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    Peng Shuai parla a L’Equipe: “Non sono mai scomaprsa, non ho subito violenza”

    Peng Shuai

    Dopo un periodo di totale silenzio, Peng Shuai torna a parlare. E stavolta lo fa con un’intervista realizzata dal quotidiano francese l’Equipe, in un hotel di Pechino insieme ad un interprete portato dal giornalista presente. Un’intervista decisamente “libera” visto l’autorevole media a cui l’ha rilasciata, in cui la tennista cinese ha chiarito la sua posizione su molte delle questioni sollevate dopo il caso della confessione scritta di proprio pugno sul social cinese Weibo, nella quale si diceva vittima di violenza da parte di un membro importante del governo nazionale, post dopo poco cancellato insieme alle sue tracce, per molte settimane. Un chiarimento che lascia alquanto perplessi, poiché leggendo le sue dichiarazioni, restano molti dubbi in merito all’intera questione. Riportiamo le parole di Peng.
    “Prima di tutto vorrei ringraziare tutti i giocatori ATP e WTA che si sono preoccupati per me in tutto questo tempo, tutti gli atleti e le personalità che lo hanno fatto. Certo, quello che non capisco bene è perché tanta preoccupazione, tutti potevano vedermi”.
    Già da questa prima dichiarazione, si capisce il tenore delle parole di Peng Shuai, che continua: “Quello che è successo è una questione di cui ho già discusso e a cui ho risposto all’epoca attraverso un’intervista ai media di Shanghai, nonché tramite un’e-mail indirizzata alla WTA tra molti altri destinatari. Quel post su Weibo ha portato ad un enorme malinteso nel mondo esterno, al punto da snaturare il significato del post. Vorrei solo non aggiungere più pubblicità a questo argomento. Non ho mai detto che qualcuno mi ha aggredito sessualmente“.
    A questo punto, le chiedono perché abbia cancellato quel post. Altra risposta evasiva: “Se ho cancellato il post 30 minuti dopo è perché lo volevo, ma non sono mai scomparsa. Il problema con molte persone, inclusi i miei amici o il personale del CIO, è che mi hanno inviato così tanti messaggi che era impossibile rispondere a tutti. Tuttavia, con i miei amici più cari sono sempre rimasta in stretto contatto, ho parlato con loro, ho risposto alle loro email, cosa che ho fatto anche con la WTA. Ci siamo sempre tenuti in contatto, quindi non capisco perché sia ​​stata diffusa l’informazione che ero scomparsa”.
    In realtà, in quelle frenetiche settimane, alcune tenniste hanno dichiarato di averla cercata con tutti i mezzi, non ottenendo nessuna risposta. Continua la Peng: “Non ho preso nessuna decisione al di sopra di un’altra, tutti potevano vedere le mie dichiarazioni sul sito web della WTA. Era tutto molto insolito per me, perché avrei bisogno di una consulenza o di cose del genere? Non sapevo davvero come interpretare quel tema. Gli psicologi della WTA non sono riusciti a contattarmi e hanno pensato che fossi scomparsa, mi sembra un po’ inverosimile. Subito dopo aver inviato quella dichiarazione tramite il CIO, ho risposto al presidente della WTA Steve Simon. Sono state inviate diverse copie, e-mail che ho scritto io stessa. Quella stessa notte l’ho anche inviata tramite WeChat ai miei amici per confermare che ero l’autrice di ogni messaggio inviato dalla mia email di lavoro”.
    L’ultima dichiarazione della tennista cinese: “Sentimenti, sport e politica sono tre cose molto diverse. I miei problemi sentimentali, la mia vita privata, non dovrebbero essere coinvolti nello sport o nella politica. E neanche lo sport va politicizzato, perché quando ciò accade, nella maggior parte dei casi significa voltare le spalle allo spirito olimpico, cosa che va contro la volontà del mondo dello sport e degli atleti. La mia vita è sempre la stessa. Sono una ragazza normale, a volte serena e felice, altre triste o stressata e sotto pressione. Sono emozioni normali”.
    Una intervista che è stata certamente realizzata in libertà, ma che continua a lasciare più di un dubbio sulla reale situazione della cinese, che ha anche affermato di non voler più riprendere l’attività, nemmeno in doppio. Dopo un discreto stop e con un ginocchio sofferente, non se la sente. Ultimo tassello di un puzzle che sembra stare insieme a malapena.
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    La Svezia, finalmente, sorride

    Mikael Ymer

    Che settimana per i fratelli Ymer. Elias è approdato in semifinale all’ATP Pune, sconfiggendo ieri il nostro Stefano “Steto” Travaglia. Ma il successo più importante nella sua settimana magica è stato quello su Aslan Karatsev, il “bombardiere” russo, incappato nella velocità di Ymer e in una giornata troppo fallosa col diritto.
    Mikael ieri sera ha sconfitto il “padrone” di Montpellier, Richard Gasquet, in tre set, approdando anch’egli alla semifinale del torneo francese, dove affronterà Sasha Zverev per un posto in finale. Match a dir poco arduo, ma resta una splendida settimana per lo svedese di origine etiope.
    Due fratelli in semifinale nella stessa settimana. Non accadeva dal 2017, quando i due Zverev giocarono le “semi” in due tornei su erba (Mischa a Stoccarda, Sasha a s-Hertogenbosch). Che ora due “Bro” ci siano riusciti addirittura in due continenti diversi credo proprio sia una totale novità.
    Una bella storia quella della famiglia Ymer, cresciuta nella fredda Svezia ma con origini negli altipiani etiopi. L’ambizione di cambiare vita di Wondwosen, il papà dei ragazzi, è stata premiata. Buon atleta nei 10.000 metri e anche calciatore, si sposta nella piccola Skara, nella zona di Göteborg, nel 1987. Si sposa, nascono tre figli, che vengono presto mandati sulla pista di atletica. Ma Elias si innamora della racchetta – in Svezia, nonostante la crisi tecnica, si gioca ancora molto a tennis – e la sua passione irrefrenabile contagia anche Mikael e il più piccolo Rafael, che adesso sta disputando tornei ITF ed è discretamente promettente.
    Finalmente torna a sorridere la Svezia, paese nevralgico nel mondo del tennis dai primi anni ’70 con l’esplosione di Borg sino ai primi anni 2000, con Robin Soderling a tirare la carretta (e fare due finali Slam a Parigi, 2009 e 2010) di un movimento che era di fatto già estinto. Si è dibattuto molto sulla crisi dei vichinghi. Un vero caso, un modello che è stato addirittura “studiato” da altre federazioni per far sì di non ripetere una simile debacle. Incredibile che una nazione così piccola ma così efficiente, capace di produrre una quantità enorme di ottimi giocatori e ben 25 Slam in singolare maschile (Borg, Wilander, Edberg, Johansson) sia letteralmente scomparsa dai radar del tennis di vertice. Sfortuna (“Pim Pim Johansson e Vinciguerra ko da giovani, soprattutto il primo era più di una promessa) ma anche molti errori commessi. “Ad un certo punto, credevamo che il sistema andasse avanti da solo. Non ci eravamo resi conto che il mondo stava cambiando, quello del tennis e socialmente nel sotto paese. Ci ha colto di sorpresa e non siamo riusciti a riorganizzarci” fece così mea culpa uno dei presidenti della fertennis nordica in un’intervista di qualche anno fa.
    Adesso con la simpatica famiglia Ymer, la Svezia torna finalmente in prima pagina, almeno questa settimana. Aspettando di valutare le qualità del giovane Rafael (classe 2006), con Elias e Mikael ha trovato due buoni tennisti. Soprattutto Mikael, che brilla per la velocità in campo, un ottimo tempo sulla palla soprattutto col rovescio e un tennis d’incontro piuttosto efficace. Difficile pensare che possa ambire a grandissimi trofei, ma è un buon giocatore, che può stazionare nel range tra il 50esimo e il 100esimo posto nel ranking. Sembrano più definiti i limiti di Elias, fisico più potente ma con colpi meno rapidi e incisivi. Grazie alla semifinale a Pune potrà riavvicinarsi alla top 100, sperando finalmente di entrarvi (ha un best ranking di 105 nel 2018).
    È presto per gridare al ritorno dei vichinghi, il tennis svedese è quasi nullo al di fuori degli Ymer, incluso il giovane Leo Borg del quale si parla molto (ovviamente) ma con ancora tutto da dimostrare. Tuttavia fa piacere tornare a parlare di una nazione che ha regalato campioni indimenticabili ed è stata capace di alimentare per oltre 30 anni uno dei movimenti più interessanti e prolifici. Con maestri molto preparati ed una visione molto chiara dell’impostazione tecnica, orde di giovani svedesi hanno invaso i tornei giovanili, viaggiando per settimane in gruppo, diventando molto amici e stimolandosi a vicenda, per una crescita a tratti irrefrenabile. A metà anni ’80 ci sono state settimane in cui la Svezia ha avuto 4 top 10 e oltre 10 top 100, incredibile per una nazione con dieci milioni di anime. Vittorie in Davis e un incredibile Grande Slam svedese nel 1988 con Wilander ed Edberg.
    La speranza è che l’esempio degli Ymer e il lavoro di alcune accademie formate dai giocatori di quel periodo (come la GTGT di Norman e Kulti) possano rinvigorire un paese che ha dato tantissimo al nostro sport.
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    Sinner positivo al Covid-19, salta Rotterdam. Anche Medvedev out, entra Murray

    Jannik Sinner

    Jannik Sinner è costretto a rinunciare al torneo ATP 500 di Rotterdam perché positivo al Covid-19. L”annuncio viene dal torneo olandese, che in una nota ufficiale afferma: “Jannik Sinner non può recarsi a Rotterdam a causa del Corona virus, sarà sostituito da Jo-Wilfried Tsonga. Il vincitore dell’ABN AMRO World Tennis Tournament nel 2017 sta tornando dopo un lungo periodo di infortunio”.
    Anche il n.2 del mondo Daniil Medvedev rinuncia al torneo olandese, al suo posto entra Andy Murray. Il direttore del torneo Richard Krajicek ha affermato: “Eravamo ancora fiduciosi che Daniil Medvedev tornasse alla sua precedente decisione di non voler giocare un altro torneo così presto dopo la finale persa degli Australian Open, ma sfortunatamente non ha ancora perso quella sensazione. Per fortuna, siamo stati in grado di assicurarci un altro vincitore del Grande Slam all’ultimo minuto con Andy Murray “.
    “A causa di queste cancellazioni e del precedente ritiro di Bautista Agut e Coric, la wild card di Botic van de Zandschulp è stato liberata. Possiamo quindi ora darla a Tsonga. È sempre stato uno dei preferiti dai tifosi di Rotterdam” conclude Krajicek.
    Tsonga e Murray entrano nel torneo come wild card. Aspettiamo una nota ufficiale di Jannik in merito alle sue condizioni
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    La grandezza di Nadal non è nei numeri (di Marco Mazzoni)

    Rafael Nadal

    Nadal. Ventuno. GOAT. Questi gli # che stanno imperversando su tutti i media e social da domenica pomeriggio. Il mondo del tennis (e non solo) si è stretto intorno a Rafael Nadal, che con la vittoria agli Australian Open torna a vincere il primo Slam dell’anno e soprattutto stacca i grandi rivali nella corsa al più vincente negli Slam. Un successo epocale per mille motivi, che abbiamo già ben analizzato e sviscerato. Una vittoria che consacra (…se mai ce ne fosse stato bisogno) un tennista ed atleta straordinario, uno dei migliori che lo sport – all sport – abbia mai prodotto. Era impensabile poche settimane fa pensarlo capace di giocare di nuovo un tennis di altissimo livello ed intensità. Ha alzato il suo livello strada facendo, imponendo la sua classe, testa e potenza su rivali più giovani, ricchi di talento ma ancora acerbi, con limiti tecnico tattici, non così irriducibili di fronte alla lotta e alle difficoltà. Mancava Djokovic, è giusto sottolinearlo, ma il successo di Nadal è chiaro, forte, meritato. È cresciuto nel torneo, ha ritrovato quella infinita voglia di vincere, ha annusato che la chance c’era. È andato a prendersela, “a la Nadal”, di forza, con tanta “garra”, con quella testa micidiale che non lo fa mollare mai. Anche se tutti i bookies lo davano piuttosto sfavorito contro Medvedev, e il campo nei primi due set e mezzo davano loro ragione, avevo lanciato un pronostico a lui favorevole perché i numeri non possono misurare la grandezza del cuore di un Campione.
    Quindi è Nadal il famoso “più grande di sempre”? Personalmente sono convinto che l’annosa questione del GOAT sia come il sesso degli angeli. Non esiste. Il tennis ha attraversato tante epoche diverse, troppi i cambiamenti. C’è un gruppo ristretto di grandissimi campioni che hanno vinto tanto, dominato, apportato qualcosa di nuovo e spettacolare alla disciplina. Questo è il Club del GOAT, i migliori. Rafa ne è uno dei principali protagonisti, spicca e si distingue anche tra di loro.
    Questo è quel che mi preme sottolineare. Per comodità e tendenza a razionalizzare tutto, creiamo categorie grazie alla comodità dei numeri. I numeri sono importanti. Ci sono aspetti sui quali i numeri non mentono. Anche pro-Nadal, come il mitico “21” alla casella Slam, record epocale, enorme. Ma la grandezza di Nadal a mio avviso è superiore a qualsiasi categoria e/o numero, si fonda in altri aspetti meno tangibili ma ancor più significativi.
    L’impatto di Rafael Nadal Parera sul mondo della racchetta è stato rivoluzionario. Prima di lui non c’era mai stato un tennista così potente, efficace, atleticamente superiore. Una macchina da gioco micidiale, che ha imposto un nuovo ed unico modello di gioco. Poche volte un tennista ha avuto il suo istinto killer, quello che gli ha permesso di scappare via verso il successo in tantissime fasi critiche. Nessuno come lui eccelle nella lotta, sul punto-a-punto, quando la testa conta più di qualsiasi colpo. Nessuno come lui riesce a crederci sino alla fine, ribaltare situazioni che paiono disperate. Vedi la finale di domenica, ma quante ne ha vinte soffrendo, lottando, sprintando, correndo, tirando colpi assurdi sotto totale pressione e fatica. Nessuno come lui riesce a cavarsi da situazioni difficili, a trovare uno spiraglio anche quando la porta sembra chiusa. Unico. Ci riesce grazie a sue qualità innate, e per come Zio Toni l’ha costruito da piccolo. Facendolo giocare in condizioni orribili, con palle sgonfie, con campi pieni di buche, con sessioni folli per fatica e durata. “Devi imparare a cavartela da solo”. Il ragazzo ha imparato come nessuno.
    E c’è molto, molto di più che lo rende superiore a tutti gli altri della sua epoca. Se qualcuno ha voglia di andarsi a rivedere un match del Nadal 2005-2008, quando atleticamente era davvero diverse spanne superiore a tutti, troverà un tennista completamente diverso da quello attuale. Era il più formidabile contrattaccante dell’era moderna, con quel “dirittaccio” così arrotato che diventava ingestibile, con due piedi capaci di rimettere tutto, con una risposta aggressiva e una fame famelica di vittoria su ogni singolo punto. La grandezza di Nadal sta anche nel non essersi fermato mai. Ha continuamente cesellato il suo gioco, con un’evoluzione che ha del sorprendente. Ha capito che doveva muoversi in avanti, che quel gioco lo stava massacrando sul piano fisico e che doveva diventare sempre più costruttore di gioco prima, più attaccante poi. Il Nadal che ha vinto gli Australian Open 2022 non è più il più grande difensore al mondo, quello semmai è Medvedev oggi. Rafa attacca, ha tempi di gioco molto più rapidi. Ha migliorato moltissimo il servizio e la risposta. È prontissimo ad aggredire la palla e pure venire a rete. È diventato un tennista assai più offensivo, con colpi più rapidi e schemi anche assai più gradevoli dal punto di vista meramente spettacolare. Nadal va prendersi il punto, domina, ti stritola non a furia di rincorse ma di pallate giocate con potenza e qualità tattica. Ha rivoltato il suo tennis e ne ha fatto un capolavoro. La sua intelligenza e duttilità è quindi superiore.
    Non è finita qua. La grandezza di Nadal è soprattutto nella sua qualità mentale e morale. La dignità con la quale ha saputo accettare tante sconfitte, traendone forza per ripartire e cambiare, con umiltà e coraggio. La voglia di ripartire dopo tanti problemi fisici – misterioso come dopo tutta questa usura, sia ancora lì, contro gente di 15 anni più giovane! – è un esempio per tutti. Soprattutto per questa nuova generazione di tennisti, dotati di grande talento tecnico ma assai lontana a Nadal per abnegazione e voglia di andare oltre ai propri limiti, oltre alla fatica, oltre al dolore. Rafa non è mai domo. Ci crede sempre. Lavora con un’intensità e qualità straordinarie, con una disciplina e dedizione inarrivabili. È l’esempio vivente di come massimizzare le proprie qualità e talento per diventare una leggenda. 
    Rafael Nadal è diventato il tennista con più titoli dello Slam vinti in singolare, 21. Ma non esiste un numero che possa misurarne la grandezza come persona ed atleta. 
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    Australian Open: Incredibile Nadal! Rimonta due set a un Medvedev sprecone e vince il 21esimo Slam in carriera

    Rafael Nadal

    Incredibile rimonta di Rafa Nadal. Lo spagnolo crolla due set a zero, dominato sul piano del gioco e anche fisicamente da Medvedev, ma il russo “si incarta” nel terzo set. Inizia a litigare col pubblico (estremamente indisciplinato oggi), sbaglia molte scelte tattiche, incasinando quella condotta che l’aveva portato in vantaggio. Soprattutto non sfrutta chance importanti (tre palle break sul 3-2 che avrebbero “ucciso” il match) e si fa rimontare. La partita gira. Nadal ritrova incredibilmente energia, dopo oltre 4 ore corre più dell’avvio, e ritrova magicamente lunghezza di colpi e intensità, anche col diritto che era mancato in spinta per tutta la prima parte del match, mentre Medvedev crolla sul piano fisico e mentale, sempre meno lucido nelle scelte. Il match diventa una rissa agonistica, e in questa condizioni Nadal è quasi invincibile, come dimostra la sua lunga carriera. Vince Nadal 2-6 6-7 6-4 6-4 7-5, si regala il sogno del 21esimo Slam, proprio in quell’Australia che gli aveva portato poca fortuna. Quanti rimpianti per Medvedev, incapace di chiudere nel terzo set una partita che aveva in pugno. Quanta gioia per Nadal, che completa una rimonta eccezionale e così stacca gli “eterni” rivali nella corsa al maggior numero di Slam vinti. Una finale lunga, sofferta, non sempre di alta qualità tecnica ma memorabile per il suo andamento, tanto da entrare dritta nei libri di storia della disciplina. Come l’impresa del suo vincitore: el Rey, Rafael Nadal.Difficile per non dire quasi impossibile scrivere così a caldo, soverchiato da una valanga di emozioni e situazioni, un commento lucido. Di sicuro i due protagonisti meritano un grande applauso: chiunque ama il tennis ha vissuto una domenica mattina (e primo pomeriggio!) indimenticabile. Una di quelle partite che entrano nella storia del torneo e dell’intero sport, perché si è visto un campionario quasi esaustivo di quel che rende il tennis uno sport unico e affascinante. Lotta, sofferenza, cambi di rotta, pathos, dramma sportivo. Qualità tecnica altalenante, questo è corretto riconoscerlo. In un match così lungo e sofferto è normale ci siano dei momenti di calo qualitativo. Il match onestamente è stato bello, ma più per la passione che scatenava che per la qualità del tennis espresso. Molto modesto il livello di Nadal nei primi due set; molto caotico per non dire senza filo logico il gioco di Medvedev da metà del terzo set. Tanto che per assurdo si è giocato quasi meglio nel quinto set, quando i due hanno spesso lasciato correre il braccio, avendo più poche gambe ed energie.
    La vittoria di Nadal viene principalmente dalla sua estrema forza mentale, ed atletica. Irreale come dal finire del terzo set abbia incrementato di molto la spinta con le gambe, sia nei recuperi che soprattutto sul suo drive di diritto. Nella prima fase della partita, infatti, Medvedev aveva non poco beneficiato di tanti, troppi errori di Rafa in spinta e di un diritto misero, povero, cortissimo e poco incisivo. Per magia, dopo la sosta ai box prima del terzo set e ancor più dopo aver superato indenne quel terribile game in cui si è ritrovato sotto 0-40, Rafa ha spiccato il volo. Ha tenuto altri ritmi, ha retto di più contro il rovescio di Medvedev, ha tenuto maggiormente il gioco in mano. La partita è svoltata in modo incredibile nel terzo set.
    Infatti, si può quasi parlare di “due partite” nella partita. All’avvio Daniil è stato tatticamente perfetto. Ottimo al servizio, ha dominato anche in risposta approfittando di una prima di Rafa che non andava affatto. Medvedev ha avuto tutto il tempo per costruire il punto, lavorando benissimo col rovescio. Le statistiche dei primi due set dicono che ha tirato 2 rovesci su 3 lungo linea, mentre nel resto del torneo era il contrario, più sulla diagonale. Contro Nadal è un plus formidabile perché costringe il rivale a lavorare tanto col rovescio, con il quale colpisce più pulito e più corto, dando al russo una palla più facile da aggredire. Medvedev ha tenuto in mano l’iniziativa, governava i ritmi, portava all’errore lo spagnolo comandando col rovescio e sbagliando poco col diritto. Non soffriva tanto lo spin di Rafa perché era debole, poco carico, poco aggressivo. Per questo è risultato totalmente assurdo il suo cambio di direzione a metà del terzo set. Ha iniziato a rispondere in modo diverso, ha cercato qualche punto diretto quando non ne aveva bisogno, perché nello scambio era superiore e Nadal a tratti non sapeva che pesci pigliare. Tanto che la maggior parte dei suoi punti li ricavava accorciando al massimo gli scambi, buttandosi a rete, o con la smorzata, per mettere a nudo la scarsa qualità di volo del russo. Proprio con un serie di smorzate, forse Daniil ha perso il ritmo, si è anche scagliato contro il pubblico (davvero troppo ostinato nel fischiarlo, addirittura sul passante vincente che gli è valso il secondo set, brutta pagina per quello che era lo “happy slam), si è incartato totalmente. Ha iniziato anche a calare con la prima, vistosamente nervoso. Ha perso le chance per l’allungo e si è fatto riprendere. Ma più di quello, l’errore mortale è stato iniziare a scambiare troppo sulle diagonali e incaponirsi in palle corte che un Rafa tornato veloce ha rigiocato con facilità. Lì, la partita è girata. Pochi punti col servizio per il russo, è salito il servizio di Nadal (molto più incisivo da sinistra con lo Slice esterno, con il quale ha cancellato tante chance). Sulle ceneri della tattica ora caotica di Medvedev, Rafa è decollato, l’ha spinto nella sua “palude”, quella della lotta, e l’ha stritolato in rimonta. Ha iniziato a fare più punti col rovescio lungo lungo linea, dove nel primo set aveva sofferto; ha iniziato a caricare a tutta il diritto, ritrovando energie che parevano non esserci. Nadal è salito, Medvedev è crollato.
    Senza le gambe, la difesa tattica del russo è diventa inefficace, e solo nel quinto set ha ritrovato il servizio. Era tardi, perché ormai Nadal si era preso il match. Clamoroso che Rafa si sia fatto prendere dalla tensione al momento di chiudere, ma operato il contro break Medvedev ha continuato a giocare tatticamente male. Si è scavato la fossa da solo con un’altra scellerata palla corta, che Rafa ha giocato con in mano “il bicchiere col Martini”. È stato l’errore decisivo, nuovo break e stavolta il super campione ha chiuso il match.
    Grandissimi meriti per un un Nadal infinito, sempre pronto alla lotta. Non muore mai, insinua dubbi nel rivale, riesce ad agganciarlo e non ti molla più. Per certi versi ha ricordato un po’ la finale vinta a Melbourne contro Federer nel 2009. Roger a tratti giocò meglio (senza dominare mai), ma quando si spostò la partita sulla lotta e sul fisico, Rafa decollò e si meritò il successo.
    Grandissimi meriti di Rafael. Terrificanti rimpianti per Medvedev, che si dimostra forse fisicamente non pronto a reggere battaglie così dure, non solo per la gambe e forza ma per il non riuscire a restare lucido. Per lui è un problema enorme, visto che la condotta e lucidità delle scelte tattiche sono il suo colpo vincente, insieme al servizio.
    Applausi Rafa, ora li guardi tutti dall’alto, forte di 21 Slam. A mio personalissimo giudizio il GOAT è un concetto astratto, non esiste. Ma di sicuro tu sei uno dei campioni più incredibili che lo sport mondiale abbia mai prodotto.
    Marco Mazzoni

    La cronaca della partita
    La finale degli AO22 scatta alle 9.47, Nadal to serve. Lavora col diritto mancino stretto Rafa, chiude col vincente in contro piede. Secondo punto, Medvedev spinge sul diritto di Nadal, stavolta l’iberico sbaglia. Dai primi punti si intuisce che Rafael non vuole scambi troppo lunghi, cerca il diritto molto stretto visto che Medvedev è molto dietro, quindi verticalizza per chiudere. Medvedev invece cerca il rovescio del rivale. Ai vantaggi Nadal si porta 1-0. Più agile il primo turno di servizio per Medvedev, chiuso a 15 con il primo Ace del match. Terzo game, Rafa scambia molto, ma senza grande ritmo (spinge poco con le gambe…), Medvedev è paziente e infila il rivale col rovescio lungo linea. 0-30, e REGALI di Daniil!!? Con lo scambio già vinto, prima tira addosso al rivale, venendo infilato in modo bizzarro, quindi non trova il passante con il rivale ormai inerme sulla rete. Che chance sprecate… Arriva lo stesso la palla break per Medvedev, che “sgonfia” la palla e Nadal cerca l’accelerazione, sbagliando. Si butta avanti Rafa, chiude con una bella stop volley. Malissimo col diritto Rafa, affossa col diritto in rete, altra palla break per il russo. Col servizio, cancella anche questa palla break. A fatica, Rafa si porta 2-1. Il quinto game è di nuovo complicato per Nadal. Medvedev rimette in modo splendido col rovescio una smorzata, quindi lo infila con un passante alto. Un errore in scambio costa a Rafa lo 0-40, tre palle break consecutive da difendere. Un errore col rovescio su di una risposta potente e profonda costa a Nadal il BREAK, 3-2 e servizio Medvedev. Poco al servizio per Nadal, troppo poco, e questo non gli permette di impostare lo scambio. Invece serve meglio il russo, che nei propri game fa molta meno fatica, Ace, avanti dopo un affondo. Consolida il vantaggio, 4-2 avanti. Nadal è in confusione, strano a dirsi, ma in campo non trova la chiave per incidere e crolla al servizio con due doppi falli! Prova a venire avanti, ma il passante di Medvedev è perfetto. 0-40, altre tre palle break! Tenta un serve and volley Rafa, ma la risposta è bassa, difficile da gestire, tanto che il tocco di Rafa è largo. DOPPIO BREAK, 5-2 e servizio Medvedev. Senza problemi Daniil chiude 6-2. Un set dominato totalmente dal russo. Nadal ha servito male, è stato corto nel palleggio, non è riuscito ad incidere con nessuno dei suoi colpi, tanto che i punti li ha fatti quasi esclusivamente venendo avanti. Medvedev in controllo del match finora.
    Secondo set, inizia al servizio Nadal. Finalmente scambia maggiormente sul diritto di Medvedev e carica con più potenza il suo diritto, una maggior vivacità che lo porta 40-15. Uno dei rari punti diretti col servizio vale a Rafa l’1-0. Fa il pugno, cerca di scuotersi, ma deve riuscire ad incidere in risposta, dove finora è mancato totalmente. Continua a non far fatica il russo al servizio, tutto scorre molto veloce nei suoi turni, con buone percentuali di prime e quell’apertura di campo sistematica da destra che gli apre totalmente il campo. Sul 2-1 Nadal, arriva il primo mento di difficoltà per Medvedev al servizio, che sbaglia e si ritrova 0-30. Sul 15-30 arriva lo scambio più lungo del match, che Rafa chiude con un back improvviso, maligno, che taglia le gambe a Daniil. 15-40 e due palle break! Annulla la prima con un Ace al T (sesto del match), sbaglia un rovescio uscendo dal servizio, ancora sfiatato dal punto precedente. BREAK improvviso, Nadal avanti 3-1, grazie ad errori del russo. Trova anche il primo Ace Nadal, vince il primo turno “comodo” al servizio, e vola 4-1. Medvedev torna a dominare col servizio, ma ora deve trovare uno spiraglio in risposta per riaprire il set. Ci prova spingendo a tutta, col servizio dell’iberico che di nuovo non fa la differenza. 0-30 e 15-40, bravissimo Medvedev a reggere sul diritto molto carico e poi affondare col rovescio cross. Due palle del contro break! Se lo prende Daniil, grande affondo col diritto. BREAK, si riporta 3-4 e servizio. Non trova però punti facili col servizio, si lotta e Nadal spinge, ci crede. Torna a palla break Nadal sul 30-40. Nadal alza a tutta la parabola, allontana Daniil dalla riga di fondo e lo infila con una smorzata, anche piuttosto alta, ma che coglie totalmente impreparato il russo. BREAK Nadal, che lotta ora nel set. Serve sul 5-3 Rafa. Orribile errore con lo smash di Nadal, da pochi passi, nel primo punto. Stecca quindi una palla Rafa, su di una risposta profonda di Medvedev. 0-30! Con coraggio Medvedev avanza in campo col rovescio a va prendere il punto di volo, è 15-40. Due palle del contro break. Ottimo il Serve and Volley di Nadal, a cancellare la prima; ancora a rete sulla seconda, ben chiusa di volo. Con un gran vincente di rovescio, Medvedev si procura la terza palla break per allungare il set. Entra uno spettatore in campo!?!? I body guard arrivano, proteggono i giocatori e allontanano il folle… Brutto momento per una interruzione. Ancora con la smorzata, Nadal si salva, visto che il rivale è lontanissimo dalla riga di fondo. Scambio rocambolesco, altra smorzata ma stavolta il passante di Rafa è lungo. Quarta palla break del game. Buona prima, la risposta è larga. Un bell’attacco porta Nadal al primo Set Point. Si scambia, Medvedev guadagna campo e forza l’errore. Grande tensione in campo, che battaglia adesso. Stecca Rafa, arriva la quinta palla break… vola via il diritto dell’iberico, BREAK, tutto da rifare, Medvedev serve sul 4-5. Non va la prima di Daniil, ma il rovescio sì, impatta con grande timing e senza far fatica. Con un improvviso e perfetto S&V, Medvedev si porta 5 pari. L’undicesimo game è una fiera dell’errore, tanti da parte di Nadal ma è coraggioso, Medvedev è passivo, sente la tensione e non trova modo di imporsi. Con un gran rovescio lungo linea, lo spagnolo si porta 6-5. Rafa tira fuori gli artigli, spinge a tutta col diritto, carico e potente. 15 pari, e la prima del russo è scomparsa. Ritrova un Ace sul 30 pari, fondamentale per lui ritrovare il servizio. Si va al tiebreak. 1-0 Nadal, errore col diritto di Medvedev, era in controllo ma tira lungo. Terribile errore di volo di Medvedev, sbaglia totalmente con una stecca su di un colpo non così difficile. 2-0 Nadal! Trova un vincente di rovescio Daniil, 1-2. Spinge col diritto Nadal, ma sparacchia in rete. 2 pari. Rischia il S&V e tocca benissimo di volo Rafa, 3-2. Stavolta chiude di volo Daniil, grazie all’attacco profondo, si gira 3 pari. Resta miracolosamente in campo la risposta di Nadal, 4-3! Mini break e 5-3 con un pressing col diritto. Trova una gran risposta stavolta Medvedev, nei piedi, impossibile il tocco di volo dell’iberico. contro-mini-break, serve Daniil 4-5. Scambio rocambolesco, avanza Nadal ma sbaglia la volée, difficile. 5 pari. Servizio, palla corta e rovescio vincente per Medvedev, 6-5 e SET POINT! Trova un passante SPLENDIDO Medvedev, alza le braccia tra i fischi del pubblico (non corretto…), 7-5 Medvedev. Due set avanti ora il russo. Un set durissimo, sofferto, che Nadal ha condotto fino al momento in cui ha servito per chiuderlo. Meritato da Medvedev, che ha tenuto nonostante sia calato al servizio, ha sofferto, ha lottato, ha tenuto di testa quando il rivale ha alzato al massimo il suo ritmo e spinta.
    Terzo set, Medvedev inizia alla battuta. Nadal è tornato in campo carico, spinge forte col diritto, fa il pugno, cerca di farsi sentire. È un game complicato, il servizio va e viene, incluso il secondo doppio fallo del match. Arriva una palla break per Nadal! Sbaglia però una palla banale in scambio l’iberico, il suo sguardo è tutto un programma… Col servizio il russo (due Ace consecutivi) si porta 1-0. Torna a dominare lo scambio Daniil, gioca alla perfezione in lungo linea, si apre il colpo e affonda. 0-30. Non crolla Nadal, si carica e continua a spingere. Sbaglia però il diritto più facile dopo essersi costruito alla perfezione il punto. A fatica, Rafa vince il game. Il set avanza sui turni di servizio, più complicati quelli di Rafa, più rapidi quelli di Daniil. Sul 3-2 Medvedev, Rafa serve e crolla 0-30, moooolto profondo nello scambio il russo. INCREDIBILE punto difensivo di Medvedev, non chiude lo smash Rafa, il lob lo passa e quindi via con un’accelerazione di rovescio lungo linea vincente. Punto mortale, che gli vale lo 0-40 e tre palle break! Cancella la prima con una smorzata Rafa, spreca la seconda Daniil con un rovescio lungo, e pure la terza giocando una palla corta totalmente errata. Regali di Medvedev, che tengono in vita Nadal. 3 pari. Medvedev è infuriato col pubblico, commette due errori gravissimi, 30 pari. Si riprende con una grandinata di rovesci, uno migliori dell’altro. Con un diritto cross vincente si porta 4-3. Serve Rafa, inizia male con un errore di rovescio in rete, è un muro l’avversario. Scattano le tre ore di gioco quando un rovescio di Daniil vola via, sotto il forcing di Rafa. 4 pari. Serve Medvedev e commette sul 15-30 pari un errore gravissimo, un tocco banale sotto rete, due palle break Nadal!?! Salva la prima rischiando una smorzata; affretta l’attacco sulla seconda e viene infilato da Nadal. BREAK 5-4 e servizio Nadal! Stavolta non trema, chiude 6-4 l’iberico, si va al quarto set. La follia di Medvedev ha riaperto una partita che pareva chiusa.
    Quarto set, Medvedev scatta al servizio, gioca un game solido si porta 1-0. Sembra però più stanco, mentre Nadal corre come un forsennato. Rafa commette il quarto doppio fallo sul 15 pari, piccola chance per il russo. Si salva con la smorzata Rafa, ma accusa un grande attacco del rivale nel punto seguente. 30-40, palla break immediata per Medvedev! Con un gran diritto l’iberico la cancella, con prepotenza. Muore in rete la palla corta di Rafa, seconda palla break del game. Non la sfrutta Daniil, sbaglia un rovescio di scambio. Nadal insiste con la smorzata, alcune premiate, altre no. 1 pari, dopo un game di oltre 10 minuti. Medvedev è in difficoltà al servizio, due errori e 0-30. Scappa un diritto del russo, 15-40, due palle break! Cancella la prima con il 15esimo Ace Daniil, doppio fallo!!! BREAK Nadal, avanti 2-1 e servizio. Crollo fisico per Daniil, dopo il crollo mentale con le chance sprecate nel terzo set, che ora paga carissimo. Cerca una reazione il russo, ci prova col rovescio lungo linea. Un gran vincente che lo porta 15-30. Non molla Nadal, balza come un gatto su ogni palla (come ha recuperato energie alla fine del secondo set, quando pareva “morto”???), ma non riesce a gestire un gran cross di Medvedev. 30-40, palla del contro break per Medvedev! Lungo il diritto di Rafa, forzato dal pressing del rivale. BREAK Medvedev, 2 pari! Spreca tutto però giocando corto, Nadal ne approfitta col rovescio lungo linea. 0-40, tre palle break per l’iberico. Si gioca bene le prime due Daniil, avanti tutta, e sbaglia un affondo vincente Nadal sulla terza, gli esce di un niente. Stavolta è Medvedev a rischiare la smorzata e gli va bene. Rischia poi un S&V, ma la volata è pessima e arriva un comodo passante. Quarta palla break del game… come se la gioca Daniil, da campione. Cancella anche la quinta PB, con un gran servizio, e la sesta con una smorzata. Strappa finalmente il game di servizio alla settima palla break. 3-2 e servizio Nadal. Con un buon game Rafa consolida il vantaggio, 4-2. Medvedev è sulle gambe, ma sul 4-3 Nadal regala e concede due palle break. Troppo passivo il russo, non fa niente e subisce la rimonta dello spagnolo, che sale 5-3. Ormai il russo non riesce più a spingere, Nadal si procura un set point sul 30-40. Lo cancella con un grande rovescio incrociato. Rafa serve sul 5-4 per forzare il match al quinto set. Serve solido l’iberico, 40-0 e tre set point! Basta il primo, 6-4. Si va al quinto set, con Nadal in piena trance agonistica e la gambe che vanno a mille, e Medvedev spossato e completamente andato sul piano tattico.
    Quinto e decisivo set, inizia dopo oltre 4 ore di battaglia. Serve Medvedev, e si inverte la inerzia della partita. Concede subito una palla break sul 30-40. Trova una gran prima al centro e chiude col diritto. 1-0 Medvedev, a fatica vince il primo game, finalmente col servizio in campo. Più in controllo Rafa nel suo primo game, 1 pari. Ritrova la prima di servizio Daniil, con un game a zero (non gli capitava da un po’) si porta 2-1. Sul 2 pari 30 pari, commette un grave errore col diritto Medvedev, è di nuovo palla break! Con un gran servizio si salva il russo, ma le gambe non vanno più e sbaglia un rovescio a mezza rete. Nadal opera il BREAK con un bellissimo diritto lungo linea. 3-2 e servizio Nadal. Il sesto game è un’altra feroce battaglia, Medvedev cerca un ultimo disperato assalto. Incredibile l’accelerazione di Medvedev lungo linea col rovescio, lascia immobile Rafa, è palla del contro break! Bella prima esterna, larga la risposta col rovescio del russo. Stecca col diritto lo spagnolo, altra palla break, game caotico, tanti errori. Stesso schema, altra prima esterna e si salva. Lotta Daniil, spreme le ultime energie strappando di forza la terza palla break. Stesso schema, servizio esterno e la risposta vola via. 4-2 Nadal, 18 punti nel game e 3 PB annullate. Nadal si porta 5-3, ad un solo game dalla vittoria. In risposta, inizia con un gran diritto lungo linea, ma Medvedev reagisce e resta aggrappato al match. 5-4, Rafa serve per la storia. Servizio esterno, apre il campo ed entra facile Nadal. 30-0. Con un doppio fallo Nadal regala il punto del 30 pari, anche lui sente la tensione… Spara un diritto a tutta incrociata e chiude sotto rete. 30-40 e palla break per Medvedev! In rete il rovescio di Nadal, incredibile! BREAK Medvedev… 5 pari. Ha tremato Rafa. Medvedev spara il 23esimo Ace del suo match, ma sbaglia tutto con un’altra smorzata che Rafa chiude col tocco. Davvero poco lucido, invece di chiudere di forza sotto rete. 30 pari. Largo il diritto di Daniil, palla break per il 6-5 Nadal!?! Quante scelte errate del russo dal terzo set… Si salva con una bordata col diritto incrociato. Con un bel forcing, Rafa strappa un’altra palla break, ma con la prima esterna cancella la chance. Altro rovescio largo di Medvedev, succede di tutto in campo. Altro errore di Medvedev, dopo una gran prima, il diritto scappa lungo. BREAK Nadal, 6-5 e servizio. Con un Ace si procura il 40-0, 3 match point consecutivi! Chiude a rete, ride Rafa! Vince ancora uno Slam, il 21 esimo di una carriera irripetibile.

    GS Australian Open R. Nadal [6]26667 D. Medvedev [2]67445 Vincitore: R. Nadal ServizioSvolgimentoSet 5R. Nadal 15-0 30-0 40-06-5 → 7-5D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A5-5 → 6-5R. Nadal 15-0 30-0 30-15 30-30 30-405-4 → 5-5D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 30-30 40-305-3 → 5-4R. Nadal 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-3 → 5-3D. Medvedev 15-0 30-0 40-04-2 → 4-3R. Nadal 15-0 30-0 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-403-2 → 4-2D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 40-A2-2 → 3-2R. Nadal 15-0 30-0 40-01-2 → 2-2D. Medvedev 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2R. Nadal 15-0 15-15 30-15 40-15 40-300-1 → 1-1D. Medvedev 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 4R. Nadal 15-0 30-0 40-05-4 → 6-4D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 A-405-3 → 5-4R. Nadal 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-404-3 → 5-3D. Medvedev 15-0 30-0 40-04-2 → 4-3R. Nadal 0-15 15-15 30-15 40-153-2 → 4-2D. Medvedev 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A2-2 → 3-2R. Nadal 15-0 15-15 15-30 30-30 30-402-1 → 2-2D. Medvedev 0-15 0-30 15-30 15-40 30-401-1 → 2-1R. Nadal 15-0 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-400-1 → 1-1D. Medvedev 15-0 30-0 30-15 30-30 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 3R. Nadal 15-0 30-0 40-05-4 → 6-4D. Medvedev 0-15 15-15 15-30 15-40 30-404-4 → 5-4R. Nadal 0-15 15-15 30-15 40-153-4 → 4-4D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-3 → 3-4R. Nadal 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-402-3 → 3-3D. Medvedev 15-0 30-0 40-02-2 → 2-3R. Nadal 15-0 30-0 40-0 40-15 40-301-2 → 2-2D. Medvedev 15-0 30-0 40-01-1 → 1-2R. Nadal 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 40-40 A-400-1 → 1-1D. Medvedev 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-400-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2Tiebreak0*-0 1-0* 2-0* 2*-1 2*-2 3-2* 3-3* 4*-3 5*-3 5-4* 5-5* 5*-66-6 → 6-7D. Medvedev 15-0 15-15 30-15 30-30 40-306-5 → 6-6R. Nadal 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-405-5 → 6-5D. Medvedev 15-0 30-0 30-15 40-155-4 → 5-5R. Nadal 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 40-A5-3 → 5-4D. Medvedev 15-0 15-15 30-15 30-30 30-404-3 → 5-3R. Nadal 0-15 0-30 15-30 15-404-2 → 4-3D. Medvedev 15-0 30-0 40-04-1 → 4-2R. Nadal 15-0 30-0 40-03-1 → 4-1D. Medvedev 0-15 0-30 15-30 15-40 30-402-1 → 3-1R. Nadal 15-0 30-0 30-15 30-30 40-301-1 → 2-1D. Medvedev 15-0 30-0 30-15 40-151-0 → 1-1R. Nadal 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-0 → 1-0ServizioSvolgimentoSet 1D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 40-152-5 → 2-6R. Nadal 0-15 0-30 0-402-4 → 2-5D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 40-15 40-302-3 → 2-4R. Nadal 0-15 0-30 0-402-2 → 2-3D. Medvedev 0-15 15-15 30-15 30-30 40-302-1 → 2-2R. Nadal 0-15 0-30 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-401-1 → 2-1D. Medvedev 15-0 30-0 30-15 40-15 1-0 → 1-1R. Nadal 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-400-0 → 1-0
    3 Aces 235 Double faults 562 % 117/189 1st serve in 69 %126/18267 % 78/117 Win 1st serve 71 % 89/12647 % 34/72 Win 2nd serve 41 % 23/5632 % 7/22 Break points won 27 % 6/2260 % 30/50 Net points won 56 % 28/5036 % 65/182 Receiving points won 38 % 72/18969 Winners 760 Return winners 068 Unforced errors 523 Return unforced errors 1182 Total points won 189200 kmh Fastest serve 214 kmh187 kmh 1st Serve Average 191 kmh160 kmh 2nd serve average 145 kmh LEGGI TUTTO

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    Australian Open: Medvedev o Nadal?

    Rafael Nadal e Daniil Medevev, in palio gli Australian Open 2022

    …Nadal. Scelta difficilissima, basata più su istinto che razionalità. La finale 2022 degli Australian Open è molto incerta. Daniil Medvedev proverà a vincere per la prima volta lo Slam australiano dopo esser stato sconfitto nettamente l’anno scorso da un Super-Djokovic. Ormai il suo ruolo di big è consolidato. Nadal tenterà il bis, dopo il successo del lontano 2009. Da allora è passata un’epoca geologica sportivamente, il suo fisico non è più quello di una volta ma sfruttando la sua enorme voglia e intelligenza ha rivoltato il suo tennis, passando da più grande difensore a giocatore assai più offensivo. Uno che non ne vuol sapere di mollare nonostante mille acciacchi.
    I precedenti diretti dicono 3-1 Nadal: tre successi nel 2019 per l’iberico; l’ultimo precedente, 2020, l’ha vinto Medvedev, all’ultima edizione delle Finals a Londra, quando Daniil si presentò in forma eccezionale. E nonostante giocasse di brutto, soffrì non poco per venire a capo di Rafael in condizioni indoor, quelle meno favorevoli per il “tiranno” di Roland Garros.
    Proprio su questo aspetto si basa il mio pronostico Pro-Nadal: Medvedev è oggi il tennista più forte dopo Djokovic, sul cemento è fortissimo, ma per fattori tecnici soffre tanto contro Rafa. In una sfida che si preannuncia incerta, probabilmente molto lottata, i vantaggi tecnici di Nadal abbinati alla sua forza mentale potrebbero creare quella differenza che sposta la bilancia dalla parte del “Rey”. Se la partita dovesse essere caotica, rocambolesca, una battaglia senza esclusioni di colpi, preferisco la solidità ed esperienza di Nadal alla complessità di Medvedev. Nel torneo, entrambi hanno brillato e sofferto. Hanno faticato, hanno convinto e lasciato dubbi, tanto che in finale conterà più la testa che la tecnica o il fisico.
    Medvedev può certamente vincere la finale, ha tutto quel che serve per farlo. Potrebbe servire benissimo, rispondere profondo alle prime e seconde di Nadal e quindi invischiarlo nella sua ragnatela, visto che sulla diagonale sinistra non soffrirà come altri (Berrettini, ad esempio). La sensazione è che costruirà di meno e cercherà di giocare più diretto, dritto per dritto, perché la sua tela viscida non è “così viscida” per Rafa. Nadal sarà pronto a non lasciargli quei tempi di gioco dilatati che il russo ama. Nadal ha tecnica e mano per non subire così tanto le variazioni di Medvedev. Rafa ormai soffre di più chi lo prende di velocità, chi ha potenza e non gli lascia il tempo di ribaltare le situazioni. Medvedev invece tende a lasciarti tempo per giocare, anche se ai suoi ritmi, ed è lui a ribaltare le situazioni con degli strappi improvvisi. Il tempo di gioco sarà domani decisivo.
    Nadal sarà costretto ad attaccare, perché ormai quel Rafa che rimette tutto per 5 ore è nei libri di storia, non più in campo. Dovrà però attaccare bene, soprattutto sul diritto del russo, perché sfidarne il passante è un rischio enorme anche per lui, che sotto rete gioca meglio di tutti. Chi crede che Rafa abbia la mano di un “fabbro” è bene che passi oltre.
    È una partita affascinante, perché potrebbe succedere un po’ di tutto, sono tantissime le variabili che potrebbero innescare spirali particolari, come invertire all’improvviso l’inerzia dell’incontro. Potrebbe partire molto forte Daniil, ma poi essere ripreso e sorpassato; potrebbe scattare velocissimo Rafa (lo sta facendo in tutto il torneo), ma al primo calo (magari del servizio) Daniil potrebbe tornare in partita, spostare il gioco nei suoi ritmi e correre verso il successo. È un match di difficile pronostico, perché nessuno dei due appare al meglio, ed entrambi sono tennisti capace di difendere e di offendere.
    La chiave tecnica? I colpi di inizio gioco, più di una situazione tattica in particolare. Quando ci saranno scambi, saranno lunghi, sofferti, con molti ribaltamenti. Ma la vera differenza sarà a favore di chi troverà molti punti col servizio e risponderà bene, prendendosi il campo. Il servizio di Medvedev o la risposta di Rafa? Difficile a dirsi, Daniil non ha servito con costanza nel torneo (contro Felix, ad esempio, malissimo per tutta la prima parte, e Rafa non gli consentirà MAI di rientrare in partita…).
    I fattori che entreranno in gioco sono davvero tanti, incluso quel numero “21” così caro a Rafa… Daniil, da vero Villain del Tour, non ha nascosto che dopo aver stoppato il record di Nole, non vede l’ora far altrettanto con Rafa. Ci riuscirà?
    Buona finale a tutti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Grazie, Matteo Berrettini

    Matteo Berrettini

    Quarti di finale a Roland Garros 2021. Finale a Wimbledon 2021. Quarti di finale a US Open 2021. Semifinale agli Australian Open 2022. Questo il percorso Slam di Matteo Berrettini negli ultimi 4 Majors. Nessun tennista italiano nella storia era riuscito in un filotto simile. Nessuno. Se a questo aggiungiamo che a Parigi, Londra e New York ha perso “solo” dallo straripante Djokovic targato 2021, ad un passo dal Grande Slam, e che a Melbourne è stato stoppato da Rafa Nadal, uno dei migliori di sempre, pronto a giocarsi lo Slam #21 domenica, beh, capiamo quanto sia stato forte Matteo nell’ultimo anno. Un tennista talmente forte che solo i migliori riescono a sconfiggerlo negli Slam. Questo è un dato di fatto inoppugnabile. 
    Ha macinato record su record Matteo, quarti in tutti gli Slam, unico tennista nato nei ’90 a riuscirci finora. Unico italiano in finale ai Championships. Unico italiano in semifinale in Australia. Potremo continuare.
    Ma non serve una stecca di numeri per quantificare la grandezza di Berrettini. La sua grandezza la si misura col suo tennis. Una macchina da tennis modernissima, che in soli 3 anni (e con il 2020 a dir poco stagione singolare…) è riuscito a passare da comprimario a stella, a livello globale. È riuscito con lavoro, umiltà e grandissima forza mentale a superare i propri limiti. A non accontentarsi mai e continuare a crescere. A sognare. Non è uno che si siede “Berretto”, è uno che pensa. Tantissimo. Riflette, sul proprio gioco ma soprattutto sulla vita. È critico, con se stesso in primis, perché cerca in modo ostinato di capire come superare l’ostacolo che ha di fronte. Cerca di mettersi nella posizione di essere alla fine della giornata migliore di come l’avesse iniziata. Questa è la sua forza vera, più del suo servizio bomba, di quel diritto che quando impatta a tutta lascia una crepa sul campo.
    Per vincere contro Djokovic e Nadal negli ultimi 4 Slam non è bastato. Stiamo parlando dei due più forti tennisti dell’epoca attuale. Ricordiamoci sempre, tutti, che la prima regola dello sport è riconoscere i meriti agli avversari e che, spesso, si perde semplicemente perché chi stava dall’altra parte della rete è stato più bravo, più preciso, più intenso. Superiore. Questo è successo a Matteo. Non ha buttato via nulla. È stato un set avanti nella finale di Wimbledon. C’ha provato con forza a New York. Se non avessero interrotto il match a Parigi vs. Nole, chissà… E contro Rafa oggi, non ce l’ha fatta anche se all’ultimo era riuscito a rimettersi in pista dopo un inizio spettacolare. Nel quarto set non aveva concesso un 15 al servizio. Peccato per due palle girate male al momento del break decisivo, ma come se l’è giocate bene Nadal. Da campione.
    Berrettini sta studiando per essere un grande campione, e già lo è per il nostro tennis azzurro. Uno dei più forti. Gli manca ovviamente lo Slam e la Davis di Panatta e Pietrangeli. Vedremo cosa dirà il resto della sua carriera, augurandoci che resti sano, perché questa è l’unica incognita sul suo futuro. A 25 anni è nel pieno della sua vita sportiva. Ha ancora discreti margini. Non tantissimi forse, perché dal lato sinistro non so quanto potrà migliorare ancora il colpo “in sé”. Potrà migliorarne la gestione complessiva, e questa già farà una grande differenza. Per assurdo, può invece ancora migliorare i suoi punti forti, servizio e diritto. Può essere più incisivo entrando prima in campo e migliorando la transizione verso la rete. Può essere più sicuro sotto rete. Può fare un altro passo in avanti nell’intensità del suo tennis. Tutte cose che, giocando, facendo esperienze di altissimo livello, si imparano. Quando hai una testa come la sua, così critica, così pensante, così profonda, impari.
    Riuscirà a vincere uno Slam? Lo vedremo. Non ci sono certezze, l’unica è la concorrenza, fortissima, tra la vecchia guarda e i migliori della nuova. C’è un Medvedev che potrebbe diventare n.1 a breve, c’è uno Tsitsipas che sta ancora salendo. C’è un Alcaraz che “fa paura” in prospettiva, e altri in rampa di lancio. Quello di cui possiamo essere sicuri è che Berrettini continuerà a giocare un grande tennis, modernissimo, come mai abbiamo visto nel Belpaese, e che farà tutto del suo meglio per provarci. Questa è una certezza che può mandarci “a letto tranquilli”. Aspettando il prossimo grande torneo, dove Matteo sarà tra i protagonisti.
    Seguiamo il tennis di Berrettini, esaltiamoci. Arrabbiamoci per quella palla che a volte non passa la rete o termina di poco larga. It’s tennis, baby. Ma non esageriamo con critiche che non hanno senso di fronte a un giocatore che ci sta regalando un’epoca d’oro e momenti incredibili. Non ci dimentichiamo mai di quando, non secoli addietro, gli azzurri uscivano tutti al 1° turno in Australia; quando avevamo un tennista solo tra i primi 4o del ranking. Viviamo con entusiasmo questo momento, perché stiamo navigando un mare inesplorato, l’isola d’oro potrebbe essere dietro la prossima onda…
    Grazie, Matteo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Australian Open: Berrettini cede in quattro set a un Nadal super offensivo

    Matteo Berrettini a Melbourne 2022

    Matteo Berrettini non riesce nell’impresa di sconfiggere Rafael Nadal, il sogno della sua seconda finale Slam è rimandato. Il maiorchino supera l’azzurro col punteggio 6-3 6-2 3-6 6-3. Matteo in campo è parso meno reattivo e veloce dei match precedenti, probabilmente provato dalla durissima maratona vinta contro Monfils nei quarti e da tutto un torneo molto dispendioso; al contrario il serbatoio delle energie di Rafa era cone al solito al completo, e l’energia del suo tennis è stata decisiva, soprattutto nei primi due set, dominati dal “GOAT” del rosso. Ha servito bene Nadal, ma soprattutto è riuscito a rispondere in modo efficace anche a tante prime di Berrettini, che non ha servito poi così male. Straordinario Rafa. L’iberico rispetto al precedente in semifinale a New York ha avanzato la sua posizione in risposta e trovando grandi tempi d’impatto ha messo alle corde l’azzurro, annullando il suo principale punto di forza e spostando l’incontro su di un unico tema tattico, esattamente quello che gli ha permesso di vincere tante sfide contro Federer ed i giocatori meno forti sul lato sinistro: palla carica di spin e potente sul rovescio. Berrettini è stato martellato in modo ossessivo, continuo, meccanico, sul rovescio. Inchiodato a sinistra, costretto a scambiare tanto, a faticare, ha sofferto per girarsi sul diritto e invertire l’inerzia dello scambio, riuscendoci solo a tratti. Rafa è stato super aggressivo, quasi sempre in avanti, a prendersi di forza spazio in campo. A New York era stato il “solito” muro difensivo. Oggi l’ha vinta con tennis a tutto campo e tempi di gioco velocissimi. Aggredire per non essere aggredito.
    Matteo non ha risposto come nei suoi giorni migliori, anzi sono venuti fuori alcuni suoi problemi nel colpo, eccetto la fiammata da metà del terzo set, quando ha approfittato di un primo calo dell’iberico, ben capitalizzato con un uno-due che gli è valso il set. Nadal alla battuta è stato bravissimo a non insistere soltanto sulla direttrice esterna e rovescio di Berrettini, ma ha variato molto gli angoli ed ha tenuto percentuali di prime alte.
    L’inerzia è cambiata a metà del terzo set, con Berrettini bravissimo nel crederci sino alla fine. Ha incrementato l’efficacia del servizio, più sciolto di testa visto che la partita pareva ormai compromessa, tanto che anche col diritto ha iniziato a far partire quelle pallate “a tutta” che un po’ erano mancate nei primi due set. E ha difeso un po’ meglio il lato del rovescio. Purtroppo nel quarto set, quando stava servendo come un treno (tre turni tenuti a zero!), si è inceppato al suo quarto turno, ha concesso quel piccolo spiraglio nel quale il campione iberico si è subito inserito. La speranza era riuscire a portarlo al tiebreak, e magari allungare il match al quinto, con un Nadal, chissà, forse stanco. Non c’è riuscito.
    Resta un’altra grande esperienza in uno Slam, un record storico per un italiano (primo Semifinalista in Australia), e la consapevolezza di aver consolidato un livello da top 6, il suo nuovo ranking. Purtroppo si conferma che Nadal è peggior avversario possibile per Matteo, che soffre terribilmente sul lato sinistro il forcing del rivale. Deve migliorare in risposta, in particolare quella di rovescio, e cercare di trovare una chiave per uscire dalla morsa di un Nadal così dinamico e aggressivo. Un compito difficilissimo, visto che non ci riesce quasi nessuno…

    Marco Mazzoni
    La cronaca della partita
    Il match scatta con Nadal al servizio. Un game complicato per lui, Matteo ci prova, qualche colpo dell’iberico è da registrare, ma lo porta a casa ai vantaggi. Scatta male invece al servizio Berrettini, o meglio, spettacolare l’inizio in risposta di Nadal. Pungente, aggressivo, spinge e mette alle corde Matteo, che accusa il colpo e concede subito due palle break. Basta la prima: BREAK Nadal, sarà l’unico strappo del set, decisivo. Un azione micidiale, tesa non solo a prendere subito un vantaggio ma per destabilizzare Matteo al servizio, per fargli capire che nonostante la sua incredibile arma, lui era lì, pronto a disinnescarla. Uno strappo durissimo da digerire per l’azzurro, che resterà anche l’unico. Il parziale infatti avanza sino al 6-3 finale senza altre chance di break, con gli ultimi due giochi chiusi ai vantaggi. Matteo non riesce ad incidere in risposta, lotta, ma al servizio Nadal è molto preciso. Proprio l’efficacia nel secondo colpo è stata decisiva, insieme alla grande forza fisica ed aggressività dello spagnolo sul rovescio dell’italiano.
    Secondo set, stavolta è Berrettini a servire ma purtroppo l’inerzia della partita non cambia, anzi… Non riesce a fare la differenza col servizio, la risposta di Nadal è straordinaria. Come all’avvio dell’incontro, arriva la zampata del campionissimo, 15-40 e due palle break. BREAK immediato per Rafa, che serve come un treno, si porta 2-0 e continua a martellare col diritto sul rovescio dell’azzurro, a volare in campo, a mangiarsi il campo. Sbaglia Matteo, è meno reattivo dei match precedenti, mentalmente sotto torchio perché non riesce a tenere fermo Nadal. Crolla 15-40 anche nel terzo game, si salva ma ai vantaggi la lotta continua… Nadal vuole scappare via, e di forza ci riesce alla quarta chance. 3-0 con Doppio break, ormai il secondo set è segnato. Matteo sembra incapace di invertire la tendenza imposta da Nadal, non riesce a schiodarsi dal rovescio, soprattutto non riesce a fare la voce grossa in risposta. Il set scorre fino al 6-2 Nadal. Tutto bene per l’iberico, veleggia sicuro due set a zero. Adesso un match difficile in partenza è diventato difficilissimo per l’azzurro.
    Terzo set, scatta alla battuta Berrettini. Prova spingere a tutta, ai vantaggi stavolta riesce a tenere il primo turno di servizio del set, pur con qualche patema e senza concedere palle break. Molto sicuro Rafa, perde solo un punto al servizio nei suoi primi due turni. Sul 3-2, Berrettini lascia finalmente andare il braccio, trova alcuni diritti irreali per velocità e potenza, e poi impone la stessa velocità anche in risposta. Si porta 0-40, ha le chance per strappare finalmente un gioco si servizio al fortissimi rivale. Con un’altra sbracciata favolosa col diritto infila in lungo linea Nadal, è il primo break a suo favore nel match! Urla Matteo, serve 5-3 per vincere il set. Chiude in un amen, con un parziale di 12 punti a 1 dal 3 pari. Si va al quarto set.
    Serve Nadal, ma parte bene Berrettini sull’impeto del terzo set. Si porta 15-30, addirittura con un grande rovescio che lascia fermo l’iberico. Rafa si difende da campione, attacca, palla corta, recupera e si porta 1-0. Il parziale scorre via velocissimo, chi serve non concede niente. La battuta di Matteo è pungente, ma la sensazione è che Nadal, per risparmiare energie, lasci un po’ andare il gioco quando è sotto di due punti. Sul 4-3 Nadal e servizio Berrettini, Matteo non trova punti facili col servizio, e sul 30 pari sbaglia un diritto che gli costa la palla break. Niente prima… si scambia… UFF! Bravissimo l’azzurro a scappare dall’angolo sinistro, riguadagnare l’angolo destro e forzare un errore del rivale sul rovescio. 23 colpi, forse lo scambio più sofferto di tutto il match, che lo tiene “in vita”. Ma la prima non lo aiuta, ed un altro errore col diritto (stavolta in rete), concede un’altra palla break. Ancora niente prima in campo, Nadal carica a tutta lo spin, si gioca “nella palude” dell’iberico, e alla fine con tutta quella rotazione è Berrettini il primo a sbagliare. BREAK Nadal, serve sul 5-3 per chiudere il match. Inizia male col doppio fallo! Ma poi reagisce con un serve and volley perfetto. 15 pari. Vola via il diritto di Matteo, che cerca disperatamente un ultimo assalto. 30-15. Attacca Rafa, costringe l’azzurro a tirare un difficile passante di rovescio, che muore in rete. Doppio Match Point Nadal sul 40-15! Altro lungo scambio, altro colpo molto molto arrotato sul rovescio, e Matteo sbaglia. Game Set Match Nadal, si regala un’altra incredibile finale Slam, rientrando da un grave infortunio. Berrettini era riuscito ad incidere da metà del terzo set, e nel quarto serviva molto bene, ma un piccolo calo sul 4-3 gli è stato fatale. Applausi per il grande torneo di Berrettini, che si inchina solo di fronte ad uno dei migliori di sempre. LEGGI TUTTO