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    Matteo Bortolozzo: “Dobbiamo dare il 100%, il fattore campo può essere decisivo”

    Di Roberto Zucca

    Le storie a lieto fine sono sempre graziose, ma quelle che hanno un sapore fiabesco, come la favola della Tinet Prata di Pordenone di questa stagione, sono di gran lunga le migliori. La squadra di Dante Boninfante e Samuele Papi si giocherà domenica alle 18, sul campo dell’Abba Pineto, la possibilità di salire in Serie A2 senza passare da un eventuale Gara 3 (comunque da disputare in casa). Reduce da un esaltante Gara 1, il giocatore simbolo di questa annata, il capitano Matteo Bortolozzo, si dimostra pacato ma intenzionato a difendere il vantaggio su un campo molto difficile:

    “La gara di sabato è stata davvero bellissima, non solo per la vittoria ottenuta, ma perché ha registrato un emozionante palazzetto sold out. Giocare davanti alla nostra gente una gara così ci ha davvero fatto tanto piacere“.

    L’arma in più?

    “Abbiamo giocato molto bene in battuta, tanto che a fine gara abbiamo portato a casa 16 ace. Numeri così possono davvero determinare una partita e quindi proveremo a riconfermarci su questo fronte. Dobbiamo invece migliorare sul muro e sulla difesa, perché Pineto tornerà in campo pronta a non lasciare nessuno spazio e riportare il risultato sull’1-1“.

    foto Franco Moret

    Un palazzetto difficile.

    “Il fattore campo in una finalissima è determinante, lo abbiamo visto in gara 1. Loro sono una bella corazzata, credo che in casa non abbiano mai perso, o comunque hanno sempre fatto punti. Quindi adesso che abbiamo avuto modo di vederli e conoscerli anche noi dobbiamo dare il nostro 100%“.

    L’altra gara vedrà di fronte Grottazzolina e Aci Castello.

    “Ho avuto modo di vedere la prima gara: Aci Castello è davvero una squadra con la esse maiuscola. Sembra giochino insieme da una vita. Il loro allenatore ha davvero fatto un importante lavoro, e questa squadra è davvero difficile da battere. Dall’altra parte c’è Grottazzolina, che è sempre un’ottima squadra e sicuramente domenica non ha fatto la sua miglior gara. Sarà davvero una Gara 2 interessante anche per loro“. LEGGI TUTTO

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    Matteo Bortolozzo, emozioni da MVP: “La Coppa Italia, un momento stupendo”

    Di Roberto Zucca Le storie come quella di Matteo Bortolozzo sono ciò che più si spera di ottenere da un momento vincente come la conquista di una Coppa Italia, per ragioni che la nostra penna scava, più che scrivere, all’interno della vicenda personale del giocatore. Sabato 5 marzo Matteo ha conquistato la prima Del Monte Coppa Italia di Serie A3 insieme alla Tinet Prata, dopo aver avuto la meglio sull’attuale capolista Grottazzolina. Non solo, ma da quella partita il centrale è uscito con il premio per il miglior giocatore: “Non sono ancora capace, dopo giorni, di pensare a quei momenti senza emozionarmi. È stato un momento stupendo, che ho condiviso con un gruppo di ragazzi speciali, che assieme a me hanno cercato, voluto e lottato per conquistare quel titolo“. Foto Lega Pallavolo Serie A Festeggiato con i “passerotti”, i tifosi di Prata. “A Bologna erano 350. È una città che ti vuole bene, che si muove per te, che ti segue, che ti fa sentire importante ogni gara. Era un dovere per noi cercare di fare del nostro meglio per regalare quel trofeo ad una tifoseria così. E a una società come Prata“. Che ha creduto in lei. “Decisamente. Da due anni crede in me, ma soprattutto quest’anno ho sentito la loro volontà forte, decisa, di avermi ancora dentro questo progetto. È stato importante, e mi ha dato la spinta per decidere di continuare a credere in questo sogno“. Foto Lega Pallavolo Serie A Mi dica chi non ha creduto in lei, invece. “Non ho mai parlato di una vicenda che mi ha toccato diversi anni fa e lo dico a lei per la prima volta. Durante il mio secondo anno in A2, a Città di Castello, a metà stagione sono stato ceduto ad Isernia. Non c’era più fiducia in me, nel mio lavoro. È stato un salto nel vuoto terribile, perché per la prima volta non avevo più la fiducia di una società. Mi sono rimboccato le maniche, ho finito la stagione lì e poi sono ripartito da Sant’Antioco, dalla Sardegna in B“. Sardegna “refugio peccatorum”? “Sardegna è famiglia. Un periodo bellissimo, con una società che mi ha aiutato a ricominciare, e col tempo, a ritrovare le mie certezze. Con quelle certezze ho risalito la china, e sono arrivato fino alla Superlega, a Ravenna“. Foto Lega Pallavolo Serie A Molti di quei compagni di squadra, parlo di Lavia e Cavuto, le hanno regalato parole molto belle dopo la conquista della Coppa. “Il bene e l’affetto che nutrono per me è ampiamente ricambiato. Hanno fatto parte di un bellissimo anno, che è quello trascorso a Ravenna, e vederli adesso vestire quella maglia di Trento, e mietere uno dopo l’altro tanti successi, mi riempie di grande orgoglio“. E ora? In A3 si ha più paura di sedersi dopo un trofeo o si fa più paura a chi adesso vi ritrova in cima? “Torno in palestra con la volontà di guardare negli occhi quei ragazzi e di chiedere di proseguire, per fare sì che i nostri momenti magici non si fermino solo alla Coppa Italia. È un periodo di entusiasmo, in cui bisogna tenere la barra dritta e non mollare“. Ph.-Franco-Moret Mi dica, quando si gira verso la panchina, cosa prova a trovare Dante Bonifante e Samuele Papi come allenatori. “Eh, provo a spiegarglielo. Dante è un allenatore davvero in gamba, e lo è stato anche come giocatore. È una persona che ha vinto tanto e che ogni giorno cerca di trasmetterti qualcosa con l’umiltà che lo contraddistingue. Prima della finale ci ha aiutato a rilassarci e ad entrare in campo con la consapevolezza di ciò che era il nostro obiettivo. Non dimentichiamo che lui ha vissuto prima di noi certi momenti. Papi è Papi, è stato mio compagno alla Sisley Treviso quando ho militato lì nelle giovanili e in prima squadra. La sua eccezionalità è nel saper stare un passo indietro. È lì per te, ma non te la fa mai pesare. È un bel sodalizio“. Vada come vada, chiude un biennio importante. Nel 2022 la Coppa, nel 2021 ha conseguito la laurea. “In Scienze motorie. Cerco di destreggiarmi tra l’impegno della pallavolo e l’impegno del lavoro in una palestra che ho messo su con il mio socio Mauro. Non è semplice, anche perché in A3 ci si allena esattamente come nelle categorie superiori. Su questo ringrazio sempre la società che ha un’attenzione anche verso la nostra vita extrapallavolistica“. LEGGI TUTTO