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    Alcuni numeri e record dell’impresa di Sonego a Vienna

    Lorenzo Sonego, oggi in finale a Vienna

    Lorenzo Sonego non solo ha raggiunto a Vienna il grandissimo risultato di una finale in un ATP 500, ma ha sta segnando alcuni record personali davvero importanti. Eccone alcuni.

    Best ranking n.32 (in caso di sconfitta, se vince entrerà nei primi 30 del mondo)
    Nei suoi match nel main draw, finora ha avuto questo straordinario rendimento col servizio e sulle palle break:
    Game di battuta vinti: 37 su 39
    Palle break salvate: 13 su 15
    Palle break convertite: 11 su 17

    Col successo su Djokovic di ieri, è diventato il 6° tennista italiano a sconfiggere il n.1 del ranking ATP (nel momento dell’incontro). Ecco gli altri:

    Corrado Barazzutti (Nastase 3-6 7-6 6-1 a Monaco 1974)Adriano Panatta (Connors 4-6 6-3 7-5 a Stoccolma 1975)Adriano Panatta (Connors 6-1 7- 5 a Houston 1977)Gianluca Pozzi (Agassi 4-6 3-2 rit. a Londra Queen’s 2000)Filippo Volandri (Federer 6-2 6-4 a Roma Masters 1000 2007)Fabio Fognini (Murray 6-2 6-4 Roma Masters 1000 2017)
    Sonego è il secondo Lucky Loser a raggiungere la finale di Vienna (il primo è stato Haider Maurer nel 2010), e 17esimo in assoluto a disputare una finale ATP dal 1990. E’ inoltre il primo Lucky Loser a sconfiggere Djokovic (ne aveva sconfitti finora 12 su 12 in carriera); è il primo LL a sconfiggere il n.1 del ranking dal 2017 (Jordan Thompson b. Murray in 1°t Queens).
    Lorenzo è il primo azzurro a disputare la finale di un ATP 500 sul cemento da quella di Andrea Gaudenzi a Dubai nel 1995.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Olya Sharypova accusa Zverev di violenza domestica, Sasha “non è vero”

    Sasha Zverev

    Giornate a dir poco turbolente per il top10 tedesco Alexander “Sasha” Zverev. Dopo la rivelazione della prossima paternità con la ex fidanzata Brenda Patea, un’altra “fiamma” di Zverev esce allo scoperto, stavolta con accuse molto gravi.
    Olya Sharypova (a fianco di Sasha per quasi due anni, trascorsi in un tira e molla discretamente turbolento) ha inizialmente pubblicato sul proprio profilo Instagram un lungo post, in cui ha parlato di una sua relazione molto difficile, dalla quale ha avuto la forza di scappare. Senza fare alcun nome, ha raccontato di aver avuto un pesante litigio col compagno, che ha finito per sbatterle la testa contro il muro, tanto da terminare a terra. Nonostante il bruttissimo episodio, è rimasta a fianco del fidanzato perché sentiva di amarlo e che avrebbero potuto superare la cosa. A New York accadde un secondo episodio, ancor più grave: un’altra aggressione da parte di lui, che stavolta tentò anche di soffocarla con un cuscino. Tutto questo senza citare il nome del fidanzato violento.
    La vera “bomba” esplode poco dopo, quando Sharypova rilascia una lunga intervista al sito russo Championat in cui esce allo scoperto facendo il nome di Zverev, stavolta con molti più particolari sulla terribile notte di New York. Riportiamo alcuni estratti: “Durante US Open quel giorno passeggiavo con Dasha Medvedeva (moglie di Daniil Medvedev) e un altro amico. Eravamo in ritardo e Sasha si è arrabbiato. Quando arrivai a casa abbiamo litigato. Ho scritto su Instagram che ha cercato di soffocarmi con un cuscino e torcermi le braccia. Provai a scappare dalla stanza dell’hotel, ma lui non me lo permise. Poi sono riuscita a liberarmi e scappai a piedi nudi col telefono. Mi nascondevo nell’hotel ma lui mi ha scovata. Eravamo vicino all’entrata secondaria, piangevo e volevo scappare ma e lui voleva che tornassi in camera. Parlammo ma ho capito per ormai non c’era dialogo. Avevo paura, volevo scappare ma Sascha mi ha spinto contro il muro dicendomi che a nessuno sarebbe importato di me. Per fortuna è arrivato qualcuno, mi sono intrufolata alla gente e sono scappata fuori, a piedi nudi per strada. Fortunatamente avevo il telefono, ho chiamato un amico che mi ha ospitato dalla sua famiglia. Tutte le mie cose erano rimaste in hotel. Sascha mi ha telefonato e scritto diverse volte, io non volevo vederlo ma ho pensato che dovevamo parlare. Sono tornata in hotel. Chattavo con Sascha e abbiamo ricominciato a insultarci. Ero seduta nel bagno dell’hotel a piangere, quando lui è arrivato e ha lanciato le mie cose nella lobby dell’hotel. Non c’era il mio passaporto, non potevo andarmene da New York. Il giorno dopo è venuto alla casa del mio amico per fare pace. Non eravamo soli, abbiamo potuto parlare. Abbiamo ripreso la nostra relazione, durante US Open ero seduta nel suo box durante le partite, anche alla Laver Cup e in Cina. Poi ci siamo lasciati”.

    Sharypova ha confessato al portale russo di aver tenuto per sé questa brutta storia per paura, e che praticamente nessuno ne era al corrente, nemmeno l’amica Dasha Medvedeva o la famiglia di Sasha. Ha poi affermato di non aver scelto di parlare adesso, appena “esplosa” la notizia della paternità di Zverev, ma che è stato solo un caso. A conferma della sua versione ha rilasciato al portale russo gli screenshot delle chat, affermando “Voglio che Sascha capisca che ogni azione ha una reazione. Non ho testimoni, tutto è accaduto nel nostro privato, ma sono pronta a qualsiasi test che lo possa dimostrare”.
    L’intervista ha fatto velocemente il giro del mondo, così che nella tarda serata di ieri Zverev ha finalmente rotto il silenzio, scrivendo una nota sui propri canali social, in cui affronta le due vicende personali che lo riguardano. Ecco le sue scarne dichiarazioni: “Gli ultimi giorni sono stati una bella sfida per me. Diventerò padre a 23 anni. E non vedo l’ora che arrivi il bambino. Anche se io e Brenda non stiamo più insieme, abbiamo una buona relazione e mi prenderò le mie responsabilità come padre. Insieme ci prenderemo cura di questa creatura che sta crescendo. Non voglio dire nient’altro sulla questione perché è una cosa che riguarda la mia vita privata. Sono sicuro che io e Brenda gestiremo la cosa senza che i media siano ulteriormente coinvolti. Quindi, ci sono le infondate accuse della mia ex ragazza Olya Sharypova, che ho letto sui media oggi. Questo mi ha fatto molta tristezza. Ci conosciamo da quando eravamo bambini e abbiamo condiviso insieme moltissime cose. Mi dispiace molto che lei abbia rilasciato questa nota pubblica. Perché le accuse sono semplicemente false. Abbiamo avuto una relazione, ma è finita molto tempo fa. Perché Olya stia facendo ora queste accuse, non lo so. Spero solo che troveremo un modo per affrontarci di nuovo in maniera rispettosa e ragionevole”.
    Vedremo se la vicenda avrà altri strascichi. Al momento, nessuno dei due protagonisti ha parlato di denunce o altre vie legali.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Vienna: un ottimo Sinner supera Ruud in due set. Super sfida con Rublev al secondo turno

    Jannik Sinner

    Un ottimo Jannik Sinner vince il suo match d’esordio nell’ATP 500 di Vienna superando in due set (7-6 6-3) il norvegese Casper Ruud. Non era un match facile sulla carta: primo confronto tra i due, Ruud è uno dei tennisti più in ascesa nel 2020. Dotato un tennis solido, Casper non regala mai niente al rivale e fisicamente è sempre pronto alla lotta, su ogni palla.
    Sinner è stato bravo ad entrare bene in partita con i propri turni di servizio, resistere nelle (poche) occasioni in cui il rivale ha avuto la chance per l’allungo nel primo set, e quindi alzare il livello nel momento decisivo, il tiebreak del primo parziale. Un tiebreak giocato da campione, tra difese perfette e progressione in spinta mortale. Da lì Jannik non si è fermato, ha brekkato subito Ruud nel secondo ed è volato avanti 3-0. Qua arriva l’unica sbandata nel match, un calo di tensione che ha riportato il rivale in partita sul 3 pari. È una sbandata fortunatamente breve: sul 4-3 Jannik alza di nuovo il livello, un rovescio stretto clamoroso ed un diritto devastante gli regalano il secondo break nel set. Chiude l’azzurro al quarto match point.
    Un bel successo, conquistato con un crescendo notevole nella spinta e nella qualità del suo tennis, soprattutto nel tiebreak del primo set e nelle fasi finali del secondo parziale. Sicuro in tutti i fondamentali, Jannik è stato eccellente nell’inchiodare Ruud sulla diagonale del diritto e quindi accelerare in sicurezza in lungo linea; stessa tattica anche col rovescio, governa i ritmi sul cross e chiude all’improvviso lungo linea. Superiore l’azzurro nella potenza e nella gestione degli scambi in progressione, dove può diventare irresistibile e soverchiare l’avversario con un pressing che, palla dopo palla, ti stritola. Dove invece necessita di uno scatto crescita è nella continuità al servizio. Anche una piccola pausa di pochi minuti a questo livello può essere fatale. Per fortuna è stato bravissimo a superare la piccola sbandata, alzare di nuovo i ritmi e prendersi, di forza, il match. Un successo che gli regala un secondo turno “deluxe”: la sfida ad Andrey Rublev, uno dei migliori tennisti del 2020. Un match che sarà un altro test importantissimo per l’azzurro, un match tutto da gustare.

    Ecco la cronaca del match odierno vs. Ruud.
    Si inizia con Ruud alla battuta. Molto solido già dai primi colpi il norvegese con base alle Baleari presso la Rafa Nadal Academy. Tiene il game di servizio a 15, con tre ottime prime palle in campo. Sinner martella il rivale sul rovescio con i primi servizi, per poi sorprenderlo con un Ace al centro sul 30-15. Anche lui a 15 tiene servizio, 1 pari. Si scambia poco, la palla corre veloce in quest’inizio. La prima lunga schermaglia arriva nel terzo game, la vince Jannik: la sua progressione manda in crisi il rovescio di Casper. L’azzurro ha forse un po’ fretta nel cercare di imporre i suoi colpi in risposta, sbagliando qualche palla di troppo. Il set avanza seguendo i turni di servizio. La prima scossa arriva nel “fatidico” settimo game: risponde bene Jannik, il suo forcing da fondo lo porta a palla break. Prova a spaccare lo scambio col rovescio, ma la palla dell’azzurro vola lunga. Altra gran risposta di Sinner, seconda chance per scappare via. Ruud si salva con un volee bassa davvero ben giocata. Grande lotta nel game più lungo del match. Una schermaglia vinta sulla diagonale del rovescio porta Jannik alla terza palla break. Si prende un grand rischio Casper, accelera a tutta col diritto e pizzica la riga, imprendibile. Buon livello di tennis in questa fase. Ruud si salva dal game più complicato del match, si porta sul 4-3. Per la prima volta si arriva ai vantaggi anche con Sinner alla battuta, l’azzurro sfonda col diritto e si porta 4 pari. Decimo game, Sinner sbaglia un paio di palle per troppa fretta e si ritrova per la prima volta sotto 0-30 al servizio. E Rudd è a soli due punti dal set… Suona l’allarme in casa Sinner, e il servizio risponde “Presente”. Due Ace, un diritto potente, altra prima al corpo molto precisa. 4 punti di fila e 5 pari. Sinner si imballa al servizio sul 5-6, un doppio fallo consegna un set point a Ruud. Si salva Jannik: muove il rivale col diritto cross, termina largo il tentativo di winner in corsa del norvegese. Alla fine l’equilibrio non si rompe, il primo set si decide al tiebreak. Sinner allunga 3-1 con una difesa di rovescio estrema e perfetta, che porta Ruud ad esagerare nella spinta. Comanda gli scambi l’azzurro, piedi non lontani dalla riga di fondo, diritti precisi in progressione, Ruud è costretto a rincorrere ed alla fine sbagliare. Si gira 4-2 Sinner. L’ennesima bordata col diritto lungo linea dopo aver inchiodato l’avversario sulla diagonale cross vale il punto del 5-2. Il primo set point, sul 6-2, non si gioca: doppio fallo di Ruud, 7-2 Sinner. Un set meritato dall’azzurro, bravo a respingere i momenti di difficoltà (servendo dopo il rivale), ed alzare il livello nel tiebreak, giocato alla perfezione sia con la spinta che in difesa.
    Secondo set, si inizia con Jannik alla battuta. A 30 muove le score nel set, producendo il “solito” pressing preciso. Sul 30 pari nel secondo game, Jannik ribalta lo scambio – governato da Ruud – e tira un rovescio di una potenza devastante. Palla break Sinner! Ruud si salva con una pallata a tutta, ma esagera nella spinta nel punto seguente, concedendo una seconda palla break. Grande risposta di Sinner, letteralmente nei piedi, non la gestisce con accuratezza Casper. BREAK Sinner, avanti 2-0 nel secondo set. Forte del vantaggio, ora l’azzurro lascia correre il braccio, la combinazione servizio più diritto a chiudere è devastante. In un amen consolida il vantaggio, 3-0 Sinner. Quando tutto pareva già scritto, Ruud strappa all’improvviso il servizio a Sinner nel quinto game, con Jannik calato alla battuta (due doppi falli, incluso quello decisivo sulla palla break). Da 3-0 a 3 pari. Nell’ottavo game, con Jannik avanti 4-3, Ruud si imballa e Sinner spinge col rovescio. 0-30. Sinner coglie l’attivo, trova un’accelerazione stretta, velocissima e vincente di rovescio, un impatto regale. 0-40 e tre palle break per volare 5-3, a servire per il match. Trasforma la seconda: governa lo scambio coi piedi sulla riga di fondo e spara un diritto cross impressionante per velocità e angolo. BREAK Sinner, serve per il match sul 5-3. Vola 40-0, tre match point consecutivi, ma non ne trasforma nessuno, incluso un doppio fallo sul 40-30. Per fortuna non si fa prendere dalla frenesia, ricomincia a macinare il suo pressing e chiude finalmente al quarto match point. Bella vittoria e prossimo turno vs. Rublev, il quarto miglior giocatore al mondo nel 2020 per punti conquistati. Sarà una partita imperdibile.
    Marco Mazzoni

    ATP Vienna

    Casper Ruud
    6
    3

    Jannik Sinner
    7
    6

    Vincitore: J. SINNER

    Servizio
    Svolgimento
    Set 2

    J. Sinner

    15-0
    30-0
    40-0
    ace
    40-15
    40-30
    40-40
    df
    A-40

    3-5 → 3-6

    C. Ruud

    0-15
    0-30
    0-40
    15-40

    3-4 → 3-5

    J. Sinner

    15-0
    30-0
    40-0

    3-3 → 3-4

    C. Ruud

    15-0
    30-0
    40-0
    40-15
    40-30

    2-3 → 3-3

    J. Sinner

    15-0
    15-15
    15-30
    30-30
    30-40
    df
    df

    1-3 → 2-3

    C. Ruud

    0-15
    15-15
    30-15
    40-15
    ace

    0-3 → 1-3

    J. Sinner

    15-0
    30-0
    40-0
    40-15

    0-2 → 0-3

    C. Ruud

    15-0
    30-0
    30-15
    30-30
    df
    30-40
    40-40
    40-A

    0-1 → 0-2

    J. Sinner

    15-0
    30-0
    30-15
    30-30
    40-30

    0-0 → 0-1

    Servizio
    Svolgimento
    Set 1

    Tiebreak

    0*-0
    1-0*
    1-1*
    1*-2
    1*-3
    2-3*
    2-4*
    2*-5
    2*-6
    df

    6-6 → 6-7

    J. Sinner

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15
    40-30
    40-40
    40-A
    df
    40-40
    A-40
    40-40
    A-40

    6-5 → 6-6

    C. Ruud

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15

    5-5 → 6-5

    J. Sinner

    0-15
    0-30
    15-30
    30-30
    ace
    40-30
    ace

    5-4 → 5-5

    C. Ruud

    0-15
    15-15
    30-15
    40-15
    40-30
    df
    40-40
    A-40

    4-4 → 5-4

    J. Sinner

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15
    40-30
    df
    40-40
    A-40

    4-3 → 4-4

    C. Ruud

    15-0
    30-0
    40-0
    ace
    40-15
    40-30
    40-40
    40-A
    40-40
    40-A
    40-40
    A-40
    40-40
    40-A
    40-40
    A-40

    3-3 → 4-3

    J. Sinner

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15
    ace

    3-2 → 3-3

    C. Ruud

    15-0
    15-15
    15-30
    df
    30-30
    ace
    40-30

    2-2 → 3-2

    J. Sinner

    15-0
    30-0
    40-0
    ace

    2-1 → 2-2

    C. Ruud

    15-0
    ace
    15-15
    30-15
    30-30
    40-30

    1-1 → 2-1

    J. Sinner

    15-0
    15-15
    30-15
    40-15
    ace

    1-0 → 1-1

    C. Ruud

    15-0
    30-0
    30-15
    40-15

    0-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Esquire dedica il numero di novembre a Musetti, “non aprirò mai un profilo TikTok”

    L’astro nascente del tennis azzurro Lorenzo Musetti ha attirato l’attenzione del magazine Esquire (storica rivista fondata negli USA negli anni ’30, leader nel raccontare storie di moda, uomini e tendenze), che gli ha dedicato il servizio principale del numero di novembre, inclusa la copertina. All’interno troviamo un bel reportage fotografico, con Lorenzo che posa con […] LEGGI TUTTO

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    Nur Sultan, la “vecchia” Astana in un Kazakistan a tutto tennis (di Marco Mazzoni)

    Veduta di Nur Sultan, la “vecchia” Astana

    Il nuovo calendario ATP post-Covid ci ha regalato qualche bella sorpresa. Il torneo 250 in Sardegna è stato un bellissimo regalo per il nostro movimento, mai così forte e in ascesa. Sulla terra del Forte Village abbiamo vissuto una settimana assai intensa, grazie alle belle prestazioni di Musetti e soprattutto Cecchinato, ad un passo dalla vittoria finale.
    Scrutando il nuovo calendario, oltre alla conferma di molti indoor europei, è spuntato il 250 di Nur Sultan. Ok, bene per un nuovo torneo, ma in molti hanno pensato “dove diavolo si trova???”. Nur Sultan non è altro che il nuovo nome di Astana, avveniristica capitale del Kazakistan. Il cambio di nome è avvenuto lo scorso 23 marzo 2019, attraverso un decreto presidenziale in onore di Nursultan Ábishuly Nazarbaev, politico kazako che ha ricoperto il ruolo di leader e governante della nazione dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1990 fino al 2019. Il classico “uomo forte”, per molti una sorta di dittatore legalizzato da elezioni discutibili, come dimostra il fatto che dal 1991 è anche Presidente del Consiglio di Sicurezza del Kazakistan, un ruolo che manterrà a vita dopo aver lasciato la Presidenza a Qasym-Jomart Toqaev. Di fatto Nursultan resta il vero manovratore della politica nel paese, anche se da dietro le quinte.
    Il tennis nel grande paese asiatico si è sviluppato in modo impressionante, andando persino più veloce dello sviluppo economico e sociale della nazione. Attualmente nella classifica ATP troviamo due tennisti con passaporto kazako nella top100: Alexander Bublik (n.49, 23enne di discreto talento) e Mikhail Kukushkin (n.91, altra racchetta che può regalare spettacolo). Di passaporto, sì, perché in realtà entrambi sono russi trapiantati in Kazakistan con un cambio di nazionalità repentino. Tre invece le ragazze tre le top100 WTA: Elena Rybakina (21enne di ottimo livello, oggi al n.19), Yulia Putintseva (feroce lottatrice 25enne, attualmente al n.28) e Zarina Diyas, 27enne n.79 con un passato a ridosso delle top30. Zarina è la unica “vera” kazaka, nata ad Almaty e cresciuta in giro per il mondo e ad Astana, dove fu costruito un centro tecnico di allenamento straordinario qualche anno fa; Elena e Yulia sono invece moscovite, anche loro trapiantate in Kazakistan grazie a “buone opportunità” di crescita.
    Per scoprire qualcosa in più sul Kazakistan e sulla crescita vertiginosa del tennis nel paese dopo la sua indipendenza, riproponiamo parte di un articolo scritto nel settembre 2014, quando fu sorteggiato il tabellone 2015 di Coppa Davis. All’Italia toccò la trasferta ad Astana, una spedizione non fortunata visto che il nostro tram purtroppo perse la sfida 3-2.
    Da allora di cose ne sono cambiate, alcuni giocatori citati hanno smesso, altri giovani si stanno affacciando dalle retrovie, primi prodotti del nuovo settore tecnico; ma resta il racconto di come furono poste le basi del tennis kazako: fortissimi investimenti in strutture e allenatori, inclusa una sorta di “campagna acquisti” tra i giocatori ex-sovietici, ben felici di accettare un cambio di passaporto verso un paese emergente e ricchissimo. Ecco qua l’estratto.

    (settembre 2014)
    La trasferta in Kazakistan oltre all’aspetto sportivo è molto intrigante per il fattore ambientale. Sarà l’occasione per aprire una piccola finestra su di un mondo poco conosciuto, quello del paese asiatico e di Astana, un luogo che sfido chiunque a trovare sulla cartina geografica senza indugio, come faremmo per Londra, New York o Rio de Janeiro. Del resto di turismo italico o internazionale da quelle parti ce n’è ancora poco, riservato a veri avventurieri (magari tostissimi bikers alla ricerca delle “rotte della Seta” di Marco Polo) o lungimiranti imprenditori, anche se il paese sta cercando di aprirsi al mondo visto il suo enorme tasso di sviluppo economico ed i grandi investimenti in infrastrutture e visibilità.
    Chi ha avuto il coraggio di avventurarsi fin là è tornato con un carico di esperienze notevoli. La natura è estrema: si passa da una sterminata steppa arida a zone verdi e rigogliose, con splendide tracce della sua storia millenaria e delle tante influenze che hanno plasmato il paese – in primis quella islamica. La popolazione è varia come etnie, fiera delle proprie tradizioni e molto ospitale, pronta a vivere un futuro tecnologico in mezzo a sapori forti e tradizioni antichissime lasciate da arabi, ottomani, russi, mongoli e tanti altri ancora. Chi pensa ad Astana (la nuova capitale) e al paese come una landa desolata abitata da poveri allevatori ha un’immagine molto lontana dalla realtà attuale. Quella è una cartolina antica, delle immense lande semi desertiche che riempiono gli spazi sterminati (è la nona nazione più estesa al mondo, la più grande senza uno sbocco sul mare!) o del periodo post sovietico, che ha ingrigito tutto. Oggi il Kazakistan sta cambiando faccia velocemente, sfruttando gli enormi introiti delle sue immense ricchezze minerarie. Astana è un cantiere a cielo aperto, in cui svettano edifici avveniristici con uffici delle più importanti compagnie nazionali ed internazionali, inclusi shop all’ultima moda e ristoranti che si sono accaparrati (con lauti ingaggi) i migliori chef internazionali, per servire una cucina gourmet fusion soprattutto a ricchi uomini d’affari che spesso viaggiano da queste parti. Pure la night life pare sia molto vivace, animata da showgirls che niente hanno da invidiare a quelle delle principali mete turistiche mondiali. Si lavora a 360°, come ad esempio per trasformare il paese nel principale polo sciistico asiatico. I soldi per gli investimenti non mancano. Infatti in termini di risorse naturali il Kazakistan è il paese con la maggiore ricchezza pro capite al mondo, anche se come tutti i paesi in via sviluppo la distribuzione della ricchezza è totalmente diseguale, come la corruzione dilagante e un regionalismo profondamente radicato e che ostacola l’integrazione. Eppure la “vecchia” Europa ha capito immediatamente il ruolo strategico del paese per le sue ricchezze energetiche, tanto che i leader occidentali più volte hanno incontrato il discusso Presidente kazako Nazarbayev per implementare ed arricchire collaborazioni e investimenti. Il Kazakistan non nasconde l’ambizione di diventare paese leader nell’area, forte delle sue ricchezze e spregiudicato negli investimenti. Anche nello sport. Il nome Astana è notissimo agli appassionati del ciclismo grazie al Pro Team, squadra di cui ha fatto parte Alberto Contador, Aleksandr Vinokurov e il nostro Vincenzo Nibali, vincitore della Vuelta di Spagna 2010, del giro d’Italia 2013 e Tour de France quest’anno (2014).

    Il tennis è la punta di diamante dello sviluppo sportivo e dell’immagine internazionale del Kazakistan. Fino a pochi anni fa il nostro sport nel paese era praticamente sconosciuto. Di campi ce n’erano pochissimi, in terra ma… non la terra battuta a noi amica, bensì una strana sabbia biancastra che i venti spazzavano via inesorabilmente. Racchette e palle erano scarti dalla Russia o fondi di magazzino presi chissà dove. Il settore tecnico era inesistente, come la cultura del gioco e il livello internazionale. Fino all’esplosione massiccia grazie all’intervento di Bulat Utemuratov, un miliardario uomo d’affari kazako e consigliere del presidente Nursultan Nazarbayev. Utemuratov, ottavo nella lista degli uomini più ricchi del mondo nel 2009 per Forbes, è letteralmente malato di tennis, un po’ come lo fu Boris Yeltsin, decisivo all’enorme sviluppo del tennis in Russia nei ’90s. Utemuratov fu nominato a capo del tennis kazako, e liquidò le sue azioni dell’Atf, quinta banca del Paese, investendo pesantemente nel “progetto Davis”: entrare prima possibile nel World Group e quindi cercare di vincere la coppa, massimo in 10 anni. Come fare, partendo da zero? Semplice: si compra. Tutto. Tecnici, materiali, campi, persino giocatori perché di aspettare non aveva proprio voglia, come tutti i neo-ricchi russi, profeti del tutto e subito, del “tutto ha un costo, e noi paghiamo…”. Fu attuata una politica spregiudicata di nazionalizzazione di giocatori russi (e qualche ucraino) “disponibili”, grazie anche ad ottimi rapporti con la ferdetennis russa, che lussureggiando con tanti giocatori acconsentì volentieri a mollarne qualcuno – politica poco ben poco lungimirante…
    Il business plan fu ben congegnato. Primo passo: le strutture. Campi costruiti a iosa, ovunque, anche in zone remote che necessitavano con urgenza di strade o acquedotti. Oltre alla diffusione capillare per creare un paese “tennis oriented”, si sono costruiti alcuni centri tecnici e strutture d’eccellenza, per far fronte al clima estremo (freddissimo d’inverno e caldissimo d’estate) del paese, come l’incredibile Astana’s Daulet Tennis Complex. Costruite anche foresterie e alloggi, il paese è enorme e gli spostamenti non sono facili. Quindi si passò ai tecnici: furono ingaggiati moltissimi allenatori per costruire una base nel paese, inclusi alcuni tecnici di altissimo livello per i “neo Kazaki” in arrivo, per far credere loro nel progetto, che questo non era una capriccio di un annoiato uomo d’affari ma la volontà di creare un sistema tennis, di massimo livello e vincente. Tra i tecnici, uno dei più noti è stato Eric Van Harpen, ex coach di Arantxa Sanchez, Conchita Martinez ed Anna Kournikova, impegnato molte settimane all’anno con la federtennis kazaka. Un paio d’anni fa disse: “Senza Bulat, il Kazakistan non sarebbe sulla mappa del tennis! Vero che sono state investite somme enormi, impossibili per la maggior parte dei paesi, ma il progetto è serio, la passione enorme e c’è tanta voglia di fare bene”. Però quando si cerca di indagare di più sulla “campagna acquisti” giocatori, ossia coloro che hanno cambiato passaporto, tutti tendono a glissare. La faccenda non è chiarissima, anche se per uno nato in un paese ex URSS il cambio di nazionalità anche a livello legale è piuttosto semplice. Le voci in merito non sono tutte concordanti. Alcuni in Russia non l’hanno presa così bene, altri invece hanno quasi incoraggiato il sistema kazako, come il capitano di Davis russo Shamil Tarpischev che nel 2010 dichiarò alla tv: “Il sistema ha aiutato molti tennisti nati in Russia a crescere, grazie agli ingaggi da parte della federazione kazaka. Tutto il movimento ne beneficerà”. Sulla stessa lunghezza d’onda la campionessa di Roland Garros Anastasia Myskina: “Il denaro è un fattore decisivo nel tennis, inutile prendersi in giro. Un giocatore per crescere e poi mantenersi deve girare, avere un coach, un fisioterapista, uno staff, delle strutture in cui allenarsi. In Russia in questo momento la situazione è bloccata, molti tecnici sono andati via e non c’è più il fermento di qualche anno fa. Il Kazakistan è un paese amico, vicino, che ha investito tanto ed è giusto che abbia buoni giocatori, anche se nati in Russia”. Non solo uomini. Tante sono le ragazze russe diventate kazake, come Yaroslava Shvedova (passata all’onore della cronaca anche per il suo clamoroso “Golden set” rifilato alla nostra Errani a Wimbledon…) o la giovane promettente Yulia Putintseva. Proprio la moscovita Shvedova ha dichiarato tempo fa: “Non ero una top player per la federtennis russa, così mi ha dato via libera. Adesso non ho più pensieri sul lato economico e per le strutture dove allenarmi, e così sono totalmente libera e concentrata sul mio gioco”. Zero pensieri economici… ma quanto guadagnano questi nuovi kazaki per aver accettato il “disturbo” del cambio di nazionalità? Nessuno ha confermato, ma si parla di 1 milione di dollari all’anno, ottenendo una base di risultati minimi. I vari kazaki sono totalmente abbottonati sul tema, come Evgeney Korolev che intervistato qualche anno fa sul tema rispose seccamente “1 milione? Non lo posso dire… ma posso affermare che sono russo e sarò sempre russo. Questo è un business. Ho ricevuto un’ottima proposta dalla federazione kazaka e sono felice di rappresentarli. Stanno costruendo città, non solo campi da tennis, è gente ricca e ambiziosa, e si prendono cura di noi tennisti, si informano di cosa abbiamo bisogno e provvedono, tutte cose che in Russia non erano più possibili…”. Rincara la dosa la Karatantcheva, che nel 2012 disse: “Il centro di Astana sembra il paradiso. Van Harpen ha pazienza e conosce il gioco, qua sì che un tennista può crescere bene”. Però i metodi adottati dal sistema junior sono selettivi: “Ti danno tutto, supporto tecnico, strutture, ma devi migliorare e dare il massimo. Se in un anno o poco più non cresciti, sei out” dicono i tecnici, oggi presenti in tutte le aree del paese grazie a centri periferici che sono stati costruiti ovunque. Nota la storia di Golubev, che è cresciuto a Bra fin da giovane con l’ottimo coach Puci. Proprio il “kazako piemontese” è molto positivo sulla crescita del tennis nel suo nuovo paese: “Il processo di crescita del tennis in Kazakistan è cosa recente, ma ci sono tutte le condizioni perché abbia successo, ed in tempi piuttosto veloci. I migliori giovani sono spesso a contatto con noi, vedono come lavoriamo e quel che serve per emergere, e di sicuro faranno tesoro di tutte le risorse messe loro a disposizione per crescere. Il mio consiglio a loro è quello porsi alti obiettivi e non lasciare niente di intentato per raggiungerli”.
    L’enorme fermento tecnico pare stia riscuotendo successo nel paese. Da sport praticamente sconosciuto, oggi tutti seguono il tennis in tv, come dimostra il fatto che il Kazakistan sia il paese che negli ultimi anni ha avuto il maggior tasso di sviluppo al mondo nella diffusione di satelliti e tv via cavo, proprio per seguire i loro beniamini armati di racchetta. Del resto un cittadino medio negli ultimi 20 anni ha visto aumentare il proprio reddito pro capite del 1200%, incluse la possibilità di viaggiare al di fuori del paese per scoprire il mondo, anche grazie alla passione per il tennis. Non è un caso che le agenzie di viaggi offrono pacchetti per Londra, Parigi, New York ecc. proprio in occasione dei più grandi tornei, e sono i più richiesti in assoluto”.Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas: “Quest’anno sono cresciuto affrontando la sofferenza, in campo e fuori”

    Stefanos Tsitsipas

    Stefanos Tsitsipas ha rilasciato interessanti dichiarazioni nella press conference introduttiva al torneo di Vienna, dove è la terza testa di serie e sfiderà al primo turno il tedesco Struff. Con un line-up davvero notevole, il torneo ATP 500 di questa settimana sarà una tappa di avvicinamento alle Finals molto probante per Stefanos, campione in carica al Masters di fine anno.
    “Sì, le Finals sono un grande obiettivo, ma adesso non ci sto pensando affatto. Sono del tutto focalizzato su questa settimana, quindi andrò a Bercy e anche lì voglio disputare un ottimo torneo. Sento che in questi tornei posso fare molto bene, portare in campo una versione migliore di Stefanos, sono davvero felice di essere qua adesso. Sono grato per la possibilità di poter giocare questi tornei importanti, nonostante la situazione che stiamo vivendo a livello mondiale”.

    Il greco ha spiegato il perché dell’avvio stentato alla ripresa in America, e poi l’ottimo tennis mostrato sulla terra in Europa, con la finale ad Amburgo e la semifinale a Roland Garros: “E’ stato un periodo in cui ho provato e testato nuove cose in campo, sia durante la US Open swing che a Roma. Quindi ho deciso di ritornare al mio vecchio gioco e mi sono subito sentito a mio agio, ho ritrovato la fiducia in campo e si sono visti i risultati”.
    Tsitsipas crede di esser cambiato in questo 2020 così complicato: “Affrontare il dolore in campo e fuori quest’anno mi ha fatto crescere. Ho imparato un secco di lezioni sul gioco e per la mia vita. Ho giocato diversi match dalla ripresa, ma non quanti speravo di poter disputare. Il Covid-19 ha reso tutto così difficile quest’anno, ma è bello ora essere qua”. LEGGI TUTTO

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    Liveblog: Sinner vs. Simon, quarti di finale ATP 250 Colonia2

    Jannik Sinner in campo a Colonia

    La partita punto per punto

    ATP Cologne 2

    Gilles Simon•
    0
    1

    Jannik Sinner
    0
    0

    Servizio
    Svolgimento
    Set 1

    J. Sinner

    15-0
    15-15
    15-30
    15-40

    0-0 → 1-0

    Jannik Sinner sfida Gilles Simon nel quarti dell’ATP 250 di Colonia 2. Una sfida inedita, nessun precedente tra i due giocatori.

    14:08 – Inizia il riscaldamento, Simon è reduce dal bel successo su Denis Shapovalov; Sinner ha sconfitto nettamente Herbert

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Nadal in gara nel weekend in un torneo professionistico di golf

    Rafa Nadal, talento anche nel golf

    Il talento di uno sportivo lo dimostra anche il suo eclettismo. Rafa Nadal è un talento immenso, capace di eccellere anche in altre discipline. Che il super campione iberico fosse un grande appassionato di golf è noto, ma che avesse un livello così alto da permettergli di giocare un torneo professionistico lo sapevano in pochi. Rafa nel tempo ha accumulato un handicap di +0,3, di fatto lo stesso livello dei giocatori professionali (per chi non mastica di golf, in pratica l’handicap è un sistema che permette ai giocatori meno esperti di poter competere il più possibile ad “armi pari” con giocatori più bravi, utilizzando un sistema “a vantaggio”, detto handicap). Nadal giocando con golfisti pro non avrebbe dei colpi di vantaggio sul computo totale (par) visto il suo handicap quasi a zero.

    Il prossimo weekend Rafa scenderà in campo sui green delle Baleari non armato sulla sua fida racchetta ma con le mazze da golf, impegnato in un torneo di golf professionistico: Campeonato de Baleares de golf para profesionales. Nadal sarà uno dei 60 invitati (23 Pro e 37 amatori con handicap inferiore a 11,4) presso il Golf Maioris, dove verrà eletto il nuovo Campeón de Baleares de Profesionales.
    In torneo si disputerà dal 24 al 26 ottobre, assegnerà punti per il World Amateur Golf Ranking. Il programma stabilito dalla Federación Balear de golf prevede lo svolgimento con la modalità “stroke play scratch” individual, con percorsi di 18 buche al giorno. In gara i Pro iberici Toni Ferrer (campione 2015), Sebastián García (2016 y 2017) e Joan González-Camarero (2018), ed anche tre donne, tra cui la professionista Nuria Iturrioz.
    Rafa è un golfista non solo appassionato ma… assai metodico, proprio come nel tennis. In preparazione del Campeonato de Baleares, lo scorso weekend infatti ha giocato il V Test Circuit Hexagonal – Autovidal, che si è tenuto presso il T-Golf & Country Club, a Calvià, arrivando secondo.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO