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    Coppa Davis: definite le quattro fasce per il sorteggio, Italia è nella seconda

    Il team azzurro di Davis

    ITF e Kosmos Tennis hanno comunicato oggi le quattro fasce in cui sono state suddivise le 16 nazioni qualificate al prossimo turno di Coppa Davis, in vista del sorteggio dei quattro gironi che andrà in scena 31 marzo a Londra.
    Prima fascia:Croazia (1) – Spagna (2) – Francia (3) – USA (4)
    Seconda fascia:Canada – Germania – Gran Bretagna – Italia
    Terza Fascia:Kazakistan – Belgio – Serbia – Argentina
    Quarta Fascia:Australia – Olanda – Corea del Sud – Svezia
    L’Italia di Capitan Volandri è quindi in seconda fascia e si scontrerà con altre tre nazioni, una per fascia. La Croazia, finalista dell’edizione 2021, ha ricevuto la prima testa di serie, vista l’esclusione della Russia. Le altre nazioni si distribuiscono nelle fasce in base al ranking della Coppa Davis.
    Pericoloso l’eventuale incrocio con la Serbia in caso di presenza di Djokovic; o con l’Australia dalla quarta fascia, che in Davis riesce sempre a tirare fuori grandi prestazioni e vanta il possibile doppio Kyrgios – Kokkinakis, campione all’Australian Open.
    I quattro gironi si svolgeranno dal 14 al 18 settembre in quattro città diverse: Bologna, Glasgow, Amburgo e Malaga, che ospiteranno ciascuna il girone in cui è inserita la propria squadra. Le prime due di ogni girone si qualificheranno per i quarti di finale, in calendario dal 23 al 27 novembre. Ancora non è stata decisa (o quantomeno comunicata) la sede per le Finali 2022. Si è parlato insistentemente di Abu Dhabi, ma al momento le indiscrezioni non hanno trovato conferme.
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    Nadal: “Ho avuto difficoltà a respirare”

    Rafael Nadal, sconfitto per la prima volta nel 2022

    Taylor Fritz ha superato Rafael Nadal nella finale di Indian Wells, vincendo il primo Masters 1000 in carriera e riportando sugli scudi il tennis a stelle e strisce, che da anni arrancava a questo livello. Nel dopo partita, Rafa Nadal ha reso merito al suo giovane rivale (unico capace di batterlo nel 2022) ma anche a sottolineato di non essersi sentito bene durante la finale. E pensare che poche ore prima del match, c’era stata addirittura l’ipotesi che la finale non si sarebbe giocata, poiché Fritz aveva bruscamente interrotto il riscaldamento per una fitta alla caviglia. Invece è stato Nadal a non essere al meglio.
    “È stata una giornata difficile” afferma Nadal dopo la finale, “ma voglio prima congratularmi con Taylor. Questa è la cosa principale, che c’è un vincitore e un perdente. Oggi è lui il vincitore, se lo merita, ha giocato in modo aggressivo, quindi complimenti”.
    “Oggi avevo difficoltà a respirare. Sento dolore, è molto brutta come sensazione. Quando respiro, quando mi muovo è come sentire un ago tutto il tempo qui dentro. Mi vengono le vertigini a momenti dal dolore. È un tipo di dolore che mi ha limitato molto. Non si tratta solo di dolore, mi sento poco molto bene perché influisce sulla respirazione”.
    Forse l’iberico dovrà sottoporsi a degli esami: “Non so se è qualcosa con la costola o cosa. Più che dispiaciuto per la sconfitta, cosa che ho accettato subito prima ancora di finire la finale, soffro per questo problema. Il mio obiettivo era restare imbattuto prima dell’arrivo della terra battuta e la verità è che sono stati mesi bellissimi. Sono triste perché oggi non ho potuto gareggiare, è difficile avere quella sensazione in giornate come questa, la fine è stata brutta. Ma lo sport non si guarda al passato, bisogna parlare di oggi, una giornata difficile per me. Sono triste, ma sono una persona emotivamente molto stabile, vedo tutto in prospettiva. I miei ultimi due mesi sono stati incredibili, indimenticabili, molto emozionanti, mi sono goduto cose che mesi fa non avrei mai pensato di poter vivere”.
    Rafa salterà Miami e tornerà a casa, per iniziare il lavoro sulla terra battuta. Il torneo di Monte Carlo è già dietro l’angolo
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    Rublev: “Il tennis deve essere libero dalla politica”

    Il messaggio di Rublev per la pace

    Le foto di ieri di Andrey Rublev con il dito sanguinante dopo aver colpito violentemente la sua racchetta hanno fatto il giro del mondo. Tanta la frustrazione per non esser riuscito a giocare il suo miglior tennis nelle fasi decisive contro Fritz, perdendo così la possibilità di giocarsi la finale di Indian Wells contro Nadal.
    Ieri Rublev era tornato sul tema più caldo del momento: sport e atleti russi, visto che l’invasione delle armate di Putin in Ucraina non si arresta, la crisi umanitaria è solo all’inizio e lo sdegno internazionale è crescente. La proposta del ministro del sport inglese, che ha ventilato l’ipotesi di non consentire l’ingresso nel paese agli sportivi russi che non dichiarino apertamente di essere contro alle politiche di Putin, ha scatenato un discreto putiferio. Dopo la presa di posizione di Steve Simon, ecco le parole di uno sportivo di vertice russo, proprio Andrey Rublev. Per il moscovita, che si è immediatamente schierato contro la guerra lo sport e in particolare il tennis dovrebbero essere lontani dalla politica e così dare il buon esempio di civiltà e rispetto.
    “Parlando della posizione del governo britannico, ripeto quel che ho già detto in precedenza, il tennis dovrebbe essere al di fuori della politica. Non vediamo la nostra famiglia per tanto tempo, molti atleti cambiano casa a causa delle condizioni di questo sport. Alla fine siamo lontani per mesi e mesi dal nostro paese”.
    Continua Rublev: “Penso che lo sport debba restare fuori dalla politica, lo dicono tutti ma alla fine sembra che ancora non stia succedendo. Ecco perché spero che lo sport sia la dimostrazione che si può andare avanti senza l’intrusione della politica, che possiamo essere un buon esempio per fare un grande passo avanti”.
    Rublev ritorna sul messaggio “No War Please” scritto sulla telecamera a fine partita a Dubai, con la guerra appena scoppiata. “All’inizio della guerra, prima di scrivere questo messaggio sulla fotocamera, ricevevo molti brutti messaggi. Non lo so, alla fine non l’ho scritto in reazione a quel che ricevevo, non stavo nemmeno pensando a quante persone lo avrebbero visto o dove andrà a finire. Ho scritto quella cosa perché era quello che provavo in quel momento. Questo è tutto. Alla fine, il messaggio ha ottenuto oltre 22 milioni di visualizzazioni… Penso di essere stato uno dei primi sportivi al mondo a dirlo così apertamente. Dopo di ciò, tutti i messaggi che ho ricevuto, direi quasi il 100%, erano positivi, tipo “grazie”, cose del genere. Ma non l’ho fatto per ricevere complimenti, era solo il mio pensiero”.
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    Nadal vs. Alcaraz, l’evoluzione della specie

    Rafael Nadal, imbattuto nel 2022

    Che weekend per gli appassionati iberici. Domenica sera arriva il superclassico Real Madrid – Barcellona, partita di football che è molto più di una semplice sfida sportiva. Stasera un antipasto tennistico eccezionale, con Carlos Alcaraz che sfida El Rey Rafael Nadal.
    Gli ingredienti per una partita clamorosa ci sono tutti. Rafa, beh, non ha ancora perso un match nel 2022. Sbarcò in Australia dicendo “chissà se potrò giocare decentemente…”. Il resto è storia. Una rimonta pazzesca su Medvedev a Melbourne, una marcia fin qua inarrestabile. Un tennis non sempre così convincente, ma lui ci mette il resto, quella grinta e capacità di tirare fuori la giocata al momento giusto che è sempre stata il suo marchio di fabbrica e che lo ha elevato tra i più grandi di sempre.
    A sfidarlo Carlitos Alcaraz, classe 2003, giovane che sta riscrivendo record di precocità. L’allievo di JC Ferrero sta crescendo in modo esponenziale, addirittura superiore alle tabelle di marcia ideali stilate nel team valenciano. L’estate scorsa si pensava che Alcaraz potesse arrivare presto tra i migliori, ma non che riuscisse a diventare così competitivo nell’arco di pochi mesi.
    Ha messo a puntino il fisico, ha lavorato su schemi offensivi provati sul finire della scorsa stagione, incluse le NextGen Finals in cui ero presente e nelle quali è stato straripante. Quelle novità sono diventate certezze nel giro di poche settimane, tanto che il suo tennis è arrivato a picchi di qualità assoluti. Chiedere al “povero” Bautista Agut, non proprio l’ultimo arrivato, brutalizzato a furia di pallate di un’intensità e qualità clamorose.
    Per l’appassionato medio è stato fin troppo facile bollare Alcaraz come il “nuovo Nadal”. Mai affermazione è stata tanto fuori strada. Rafa e Carlos si possono assimilare per il passaporto, per la passione per il gioco, per la correttezza in campo, e ora pure per l’iconico smanicato dello sponsor. Stop. I due tennisti sono diversissimi dal punto di vista tecnico e tattico. Hanno una fame incredibile, il giovane Carlos sta diventando sempre più lucido in campo e pronto a difese importanti, ma non è affatto costruito a-la-Nadal. Alcaraz è un formidabile attaccante da fondo, sempre più pronto a venir avanti a prendersi il punto sospinto dalle sue accelerazioni. Rafa è stato costretto a diventare più offensivo perché alla sua veneranda età di sole difese non avrebbe più vinto, la grandezza del Campione capace di costruirsi anno dopo anno, reinventarsi.
    La differenza più grande tra i due giocatori è la gestione del tempo di gioco. Rafa è sempre stato un maestro nel governare in campo il tempo, un po’ come in passato lo era Ivan Lendl, con colpi molti diversi ovviamente. Nessuno come lui riesce a passare da una ragnatela viscida di pallettoni veloci e arrotatissimi che ti sbattono sui teloni e ti fanno sbagliare ad improvvise bordate col diritto appena c’è uno spazio, o rovesci cross che tagliano il campo e le gambe del rivale. Pause tra un punto e l’altro, scambi infiniti e poi all’improvviso veloci. Alcaraz invece sta imponendo un tennis totalmente diverso, modernissimo: tempi di gioco praticamente azzerati. Non un momento tattico, non una pausa. Ti travolge con un anticipo incredibile abbinato a colpi profondi, ficcanti. Non c’è attesa, non c’è tempo di rifiatare. Quando comanda lui ed è intenso – e lo sta diventando sempre di più – sei travolto. Solo con un tennis di grandissima potenza riesci a contenerlo, oppure sporcandogli molto la palla, in modo che non riesca ad entrare subito con i suoi affondi. Vista la giovane età, tende ancora a perdere la pazienza ed esagerare. Esuberanza che appena riuscirà a contenere ed invogliare in un piano tattico positivo lo renderà molto difficile da battere, se non quasi imbattibile.
    Per questo Alcaraz non è il nuovo Nadal, semmai è l’evoluzione della specie. Colpi pesanti ma assai più netti, un modo di stare in campo terribilmente rapido ed offensivo costruiti su di un gran fisico, una testa “giusta”, una voglia di vincere lottare degna del suo predecessore. 
    Stasera probabilmente vincerà Rafa, troppo più esperto e capace di pungolare il giovane rivale nel pertugio ideale a mettergli dubbi e problemi. La palla salta altissima su questi campi e non è così veloce, proprio quel che il maiorchino ama. Sporcherà moltissimo la traiettoria con tutto lo spin possibile per mandarlo fuori giri, quindi Alcaraz avrà di fronte non solo il più grande lottatore del tour ma quello che ha le armi per farlo giocare male. Ma non sarebbe una sorpresa clamorosa una vittoria di Alcaraz, se riuscisse a servire bene e soprattutto rispondere con profondità tale da allontanare il rivale dalla riga di fondo, metterlo a rincorrere senza dargli il tempo di imbastire scambi arrotati e difese efficaci.
    Il tempo sarà la chiave: chi avrà in mano il tempo di gioco, vincerà. Il tempo è dalla parte di Alcaraz, il futuro è suo. Ma forse ancora il suo tempo non è arrivato, perché Rafa di mollare non vuol sapere. Beati spagnoli…
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    Steve Simon (WTA): “I giocatori non devono essere esclusi dai tornei per motivi politici”

    Steve Simon, CEO WTA

    Il CEO della WTA Steve Simon, dopo aver guidato di persona la protesta con le autorità cinesi per il caso Peng Shuai, adesso non si tira indietro sulla complessa situazione provocata dall’invasione russa all’Ucraina. Da più parti si leva la richiesta di escludere i tennisti russi che non dichiarino apertamente il proprio dissenso contro l’azione militare, tra questi l’Inghilterra. Simon invece è di parere opposto: i giocatori non vanno penalizzati per le “decisioni di una leadership autoritaria”.
    “Non sai mai cosa potrebbe portare il futuro”, ha detto Simon a BBC Sport, “Ma posso assicurarvi che non abbiamo mai vietato agli atleti di partecipare al nostro tour a causa delle posizioni politiche che la loro leadership potrebbe assumere. Quindi ci vorrebbe qualcosa di molto, molto significativo per cambiare, ma ancora una volta non sappiamo dove si sta andando”.
    I board di WTA e ATP hanno sospeso il torneo combined di Mosca in calendario ad ottobre a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, e tutti i tornei ITF in Russia e Bielorussia sono stati cancellati a tempo indeterminato.
    Continua Simon: “Ritengo che i  singoli atleti non dovrebbero essere quelli che vengono penalizzati dalle decisioni di una leadership autoritaria che ovviamente sta facendo cose terribili e riprovevoli. Ma se ciò accade, ossia che tutto questo è parte della strategia generale di far pagare alla Russia e ai cittadini russi le conseguenze per la decisione presa dal loro governo, allora non sarà qualcosa che sosteniamo. Speriamo che si astengano da ciò perché penso che ci siano un sacco di altri problemi che ne derivano. Non penso che si possa limitare solo agli atleti. Cosa hanno intenzione di fare con i rifugiati [russi]? Tratterannoi i rifugiati in modo diverso dagli atleti? Spero che continuiamo con le sanzioni, continuiamo a fare tutto il possibile per ottenere la pace, ma ripeto che queste persone ne sono le vittime innocenti, ed essendo isolate a causa di queste decisioni non penso sia giusto”.
    Ben diversa la posizione del ministro dello sport britannico Nigel Huddleston: ha dichiarato in settimana che i giocatori russi potrebbero dover chiarire che non sono sostenitori di Vladimir Putin per poter competere a Wimbledon quest’anno: “Abbiamo bisogno di qualche assicurazione che non siano sostenitori di Putin, stiamo valutando quali requisiti potremmo aver bisogno per cercare di ottenere alcune assicurazioni in tal senso”.
    Il dibattito è appena partito. La speranza è che la Russia cessi le ostilità il prima possibile e che si possa raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e quindi la pace, in modo che la popolazione ucraina possa ritrovare la sicurezza nel proprio paese.
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    Rivoluzione Slam: in tutti Major sul 6 pari del quinto set si giocherà un tiebreak a 10 punti

    Roland Garros, addio alle maratone al 5° set

    “On behalf of the Australian Open, Roland-Garros, Wimbledon and the US Open, the Grand Slam Board are pleased to announce the joint decision to play a 10-point tie-break at all Grand Slams, to be played when the score reaches six games all in the final set”.
    Questo l’annuncio ufficiale comunicato dal board dei 4 tornei dello Slam. In pratica, anche a Roland Garros, Wimbledon e US Open viene applicata la regola già in vigore agli Australian Open, ossia sul 6 pari del quinto set il match verrà concluso con un tiebreak a 10 punti.
    Finalmente la tanto richiesta uniformità negli Slam è stata raggiunta, e possiamo dire che è un ottimo compromesso. La soluzione di giocare ad oltranza, anche se molto affascinante, era ormai anacronistica (ci perderemo, comunque, qualche maratona leggendaria). La soluzione di Wimbledon con il tiebreak sul 12 pari era alquanto particolare. US Open dovrà invece cambiare il “classico” tiebreak a 7 punti, portandolo a 10. La soluzione degli Australian Open è forse la più convincente, poiché un TB a 10 è, anche se per pochi punti, più complesso da vincere.
    Vedremo le reazioni dei giocatori, ma la norma ci trova favorevoli.
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    Masters 1000 Indians Wells: Berrettini supera Harris in due set, bravo a rimontare nel secondo cancellando tre set point

    Matteo Berrettini

    Matteo Berrettini supera Lloyd Harris e qualche incertezza nel suo tennis, volando per la prima volta agli ottavi di finale del Masters 1000 di Indian Wells. 6-4 7-5 lo score del match, in cui l’azzurro ha giocato senza grande ritmo ma nessun patema nel primo set, vinto con un break ottenuto nel decimo gioco, quasi improvvisamente, e in rimonta nel secondo parziale. Matteo infatti ha perso sicurezza, è calato al servizio e sono arrivati alcuni errori, che gli sono costati il break. Sotto 2-5 è stato bravo a cancellare ben 3 set point, due servendo 2-5 e uno in risposta sul 3-5. Proprio nel momento di difficoltà è venuto fuori il miglior Berrettini del match: ha ritrovato intensità, velocità nei colpi e nei piedi, ha fatto sentire al rivale la propria presenza mettendogli pressione. Un’impennata di qualità che l’ha portato a vincere 5 game di fila e il match. Non un ottimo Berrettini sul piano del gioco, ma la vittoria è importantissima proprio per come è venuta, in una giornata grigia e rimontando una situazione complicata. L’ennesima conferma di quanto Matteo sia “giocatore”, di testa e di fisico.

    A breve il commento completo. La cronaca dell’incontro.
    Harris lancia la prima palla del match, sotto gli occhi del suo coach Xavier Malisse. Non inizia bene col diritto, due errori non forzati. Lo aiuta il servizio, traiettorie esterne micidiali. 1-0 Harris. Berrettini to serve. Ottime prime (1 Ace), una smorzata perfetta ed una “sberla” col diritto, buon ingresso nel match per l’1 pari. Gli scambi sono brevissimi, il servizio domina e il set avanza senza scossoni (ben 3 Ace per Matteo nel quarto game). Harris è più incisivo in risposta rispetto a Berrettini, che ha iniziato il match non così rapido con i piedi ed è in difficoltà ad entrare nello scambio in ribattuta. Dopo il primissimo game, tutto fin troppo facile per Lloyd nei suoi turni. Funziona molto bene il diritto incrociato di Harris, Berrettini è un po’ lento nell’uscita dal servizio e nello spostamento a destra. La prima dell’azzurro però funziona, e sulla seconda carica un bel “kick” sul rovescio del sudafricano, assai meno sicuro nel controllo. Dopo 27 minuti, 4 pari e nessun sussulto (neanche gran tennis, ad esser onesti). Nel nono game Harris mostra qualche “problema” di tocco, cercando una smorzata da metà campo ma spedendo la palla a metà corridoio. 15-30, piccola prima occasione per Berrettini, ma Lloyd spinge bene col diritto e si salva. Male però il sudafricano nello scambio seguente, cade in trappola con un back molto basso di Matteo, 30-40 e palla break, la prima del match. Seconda di servizio… ottima risposta cross di Berrettini, Harris si sposta e carica ma col rovescio termina lungo. Improvviso BREAK per Berrettini, che va a servire sul 5-4. Serve senza problemi l’azzurro, cambia angoli e velocità, incluso un Ace al T imprendibile. 40-0 e tre Set Point! Doppio fallo sul primo, si fa sorprendere da una risposta molto profonda sul secondo, mal valutata. OK il terzo, ACE esterno e urlo di liberazione. 6-4 in 36 minuti, un solo break, arrivato all’improvviso, è stato sufficiente per l’allungo.
    Harris vice ai vantaggi il primo game del secondo set, nessun problema per Matteo. Non cambia il canovaccio tattico, sembra la fotocopia dell’avvio del primo set. Sul 2-1 Harris, Berrettini va in difficoltà nel suo game di battuta. Dal 30-0 (altra bella smorzata), commette un doppio fallo e poi sbaglia un diritto in corsa verso destra. 30 pari. Un errore banale di rovescio in scambio lo condanna alla prima palla break da difendere. La prima non entra, attacca con un diritto cross da tre quarti campo, ma Harris indovina l’angolo e trova un bel passante di diritto, troppo difficile la volée bassa. BREAK Harris, Matteo ha pagato un brutto game di servizio e un errore di rovescio evitabile. Lloyd serve bene, spinge forte col diritto e consolida il vantaggio, portandosi 4-1. Matteo ritrova la prima, resta in scia 2-4, ma ora è necessario incidere in risposta. Su di un erroraccio col diritto, il romano di lamenta col suo angolo, come se avesse difficoltà a sentire la palla o comunque non soddisfatto del suo feeling in campo. Harris non chiude uno smash facile, ne approfitta Matteo per il 30 pari. Piccola chance, ma se la gioca male l’azzurro affossando una risposta su di un seconda tutt’altro che pericolosa, lento a far spazio col corpo. Indovina poi un pallonetto millimetrico, si va ai vantaggi. Con due Ace si porta 5-2. Resta incerto l’azzurro, un errore di rovescio e quindi subisce un rapido attacco del rivale. A due punti dal set Harris. Un altro errore, stavolta col diritto, lo condanna al 15-40, due Set Point Harris! Un’ottima seconda palla carica di spin diventa ingestibile per Lloyd, 30-40. Buono finalmente il diritto di Matteo, cancella anche la seconda chance. Non è un bel momento per Berrettini, sbaglia anche la palla corta con l’avversario metri dietro. Col servizio (e decimo Ace) Berrettini chiude un game molto complicato. 5-3, Harris serve per il secondo parziale. Inizia bene, servizio e diritto, per il 30-0. Poi due errori, e 30 pari. Con coraggio si butta avanti, chiude il punto con un doppio smash, per il terzo Set Point. Bravo Berrettini ad intuire l’attacco a rete, trova un bel lob. Fa il pugno l’azzurro, finalmente una reazione “positiva” dopo qualche lamentela di troppo con se stesso per gli errori. Si scambia, e la tensione ora divora Harris, che sbaglia malamente un rovescio. Palla Break per Berrettini! Altro regalo di Harris, che sparacchia un diritto ben largo. BREAK Berrettini, serve 4-5. La scossa ha reso energia al tennis di Matteo, più incisivo anche da fondo campo e finalmente più intenso in difesa. Servizio e diritto, il suo schema principe, per il 5 pari. L’inerzia del set pare cambiata, da 2-5 sotto Berrettini ora comanda e fa sentire la sua potenza in campo. Sul 15 pari Matteo trova un passante in back clamoroso, una rasoiata micidiale (non esattamente tra i punti forti nel suo repertorio) che sorprendere il rivale. Ora ruggisce davvero “Matte”, con un doppio passante robusto vola 15-40, due palle break per l’allungo! Harris cancella la prima chance buttandosi avanti; sbaglia però col rovescio nella seconda, bravo l’azzurro a tenere alto il ritmo. BREAK Berrettini, il sorpasso è compiuto. Avanti 6-5, serve per chiudere il match. Nessun patema, chiude con l’ACE un game a zero e vola negli ottavi di Indian Wells. Aspetta il vincente di Kecmanovic vs. Van de Zandschulp. Una prestazione non ottimale, ma è stato bravo a reagire nel momento di difficoltà nel secondo set, alzando il livello e facendo sentire la propria presenza in campo. Ha chiuso con +4 tra errori e vincenti, segnale che quando ha spinto, l’ha fatto anche bene.

    ATP Indian Wells Matteo Berrettini [6]67 Lloyd Harris [30]45 Vincitore: Berrettini ServizioSvolgimentoSet 2M. Berrettini 15-0 30-0 40-06-5 → 7-5L. Harris 15-0 15-15 15-30 15-40 30-405-5 → 6-5M. Berrettini 15-0 30-0 ace 30-15 40-154-5 → 5-5L. Harris 15-0 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 40-A3-5 → 4-5M. Berrettini 15-0 ace 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 A-40 40-40 A-40 ace2-5 → 3-5ServizioSvolgimentoSet 1M. Berrettini 15-0 30-0 ace 40-0 40-15 40-30 ace5-4 → 6-4L. Harris 15-0 15-15 15-30 30-30 30-404-4 → 5-4M. Berrettini 0-15 15-15 ace 30-15 40-153-4 → 4-4L. Harris 15-0 30-0 40-03-3 → 3-4M. Berrettini 0-15 15-15 30-15 40-152-3 → 3-3L. Harris 15-0 15-15 30-15 40-152-2 → 2-3M. Berrettini 15-0 ace 15-15 30-15 ace 30-30 40-30 40-40 df A-40 ace1-2 → 2-2L. Harris1-1 → 1-2M. Berrettini 15-0 30-0 40-0 ace0-1 → 1-1L. Harris 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 40-300-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    “Alcaraz è arrivato al suo fisico ideale”, lo afferma il suo preparatore

    Carlos Alcaraz

    La giornata odierna a Indian Wells offre molti spunti di grande interesse. La sfida tra Tsitsipas e Brooskby promette spettacolo, con il giovane americano in ottima forma, come quella tra Kyrgios (fin qua perfetto nel torneo) e Ruud, viste le scintille intercorse tra i due in più di una occasione. Sul campo 3, prima di Paolini e Sinner, ad aprire il programma di giornata il derby iberico tra Bautista Aguta e Alcaraz, altro incontro da non perdere. L’esperto Roberto su questi campi esprime il suo miglior tennis, ma l’ascesa di “Carlito” sembra inarrestabile. Ad inizio stagione ha impressionato il potenziamento muscolare del classe 2003. Secondo Alberto Lledó, preparatore atletico del giovane spagnolo, il corpo del suo assistito è arrivato al punto ottimale di sviluppo. L’ha intervistato Puntodebreak, ecco alcuni passaggi dell’interessante contributo.
    “Era abituato a mangiare pochissimo. Aveva le abitudini di un ragazzo normale, non di un atleta. Questo è ciò che ci è costato di più con lui, era necessario cambiare per dargli la struttura necessaria, con più peso e massa muscolare” racconta Lledó. “La dieta di Carlos si basa sul cibo ‘vero’. Non mangia alimenti trasformati o cose del genere. Anche gli integratori che assumi sono basati su cibo reale. Un atleta ad alte prestazioni, come lui, ha bisogno di glicogeno per funzionare e ottenere energia, molti carboidrati e una parte di grasso. Naturalmente anche le proteine, che sono un recupero e un generatore di massa muscolare, a seconda del lavoro che si fa”.
    “La velocità è una manifestazione di forza. La forza si misura in velocità, in prestazioni elevate. E cercavamo anche la resistenza perché, ad esempio, al Roland Garros, cinque set, puoi passare quattro o cinque ore in campo, quindi devi avere resistenza metabolica per resistere a quei carichi. Devi essere forte e veloce, ma allo stesso tempo resistente. Carlos ha un deficit di massa grassa, che è importante anche per lo sviluppo ormonale, la crescita definitiva. Ora ha una buona percentuale di grasso. Di quei quattro chili, due possono essere muscoli e gli altri due grassi. Anche il grasso è salute. Il grasso è sempre stato insultato nel campo della salute, ma invece è  importante per il corpo. È più importante di quanto pensiamo. Finalmente, grazie al cibo, al riposo e alle abitudini lavorative, ha sviluppato il corpo di un tennista di alto livello. Posso affermare che ha raggiunto il suo corpo ideale“.
    Un tennis così esplosivo, con tempi di gioco rapidissimi e capacità incredibile di coprire il campo necessita di grande energia e capacità di recupero. I prossimi mesi ci diranno se Alcaraz è già pronto anche fisicamente a reggere lunghe battaglie contro i grandi giocatori.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO