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    Buon ingresso negli “anta”, caro Roger (di Marco Mazzoni)

    Roger Federer, nato l’8 agosto 1981

    Nel 40esimo compleanno di Roger Federer, scelgo di fargli i miei personalissimi auguri senza un contributo storico, celebrativo. Preferisco raccontare come l’ho conosciuto, la mia prima volta con lui di fronte. Parecchi anni fa. Era il 13 aprile 1998…

    La palla corre carica d’effetto, uncinata dal dritto già potente di Filippo Volandri, speranza del nostro tennis. È veloce. Fila via sopra la rete, maligna, con un angolo cross importante. I miei occhi sono rapiti dalla sfera che avanza sicura nell’aria tersa di quella domenica mattina di aprile, schivando sicura il polline che gli alti alberi del parco delle Cascine dispensano fin troppo generosamente. Non c’è vento. Il silenzio regna in tribuna tra la centinaia di spettatori accorsi per la finale del più importante evento giovanile fiorentino, ITF Under18. Questa la prima istantanea di quella mattina, appena entrato (di corsa) sul centrale del CT Firenze.
    Sono in ritardo, è difficile trovare parcheggio intorno al club, molti hanno pensato di portare i figli al parco approfittando del primo pallido sole primaverile. Entrato di corsa fino all’angolo destro del campo, il mio sguardo è subito calamitato sullo scambio in corso, su Filippo che aveva appena colpito. Su quella palla così liftata da arrampicarsi vigorosa ben oltre il mio sguardo, e che ora arriva giusto dritta verso di me. Quasi che Filippo avesse voluto punire con una “pallata” la mia maleducazione per essermi avvicinato al campo con il gioco in corso.
    Resto come sospeso in quell’attimo, seguendo la traiettoria angolata della palla. Sento ansimare, passi rapidi e sicuri marcano la terra rossa fiorentina, che ha conosciuto campioni come Panatta e Ramirez, Muster, Ivanisevic e tanti altri. Entra finalmente nel mio campo visivo l’altro giocatore, per il quale – oltre a Filippo – m’ero spinto nel giorno di pasquetta ’98 sino in riva all’Arno: Roger Federer. Non l’avevo mai visto in faccia. Non sapevo che aspetto avesse. Ignoravo che tipo di tennis giocasse. Svizzero poi, mica un junior svedese o francese… Però alle mie scrupolose indagini non era passato inosservato il suo ranking ITF, n.1 con un anno e mezzo d’anticipo sui canonici 18. La sua racchetta è lo Stradivari del tennis, Wilson ProStaff 85, accessibile solo a pochi eletti. Indizi di qualità.
    Con i suoi 350 grammi abbondanti di sostanza e magia, la racchetta di Federer si scaglia con violenta sicurezza sulla palla di Volandri, mulinando nell’aria, a pochi metri dalla mia faccia, uno swing imperioso. Un lampo. Impatto secco, con un leggero spin di controllo, in totale allungo con il braccio ben disteso in avanti ed un minimo gioco del polso, fino a terminare la sua corsa dietro alla spalla sinistra. I miei occhi sono perfettamente ortogonali alla traiettoria di uscita del colpo di Federer. Sgrano lo sguardo, non è possibile… La palla muore subito al di là della rete, stretta, velocissima, imprendibile. Dopo qualche istante di muto sconcerto, qualche spettatore applaude. Volandri guarda allibito. La faccia di Roger non accenna la minima emozione, sprezzante, quasi a dire “Beh? Che c’è di strano?”.
    Mi colpisce il suo sguardo molto cupo, intenso. Emana qualcosa di speciale. Mi siedo senza riuscire a staccarmi da quel volto segnato da una profonda inquietudine. Mi scuote, mi aspettavo tutt’altro, e forse per questo mi intriga. Chiedo al mio vicino di posto, un anziano dall’aria sveglia: “Quanto stanno?”. “È avanti l’altro” (che sarebbe Federer). “Ne ha giocati altri di colpi così?”. “Parecchi!”
    Si dice che gli appuntamenti al buio siano pericolosi, può capitarti di tutto, comprese tremende delusioni. Ma a volte scattano colpi di fulmine, incontri che cambiano una vita. Quel giorno successe a me. Non sapevo cosa sarebbe successo, speravo solo di assistere ad un bel match di tennis, ammirando in campo un “possibile” buon giocatore italiano, contro uno che “si dice” sia un talento. Quel giorno ho conosciuto cosa sia Il Tennis. Alla massima potenza. Ho incontrato, lì a due metri da me, Roger Federer.
    L’incontro terminerà 7-6 6-3 per il futuro campionissimo del tennis moderno, con un susseguirsi di colpi straordinari. Un campionario completo di onnipotenza tecnica e tennistica, nonostante la strenua e coraggiosa opposizione di un buonissimo Volandri. Quel pubblico prima ostile ora applaude convinto lo svizzero, restando semmai basito da qualche reazione scomposta di Roger a suoi banali errori che, nonostante il punteggio favorevole, sottolineava con enfasi eccessiva. Lanci di racchetta compresi, schifato da sporadici unforced in mezzo ad una sinfonia tennistica. Infastidito dai suoi errori gratuiti quanto da quelle ciocche di capelli che si ostinava a ordinare con dovizia di lendliana memoria, ma inesorabilmente ribelli dopo ogni scatto felino. Quell’edizione degli Internazionali junior di Firenze non la ricordo solo io. Non sarà facile che passi di nuovo sui courts fiorentini un talento così cristallino. I miracoli difficilmente si ripetono.
    Questo il racconto del mio incontro ravvicinato con Roger Federer, per alcuni il più forte di tutti i tempi, divino. Io preferisco definirlo come colui che incarna il tennis più di ogni altro campione da me ammirato in oltre trentacinque anni di passione per questo sport. A detta non solo della mia penna, ma anche di chi ha vissuto una vita intera aggirandosi tra i vari courts del mondo, cavalcando epoche e campioni immortali, forse nessuno meglio di Roger è riuscito ad unire così mirabilmente gli ingredienti che rendono il tennis uno sport così diverso da tutte le altre arti umane, terribilmente difficile ed affascinante. Federer è una Treccani vivente della tecnica classica, ma interpretata in chiave modernissima. Incarna una completezza tecnica assoluta espressa all’ennesima potenza, grazie a cui è riuscito a dominare ogni millimetro del campo e ogni situazione di gioco con totale nonchalance. È un atleta così elastico, esplosivo e resistente da non cadere quasi mai in affanno, rasentando la perfezione stilistica con terribile efficacia. Bello e vincente, anche se fragile nella pugna. Quello che personalmente mi ha sempre impressionato vedendolo giocare è la naturale facilità del suo tennis, quella sensazione di composta onnipotenza che trasuda nella sue giocate. Federer è stato capace di rendere possibili le soluzioni più ardite, il tutto senza mai apparire come un miracolo balistico ma come qualcosa di normale. Per gli amanti dei gesti bianchi, fermi oppositori della strapotenza fisica applicata all’arte della racchetta, tutt’ora ancorati a radici secolari di armonie e leggerezze, Federer è stato una manna dal cielo.
    Inutile raccontare oggi, nel giorno del suo 40esimo compleanno, vittorie, imprese, record, ma anche tremende sconfitte e terribili delusioni; gli stenti e dubbi dell’inizio carriera, due lustri di vittorie strepitose, i primati assoluti; quindi il calo, la rinascita, fino al sogno di chiudere alzando di nuovo LA coppa, infranto di qualche centimetro un paio d’estati fa e trasformatosi in un incubo e game over. Per questo, ci sono i libri di storia.
    Adoro profondamente il tennis di Federer, che considero il più elegante e completo mai visto su di un campo da tennis nell’era moderna, totale, inarrivabile. Ma ammetto di non essere riuscito a tifarlo (tifo, che brutta parola…) come accadde con Edberg, perché Stefan era altrettanto bello, ma più debole e raggiungibile. Vedere lo svedese sfidare eserciti di bombardieri armato solo della sua funambolica grazia mista a coraggio mi aizzava come un soldato d’assalto, pronto a saltare la trincea per accompagnarlo in ogni scontro. Con Roger è più difficile immedesimarsi. Fin troppo perfetto il suo incedere e la sua prestazione, troppo alta da raggiungerla nel mio piccolo mondo, così terreno, così imperfetto. Solo grande, sterminata ammirazione, assaporando lentamente le gioie che regala il suo tennis. I gesti di Roger fanno rivivere il meglio di 500 anni di tennis, una sinfonia dell’arte della racchetta portata ai giorni nostri. È un Lewis Hoad del 2000, scaturito dalla simbiosi tra la classe a tutto campo di Sampras, l’anticipo su colpi piatti di Agassi, la consistenza fisica di un Borg e l’eleganza di un Edberg. Scacco Matto. È l’evoluzione massima della tecnica classica reinterpretata a velocità del futuro. Il suo fisico naturalmente forte, esplosivo e resistente è stato la base indispensabile per consentirgli di arrivare ad un livello di gioco così elevato. Elastico, efficiente, raffinato, mai scomposto. Regale.
    Anche i Re, purtroppo, invecchiano. Caro Roger, lo spettro del tuo prossimo ritiro atterrisce i tuoi milioni di tifosi, devastati della prospettiva di perdere non solo il proprio idolo ma uno stile di gioco. È la vita. Tutto scorre, tutto passa. Preferisco vedere l’altra faccia della medaglia, ossia abbandonare una legittima nostalgia e sottolineare quanto mi ritenga fortunato per aver potuto vivere (e raccontare) le gesta di un tennista così sontuoso, bello e impossibile nella sua classe e fragilità. La più bella eredità di Federer non sono i record, le vittorie, le coppe, ma l’aver tramandato un gioco rinnovandolo, alzando l’asticella. Dimostrando che anche nel 2020 si può ancora interpretare i canoni massimi di una disciplina di destrezza alle velocità e consistenze del nuovo secolo. La perfezione non esiste, non è cosa per noi umani. Ma su di un campo da tennis se mai qualcuno ci è andato davvero vicino, questo è stato Roger Federer.
    Buon ingresso negli ‘anta Roger. Alla fine, non si sta poi così male…
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    ATP 500 Washington: Sinner-express! Supera Brooksby con una prestazione molto solida, vola in finale, la prima in un 500

    Sinner a Washington

    Jannik Sinner cresce partita dopo partita a Washington. Con una prestazione molto solida in tutti i fondamentali supera 7-6 6-1 il giovane emergente Jenson Brooksby, guadagnandosi la finale del 500 americano. Buono il rendimento del servizio, eccellente quello del rovescio grazie a cui ha vinto la “sfida” sulla diagonale di sinistra, dove il 20enne americano è molto forte. Grande ritmo, grande progressione, ha stroncato il rivale con un pressing asfissiante. Ma l’aspetto più importante è quello mentale, come si è salvato nel dodicesimo game e da lì non si è fermato più. Travolgente.

    A breve il commento completo, ecco la cronaca della partita

    La prima semifinale dell’ATP 500 di Washington inizia con Brooksby al servizio. Muove subito lo scambio il giovane americano, palla corta, tagli, improvvisi strappi col rovescio. 40-0. Il primo scambio di ritmo lo vince Sinner, sbaglia col diritto Jenson. Anche nel punto seguente, scambio fotocopia: quando Jannik prende ritmo e sposta il rivale, Brooksby va in difficoltà. Con uno scambio rocambolesco, il ventenne di Sacramento vince il primo game. Sinner serve. Prima in campo e poi Ace. Altra prima esterna veloce e angolata. Tre prime – > Tre punti. Anche Jannik vince il suo primo game senza patemi, con un buon ritmo, 1 pari. Si gioca con grande velocità, nel terzo game anche Jenson spinge forte, con i piedi molto vicini alla riga se non dentro al campo, e cerca il vincente. Tennis ricco di adrenalina, si cerca il punto, la palla viaggia a mille. 2-1 Brooksby. Bene anche Sinner al servizio, è sicuro in progressione e rapido nel verticalizzare. Alla prima palla più corta, via dentro a tutta e avanti a prendersi il punto di volo o nei pressi della rete. A zero si porta 2 pari. Il set scorre molto rapido sui game di servizio, entrambi spingono forte e prendono l’iniziativa. Si gioca un po’ “a specchio” in questa fase. Nel “fatidico” settimo game, Brooksby va in difficoltà. Sbaglia un paio di colpi sul bel ritmo di Jannik, lo score è 15-30. Mette una toppa Jenson con un paio di accelerazioni di rovescio lungo linea, che portano l’azzurro a sbagliare. In calo il servizio in questo game, ma il diritto è fulminante in lungo linea, è bravissimo l’americano nel prendere l’iniziativa nel primo colpo all’uscita dal servizio, qualità importantissima nel tennis di oggi. 4-3 Brooksby. Jannik non è da meno, serve bene finora ed entra deciso sulla risposta di Jenson, imponendo i suoi fendenti. 4 pari. Impressionante la manualità col rovescio bimane di Brooksby, come riesce a tagliare la palla, cambiare da colpetto di tocco ad accelerazione secca e poi spinta in topspin, roba da Florian Mayer con sprazzi di Santoro. Si porta 5-4, ora Jannik serve per restare nel set. Nessun problema, l’azzurro vola 5 pari, molto bravo ad avanzare per raccogliere la spinta. Undicesimo game, il match si accende! Jannik vince uno scambio durissimo e si porta 15-30. Sul 30 pari Brooksby sbaglia un rovescio cross ed arriva il 30-40, prima palla break del match. E niente prima in campo… Che freddezza Jenson! Tocca una smorzata di rovescio perfetta, Jannik rincorre ma non riesce a “parare” a rete il passante. Si salva l’americano, avanti 6-5. La “garra” cresce ancora nel 12esimo game. Jenson rimette tutto in difesa, e quindi trova in allungo una risposta incredibile vincente, che lo manda 0-30. Super aggressivo l’americano, comanda si porta 0-40, Tre Set Point! Cancella il primo con un servizio potente “in pancia”; muove il rivale con un improvviso back di rovescio, e lo porta a sbagliare; gran seconda “kick”, e la risposta vola via. Che pressing, che freddezza l’azzurro, con 5 punti di fila, tutti giocati molto bene, si salva e approda al tiebreak, conclusione più giusta per un set molto equilibrato. TIEBREAK TIME. Inizia bene l’azzurro, intuisce la smorzata, corre velocissimo e tocca alla grande frenando a-la-djokovic. 1-0 Sinner e servizio. 2-0, combinazione servizio e diritto perfetta. Sbaglia un rovescio l’altoatesino, siamo 2-1 ma ora serve l’americano. Un altro errore costa a Jenson il 3-1 per Jannik. Con un perfetto Ace esterno, si gira 4-2, gran tennis. Altro servizio potente, 5-2. Ancora un errore dell’americano, Sinner non regala niente, è preciso e continuo della spinta. 6-2, 4 Set Point Sinner! Un’altra smorzata sbagliata costa a Jenson il punto del 7-2. Set SINNER, molto bene al tiebreak, ma soprattuto per come ha recuperato sotto 0-40 sul 5-6. GRANITICO.
    Secondo set, Jannik scatta alla battuta. Serve bene, ma soprattutto impone un ritmo altissimo sul rovescio, e Jenson perde la misura nel tentativo di uscire dalla morsa sul lato sinistro, anche perché quando taglia o accorcia, l’azzurro oggi è rapidissimo coi piedi ad avanzare, trovare la distanza ideale e sparare. 1-0 Sinner, che anche in risposta è bravo a ribaltare da difesa ad attacco, portandosi 15-30. Il pubblico sostiene Brooksby, adesso in difficoltà nel contenere l’azzurro. Esagera nella spinta, cercando di chiudere l’angolo Jannik. Con grande sofferenza e “gambe”, Jenson vince un paio di scambi molto duri, impatta 1-1. Anche in risposta Brooksby spinge a tutta ora, cerca di mettere alle corde l’azzurro, ma è in difficoltà a gestire le seconde di servizio molto cariche di Jannik. Con una bella prima esterna, si porta 2-1 Sinner. Quarto game, l’azzurro è super aggressivo in risposta, pallate violente e profonde, Brooksby va in difficoltà. 15-30 e poi 15-40, ancora con una risposta molto precisa. Due palle break per Sinner. e…BREAK! Ancora una smorzata di Jenson, che Jannik legge bene, corre e poi chiude con un volée altissima, ben controllata. Un po’ “sciagurata” la gestione delle palle break dell’americano, che è quasi scappato dallo scambio. Sinner avanti 3-1. Consolida il vantaggio con un game di servizio perfetto, prime in campo, colpi veloci e sicuri, poco rischio e alto rendimento. 4-1, la finale è molto vicina. Jenson lotta, continua a spingere, ma ora arrivano gli errori. Si va ai vantaggi nel sesto game, arriva la palla del doppio break. Brooksby rischia col rovescio, spinge a tutta ma l’ultimo colpo – un cross potente – esce di una spanna. Secondo Break per Sinner, avanti 5-1 e servizio. Solo seconde di servizio nell’ultimo game, ma sono palle cariche, che segue con il suo pressing micidiale, palla dopo palla. GAME SET MATCH SINNER! È la prima finale di un ATP 500 per lui.
    Davvero una vittoria importante per l’azzurro, che non solo gli regala la finale del torneo, ma soprattutto conferma che Jannik ha ritrovato il suo miglior tennis in spinta e progressione, a tratti irresistibile, e che mentalmente è una vera roccia. Granitico!

    Marco Mazzoni

    [5] Jannik Sinner vs [WC] Jenson Brooksby (non prima ore: 22:00)ATP ATP Washington Sinner J.76 Brooksby J.61 Vincitore: Sinner J. ServizioSvolgimentoSet 2Sinner J. 15-0 15-15 30-15 40-155-1 → 6-1Brooksby J. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A4-1 → 5-1Sinner J. 0-15 15-15 30-15 40-153-1 → 4-1Brooksby J. 15-0 15-15 15-30 15-402-1 → 3-1Sinner J. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-1 → 2-1Brooksby J. 15-0 15-15 15-30 30-30 40-301-0 → 1-1Sinner J. 15-0 30-0 40-0 40-150-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 0-0* 1*-0 2*-0 2-1* 3-1* 3*-2 4*-2 5-2* 6-2*6-6 → 7-6Sinner J. 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-405-6 → 6-6Brooksby J. 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-405-5 → 5-6Sinner J. 15-0 15-15 30-15 40-154-5 → 5-5Brooksby J. 15-0 30-0 40-04-4 → 4-5Sinner J. 15-0 30-0 30-15 40-153-4 → 4-4Brooksby J. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-3 → 3-4Sinner J. 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3Brooksby J. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-302-2 → 2-3Sinner J. 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2Brooksby J. 15-0 15-15 30-15 40-151-1 → 1-2Sinner J. 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-1 → 1-1Brooksby J. 15-0 30-0 40-0 40-15 40-300-0 → 0-1
    6 Aces 01 Double Faults 053% (30/57) 1st Serve 68% (40/59)83% (25/30) 1st Serve Points Won 60% (24/40)70% (19/27) 2nd Serve Points Won 53% (10/19)100% (3/3) Break Points Saved 33% (1/3)10 Service Games Played 940% (16/40) 1st Serve Return Points Won 17% (5/30)47% (9/19) 2nd Serve Return Points Won 30% (8/27)67% (2/3) Break Points Converted 0% (0/3)9 Return Games Played 1077% (44/57) Service Points Won 58% (34/59)42% (25/59) Return Points Won 23% (13/57)59% (69/116) Total Points Won 41% (47/116) LEGGI TUTTO

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    Lunedì Tsitsipas diventerà n.3 del mondo a 22 anni e 362 giorni. Chi sono stati i più giovani a riuscirci?

    Stefanos Tsitsipas, nuovo top3

    Lunedì prossimo il ranking ATP (ancora “guastato” degli aggiustamenti per la pandemia) avrà un cambiamento sostanziale. Stefanos Tsitispas, a coronamento di una stagione molto buona, sorpasserà Rafa Nadal, scalzandolo dalla 3a posizione del ranking. Sarà la prima volta per il greco tra i migliori 3 tennisti al mondo. Si ripresenta quindi la situazione del 10 luglio 2017, quando solo uno dei “big 3” del tennis attuale era nella top3 del ranking, in quel caso fu Nadal (n.2, dietro a Murray e prima di Wawrinka).
    Stefanos tocca questo prestigioso piazzamento a 22 anni e 362 giorni, come riporta l’ottimo account TennisMyLife. Chi sono stati i più giovani a toccare il n.3 della classifica (da quando è tenuta al computer, ovviamente)? Ecco le prime posizioni
    1 – Andre Agassi – 18 anni e 192 giorni (7/11/1988)
    2 – Bjorn Borg – 18 anni e 199 giorni (23/12/1974)
    2 – Boris Becker – 18 anni e 199 giorni (9/6/1986)
    4- Rafael Nadal – 19 anni e 3 giorni (6/6/2005)
    5 – Mats Wilander – 19 anni e 181 giorni (20/2/1984)
    6 – John McEnroe – 20 anni e 44 giorni (2/4/1079)
    7 – Novak Djokovic – 20 anni e 48 giorni (9/7/2007)
    8 – Pete Sampras – 20 anni 196 giorni (24/2/1992)
    9 – Lleyton Hewitt – 20 anni e 197 giorni (10/9/2001)
    10 – Alexander Zverev – 20 anni e 199 giorni (6/11/2017)
    Seguono Safin, Edberg, Roddick, Courier, Connors, Lendl, e Roger Federer, che toccò il n.3 a 21 anni e 332 giorni, non fu infatti eccezionalmente precoce lo svizzero nello spiccare il volo verso l’Olimpo del tennis.
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    Rinderknech: “Le regole proteggono i migliori classificati e a forma di piramide”

    Arthur Rinderknech sulla terra di Gstaad

    Il francese Arthur Rinderknech ha da poco completato la sua scalata alla top 100 del ranking ATP. Una storia particolare la sua, diventato Pro nel 2018 e oggi, a 26 anni, entrato nell’élite del tennis mondiale grazie a buoni risultati e vittorie contro ottimi rivali come Bautista Agut, Jannik Sinner, Filip Krajinovic tra gli altri. Contattato dal media del suo paese TennisActu, Arthur è stato assai critico con il sistema di classifica generale ed in particolare il ranking “congelato” per la pandemia, che a suo dire l’ha penalizzato molto, insieme a tutti i giocatori emergenti che hanno fanno bene negli ultimi mesi.
    “Entrare nella top100 è stato un passo avanti importante nella mia carriera, una sensazione che nessuno potrà mai rubarmi. Anche se gioco senza pormi obiettivi di classifica, sono sempre determinato a dare il mio meglio in campo e concentrarmi sul miglioramento del mio gioco per vedere fino a che punto posso spingermi e scoprire di cosa sono capace, non voglio pormi limiti” afferma Rinderknech.
    Con il Masters 1000 di Cincinnati il sistema di calcolo del ranking tornerà finalmente alla normalità, ma Arthur si scaglia contro questo sistema, senza mezzi termini: “Le regole sono fatte per proteggere i primi classificati e a forma di piramide. Chiaramente, non ci ha aiutato a crescere. Nonostante ciò, sapevo che se il livello fosse stato costantemente buono, i risultati sarebbero arrivati. La classifica dovrebbe essere strutturata diversamente, quelli posizionati in alto sono troppo protetti”.
    Il miglioramento del francese è arrivato, a suo dire, grazie ad una miglior attitudine nel gestire gli sforzi settimana dopo settimana. “Sono stato molto soddisfatto della mie prestazioni nelle ultime settimane. Prima avevo difficoltà a giocare molti tornei di fila, specialmente sulla terra battuta, mentre ora sono riuscito a fare il mini tour estivo sul rosso – Gstaad, Bastad e Kitzbuhel – senza problemi, quindi sono soddisfatto. Ho bisogno di essere intelligente nella gestione delle mie energie, soprattutto mentali, per non esaurirmi troppo presto. Giocherò sicuramente a Winston Salem e poi agli US Open, sarà una nuova esperienza per me, è fantastico”
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    ATP 500 Washington: ottimo Sinner, regola Johnson in due set. In semifinale sfida Brooksby

    Jannik Sinner

    Prestazione assai solida per Jannik Sinner nei quarti dell’ATP 500 di Washington. L’azzurro regola Steve Johnson in due comodi set, 6-4 6-2 lo score a favore dell’azzurro, che vola in semifinale a sfidare l’emergente Jenson Brooksby. Il campo ha confermato la maggior qualità ed armi di Jannik rispetto Steve, troppo più consistente nella spinta, nel pressing, ed oggi anche molto efficace nei colpi di inizio gioco, con risposte profonde e – finalmente – una prima di servizio efficace.

    A breve il commento completo, ecco la cronaca della partita appena terminata.

    Il match di quarti scatta alle 21:39 , Johnson alla battuta. Risposta profonda e diritto assassino di Jannik, è di Sinner il primo quindici. Steve mette in azione servizio + diritto, il suo marchio di fabbrica, con tre punti di fila. A 30 l’americano vince il primo game. Sinner serve, molta curiosità per vedere il rendimento della battuta dell’azzurro. Doppio fallo, non il miglior modo per iniziare… Col rovescio cross Jannik disegna il campo, che fluidità e precisione. Un Ace sul 40-15, primo del match (e rarità finora nella settimana), Sinner impatta 1 pari. Terzo game, non entra la prima a Steve, e tutto il suo gioco va in difficoltà perché Jannik è bravo a prendere possesso del ritmo dello scambio. Si porta 15-40 l’azzurro, prime palle break del match. Solida prima dell’americano, a cancellare la prima chance; lavora bene col back Steve sulla seconda, il primo a sbagliare è l’azzurro. 2-1 Johnson. Rapido Sinner nell’uscire dal servizio ed avanzare per riprendere le risposte corte in taglio del rivale. Con una buona prima si porta 2 pari. Quinto game: Jannik prima recupera con un gran tocco cross un tentativo di smorzata, poi regge da fondo e lascia partire l’affondo. 0-30 e quindi 30-40, lungo lo slice di rovescio di Johnson. Terza palla break del match per l’azzurro. Niente prima… Sinner azzanna lo scambio, con una risposta lunghissima e un gran forcing, che portano Steve a sbagliare. BREAK SINNER, avanti 3-2 e servizio, è il primo strappo del match. Quattro “schiaffoni” e Jannik consolida il vantaggio, 4-2. Non si arresta l’ondata dell’azzurro, si porta 0-30, Johnson sembra in difficoltà a contenere la vivacità dell’azzurro, ma trova una buona reazione col servizio e via avanti col diritto. Con 4 punti di fila, si salva, resta in scia 3-4. Ottavo game, Sinner si “incarta”: da un comodo 30-0, stavolta è Johnson a spingere (trova anche una splendida risposta di rovescio vincente) e l’azzurro sbaglia. Crolla a palla break, la prima concessa nel match. L’annulla da campione, con una mazzata col diritto inside out ingestibile, e quindi il secondo Ace della partita. Assalto respinto, sale 5-3 Jannik. Serve sul 5-4 per chiudere il set Sinner. Molto sicuro, sia con la seconda (sempre bella carica) che con la prima. Di fatto in questo set, quando Sinner ha messo la prima palla in campo ha fatto tutti i punti. 40-0 e tre Set point. Non trova l’Ace al T di un niente, ma spinge col solito, ottimo rovescio cross e la chiude qua. 6-4 SINNER. Nessuna pressione oggi, in 42 minuti vince un set molto solido. 11 W a 9 per l’azzurro. È bastato un break e poi game di servizio vinti con ottima sicurezza. Ha concesso poco e la pressione dal fondo frutta il gap di vantaggio.
    Secondo set, Johnson scatta al servizio. Vince un buon game a 15 e poi mette pressione in risposta, cercando di esser immediatamente aggressivo. 15-30, e niente prima in campo per l’azzurro. Altra risposta profonda di Steve e via avanti, a prendersi il punto comodo di volo. 15-40, inizio in salita per Sinner, subito due palle break da salvare. Ace a cancellare la prima, bella traiettoria esterna; servizio potente e corsa avanti, a cancellare la seconda. Molto deciso Jannik, focalizzato e “cattivo” nello spegnere subito il possibile incendio. Con 4 punti di fila – sostenuto dal servizio, 4 prime dentro – Sinner impatta 1 pari e cavalca il momento positivo. Si difende da campione, ribalta lo scambio, rallenta e quindi cambia ritmo con l’affondo. Si pota 15-40 l’azzurro, con un’altra risposta molto profonda. Ora le due palle break sono per Jannik. Male al servizio Johnson nel game, addirittura Doppio Fallo a regalare il BREAK a Sinner. Parziale di 8 punti a 2, con spinta, progressione, servizio, intensità. Molto bene. Ottimo al servizio adesso, consolida il vantaggio issandosi 3-1. Ormai è padrone del campo Jannik, spara risposte con una violenza inaudita, impatti secchi, non c’è il tempo per reagire e ribattere. Vola 15-40, due chance per doppio break. Si salva Steve sulla prima con un tocco beffardo che pizzica la riga. Ancora doppio fallo, come nel terzo game, a regalare il secondo BREAK a Sinner. 4-1 “pesante” per Jannik, in totale controllo del match. Netto adesso il gap col rivale, in enorme difficoltà nel reggere la morsa dell’azzurro e ora per niente sostenuto dal servizio. In un amen vola 5-1, ad un passo dalla semifinale. Chiude senza tremare 6-2 Sinner, servendo benissimo, a coronare una prestazione convincente. Sulla carta era più forte di Johnson, ma poi le partite vanno vinte sul campo. E oggi il campo ha parlato chiaro: Jannik c’è.

    Marco Mazzoni

    [5] Jannik Sinner vs Steve Johnson ATP ATP Washington Sinner J.66 Johnson S.42 Vincitore: Sinner J. ServizioSvolgimentoSet 2Sinner J. 15-0 30-0 40-0 40-155-2 → 6-2Johnson S. 0-15 15-15 30-15 40-155-1 → 5-2Sinner J. 15-0 15-15 30-15 40-154-1 → 5-1Johnson S. 0-15 0-30 15-30 15-40 30-403-1 → 4-1Sinner J. 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1Johnson S. 0-15 15-15 15-30 15-401-1 → 2-1Sinner J. 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-400-1 → 1-1Johnson S. 15-0 15-15 30-15 40-150-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Sinner J. 15-0 30-0 40-05-4 → 6-4Johnson S. 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-3 → 5-4Sinner J. 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-404-3 → 5-3Johnson S. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-304-2 → 4-3Sinner J. 15-0 30-0 40-03-2 → 4-2Johnson S. 0-15 0-30 15-30 30-30 30-402-2 → 3-2Sinner J. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2Johnson S. 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-401-1 → 1-2Sinner J.0-1 → 1-1Johnson S.0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Carla Suarez Navarro: “Lo sport ci rende migliori”. L’importanza della cultura sportiva, individuale e di squadra

    Carla Suarez Navarro in coppia con Garbine Muguruza

    Carla Suarez Navarro ha scritto per il quotidiano iberico El Pais un lungo articolo sull’importanza dello sport, sulle differenze tra discipline individuali e di squadra, sottolineando i valori che la pratica sportiva porta nella società. È un bel contributo, che riportiamo volentieri. Brava Carlita!

    “Che sia individuale o di squadra, ci insegna che lo sforzo quotidiano, il miglioramento personale o il rispetto dei colleghi sono pilastri fondamentali per la nostra vita”

    Nello sport di alto livello è essenziale controllare la fiducia. Saper competere quando non ce l’hai ed evitare l’euforia quando ti accompagna. È un equilibrio difficile da raggiungere, una zona ideale che raramente si conquista. Le diverse discipline olimpiche ci offrono oggi molti esempi, situazioni in cui l’atleta deve lottare cercando quell’autocontrollo. C’è chi lo fa circondato da colleghi, nelle sempre complicate discipline di squadra e chi, per la natura individuale del proprio sport, deve ritrovare quella strada nella solitudine più assoluta.
    Da quando avevo 9 anni ho costruito la mia carriera sportiva in uno sport individuale, con una racchetta da tennis in mano. È una disciplina dove raggiungere questo equilibrio è una sfida, uno sport che unisce agilità, precisione e una necessaria capacità di dimenticare quanto accaduto in un preciso momento. Ogni errore penalizza, ogni decisione sbagliata ha un impatto diretto contro di te. Mantenere la calma in campo è stato un requisito costante da quando ho memoria.
    Prima di dedicarmi al tennis, ho praticato sport di squadra. In queste discipline sviluppi abilità più complicate da riversare in un’attività individuale. Ci sono attributi come compagnia, empatia o comunicazione che sono pilastri per raggiungere il successo collettivo. Se una squadra non è unita, se tutti i membri del gruppo non remano nella stessa direzione, l’obiettivo comune è lontano. Ma una forza corale alimenta un’altra forza che moltiplica il potenziale dei suoi membri.
    Lo sport è una scuola di vita. La comunicazione tra i membri di una squadra, percepire come è il tuo partner in determinati momenti, è fondamentale. Sapere se hai bisogno di aiuto, mandare qualche parola di incoraggiamento alla persona accanto a te costruisce un ponte tanto sportivo quanto umano. Il potere delle parole ben scelte ha un effetto meraviglioso su di noi.
    Pur essendo dedita ad una disciplina individuale, ad eccezione delle partite di doppio, noto questa realtà in allenamento. Le sessioni di gruppo possono essere più divertenti e anche più impegnative delle sessioni individuali. L’istinto competitivo ci fa esigere l’un l’altro e questa è un’esperienza di vita. Se ci circondiamo di persone di talento, di persone che ci pungolano a spingerci oltre i nostri limiti, la cosa naturale è cercare di superare noi stessi. Questa è la differenza tra un buon atleta e un grande atleta: cercare di migliorarsi nei momenti in cui nessuno ti vede, dove non c’è nessuno dietro a gridare il tuo nome. Una competitività ben gestita ci avvicina alla nostra versione migliore, quella fornita dalle discipline di squadra.
    È chiaro che in uno sport individuale ti conosci molto di più. Sei responsabile delle tue decisioni, devi risolvere i problemi da solo e cercare i frutti con il tuo lavoro. Non è un percorso facile. Ma la soddisfazione personale di sapere di averlo raggiunto da solo è molto gratificante. È una delle migliori sensazioni che ci possono essere.
    Il protagonismo che puoi raggiungere a livello individuale è molto più potente che a livello di gruppo. In una disciplina di squadra non puoi prendere il controllo fino a un punto così alto. La tua semplice partecipazione al gioco è soggetta alla decisione di un allenatore, il che implica un grado di umiltà in quell’anima vorace che di solito abbiamo noi atleti. Lo sport richiede molte cose, in questo caso accettare che stai cercando di prendere le decisioni migliori in modo che il gruppo ne esca più forte.
    Le vittorie in uno sport di squadra possono essere più godute se condivise. Quando la gioia è comune, la sensazione è molto più intensa. Lo riconosco dalla mia esperienza in competizioni come la Federation Cup, dove la felicità sui volti dei miei compagni di squadra mi ha sempre dato immensa soddisfazione interiore. A livello individuale, in questo senso, tante volte mi sono vista da solo nei momenti di massima tensione, quando avrei voluto dare o ricevere un abbraccio.
    Lo sport individuale richiede un protocollo diverso. Devi sempre aspettare qualche minuto prima di poter condividere quella gioia con il tuo team tecnico. Sono la base delle nostre vittorie e non dobbiamo mai dimenticarlo. Sebbene sia una disciplina individuale, in realtà anche il tennis o qualsiasi altra non lo sono mai. Un atleta non può mai raggiungere la sua versione migliore senza una grande squadra alle spalle.
    Soprattutto, qualcosa che accomuna tutte le discipline sono i valori che ci infondono. Lo sport è una scuola di vita nella società, che ci pone in una posizione preziosa se lo affrontiamo professionalmente. Lo sforzo quotidiano, il miglioramento personale o il rispetto per i colleghi sono pilastri che rafforziamo per il resto della nostra vita.

    (Marco Mazzoni) LEGGI TUTTO

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    Nishikori: “Sto ritrovando il miglior feeling con la palla”

    Kei Nishikori

    Dopo la sorprendente sconfitta di Rafa Nadal, il torneo ATP 500 di Washington è adesso molto aperto. Jannik Sinner è la testa di serie più alta rimasta in gara (5), seguito da Millman (11) e Harris (14), davvero in gran forma il gigante sudafricano. Sta giocando molto bene il 20enne americano Jenson Brooksby, atteso oggi ad un test piuttosto duro contro il “tosto” Aussie Millman.
    Zitto zitto, sta procedendo nel torneo Kei Nishikori, nipponico ex n.4 del mondo e finalista a US Open. Una carriera martoriata dagli infortuni la sua, per colpa di un fisico fragile, con una cilindrata non sufficiente a sostenere un talento tecnico importantissimo. Dopo mille stop, Kei sta ritrovando un buon tennis e soprattutto quella fiducia che gli è mancata per troppo tempo.
    Ne ha parlato lui stesso, in una breve dichiarazione in quel di Washington. “La scorsa settimana in Giappone ho sentito un cambiamento, era molto tempo che non mi sentivo così bene. Le mie sensazioni in campo sono di nuovo piacevoli, sono di nuovo aggressivo, finalmente inizio a sentire la palla come piace a me. È un feeling complessivo, che include l’aspetto tecnico, fisico e mentale. Purtroppo i tanti problemi che mi hanno costretto a fermarmi tante volte mi hanno ostacolato, n0n è facile rimettere insieme i pezzi del tuo gioco quando non hai modo di giocare con continuità o hai qualche fastidio. Ora mi sento ok, non vedo l’ora di combattere contro i top 10 dopo questi ultimi due anni, per me molto difficili. È la prima volta che mi sento in forma da quando sono tornato dall’infortunio al polso, sono felice di giocare così”.
    Nishikori in carriera difficilmente si è sbilanciato sulle sue condizioni, quindi queste parole – di vero sollievo – indicano che si sente davvero bene. Stanotte affronterà (all’1.oo ora italiana) proprio il giustiziere di Nadal, Lloyd Harris. Secondo molti Kei è diventato il vero favorito per il titolo. Nishikori non vince un torneo da Brisbane 2019, quindi da due anni e mezzo; in totale ne ha vinti 12, soprattutto nel periodo 2014-15, quando ha toccato il suo apice.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Washington: Sinner doma Korda con due tiebreak, vola ai quarti di finale

    Jannik Sinner a Washington

    Nel tennis non tutti i punti valgono lo stesso. Nemmeno ogni match e ogni vittoria ha la stessa importanza. Stasera il successo di Jannik Sinner su Sebastian Korda nel secondo turno dell’ATP 500 di Washington è molto, molto importante. Con due tiebreak, davvero ben giocati, Jannik si regala una vittoria meritata che lo issa di nuovo nei quarti di un torneo 500. Ma soprattutto è un’iniezione di fiducia enorme in un periodo tutt’altro che facile della crescita dell’azzurro.
    C’erano grandi dubbi prima di questo torneo. Veniva da 4 sconfitte al primo turno, partite perse anche “male”. Era importantissimo reagire, dare un segnale di forza, fisica e mentale. Ritrovare in campo fluidità nei colpi, fiducia nello spingere e nel prendersi quei rischi attaccando da fondo, tenendo quei ritmi forsennati. Solo con lucidità, focus e fiducia puoi tenere quei ritmi e prenderti quei rischi, soprattutto nei momenti chiave. Oggi Sinner l’ha fatto, ha ritrovato buona continuità contro un’avversario forte, tutt’altro che banale. Uno che è riuscito per larga parte dell’incontro a contenere il pressing dell’azzurro entrando in anticipo e trovando angolo e profondità.
    Sinner ha dovuto fare un esercizio difficilissimo: spingere sempre più del rivale senza perdere la pazienza e la misura. Korda è forte, ma lo è soprattutto quando è lui a tenere il pallino del gioco o riesce a ribaltare lo scambio entrando in anticipo sulla palla del rivale; quando riesci a farlo correre lateralmente, perde campo e profondità, quindi diventa vulnerabile e più falloso. Devi però martellare tanto, con potenza, ritmo e precisione. Mica facile… Jannik c’è riuscito, molto bene soprattutto col rovescio, sia dal centro che da sinistra. Anche col diritto è stato piuttosto stabile e continuo come dimostrano i numeri di fine match (l’americano ha prodotto più vincenti, 21 a 18, ma anche 33 errori contro 25, un gap che spiega in parte il risultato). Anche oggi col diritto Sinner ha cercato spesso una palla leggermente più carica di spin, per trovare profondità, e quindi una volta guadagnato campo ha sparato a tutta entrando dritto nella palla con un impatto più pulito alla ricerca della massima velocità. Una novità che può essere decisiva contro rivali più forti e difficili da “sfondare”.
    L’aspetto in cui è piaciuto maggiormente è stata la forza mentale. Non solo per come ha dominato i tiebreak, giocati da campione per precisione, potenza e intensità; è stato bravo a metà del primo set, a reggere in un game molto complicato, a reagire al contro break subito, fino al capolavoro della rimonta nel secondo set. Korda era salito di livello, uno strappo che in pochi minuti l’aveva issato 5-2. Jannik male al servizio, ma è rimasto lì, con la testa e con le gambe, prontissimo ad approfittare di un game sciagurato del rivale quindi mettergli pressione, fino all’aggancio e al sorpasso. Granitico, il Sinner che ci piace, che non molla niente ed è presente anche quando è sotto.
    Purtroppo invece, nonostante l’ottima vittoria, sono ancora pesanti i problemi con la prima di servizio. Per fortuna una seconda davvero efficace, giocata con un kick vigoroso che sbatte dietro il rivale e lo costringe ad una risposta non facile, l’ha sostenuto per tutto l’incontro, e non ha permesso a Korda di trovare il miglior ritmo in risposta. Ma non può pensare di andare lontano nei grandi tornei con percentuali di prime così sotto al 50%. È evidente che stia cambiando qualcosa nel movimento della prima palla, il caricamento, la spinta del corpo. Non c’è fluidità, non trova sicurezza nella spinta. Forse anche lo stesso lancio di palla è discontinuo, e non aiuta. Del resto, costruire una prima di servizio che gli porti punti facili è una parte decisiva del processo di crescita, quindi serve pazienza ed insistere.
    Due vittorie molto importanti, soprattutto quella di oggi perché l’avversario era forte e confermarsi è ancor più difficile. Si sono riviste quell’intensità e “cattiveria” agonistica di inizio stagione. Avanti tutta Jannik!
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita
    Si inizia dopo dopo le 20 italiane, con Korda alla battuta. A zero Sebastian vince il primo game, ottime prime e gran ritmo nell’unico scambio giocato. Jannik serve. Niente prima in campo, ma la seconda è potente e lavorata, 30-0 e 40-15, 0 su 4 prime in campo. Diventa 0 su 5… Lo aiuta Sebastian, lungo in risposta. 1 pari. Nel terzo game l’azzurro cerca di essere aggressivo ed avanza col diritto, ma Korda lo fulmina letteralmente col rovescio cross. Sinner spinge di più, mette più punch sulla palla, mentre Korda trova velocità con un timing splendido in incontro, i due hanno due modi opposti di essere aggressivi da fondo campo. Nel quarto game ecco le prime palle in campo per Jannik, e fioccano i punti. Sul 40-0 rischia una seconda aggressiva, è il primo doppio fallo del match per l’azzurro. Con un’altra prima potente al centro, strappa il punto del 2 pari. Quattro game, in risposta si ricava ben poco, e gli scambi sono rarefatti. Quinto game, sul 30 pari Jannik trova una risposta profonda e poi via con un diritto cross velocissimo, che Korda non contiene. È la prima palla break del match. Lungo scambio a media velocità, il primo a cercare l’accelerazione è Jannik, ma non sceglie il momento adeguato e la palla muore a mezza rete. Il game va ai vantaggi. Arriva la seconda chance di break, bravo l’azzurro a dettare il ritmo dal centro. Servizio esterno preciso e diritto inside out, bene Sebastian. Risponde “dai teloni” Jannik, guadagna campo e stringe l’angolo col rovescio cross. Terza palla break. Cancella anche questa l’americano col servizio, che continua a macinare alla battuta e si porta 3-2. Bravo Sinner non pensare alle chance sprecate, gioca un solido game, a zero si porta 3 pari. Complicato l’ottavo game per l’azzurro, la prima di servizio latita, col diritto spara largo, si va ai vantaggi. Trova un diritto potentissimo inside out dal centro a tutto rischio, bellissimo, ma spreca il vantaggio con un altro errore in spinta. Strappa molto Jannik, prende rischi, tra vincenti ed errori. Korda inizia a rispondere sulla seconda esterna, con grande anticipo, un “brutto” segnale per l’azzurro, che stenta a trovare la prima palla in campo. Un doppio fallo costa a Sinner una palla break, la prima del match da difendere. E niente prima… Si salva con un’accelerazione fulminante cross di rovescio, che taglia le gambe al rivale. Finalmente al 18esimo punto, l’azzurro chiude un gioco molto duro. Negli ultimi due punti, due prime di servizio in. Non è un caso… 4 pari. Nono game, Jannik sorprende Sebastian sul 15 pari con un diritto cross stretto e veloce. 15-30, piccola chance per l’azzurro. Comanda Sinner, coi piedi quasi sulla riga tiene un ritmo forsennato, in anticipo, Korda rincorre ma alla fine cede. 15-40, due palle break per Jannik! Non controlla la risposta col diritto, sprecando la prima chance; ECCOLA! Trasforma la seconda, punendo un attacco partito da troppo lontano con un passante nei piedi di rovescio. BREAK Sinner, va a servire avanti 5-4. Inizia bene l’altoatesino, comanda e chiude col rovescio lungo linea. Sbaglia però malamente i due punti seguenti, un attacco mal piazzato e poi un tentativo di palla corta totalmente errato. 15-30. Un altro errore e 15-40, due chance per rientrare subito per Korda. Sebastian regge il pressing, avanza e chiude facile di volo. Contro Break, 5 pari. Evidente come abbia giocato con fretta e poca lucidità l’azzurro questo game. Korda ringrazia e opera il sorpasso, avanti 6-5. Bravo Sinner a trovare la reazione al momento negativo, trova anche un Ace e con un rovescio cross splendido si porta 6 pari. Tiebreak Time. Inizia bene Korda, tiene il ritmo avanza e chiude sotto rete; bene anche Jannik, due ottimi punti e 2-1 avanti. Si seguono i servizi, 3-2 Korda. Si gira tre pari, ottimo ritmo di Sinner dal centro. Il primo a sbagliare un punto al servizio è Sebastian, che non contiene col rovescio il gran ritmo dell’azzurro. 5-3 Sinner. Ancora col rovescio Jannik comanda, strappa in lungo linea e Sebastian, in ritardo, sbaglia. 6-3 Sinner TRE SET POINT! Basta il primo, finalmente una prima esterna, potente e precisa. 7-3 SINNER. Un set molto equilibrato, deciso da uno strappo violento di Jannik a metà tiebreak, ha imposto un ritmo folle e grande profondità e Korda non è riuscito a contenere. Male Jannik però al servizio, percentuale di prime in campo troppo troppo troppo bassa. Korda si sottopone ad un trattamento alla schiena, zona lombare. Nel primo set non si sono viste difficoltà di spostamento.
    Secondo set, inizia Sinner alla battuta. Quattro punti e via, solido inizio per figlio di Sesto Pusteria. Anche Korda scatta bene col servizio, non di nota alcun problema fisico per l’americano. 1 pari. Si continua a scambiare di ritmo, ma arrivano più errori e prima nello scambio. Altro game a zero per l’azzurro, 2-1 avanti. Risponde Sebastian, ancora a zero, 2 pari. Lo strappo, improvviso, arriva nel quinto game. Sbaglia dal centro l’azzurro col rovescio, pigro per una volta a cercare la palla, quindi arriva appena tardi sull’ottima risposta lungo linea del rivale. 15-40 e due palle break per Korda, le prime del secondo parziale. Niente prima in campo da destra… Splendida risposta lungo linea, passo avanti, impatto splendido e via a rete, a chiudere facile di volo. BREAK Korda, 3-2 e servizio. In un amen Sebastian consolida il vantaggio, tutto avanti e con successo, 4-2. L’americano è “on file”: trova profondità, grandi colpi, come il lob perfetto che lo porta 0-40, tre palle per il doppio break. Sinner pare bloccato in questo momento, subisce l’onda del rivale. Un errore di diritto sul 15-40 costa all’azzurro un altro game di servizio, Korda vola 5-2, in totale controllo del match adesso. Al momento di chiudere, si imballa l’americano. 0-40, tre palle per tornare in vita nel set per l’azzurro. Gran ritmo col rovescio, il primo a sbagliare è Sebastian. Break Sinner, sale 3-5 e servizio. Purtroppo serve male Jannik, due doppi falli gli costano lo 0-30. Con due servizi esterni si riporta 30 pari, e quindi un Ace. 4-5 Sinner, il figlio di Petr va a servire di nuovo per il secondo set. Inizia di nuovo male Korda, errore in scambio. Anche Sinner sbaglia, troppa spinta col diritto. Quasi non si scambia, la palla corre veloce tra accelerazioni ed errori. Sul 30 pari l’americano sbaglia col diritto, palla break per l’azzurro! Niente prima… Se la prende Jannik, di forza!!! Gran risposta cross e via col diritto inside out a pizzicare la riga. BREAK SINNER, 5 pari. Che reazione per l’azzurro, positivo anche quando era due break sotto, non ha mollato niente e ora l’inerzia è tutta dalla sua parte. Rischia un tocco in avanzamento, gli va bene. 30-15 e poi 40-15. Fa il pugno Jannik, il momento è ottimo, ma la prima di servizio continua a latitare. 6-5 Sinner, 4 games di fila per l’azzurro. Ora tutta la pressione è sull’americano. Governa bene gli scambi Sebastian, anche il secondo set si decide al TB. Inizia male Sinner, doppio fallo. Si riprende il punto l’azzurro con un forcing brutale dal centro del campo, chiuso con un “manrovescio” di diritto spaziale. Korda ha rincorso molto, ha pagato di fiato e e sparacchia via col diritto nel terzo punto. 2-1 Sinner e servizio. Aggressivo Jannik, spinge avanza e chiude di volo, nonostante un tocco tutt’altro che sicuro… 3-1. Ace! 4-1, ottimo momento per ritrovare il servizio. In confusione Korda, lentissimo all’uscita dal servizio, cerca una smorzata senza senso, e la palla quasi non arriva alla rete. Si gira 5-1 Sinner. Con una risposta splendida sale 6-1, 5 MATCH POINT! Cerca una smorzata sul secondo, ma la palla non passa la rete. 6-3, ora serve due volte l’americano. Doppio fallo! Game Set Match! Vola ai quarti l’azzurro, molto positivo e continuo nella spinta e con la testa. Un grande passo avanti per l’azzurro.

    Marco Mazzoni
    [5] Jannik Sinner vs [12] Sebastian Korda ATP ATP Washington Sinner J.77 Korda S.66 Vincitore: Sinner J. ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 0*-0 0-1* 1-1* 2*-1 3*-1 4-1* 5-1* 6*-1 6*-2 6-3*6-6 → 7-6Korda S. 15-0 30-0 40-156-5 → 6-6Sinner J. 15-0 15-15 30-15 40-15 40-305-5 → 6-5Korda S. 0-15 30-15 30-30 30-404-5 → 5-5Sinner J. 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-403-5 → 4-5Korda S. 0-15 0-30 0-402-5 → 3-5Sinner J. 0-15 0-30 0-40 15-402-4 → 2-5Korda S. 15-0 30-0 40-02-3 → 2-4Sinner J. 0-15 15-15 15-30 15-402-2 → 2-3Korda S. 15-0 30-0 40-02-1 → 2-2Sinner J.1-1 → 2-1Korda S. 15-0 30-0 40-0 40-151-0 → 1-1Sinner J. 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 0*-1 1*-1 2-1* 2-2* 2*-3 3*-3 4-3* 5-3* 6*-36-6 → 7-6Sinner J.5-6 → 6-6Korda S. 15-0 30-0 30-15 30-30 40-305-5 → 5-6Sinner J. 15-0 15-15 15-30 15-405-4 → 5-5Korda S. 15-0 15-15 15-30 15-40 30-404-4 → 5-4Sinner J. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-403-4 → 4-4Korda S. 15-0 30-0 40-0 40-15 40-303-3 → 3-4Sinner J. 15-0 30-0 40-02-3 → 3-3Korda S. 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-402-2 → 2-3Sinner J. 15-0 30-0 40-0 40-151-2 → 2-2Korda S. 15-0 30-0 30-15 40-151-1 → 1-2Sinner J. 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1Korda S. 15-0 30-0 40-00-0 → 0-1
    3 Aces 25 Double Faults 552% (43/83) 1st Serve 66% (52/79)72% (31/43) 1st Serve Points Won 75% (39/52)55% (22/40) 2nd Serve Points Won 30% (8/27)40% (2/5) Break Points Saved 57% (4/7)12 Service Games Played 1225% (13/52) 1st Serve Return Points Won 28% (12/43)70% (19/27) 2nd Serve Return Points Won 45% (18/40)43% (3/7) Break Points Converted 60% (3/5)12 Return Games Played 1264% (53/83) Service Points Won 59% (47/79)41% (32/79) Return Points Won 36% (30/83)52% (85/162) Total Points Won 48% (77/162) LEGGI TUTTO