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    La Federazione francese lancia la “Roland Garros Pro Series”, partnership con altri tornei su terra

    La FFT (Federazione francese di tennis) ha appena comunicato il lancio di un nuovo progetto “Roland-Garros Pro Series”, una nuova partnership strategica tra Roland-Garros e vari tornei internazionali, sia WTA che ATP, giocati su terra battuta, con l’obiettivo di rafforzare la forza della stagione su terra e la pratica del gioco sul “rosso”.
    Da alcuni anni la FFT ha lanciato diverse iniziative in Francia e all’estero, come la certificazione “Roland-Garros Club” o “Roland-Garros Junior Wild Card Series di Oppo”, con l’obiettivo di incoraggiare il gioco sulla superficie emblematica del Grande Slam parigino. Con la creazione della “Roland-Garros Pro Series”, la FFT riafferma le sue ambizioni internazionali, volendo diventare ancor più traino per rafforzare la stagione tennistica sul rosso, aiutando con il proprio brand ed esperienza tecnica e commerciale. Tuttavia, a differenza della US Open series, i tornei aderenti non si svolgeranno appena prima dello Slam parigino, e al momento non si parla un tour che assegna prize money extra con i risultati raggiunti negli eventi aderenti, quindi siamo ancora lontani dal concetto (e forza) della “Leg” americana estiva. Hanno aderito all’iniziativa l’Argentina Open (ATP 250), il Rio Open (ATP 500 in Brasile) che si svolgono abitualmente dopo l’Australian Open; presenti anche il Barcelona Open Banc Sabadell (ATP 500), l’Open Parc Auvergne-Rhône-Alpes (ATP 250), l’Internationaux de Strasbourg (WTA). Il culmine della Series è ovviamente il Roland Garros.

    Questa iniziativa consentirà ai tornei membri di condividere apertamente competenze e organizzazione, innovazioni digitali, contenuti editoriali e persino organizzare eventi congiunti.
    “Con la Roland-Garros Pro Series, la FFT ha creato una nuova pietra miliare nella promozione del tennis su terra battuta. Con 165 club affiliati alla FFT in Francia per il tennis amatoriale, stiamo stringendo forti legami con il tennis professionistico. Stiamo adempiendo al nostro ruolo di campionato mondiale su terra battuta”, ha affermato Bernard Giudicelli, Presidente della FFT. Il testimonial di questa nuova iniziativa è Gustavo “Guga” Kuerten, indimenticato campione brasiliano, tre volte campione del Roland-Garros. Kuerten ha dichiarato: “Il campo in terra battuta è sinonimo di emozioni, grandi battaglie e il potere di superare gli ostacoli, circondato da credenze, speranze e passione. Ecco perché amo la terra, soprattutto al Roland-Garros. Sostengo la partnership Roland-Garros Pro Series tra Roland-Garros e tornei ATP e WTA sulla terra battuta, credo che tutti questi sforzi siano importanti per condividere esperienze tra i grandi tornei che ispirano le persone di tutto il mondo”.
    In questo lancio si parla di creare una unione per condividere esperienza, manageralità, continuti digital, ecc. Ma forse la vera sfida per questa iniziativa sarebbe quella di iniziare un percorso economico-commerciale, per cercare di raccogliere sponsor anche per i tornei “minori” con il traino del marchio Roland Garros. Lo scorso marzo abbiamo scritto di come i tornei in America Latina siano in chiara difficoltà economica, e abbiano lanciato un appello all’ATP per trovare sostegno e riuscire a portare i migliori giocatori – e quindi sponsor – nei loro tornei. L’appello sembra sia stato raccolto soprattutto a Parigi, ma vedremo se questa iniziativa avrà la forza per spingere davvero una crescita del tennis Pro su terra, o se il progetto resterà solo nell’ambito della pura promozione.
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    Sierzputowski (Swiatek coach): “Iga? E’ un “animale da competizione”, in partita si trasforma”

    Iga Swiatek, prima finalista polacca a Roland Garros

    Piotr Sierzputowski, coach della rivelazione di Roland Garros 2020 Iga Swiatek, ha descritto al sito WTA il gioco della giovane polacca. Secondo il coach, la miglior qualità di Iga è il suo agonismo, la capacità di rendere al top in partita.
    “Iga in campo è pronta a tutto” dichiara Piotr, “è una sensazione strana… è come se avessi molte cose su cui lavorare con lei sul lato tecnico e tattico, abbiamo molto spazio per migliorare… ma nel complesso non importa così tanto perché in partita lei riesce in qualche modo a piazzare la palla dove vuole. Ha un istinto incredibile. Questa è la migliore qualità di Iga per me. Ad esempio, può servire alla grande, ok, ma a volte servi meglio, altre volte servi non proprio bene; poi giochi meglio di dritto, o meglio di rovescio. Ma tutto alla fine non importa se sei in grado di mettere la palla dove vuoi. Puoi giocare in modo strano, ma se ce la fai…. E Iga è questo tipo di giocatrice e persona, per lei non importa se tecnicamente non era proprio questo che doveva fare in partita. Lei non pensa più di tanto agli aspetti tecnici, è più concentrata sulle cose fondamentali come abbassarsi sulle gambe, andare avanti, durante la partita è focalizzata solo sugli aspetti basici del gioco in modo da stare concentrata sulla partita, sull’agonismo. La potrei definire come “un animale da competizione”: ama gareggiare, la sfida, vincere le partite. Non le piace mai allenarsi, lo trova noioso. Ma quando si tratta di partite, lei è lì, si trasforma e le riescono cose incredibili”.

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    Wilson si difende sulle palle di Roland Garros: “Critiche ingiuste”

    La palla 2020 di Roland Garros

    Quest’edizione 2020 del Roland Garros passerà alla storia per mille motivi, incluse le feroci critiche di molti giocatori sulle nuove palle adottate per il torneo. Il passaggio da Babolat a Wilson è stato aspramente criticato da molti tennisti, su tutti Rafa Nadal. Solo Sasha Zverev si è detto molto soddisfatto delle nuove palle. Con il torneo arrivato alle battute finali, Wilson ha rilasciato alcune dichiarazioni sul tema al portale iberico Punto de break per bocca di Bertrand Blanc, direttore commerciale generale dell’impresa statunitense. Ecco alcuni estratti della sua difesa: “È un cambiamento importante, già successo in passato con altri cambi di palla. Ci aspettavamo delle critiche, perché ai giocatori di solito non piacciono i cambiamenti. In queste condizioni di così tanta pioggia e freddo non c’è palla che avrebbe funzionato in modo ottimale. Siamo sicuri che il prossimo anno, quando si giocherà di nuovo in primavera, la palla si comporterà diversamente”.
    “La critica in cui si affermava che le palle fossero pericolose è stata ingiusta. Sappiamo che a Nadal piacciono di più le palle di altre aziende, ma in Wilson creiamo palle da tennis da molti anni, abbiamo il know-how e la credibilità per questo prodotto. Possiamo garantire che le palle non siano pericolose e che non facciano male. Non è una palla dura, facciamo migliaia di prove di durezza e i risultati ci dicono che è una palla normale. La forte differenza col passato viene a causa delle condizioni”.

    La Federazione francese, continua Bertrand, non ha affatto chiesto di creare una palla “lenta”: “L’unica cosa che ci hanno chiesto di fare è sviluppare una palla ideale per la terra battuta e che fosse adeguata per tutti i giocatori. Ricordo che anni fa Federer e Djokovic sostenevano che al Roland Garros la palla saltava molto alta dopo il rimbalzo e questo favoriva il tipo di gioco di chi spinge con forte rotazione, lo stile che possiamo definire “spagnolo”, ma non gli altri. Per questo dal torneo ci hanno chiesto una palla che andasse bene per tutti e non per un giocatore in particolare ”.
    Palle “buone” o palle “cattive”, alla fine i migliori quattro del torneo sono Nadal (indiscutibilmente il più forte sul rosso), Djokovic (il più forte in generale), Tsitsipas (talento incredibile anche su terra, come dimostrano i risultati raggiunti a Madrid, Amburgo, ecc), e Schwarzman, recente finalista a Roma. Pioggia, freddo, umidità, vento, orari, mettete tutto quel che volete, incluso le nuove palle, ma i quattro semifinalisti sono obiettivamente i più forti in questo momento. Manca solo Thiem rispetto alle previsioni, ma sappiamo come abbia ceduto all’argentino Schwaztman solo dopo una battaglia feroce. Quindi alla fine il tanto temuto impatto della nuova palla ha creato qualche sorpresa durante il torneo, ma non una rivoluzione. Vedremo cosa accadrà in caso di finale Djokovic vs. Nadal, se il serbo trarrà qualche vantaggio dalle diverse condizioni. Ma Tsitsipas sembra in ottima forma –  cresciuto molto durante il torneo – ed ha già dimostrato di poter battere il serbo.
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    Petra Kvitova: “Non voglio più pensare al passato”

    Petra Kvitova

    Petra Kvitova è una delle tenniste con più talento nel panorama internazionale. Dopo il gravissimo infortunio alla mano sofferto nella terribile aggressione qualche anno fa, la mancina ceca è stata bravissima a ritrovare se stessa e, pian piano, il suo miglior tennis. A Roland Garros non ha mai brillato particolarmente, con la semifinale raggiunta nel lontano 2012. Quest’anno, in un torneo molto particolare, torna tra le migliori quattro, con serie possibilità  di vincere per la prima volta gli Open di Francia.
    Ecco le sue parole dopo il successo odierno: “Sono piuttosto orgogliosa di tutto quello che ho fatto oggi. Da quando mi sono svegliata, mi sentivo piuttosto nervosa. Avvicinandomi alla partita, sapevo che sarebbe stata una grande battaglia, in ogni momento. È un’avversaria molto difficile, ha molta varietà nel suo tennis, sapevo sarebbe stato molto complicato. Ovviamente, giocare i quarti di finale di un Grande Slam non è mai facile, c’è tanta tensione, quindi sono molto felice del lato mentale, come ho gestito la pressione. Penso di aver servito molto bene nel primo set. Poi, quando ho perso il servizio, ho fatto il contro break immediatamente, ho continuato a lottare su tutti i punti. Penso che sia stata la grande differenza, perché non ha commesso errori facili. Sapevo che dovevo correre molto. Sono molto felice nel complesso, per come ho gestito tutto oggi”.

    Roland Garros 2020 sta regalando molte sorprese, ma per Kvitova era scontato che accadesse: “Come si vede probabilmente in tutti gli Slam,  la sorpresa nel tabellone femminile non è una novità. Queste nuove giocatrici giocano benissimo, altrimenti non sarebbero in semifinale. Ieri Podoroska ha battuto Elina, e se lo merita davvero. Sta decisamente giocando molto bene. Agli argentini piace giocare sulla terra battuta. Penso che sia mentalmente in grande fiducia, lo sta dimostrando davvero”.
    Poi si è concentrata sul proprio gioco, che in fondo non vede migliorato rispetto a quando arrivò in semifinale otto anni fa: “Non credo, penso di essere sempre la stessa giocatrice su terra battuta. Diverse sono le condizioni qui, che rendono giocare mentalmente molto duro. Giocare al chiuso, all’aperto, sole, vento, qualunque cosa, pioggia… di tutto! Sono molto contenta di essere di nuovo in semifinale di un Grande Slam dopo la finale dello scorso anno in Australia. Sono davvero felice di aver migliorato i miei risultati nel Grande Slam negli ultimi anni. Adesso spero che questo viaggio non sia finito”.
    In effetti Petra …è Petra. Tantissimo talento, ma condizioni fisica non sempre ottimale (anche per colpa dei tanti infortuni), e il suo tennis tende ad esser molto dipendente dalle sue sensazioni. Quando sente bene la palla ed è serena, in poche possono batterla. Lei ha sempre vissuto di forti emozioni, come racconta nell’ultima risposta: “Ero emozionata nella mia ultima partita, ho pianto lacrime di gioia. Era tutto quello che sentivo, sentivo il sostegno delle persone che erano davvero lì quando ne avevo bisogno. Comunque, quando guardo indietro, quei quattro anni sono stati molto duri ma anche molto felici, è un misto di emozioni. È difficile per me in questo momento pensare al passato, quindi preferisco non farlo. Voglio solo guardare avanti in questo momento”.

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    Roland Garros: Jannik Sinner gioca un match splendido per qualità e intensità, ma Rafa Nadal è più forte e vince in tre set

    Jannik Sinner ITA, 2001.08.16

    L’orologio segna 1.25 quando lo smash di Nadal è imprendibile. E’ il match point che consegna la vittoria a Rafael Nadal. Jannik Sinner esce dal campo sconfitto ma a testa altissima, con un simbolico applauso di tutti gli appassionati, italiani e non, felici di aver fatto le ore piccole per assistere ad un grande match. Nello sport quando si applaude lo sconfitto, il significato è duplice. Da un lato si tributa il giusto premio a chi ha perso, perché attore di un’eccellente prestazione, oltre le aspettative; dall’altro si sottolinea la grandezza di chi ha vinto, capace di superare un rivale in grandissimo spolvero (ed ascesa). È la foto migliore per descrivere il quarto Nadal vs. Sinner, una bellissima partita che per oltre due ore è stata assolutamente equilibrata e divertente. Il merito è di Nadal, della sua indiscussa grandezza su questo campo, per come riesce sempre ad alzare il livello e scardinare la resistenza di ogni avversario, anche il più ispirato. Ma soprattutto il merito è di Jannik Sinner, perché il giovane azzurro ha tenuto testa al più forte di sempre su terra battuta, giocando una partita incredibile per qualità tecnica e intensità. Poche volte Nadal è stato messo “sotto” sul piano della spinta come nei primi due set, con Jannik a produrre un tennis straordinario per velocità, anticipo, potenza e precisione. L’allievo di Riccardo Piatti ha studiato benissimo la partita, lo è si visto da come è entrato in campo ed ha iniziato il match. Senza paura e con un game plan perfetto. Chi è il rivale capace di metter più spesso “sotto” Rafa? Djokovic. Chi dal punto di vista atletico, di approccio alla palla e di tanto altro, ricorda molto da vicino Novak? Sinner. Jannik ha avuto la capacità di affrontare a viso aperto il n.1 del mondo sul rosso “a-la-Djokovic”, applicando schemi simili, anzi, se possibile con ancor più potenza e spirito offensivo. Come se questo match si fosse disputato sul cemento, invece che sulla terra… Sinner ha giocato con una posizione molto offensiva, anticipando il più possibile la palla del rivale per non subire il top spin vigoroso, e soprattutto sfidando il diritto dell’iberico. Grazie alla stabilità, forza e precisione del suo magnifico rovescio, Jannik ha spinto a tutta sul cross, sfidando il diritto temibile di Rafa; lo ha fatto con forza, restando quasi sempre – per i primi due set – in controllo dello scambio, senza perdere campo ma rubandolo all’avversario colpo dopo colpo. Questo tatticamente gli consente (come fa Djokovic) di buttare il rivale più lontano dalla riga di fondo ed aprire l’angolo per entrare a tutta al momento giusto sul rovescio di Rafa in corsa, dove è costretto a tirare un colpo molto difficile e/o accorciare ancora. È una tattica “banale”, ma difficilissima da applicare perché Rafa conosce il suo punto “debole”, lo copre aggredendo col proprio diritto, mandando palle altissime o più corte pur di smuovere il rivale e portarlo in posizioni scomode. Per i primi due set, quasi non c’è riuscito perché Sinner è stato eccezionale nello spingere, nel prendere l’iniziativa ed il tempo di gioco, chiudendo spesso con potenza devastante. Ok, ma se è andata così… perché non ha vinto Jannik? Perché nelle due volte in cui è andato in vantaggio, non è riuscito a consolidare il gap a suo favore, con l’altro che è un fighter superiore, non a caso il migliore nella lotta. Perché Nadal ha studiato Jannik, e nei momenti decisivi è cresciuto, salendo col diritto lungo linea e alla risposta. Bravissimo Sinner sul piano del gioco, dall’applicazione, della forza e tenacia. Era alla prima occasione in un palcoscenico così importante e contro IL rivale più forte. Ha retto per oltre due ore e mezza ad un ritmo e livello altissimo, da questo match prenderà grandissima consapevolezza e forza. Solo un Nadal quasi al massimo ce l’ha fatta, perché è un campione unico. Il nostro Jannik ha tutto quel che serve per diventarlo.

    Ecco la cronaca del match.
    Si inizia alle 22:36, tetto chiuso e Nadal alla battuta. Lungo scambio, sbaglia per primo Sinner col diritto. Quattro punti, tre errori di Jannik e un rovescio cross vincente del “Rey”. 1-0 Nadal. Primo punto per l’azzurro con un errore di diritto di Rafa. La palla viaggia veloce, entrambi spingono molto. Sinner inchioda l’iberico nell’angolo sinistro col suo rovescio cross e poi accelera lungo linea. Ottimo schema, 1 pari. Jannik è partito bene, accelera forte ma senza esagerare, con una tattica che si potrebbe definire “a la Djokovic”: non rinuncia a sfidare il diritto di Rafa per aprire l’angolo del rovescio, buttarlo lungo e quindi rischiare l’affondo. 2 pari. Sinner risponde molto lungo, quasi sui piedi, martella forte e NON subisce il top di Rafa sul proprio rovescio. Con un improvviso strappo cross di rovescio ottiene la prima palla break del match. Se la gioca benissimo tatticamente, ma l’accelerazione muore in rete. 26 minuti, c’è partita, Sinner regge il pressing del campionissimo, anzi, spesso comanda lui. Impressionante come l’azzurro spinge con decisione col rovescio cross sul diritto di Rafa, facendolo accorciare e sbagliare. Non ci riesce quasi nessuno sul rosso di Parigi… 4 pari. Decimo game: Nadal si mette “a lavorare” col diritto cross, più alto, poi più stretto per mandare Sinner fuori posizione. Jannik è costretto a staccare la mano col rovescio e il back non è così lungo. Sinner reagisce alzando i ritmi, impressionante come il giovane azzurro riesca a sballottare il fortissimo rivale e trovare l’affondo vincente. Anche Rafa applaude il ritmo clamoroso di Jannik. 48 minuti di grande tennis, 5 pari. L’azzurro in risposta impatta una serie di colpi di una violenza e lunghezza inaudita, un pressing chiuso di volo in avanzamento con Nadal a capo chino. Incredibile. 15-30. Rafa viene a rete per scappare dal pressing di Jannik, ma è passato. 15-40, due palle break! Da campione Nadal annulla la prima, servizio esterno e via dentro a tutta col diritto; sorprende Sinner con la smorzata, che scatta velocissimo ma ci arriva con troppo impeto, e spedisce lungo. Segue un altro scambio spaventoso di Jannik in progressione, aprendo l’angolo, boom! Altra palla break… Largo il diritto di Nadal, BREAK SINNER, serve per il set sul 6-5. La tensione divora anche il “freddo” Sinner… Sul 15 pari prova una smorzata senza senso, lunga, brutta, punita prontamente dal “toro”. Segue altro errore non forzato, due chance per l’immediato contro break. Durissimo scambio sulla seconda (33 colpi), nessuno dei due accorcia, ed è Rafa a sbagliare per primo! Non molla l’iberico, trova – finalmente – due accelerazioni di diritto lungo linea, le prime del match, e strappa il servizio all’azzurro. Si va al tiebreak. L’equilibrio si rompe nel sesto punto, un diritto di Jannik vola lungo, si gira 4-2 per Rafa. Nadal nel momento decisivo ha trovato il diritto lungo linea, con cui manda fuori posizione l’azzurro togliendolo dalla spinta col rovescio. Un altro errore dell’azzurro regala il 5-2 all’iberico. 7-4 Nadal, grazie al secondo errore in spinta col diritto per Jannik. Un primo set giocato benissimo da Sinner, ha pagato l’inesperienza nel gestire la tensione avanti 6-5 e servizio.
    Secondo set, Sinner al servizio. Altri due diritti scappano, pericolo sul 15-30, ma ritrova il servizio e muove lo score nel set, avanti 1-0. Quarto game, Nadal smarrisce la prima e tenta una brutta smorzata, 0-30. Fretta Rafa, troppa fretta per un diritto che scappa lungo e 0-40, situazione inedita nel match, 3 palle break consecutive per Sinner. Gioca benissimo la terza Jannik, diritto lungo e chiusura di forza a due passi dal net. Break Sinner, avanti 3-1. Il quinto game però lo gioca male Jannik, come nella stretta finale del primo set, una volta avanti cala la tensione e viene immediatamente brekkato. Il set ha perso un po’ di intensità rispetto al clamoroso primo set, ma nel settimo game la partita di infiamma di nuovo. Prima Nadal gioca una serie di diritti difensivi micidiali, chiudendo poi con violenza; poi Sinner si difende con le unghie ribalta un punto già perso, e quindi spara un vincente lungo linea imprendibile. Spettacolo quando l’orologio segna mezzanotte e trenta. 4-3 Sinner. Nono game, sul 40 pari Jannik è indeciso nell’aggredire una palla più corta (in difesa) di Nadal, e il tocco col back va in rete. Palla break per Rafa, che fiuta l’occasione e risponde lunghissimo, sui piedi, dell’azzurro. Da avanti 40-15, Sinner perde il game, Nadal va a servire per chiudere il secondo set. C’è tensione, l’avverte pure “el Rey”, che sbaglia una volée banale. Sinner sul 30 pari sparacchia malamente una risposta, set point Nadal. Come se lo gioca Jannik! Accelera a tutta e di prepotenza sfonda il campione. Nadal continua a spingere, scende di nuovo a rete e chiude in sicurezza. Svolta l’affondo di Sinner…affonda nella rete. 6-4 Nadal, anche il secondo set è dello spagnolo. La svolta è arrivata all’improvviso, quando il set pareva avviato ad un possibile fotofinish. Peccato per il vantaggio non concretizzato dall’azzurro, ma nessuno come Nadal riesce a cogliere l’attimo e l’occasione per la zampata. Non è un caso che in tutta la sua carriera Rafa ha perso solo due match su questo campo…
    Terzo set, ancora Sinner inizia con la battuta. Doppio fallo nel primissimo punto. Scoramento in arrivo? Il macigno di due set sotto è enorme, ma Jannik continua a giocare e spingere. Bravissimo Nadal a trovare in risposta una smorzata perfetta, due immediate palle break per lui sul 15-40. Ed il break arriva: una palla volutamente corta porta l’azzurro a rete, ma il tocco è mal gestito, facile il passante cross per Nadal. 1-0 avanti anche nel terzo, il match sembra ormai “in ghiaccio” per il campione in carica. Non cede di schianto Sinner, continua a spingere e lottare, sostenuto anche dal suo coach Riccardo Piatti che lo stimola restare in partita per sfruttare ogni momento per apprendere e far tesoro di questa grandissima esperienza umana e sportiva. Lo abbandona però il servizio, con il terzo doppio fallo del set. Nadal ora comanda gli scambi con i piedi sulla riga di fondo, in un amen vola 0-40, ad un passo dall’allungo decisivo. Break Nadal, vola lungo un rovescio di Jannik. 3-0 e doppio break. Il set ora scivola un po’ via, era inevitabile. Chiude Nadal 6-1, con merito, a braccia alzate. Sa di aver vinto un grande match, contro un grande avversario.
    Marco Mazzoni

    GS Roland Garros

    Jannik Sinner
    6
    4
    1

    Rafael Nadal [2]
    7
    6
    6

    Vincitore: Rafael Nadal

    Servizio
    Svolgimento
    Set 3

    Jannik Sinner

    0-15
    0-30
    0-40

    1-5 → 1-6

    Rafael Nadal

    15-0
    30-0
    30-15
    40-15

    1-4 → 1-5

    Jannik Sinner

    15-0
    30-0
    30-15
    30-30
    40-30

    0-4 → 1-4

    Rafael Nadal

    0-15
    15-15
    30-15
    40-15
    40-30
    40-40
    A-40

    0-3 → 0-4

    Jannik Sinner

    0-15
    0-30
    0-40

    0-2 → 0-3

    Rafael Nadal

    0-1 → 0-2

    Jannik Sinner

    0-0 → 0-1

    Servizio
    Svolgimento
    Set 2

    Rafael Nadal

    4-5 → 4-6

    Jannik Sinner

    4-4 → 4-5

    Rafael Nadal

    4-3 → 4-4

    Rafael Nadal

    Jannik Sinner

    15-0
    15-15
    15-30
    30-30
    40-30

    0-0 → 1-0

    Servizio
    Svolgimento
    Set 1

    Tiebreak

    0-0*
    0*-1
    1*-1
    2-1*
    2-2*
    2*-3
    2*-4
    2-5*
    3-5*
    3*-6
    4*-6

    6-6 → 6-7

    Jannik Sinner

    0-15
    15-15
    15-30
    15-40
    30-40
    40-40
    40-A
    40-40
    40-A

    6-5 → 6-6

    Rafael Nadal

    0-15
    15-15
    15-30
    15-40
    30-40
    40-40
    40-A
    40-40
    40-A

    5-5 → 6-5

    Jannik Sinner

    0-15
    15-15
    30-15
    40-15
    40-30

    4-5 → 5-5

    Rafael Nadal

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15
    40-30

    4-4 → 4-5

    Jannik Sinner

    15-0
    15-15
    15-30
    30-30
    40-30

    3-4 → 4-4

    Rafael Nadal

    15-0
    30-0
    40-0
    40-15

    3-3 → 3-4

    Jannik Sinner

    0-15
    15-15
    30-15
    40-15

    2-3 → 3-3

    Rafael Nadal

    0-15
    0-30
    15-30
    30-30
    30-40
    40-40
    A-40
    40-40
    A-40

    2-2 → 2-3

    Jannik Sinner

    15-0
    30-0
    30-15
    40-15

    1-2 → 2-2

    Rafael Nadal

    15-0
    30-0
    30-15
    30-30
    40-30
    40-40
    A-40

    1-1 → 1-2

    Jannik Sinner

    15-0
    30-0
    40-0

    0-1 → 1-1

    Rafael Nadal

    15-0
    30-0
    40-0

    0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Roland Garros: Martina Trevisan parte forte ma poi è travolta dalla potenza di Iga Swiatek

    Martina Trevisan

    Grazie lo stesso Martina! Una favola come quella di Martina Trevisan non può avere un finale “brutto”. Purtroppo la sua fantastica corsa si è interrotta stasera sotto le luci del Chatrier, soverchiata dalla potenza e precisione di Iga Swiatek, ma la toscana ha lottato, ha sprintato, ha mostrato di possedere un livello tecnico ed agonistico di prim’ordine, tanto che lo score finale del match è fin troppo severo per l’azzurra. Purtroppo la 19enne polacca è in uno stato di forma clamoroso, e ha meritato il successo. Dopo un inizio problematico Iga si è sbloccata ed ha preso possesso degli scambi, dando una dimostrazione di capacità di spinta e precisione balistica impressionante. Peccato perché la Trevisan era entrata in campo non bene, benissimo. Senza tremare, è scattata dai blocchi velocissima, imponendo uno schema tatticamente perfetto: cross di diritto, contro piede per mettere a nudo la relativa pesantezza di Swiatek, avanti di volo o rovescio/diritto lungo linea a chiudere. Aprire l’angolo + contro piede + affondo. Tutto grazie ad un timing strepitoso sulla palla e piedi veloci per trovare la miglior posizione per l’impatto. Scacco Matto. Purtroppo ha funzionato solo per i primi games del primo set, perché la reazione della polacca è stata “violenta”. Iga ha demolito il game plan dell’azzurra con la potenza del suo rovescio lungo linea, colpo con cui ha spaccato molti scambi e ribaltato situazioni pericolose, mettendo in netta difficoltà il rovescio di Martina. Swiatek ha guadagnato un metro campo con la gettata dei suoi drive; un metro che ha di fatto spaccato il match, perché la Trevisan è arretrata, è crollata in difesa (anche nei turni di servizio) e non più riuscita a gestire la grande potenza e precisione dell’avversaria. Iga ha lavorato benissimo con i colpi lungo linea, quelli con cui ha buttato immediatamente indietro e nell’angolo Martina. Eppure l’azzurra non ha mai mollato, ha portato molti games ai vantaggi, ma non è riuscita a concretizzare alcune occasioni in cui la sua ragnatela tattica o la variazione improvvisa col diritto cross le aveva dato un momento di vantaggio.

    Ecco la cronaca dell’incontro.
    Si inizia alle 20:58, Iga Swiatek al servizio. Subito a rete la polacca, lungo il passante dell’azzurra. Chiaro che la 19enne di Varsavia ha intenzione di comandare lo scambio ed accelerare le operazioni per sfuggire dalla ragnatela tattica di Martina e non subirne le improvvise variazioni e angoli stretti. Troppa fretta Swiatek, ecco il primo sorriso di Trevisan, che strappa il servizio alla rivale. Si avverte molta tensione in campo, fioccano gli errori, ma Martina è la meno fallosa. Annulla una palla break e vola 2-0 Trevisan. Iga inizia ad ingranare col servizio (botta piatta potente), muove lo score anche la polacca; ma Martina è veloce coi piedi e di pensiero, anticipa con cross stretti, segue il contro piede e l’affondo sulla rimessa corta della rivale. Il set avanza seguendo i turni di servizio, 3-2 Trevisan. Sesto game, Swiatek inizia a spingere a tutta dal centro, la situazione più pericolosa per Martina, perché con i piedi ben a terra ed il tempo per aprire i fendenti della polacca sono pericolosissimi. Infatti arriva il 15-40, due palle break. Annulla la seconda con un diritto cross che pizzica la riga, che coraggio! Tanta sfortuna per la toscana sulla terza palla break: un colpo di Iga prende il nastro e diventa ingestibile. Contro break, 3 pari e quindi 4-3, primo vantaggio per la polacca (tre games di fila). Ottavo game, Martina tira malamente fuori un diritto a campo aperto, e Iga trova una rovescio lungo linea straordinario, pericolosa chance del 5-3 per la polacca. Si scambia ad altissimo ritmo, la potenza di Swiatek col rovescio lungo linea fa malissimo, l’azzurra non contiene l’esuberanza della rivale. Break Swiatek, serve per il primo set. Martina non ci sta: con due diritti incisivi sorprende Iga, 0-30 e 15-40, due palle break Trevisan. Swiatek non trema, comanda con i piedi sulla riga di fondo, bravissima a verticalizzare appena possibile con grande velocità. È il game più lungo del match, oltre sei minuti, lo vince la polacca e chiude il set 6-3, con ben cinque games di fila. Swiatek ha ingranato marce altissime e Martina ha fatto fatica nel contenere soprattutto sulla direttrice rovescio vs. rovescio, davvero efficace e veloce quello di Iga.
    Secondo set, si parte con Trevisan alla battuta, ma il canovaccio del match non sembra cambiare. Swiatek spinge con precisione già dalla risposta, ora funziona anche il rovescio cross, che in risposta sorprende Martina sulla palla break. Break Swiatek, avanti 1-0 (sesto game di fila…). Trevisan è in difficoltà del muovere la rivale: deve gestire pallate potenti e precise, spesso molto vicine alla riga di fondo, sempre più lunghe e travolgenti; non riesce più a contenere con traiettorie lunghe e cross stretti, finendo per perdere campo e aprire il fianco alla polacca. In una parola, è soverchiata dalla potenza di Swiatek, non riesce a sporcare la palla e portarla all’errore. Prova a stringere gli angoli già dalla risposta Martina, prendendosi rischi enormi. Vola 15-40, due occasioni del contro break. Iga martella (anche con un rovescio un po’ fortunoso fuori equilibrio…) e le cancella, inclusa una terza chance. 2-0 Swiatek, e dopo un game molto lottato alla risposta strappa di nuovo il servizio alla toscana, scappando 3-0. Martina lotta, cerca di alzare la parabola dei suoi drive, ma Iga è “in the zone”, anticipa e spara botte piatte a destra e a manca, dando una dimostrazione di forza davvero impressionante vista non solo la forza ma anche la precisione dei suoi colpi. Purtroppo quell’onda polacca è diventata un vero tsunami per la Trevisan. Nel quarto gioco finalmente Martina muove lo score, alla terza palla break (strappata grazie a cross molti carichi) strappa il servizio alla rivale, 3-1 Swiatek. Il quinto game è molto lottato, Iga lo vince con l’ennesimo diritto lungo linea imprendibile. Fa il pugno, avanti 4-1 è l’allungo decisivo.
    Chiude 6-1 Swiatek con l’ennesima bordata di rovescio lungo linea, il colpo con cui ha dominato l’incontro. Bravissima Iga. Ma siamo certi che ritroveremo Martina in altri grandi tornei da protagonista.
    Marco Mazzoni

    GS Roland Garros

    Iga Swiatek
    6
    6

    Martina Trevisan
    3
    1

    Vincitore: Iga Swiatek

    Servizio
    Svolgimento
    Set 2

    Martina Trevisan

    0-15
    15-15
    15-30
    15-40

    5-1 → 6-1

    Iga Swiatek

    15-0
    30-0
    40-0
    40-15

    4-1 → 5-1

    Martina Trevisan

    15-0
    30-0
    30-15
    30-30
    30-40
    40-40
    40-A

    3-1 → 4-1

    Iga Swiatek

    0-15
    0-30
    15-30
    15-40
    30-40
    40-40
    40-A
    40-40
    40-A

    3-0 → 3-1

    Martina Trevisan

    0-15
    15-15
    30-15
    30-30
    30-40
    40-40
    40-A
    40-40

    2-0 → 3-0

    Iga Swiatek

    15-0
    15-15
    15-30
    15-40
    30-40
    40-40
    40-A
    40-40
    A-40
    40-40

    1-0 → 2-0

    Martina Trevisan

    0-15
    15-15
    15-30
    30-30
    30-40

    0-0 → 1-0

    Servizio
    Svolgimento
    Set 1

    Iga Swiatek

    0-15
    0-30
    15-30
    15-40
    30-40
    40-40
    A-40
    40-40
    A-40
    40-40
    A-40
    40-40
    A-40
    40-40
    A-40

    5-3 → 6-3

    Martina Trevisan

    15-0
    15-15
    30-15
    30-30
    30-40

    4-3 → 5-3

    Iga Swiatek

    15-0
    30-0
    40-0

    3-3 → 4-3

    Martina Trevisan

    0-15
    15-15
    15-30
    15-40
    30-40
    40-40
    40-A

    2-3 → 3-3

    Iga Swiatek

    0-15
    15-15
    15-30
    30-30
    40-30

    1-3 → 2-3

    Martina Trevisan

    15-0
    30-0
    40-0

    1-2 → 1-3

    Iga Swiatek

    15-0
    30-0
    30-15
    40-15

    0-2 → 1-2

    Martina Trevisan

    0-15
    15-15
    30-15
    30-30
    30-40
    40-40
    A-40

    0-1 → 0-2

    Iga Swiatek

    15-0
    15-15
    15-30
    30-30
    30-40

    0-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Martina Trevisan, storia di un talento a cui la vita era scivolata via (di Marco Mazzoni)

    Martina Trevisan, quarti di finale a Roland Garros 2020

    “C’era una volta…”, la classica frase di rito con cui iniziano le favole. Già, le favole… Sarà una definizione inflazionata, ma come altro si può definire quel che sta vivendo Martina Trevisan a Roland Garros? È una vera favola, quella di una ragazza di talento che si era persa per strada e si è ritrovata, una che è stata capace di rimettere insieme i pezzi della sua vita e tornare in gioco, riprendendosi con gli interessi le soddisfazioni di una carriera promettente appena sfiorata da junior. Quella di Martina è soprattutto una pagina umana importantissima per una ragazza ricchissima di vita a cui la vita era scivolata via, persa in un’adolescenza difficile che aveva trasformato un’atleta piena di talento in giovane una donna in lotta con se stessa.
    Sembra passato tanto tempo, visto che il prossimo 3 novembre compirà 27 anni. Ma lei, facendo uno sforzo enorme sul piano intimo, ne ha parlato diffusamente qualche tempo fa sul progetto editoriale “The Owl post”, con una lunga confessione intitolata “Metamorfosi”, dove tra crisalidi e farfalle si racconta, si mette a nudo con coraggio, mostrando i suoi incubi, la sua fragilità, ma anche la forza che le ha permesso di ritrovarsi e di tornare prima a giocare, quindi a vincere. In questo straordinario Roland Garros, Trevisan si appresta a giocare un quarto finale, impresa clamorosa per una che non aveva ancora vinto un solo match nel main draw di uno Slam.
    Eppure quando era teenager, gli Slam non solo li sognava, ma li stava preparando con una carriera giovanile estremamente promettente. Quel “dirittaccio” (per dirlo bonariamente alla toscana, lei capirà!) mancino, così veloce e imprevedibile, quegli angoli tanto stretti quanto vincenti, erano un incubo per rivali assai più potenti e sulla carta quotate.
    Chi meglio di lei può raccontare la propria storia. Ecco qua alcuni estratti delle parole di Martina, ripresi dalla sua lettera-confessione: “Con ogni probabilità sono entrata al circolo prima ancora di esserne cosciente, nel pancione di mamma, che lì faceva la maestra. La mia scalata però è stata rapida perché a 4 anni ero già la padrona indiscussa di tutto il Circolo Tennis Perignano. Gonnellina nera, canotta bianca, scarpe all’ultimo grido, giravo per i campi trascinandomi appresso una racchetta dalle corde multicolor che, pur essendo per bambini, era alta almeno quanto me. (…) Con il mio maestro, Matteo, avevamo fatto passi da gigante. Poco prima di compiere 15 anni calcavo già i campi più prestigiosi ed ero ben piazzata nel ranking ITF, che è l’anticamera del WTA, il palcoscenico dei grandi. Giocare a tennis mi divertiva. Fino a quando non mi sono divertita più”.
    Ecco che arriva il passaggio più duro, duro come un macigno. Martina cresce, e qualcosa dentro di lei si rompe, insieme alla sua famiglia. Spezza la sua ascesa sportiva, la sua voglia di vivere, la sua serenità. Tutto va in subbuglio. Anni difficilissimi…

    “Ero giovane e talentuosa. Che non sono ne meriti ne colpe. Ma ho iniziato a sentire, forte, la fretta attorno a me di coglierne tutti i frutti prima ancora che l’albero avesse il tempo di radicarsi per bene nel terreno. Prima che le mie radici e il mio tronco fossero forti abbastanza da resistere alle intemperie, che, crescendo, prima o poi, arrivano. (…) Dentro le mura di casa non si respirava un’aria serena ed io passavo molto tempo ad allenarmi. Anche quando avrei sicuramente avuto bisogno di fare altro. (…) Ero una quindicenne che voleva vivere come una quindicenne, recuperando, magari con gli interessi, tutto ciò che sentivo di aver perduto negli anni precedenti. Senza tante regole. Senza preoccuparmi di far tardi perché il giorno dopo avevo una partita. Senza il bisogno di nascondere i miei muscoli allenati dentro a maglie di taglie comode. Stavo cambiando e il mio fisico cambiava con me. Mi sentivo libera, e credevo di aver finalmente riacquistato il controllo della mia vita. Ora, con il senno di poi, che è anche un po’ quello del mai, so che quella che chiamavo libertà era una semplice fuga. Ma mentre hai il vento in faccia è difficile capire chi è che corre e chi è che scappa”.
    Tutto le scappa di mano, si ritrova da ragazzina focalizzata solo nel tennis, ad una vita lacerata sul piano personale e familiare, sino al dramma della anoressia: “I nuovi equilibri su cui poggiava la mia famiglia mi avevano destabilizzata. A papà era stata diagnosticata una malattia degenerativa e questo lo ha reso sempre meno presente nella mia crescita. Non è stato facile vedere mamma ricostruire la sua quotidianità con una nuova persona accanto, che aveva sempre fatto parte della mia vita, ma sotto un’altra luce. Ero arrabbiata con lei e non conoscevo altra arma per ferirla che non il suo amore per me. Combattevo contro tutto ciò che rappresentava il mio passato da atleta, sul quale tutti avevano riposto grandi speranze ed ambizioni, dimentichi della persona che dietro quell’atleta soffriva. Detestavo il mio corpo muscoloso e mi imponevo diete al limite della sopravvivenza pur di perdere peso. 30 grammi di cereali e un frutto la sera. Era quanto mi bastava per stare in piedi, e per far preoccupare mia madre, che correva a cogliere le pesche dagli alberi pur di vedermi mangiare qualcosa. Nella mia testa, come in un paradosso, avevo l’impressione che solo sparendo le persone sarebbero riuscite a vedermi davvero, ad interessarsi. Ad occuparsi di me. Per fortuna, giunta al punto di non ritorno, ho capito che non sarei potuta andare avanti così.
    Avevo perso ogni interesse, mi ero chiusa nel mio bozzolo; in uno stato di apatia in cui neppure mi riconoscevo più. Non ero nemmeno più la brutta copia di chi sono per davvero, e così ho chiesto aiuto. Dall’anoressia si può guarire”.
    Questa la frase più bella. Dalla anoressia si può guarire. Con fatica, sacrifici, un complesso e durissimo lavoro su se stessi. Ma si può guarire, e ritrovare quella via, quella voglia di vivere e di riprendersi tutto che ti conferisce una forza enorme, perché torni più forte di prima.
    La rinascita è la pagina più bella della giovane vita di Martina, come descrive nel suo racconto: “Sono stata rieducata a mangiare, a fare pace con le mie ferite. Ad apprezzare il mio nuovo corpo, a perdonare chi aveva sbagliato e a ritrovare il mio tempo per fare le cose. Quasi senza accorgermene mi sono ritrovata di nuovo con una racchetta mano. Prima per insegnare, così da avere una piccola indipendenza economica e condividere con altre persone la passione per il tennis. E poi, inevitabilmente, per gareggiare di nuovo. Quasi, e dico quasi, come se avessi voluto riprendere da dove avevo lasciato. (…) Quest’anno ho conquistato per la prima volta l’accesso al tabellone principale di un torneo del Grande Slam, in Australia. Ho lavorato molto e continuo a farlo per far sì che questo diventi il mio nuovo standard, il mio nuovo habitat”.
    L’accesso al main draw in Australia le sembrava un passo da gigante, una meta incredibile finalmente raggiunta. Ma se ci pensiamo bene, perché una ragazza con così tanto talento e con la forza di superare ostacoli così grandi, oggi dovrebbe porsi limiti? In campo sta dimostrando di potersela giocare con tutte, e in questa fase storica il tennis rosa di vertice è a dir poco “instabile”, grandi picchi di qualità e pause enormi, da parte di tutte le migliori. E sportivamente i suoi 27 anni sono solo una ventina… Interessanti le parole del suo coach Catarsi: ha rivelato che Martina si sente quotidianamente col bravissimo mental trainer Lorenzo Beltrame (che collabora con lo staff di Tirrenia), che la spinge ogni giorno durante il torneo a scrivere le proprie sensazioni; una sorta di diario che la libera di tensione e le conferisce consapevolezza, quella di chi si trova ancora in gara nel torneo perché se l’è meritato sul campo.
    Martina Trevisan sfida nei quarti Iga Swiatek, talentuosa polacca classe 2001. Sulla carta parte sfavorita, ma sarà una partita tutta da vedere, perché il talento ma soprattutto il carattere della toscana può permetterle di sognare, come quel “drittaccio” e quella “garra” che ci sta incantando match dopo match. Martina non deve smettere di sognare, e allo stesso tempo di sorridere, perché proprio il suo sorriso travolgente ha conquistato il mondo della racchetta. Siamo sicuri che Martina non tremerà all’ingresso sul Chatrier. Guarderà quella terra “amica” e sarà capace di sprintare e colpire, scatenando il meglio del suo talento, senza paura. Quando hai ripreso la tua vita per i capelli, non hai più paura di niente… La sua storia è la più bella del torneo, direi dell’anno 2020. In un’annata terribile in cui si parla quasi solo di Morte, il suo è un esempio di tanta tantissima Vita.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Roland Garros: Matteo Berrettini cede in tre set alla potenza di Daniel Altmaier, prestazione sotto tono per l’azzurro

    Splende finalmente un po’ di sole su Parigi, ma in campo è “notte fonda” per Matteo Berrettini. L’azzurro gioca un match decisamente sotto tono, perdendo in tre set contro il tedesco Daniel Altmaier. Che il match fosse pericoloso lo si sapeva fin dalla vigilia: Altmaier è in grandissima forma ed ascesa, e queste condizioni “pesanti” […] LEGGI TUTTO