlato dell’idea, tramutatasi in format che cambierà da quest’anno il volto della classe regina: basta alla singola contesa in cui giocarsi tutto, bensì il doppio delle partenze che, consultando il calendario, saliranno a quota 42. La manche “breve” ricoprirà la metà esatta della distanza programmata dalla gara classica, distribuendo 12 punti contro i classici 25, muovendo le classifiche, assegnando trofei. Assisteremo perciò al doppio spegnimento del semaforo e alla doppia bandiera a scacchi, con conseguenti parc fermé e relativi podi. Sicché s dovranno moltiplicare per due emozioni e attenzioni, altrettanto i problemi. E’ emerso un impiccio di non poco conto, legato a premi contrattuali.
    Soldi
    E’ risaputo, infatti, che i piloti ricevano denaro e bonus basati sugli ordini di arrivo: meglio ci si è piazzati, più soldi vengono incassati. Ogni singolo piazzamento ha un valore concordato a priori, che si parli di decimo posto o vittoria; ovviamente, il successo viene ripagato previe quote massime, per mezzo di tabelle le cui caselle piene di cifre somigliano a numeri scolpiti nella pietra, ovvero, irremovibili, indelebili. Appunto, ma questi numeri, considerando il raddoppio degli sforzi da sostenere, si possono ritoccare? Al momento, parrebbe di no. La per nulla gradita iniziativa, commentata a male parole praticamente all’unisono, spaventa i piloti, a causa di motivi diversi tra loro ma contestualmente legati. Un conto è affrontare un turno di prove libere, un altro una corsa vera e propria, fase in cui si mette in pista il 100% e anche oltre. In gara aumentano le difficoltà, elencabili in tensione, rischi, stress, fatica e responsabilità. Mentre nelle prove cromentrate una eventuale scivolata viene abbastanza “accettata”, in qualifica decisamente meno, in gara assolutamente no.  Chi ha caldeggiato la Sprint Race promette lo stesso numero di chilometri macinato in un normale fine settimana, però è il “come” questi chilometri verranno affrontati: con l’esigenza di ottimizzare i risultati, minimizzando gli imprevisti. Durante il Gran Premio d’Austria c’è stata poca democrazia in tal senso: il dado era ormai tratto, i vari Pecco Bagnaia («Il nostro parere dovrebbe contare») e Fabio Quartararo («Format stupido e pericoloso») hanno dovuto prenderne atto, sebbene le proteste fioccassero a mo’ di tempesta montana. Paura di farsi male, paura di non farcela, paura della novità, paura della paura stessa.
    Dopo Rossi
    Il confronto tra Carmelo Ezpeleta per conto di Dorna e i piloti è sì avvenuto, però quando ormai la modifica al palinsesto era cosa fatta. In un mondo che cambia, come accettato dalla ricchissima Formula 1 – “rivale” motorizzato tutt’ora inarrivabile in termini di audience – la proposta a due ruote deve cambiare, colmando l’uscita dell’iconico trascinatore Valentino Rossi, soddisfando il pubblico pagante, le Tv e gli addetti ai lavori. Peccato che gli unici a uscire insoddisfatti dal discorso potrebbero essere gli attori del Circus iridato, perché la questione legata al vil denaro giaceva sotto la brace tra l’estate e l’autunno, si sta scaldando in inverno, ed esploderà in primavera, quando il campionato comincerà. I manager dei piloti hanno poco tempo per arrivare al dunque assieme ai rappresentanti delle Case: ci sono o no i soldi coi quali pagare gli arrivi della Sprint Race? Sino all’epilogo stagionale 2022 di Valencia, no. I soldi non c’erano. Manca un mese al test malese di Sepang, il GP di Portimão è fissato nell’ultima settimana di marzo. Cosa succederà da oggi al Portogallo?  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Jarvis e il punto debole di Morbidelli: “Vi spiego la differenza con Quartararo”

    ROMA – Per Franco Morbidelli va in soffitta la sua peggior stagione in MotoGP dal suo esordio. Il pilota italo-brasiliano ha chiuso il Mondiale 2022 al diciannovesimo posto, ottenendo due soli piazzamenti in top ten. Lin Jarvis, intervistato da “Crash.net”, ha provato a spiegare i motivi che hanno portato Morbidelli a finire nei bassifondi della classifica: “Ha accettato il ruolo, si è unito al team factory, ma probabilmente era troppo presto. In realtà, in quella fase non era ancora in forma per la gara. Non è stato in grado di avere la stessa velocità, l’aggressività in frenata e velocità in curva di cui hai bisogno per la Yamaha”.Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    Fiducia da recuperare
    “Per far funzionare bene la Yamaha devi essere aggressivo in frenata ed entrare velocemente in curva – ha aggiunto il managing director di Yamaha -. Ma ci vuole molta fiducia per farlo, questo è il punto forte di Fabio. Ha molta confidenza con la parte anteriore della moto e Frankie ha faticato a trovarla. Ha cercato diverse soluzioni e provato a modificare le impostazioni e le configurazioni, ma non ha funzionato. Deve riscoprire se stesso e dobbiamo dargli strumenti migliori per aiutarlo in questo processo. Fabio è molto intelligente nell’estrarre il massimo potenziale dal pacchetto. Frankie può farcela, ma deve ritrovare la fiducia in se stesso”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Jarvis: “Ecco cos'è mancato a Morbidelli”

    ROMA – Quella appena terminata da Franco Morbidelli è stata la sua peggior stagione in carriera nella MotoGP. Il pilota italo-brasiliano ha chiuso il Mondiale 2022 al diciannovesimo posto, ottenendo due soli piazzamenti in top ten. Lin Jarvis, intervistato da “Crash.net”, ha provato a spiegare i motivi che hanno portato Morbidelli a finire nei bassifondi della classifica: “Ha accettato il ruolo, si è unito al team factory, ma probabilmente era troppo presto. In realtà, in quella fase non era ancora in forma per la gara. Non è stato in grado di avere la stessa velocità, l’aggressività in frenata e velocità in curva di cui hai bisogno per la Yamaha”.Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    Le parole di Jarvis
    “Per far funzionare bene la Yamaha devi essere aggressivo in frenata ed entrare velocemente in curva – ha aggiunto il managing director di Yamaha -. Ma ci vuole molta fiducia per farlo, questo è il punto forte di Fabio. Ha molta confidenza con la parte anteriore della moto e Frankie ha faticato a trovarla. Ha cercato diverse soluzioni e provato a modificare le impostazioni e le configurazioni, ma non ha funzionato. Deve riscoprire se stesso e dobbiamo dargli strumenti migliori per aiutarlo in questo processo. Fabio è molto intelligente nell’estrarre il massimo potenziale dal pacchetto. Frankie può farcela, ma deve ritrovare la fiducia in se stesso”. LEGGI TUTTO

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    Ducati, Ciabatti: “Bagnaia e Bastianini? Una doppietta sarebbe straordinaria”

    ROMA – Paolo Ciabatti ha parlato in vista della stagione 2023 di MotoGP, quando nel box Ducati ci saranno il campione del mondo Pecco Bagnaia e il connazionale Enea Bastianini, arrivato dal team Gresini dopo il terzo post del 2022. Ai microfoni di “Speedweek”, il direttore sportivo della casa emiliana si è detto ottimista riguardo la convivenza dei due italiani: “Siamo fortunati ad avere due piloti che possono entrambi lottare per vincere le gare e lottare per il titolo mondiale, è chiaro che il tuo compagno di squadra sarà sempre il tuo primo avversario, perché ha esattamente le tue stesse risorse. Quindi sarà interessante, ma credo che si spingeranno a vicenda”. Guarda la galleryUna BMW M3 per Pecco Bagnaia
    La previsione di Ciabatti
    “Sono due ragazzi giovani ma intelligenti, sono convinto che in pista si rispetteranno a vicenda. Certo, ognuno cercherà di battere l’altro – ha aggiunto Ciabatti -. Speriamo che siano primo e secondo alla fine del Mondiale. Sarebbe bellissimo per la Ducati”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Ciabatti e il dualismo Bagnaia-Bastianini: “Doppietta Ducati sarebbe straordinaria”

    ROMA – “Siamo fortunati ad avere due piloti che possono entrambi lottare per vincere le gare e lottare per il titolo mondiale, è chiaro che il tuo compagno di squadra sarà sempre il tuo primo avversario, perché ha esattamente le tue stesse risorse. Quindi sarà interessante, ma credo che si spingeranno a vicenda”. Paolo Ciabatti ha parlato così in vista della stagione 2023 di MotoGP, quando nel box Ducati ci saranno il campione del mondo Pecco Bagnaia e il connazionale Enea Bastianini, arrivato dal team Gresini dopo il terzo post del 2022. Ai microfoni di “Speedweek”, il direttore sportivo della casa emiliana si è detto ottimista riguardo la convivenza dei due italiani.Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    Le parole di Ciabatti
    “Sono due ragazzi giovani ma intelligenti, sono convinto che in pista si rispetteranno a vicenda. Certo, ognuno cercherà di battere l’altro – ha aggiunto Ciabatti -. Speriamo che siano primo e secondo alla fine del Mondiale. Sarebbe bellissimo per la Ducati”. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Marquez: “Valentino Rossi? Per batterlo l'ho preso come riferimento”

    ROMA – Marc Marquez arriva da anni pieni di difficoltà. A causa dei numerosi problemi fisici e dei quattro interventi chirurgici al braccio, il pilota spagnolo non ha mai trovato continuità in MotoGP a partire dal 2020. Alle sue difficoltà si sono aggiunte quelle della Honda, reduce da un 2022 con risultati deludenti. La fiducia del numero 93 è però ancora riposta nella casa giapponese: “Mi fido ancora della Honda al 100% – ha detto ai microfoni di DAZN -. E’ la casa che mi ha dato tutti i sei titoli in MotoGP e non è poco. E’ vero che ci siamo trovati in una situazione difficile con il mio infortunio e il team è andato un po’ fuori rotta, ma mi fido completamentente di loro”.Guarda la galleryBagnaia da Mattarella: un casco con dedica per il Presidente della Repubblica
    Rossi punto di riferimento
    Marquez ha poi parlato di Jorge Lorenzo, ma anche di colleghi e rivali avuti nel corso della carriera, tra cui c’è Valentino Rossi: “Io e Jorge abbiamo sempre avuto un grande rispetto reciproco, ho imparato molto da lui. Per me è stato un punto di riferimento, come Dani Pedrosa, come Valentino Rossi. Sono stato in grado di competere con loro, di batterli, ma soprattutto ho imparato ciò che è più importante: a volte non basta essere il migliore. Devi essere il più completo, il più veloce, il più intelligente, usare l’esperienza e poi avere anche la squadra e la moto per lottare per un campionato del mondo”. LEGGI TUTTO