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    I punti deboli della Ferrari SF-23? In buona parte gli stessi dello scorso anno

    Dopo le prime due gare, la “crisi” della Scuderia Ferrari è sotto gli occhi di tutti. Solo 26 punti e un misero 4° posto nella classifica mondiale costruttori, contro i 78 punti del 2022 che valevano il 1° posto tra i team.
    La crisi legata ai risultati è figlia di una serie di punti deboli del nuovo progetto che, in buona parte, sono gli stessi dello scorso anno, a cominciare dell’affidabilità. Oltre a questo le difficoltà sul passo gara, legate anche all’eccessiva usura dei pneumatici, risultano correlate alla geometria delle sospensioni e alla comprensione dei dati raccolti con quanto si vede in pista.
    Inoltre il fondo vettura, ovvero un “particolare” fondamentale di queste nuove monoposto ad effetto suolo, sul quale altri team hanno lavorato meglio che a Maranello, soprattutto dall’introduzione della direttiva TD39. Da ultimo le pance di cui si parla molto, forse troppo, perché sono l’elemento più visibile e differenziante tra la SF-23 e la Red Bull. Non è lì il vero problema della nuova monoposto di Maranello.
    Se diamo uno sguardo allo scorso anno, il passo gara era già un “problema” della Ferrari F1-75, anche a inizio anno, dove questo aspetto era mitigato dalla bontà di un progetto nato decisamente meglio e più maturo rispetto alla concorrenza e in particolare a Red Bull e Mercedes. Sempre nel 2022 i problemi di affidabilità, quelli legati alla gestione delle gomme e al fondo vettura erano tutti noti e sulla lista delle priorità delle aree da migliorare.

    Mattia Binotto e le sue persone non hanno però saputo guardare troppo lontano. O l’analisi dei punti deboli della F1-75 non era stata fatta accuratamente oppure non si sono poi trovate le soluzioni, tanto che i problemi dello scorso anno si sono ripresentati tutti! Pensiamo solo ai problemi di affidabilità che hanno portato Charles Leclerc in penalità, già alla seconda gara della stagione!
    Cosa fare ora?
    Il mondiale è lungo: vincere qualche gara ad inizio anno e poi proseguire con una stagione in calando come negli ultimi anni è qualcosa che difficilmente potrà avvenire quest’anno. E allora l’obiettivo e pianificare al meglio gli sviluppi stagionali per migliorare i punti deboli della SF-23, uno dopo l’altro, puntando a ridurre nel corso dei prossimi mesi, il gap dagli avversari più diretti, per poi porre le basi per il 2024. Attenzione, questo non deve voler dire che l’attuale mondiale sia già da archiviare ma occorre lavorare, tanto e con metodo, per evitare di “arrendersi” troppo preso, nascondendosi come troppo spesso è avvenuto dietro allo slogan “stiamo lavorando per l’anno prossimo“. Questo è inaccettabile, sia prima dell’estate, come nel 2022, ma tanto più a marzo, quando il mondiale si è appena aperto. LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Arabia Saudita: le pagelle. Red Bull già campione, Leclerc (e Vasseur) salvagente della Ferrari

    Il Gran Premio dell’Arabia Saudita, sul circuito di Jeddah, ha lasciato in eredità parecchia carne al fuoco. Dall’ennesimo dominio della Red Bull alla conferma di Alonso e l’Aston Martin come primi antagonisti, fino al sorpasso della Mercedes nei confronti di un’imbarazzante Ferrari, aggrappata ai suoi unici salvagente: Charles Leclerc e Frederic Vasseur. Senza dimenticare gli altri protagonisti in griglia; tutto questo nelle pagelle del week-end arabo, secondo appuntamento del mondiale di Formula 1.
    VOTO 10 ALLA RED BULL, GIA’ CAMPIONE DEL MONDO DOPO DUE GARE
    Non è un azzardo dirlo: la Red Bull dopo due gare ha già chiuso il campionato. Superiorità imbarazzante, degna della miglior Mercedes o della Ferrari dell’era Schumacher. Cambia il solista (Perez), ma non la sostanza, come testimonia l’ennesima rimonta-show di Verstappen (da 15° a 2°). Dietro il nulla cosmico. Ad oggi, immaginare di vedere 23 vittorie su 23 della lattina non è utopia, ma una solida realtà.
    VOTO 9 AD ASTON MARTIN E ALONSO, PRIMI DEGLI ALTRI
    Se il Bahrain poteva anche essere un episodio isolato, da Jeddah viene fuori la verità: l’Aston Martin è la seconda forza del mondiale. O per meglio dire, è la prima degli umani. Trascinata dall’ennesimo capolavoro di Fernando Alonso (al 100° podio della carriera), che nonostante un errore veniale per uno della sua esperienza (che gli costa la “penalità della discordia”), riesce a tenersi stretto il posto sul podio, dopo aver anche accarezzato per qualche giro il sogno di un colpaccio clamoroso. E se contro la Red Bull c’è poco da fare, per ora tutti devono fare i conti con il capolavoro targato Lawrence Stroll e soci. Che resurrezione.
    VOTO 8 A LECLERC E VASSEUR, SALVAGENTE DELLA FERRARI IN NAUFRAGIO
    La barca (o la macchina, per meglio dire) fa acqua da tutte le parti. Due gare bastano e avanzano per parlare di fallimento per la Ferrari, che ad oggi ha solo due motivi per sorridere: Charles Leclerc e Frederic Vasseur. Il primo continua a lottare per un pugno di mosche, tirando fuori prima un capolavoro in qualifica e poi una rimonta da paura nei primi giri in gara (da 12° a 5°, prima del crollo nella seconda parte di gara). Il secondo ha restituito quantomeno credibilità a un ruolo umiliato dal suo predecessore, spinto da una passione e un carattere ferreo che, a Maranello, non si vedeva da un po’. A lui l’ingrato compito del repulisti necessario per l’ennesima ripartenza rossa.

    VOTO 7 A RUSSELL, CHE BATTE SONORAMENTE HAMILTON
    Nella fortunata scoperta di essere la terza forza del mondiale, la Mercedes ritrova George Russell dopo il week-end incolore in Bahrain. In Arabia Saudita il giovane allievo batte sonoramente il maestro Lewis Hamilton, mai realmente capace di impensierire il compagno di squadra. Da Brackley si profila una rivoluzione copernicana per il progetto 2023, per cambiare rotta in salsa 2022: allo stesso modo, George si candida ufficialmente ai gradi di prima guida per questa stagione.
    VOTO 6 AD ALPINE, QUINTA FORZA (CON SGUARDO ALLA ROSSA…)
    I dubbi sull’Alpine, dopo il Bahrain, erano alti. L’ottima rimonta di Gasly aveva un po’ mascherato le perplessità, tutte però dissipate dopo il solido fine settimana di Jeddah. Entrambi comodamente a punti, i due alfieri transalpini hanno rilanciato il team e le ambizioni da quinto posto nel mondiale costruttori. Ma il distacco abbastanza minimo dalla Ferrari può aprire scenari imprevedibili, per un futuro roseo tanto quanto la “pantera” scesa in pista nelle prime due gare stagionali.
    VOTO 5 A SAINZ, UFFICIALMENTE SECONDO PILOTA
    Senza indugiare troppo, due gare sono state sufficienti a dire chi è il secondo pilota della Ferrari. Carlos Sainz sarà davanti a Leclerc in classifica, ma in entrambi gli appuntamenti hanno dimostrato chiaramente la differenza con il monegasco. Sia in termini di passo, che (soprattutto) nella performance sul giro secco. Vedere per credere? Il mezzo secondo incassato in qualifica è una prova tangibile del diverso livello su cui viaggiano i due piloti. Probabilmente, una scoperta convenuta anche dallo stesso Vasseur.
    VOTO 4 A MCLAREN, TROPPO BRUTTA PER ESSERE VERA
    Anche il week-end arabo conferma le sensazioni emerse in Bahrain: ad oggi, la McLaren è l’ultima della griglia. Nonostante una qualifica fantastica di Oscar Piastri, il reale valore della fallimentare (fin qui) MCL60 lo dà l’eliminazione in Q1 di Norris, notoriamente un cavallo di razza in qualifica. Ma soprattutto il responso della gara: quart’ultimo e penultimo. Un segnale inequivocabile, dell’enorme lavoro che attende gli uomini di Woking.
    VOTO 3 ALLA FERRARI, NOBILE DECADUTA ALLA DERIVA
    15 anni di fallimenti non sono bastati. La Ferrari è riuscita nell’impresa di buttare via la solida base lasciata in eredità dalla F1-75, per lasciar spazio alla disastrosa SF23 che, di fatto, ha già messo la pietra tombale sulle proprie ambizioni. Un fallimento su tutta la linea, che accentua la tempesta in cui ora tutti a Maranello si ritrovano. E che, in sostanza, sbatte in faccia una realtà con cui servirà, ora, fare i conti: il Cavallino Rampante è uno sbiadito ricordo del simbolo di eccellenza e dominio degli anni d’oro. Su il sipario: rientra la mediocrità. Tutti chiedono la “testa” del colpevole, giustamente: la realtà è che non c’è più da qualche mese. Eppure, la sua presenza si può sentire ugualmente: basta guardare i risultati in pista.
    VOTO 2 ALLA FIA E AL TENTATIVO DI SCIPPO AD ALONSO
    Sulla credibilità della FIA e dei commissari negli ultimi anni si è dibattuto a lungo. Eppure, le cose non sembrano voler cambiare. Stavolta la “vittima” è Fernando Alonso, che in due ore di pura follia, si vede prima scippato e poi restituito il podio conquistato in pista. L’ennesimo buco nell’acqua di una commissione che, semplicemente, non è in grado di stare al passo con i tempi. In tutti i sensi.
    VOTO 1 A BINOTTO, PADRE DELL’ULTIMO FALLIMENTO ROSSO
    È vero, non fa più parte del Circus. È vero, la Ferrari non è più la sua casa. Ma se la situazione della SF23 è quella imbarazzante di oggi, gran parte del “merito” è di chi ha coordinato la sua costruzione, sacrificando il 2022 in nome di questo scempio. Già, quel Mattia Binotto che, dopo lo sfregio alla storia della Rossa con la SF-1000 e la SF21, era comunque rimasto al suo posto. Che in 5 anni di gestione della direzione tecnica, ha dato vita a 4 fallimenti (e mezzo). Toccherà a Vasseur bruciare la vergognosa eredità del suo predecessore, di cui sicuramente i sostenitori della Rossa non sentono la mancanza. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc da Jeddah: “Red Bull imbattibili ma proveremo la rimonta”

    1 – GP ARABIA SAUDITA F1/2023 – GIOVEDI’ 16/03/2023 credit: @Scuderia Ferrari Press OfficeCharles Leclerc è arrivato carico nel paddock di Jeddah nonostante la consapevolezza di dover pagare penalità già alla seconda gara per l’installazione sulla sua Ferrari SF-23 della terza centralina.
    Sfida interessante
    “Inutile negare che l’inizio di stagione non è andato come speravo”, ha commentato oggi il pilota monegasco che poi ha anche aggiunto: “Il ritiro in Bahrain e la penalità da scontare qui non sono certo quello che volevamo, ma quando sono tornato a Maranello dopo la gara di Sakhir ho visto un grande gruppo unito che spinge nella stessa direzione. Era proprio l’atmosfera che mi aspettavo di trovare e questo mi porta ad essere particolarmente motivato in vista del weekend”.
    Durante l’incontro odierno con i giornalisti, Leclerc ha parlato anche della pista di Jeddah:: “Credo che questa pista si adatti meglio di quella del Bahrain alla nostra SF-23, il problema che mi ha fermato a Sakhir mi risulta sia stato risolto e sono fiducioso che in gara abbiamo il potenziale per rimontare abbastanza rapidamente fino alle posizioni di vertice”.

    Le Variabili del Gp dell’Arabia Saudita
    Leclerc ha sottolineato come non sia possibile tenere il ritmo di Max Verstappen e Sergio Perez, ma per il resto non si preclude alcun obiettivo: “Mi aspetto che saremo competitivi in qualifica e che domenica ci potremo giocare le nostre carte. Spesso qui la Safety Car è stata protagonista e dovremo essere bravi ad osare per sfruttare ogni occasione che si presenterà. Dovendo rimontare da dietro sarò aggressivo, come è nella mia indole, e spero che i lunghi rettilinei ci daranno una mano”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari alla prima prova del nove a Gedda. Ed è gia in salita…

    Incredibile ma vero. La Ferrari ha distrutto un record che difficilmente sembrava battibile. No, non stiamo parlando di qualcosa legato alle prestazioni. Oppure si, ma negative. Infatti, Charles Leclerc dovrà scontare 10 posizioni di penalità in griglia di partenza del Gran Premio d’Arabia Saudita di domenica. Questo in seguito alla rottura di due centraline nel fine settimana del Bahrein, una delle quali è costata il ritiro per il numero 16.
    Due centraline fuori uso e due disponibili durante tutta la stagione. Al secondo gran premio andare in penalità per problemi legati all’affidabilità sembrava utopia. Eppure i fatti sono questi. Così sarà Carlos Sainz a difendere i colori della Ferrari in zona di alta classifica. Ma che SF-23 vedremo a Gedda? Probabilmente migliore di quella vista sul sabbioso tracciato di Sakhir.
    Certo, fare peggio sarebbe stato difficile per un team come quello di Maranello. Un po’ per motivi tecnici un po’ per continuare a sperare, sul circuito cittadino più veloce del mondo, la Ferrari punta ad avvicinarsi alla Red Bull. Comunque sarà impossibile battere Max Verstappen & Co. ma serve urgentemente una risposta d’orgoglio. In pista a suon di tempi costanti e degrado gomme sotto controllo.

    Sarà proprio questo a fare la differenza. In Arabia cominceremo ad osservare il vero potenziale della SF-23, ancora tenuto nascosto in Bahrein per via di un asfalto e di una pista inadatti alle caratteristiche dell’auto. Le velocità di punta elevatissime di Gedda andranno dalla parte degli uomini in rosso. L’obiettivo minimo è quello di tenere dietro agevolmente Aston Martin e Mercedes, e magari cominciare a guardare più da vicino gli imprendibili. Pur con i piedi ben saldi a terra e guardando in faccia la realtà. Lasciandosi alle spalle, almeno per il momento, i terremoti interni e gli addii. LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari sconta ancora gli effetti negativi della gestione Binotto

    La prima gara dell’anno ha riportato la Ferrari con i piedi per terra, mettendo la Scuderia di Maranello di fronte alla dura realtà che vede una Red Bull là davanti e nuovi avversari che lo scorso anno erano poco più che sbiadite comparse.

    Il 2022 aveva visto la Ferrari esordire con un vantaggio competitivo nei confronti di tutti i suoi avversari. Nella prima parte della stagione, le vittorie di Charles Leclerc e gli ottimi piazzamenti di Carlos Sainz avevano permesso alla compagine italiana di guidare le classifiche piloti e costruttori. La vittoria del mondiale sembrava possibile ma, alla fine, non fu così!
    La seconda parte della stagione, sappiamo infatti come andò: la Red Bull, una volta messa a punto la sua nuova monoposto, prese il largo. Max Verstappen fu un autentico dominatore, tanto da conquistare ben 9 vittoria nelle ultime 11 gare del mondiale 2022.
    Questa incredibile strisciata di successi “rischia” ora di continuare anche nel 2023. Le premesse ci sono tutte: la RB19 è una perfetta evoluzione della monoposto vincente dello scorso anno, mentre gli avversari non hanno fatto lo step necessario per avvicinare le prestazioni della compagine austriaca.
    La Ferrari SF-23, per quanto abbiamo potuto vedere dai test e dalla prima gara in Bahrain, non ha risolto completamente i problemi di affidabilità, la gestione degli pneumatici non è ancora ottimale e dal punto di vista della prestazione pura della Power Unit non ha il vantaggio che in molti si aspettavano ci fosse. Quest’ultimo aspetto è evidente anche guardando la prestazione di Alfa Romeo e Haas, soprattutto sul giro secco in qualifica.

    Oltre a non poter guardare alla Red Bull come un reale obiettivo con cui lottare per la vittoria in gara, la Scuderia guidata da Fred Vasseur si deve guardare alla spalle da Mercedes e Aston Martin.
    I due team, fino allo scorso anno, non costituivano un problema mentre ora sono una vera e propria “minaccia” per la difesa del secondo posto nella classifica riservata ai costruttori. Se da un lato Aston Martin ha dimostrato di avere le carte in regola per poter essere la seconda forza del mondiale, dall’altra Mercedes potrebbe rientrare prepotentemente in gioco una volta messa in pista la nuova versione della W14. Il team guidato da Toto Wolff ha già dimostrato lo scorso anno quale possa essere il suo potenziale di sviluppo durante la stagione e anche l’affidabilità e la costanza nei risultati sono due carte a loro favore.
    Con questi due agguerriti team alle “spalle” della Ferrari, a Maranello non possono certo dormire sonni tranquilli. Gli effetti negativi della gestione Binotto si stanno facendo sentire, proprio in questo inizio di campionato. In particolare l’affidabilità della Power Unit non sembra essere un problema risolto al 100% e quanto accaduto in Bahrain ha fatto suonare un campanello d’allarme sul quale Vasseur ha chiesto chiarimenti. I tempi per analizzare i problemi sono finiti: ora occorre agire per assicurare un’affidabilità all’altezza della concorrenza.
    Il neo Team Principal aveva già dovuto accettare un piano 2023 che prevedeva l’utilizzo di 4 Power Unit, una in più di quanto permesso dal regolamento. Evidentemente però qualcosa è stato sottovalutato, visti i problemi del Bahrain e questo, in futuro, non dovrà più avvenire. La mancata comprensione delle gomme, unita alla messa a punto degli assetti della nuova SF-23, sono due altri aspetti sui quali Vasseur è stato categorico, chiedendo un lavoro più sinergico tra i diversi reparti.
    Il Team Principal, a poco più di due mesi dal suo insediamento, ha cominciato a capire meglio gli uomini e l’organizzazione della squadra. Ci sono interventi pianificati che sono già stati resi operativi, come il cambio di mansione di Inaki Rueda, ex responsabile delle strategie in pista e qualche revisione di responsabilità di alcune key people; primo fra tutti Laurent Mekies che non è detto che possa anche essere il prossimo a lasciare Maranello.
    Binotto non c’è più ma gli strascichi della sua mala gestione si fanno ancora sentire. Diamo ancora un po’ di tempo a Vasseur per capire meglio ciò di cui dispone, sia come capitale umano che tecnico e poi siamo certi che alcuni cambiamenti saranno necessariamente fatti, per avere le persone giuste e di fiducia nei ruoli chiave, colmando quel gap di competenze che un team come la Ferrari non può più permettersi di avere. Per vincere occorre ingaggiare i migliori, siano essi ingegneri e piloti, andando con coraggio sul mercato. La Scuderia di Maranello deve tornare ad essere un polo fortemente attrattivo per queste figure che vogliono vincere in Formula 1.
    Il Mondiale Costruttori manca a Maranello dal lontanissimo 2008, due ere geologiche fa, pensando ai tempi moderni e in particolare a quelli della Formula 1 degli ultimi anni! LEGGI TUTTO

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    Ferrari “fredda” e Leclerc leader, la ricetta di Domenicali per ripartire in F1

    ROMA – Analizzare i punti deboli ma soprattutto non farsi prendere dalle emozioni: questa la ricetta che Stefano Domenicali suggerisce alla Ferrari per non scoraggiarsi dopo l’incerto avvio di stagione di F1 nel GP del Bahrain; e un ruolo fondamentale lo dovrà avere anche Charles Leclerc, visibilmente frustrato dopo il problema occorso alla sua SF-23, e che potrebbe costargli caro in vista dei prossimi appuntamenti. “Penso che un grande atleta proprio in questi momenti debba avere la personalità per essere un punto di riferimento all’interno della squadra”, ha sottolineato Domenicali nell’intervista rilasciata a Sportmediaset. Secondo l’ex team principal del Cavallino, il monegasco deve prendere in mano la situazione, in quelli che sono gli anni più importanti della sua carriera: “Deve pretendere che la squadra metta a sua disposizione la miglior macchina possibile, ma al tempo stesso lui non può permettersi alcun tipo di errore. Lui deve essere molto pragmatico perché vincere con la Ferrari è qualcosa di straordinario e altre squadre in questo momento non gli possono dare la possibilità di lottare per la vittoria. Deve essere lui a trascinare la squadra, che sta attraversando sicuramente un periodo non facile”.  LEGGI TUTTO

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    Formula 1, alla Ferrari manca sempre qualcosa

    «Loro hanno trovato qualcosa!». Charles Leclerc sintetizza “alla Binotto” una delusione che sconfina in una prematura resa nei confronti di una Red Bull che sembra correre, con Verstappen e Perez, in un campionato a se stante. Una Formula 1 che finisce per ridursi ad uno spettacolo di spogliarello alla rovescia. Splendide ragazze il sabato delle qualifiche che nulla nascondono della loro bellezza, per finire alla domenica della gara che giro dopo giro, le riveste da capo e piedi. Con le qualifiche che in sessanta minuti concentrano grandi emozioni destinate a disperdersi nei novanta minuti della gara. Con qualche eccezione. LEGGI TUTTO