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    Ferrari, Leclerc punge Binotto? “Difficile trovare persone come Vasseur”

    ROMA – Il pilota della Ferrari, Charles Leclerc, nel corso di questa stagione ha riscontrato diverse difficoltà in pista tanto da non riuscire a rendere come avrebbe voluto. Il monegasco, infatti, nelle ultime settimane ha un po’ pagato il confronto diretto con il suo compagno di squadra Carlos Sainz, che ha avuto un rendimento decisamente migliore portando a casa anche la prima ed unica vittoria della Rossa in questa stagione. Ad ogni modo Leclerc confida nella squadra e soprattutto nel team principal Frederic Vasseur.
    Leclerc: “Vasseur mi conosce da tempo”
    “Vasseur mi conosce da molto tempo e tre di noi c’è sempre stato un legame molto speciale. Lui è bravo a motivarti e a calmarti, poi con me si è sempre rivelato molto diretto. Questo è quello che mi serve per rendere al meglio in pista. Vasseur è molto onesto e quanto arrivi in Formula 1, su una Ferrari, è difficile trovare delle persone così”. Queste le dichiarazioni del pilota della Ferrari, Charles Leclerc, rilasciate durante una lunga intervista concessa a ‘The Race’, durante la quale sembra aver voluto mandare una frecciatina nei confronti di Mattia Binotto. LEGGI TUTTO

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    F1, Verstappen senza rivali a Suzuka. Leclerc 4°, Sainz 6°

    SUZUKA – La gara del Gran Premio del Giappone, diciassettesimo appuntamento del mondiale F1, ha visto la vittoria di Max Verstappen. Inarrivabile il due campione del mondo della Red Bull, che il prossimo weekend, in Qatar, avrà la possibilità di vincere il suo terzo titolo personale; intanto, è arrivato il sesto titolo costruttori per la scuderia di Milton Keynes. Alle sue spalle, le McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri, con il giovane australiano che centra così il suo primo podio in carriera. Quarto posto per Charles Leclerc con la prima delle Ferrari: a seguire, Lewis Hamilton e Carlos Sainz, che nel finale ha superato la Mercedes di George Russell.  LEGGI TUTTO

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    Ferrari giù dal podio in Giappone, Leclerc 4° e Sainz 6°: vince Verstappen

    SUZUKA – Max Verstappen ha vinto la gara del Gran Premio del Giappone, diciassettesimo appuntamento del mondiale F1. Prestazione dominante per il pilota della Red Bull, che agli altri piloti lascia solo le briciole; alle sue spalle, ottima anche la prestazione delle McLaren, con la doppietta Lando Norris-Oscar Piastri, con il primo podio in carriera per il giovane australiano. Con la vittoria di Verstappen, la Red Bull conquista aritmeticamente il suo sesto titolo costruttori al termine di un’annata dominata. Quarto posto per Charles Leclerc, mentre Carlos Sainz chiude al sesto posto: punti importanti per la Ferrari, che guadagna ancora qualche punto sulla Mercedes (quinto Lewis Hamilton, settimo George Russell). Da segnalare il ritiro di Sergio Perez dopo ben due penalità. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Leclerc insegue Verstappen nelle FP2 di Suzuka. 4° Sainz

    SUZUKA – Max Verstappen vola anche nella seconda sessione di prove libere del Gran Premio del Giappone. Sul circuito di Suzuka, l’olandese della Red Bull sembra imprendibile, chiudendo anche la FP2 con un vantaggio ampio sull’inseguitore, anche se dimezzato rispetto alle FP1: Charles Leclerc, infatti, insegue a 320 millesimi, per una Ferrari che si propone come seconda forza in pista. Unico intoppo sembra essere il degrado, che però, al momento, è un problema per tutti, anche per la Red Bull. Quarto posto per Carlos Sainz, mentre Sergio Perez è nono, in netta difficoltà sia sul giro secco che sul passo gara. LEGGI TUTTO

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    F1, Suzuka crocevia fondamentale per la Ferrari

    Leclerc, Vettel e Sainz a SuzukaLa vittoria di Carlos Sainz a Singapore ha un peso specifico enorme per due semplici motivi: la Ferrari è riuscita a sfruttare la prima occasione concessa dalla Red Bull con un’ottima gestione della tattica e della propria macchina, e, in più, ha battuto la concorrenza di McLaren, Aston Martin e Mercedes. Sembra una piccola consolazione a margine di un’annata difficile, ma il weekend di Singapore potrebbe nascondere degli importanti segnali, finora sottovalutati.
    Ecco perché quello giapponese sarà un fine settimana di grande attesa e scoperta. La prima cosa da capire sarà quella riguardante la direttiva tecnica 18 e l’integrazione alla 39: la Red Bull tornerà la macchina di prima, oppure collezionerà un’altra uscita a vuoto? Se si dovesse verificare questa seconda opzione, allora potremmo assistere ad un fine campionato davvero fantastico, in cui la Ferrari potrà tornare protagonista. Ma è altamente improbabile.
    Senza spingersi troppo in là con la fantasia, c’è da constatare la crescita costante della SF-23 che il team guidato da Frederic Vasseur sta cominciando a capire e a far funzionare al meglio. Certo, questa macchina non è sicuramente al pari della Red Bull, ma aver risolto alcune delle problematiche che hanno afflitto questo progetto è comunque un importante passo in avanti.

    Se la Ferrari dovesse confermare le sue prestazioni anche su un circuito avverso alle caratteristiche dell’auto come Suzuka, allora si potrà guardare al futuro con grande ottimismo. Anche in ottica 2024, specialmente se i dominatori della stagione dovessero fallire anche nel paese del Sol Levante. Le prime prove libere ormai sono alle porte e l’attesa sale. Sembra quasi di essere ad inizio campionato. LEGGI TUTTO

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    F1, Leclerc da Suzuka: “L’obiettivo è conquistare il massimo di punti possibile, nell’interesse della Ferrari”

    Charles Leclerc ha incontrato oggi i giornalisti, nella conferenza stampa FIA del Gran Premio del Giappone. Raccontando come è cambiata l’atmosfera nel team dopo la vittoria di Singapore, il pilota monegasco ha detto: “Credo sia stato un tonico per tutta la squadra. Abbiamo lavorato tanto in questi mesi, imparando sempre meglio come gestire la nostra monoposto, che come sappiamo è piuttosto complessa nella messa a punto”.
    Leclerc ha parlato anche del ruolo che ha dovuto svolgere a Marina Bay, per centrare il risultato di squadra: “Come sappiamo per prima cosa viene sempre l’interesse della Ferrari, ed è stato dunque chiaro fin da dopo la qualifica che avrei dovuto mettermi a disposizione e supportare Carlos. Il fatto di essere riusciti a conquistare questa vittoria mi motiva e mi spinge ancora di più a far bene, perché voglio salire sul gradino più alto del podio quanto prima anche io”.

    Parlando della competitività della SF-23 sul difficile tracciato di Suzuka, Leclerc ha detto: “Dopo le libere avremo probabilmente un quadro più chiaro perché a Singapore noi siamo andati bene ma c’è stata anche una controprestazione di chi sta dominando la stagione, mentre i soliti avversari si sono confermati come al solito molto vicini. Il nostro approccio al weekend non cambierà: lavoreremo anche sui dettagli con l’obiettivo rimane conquistare il massimo di punti possibile”. LEGGI TUTTO

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    Il secondo, tattico Carletto vince a Singapore

    Secondo me, a un certo punto del Singapore GP, abbiamo iniziato un po’ tutti a temere che questa seconda vittoria di Carlos Sainz non arrivasse più. Abbiamo sentito tutti uno spezzone di team radio con l’ingegnere, che suonava più o meno così: “Com’è il passo?” “Dobbiamo aumentare un po’…”: dove l’ho già sentito questo tono? 
    Come stiamo andando? Male, perdio!
    E fu così che, nella mente stonata della spettatrice e nella notte in differita di Singapore, rimbombavano le battute con le inconfondibili voci del Ragionier Fantozzi e di Corrado Maria Lobbiam.
    Effettivamente, non è proprio così stonata l’associazione della sventurata stagione 2023 della Ferrari con Il Secondo, Tragico Fantozzi: anche il varo della monoposto partì con i migliori auspici, peccato che poi la Scuderia – e la sua tifoseria solidalmente – abbia preso tante di quelle batoste che nemmeno le dolorose bottigliate della Serbelloni Mazzanti Viendalmare possono eguagliare…
    Abituati tutti a patire sotto la nuvola dei ferraristi – dalla quale piove Red Bull al posto di acqua – era normale avvertire che nella gara di ieri ci fossero tutte le premesse affinchè si potesse fare molto bene e anche molto male: quel vago ma persistente sentore di all in era propiziato dal weekend-no dei primi della classe, che vagavano smarriti come i varani,  cui faceva da contraltare un fine settimana baciato da ottime prestazioni in tutte le sessioni per entrambi i piloti in rosso. Eppure il ritorno prepotente della Mercedes, che raramente sbaglia quando sente profumo di gara buona e una McLaren in costante miglioramento, alimentavano più di una preoccupazione, assieme alle incognite di un circuito come il cittadino di Singapore, che, sin dalla prima edizione, si è rivelato come dura prova per squadre e strategie, oltre che ad alto indice di spacca-monoposto – e spacca-cuori, soprattutto rossi.
    Penso che i tifosi e gli appassionati tutti ricorderanno per un bel po’ quegli ultimi 20 giri del Singapore GP,  una vera croce e delizia – o morte per snuf-snuf, per qualcuno – una medicina dolceamara che ti fa un po’ soffrire quando la mandi giù, ma che poi ti fa star bene per giorni.
    Se li ricorderà per un bel po’ di tempo anche Carlos Sainz, alla sua seconda vittoria in carriera, che una certa corrente opinionistica – chiamiamola così – vedrebbe solo come secondo di Leclerc e che invece ha scaricato, nel budello viario del sudest asiatico, una prestazione maiuscola fatta di tigna, maestria al volante, sangue freddo, intelligenza tattica e un connubio quasi fatato con la scorbutica SF-23, che ieri ha assecondato lo spagnolo come un abito su misura. Dunque, il validissimo Sainz ha dimostrato che, quando si tratta di ragionare in una situazione in cui tutto il buon lavoro di un weekend rischia di essere battuto da un avversario che ha la tua stessa ira agonistica ma un treno di gomme fresche in più, non è secondo a nessuno. Senza dimenticare l’apporto di quello che ieri è stato il suo secondo, vale a dire un motivato tuttavia sfortunato Charles Leclerc.

    Fa piacere, ogni tanto, scrivere qualcosa di diverso, invece di straparlare di domini, record e ripicche fra abulici trionfatori di oggi e di ieri. E quanto è stato bello vedere una gara in cui almeno tre scuderie potevano giocarsi la vittoria finale!
    Immaginate, ora, aver potuto godere di questo spettacolo – non quello del drs e delle sprint race – per un intero campionato, se solo tutti questi piloti talentuosissimi fossero stati dotati di mezzi e squadre all’altezza. La Ferrari dovrebbe mangiarsi un tordo intero senza masticare… cioè – volevo dire – le mani.
    Secondo me. LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari: Le qualità Sainz, le debolezze di Leclerc

    Carlos Sainz, dopo 434 giorni e 25 gran premi ha finalmente interrotto il digiuno di vittorie della Scuderia Ferrari. Un risveglio dolcissimo per gli appassionati della rossa, che già a Monza, avevano assaporato un antipasto di Singapore nella commovente prestazione e difesa del pilota spagnolo. Quello di Carlos è un capolavoro, un’impresa memorabile fatta di testa e cuore, di ragione e sentimento, che fa felice Domenicali e che fa bene all’audience della Formula 1. Ma come mai, dopo 14 gare targate Red Bull nel 2023 (di cui 10 consecutive portano la firma di Max Verstappen) è stato proprio Sainz a interrompere il digiuno?Sainz e Leclerc, Gp Singapore F1 2023

    ELOGIO ALLA TENACIA
    Il caso non esiste e Sainz ne è la dimostrazione. O meglio, nel momento in cui gli altri, quelli imbattili, ti lasciano qualcosa per strada, tu devi essere lì, pronto ad afferrare tutto ciò che è afferrabile. Questo è esattamente ciò che ha fatto Carlos Sainz a Singapore. Ma come detto, non è un caso: Carlos si è portato appresso la carica di Monza, weekend in cui ha rasentato la perfezione, una perfezione che non è bastata a sconfiggere le mostruose RB19 di Newey. Quante volte, nell’ultima settimana, si sarà ripetuto a mo’ di mantra quella frase rilasciata nel pre-gara del GP d’Italia: “se facciamo tutto alla perfezione possiamo vincere”.Questa volta ce l’ha fatta Sainz, tra le strettissime vie di Singapore, complice una Red Bull umana e lontana, la perfezione è bastata, ma di perfezione si è trattato. Chapeau Carlos!
    SAINZ E NON LECLERC
    Come mai è stato Carlos e non Charles a risollevare le sorti del Cavallino? Charles lo conosciamo, ha un talento incredibile (questo non lo nega nessuno) e la sua capacità di spingere la vettura al limite è palese nella sua velocità in qualifica. Carlos, da parte sua, non si è mai dimostrato un grande qualificatore, ma ha sempre dato il meglio in gara, con una costanza e un’intelligenza tali da mettere in difficoltà compagni di scuderia del calibro di Verstappen, Norris e Leclerc.Sainz, oltre a ciò è dotato di una fortissima personalità, non si piega né si deprime di fronte alle richieste del team. Basti pensare a Silverstone dove vinse la sua prima gara in Ferrari attaccando senza pietà il compagno di squadra e rispondendo picche agli ordini del muretto o a questo weekend, nel quale la sua capacità di leggere la gara prima degli ingegneri, regalando il DRS a Norris per difendersi da Russell, l’ha portato a coronare il secondo centro in rosso.

    COMPLEMENTARI
    I due piloti della rossa sembrano la coppia perfetta, non tanto per il rapporto che intercorre tra di loro, quanto per la loro complementarietà. A Carlos manca il talento puro di Charles, a Charles la tenacia di Carlos.Quando le cose vanno male a Maranello, Charles ne risente e non riesce a dare ciò di cui sarebbe capace. Lo stesso vale per gli errori del muretto, che spesso portano il monegasco a un nervosismo tale da indurlo all’errore. Lettura della gara e leadership sono le caratteristiche che mancano a Charles per massimizzare i risultati, qualità necessarie in un possibile scenario di lotta mondiale. Se l’entusiasmo di Carlos non è cosa passeggera, se il madrileno sta veramente sbocciando a Maranello allora saranno guai per Charles, perché lo spagnolo, la testa, ce l’ha eccome. LEGGI TUTTO