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    F1, Russell sfida Ferrari e Red Bull: “Sono pronto per il titolo”

    ROMA – Nonostante un 2022 difficile per la Mercedes, alla prima stagione nella scuderia di Brackley, è emerso il valore di George Russell, autore di una stagione di assoluto livello con la prima vittoria in F1 e unica stagionale della Mercedes in un mondiale che l’ha visto chiudere al quarto posto in classifica generale, davanti al suo compagno di team Lewis Hamilton. “Se me l’avessero detto all’inizio dell’anno sarei stato felice, perché se batti Lewis – sottolinea a Sky Sports F1 – vuol dire che hai tutte le qualità per laurearti campione del mondo”.
    “Lavoro duro in inverno”
    Russell non vuole nascondersi e sogna, già a partire dal 2023, di inserirsi per la lotta al titolo. “Lavorerò molto duramente durante l’inverno. Il mio obiettivo è il titolo di campione del mondo, mi sento pronto già da tempo. Questa stagione passata a fianco ad Hamilton per me è stata importante perché ho potuto imparare anche nei dettagli, per esempio su come ottenere di più dalla macchina e sono sicuro – conclude il britannico classe 1998 – che tutti gli addetti ai lavori Mercedes stanno lavorando per metterci a disposizione di una vettura che possa lottare per il mondiale”.
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    Hakimi, piccolo e potente con il Marocco come con la sua Volkswagen Golf

    Nessuno dica ancora che i calciatori amano solo le supercar. Se è vero che i loro lussuosi garage sono pieni di vetture costosissime, bisogna ammettere che ogni tanto qualche stella del calcio ci sbalordisce con qualche eccezione: è il caso di Achraf Hakimi che possiede una Volkswagen Golf!Guarda la galleryNon solo supercar! Hakimi ama la sua “potente” Volkswagen Golf
    Piccola e potente
    L’ex calciatore dell’Inter, oggi impegnato nel Mondiale in Qatar 2022 col suo Marocco, possiede un’Audi Q7, un modello molto potente poiché equipaggiato con un motore V6 turbocompresso da 3,0 litri che eroga una potenza di ben 335 cavalli. Con questa vettura, il difensore può raggiungere una velocità massima di 210 km/h, poco meno rispetto a quella raggiungibile con gli altri sui gioiellini, una Mercedes Amg G63 (lo stesso modello che possiede anche il romanista Gianluca Mancini) e… una Volkswagen Golf! Ebbene si, il calciatore del Paris Saint Germain è appassionato anche di modelli meno prestigiosi ma non per questo meno potenti: la versione Gti è dotata di un 4 cilindri da 245 cavalli che può far sfrecciare il marocchino ad una velocità massima di 250 km/h!
    Sanchez, non solo il pallone: nel suo cuore anche i trattori! LEGGI TUTTO

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    F1, nel 2022 la Mercedes ha trovato il faro nella tempesta

    Prima le grandi aspettative per il disegno “zero sidepods”. Poi il porpoising e il forte drag patiti dalla W13. Una serie di problemi che avevano fatto pensare a un progetto addirittura da cestinare. Ma ecco la risalita tecnica e politica del team di Brackley. L’estrema affidabilità, la capacità di team e piloti nel portare al limite il potenziale della vettura, massimizzando al contempo i risultati. Uniti a una serie di vittorie politiche, quali l’approvazione della direttiva tecnica DT039 e il Cash-Gate in cui è incappata la Red Bull. Tutti elementi utili per riconoscere il team-azienda Mercedes, ancora una volta, come il migliore del paddock quanto a serietà e dedizione. UNA TEMPESTA INASPETTATA
    “La pancia non c’è più”. Così a pochi giorni dai secondi test pre stagionali del Bahrain, Giorigio Terruzzi sul “Corriere Della Sera” aveva spoilerato la famosa grigiona senza pance. Un’astronave, frutto del geniale binomio Owen-Allison, totalmente diversa da quella scesa in pista nei primi test di Barcellona e in grado di infliggere distacchi devastanti al resto della griglia di partenza.
    Il paddock già rumoreggiava, ma la filosofia avveniristica, una volta passata dal simulatore di Brackley alla pista, è scoppiata come una bolla di sapone.
    Sì perché la W13, si è subito dimostrata incapace di ingaggiare le vetture di punta, Ferrari e Red Bull, nella lotta al vertice.
    La nuova freccia d’argento nella prima parte di stagione è soffocata nei problemi relativi al Porpoising, il famoso saltellamento che abbiamo imparato a conoscere con queste nuove vetture ad effetto suolo. Ma non solo: “sotto ogni strato della cipolla”, come ha dichiarato Toto Wolff, “saltava fuori un nuovo problema”. Una vettura nervosa in curva, incomprensibile riguardo la gestione gomme e afflitta da cronici problemi di forte resistenza all’avanzamento. A Baku, Toto è arrivato addirittura a definirla una “Shitbox”, mentre Hamilton si alzava dolorante dall’abitacolo (come un 90enne con la lombalgia si alza dal divano).

    LA RISALITA TECNICO-POLITICA
    Un team come Mercedes, che nella sua storia era abituato a salire sul gradino più alto del podio in una gara su due, poteva tranquillamente tracollare di fronte a questa improvvisa mareggiata.
    Invece no, uno sviluppo impetuoso, portato avanti a testa bassa tra le mura di Brackley e la solita incisività politica di quella vecchia volpe di Toto Wolff hanno portato una svolta inattesa, almeno nella sua repentinità.
    Un potenziale, quello estratto “dall’ultima W13”, capace di mettere in discussione addirittura il secondo posto della Ferrari nella classifica costruttori e di portare a casa con il giovane George Russell, una pole in Ungheria e un doppio successo ad Interlagos (Sprint Race e Gara).
    Traguardi realmente insperati ad inizio anno. Ai quali si aggiungono un’affidabilità rara e l’approvazione della direttiva anti-porpoising da parte della federazione, reale volano della rimonta.
    E NEL 2023…
    “Nessuno di noi sa in cosa ci imbatteremo nello sviluppo dei nostri concetti. Forse altre filosofie attualmente in ritardo hanno un potenziale di sviluppo superiore”.– Adrian Newey
    Le “altre filosofie” di cui parla Adrian Newey, sono quelle che portano Mercedes a guardare con fiducia al 2023. La W14 ripartirà da una coppia di piloti formidabile. Lewis è indiscutibile, nonostante una stagione incolore. Russell, dopo tanta gavetta, ha dimostrato di essere all’altezza dei suoi coetanei ben più quotati.
    Se la direttiva tecnica DT039 ha accelerato i tempi di sviluppo della W13, la penalizzazione di Red Bull riguardo il monte ore in galleria del vento e l’instabilità gestionale dei vertici a Maranello, con l’addio di Binotto, possono regalare un grande assist alla scuderia di Brackley.
    Se il progetto W14 si dimostrerà maggiormente predisposto allo sviluppo rispetto a quello dei competitor, allora la Mercedes potrà rilanciarsi prepotentemente nella corsa al titolo. LEGGI TUTTO

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    Parcheggiare senza guidatore? Con Mercedes Classe S si può

    Dalla collaborazione tra Mercedes e Bosch prende finalmente vita, in modo operativo, Il sistema di parcheggio senza guidatore (o valet autonomo). Un sistema a cui le due aziende stanno lavorando da tempo e che adesso è realtà. Per il momento ci sono, tuttavia, delle condizioni basi per poterne usufruire: avere una Mercedes Classe S o EQS, prodotta dal luglio 2022 in poi, e ci si deve trovare a dover parcheggiare al P6 dell’aeroporto di Stoccarda, gestito da APCOA e con una app dedicata, APCOA Flow.
    Dal 2019 a oggi
    Annunciato nel 2019, inizialmente è stato un progetto pilota applicato al museo Mercedes di Stoccarda, dov’era possibile sperimentare il parcheggio di Livello 4. Grazie all’evoluzione della normativa di riferimento in Germania, estesa nel 2022 agli stalli di parcheggio, adesso presso lo scalo di Stoccarda sarà possibile utilizzare la funzione ad alta automazione.
    Serve solo prenotarsi con l’app
    Quel che sarà necessario fare è una prenotazione via app, che assegnerà uno stallo al veicolo. Successivamente, basterà accedere al garage in modalità contactless, sempre via app, lasciare l’auto nello spazio di “rilascio” e sarà l’elettronica della Classe S o EQS a fare il resto.
    L’Intelligent Park Pilot opera non solo con le istruzioni dei sensori di bordo ma grazie alla tecnologia Bosch, di monitoraggio del garage. Il controllo dei corridoi è cruciale per informare l’auto di potenziali veicoli in manovra o altri rischi, che devono portare l’auto a fermarsi e attendere prima di procedere verso lo stallo assegnato.
    La riconsegna del veicolo avviene nel medesimo punto in cui la si è lasciata. Operazione inversa per l’elettronica che riporterà l’auto, in autonomia e senza nessuno a bordo, al proprietario, che pagherà attraverso l’applicazione APCOA Flow.
    Aspetto chiave della mobilità automatizzata
    “Il parcheggio senza guidatore è un aspetto chiave della mobilità automatizzata. Il sistema di parcheggio altamente automatizzato che abbiamo sviluppato insieme a Mercedes dimostra quanto in là si sono spinti i progressi su questo scenario. Sarà con i parcheggi driverless che la guida autonoma di tutti i giorni prenderà il via“, ha spiegato Markus Heyn, componente del CdA Bosch e presidente della divisione Mobility Solution.
    “Sin dall’inizio Bosch ha adottato l’approccio di rendere l’infrastruttura dei garage intelligente. Di conseguenza, abbiamo definito degli standard in questo campo e in futuro l’obiettivo che abbiamo è di attrezzare sempre più parcheggi con la tecnologia necessaria. Abbiamo in programma di farne svariate centinaia in tutto il mondo, nei prossimi anni”.
    Mercedes ha in programma di espandere l’offerta dell’Intelligent Park Pilot, dopo aver introdotto la predisposizione, su Classe S e EQS del Drive Pilot, per una guida assistita di Livello 3.
    All’asta la Mercedes-AMG da 200.000 euro di Federer LEGGI TUTTO

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    F1, Binotto cerca casa: per lui possibile futuro in Mercedes?

    ROMA – Ora che Mattia Binotto ha annunciato il suo addio alla Ferrari, l’ex team princiapal della Rossa cerca una nuova avventura. Messa la parola fine a una collaborazione durata ben 28 anni, l’ormai ex ingegnere della Rossa sta ora vagliando le varie opzioni per futuri incarichi. Sembra che il nativo di Losanna sia sulla lista dei desideri dell’Alpine per assumere il ruolo di direttore tecnico del team francese, ma nelle ultime ore ha preso piede un possibile passaggio in una delle rivali della Ferrari: la Mercedes.
    Come Costa e Allison
    La scuderia di Maranello non si è ancora pronunciata sul periodo di stop che Mattia Binotto dovrà osservare senza poter lavorare per altri team della Formula 1. Solitamente si aggira sui 6-12 messi prima di avere il via libera. Inoltre non è ancora chiaro in che ruolo Binotto potrebbe entrare nella formazione  della Mercedes, ma non sarebbe la prima volta di un passaggio dalla Rossa alla casa di Brackley. Infatti gli anni passati anche Aldo Costa e James Allison hanno deciso di fare lo stesso percorso, cambio di squadra che potrebbe risultare positivo per la carriera dell’ex team principal della Ferrari. LEGGI TUTTO

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    F1, Binotto subito in pista dopo la Ferrari? La voce che circola in Germania

    ROMA – Ormai da martedì 29 novembre Mattia Binotto non è più il team principal della Ferrari. La fine di una collaborazione durata ben 28 anni per l’ormai ex ingegnere della Rossa che ora sta vagliando le varie opzioni per futuri incarichi. Sembra che il nativo di Losanna sia sulla lista dei desideri dell’Alpine per assumere il ruolo di direttore tecnico del team francese, ma nelle ultime ore ha preso piede un possibile passaggio in una delle rivali della Ferrari: la Mercedes.
    I precedenti passaggi da Ferrari a Mercedes
    Manca ancora una comunicazione ufficiale della scuderia di Maranello sul tempo che Mattia Binotto dovrà passare senza poter lavorare per altri team della Formula 1. Solitamente la forbice parla di 6-12 mesi di stop per poi avere il via libera. Non è ancora chiaro in che ruolo Binotto potrà entrare nella formazione esistente della Mercedes, ma non sarebbe la prima volta di un passaggio dalla Rossa alla casa di Brackley. Infatti prima di lui anche Aldo Costa e James Allison hanno deciso di fare lo stesso percorso, cambio di scenario che potrebbe risultare positivo per la carriera dell’ex team principal della Ferrari.
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    F1, inaugurata 'Lauda Drive'. Wolff: “Un vero onore”

    ROMA – Nel cuore del campus di Brackley, Toto Wolff ha inagurato la ‘Lauda Drive’, strada intitolata al campione austriaco scomparso nel maggio 2019, ex presidente non esecutivo della Mercedes, una figura molto importante per la scuderia. “È un vero onore inaugurare la Lauda Drive ed è stato bello vedere così tanti membri del team riuniti per assistere alla presentazione e sarebbe stato orgoglioso di vedere questa strada intitolata a lui. È stato un privilegio per tutti noi lavorare al suo fianco, ha contribuito in modo determinante al nostro successo, è stato un grande sparring partner per me e un forte presidente non esecutivo, che ci manca molto”.

    “Dal successo non si impara nulla”
    Wolff ha rimarcato come la presenza di Lauda sarebbe stata fondamentale in un’annata così’ complessa in casa Mercedes. “Vorrei che fosse ancora qui come amico e come presidente, perché quest’anno avrei voluto fargli molte domande. La sua eredità è sempre presente e sapere che in tanti passeranno per la Lauda Drive è molto speciale. Dopo una stagione in cui la squadra ha dovuto superare molte sfide in pista e fuori – conclude  il team principal di Brackley – mi viene in mente una delle citazioni più famose di Niki, ‘Dal successo non si impara assolutamente nulla. Dai fallimenti e dalle battute d’arresto si possono trarre conclusioni’.
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