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    F1 2021: Lo squadrone dei motorizzati Mercedes fa davvero paura!

    La stagione di Formula 1 2021 si prospetta transitoria, interlocutoria. Un Mondiale, sotto certi aspetti, spento sul nascere dai fiacchi regolamenti tecnici ma che, sotto altri, può costituire una vera e propria sorpresa. Attenzione, quindi, a dare tutto per scontato e deciso.
    In attesa delle presentazioni delle vetture e dei soli (insufficienti) tre giorni di test collettivi in quel di Sakhir, possiamo ragionare attorno ad un dato che — in attesa di dar fuoco alle polveri — appare evidente. Il dato è presto detto: il teorico strapotere dei motori Mercedes.
    La Casa della stella a tre punte ha allestito un autentico squadrone. I motoristi di Brixworth, infatti, forniscono i propri V6 Turbo ibridi Mercedes M11 EQ Performance a tre scuderie che si issano o vogliono issarsi ai vertici delle classifiche: il Mercedes AMG Petronas F1 Team, il McLaren F1 Team ed il neonato Aston Martin F1 Team.
    La potenza di fuoco del team che affida le proprie monoposto a Lewis Hamilton e Valtteri Bottas necessita di ben poche presentazioni. Le Mercedes F1 W12 saranno, verosimilmente, le monoposto da battere. Difficile che le vetture tecnicamente curate tra Brackley e Brixworth palesino un tanto imprevedibile quanto clamoroso calo di prestazioni rispetto alle monoposto iridate del recente passato.
    L’Aston Martin F1 Team si pone subito all’attenzione. Un Marchio il quale, di certo, non è entrato in F1 solo per fare presenza, sebbene di Aston Martin non ci sia nulla. La scuderia, come noto, altro non è che il team Racing Point ma con nuovo nome. I piloti sono il confermato e in netta crescita Lance Stroll ed il quattro volte iridato Sebastian Vettel, reduce da una ultima annata in Ferrari a dir poco complicata. Una squadra, pertanto, che vuole giocare duro e ambire ai piani alti grazie al sempre più convincente canadese e al campione tedesco in cerca di rivalsa.
    La scuderia Racing Point ha condotto un 2020 da incorniciare. La controversa “Mercedes rosa” (ossia la Racing Point RP20-Mercedes) si è dimostrata vettura costantemente competitiva. Sergio Perez ha chiuso il Mondiale Piloti al 4° posto (125 punti), Lance Stroll all’11° (75 punti) ma ottenendo risultati sempre importanti. Nico Hulkenberg, infine, chiamato a sostituire in tre GP i piloti titolari (causa positività al Covid-19 dapprima di Perez, quindi di Stroll), è bravo a raccogliere punti preziosi e a centrare un ottimo 3° tempo in occasione del 70th Anniversary Grand Prix.
    Penalizzazioni alla mano, Racing Point ha totalizzato 195 punti, chiudendo al 4° posto il Mondiale Costruttori. Un risultato eccezionale.
    4 podi complessivi (compresa la vittoria di Perez al GP di Sakhir), 1 pole-position (Stroll, GP di Turchia): l’Aston Martin F1 Team riparte da questi exploit. Al livello tecnico, probabilmente, la nuova Aston Martin sarà l’ideale prosecuzione della già valida RP20.
    Mercedes, grazie ad un team dal nome altisonante e blasonato, ambisce a monopolizzare le prime posizioni di schieramento e gara.
    Il terzo asso in mano al motorista anglo-tedesco è rappresentato dalla McLaren. La scuderia di Woking merita un approfondimento a parte.
    La McLaren, abbandonando dopo tre stagioni i motori Renault, torna alle motorizzazioni Mercedes. Era il 1995 quando nasceva il sodalizio McLaren-Mercedes. I V10 Ilmor/Mercedes FO 110, in quell’anno, azionavano le McLaren Mp4/10, Mp4/10B e Mp4/10C. Il binomio McLaren-Mercedes partorisce tre titoli mondiali Piloti: Mika Häkkinen (1998-1999, McLaren Mp4/13 e Mp4/14) e Lewis Hamilton (2008, McLaren Mp4/23).
    Il sodalizio McLaren-Mercedes ha sinora prodotto 78 vittorie, 76 pole-position e 231 podi in 351 GP. La MCL35M — questo il nome della nuova vettura affidata in questo 2021 a Daniel Ricciardo e Lando Norris — saprà riallacciare quel vittorioso filo interrotto più di un decennio fa?
    Senza dubbio, la McLaren MCL35M è la vettura che, rispetto al 2020, mostra i più macroscopici cambiamenti. La monoposto nata sotto la direzione tecnica di James Key, infatti, è la sola in questo 2021 ad aver cambiato motorizzazione. Un cambiamento sostanziale, importante, profondo, finalizzato ad incrementare la costanza di rendimento di una vettura — la MCL35 del 2020 — in chiara crescita.
    La McLaren MCL35 costituisce la principale variabile del prossimo Mondiale di F1. Le aspettative sono alte ma non basta installare un motore vincente per tornare, appunto, a vincere. I temi da affrontare in fase progettuale sono molteplici: l’adozione di un nuovo propulsore, infatti, richiede sempre specifici adattamenti e altrettante integrazioni. La progettazione della MCL35M potrebbe aver richiesto più sforzi di quanto la sigla — in continuità col 2020 — possa fare immaginare.
    Mercedes, dunque, può fare affidamento su uno schieramento di vetture sulla carta assai competitivo. Alle Mercedes, Aston Martin e McLaren si aggiungono, infine, le due Williams, in lento ma progressivo miglioramento. Otto, dunque, le monoposto motorizzate Mercedes in questo 2021. Alle spalle della Mercedes, ecco la Ferrari, con sei vetture (2 Ferrari, 2 Sauber/Alfa Romeo, 2 Haas).
    Honda, al suo ultimo anno in F1 (per ora…), può avvalersi delle (sulla carta) competitive Red Bull RB16B affidate a Max Verstappen e Sergio Perez e delle Alpha Tauri AT02, scuderia reduce da un 2020 assai positivo.
    Renault, infine, fa affidamento solo ed esclusivamente sulle due Alpine A521 iscritte sotto le insegne dell’Alpine F1 Team e affidate rispettivamente al rientrante Fernando Alonso ed Esteban Ocon. La power unit Renault sembra non andare di moda tra le scuderie clienti benché abbia palesato, nel 2020, evidenti segni di miglioramento.
    La sfida numerica e tecnica, dunque, vede in vantaggio la Mercedes. Del resto, stiamo parlando di un motorista che, nell’ultimo decennio abbondante di F1, ha conquistato ben nove titoli Piloti con McLaren (2008), Brawn GP (2009) e Mercedes (dal 2014 al 2020).
    A Ferrari, Honda e Renault l’onore e l’onere di tentare di arginare, e piegare, lo squadrone Mercedes. LEGGI TUTTO

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    Russell e Verstappen: dai ricordi dei go-kart ai sogni in Formula 1

    George Russell e Max Verstappen sono due giovani promesse della Formula 1 e sembrano destinati a spartirsi i titoli mondiali nelle prossime stagioni insieme ad altri talenti come Charles Leclerc, Lando Norris ed Esteban Ocon. L’olandese è sicuramente più esperto, avendo debuttato nella categoria reg… L’articolo Russell e Verstappen: dai ricordi dei go-kart ai sogni […] LEGGI TUTTO

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    George Russell e i grattacapi del programma giovani Mercedes

    Con l’annuncio di Perez in Red Bull manca ormai solo un tassello per completare lo scacchiere dei piloti che saranno in griglia nel 2021. L’ufficialità del prolungamento del contratto tra Lewis Hamilton e Mercedes era attesa per la giornata di venerdì ma sul fronte piloti non sono arrivate novità da parte del team di Brackley. Nella giornata indicata dai media e in qualche modo preannunciata dalla stessa Mercedes sui social è però arrivata la comunicazione del riassetto azionario della squadra: il colosso petrolchimico inglese Ineos ha rilevato un terzo delle quote del team ed è diventato azionista al pari di Toto Wolff e Daimler, rispettivamente in possesso di un terzo delle quote ciascuno. Allo stesso tempo è stato annunciato il rinnovo di Wolff come amministratore delegato e team principal della corazzata tedesca per altri tre anni.
    Il rinnovo di Hamilton appare ormai questione legata alle tempistiche. Il riassetto delle quote darà ancor più potere decisionale a Wolff e il sodalizio tra i due è certamente tra i grandi punti di forza del team che sta dominando i mondiali da sette anni a questa parte. All’inizio della stagione la Mercedes ha deciso di rinnovare il contratto di Bottas, disattendendo le aspettative di chi vedeva George Russell pronto a rilevare il sedile del finlandese. Il giovane talento di King’s Lynn ha potuto dare prova della propria classe quando è stato chiamato a sostituire Hamilton in Bahrein. Al contrario di molti suoi coetanei impegnati nella massima categoria Russell non ha ancora avuto l’opportunità di ritagliarsi una vetrina a causa della scarsa competitività della Williams, fanalino di coda da tre stagioni a questa parte.
    Nelle ultime stagioni la gestione dei programmi giovani nelle varie scuderie ha assunto sempre maggiore importanza. Squadre come la Ferrari e la stessa Mercedes hanno preso spunto dall’Academy diretta da ormai più di un decennio da Helmut Marko per plasmare i giovani del futuro e finanziare le carriere di chi non ha risorse sufficienti per scalare i vertici delle categorie propedeutiche. La Ferrari in particolar modo sta raccogliendo i frutti dell’ottimo lavoro svolto avendo promosso in squadra Leclerc nel 2019 e portato in Formula 1 Mick Schumacher, che debutterà nel 2021 con Haas. Wolff aveva scelto di puntare prima su Wehrlein e poi su Ocon, lasciato libero l’anno scorso di firmare con Renault.
    In Mercedes hanno sinora optato per la continuità, dando fiducia a una coppia di piloti in grado di garantire al team entrambi i titoli mondiali e ben pochi grattacapi nella gestione interna. Russell nel 2021 affronterà con ogni probabilità la terza stagione con la storica scuderia di Grove, in un quadro tecnico molto complesso che difficilmente lo potrà lanciare come candidato per risultati degni di nota. Fare esperienza nel Circus è molto importante ma lo è altrettanto essere lanciati nella mischia per imprimere una svolta al proprio percorso di crescita. Seguendo questo approccio la Mercedes segna un netto distacco rispetto agli altri team. Forse dietro vi è la consapevolezza che, dopo il ritiro di Hamilton, un team di questo calibro potrà andare sul mercato e scegliere facilmente il migliore tra i top driver a disposizione. Ma allora non avrebbe molto senso investire importanti somme di denaro per finanziare la carriera dei propri giovani, che come Ocon hanno portato il proprio bagaglio di esperienza altrove.
    Russell ha sicuramente la stoffa necessaria a cimentarsi in un top team, con tutte le pressioni del caso. A dimostrarlo non serviva certo il weekend di Sakhir. Il suo curriculum nelle formule minori ha ben pochi precedenti e l’innata velocità in qualifica gli ha permesso di emergere anche in un quadro tecnico deficitario. Il passo successivo nella sua maturazione dovrebbe essere quello di salire in pianta stabile su una Mercedes e avere il tempo per sviluppare la costanza e il rendimento necessario per ambire a un titolo mondiale. La sensazione è certamente quella di un talento di grandissimo valore che non deve andare sprecato. La Mercedes lo sa e programmerà con cautela il dopo Hamilton. Le vittorie e il clima di grande serenità all’interno nel team non devono però rallentare l’ascesa di Russell, anche a costo di prendersi qualche rischio in più. LEGGI TUTTO

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    F1, Red Bull anonima per tutto l’anno e al top nel finale: un film già visto

    Subito dopo la vittoria solitaria di Max Verstappen ad Abu Dhabi nell’ultimo Gp F1 dell’anno abbiamo ascoltato il solito ritornello, che suona più o meno così: “La Red Bull in questa gara ha dimostrato di essere al top e si candida a lottare per il titolo mondiale in chiave 2021″. Ma quante volte è stato detto questo finora senza essere poi puntualmente suffragato dai fatti? Almeno dal 2017, ovvero da 3 anni tondi tondi. Con precisione svizzera, anzi austriaca in questo caso facendo onore alla proprietà della scuderia, la Red Bull si presenta competitiva per la vittoria negli ultimi Gp della stagione in corso dopo una rincorsa durata tutto l’anno per poi ritrovarsi all’inizio del Mondiale successivo in ritardo di preparazione tecnica rispetto alla concorrenza diretta, che si chiama soprattutto Mercedes.
    Prendiamo il Mondiale 2017. Verstappen s’impone in Messico, terz’ultima prova del Campionato facendo credere a tutti e a se stesso che il prossimo anno Mercedes e Ferrari dovranno vedersela anche con lui per la sfida iridata. Invece nel 2018 la musica non cambia. A Melbourne la nuova RB14 paga 7 decimi dal poleman Hamilton e conclude 4° sotto la bandiera a scacchi ad oltre 7″. L’andamento del Mondiale sarà fin troppo chiaro. A contendersi l’iride saranno sempre la Stella a Tre Punte e il Cavallino Rampante. Red Bull si aggiudica tre Gp nella prima metà del Mondiale salvo poi sparire e ripresentarsi vincente ancora una volta in Messico con Max. Anche in questa occasione si sprecano le aspettative per il 2019 ma sarà un’altra illusione ottica perché fin dal Gp d’Australia, tradizionale prova inaugurale del Campionato di F1, la musica non cambia rispetto all’anno prima, nonostante anche la nuiva motorizzazione Honda.
    In prova l’olandese Verstappen accusa un gap di quasi 1″ dal solito Hamilton mentre in gara non andrà oltre il terzo posto a 22″ dal leader Bottas. L’andamento della stagione ricalcherà quella precedente. Mercedes e Ferrari sono fuori portata per la Red Bull che con l’olandese coglierà due successi in Austria e Germania e si sveglierà di nuovo sul finale, in Brasile, penultima corsa del Mondiale. La classifica conclusiva sembra la fotocopia del 2018: Red Bull terza nei Costruttori con 417 punti, due in meno dell’anno prima. Praticamente lo stesso risultato e si sprecano ancora le solite grandi promesse per il Campionato successivo. Che vengono nuovamente disattese.
    Nel Mondiale della pandemia in cui la Ferrari è la grande assente, Red Bull termina al secondo posto ad un’eternità dalla Mercedes, sempre ad inseguire sul lato tecnico dal primo Gp, che questa volta è in Austria. Vince Bottas il primo round, Verstappen contiene il gap in prova a 5 decimi dalle frecce d’argento ma la sua monoposto e quella di Albon fanno flop clamoroso in gara ritirandosi entrambe per problemi elettrici. Poi il monologo Mercedes per tutta la stagione e le solite sporadiche fiammate di Verstappen a Silverstone e domenica scorsa ad Abu Dhabi. Solito cliché, insomma, accompagnato dalle altrettanto ripetitive e radiose aspettative per l’anno venturo che finora sono state solo parole. E Verstappen non può più aspettare. LEGGI TUTTO

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    F1 2020: Una stagione straordinaria ma la Ferrari dov’è?

    Un’altra stagione è finita. Una stagione anomala, straordinaria nel senso etimologico del termine, vale a dire “fuori dall’ordinario”, per le piste su cui si è corso, per il calendario stravolto, per gli autodromi deserti, per i trionfi inattesi, per i ritorni alla competitività e al podio di tante … L’articolo F1 2020: Una stagione straordinaria […] LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Abu Dhabi (Qualifiche): Una pole da urlo per Max Verstappen!

    Max Verstappen partirà in pole position nel Gran Premio di Abu Dhabi, ultimo della stagione 2020. L’olandese ha ottenuto una prestazione stratosferica, che lo ha posto davanti alle due Mercedes. Nono ha chiuso Leclerc, fuori dalla top ten Vettel. Dopo le prime due sessioni di qualifica, Verstappen e… L’articolo F1, Gp Abu Dhabi (Qualifiche): Una […] LEGGI TUTTO