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    Red Bull pronta a lasciare la F1, se i regolamenti sui motori non cambieranno!

    Dopo il ritiro di Honda, Red Bull e AlphaTauri minacciano l’addio alla Formula 1 se i regolamenti sui motori non dovessero cambiare.

    Due settimana fa, la Honda ha annunciato di non proseguire il suo impegno di fornitore di motori. A partire dal 2022, sia il Team Red Bull che AlphaTauri dovranno cercarsi un nuovo partner per il Power Unit.
    Chris Horner, team principal della squadra austriaca, si è già mosso in questi ultimi quindici giorni per trovare un’alternativa: ha parlato con Mercedes, Ferrari e Renault. Dai primi due fornitori, la risposta è stata un secco “no grazie”, mentre i francesi si sono presi un po’ di tempo per dare una risposta al team con il quale comunque hanno vinto quattro titoli mondiali.
    I vertici di Red Bull si sono anche mossi in un’altra direzione che già vi avevamo anticipato al momento dell’annuncio dell’uscita di Honda, il 2 ottobre scorso. Allo studio ci sarebbe la valutazione di fattibilità di una cessione di un ramo d’azienda da parte del Gruppo Honda, ovvero della società con base vicino Milton Keynes in Inghilterra e che ha in carico una parte dello sviluppo, l’assemblaggio e la revisione degli attuali Power Unit Honda. Oltre a questo, il costruttore di auto giapponese, dovrebbe cedere la proprietà intellettuale e tutti i brevetti che fanno parte del progetto RA620H.
    Qualora questa strada fosse percorribile e, stando a quanto abbiamo appreso da fonti vicine al team, ci sarebbe già una primo pre-accordo tra le due parti per finalizzare lo scenario sopra descritto, Red Bull vincolerebbe però tutto questo ad una condizione: i Power Unit dovranno essere congelati, sia nelle componenti del motore endotermico che in quelle delle parti ibride. Questo, oltre ad un risparmio economico, garantirebbe Red Bull e AlphaTauri anche di avere per gli anni a venire almeno un gap prestazionale analogo a quello attuale dagli altri fornitori di motori.
    Qualora però questo non fosse approvato, gli austriaci sarebbero pronti a lasciare la Formula 1 sia con Red Bull che con AlphaTauri. Quella dei “bibitari” è una minaccia seria e una Formula 1 con soli 8 team al via non sarebbe davvero fattibile. Visto il periodo poi, per gli organizzatori non sarebbe francamente impossibile trovare altre case disposte a fare il loro ingresso in Formula 1.
    La proposta di Red Bull di congelamento dei Power Unit troverebbe d’accordo sia Mercedes che Renault. I tedeschi in quanto hanno una supremazia tale che il freezing vorrebbe dire congelare anche il loro vantaggio nei prossimi anni mentre i francesi sarebbero d’accordo in un’ottica di ulteriore saving dell’ingente investimento in Formula 1. Contrari, per ora, i vertici della Ferrari che vedono nello sviluppo del Power Unit una delle poche possibilità di colmare i limiti di progetti vettura deficitari dal punto di vista meccanico ed aerodinamico.
    Forse già tra una settimana in Portogallo, la Red Bull potrebbe ventilare una soluzione di questo tipo se non già minacciare un addio alla F1. La strategia di comunicazione in questo caso sarà fondamentale ma Chris Horner, Helmut Marko e soprattutto Dietrich Mateschitz sanno bene come muoversi su questo fronte. LEGGI TUTTO

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    Qualifiche GP Eifel: Bottas in pole su Hamilton, quarto Leclerc!

    Con un ultimo giro da urlo, Valtteri Bottas ha ottenuto la pole position del Gran Premio dell’Eifel, rifilando più di due decimi a Hamilton. Attenzione domani in partenza alla seconda fila, occupata da Verstappen e da un grande Charles Leclerc.
    Grande prestazione di Bottas, che ha effettuato un giro veramente perfetto, fermando il cronometro sul tempo di 1:25.269. Come già successo in mattinata, il finlandese è stato davanti al team mate; inoltre, entrambi partiranno domani con gomma rossa dalla griglia.
    Terza posizione per Max Verstappen, che ha sofferto di sottosterzo in Q3 anche a causa delle temperature non certamente calde sulle colline dell’Eifel. Alla fine del primo tentativo, Max era davanti alle Mercedes, ma poi ha dovuto soccombere. Quinto posto per Alex Albon.
    Tra le due Red Bull si è piazzato Leclerc, ancora una volta eccezionale nell’estrare dalla Ferrari tutto il possibile. Anche il monegasco, come Bottas, ha fatto un ultimo tentativo senza errori. Solo 11° posizione per Sebastian Vettel, che domani potrà scegliere con quali gomme scattare in partenza non essendo entrato in Q3.
    Sesto Daniel Ricciardo, che con una zampata finale si è preso la posizione sull’altra Renault di Esteban Ocon. Alle loro spalle Lando Norris con una McLaren non in formissima, con Sainz a chiudere la top ten.
    Nona posizione per Sergio Perez con la Racing Point. Menzione d’onore per Nico Hulkenberg, anche se ultimo in griglia; il tedesco è arrivato in pista alle 13, ha fatto il tampone e subito si è tuffato in pista per sostituire il dolorante Lance Stroll. Complimenti al tedesco, i migliori auguri al canadese di pronta guarigione, ma una domanda è d’obbligo: in Racing Point cosa aspettano a nominare un terzo pilota fisso?
    12° e 13° posizione per i due dell’Alpha Tauri, mentre dietro di loro è stato bravo Antonio Giovinazzi ad artigliare il 14° posto e il Q2 per la prima volta nel 2020. Peccato invece per Kimi Raikkonen solo 19°; il finlandese non ha trovato la prestazione sulla sua Alfa Romeo.
    Dopo la grande pole di Bottas, sarà una gara tutta da seguire domani, con gli aggiornamenti live su www.circusf1.com LEGGI TUTTO

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    GP Germania F1 2013: l’ultima gara al Nurburgring, prima del ritorno nel 2020

    La cancellazione della prima e seconda sessione di prove libere della primissima edizione del Gran Premio d’Eifel non ha fatto altro che allungare di qualche ora un’attesa che separa il mondo della Formula 1 dal Nurburgring da ormai sette anni.
    Con le qualifiche di questo pomeriggio infatti, nella speranza di condizioni climatiche più clementi, le monoposto di Formula 1 torneranno a sfrecciare sull’asfalto dello storico tracciato tedesco per la prima volta dal 2013, anno in cui si tenne l’ultima gara valevole per il campionato del mondo.Da allora, il Circus è cambiato drasticamente: vuoi per le modifiche regolamentari e tecniche, per l’avvicendamento di campioni e team di prima fascia e per l’abbandono di varie piste a favore di nuovi orizzonti non sempre graditi dai puristi.Insomma, cosa accadde l’ultima volta in cui la F1 issò le sue tende al Nurburgring? Facciamo dunque un balzo indietro di sette anni, prima che questo weekend possa finalmente spezzare l’incantesimo e le distanze.
    Un appuntamento quasi fisso
    Sin dagli albori della Formula 1, la pista tedesca del Nurburgring è stata sempre considerata come una delle tappe più classiche, amate e pericolose dell’intero calendario. Entrata a far parte del campionato del mondo di F1 nel 1951, da allora fino al 1976 il celebre tracciato divenne la sede fissa del Gran Premio di Germania. Diversamente da quanto accade oggi, in quegli anni le monoposto si davano battaglia sul mitologico Nordschleife, ossia la versione completa della pista, lunga addirittura 20 km. Famosa per i suoi tratti tortuosi misti ai lunghissimi rettilinei, la Formula 1 interruppe la sua permanenza su questa versione dopo il terribile incidente occorso a Niki Lauda proprio nel 1976, tanto da spingere gli organizzatori a realizzare una variante della pista molto più corta e sicura.
    E infatti, soltanto nel 1984 il Circus tornò nella regione tedesca dell’Eifel (da cui prende il nome il gran premio dell’edizione 2020). Per l’occasione, la pista divenne sede per la prima volta non più del Gran Premio di Germania (nel frattempo passato ad Hockenheim), bensì del Gran Premio d’Europa.
    Dopo una seconda edizione nel 1985, il nuovo Nurburgring sparì dai radar della Formula 1 per ben 10 anni, prima di tornare stabilmente in calendario dal 1995. Da allora, fino al 2007, Nurburgring fu sempre sinonimo di GP d’Europa, ad eccezione delle stagioni 1997-1998 in cui fu invece sede del Gran Premio del Lussemburgo, così intitolato per la vicinanza della pista al Granducato.
    Dal 2008, invece, si concretizzò il patto con Hockenheim per l’alternanza ad ospitare il Gran Premio di Germania: in quella stagione fu proprio Hockenheim ad assicurarsi il diritto di aprire i propri cancelli alla F1, lasciando al Nurburgring le edizioni del 2009 e del 2011.
    GRAN PREMIO DI GERMANIA 2013
    Sin dagli inizi della stagione 2013, tuttavia, la tappa prevista al Nurburgring fu seriamente messa in discussione dagli organizzatori e dalla stessa FIA, viste le difficoltà economiche incontrate dal celebre tracciato per poter ospitare il Gran Premio di Germania. Nonostante la concreta minaccia di cedere il passo definitivamente ad Hockenheim già a partire da quell’anno, l’edizione del GP tedesco venne invece confermata al Nurburgring.
    Domenica 7 luglio 2013 prese quindi il via la 74° edizione del Gran Premio di Germania, con Lewis Hamilton nei panni dell’uomo da battere: l’inglese, al suo primo anno in Mercedes dopo il ritiro definitivo dalle competizioni di Michael Schumacher, prese infatti il via dalla pole position, dimostrando gli ottimi progressi della Mercedes dopo la vittoria conseguita da Nico Rosberg nel precedente appuntamento a Silverstone.
    Tuttavia, lo scatto più fulmineo alla partenza porta la firma dei due piloti della Red Bull campione del mondo in carica, e vera dominatrice dei primi anni ’10 del 2000: Mark Webber e Sebastian Vettel. L’australiano balza infatti al comando della corsa, tenendo a debita distanza il padrone di casa nonché campione del mondo in carica, avviato anche quell’anno verso la riconferma iridata (la quarta ed ultima della sua carriera fino ad ora). Nonostante la leadership guadagnata e difesa con le unghie e con i denti, lo stesso Webber si rende protagonista, suo malgrado, di un episodio da brivido: nel corso del suo primo cambio gomme, i meccanici della Red Bull non riescono a fissare a dovere la ruota posteriore destra, facendo partire anzitempo l’australiano dalla piazzola. Dopo qualche metro, la stessa ruota si stacca dalla monoposto, colpendo in pieno un operatore televisivo: nonostante lo spavento e la botta, l’uomo se la caverà con qualche frattura, senza mai entrare in pericolo di vita. Per Webber, che riuscirà comunque a riprendere la corsa, la fuga verso la vittoria è compromessa.In tutto questo ne approfitta il suo compagno di squadra Sebastian Vettel, che balza al comando della corsa senza mai perdere la leadership fino alla bandiera a scacchi. Con una Ferrari poco brillante, tanto che Felipe Massa è costretto al ritiro e Fernando Alonso non va oltre al 4° posto (lo spagnolo si consolerà con il giro più veloce della corsa), la lotta per il podio si risolve a favore delle due Lotus-Renault di Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, le quali vanno a conquistare rispettivamente il 2° e 3° posto, completando il podio alle spalle del vincitore Sebastian Vettel, al suo 30° successo in F1.
    Da allora, dopo le già citate difficoltà economiche e la posizione più solida di Hockenheim per poter ospitare una gara in Germania, il Nurburgring sparisce dal calendario della Formula 1.Inizialmente non previsto anche per la stagione 2020, la FIA, a seguito dell’emergenza Covid-19, torna ad “abbracciare” il Nurburgring insieme ad altri tracciati esclusi dal calendario ufficiale pre-Covid, riportando la Formula 1 sul tracciato tedesco per la prima volta dopo sette anni dal quel successo di Vettel con la sua Red Bull.
    Lo stesso Vettel trionfante che oggi si appresta a scendere in pista già consapevole del futuro che lo attende lontano da Maranello, in una crisi di risultati senza precedenti e per nulla paragonabile al suo periodo d’oro conclusosi proprio sette anni fa, dopo quattro titoli mondiali consecutivi.

    GP GERMANIA (EIFEL) F1 2020 – FOTO LEGGI TUTTO

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    8 ottobre 2000, Schumacher, la Ferrari e il peso della cifra tonda

    8 Ottobre 2000. Schumacher. Formula Uno. Ferrari.8 Ottobre 2020. Schumacher. Formula Uno. (Motorizzato) Ferrari.

    E’ una trappola dolceamara per nostalgici questo animalo campionato 2020, che sembra fatto apposta per incentivare i viaggi nel tempo. Forse sarà il peso della cifra tonda, delle ricorrenze che non si possono evitare anche se non si è nella miglior forma per festeggiarle, forse sarà il fatto che un M. Schumacher guiderà una monoposto ufficiale di F1 o forse, infine, sarà perchè il sibilo del vento gelido fra i boschi dell’Eifel ci richiama alla memoria l’altrettanto infido asfalto umido di Suzuka vent’anni fa.
    Una cosa è certa: come a lungo abbiamo ricordato e continueremo a ricordare quella rigida alba autunnale di vent’anni fa, così ricorderemo il fatale 2020 e il suo calendario, unico benchè stropicciato.
    Stropicciato, sì: prima appallottolato e cestinato dalle mani furiose di un cataclisma globale; poi raccolto, stirato e allungato da mani operose, abituate a mescolare denaro e passioni; quindi affisso, estremo e affascinante, quale manifesto di normalità in un anno anomalo e crudele. Poi ci leggi sui nomi come “Imola” e “Gran Premio” nella stessa frase e ti chiedi che cosa ne è stato di tutti questi anni passati, per poi realizzare che chi è nato in quell’anno oggi ha vent’anni.
    Non mi soffermerò sulla triste figura della Ferrari che, vent’anni dopo, splende della propria eccezionale storia pur non essendo capace da troppo tempo di scriverne nuovi capitoli. Spiaggiata, colpevolmente, come i leoni marini di San Francisco al Pier 9, contenta delle foto dei turisti mentre gli altri cavalcano le onde nella baia aggiungendo capitoli al libro dei record. Oggi è l’8 Ottobre 2020 e cavalcherò solo le onde dei ricordi.
    Io, allora, il giorno 08 Ottobre 2000, ne avevo ventuno. Ventuno, come gli anni che la Ferrari, fra tragedie, tonfi e supplizi di Tantalo, aveva atteso per riacciuffare il titolo mondiale piloti: un’attesa durata una vita, esattamente quanto la mia. Di quella gara ricordo la faticosa lotta contro la paura che tutto svanisse di nuovo, lo spettro della delusione dietro l’angolo, lo choc di Spa ancora vivo e il fastidio di tanti “tifosi” dell’ultima ora che sputavano sentenze sul fatto che “tanto la Ferrari non vincerà manco stavolta“. Oggi stanno su Twitter, allora – i più tecnologici – sui forum dei siti di notizie sportivi o -i più numerosi – nei capannelli davanti alle edicole, al lunedì.
    Ricordo un campionato combattuto, con avversari veramente alla pari se non superiori, l’atmosfera da resa dei conti a ogni gara, gli sms scambiati giro su giro con altre anime in pena afflitte dalla stessa passione, ma soprattutto ricordo che arrivava, vivida, l’umanità di quei personaggi: piloti, tecnici, dirigenti, meccanici, giornalisti. Sembrava di conoscerli, senza bisogno di social, di condivisioni, di trasmissioni h24 ad alta definizione.
    E così siamo giunti al momento “Luci a San Siro”. Dammi indietro la mia Seicento, i miei vent’anni e una ragazza che tu sai per me suona in questo modo: dammi indietro quell’elemento umano, quella possibilità che il guizzo di un singolo amplificato dalla coesione di un gruppo  – fosse una geniale strategia alla Ross Brawn, la suprema capacità di sfruttare la guida di un Michael Schumacher o la ferrea determinazione di chi aveva progettato e costruito quella Ferrari – facesse la differenza e determinasse l’esito di una gara. Dammi indietro una tecnologia che non prende, beffarda, il posto di comando ma resta strumento nelle mani dell’uomo che l’ha creata. Dammi indietro la libertà di sperimentare e provare, sbagliare e correggere, competere e lottare, durante tutto l’anno.
    Li rivorrei indietro perchè sono quegli elementi che mi facevano alzare a ore improponibili e quelle storie che mi hanno talmente catturata da farmi venire la voglia, un giorno, molti anni dopo, di scriverci un libro su.
    Oggi la Formula Uno è un universo complesso, nel quale il dominio di qualcuno è diventato ineluttabile di fronte alla pochezza degli avversari, i quali abbandonano o restano indietro. Non c’è più spazio per il guizzo del singolo, a meno che non sia stato previsto in una qualche elaborata strategia.
    Dell’8 Ottobre 2000 e degli anni che seguirono ricordo, infine, che contro la piccola Italia della Ferrari mandarono contro di tutto: BMW, Mercedes, Honda, giovani fenomeni e scafati corsari delle piste. Persero, e male. Oggi perdiamo noi: fa male, ma ci sta. LEGGI TUTTO

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    F1 Driver Academy: chi sono i giovani piloti di Ferrari, Red Bull, Mercedes e degli altri team

    In questa non facile stagione 2020, per la Ferrari le buone notizie arrivano per la maggior parte dalla Driver Academy. Ben tre piloti del vivaio di Maranello, infatti si stanno giocando il campionato di Formula 2, e altri stanno salendo dalle categorie propedeutiche. Andiamo a vedere le condizioni delle Academy dei maggiori team di F1.

    Ferrari: tre cavallini veramente… Rampanti!
    La notizia arrivata in queste ultime ore è di quelle entusiasmanti. Mick Schumacher e Callum Illot scenderanno in pista nelle FP1 del Nurburgring, rispettivamente con Alfa Romeo e Haas. Robert Shwartzman, il terzo Cavallino della F.2, proverà invece ad Abu Dhabi.
    Da tempo si aspettava un annuncio del genere, e finalmente è arrivato. Inoltre, nelle ultime ore si sono intensificati i rumors che vorrebbero Mick in Alfa la prossima stagione. Al momento, il tedesco è super concentrato sulla vittoria del titolo cadetto; il pilota della Prema è primo con 22 punti di vantaggio sul compagno di Academy Illot, in forza al team Uni Virtuosi.
    Entrambi non erano partiti fortissimo, ma hanno mostrato una costanza e una crescita da campioni. Al contrario, Robert Shwatrzman aveva iniziato alla grande con la Prema, salvo poi subire alcune battute d’arresto, assolutamente normali anche per un fenomeno come il pilota russo. Ora è quinto in Campionato, ma certamente potrà riprendersi.
    Gli altri due esponenti della Ferrari in F.2, Armstrong e Alesi, stanno faticando tanto a trovare il ritmo, in particolare il francese, al secondo anno nella categoria. In F.3, assolutamente in crescita nel finale di stagione è sembrato essere il giovanissimo Enzo Fittipaldi, mentre in F. Regional e F.4 furoreggiano i vari Arthur Leclerc (fratello di Charles), Gianluca Petecof e Dino Beganovic.
    Insomma, il lavoro iniziato con il compianto Jules Bianchi e continuato con Leclerc sta dando grandi soddisfazioni alla Ferrari. Tre piloti nei primi cinque in F.2 non è un risultato da poco, a sottolineare l’ottimo compito svolto da Laurent Mekies e Marco Matassa.
    Mercedes, oltre Russell c’è poco
    Il team che sta letteralmente uccidendo il Mondiale 2020 pare essere quello con la coperta più corta in ambito di giovani piloti. La punta di diamante è sicuramente George Russell, che però fino a fine 2021 sarà “parcheggiato” in Williams.
    In realtà, la scuderia di Brackley potrebbe avere due valide alternative nell’omologo team di F.E. Stoffel Vandoorne (terzo pilota) è ormai un veterano, mentre Nyck De Vries ha vinto la scorsa stagione in F.2; si tratta di due professionisti di prim’ordine, questo è fuori di discussione!
    Nella due serie cadette, invece, il team che è diretta emanazione della Mercedes, HWA Racelab, fatica a trovare risultati. Solo in F.3, Jake Hughes si è tolto qualche soddisfazione, tanto da essere stato promosso nella categoria superiore a Sochi. L’inglese, però, sembra essere ancora molto acerbo.
    Red Bull riprende il discorso
    Per anni, il team di Milton Keynes è stato il punto di riferimento per tutte le Driving Academy. Innumerevoli i piloti portati in F.1, e altrettanti quelli clamorosamente “bruciati” dalla premiata ditta Marko-Horner. Poi, dopo l’arrivo di Verstappen e il taglio di Ticktum, il discorso è sembrato interrompersi per alcuni anni.
    Dal 2020, invece, c’è stata un’inversione di tendenza, a partire dal terzo pilota Sergio Sette Camara. Il team Carlin in F.2 oggi corre con le vetture di Tsunoda e Daruvala sponsorizzate direttamente da Red Bull. Il giapponese, in particolare, si trova terzo in campionato, ed ha dimostrato di essere un ottimo pilota.
    In F.3, invece, Liam Lawson è sicuramente un ottimo talento, pur con qualche intemperanza già mostrata anche nel TGR New Zealand; sicuramente più performante di Dennis Hauger. Igor Fraga, invece, deve lavorare ancora sulla gestione gara; ha comunque dimostrato di sapersi migliorare nelle ultime uscite.
    Renault, piloti giovani e arrembanti
    L’arrivo di Fernando Alonso per il 2021 non ha certo fermato i programmi della Driving Academy Renault. In F.2, Christian Lundgaard si sta giocando il Campionato con Schumacher e Illot. Il danese, dopo un’ottima stagione in F.3, ha esordito con l’ART dimostrando subito di essersi adattato alla perfezione alla Dallara più potente.
    Anche Guanyu Zhou è un ottimo pilota, anche se forse più incline all’errore di Lundgaard. Ma le soddisfazioni maggiori per il programma francese sono arrivati dalla F.3, dove Oscar Piastri ha vinto la serie con la sua Prema ai danni del team mate Sargeant e del giovanissimo Pourchaire. L’australiano è sicuramente un’ottima freccia nell’arco di Cyril Abiteboul.
    Williams in cerca del futuro
    Un team che è molto attivo nel settore giovani è la Williams. A Barcellona ha fatto esordire nelle FP1 l’israeliano Roy Nissany, che non ha certo sfigurato nei confronti del titolare Latifi. La punta di diamante del programma è sicuramente Dan Ticktum.
    L’inglese, scartato dal programma Red Bull per le sue intemperanze, si sta ricostruendo una carriera che sarebbe un vero peccato se non sfociasse nella massima serie. La classe, il talento e la grinta ci sono tutti; ora serve solo la vittoria del titolo, e il prossimo anno sarà sicuramente tra i favoriti. In calo, invece, sembra essere Jack Aitken, altro pilota inglese.
    Insomma, la Ferrari è sicuramente tra i team messi meglio a livello Academy, ma anche gli altri non scherzano! LEGGI TUTTO

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    LIVE F1 Qualifiche GP Singapore 2019, diretta e classifica in tempo reale: inizio ore 15.00

    CLICCA QUI PER AGGIORNARE IL LIVE QUALIFICHE GP SINGAPORE 2019Marina Bay Street Circuit, quindicesima prova del Mondiale di F1 F1, Gp Singapore 2019: risultati delle prime due sessioni di libere Nella prima giornata di prove libere del GP Singapore 2019, sul circuito di Marina Bay (la cui caratteristica è lo svolgimento totalmente in orario notturno, sia […] LEGGI TUTTO