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    F1 Ferrari, Vasseur: “Conosco Leclerc da tanto, è un vantaggio per tutti”

    ROMA – Dopo l’annuncio degli scorsi mesi, Frederic Vasseur ha cominciato a muovere i primi passi ufficiali nel mondo Ferrari. Il dirigente francese era infatti presente ai recenti test di Fiorano, da dove ha rilasciato le prime dichiarazioni e dove ha avuto il primo contatto diretto con i due piloti. In particolare, fino dal giorno della sua firma, il dibattito si è mosso sul rapporto tra Vasseur e Charles Leclerc, un rapporto nato diversi anni fa, già al tempo dei kart, e suggellato nel 2018, quando il francese scelse il classe ’97 come pilota in Sauber. “Seguo Charles dai tempi del karting. Dopo un periodo alla ART, in F3, lui ha esordito in F1 con la Sauber, per cui siamo sempre stati vicini. È un vantaggio per me, perché lo conosco bene, ed è un vantaggio anche per lui, perché conosce bene me“, ha dichiarato Vasseur all’emittente transalpina Canal+.
    Vasseur ha poi concluso ribadendo un tema già introdotto, ovvero la volontà di non cominciare la stagione definendo una gerarchia a priori tra Leclerc e Carlos Sainz: “Siamo in un momento in cui non possiamo avere piloti favoriti, e non ce ne saranno, perché abbiamo un obiettivo molto chiaro: vincere. E vincere con la Ferrari, non vincere con uno o con l’altro pilota. Il nostro obiettivo è dare ad entrambi tutti i mezzi per fare un buon lavoro. Ma se a un certo punto della stagione fosse necessario spingere di più un pilota rispetto all’altro per vincere il campionato, prenderò questa decisione senza alcun problema“.  LEGGI TUTTO

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    Ferrari F1 2023: confermato il filming day, dopo la presentazione

    La Ferrari ha confermato che, il 14 febbraio dopo la presentazione della nuova vettura 2023, la monoposto stessa scenderà subito in pista, per un primo shakedown “camuffato” da filming day.

    La conferma è arrivata anche da Fred Vasseur che, durante la sua prima intervista da Team Principal della Scuderia di Maranello, ha anche anticipato che presto saranno fornite anche ulteriori informazioni in merito al filming day.
    In attesa di ulteriori dettagli, da quanto abbiamo raccolto in queste ore, la nuova Ferrari F1 2023 dovrebbe percorrere i suoi primi chilometri in pista sul circuito di Fiorano nel primo pomeriggio di martedì 14 febbraio. LEGGI TUTTO

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    Vasseur esclusivo: “Vince la Ferrari, non Leclerc”

    È conscio che questa sia più una religione che un team?«Sì, è chiaro si tratti della mia più grande sfida di sempre. C’è grande entusiasmo, la attese sono altissime ma dobbiamo riuscire a essere freddi».
    Dov’era quando ha ricevuto la chiamata?«Tranquillo a casa che bevevo un caffè. Ma c’erano state voci e avevo avuto tempo di abituarmi all’idea».
    La cosa che più l’ha impressionata a Maranello?«La lista dei vini (ride). In realtà ero già stato qui perché ero in un team cliente, l’avevo visitata e conoscevo già alcune delle persone. Nessuna sorpresa, piuttosto ho notato che tutti cominciano a lavorare presto e finiscono tardi perché vogliono tornare a vincere. L’obiettivo è chiaro».
    Cosa ha fatto in queste prime due settimane di lavoro?«Ho parlato a quattr’occhi con trenta-trentacinque persone, ho ascoltato i diversi punti di vista. L’atmosfera è molto positiva».
    Cosa c’era di sbagliato nella Ferrari del 2022?«Capire e analizzare cosa e perché sia andato storto è il difficile del mio lavoro oggi. È il mio primo compito, non voglio essere arrogante ma so che passo dopo passo ce la farò».
    Cosa si aspetta dal prossimo Mondiale?«La cooperazione tra responsabili di area è ottima e va replicata a tutti i livelli della piramide. La motivazione è altissima in tutti e ciò mi rende ottimista. Quando serve, qui si smuovono le montagne».
    Mattia Binotto era managing director oltreché team principal, lei è general manager: chi si occuperà della direzione?«La Scuderia è un dipartimento della Ferrari, non un’azienda autonoma: altri schemi porterebbero confusione. Il mio ruolo invece è chiaro: sono qui per far funzionare il team al meglio per vincere il campionato».
    Quando Todt arrivò in Ferrari chiarì che avrebbe avuto come interlocutore solo il presidente: è la stessa cosa per lei?«L’ho detto, la Scuderia è un ramo d’azienda e io riporterò a Mr. Vigna (l’a.d. Benedetto Vigna, ndr). Non so come funzionassero le cose trent’anni fa, adesso è così. Il supporto di John (il presidente Elkann) e quello suo sono totali».
    Perché hanno pensato che lei fosse la persona giusta?«Chiedetelo a John. Posso dire che il mio compito sia mettere ognuno nelle migliori condizioni per fare il suo lavoro. Senza voler essere arrogante: diverse volte ho avuto successo e in trentadue anni al muretto ho affinato questa comprensione».
    La sua prima decisione da team principal?«Prendere lezioni di italiano (ride). Un’ora ogni mattina, dalle sette. Conto di impararlo entro fine stagione».
    Leclerc vorrebbe essere prima guida: è un diritto che Ferrari gli garantirà o dovrà conquistarselo in pista?«Non c’è un pilota numero uno perché numero uno è la Ferrari. L’obiettivo è che vinca la squadra e la mia politica su ciò sarà cristallina: bisogna spingere come matti con entrambi, poi durante la stagione capiremo di più».
    La sua amicizia con Charles ha agevolato il suo arrivo in Ferrari?«Non ne so nulla ma ripeto, sono qui per mettere nelle migliori condizioni la squadra e non lui. Me lo ricordo a dodici anni, scoprii il suo talento vedendolo correre sui kart, ma questo con la mia chiamata non c’entra».
    E cosa pensa di Carlos Sainz?«L’avrei voluto in Renault, poi alla Sauber: credo sia la prova migliore che ho fiducia in lui».
    Punterà al Mondiale già quest’anno?«Quando hai la fiducia di John e Benedetto, persone di valore come quelle della Ferrari, le risorse e due piloti come Charles e Carlos, non puoi puntare ad altro che a vincere».
    Pensa di farcela in così poco tempo?«La Formula 1 è così, devi stare concentrato sulla gara successiva e anche guardare alle auto della prossima generazione. Bisogna lavorare su piani paralleli. Ho appena avuto una riunione sul 2026, ma per essere competitivi allora bisognerà esserlo già da quest’anno. Tutti devono andare nella stessa direzione ed è quel che sta accadendo».
    Todt ci mise sei anni prima di vincere un titolo.«La Formula 1 è cambiata, è passato tanto tempo e non sono concentrato sugli anni Novanta».
    È vero che la macchina sia un secondo più veloce della F1-75?«Ho guardato i dati, ho visto il simulatore, sembra tutto a posto ma dobbiamo aspettare di vederla in pista. I miglioramenti ci sono ma è tutto relativo rispetto a quel che faranno gli altri. L’obiettivo è vincere, non ci sono altre opzioni».
    Ci sarà bisogno di un direttore tecnico?«Enrico (Cardile, ndr) ha gestito bene la situazione trasversalmente nell’organizzazione e continueremo così».
    Ci saranno modifiche nel settore delle strategie?«La questione è sul tavolo e il problema è di gruppo, non dei singoli. Devo capire cosa ha innescato gli errori nel 2022, tra un paio di settimane prenderò decisioni».
    Sente la pressione?«Riesco a dormire anche se le mie notti sono corte. Gestire la pressione è parte del successo e se non si avverte è meglio cambiare lavoro». LEGGI TUTTO

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    Vasseur: «La mia Ferrari? Vogliamo vincere, non ci sono alternative»

    Ci racconta come è avvenuta la chiamata da parte della Ferrari?
    «Le voci che circolano in Formula 1 le colgo anche io, avevo sentito che il mio nome circolava, ma non sapevo nulla. Però un po’ mi ero abituato all’idea… Poi, mentre ero a casa e stavo bevendo un caffè, è squillato il cellulare. Ma voglio chiarire che per me l’obiettivo non è lavorare alla Ferrari, ma vincere con la Ferrari. Siamo solo all’inizio».
    Cosa hanno detto i suoi figli (Vasseur ne ha quattro, ndr)?
    «Il più piccolo mi ha chiesto di trovare una scuola vicino a casa. Il più grande vive già da solo. Ora sono in hotel, sceglierò la casa insieme con mia moglie nelle prossime settimane».
    Sono figli ferraristi?
    «In genere, quando hai dodici o tredici anni guardi più ai piloti che alle squadre. Piace Hamilton« e piace Leclerc».
    Quali sono le sue prime impressioni in Ferrari?
    «Sono qui da due settimane, ho parlato direttamente solo con una cinquantina di persone, mentre in Ferrari siamo oltre 1200… Per ora ho raccolto impressioni positive, c’è una grande atmosfera. Vedo che tutti vogliono vincere, sento l’entusiasmo, ho constatato che tutti cominciano a lavorare presto e finiscono tardi, altro che “italian way of life”. Colgo che tutti hanno lo stesso obiettivo».
    Com’è stato il passaggio di consegne con Mattia Binotto?
    «Ottimo, il suo congedo è stato un buon congedo».
    L’anno scorso la Ferrari ha avuto alti e bassi, momenti esaltanti e altri meno. Ha capito che cosa non ha funzionato?
    «Cercare di capire che cosa non abbia funzionato l’anno scorso è il mio primo compito e anche il più difficile, almeno adesso. Passo dopo passo posso farcela. La Ferrari è andata molto bene nella prima parte della stagione, meno nella seconda».
    Allora parliamo del 2023. Cosa si aspetta, Vasseur?
    «Per adesso vedo che tutti lavorano nella stessa direzione. Ho sempre sentito dire che “alla Ferrari nulla è impossibile”, anche da chi ci aveva lavorato e magari si era trasferito in una squadra diretta da me. Credo che qui si sappiano spostare le montagne. Sono rimasto molto impressionato dal vedere strumenti, sistemi e attrezzature».
    Qual è stata la sua prima decisione da Team Principal della Ferrrari?
    «In squadra si parla inglese, ma io vivrò in Italia, con la mia famiglia (Vasseur ha quattro figli). La mia prima decisione è stata imparare l’italiano, prendo lezioni ogni mattina alle 7. Se ce l’ho fatta con il tedesco che si parla a Zurigo, posso farcela anche con l’italiano. In fondo francese e italiano hanno molto analogie».
    Oltre a questo, ha una lista di cosa da fare?
    «Certo, ma non la condivido».
    Come intende interpretare il suo ruolo?
    «Il mio compito è mettere tutti nelle condizioni di lavorare al meglio. L’ho fatto tante volte in anni di esperienza “al muretto”. Ho imparato e spesso ho avuto successo».
    Lei “riporta” a John Elkann o a Benedetto Vigna, il ceo?
    «Su questo, la situazione è molto chiara. Io sono qui per aiutare tutti a dare il massimo e puntare a vincere il Mondiale. Il resto crea inutile confusione. Detto questo, la parte sportiva della Ferrari non è un’azienda autonoma, dunque io riporto completamente al ceo Vigna. Però mi fa piacere che il presidente Elkann sia molto vicino alla squadra. Perché sono stato scelto? Beh, questo non chiedetelo a me…».
    Parliamo dei piloti? Armonizzare le ambizioni di Leclerc e Sainz non sarà facile…
    «Anche su questo deve esserci chiarezza. La Ferrari ha i mezzi per sostenere i due piloti alla pari, chiederò a entrambi di spingere al massimo. Altri discorsi si potranno fare più avanti nella stagione. Prima guida? Noi siamo la Ferrari e la Ferrari è la vera “punta”. Vale per tutti. Ma ho potuto verificare che i rapporti tra loro due sono ottimi, migliori di quanto tutti non credano all’esterno».
    Lei conosce Leclerc da tanti anni…
    «Certo, me lo ricordo a dodici anni, scoprii il suo talento vedendolo correre sui kart. Dite che sarà un vantaggio? Non lo so. Dite che lui abbia sostenuto la mia candidatura? Non so nemmeno questo. Conosco anche Sainz, l’avrei voluto in Renault e anche in Sauber. Ho avuto una cena prima con uno, poi con l’altro, poi con tutti e due. Infine una lunga chiacchierata con i rispettivi manager. Tutto è chiaro. Qui conta il gruppo».
    Dicono che lei gestisca la collezione di auto sportive di Carlos Tavares, il ceo Stellantis. È vero?
    «Conosco Tavares dagli Anni ‘90, collaboravamo insieme nelle corse Renault. Da allora siamo sempre rimasti in contatto, uniti dalla passione per le corse. E, no, non ho niente a che fare con le sue auto da corsa».
    Le rimproverano di essere troppo amico di Toto Wolff.
    «Lo sono, ma lui è una persona troppo intelligente per non sapere che saremo strenui avversari».
    Toto dice spesso che un pilota come Leclerc lo vorrebbe in Mercedes?
    «Beh, provi a prendercelo allora».
    Cosa si aspetta dalla nuova auto? Può anticipare qualcosa?
    «Per adesso ho visto i dati e ho sentito le relazioni degli ingegneri. Se dicessi qualcosa, sarebbero solo pettegolezzi. Più veloce dell’anno scorso? Le prestazioni sono sempre un dato relativo. Comunque sembra essere tutto a posto, ma conosco abbastanza le corse per sapere che un conto è quel che dice il simulatore, un conto quel che dice la pista. Per fortuna si comincia presto, in Bahrain. Allora avremo un’idea chiara. Vale per noi e per i nostri avversari. Siamo qui per vincere, non ci sono alternative».
    La Ferrari non ha un direttore tecnico, che le altre squadre hanno. Ne prenderete uno?
    «Ho parlato con tanti ingegneri, vedo che tutti vogliamo la stessa cosa, l’organizzazione è buona, ci sono competenze trasversali. Enrico Cardile sta svolgendo un buon lavoro in questo senso, si prosegue così».
    Tra i punti deboli dell’anno scorso possiamo elencare affidabilità e strategie.
    «L’affidabilità è un problema che sembra risolto, ho studiato i dati. Non è un tema che riguarda solo le rotture in gara, ma anche le “rotazioni” dei motori, e al banco prova ci sono state le risposte giuste. Per quanto riguarda le strategie, voglio capire bene come si lavora, non è solo una questione di persone. Ma c’è ancora un po’ di tempo prima di dover prendere delle decisioni».
    Ultimamente la Ferrari sembra avere avuto qualche incomprensione con le altre squadre e la Fia.
    «Una larga parte del mio lavoro è garantire che ci siano buoni rapporti con tutti gli altri team, con la Fia, con gli organizzatori. So che dovrò dedicare molto tempo a questo. Dobbiamo avere relazioni positive con tutti e io lavorerò anche per quello».
    Incombono già le scelte per il 2026.
    «Da un lato dobbiamo pensare a quello, dall’altro a vincere nel 2023, 2024 e 2025. Lavorerò su due fronti. La pressione psicologica? Se non la si sa gestire, meglio cercarsi un altro lavoro. Non è che valga solo per me, vale per tutti in Formula 1 e in Ferrari».
    I contratti dei piloti, di Leclerc in particolare, sono una priorità?
    «No, non adesso. Bisogna concentrarsi su un buon inizio di Mondiale. Di contratti si parlerà a tempo debito».
    Lei è il francese, prima di lei come Team Principal solo Jean Todt. Avverte una pressione extra? Vi siete sentiti?
    «La Formula 1 è cambiata troppo, non vi farò vedere il mio whatsapp per dirvi chi mi ha fatto per primo le congratulazioni. Comunque gli ho parlato, ma sono troppo concentrato sul presente per andare a rivedere cosa è successo negli Anni ‘90. Né lui ha potuto darmi dei consigli, anche se mi ha confermato quanto siano importanti l’entusiasmo e la passione».
    Un’ultima domanda: dorme bene la notte?
    «Abbastanza bene, grazie. Ma le mie notti sono corte… Del resto, se giochi a tennis vuoi essere a Wimbledon. Se ti occupi di corse, vuoi essere in Ferrari. Funziona così, no?». LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc chiude i test Ferrari a Fiorano coprendo 123 giri [ FOTO ]

    Leclerc e Vasseur, Test F1 Fiorano | foto: Ferrari via twitterTemperature rigide ma anche, finalmente, un sole splendente hanno caratterizzato l’ultima giornata del test di “risveglio” organizzato dalla Scuderia di Maranello a Fiorano con la Ferrari SF21.
    A calarsi in abitacolo questa mattina è stato Charles Leclerc che è arrivato accompagnato dal fratello Arthur, pilota della Ferrari Driver Academy, che ha seguito l’intera tre giorni dal box.
    Il pilota monegasco è uscito dai box alle ore 10:00 in punto per un giro di installazione con gomme da bagnato ma ha poi proseguito il lavoro con pneumatici Pirelli da asciutto.

    It’s good to be back 😁🙌 pic.twitter.com/8RYup1iH38
    — Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) January 26, 2023

    Complici le condizioni di pista molto migliorate, Leclerc fino alla pausa pranzo ha percorso 56 giri, completando il programma previsto. Ad osservarlo in garage sono passati anche il Team Principal, Frederic Vasseur e il compagno Carlos Sainz.

    Nel pomeriggio il monegasco ha continuato a girare con gomme slick portando il totale di giornata a 123 passaggi, pari a 366 chilometri. LEGGI TUTTO