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    Libro “Il polso del tennista”, con un occhio a Del Potro

    La Copertina

    Rodolfo Lisi, docente e posturologo, ha dato alle stampe il suo quattordicesimo libro sul tennis dal titolo “Il Polso del tennista” (Edizioni Draw Up). Nella sua ultima fatica letteraria, lo scrittore si è avvalso della presentazione dell’ex campione Adriano Panatta e, addirittura, di quella dell’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato. Amato, appassionato giocatore di tennis e già conoscitore delle opere dello stesso Lisi, ha redatto il testo in quarta di copertina, rimarcando le peculiarità di un libro “davvero proficuo”. Nel testo, il capitolo più importante e avvincente riguarda il calvario di Del Potro. Ad avviso di Lisi, dopo gli infortuni ai polsi, la tattica del “nuovo” e lungimirante argentino – assecondata dal proprio éntourage – è ben chiara: Delpo, in caso di esecuzione del rovescio bimane, si avvale di una ben nota impugnatura (presa eastern per la mano destra, presa strong eastern o presa eastern carica per la mano sinistra – per intenderci, una presa ibrida tra eastern e semi-western) solamente se i suoi avversari si chiamano Federer, Nadal, Djokovic o altri top players e, quindi, si abbisogna di una notevole potenza dei colpi con effetto in top al fine di poter gareggiare alla pari e sfruttare appieno tutte le dotazioni tecniche a disposizione. In caso contrario, Delpo si affida ad una diversa e ben ponderata strategia, ricorrendo alla più sicura (in termini di carichi articolari) impugnatura (presa continental per la mano destra, ancora presa strong eastern per la mano sinistra).
    In buona sostanza, in ragione di avversari tecnicamente più deboli (sulla carta, ovviamente), la “Torre di Tandil” si mostra verosimilmente più prudente ed accorto (memore dei suoi antichi dolori) alternando il rovescio bimane piatto (con assenza parziale di qualsivoglia effetto in top) a quello ad una mano in slice (che è entrato, gioco forza, nel suo repertorio, arricchendo tuttavia il proprio bagaglio tecnico). Oltre alle considerazioni appena formulate, entra nell’analisi finanche la “predisposizione genetica” di Del Potro agli infortuni. Un’ipotesi, questa, sommessamente avanzata da alcuni addetti ai lavori. È bene ricordare come la suscettibilità di un individuo a subire lesioni è influenzata dalle interazioni di diverse proteine, codificate da geni localizzati in differenti parti del genoma umano (interazioni gene-gene) insieme alle interazioni con altri fattori di rischio intrinseci ed estrinseci (gene-environment). Trattasi di patologie multifattoriali. In pratica, i fattori intrinseci predisporrebbero gli atleti, e gli stessi tennisti, a lesioni specifiche determinate, di fatto, da esposizione a fattori di rischio estrinseci. Infatti, la predisposizione genetica allo sviluppo di lesioni muscolo-tendinee nello sport sarebbe conferita da diverse varianti genetiche, alcune delle quali codificano per i componenti della matrice extracellulare del tessuto muscoloscheletrico, tra cui i geni del collagene.

    Rodolfo Lisi, considerato uno dei massimi esperti italiani nell’ampia tipologia di lesioni che affliggono i tennisti, ha pubblicato quattordici libri. Tra questi, si ricordano i più recenti: Tutto Tennis (Edizioni Draw up), Patologie del tennista (Libraio Ghedini Editore), Gomito del tennista (Libraio Ghedini Editore), La spalla del tennista (Libraio Ghedini Editore). LEGGI TUTTO

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    Simone Giannelli a fumetti per “Il primo manuale della pallavolo”

    Di Redazione Sarà in libreria dal prossimo 22 aprile il libro “Il primo manuale della pallavolo“, edito da Beccogiallo e destinato ai piccoli aspiranti pallavolisti. Il volume avrà un protagonista d’eccezione: Simone Giannelli, palleggiatore della nazionale e dell’Itas Trentino, in un’inedita veste a fumetti. Il regista azzurro guiderà i lettori alla scoperta del volley raccontandone le regole, le curiosità e i campioni che hanno fatto la storia, e nel fumetto che lo vede impegnato come “supereroe” dovrà destreggiarsi tra personaggi stralunati, avventure fantastiche e poteri magici. (fonte: Instagram Federazione Italiana Pallavolo) LEGGI TUTTO

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    Il Giovane Giorgetto. Il libro biografico con la storia di Giugiaro, il car designer del secolo

    Ottanta prototipi, novanta vetture di serie nate dall’Italdesign tra gli anni ’80 e oggi. La storia del successo di Giorgetto Giugiaro passa da qui, tra il moderno e l’antico. Un racconto per chi quell’epoca l’ha vissuta, per i creativi di ieri, ma anche per quelli di oggi e di domani. Un viaggio anche per chi non ha l’automobile al centro dei pensieri, come non lo era per il giovane Giorgetto.Il giovane Giorgetto – Come si diventa il car designer del secolo. LEGGI TUTTO

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    “Bisogna saper perdere”: Giorgio Barbareschi, da pallavolista a scrittore

    Di Roberto Zucca
    Vittoria e sconfitta sono concetti che durante la carriera da pallavolista, e per un breve periodo anche di direttore sportivo, hanno costituito gran parte della sua quotidianità. Con questi due fenomeni Giorgio Barbareschi, ex giocatore di Montichiari, Cagliari, Latina, Perugia ed ex DS della Conad Reggio Emilia, ha convissuto, lottato, fatto pace. E sui quali ha scritto un libro, che in poche settimane è diventato un piccolo caso editoriale.
    “Il libro si chiama Bisogna saper perdere (uscito ad agosto 2020 per l’editore Ultra, n.d.r.) ed è una raccolta delle dieci sconfitte più incredibili e devastanti nella storia dello sport. Ho spaziato dal basket, al tennis e alla stessa pallavolo, solo per citarne alcuni. Ho sempre praticato e seguito lo sport a 360°, avevo il sogno di scrivere un libro sin da giovane e una volta conclusa la carriera ho deciso di mettermi all’opera”.
    Flavio Tranquillo, da anni la voce del basket per Sky Sport, ne ha curato la prefazione. Lei lo portò anche a Reggio Emilia, per un incontro con gli atleti durante la sua stagione da direttore sportivo.
    “Penso che Flavio sia uno dei più grandi giornalisti sportivi che esistano in Italia. È stato un onore poterlo conoscere e costruire un rapporto di amicizia. Le contaminazioni tra sport funzionano sempre e quel giorno lo invitai per parlare con i ragazzi del valore del successo. Fu un bell’incontro, che credo sia rimasto nella mente di tutti i partecipanti dell’epoca”.
    Il capitolo sulla pallavolo è dedicato alla Generazione dei Fenomeni e alla sconfitta di Atlanta ’96.
    “Ho raccontato la cronistoria di un gruppo che ha vinto tutto e molto di più. Quest’anno, in occasione del trentennio dai mondiali 1990, ho letto molte celebrazioni, ma in ogni racconto c’è sempre quella seccante postilla della finale con l’Olanda. Ciò che ho voluto ribadire e ho cercato di far capire al lettore è che una sconfitta, per quanto dolorosa come in quell’Olimpiade, non può cancellare i trionfi e il fantastico percorso che quella squadra ha fatto sotto la guida di Velasco e Bebeto. Era un team ineguagliabile, composto da atleti contro cui ho avuto l’onore di giocare e che furono in grado di creare un’incredibile interesse attorno al nostro sport”.
    Ne parlò mai con qualcuno di loro?
    “Conosco molto bene Luca Cantagalli, con il quale ho lavorato a Reggio Emilia, ma per rispetto non ho mai cercato di approcciare l’argomento Atlanta. Quei momenti, se non sono vissuti in prima persona, non si possono comprendere per davvero. Ma mi è capitato di assistere a interviste di Julio Velasco o di Bernardi, in cui hanno fatto capire il fastidio che provano ogni volta che sono costretti ad affrontare quell’argomento”.
    Giani ha dichiarato che non ha vissuto a lungo con lo spauracchio dell’ultimo punto perso.
    “E ha fatto bene, perché quel punto non potrà mai intaccare una carriera straordinaria come la sua”.
    Travica invece mi ha confessato che da una semifinale scudetto persa si è ripreso dopo molti mesi.
    “Capisco il suo pensiero. Anche io ho vissuto molto male alcune sconfitte, ma bisogna riuscire a metabolizzarle e andare avanti. Però apprezzavo di più quelli che si chiudevano in un cupo silenzio piuttosto che quelli, e mi creda ne ho visti parecchi anche in serie A, che entrati nello spogliatoio dopo una partita persa chiedevano dove si andasse a cena o in discoteca. Una sconfitta non può e non deve condurre alla depressione, ma nemmeno essere dimenticata dopo un paio di minuti, altrimenti significa che a quella gara non ci tenevi poi molto”.
    La sua reazione più plateale?
    “Ai tempi della A1 dovetti rinunciare a partecipare al matrimonio di mia sorella a causa di una partita, che finimmo per perdere malamente. Rientrando nello spogliatoio un compagno di squadra fece una battuta scherzosa: mi avventai su di lui e lo presi per il colletto della maglia, con i compagni che dovettero separarci a forza. Era un amico, uno di quelli a cui ero più legato in squadra. L’episodio finì lì e cinque minuti dopo mi scusai con lui. Il mio gesto era ingiustificato, ma in quel momento non riuscivo ad accettare quel tipo di atteggiamento”.
    Ci sono giocatori ma anche allenatori che proprio non digeriscono la sconfitta. Ne ha avuti?
    “(ride, n.d.r) Nei primi anni l’allenatore di una squadra di serie A si buttò a terra in spogliatoio perché era furibondo con noi per un 3 a 0 subito in casa. Era molto teatrale negli atteggiamenti e aveva un carattere molto forte. Tanto che un giorno un compagno gli fece un verso modello Cassano, quando imitava gli allenatori dietro le spalle. Appena il coach lo vide scoppiò un putiferio e dovemmo interrompere l’allenamento per dividerli”.
    Le vittorie, invece, quanto sono difficili da vivere?
    “Molto, a volte anche più delle sconfitte. Perché alla gioia per il traguardo raggiunto segue l’ansia da prestazione di poter fare meglio. Di dover fare meglio. Penso alla generazione di Velasco, per cui dopo ogni trionfo tutti si aspettavano che sarebbero stati in grado di fare ancora di più. Non è solo il pubblico, la società o la federazione che ti chiedono di alzare l’asticella, ma è la tua professione che ti spinge a guardare sempre più in alto”.
    La tennista Schiavone ha scritto recentemente che, dopo il successo al Roland Garros, non è più riuscita a pensare alla vittoria in maniera concreta.
    “Perché non è facile restare con i piedi per terra dopo un successo del genere. È importante non perdere la bussola, non farsi svuotare dall’appagamento. Se una mattina ti svegli e ti accorgi che il punto più alto della tua carriera è ormai alle spalle e non riesci più a spingere al 100%, significa che è l’inizio della fine. Perdere fa male, deve fare male, altrimenti non è sport. Se la sconfitta non ti pesa più come una volta, forse è arrivata l’ora di pensare ad altro”. LEGGI TUTTO

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    F1, Bestseller Amazon: la classifica dei libri di automobilismo più venduti

    I Bestseller di Amazon: la classifica dei libri di automobilismo più venduti, quelli più interessanti, i più desiderati e regalati. E tra loro tantissimi titoli sulla F1.

    Da “Il grande libro della Formula 1” di Luca Del Monte a “Capire la Formula 1” di Mario Forghieri, da “Rapiremo Niki Lauda” di Carlo Cavicchi ad “How to Build a Car” di Adrian Newey.
    Per gli amanti della Formula 1 e dell’automobilismo le letture non mancano. Su Amazon troverai la classifica aggiornata con i bestseller, ovvero i prodotti più polari, in base alle vendite. Troverai inoltre altre interessanti classifiche con le novità più interessanti e con i libri più desiderati e più regalati.
    I Bestseller Amazon: i libri di automobilismo e F1 più venduti
    Al primo posto della classifica dei libri più venduti, troviamo il romanzo di Luca Dal Monte e Umberto Zapelloni. “Il grande Libro della Formula 1. La Rossa, le altre e un romanzo lungo settant’anni” racconta 70 anni di F1, con storie di automobili ma soprattutto di uomini.
    Al secondo posto troviamo “Capire la Formula 1. I segreti della sua evoluzione dagli anni ’60 a oggi” scritto da Mauro Forghieri. Lo potremmo definire un classico che non può assolutamente mancare nella libreria di un vero appassionato di tecnica motoristica.
    Terzo gradino del podio per “Rapiremo Niki Lauda“, l’ultimo lavoro di Carlo Cavicchi, un romanzo fra scommesse illecite, case chiuse, amori sinceri che muove la sua trama come un vero giallo.
    I libri di automobilismo e F1 più interessanti su Amazon: le novità più venduti
    La classifica delle novità più vendute è guidata dal libro di tecnica “Formula 1 2019. La tecnica“, dove Paolo Filisetti ripercorre la stagione 2019 di Formula 1, vettura per vettura e gara dopo gara, sotto il profilo tecnico con illustrazioni e testi.
    Una citazione merita sicuramente “Lights Out, Full Throttle: The Good the Bad and the Bernie of Formula One“, scritto da Damon Hill e Jhonny Herbert. Disponibile solo in formato Kindle e in lingua inglese, il libro offre ai fan un viaggio attraverso la Formula 1, raccontata da chi l’ha vissuta come pilota prima e come commentatore oggi. LEGGI TUTTO

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    Il podcast Coach Factor diventa un libro: ecco “Allenatore vincente”

    Di Redazione
    Nei suoi primi due anni di vita, Coach Factor (il primo podcast italiano per allenatori creato da allenatori) ha offerto ad allenatori, tifosi e simpatizzanti del volley una produzione, in termini di contenuti, straordinaria: oltre 120 puntate e circa 6.000 minuti di interviste ai migliori allenatori d’Italia e del Mondo, che hanno generato circa 63.000 download e quasi 65.000 visualizzazioni su YouTube. François Salvagni e Ciro Zoratti, co-fondatori e curatori del format, hanno deciso di trasferire su carta stampata (e in digitale) questa mole di informazioni e di testimonianze tanto imponente: è nato così “Allenatore vincente”, il libro di Coach Factor.
    I due allenatori e podcaster spiegano che, in realtà, l’idea del libro è nata nel 2018, contestualmente alla creazione del podcast. “Quando siamo partiti, sembrava una follia fare divulgazione pallavolistica attraverso un podcast, mentre ora si tratta di uno strumento diffuso e apprezzato da tutti” racconta Salvagni. “Negli ultimi mesi ci siamo resi conto che il nostro progetto aveva raggiunto la sua finalità – gli fa eco Zoratti – dunque abbiamo capito che era il momento opportuno per il libro; tra l’altro il periodo è ideale per tutti gli allenatori che vogliono aggiornarsi in vista della nuova stagione”.
    All’interno del volume sono presenti le Masterclass, che rappresentano il fulcro dell’attività divulgativa di Coach Factor, nonché i contenuti più apprezzati in quanto sviscerano in maniera approfondita alcuni fondamentali del gioco (muro, palleggio, ricezione e attacco); poi gli Speciali, riguardanti argomenti e materie collegati al ruolo dell’allenatore (ad esempio, la preparazione atletica, l’alimentazione, la psicologia dello sport); infine, le interviste 1 to 1 con i più importanti coach della pallavolo maschile e femminile, giovanile e senior (compresi i tecnici federali), che raccontano la loro filosofia, spiegano le loro metodologie e forniscono numerosi consigli e suggerimenti.
    Perché comprare questo libro? “Per avere una raccolta, organica e organizzata, di informazioni sul lavoro dell’allenatore – spiega François Salvagni – ma anche per sostenere Coach Factor e i suoi progetti futuri”. Coach Factor, infatti, non si ferma, anzi rilancia: “Nei prossimi mesi – rivela Ciro Zoratti – realizzeremo nuove iniziative destinate agli allenatori, ponendoci il nostro solito duplice obiettivo, cioè fornire contenuti di qualità ed essere i precursori di un nuovo modo di fare formazione”.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    In uscita “In viaggio con i Fenomeni”, il libro di Claudio Galli

    Di La biblioteca degli appassionati di pallavolo sta per arricchirsi di un nuovo titolo: da venerdì 15 maggio sarà in libreria “In viaggio con i Fenomeni“, il libro di Claudio Galli. L’ex campione azzurro, oggi telecronista Rai e brand manager della Savino Del Bene Scandicci, racconta in questo volume il suo punto di vista sulla […] LEGGI TUTTO