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    Matteo Berrettini giocherà il prossimo anno ad Acapulco

    La presentazione di Berrettini per l’Abierto Mexicano

    L’Abierto Mexicano TelCel, ATP 500 giocato in un resort di lusso sulla spiaggia di Acapulco, ha iniziato a svelare le carte sui partecipanti alla prossima edizione.
    Il torneo, che è posto in calendario appena prima del Masters 1000 di Indian Wells e sostenuto dal magnate delle telecomunicazioni Carlos Slim, proporrà un vero parterre de rois: è confermata la presenza di Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas, il campione in carica Alexander Zverev e, novità, Matteo Berrettini. Sarà l’esordio in Mexico per il nostro miglior giocatore.
    Ecco il tweet che conferma la presenza del n.1 azzurro nell’ATP 500 messicano.

    Por primera vez en Acapulco… @MattBerrettini
    Un jugador con una gran pasión por este deporte y con un estilo tan vistoso como efectivo
    Benvenuto, Matteo! pic.twitter.com/kP51lcPXlp
    — Abierto Mexicano (@AbiertoTelcel) October 20, 2021

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 250 Anversa: Musetti vince il derby con Mager, lo aspetta Sinner

    Lorenzo Musetti, sfiderà Sinner al secondo turno

    Con un doppio tiebreak Lorenzo Musetti supera Gianluca Mager nel primo turno dell’ATP 250 di Anversa, vincendo il derby azzurro. Bravo il carrarino a recuperare due break di svantaggio nel primo set e giocare un tiebreak quasi perfetto. Anche il secondo parziale va al “decider”, più preciso e incisivo Musetti, che lo chiude con un serve and volley d’autore. Coraggioso e pronto all’attacco Mager, in tutto il match, ma alcuni errori per troppa foga e fretta – soprattutto nei tiebreak – gli sono costati cari. Al contrario, Lorenzo è stato più bravo nel giocare bene i punti importanti, e salire col servizio a metà del primo set. Al prossimo turno Musetti sfida Jannik Sinner, un match molto atteso dagli appassionati italiani…
    La partita è avanzata su di un piano tattico molto preciso: Mager ha cercato di imporre il suo tennis in spinta, ordinato e coraggioso, prendendosi rischi e facendo la differenza soprattutto all’avvio della partita, quando Musetti ha servito molto male ed era piuttosto ancorato dietro alla riga di fondo. Mager però ha sentito di più la pressione, ha esagerato con la spinta in alcune fasi delicate, proprio quando è venuto fuori Musetti. Servendo sul 5-4 nel primo, il ligure ha commesso un paio di errori gravi, coraggioso ma poco lucido, e Musetti ne ha approfittato. Lì la sua partita è svoltata, è salito col servizio, ha iniziato a macinare di più col rovescio e ha cercato maggiormente di muovere il gioco, attaccando la rete e con la palla corta, diventata una vera arma. Ottimo nel tiebreak, è stato bravo a mantenere il livello per tutto il secondo set, dove ha concesso solo una palla break – e Set Point – a Mager, cancellandola con classe, un rovescio lungo linea micidiale. Il suo marchio di fabbrica. Tirarlo così bene in quella fase delicata, è sinonimo di qualità. Nel tiebreak del secondo, è stato superiore Lorenzo, non errori ma colpi ben giocati, al contrario di Mager, che ha avvertito di più la tensione ed ha giocato come meno lucidità.
    I derby sono sempre partite “strane”, Musetti ha vinto, giocando una discreta partita. Non ottima, ma un piccolo passo avanti rispetto alle prestazioni recenti, in cui era parso non solo poco incisivo, ma anche poco intenso, poco “cattivo”. Anche oggi il servizio non è stato all’altezza, con la seconda ha spesso subito, è un colpo da rafforzare assolutamente. Come i tempi di gioco da rendere più rapidi, anche se lui è un creativo e non sarà mai un tennista da uno-due di ritmo.
    Proprio sul ritmo dovrà lottare domani, quando sfiderà Jannik Sinner. L’altoatesino è a caccia di punti pesanti per sperare in una qualificazione alle Finals di Torino, parte nettamente favorito contro Lorenzo. Ma, i derby, a volte sono partite strane. Sarà una partita tutta da seguire, domani alle 18.30 (in chiaro su Supertennis).
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita
    Il derby azzurro ad Anversa scatta con Musetti al servizio. A 30 tiene il primo game di servizio. Anche Mager inizia sicuro, 1 pari. Nel terzo gioco, Mager è offensivo, si porta 15-30 ma è bravo Lorenzo a sparare un rovescio lungo linea che spacca lo scambio a suo favore. Una “stecca” di rovescio del toscano manda il gioco ai vantaggi. Ancora out un rovescio cross di Musetti, palla break per Mager. Si scambia, aolido Gianluca, sbaglia il terzo rovescio nel game Lorenzo. BREAK Magar, avanti 2-1 e servizio. Il ligure gioca solido e ordinato, anticipa bene col diritto e consolida il break, portandosi 3-1. Splendido un diritto in corsa lungo linea, vincente che gli vale il punto del game. Musetti è in difficoltà con la prima, basse percentuali e sulla seconda è aggredito dalla risposta del rivale, che lo sposta e butta fuori dal campo. Cerca di essere aggressivo i 19enne, e nonostante un pessimo 44% di prime in campo finora, riesce a portarsi 2-3. Parte bene Mager nel sesto game, ma poi commette due errori che lo condannano a palla break. Qua arriva un grandissimo colpo di Musetti: Mager serve al centro, attacca col diritto inside out ma Lorenzo intuisce, resta nell’angolo e trova una magia col passante lungo linea di rovescio. Esecuzione magistrale che gli vale il BREAK, 3 pari. Splendida reazione di Gianluca al break subito, è aggressivo in risposta, verticalizza subito il gioco e mettendo pressione a Musetti si porta 0-40. Sfrutta la seconda delle tre palle break, tornando in vantaggio 4-3 e servizio. Il ligure è attento, avanza e chiude di volo, un bel punto che gli vale il 5-3. Col secondo Ace del suo match, Lorenzo resta aggrappato al set, sotto 4-5. Ora Mager va a servire per il primo parziale. Prova a spingere col diritto Musetti, ma va fuori giri; lo aiuta il rovescio lungo linea, che pizzica l’angolo lasciato scoperto da Gianluca. 15 pari. Segue un altro gran passante di rovescio lungo linea, anche se stavolta l’attacco di Mager era più corto e prevedibile. 15-30. Magari si butta avanti, ma non chiude di volo, è ricacciato indietro e perde il punto. 15-40, due chance per rientrare per Musetti. Bene il ligure sulla prima, avanti e chiusura perentoria con lo smash; lungo scambio sulla seconda, stavolta è intenso Lorenzo e porta all’errore Gianluca. Altro BREAK, 5 pari, il set torna in equilibrio. Sull’onda del buon momento, Musetti è preciso dal centro del campo, si porta 40-15, ma tra una risposta vincente di Gianluca ed un doppio fallo, anche l’undicesimo game va ai vantaggi. Con coraggio “Muso” avanza e di forza si porta avanti 6-5. Bella reazione del carrarino, che ha aumentato la percentuale di prime e soprattutto è stato più aggressivo. Mager ora è sotto pressione, e infatti inizia male con un doppio fallo. È solo un attimo: con un gran rovescio, un servizio vincente e quindi un diritto preciso in avanzamento impatta sul 6 pari. Tiebreak Time. Scatta bene Lorenzo, diritto potente per l’1-0. Musetti strappa il primo mini-break con una smorzata improvvisa col diritto, rigiocato larga da Gianluca. 2-1 e servizio Musetti. Bene poi con l’attacco in contro tempo e chiusura precisa di volo, e quindi un bel punto offensivo, “smorza” e tocco a chiudere. 4-1 Lorenzo. Una stecca col diritto condanna Mager all’1-5. Con un’altra ottima palla corta, Lorenzo si porta 6-2, 4 set point. Basta il primo, è lunga la risposta rabbiosa del ligure. 7-6 Musetti, buona reazione per il 19enne nel set, sotto due volte di un break e 3-5, rimonta e domina il tiebreak con le sue variazioni.
    Secondo set, inizia Mager alla battuta. Sconsolato il ligure quando subisce l’ennesimo passante di rovescio lungo linea, guarda il suo angolo ma continua a spingere. Il game va ai vantaggi. Comanda col diritto “Muso”, muove bene lo scambio e si procura una palla break. È Mager stavolta a tentare la palla corta, sua prima nell’incontro, sorprende Lorenzo e cancella la chance. 1-0 Mager. Musetti dal finale del primo set crea più tennis, è più incisivo rispetto all’abulico inizio, e trova un altro capolavoro sul 1-1 30-30, un passantino cross di rovescio tanto delicato quanto bello. Gli vale la palla break, ma Mager è bravo a cancellarla di forza, con un solido diritto. 2-1 Mager. Il set scorre sui game di servizio, bravo il ligure a spingere col diritto per non far prendere l’iniziativa al rivale. Dal tiebreak il servizio di Lorenzo ha preso più ritmo (pur senza portare punti diretti), non è un caso che tutto il suo tennis sia cresciuto. L’equilibrio non si rompe, 4-3 Mager, serve Musetti, che finora non ha concesso palle break nel secondo set. Sul 15 pari Lorenzo rischia un serve and volley con la seconda, venendo castigato dalla risposta di Gianluca. 15-30, prima situazione di pericolo nel set. Prova a chiudere l’angolo il ligure, ma esagera e sbaglia, 30 pari. Il rischio stavolta se lo prende il 19enne, con un diritto dal centro che pizzica la riga. Gran difesa e urlaccio di Musetti sul punto che gli vale il 4 pari. Si entra nella fase calda del set. Grinta, coraggio, intensità, Mager si porta 5-4, ora è Musetti con le spalle al muro. Gianluca trova una bella palla corta, è 15-30, a due punti dal secondo set. Uff! Rischia una risposta cross vincente che gli esce di poco… 30 pari. Ci riprova da destra e stavolta è in campo! Gran colpo, rischio premiato e Set Point Mager! Bravo anche Musetti, servizio esterno e rovescio a tutta lungo linea. Poi tenta una smorzata che Gianluca rimette, ma dopo il secondo rimbalzo. Con classe e qualità, Lorenzo impatta 5 pari. Inizia malissimo Mager l’undicesimo game, scaraventa malamente uno smash e poi forza out col diritto. Coraggio ok, ma troppa fretta e foga. 0-30. Continua a spingere, stavolta il rovescio vincente è ok, poi tenta una palla corta che… no! Musetti arriva comodo ma tocca malamente in rete, che chance sprecata! Altra smorzata di Gianluca, stavolta ottima, gli vale il punto (bel tocco davvero).  Ci ha preso gusto il ligure, terza “smorza” di fila, anche stavolta ha successo, troppo lontano Musetti dalla riga di fondo. 6-5 Mager, si assicura quantomeno il tiebreak. Anche il toscano va di palla corta, vincente. A zero si assicura il 6 pari, altro tiebreak in questo derby azzurro. Mager parte forzando largo un rovescio aggressivo, 1-0 e servizio Musetti. Che tocco poi di “Muso”, vede il rivale ben dietro e via di smorzata col diritto, perfetta. 2-0. Vola 3-1 Lorenzo, buon servizio, ma Mager non si arrende. Si gira 4-2, con un pessimo errore di Gianluca, ancora troppa forza nel voler “spaccare la palla” con uno smash che poteva essere gestito meglio. Fa il pugno Lorenzo sul punto del 5-2, uno scambio giocato con intelligenza muovendo il rivale. Si butta avanti a testa bassa Mager, cerca di restare aggrappato al match con la sua condotta volitiva e arrembante. Sul 5-3 però commette un errore grave, sparando in rete un rovescio d’attacco, mal messo con i piedi e fuori equilibrio. 6-3 Musetti, 3 Match Point! Trasforma il primo, con un serve and volley strepitoso, chiuso con un tocchetto basso da campione. Game Set Match Musetti, una vittoria meritata per Lorenzo, bravo a giocare meglio nei punti importanti. Lo aspetta, al secondo turno, Jannik Sinner. Che partita…

    Marco Mazzoni

    Lorenzo Musetti vs Gianluca Mager ATP ATP Antwerp Musetti L.77 Mager G.66 Vincitore: Musetti L. ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0-0* 1*-0 2*-0 3-0* 3-1* 4*-1 4*-2 5-2* 5-3* 6*-36-6 → 7-6Musetti L. 15-0 30-0 40-05-6 → 6-6Mager G. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-305-5 → 5-6Musetti L. 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-404-5 → 5-5Mager G. 15-0 30-0 30-15 40-154-4 → 4-5Musetti L. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-303-4 → 4-4Mager G. 15-0 30-0 40-0 40-153-3 → 3-4Musetti L. 15-0 30-0 30-15 40-152-3 → 3-3Mager G. 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-402-2 → 2-3Musetti L. 15-0 15-15 30-15 40-151-2 → 2-2Mager G. 15-0 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-401-1 → 1-2Musetti L. 0-15 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1Mager G. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0-0* 0*-0 1-0* 1-1* 2*-1 5-1* 5*-2 6*-26-6 → 7-6Mager G. 0-15 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-406-5 → 6-6Musetti L. 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-405-5 → 6-5Mager G. 15-0 15-15 15-30 15-40 30-404-5 → 5-5Musetti L. 0-15 15-15 30-153-5 → 4-5Mager G. 0-15 15-15 30-15 40-15 40-303-4 → 3-5Musetti L. 0-15 0-30 0-40 15-403-3 → 3-4Mager G. 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A2-3 → 3-3Musetti L. 15-0 15-15 30-15 40-15 40-301-3 → 2-3Mager G. 15-0 30-0 40-0 40-151-2 → 1-3Musetti L. 15-0 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A1-1 → 1-2Mager G. 0-15 15-30 30-301-0 → 1-1Musetti L. 0-15 15-15 30-15 40-15 40-300-0 → 1-0 LEGGI TUTTO

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    Emma Raducanu nuova ambasciatrice di Dior

    Emma sul red carpet con uno splendido abito della casa francese

    In attesa di rivederla vincente in campo, Emma Raducanu continua a spopolare in patria e stringe nuovi importanti accordi di sponsorizzazione. Ultimo quello con la nota casa di moda Dior, che l’ha scelta come nuova ambasciatrice per alcune linee dei suoi prodotti. L’ha annunciato la stessa Emma, nel corso di una breve intervista rilasciata al magazine Vogue edizione UK.
    Si era già intuito qualcosa quando in occasione della Premiere dell’ultimo film di James Bond a Londra, Emma aveva sfilato sul red carpet indossando un meraviglioso abito della casa Dior, scatti che hanno fatto rapidamente il giro del mondo.
    “Mi sembrava di essere in paradiso” racconta a Vogue dopo aver provato quell’abito, “poter indossare un abito come quello realizzato con tutta la magia degli atelier Dior è stata un’esperienza assolutamente unica. Il dettaglio del ricamo era eccezionale e sono stata così onorata di partecipare alla prima del film insieme a tutte quelle celebrità”.
    Raducanu sarà il volto di Dior sia per le collezioni donna di Maria Grazia Chiuri che per l’offerta di prodotti per la cura della pelle e il trucco del marchio, supervisionato da Peter Philips.
    “Il lavoro di Maria Grazia consente alle donne di sentirsi sicure con l’iconico taglio Dior, che ritengo davvero unico”, continua Emma. “La sincerità del suo approccio e il modo in cui trasforma gli spettacoli in eventi collettivi e significativi hanno senza dubbio influenzato nella mia scelta di accettare la proposta”.
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    Murray: “Norrie è un esempio per tutti”

    Cameron Norrie, campione a Indian Wells

    L’ascesa di Cameron Norrie rende il 2021 “Brit” davvero speciale. Dopo la clamorosa esplosione di Emma Raducanu, vincitrice a US Open a soli 18 anni, il successo di Norrie ad Indian Wells riporta in auge anche il settore maschile. Una crescita impetuosa, che ha sorpreso anche Andy Murray. Lo scozzese ne ha parlato nella press conference pre torneo ad Anversa, elogiando il connazionale per il grande sforzo profuso per arrivare tra i migliori tennisti al mondo.
    “Mentirei se dicessi che l’avevo previsto, per essere onesti”, ha dichiarato Murray in merito alla vittoria di Cameron in California, “tuttavia ho trascorso una discreta quantità di tempo con lui e mi sono allenato molte volte insieme. È un ragazzo che lavora molto duramente. Penso che sia un ottimo esempio non solo per i giocatori britannici ma per tutti i giocatori di tennis. Se ti impegni giorno dopo giorno, ti dedichi adeguatamente allo sport e hai un atteggiamento come il suo, puoi ambire a percorrere una lunga, lunga strada”.
    “Il suo risultato è stato fenomenale. Ma ritengo che forse l’intera stagione che sta vivendo sia ancor più impressionante della settimana a Indian. Ogni settimana vince partite. Ha giocato sei finali in questa stagione, e quest’anno finirà per vincere più partite del tour di quante ne abbia mai vinte sommando tutta la sua carriera in precedenza. È notevole” conclude Andy.
    Norrie ha vinto il suo primo titolo ATP a Los Cabos lo scorso luglio prima di Indian Wells. Il 26enne vanta attualmente un record di 47 vittorie e 20 sconfitte nel 2021. Solo tre colleghi hanno ottenuto più successi in stagione. Il numero 16 del mondo ha iniziato il 2021 con un record di 51 vittorie e 60 sconfitte in tutta la sua carriera Pro, debuttando nel 2017.
    “I numeri parlano chiaro” chiosa Murray sul connazionale, “mostrano quanto sia importante il suo miglioramento. Sapevo che fosse un bravo tennista, ma ritrovarlo tra i primi 20 al mondo e in corsa per conquistare un posto alle Finals di Torino è uno sforzo incredibile”.
    Norrie in grande crescita, continuo come risultati stagionali e assai versatile. Nel 2021 ha raggiunto due finali su terra battuta (Estoril e Lione, entrambe perse), una su erba (Queen’s, sconfitto da Berrettini) e a San Diego, poco prima della grande vittoria ad Indian Wells.
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    Prime parole di Djokovic dopo US Open: “Giocherò nel 2021, non so in Australia. Non voglio partecipare alla guerra sui vaccini”

    Novak Djokovic

    Novak Djokovic torna a parlare dopo la dolorosissima sconfitta patita a US Open. Dopo un allenamento in patria, è stato intervistato dal media Blic, informando sulle proprie condizioni e sul suo prossimo programma. Si è detto sicuro di rientrare per il 1000 di Bercy, ATP Finals di Torino e Coppa Davis, mentre non ha ancora certezze per l’Australian Open, viste le restrizioni per i non vaccinati e la sua nota posizione no-vax. Ecco alcuni estratti del pensiero del n.1 del mondo, intervistato dopo un allenamento con Olga Danilovic.
    “Ho iniziato ad allenarmi oggi. Era passato molto tempo dall’ultima volta in cui avevo preso in mano una racchetta. Sì, ho allenato il mio fisico, ma oggi è stata la prima volta di nuovo in campo”. Come se Novak avesse bisogno di staccare, totalmente, dopo la rincorsa al Grande Slam, stoppata all’ultimo passo, a tre set dall’impresa leggendaria.
    Ecco il programma per il resto della stagione 2021: “Ho intenzione di giocare a Parigi, le ATP Finals a Torino e la Coppa Davis. Starò qui tutta la settimana, a Belgrado, e la settimana prima di Parigi lascerò la Serbia per dedicarmi di più all’allenamento. Il compleanno di Stefan è tra pochi giorni e noi saremo qui, a festeggiarlo con la famiglia. Ho trascorso la maggior parte del mio tempo qui a Belgrado. Sono impegnato nello sviluppo del Tennis Center e della mia futura Academy. Questo progetto mi dà molte soddisfazioni. Il mio desiderio è quello di trasmettere la storia della mia vita e carriera ai più piccoli”.
    Il capitolo più lungo è quello relativo alla delicata questione Australian Open. Ricordiamo che lo stato di Victoria dallo scorso 15 ottobre ha stabilito che solo atleti vaccinati possono competere in tornei e campionati professionistici. Un ostacolo enorme per ogni persona che rifiuta il vaccino anti-covid. Ecco il pensiero di Djokovic: “Sto seguendo quello che sta succedendo in Australia e credo che tra due o tre settimane verrà presa una decisione definitiva. Non credo che le condizioni cambino molto rispetto a quanto già sappiamo. Ci saranno molte restrizioni. Stanno cercando di migliorare le condizioni quest’anno. Il problema è che viaggi in aereo con una persona positiva, vaccinata o meno, e devi passare una quarantena di 14 giorni in camera tua. È successo a 70 giocatori quest’anno. Vorrei che tutti i giocatori si riunissero di più e fossero coinvolti nel processo decisionale. Mi sembra che non ci venga chiesto nulla. La verità è che non so se giocherò gli Australian Open. La situazione non è affatto buona”.
    Continua Novak: “Quest’anno in Australia non è stata una bella esperienza. Passare così tanto tempo nella stanza e poi dover giocare al meglio dei cinque set… Se queste decisioni vengono mantenute, penso che molti giocatori si chiederanno se andranno o meno, se vale la pena andarci… Non ho ancora deciso se giocherò a Melbourne. Ci sono molte speculazioni. I media speculano molto. C’è molta divisione nella società, tra chi è stato vaccinato e chi no. Questo, per me, è terrificante. Che qualcuno venga giudicato se vuole capire e decidere se vaccinarsi o meno… mi fa sentire deluso dalla società. Non rivelerò se sono vaccinato o meno. È una questione privata. Qualunque cosa tu dica, i media diffonderanno la paura tra la gente. Non voglio partecipare a questa guerra. Voglio andare in Australia, ma non so se lo farò. Al momento posso dire solo questo”.
    Parole importanti quelle di Djokovic, in cui conferma la propria delusione per la situazione generale, la volontà di capire come muoversi prima di prendere una decisione definitiva, ma vista la fermezza mostrata “down Under” dall’inizio della pandemia, pare difficile che possa essere offerto una sorta di “salvacondotto” a chi volesse giocare agli Australian Open da non vaccinato.
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    Hurkacz in top10, è il secondo polacco nella storia

    Hubert Hurkacz, neo top10

    Hubert Hurkacz è uno dei personaggi della settimana. I quarti di finale raggiunti ad Indian Wells lo hanno portato al best ranking e soprattutto al n.10 della classifica ATP, scavalcando Roger Federer e Felix Auger-Aliassime. È un risultato storico per il 24enne di Wroclaw: diventa il secondo polacco nella storia ad entrare tra i migliori 10 tennisti al mondo. 
    Il campione di Miami 2021 pareggia il best ranking del connazionale Wojtek Fibak, che fu numero 10 del mondo il 25 luglio 1977. Una progressione importate per Hurkacz, che aveva iniziato la stagione al numero 34 del mondo. Era fiducioso sulle proprie potenzialità, di poter crescere in stagione e ritagliarsi un ruolo da protagonista, come ha dichiarato al sito ATP: “Lavoriamo con il mio allenatore (Craig Boynton) già da un paio d’anni, il lavoro che abbiamo svolto ogni singolo giorno, anche l’anno scorso, è stato molto intenso. Penso che sia un processo importante, sto migliorando il mio gioco. Cerco di migliorare ogni singolo giorno”.
    Il polacco è il 174esimo tennista ad entrare tra i migliori 10 al mondo (da quando la classifica è stilata al computer), e secondo nel 2021, dopo Casper Ruud.
    Hurkacz è famoso sul tour per essere uno dei ragazzi più educati, cordiali e sportivi. Su di lui la scorsa settimana ha speso belle parole Grigor Dimitrov, suo “giustiziere” nei quarti ma solo al tiebreak decisivo. “Ha servito in modo straordinario. Gliel’ho detto anche dopo la partita alla stretta di mano. Penso che sia migliorato incredibilmente al servizio quest’anno. Ad un certo punto della partita ho iniziato buttarmi da una parte cercando di indovinare dove avrebbe servito” afferma il bulgaro. “Hubert è un ragazzo magnifico, è bello averlo sul tour. Sempre molto cordiale, è facile e gradevole parlare con lui. Ci siamo allenati parecchie volte a Monte Carlo, ci troviamo bene insieme”.
    Il suo coach spiega il segreto del successo di Hurkacz: “È un grande lavoratore e siamo sempre alla ricerca di miglioramenti, vuole provare a migliorare qualcosa ogni giorno finché non arriva l’ora di mettere le racchette nella borsa. Ciò su cui lavori può cambiare in fretta, perché ti siedi e ti poni una serie di obiettivi, una volta raggiunti devi sostituirli subito con altri nuovi. Più diventi bravo, più devi lavorare per il miglioramento dei dettagli, così la crescita continua”.
    Nella Race to Turin, Hurkacz è attualmente al nono posto con 2955 punti, quindi visto il sicuro forfait di Rafa Nadal sarebbe matematicamente tra i magnifici 8 del Masters. Deve tuttavia guardarsi le spalle da Cameron Norrie, fresco campione a Indian Wells, e Jannik Sinner, staccato di 360 punti dal polacco. Le ultime settimane di tornei, e probabilmente il M1000 di Bercy, saranno decisive.
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    Indian Wells, il torneo delle sorprese

    Cameron Norrie

    Prima dell’avvio di questo Indian Wells “autunnale”, si pensava che il torneo potesse regalarci qualche sorpresa. La nuova collocazione, le diverse condizioni, molti giocatori già provati da 9 mesi di tennis spesso vissuti in ambienti complicati dalle regole anti-covid, un mix di elementi perfetti per creare una scossa. Tuttavia ritrovarsi al sabato mattina con in semifinale Dimitrov vs. Norrie e Fritz vs. Basilashvili, questo proprio no, era inimmaginabile. Oltretutto i due grandi favoriti ieri, Tsitsipas e Zverev, hanno pure perso “male”, Sasha con la chance di vincere, Stefanos con un match incomprensibile.
    Non serve perdersi in grandi ricerche per affermare che queste semifinali, oltre che sorprendenti, sono probabilmente quelle con in campo i tennisti “peggiori” rispetto alla classifica in un torneo di questa categoria, e se non lo sono in assoluto siamo molto vicini. È il segnale di un tennis che sta cambiando, senza la costante presenza dei big 3 (più Murray), ma anche di una sorpresa che ogni tanto ci sta. E meno male che nello sport accadono ancora, altrimenti sai che noia…
    Davvero difficile a questo punto pronosticare chi la spunterà, e forse è bello proprio per questo. Ognuno dei giocatori rimasti in gara ha dimostrato di essere in grande condizione, e di poter ambire al titolo. Solo Dimitrov in carriera ha già vinto un Masters 1000, nel 2017, il suo anno migliore, chiuso con il successo alle ATP Finals. Per gli altri sarà una occasione incredibile.
    Potrebbe essere un torneo decisivo per Norrie, tennista cresciuto in modo incredibile negli ultimi due anni. Attualmente il britannico è al 14esimo posto nella Race to Turin, con 1840 punti. Se vincesse IW, farebbe un balzo clamoroso, con sorpasso a Felix Auger-Aliassime e in piena lotta con Sinner e Hurkacz e Ruud per un posto al Masters. La semifinale vs. Dimitrov sarà una partita molto interessante. Grigor è tornato finalmente in piena efficienza atletica dopo un periodo gustato da vari problemi, e soprattutto sembra aver ritrovato fluidità e fiducia nel suo gioco. Il bulgaro ha sempre giocato bene, ma con quel tennis così complicato e non sempre molto incisivo, è riuscito a giocarsela contro i big solo nelle fasi di carriera in cui ha trovato la massima fiducia e la miglior condizione fisica. Alla fine gli è sempre mancato qualcosa per eccellere, un filo di velocità di braccio, un po di servizio, una difesa più stabile e meno funambolica, meno pause. Dopo anni di “vivacchiare”, ad Indian Wells potrebbe riprendersi un ruolo da protagonista. Norrie proverà a sbarrargli la strada cercando di non farlo creare, imponendo alti ritmi e buttandolo lontano dalla riga di fondo. La risposta al servizio di Cameron potrebbe essere il colpo decisivo: se annullerà il servizio del rivale, la sua grandissima fiducia e spinta da fondo campo potrebbero portarlo al successo. Se invece sarà Grigor a comandare le operazioni, avrà ottime chance per il successo.
    Fritz sta giocando il torneo della vita. Ieri dopo aver sconfitto Zverev ha dichiarato: “Non puoi allenare tutto questo, cosa vuol dire superare queste situazioni. Non le puoi simulare in un allenamento, devi fidarti del tuo tennis, di quello che stai facendo. Devi riuscire a mettere in campo, sotto la massima pressione e difficoltà tutto il lavoro svolto, riuscire a dare il massimo. Non sempre ci sono riuscito, stavolta è un sogno che si avvera. È difficile non emozionarsi per tutto questo. Ho lavorato molto duramente per tutta la mia vita per arrivare a giocare queste partite e provare queste emozioni”. L’”ammazza italiani” continua a volare. Serve bene, risponde profondo, è intenso e con pochi cali. È nella sua California, ha il pubblico, è “in-the-zone” come dicono da quelle parti, quindi può essere pericolosissimo per tutti. Basilashvili è un vero colpitore di potenza, può spaccare in due la pallina, ma ha bisogno di tempo per esprimere il suo miglior tennis. Forse ha approfittato anche delle condizioni piuttosto lente del torneo, davvero non così distanti da molti eventi sul rosso. Sarà una partita molto incerta, probabilmente l’americano è favorito, ma il georgiano resta un tennista con la potenza necessaria a completare l’impresa ed issarsi addirittura in finale. “Mi sto allenando bene da settimane, non sono sorpreso dal risultato”, ha dichiarato Nikoloz.
    Molti appassionati forse saranno non solo sorpresi, ma anche un po’ delusi dai quattro semifinalisti. In realtà, questo accade con frequenza nei momenti storici di passaggio. Questo torneo e molto altro conferma che stiamo attraversando esattamente una fase del genere. E non necessariamente dobbiamo ammirare “i soliti noti” per gustarci bel tennis ed emozioni.
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    Archeo Tennis: 15 ottobre 1983, Aaron Krickstein vince a 16 anni un torneo ATP, è record assoluto di precocità

    Aaron Krickstein

    15 ottobre 1983, Tel Aviv. Il torneo Open tornato sul Grand Prix dopo un anno di stop viene vinto dal formidabile teenager statunitense Aaron Krickstein, che a soli 16 anni e 73 giorni diventa il più giovane vincitore della storia in un torneo del Tour maggiore. 
    Classe 1967, Aaron Krickstein è stato uno dei primi talenti emersi della rivoluzionaria scuola di Nick Bollettieri in Florida, insieme a Jimmy Arias (classe 1964). Nel 1983, il 16enne Krickstein si impose in varie competizioni nazionali U18, quindi mosse i primi passi sui tornei del Gran Prix. C’era grande attenzione per questo ragazzo magro e veloce, capace di colpire la palla con forza e precisione, ma soprattutto un anticipo davvero straordinario per quei tempi. Il primo risultato importante lo raggiunse agli US Open, dove sconfisse l’altra stella nascente Stefan Edberg al tiebreak decisivo del quinto set, e poi l’esperto Vitas Gerulaitis (allora n.16 del mondo) rimontando due set di svantaggio. La sua corsa a NY si arrestò agli ottavi, sconfitto dal campione in carica di Roland-Garros (e numero 4 del mondo) Yannick Noah.
    Sull’onda di quell’ottimo risultato, Aaron si presentò a Tel Aviv in grande forma e già con gli occhi puntati da parte di moltissimi appassionati di tennis. Non era passato inosservato quel suo gioco “estremo” per anticipo e velocità. Si sprecavano i confronti con il rovescio in anticipo di Jimbo Connors, ma il giovane prodotto di Bollettieri sparava pallate a ritmi e potenza nettamente superiori, facendo intravedere ampi margini di miglioramento, anche se la “mano” non sembrava tra le più “morbide” e l’incedere un po’ “robotico”.
    Nel torneo israeliano Krickstein iniziò comodamente, eliminando il n. 24 del mondo Henrik Sundstrom (e testa di serie n.1) per ritiro, in vantaggio 6-3 1-0. Al turno successivo, concesse solo 7 game a Schalk Van Der Merwe, quindi nei quarti di finale fu impegnato duramente dal tennista di casa Shahar Perkiss, superato solo 7-6 al terzo set. Aaron mise in mostra una forte capacità di resistenza mentale, nonostante la giovanissima età e poca esperienza di tennis Pro. In semifinale superò con un duplice 6-4 il britannico Colin Dowdeswell (tennista giramondo, che in carriera aveva giocato anche per Svizzera e Rhodesia). Anche nella parte bassa del tabellone ci furono molte sorprese. La seconda testa di serie e favorito del pubblico Shlomo Glickstein si arrese all’esordio, per la delusione dei fan israeliani, tanto che a giocarsi il posto in finale furono due tedeschi poco conosciuti, Rolf Gehring e Christoph Zipf. Prevalse quest’ultimo, classe ’62, discreto talento e vittorioso di buoni titoli a livello junior, per poi non confermarsi ad alto livello tra i Pro.
    La finale, disputata il 15 ottobre, vedeva quindi di fronte due tennisti alla prima chance per alzare un titolo professionistico. Krickstein impose la sua maggior potenza da fondo campo e soprattutto restò più calmo e focalizzato, vincendo 7-6 6-3. Trionfò alla sesta apparizione in un evento Pro, stabilendo il record, ancora imbattuto, di giocatore più giovane a vincere un torneo dell’ATP Tour.
    Krickstein, insieme a Jimmy Arias, divenne un vero “caso” nel mondo della racchetta, sia per la ventata di innovazione del suo tennis che le astute mosse promozionali del suo coach, Nick Bollettieri. La vera generazione di fenomeni del tennis USA, plasmata dalla visione e metodi assai particolari del coach, arrivò da lì a pochi anni: Agassi, Courier, Chang (e Sampras, solo in parte formato da Nick).
    Purtroppo Aaron non riuscì a diventare quel super-campione che la precocità aveva fatto immaginare, frenato da tanti infortuni ma anche da alcune carenza tecniche che non riuscì mai a superare totalmente. Con il suo tennis di sbarramento e pressione, regalò spesso bei match contro i tanti attaccanti dell’epoca. In carriera vinse nove titoli, toccando un best ranking al n.6 nel 1990, pochi mesi dopo aver ottenuto la sua migliore prestazione in un Grande Slam, agli US Open del 1989, dove sbarcò in semifinale (sconfitto di Boris Becker). Terminò la sua carriera nel 1996.
    Krickstein resta il più giovane vincitore di un torneo ATP. Guida una ideale “top10” di precocità che vede a seguire Michael Chang (16 anni e 7 mesi – San Francisco 1988), Lleyton Hewitt (16 anni e 10 mesi – Adelaide 1998), Guillermo Perez Roldan (17 anni e 6 mesi – Monaco 1987), Boris Becker (17 anni e 6 mesi – Queen’s 1985), Andre Agassi (17 anni e 6 mesi – Itaparica 1987), Bjorn Borg (17 anni e 7 mesi – Auckland 1974), Pat Cash (17 anni e 7 mesi – Melbourne 1982), Mats Wilander (17 anni e 9 mesi – Roland Garros 1982) e Andrei Medvedev (17 anni, 9 mesi – Genova 1992).
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO