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    I più interessanti tennisti USA under 20, tra la scalata al mondo Pro e l’universo College (parte seconda)

    Learner Tien (foto USTA)

    Alcuni giorni fa abbiamo puntato la nostra lente negli Stati Uniti, andando a presentare i prospetti statunitensi under 20 più interessanti. Nella prima parte della nostra disamina, abbiamo parlato dei giovani già impegnati pienamente sul tour Pro. Nella seconda parte passiamo a considerare i ragazzi che sono già impegnati nel circuito universitario o quelli che sono inseriti nella “Recruiting List” della classe 2023, ovvero che termineranno quest’anno l’high school e nel 2024 entreranno nel college.

    Ethan Quinn: diciannove anni, numero 467 del mondo e nuova promessa del tennis statunitense. Ha chiuso l’anno come primo nella classifica di fine anno della ITA Collegiate Tennis Rankings (pur essendo una matricola). Giocatore dallo splendido tennis, capace di far tutto in campo. Vincitore nel 2022 di due ITF a San Diego e Champaign e già in grado di portare al terzo set buoni giocatori come Delbonis, Thompson e Kovacevic. Ha cominciato la stagione 2023 dedicandosi esclusivamente al campionato universitario con Georgia University, ma probabilmente a causa della pressione di giocare da numero uno della classifica universitaria ha inanellato una serie di sconfitte e soprattutto prestazioni molto deludenti. Sono curioso di vederlo tornare all’opera nei tornei del circuito ATP.

    Alexander Bernard: diciannove anni e numero 610 del mondo. Giocatore di Ohio State. Stagione anonima la sua quella scorsa, almeno fino all’exploit di novembre quando è riuscito a conquistare l’ITF M 25 di Columbus garantendosi così un notevole balzo in classifica. Prospetto interessante, ma con dei limiti di consistenza e pesantezza di palla che superano a mio parere i possibili margini di miglioramento.

    Michael Zheng: 19 anni, numero 967 del ranking ATP, giocatore della Columbia University. Nel 2022 è stato finalista del torneo juniores di Wimbledon, mentre a livello Pro il suo miglior risultato è stata la finale raggiunta in aprile a Orange Park, partendo dalle qualificazioni e perdendo in finale contro Yibing Wu con il punteggio di 7-6 7-5. Zheng è al momento un magnifico, ma acerbo, produttore di gioco (proprio per la sua facilità nell’impatto e costruzione può ricordare il miglior Tomic): gran servizio, propensione a cercare la rete con una leggerezza che sa di classico, capacità di giocare vincenti con apparente facilità da tutte le parti del campo con colpi “puliti” e penetranti. Manca ancora, come è normale che sia per questo tipo di tennista, della continuità di gioco e della consistenza che gli possano permettere di portare a casa le partite con una certa costanza. Nel 2023 ha giocato un solo torneo, a Ithaca, perdendo al primo turno contro Lucas Renard.

    Ecco invece i prospetti della “Recruiting List” della classe 2023, forse una delle più intriganti di sempre.
    Learner Tien: 17 anni, numero 784 del mondo e primo nella “Recruiting List” della classe 2023. Giocherà già da questa estate per University of Southern California. Thien è un mancino talentuosissimo in possesso di un anticipo sulla palla e di una capacità di trovare gli angoli del campo fuori dal comune. Reduce dalla finale juniores dello Slam australiano, a livello Pro ha già all’attivo due semifinali e una finale. Notevole in particolare il torneo giocato a Malibu (un ITF M25), dove Tien ha sconfitto fra gli altri il rumeno Boitan e il top 400 del mondo Govind Nanda. Learner ha anche un un’esperienza con il grande tennis, visto che ha ricevuto una wild card per lo scorso US Open, slam dove ha strappato il primo set a Miomir Kecmanovic.

    Alex Michelsen: diciotto anni, numero 466 del mondo e numero due nella “Recruiting List” della classe 2023. Prospetto super interessante. Giocatore piuttosto atipico, uno strano incrocio fra Reilly Opelka e Jenson Brooksby, in grado di mettere in mostra un efficace tennis offensivo, ma anche in possesso di gambe e solidità da fondo per vincere le partite grazie alla solidità e all’acume tattico. A partire da novembre il suo record a livello ITF recita diciotto vittorie e due sconfitte con annessa vittoria di due tornei a Edmond e East Lansing. Giocherà anche lui, come Ethan Quinn per Georgia University, a meno che i risultati ottenuti durante l’anno nel circuito Pro non saranno così buoni da convincerlo a cambiare idea.

    Kyle Kang: diciotto anni, numero 902 del mondo e terzo nella “Recruiting List” della classe 2023. Per il 2024 ha un accordo verbale con Stanford University. Nonostante l’età, Kang è un giocatore già in possesso di una consistenza di gioco tale da permettergli una certa continuità di risultati a livello ITF: una semifinale a Sunrise e tre quarti di finale, battendo tennisti di buon livello come Daniel Vallejo, Strong Kirchheimer, Patrick Kypson e Omni Kumar. Credo che abbia già la struttura fisica e la solidità mentale per cominciare a fare risultati ancora migliori nel 2023.

    Aidan Kim: diciotto anni, numero 944 del mondo e numero quattro nella “Recruiting List” della classe 2023. Prospetto a dir poco intrigante per il suo stile di gioco irrimediabilmente proiettato verso la rete, pur non avendo un servizio eccezionale. A novembre dello scorso anno Kim ha ottenuto il primo risultato importante della carriera Pro raggiungendo la semifinale a Fayetteville e replicando pochi mesi dopo (febbraio 2023) il risultato a Weston, con una semifinale giocata alla pari con il rumeno Boitan, vero e proprio dominatore di questo inizio di stagione nel circuito ITF statunitense. Non sappiamo quale livello raggiungerà, ma di certo Aidan Kim sarà un giocatore che varrà la pena veder giocare.

    Antonio Gallucci LEGGI TUTTO

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    Il figlio di Lindsay Davenport imbattuto sul tour junior nel 2023

    Jagger Leach (foto ITFtennis.com)

    Giovani figli d’arte crescono. Dopo l’affermazione ad alto livello di Sebastian Korda e l’esplosione negli ultimi mesi di Ben Shelton, un altro giovane tennista statunitense con madre “doc” inizia a far parlare di sé sul tour ITF Junior. Si tratta di Jagger Leach, figlio di Lindsay Davenport, ex n.1 del Ranking WTA e vincitrice di tre titoli Slam a cavallo tra ’90 e 2000 e anche Oro Olimpico ai giochi di Atlanta nel ’96.
    Il 15enne si allena in Florida presso la IMG Academy fondata dal compianto Nick Bollettieri, ha un suo team di allenatori ma segue anche i preziosi consigli della madre. Il giovane Jagger è salito agli onori della cronaca grazie ad un’inizio di stagione immacolato nei tornei junior: per lui solo vittorie, ben 15 di fila, cedendo un solo set nei tre tornei disputati e tutti vinti: J60 Christchurch, J60 Wellington and J100 Auckland.
    La sua vittoria al J60 di Christchurch a metà gennaio è stato il primo titolo ITF della sua giovanissima carriera. Ha iniziato il 2023 al numero 444 nella classifica ITF World Tennis Tour Junior, adesso si è attestato al numero 188. Leach è in testa alla classifica per i titoli ITF World Tennis Tour Juniors in questa stagione, nessun altro giocatore ha alzato tre trofei.

    Remember the name, Jagger Leach 👊
    — ITF (@ITFTennis) February 16, 2023

    In un’intervista rilasciata alcuni anni fa al magazine People, la ex campionessa aveva parlato della passione del figlio per lo sport: “Gioca a tennis tutti i giorni per diverse ore, ma non vogliamo che si specializzi in uno sport, è ancora molto giovane. È alto, quindi ha provato il volley e farà ancora altre esperienze”. Crescendo il piccolo Jagger ha dimostrato abilità e passione con la racchetta, tanto che ormai è a tutti gli effetti un’altra giovane promessa del tennis a stelle e strisce. È ancora estremamente giovane, ma come si dice in questi casi, “se son rose…”. LEGGI TUTTO

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    Claudio Grassi: “Agnese Calzolai gioca con qualità e leggerezza. Il talento? È qualcosa che hai dentro, proprio dei giovani che danno ‘impegno gratis’”

    Agnese Calzolai e Claudio Grassi

    L’ex Pro Claudio Grassi, oggi tecnico nazionale presso il AT Bibbiena, ha vissuto un inizio 2023 intenso accompagnando la piccola e talentosa allieva Agnese Calzolai al Lemon Bowl, dove la toscana è giunta in finale nel tabellone Under 12, battuta in due set dalla favorita del seeding (e grande talento) Victoria Lanteri. Una bella esperienza per Agnese e anche per Claudio, che ci ha parlato della Calzolai e sull’insegnamento ai ragazzi più giovani e di prospettiva. Molto interessanti le parole del coach sull’importanza di insegnare la cultura del lavoro, passo decisivo per la crescita umana e sportiva.

    “Lavoro con Agnese da due mesi e mezzo, da quando mi sono spostato a Bibbiena diventando il direttore della scuola tennis” ci racconta Claudio, “non molto tempo. Quindi il merito della crescita e livello raggiunto dalla ragazza è innanzitutto frutto del suo talento e assolutamente da dividere col suo maestro storico, che la segue da sempre, Tiziano Lunghi. Abbiamo un’ottima sintonia, seguiamo insieme il progetto della Calzolai che già da tempo sta mostrando di avere le carte in regola per provare fare cose importanti. Ricordo che Agnese ha vinto nel 2019 il Lemon Bowl nella categoria Under 8. Per me invece è stata una prima volta alla manifestazione, non l’ho mai giocata nemmeno quando ero uno junior. Ne avevo sempre sentito parlare un gran bene, e devo confermare che è un bell’evento. Si vedono tanti bambini con talento e assai avanti rispetto alla loro età per come affrontano lo sport, dal riscaldamento a come parlano coi loro maestri, come preparano le partite, come fanno defaticamento… quasi fin troppo oserei dire! Agnese per ora è una ragazza che ama il tennis e vi si dedica con grande attenzione, ma affronta la sua crescita in modo più “leggero”. Le piace anche il calcio e la Fiorentina, recentemente ha provato lo sci ed è tornata entusiasta”.
    Che tipo di ragazza è, ce la puoi descrivere?“Fondamentalmente è una ragazza molto coordinata, potrebbe eccellere in qualsiasi sport visto le abilità di base che possiede. Non ha un gioco di potenza, ha molta mano e la considero – insieme ai tecnici di Formia che la seguono come ragazza di interesse nazionale – una tennista universale. A chi può assomigliare? Beh, per trovare una tennista che tutti conoscono potrei dire che ha un gioco un po’ alla Roberta Vinci, ma con qualcosa di Swiatek e perché no un po’ di Pennetta per la facilità con cui colpisce. Non è una che cerca di spaccare la palla con tutta la sua forza, tutt’altro, lei ama giocare lo slice, fare le palle corte, venire a rete, accelerare all’improvviso. Le piace tantissimo giocare gli “strettini” di tocco, ma sa anche tenere in difesa e soffrire da dietro, il tutto sempre eseguito con grande naturalezza. Questo è quel che spicca di più quando la vedi giocare, fa le cose in modo naturale, spontaneo, non c’è tensione o sforzo quando gioca. Intendiamo farla crescere così, senza specializzarla, seguendo anche le linee guida della FIT che parlano appunto di specializzazione non prima dei 17 anni”.
    Il fatto che lei guardi anche oltre al tennis e si interessi nelle cose è un fatto positivo, no?“È un fatto estremamente positivo, che condivido con lei, Tiziano e la sua famiglia. Proprio la famiglia è straordinaria (e non comune) perché asseconda i desideri della figlia, ascolta quel che lei pensa e lascia lavorare noi tecnici che stiamo guidando la sua crescita, dalla scelta dei tornei al modo e quantità di lavoro che facciamo ogni settimana. Se pensiamo che debba fermarsi per lavorare del tempo su qualche aspetto tecnico senza competere, la famiglia segue le nostre indicazioni. Agnese è ancora emotiva, un po’ chiusa, quindi con lei facciamo le cose a piccoli passi, stiamo molto attenti alla sua crescita, ma è evidente che si diverte tanto quando gioca. Si allena, si impegna, ma non la stiamo caricando di lavoro e di pressione eccessiva perché è una ragazzina che affronta le situazioni che le si presentano davanti con grande semplicità e vogliamo che continui così senza stress e ansie alla sua età”.
    Eppure sul web, soprattutto Instagram, ormai dilagano profili di ragazzini e ragazzine più piccole di lei che mostrano sessioni di allenamento, super colpi e un lavoro in campo degno di un Nadal…“È vero e ritengo che sia un’esagerazione, qualcosa che finisce per incrementare pressione e stress che, alla loro giovane età, non sono salutari. Mi piace invece vedere che quando Agnese entra in campo è felice, serena, pensa solo a giocare e divertirsi, pur con impegno e fatica. Purtroppo invece ai nostri giorni si guarda troppo a quel che si trova sui social, tutte storie straordinarie, fanno arrivare il messaggio che se non hai per le mani uno che a 16 anni è un fenomeno, un NextGen da paura, allora sei un fallito… Non è così! Quelli sono marziani, ne nasce uno ogni tanto, farlo capire a famiglia, circoli e volte anche a tecnici non è facile. Abbiamo davanti a noi dei ragazzi molto giovani, li dobbiamo crescere soprattutto come persone e se ci vai troppo pesante, rischi di far crollare tutto quel che hanno costruito. Abbiamo una responsabilità importante su di loro”.
    In molti affermano, scuola inclusa, che è sempre più difficile tenere alta l’attenzione nei ragazzi, soprattutto per colpa dell’eccesso della tecnologia, uso continuo degli smartphone, social, ecc. Visto che tu segui ragazzi di varie età, come vedi la questione, li trovi peggiorati negli ultimi anni da questo punto di vista?“È un argomento delicato. Quando sono arrivato al mio club attuale mi sono inserito in una struttura di discreta dimensione e con un buon bacino d’utenza. Da nuovo direttore, ho comunicato che ci tenevo a inserire delle piccole regole che secondo la mia esperienza prima da giocatore e poi da coach mi hanno aiutato, le reputo importanti. La prima cosa che vedi quando un ragazzo o ragazza arriva al club è che in mano non ha le scarpe, le racchette, ma il cellulare perché prima di entrare in campo o palestra è urgente mandare il messaggino, il social, la foto, ecc. A tutti coloro che hanno una buona qualità e stanno facendo un percorso di allenamento serio verso l’alto livello sto provando a far capire che quando arrivano al circolo il telefonino deve andare subito in borsa; che si deve arrivare almeno 15 minuti prima dell’inizio del lavoro, facendo il riscaldamento in autonomia seguendo i piani stabiliti; che si saluta sempre per primi il maestro, che ci si comporta all’interno della struttura con rispetto e presenza. Può sembrare una banalità, ma ti assicuro invece non lo è. Anche se solo vuoi fare dell’ottimo sport a livello regionale, devi mostrare impegno e focus, soprattutto per te stesso, perché è qualcosa che ti aiuta a crescere oltre il campo da gioco. È importante che i ragazzi capiscano la differenza tra l’apparenza e la sostanza. Quel che conta non è l’apparire, quella foto o quella giocata che mostri online, ma la sostanza, l’essere concreti e realizzare qualcosa di vero, che dura ed è tuo. Devono capire il valore del lavorare in campo con impegno e determinazione, l’andare a rincorrere una palla e salvarla anche se non conta o è fuori e ripartire subito, sono cose che dimostrano la tua voglia, l’impegno, il volerti dedicare a quel che fai, e oggettivamente è una qualità che nei ragazzi si trova di rado. Magari trovano delle scuse per non farlo… Devi fargli capire che ogni palla è un’occasione che serve a loro stessi. Quanto desiderio hai di colpire quella palla ancora una volta e farti valere? Lavorando su questi aspetti puoi cambiare la loro mentalità, si possono ottenere grandi risultati se riesci a farti ascoltare. E soprattutto, alla fine il risultato lo ottengono loro, perché sono loro che migliorano e crescono come tennisti e come persone. Chi riesce a capirlo non solo si applica di più e ottiene di più, ma si diverte di più, trova un focus superiore rispetto a prima. È bello e importante far capire che non sono gli 11 punti di fine allenamento che determinano se la sessione è andata bene o male, ma come l’hai affrontata e quanto ti sei speso: da come ti sei riscaldato a come hai seguito il programma. Noi tecnici cerchiamo di dare ai ragazzi, ma anche i ragazzi devono dare noi seguendoci e mettendoci impegno”.
    Parli di aspetti molto profondi, legati all’insegnamento e al concetto di miglioramento. Le difficoltà forse sono anche colpa della società in cui viviamo, dell’essere abituati all’avere tutto e subito, senza alcuna pazienza per completare un percorso necessario a crescere, magari sperando di diventare un ottimo giocatore?“Purtroppo il problema spesso deriva anche dai genitori, che magari a casa, al circolo col maestro sino a qualche piazzata davanti a tutti arrivano a dire ‘eh, ma io sto investendo su mio figlio…’. Ma che significa… si investe su di una casa, non su di un figlio! Reputo che a un figlio debba esser data un’opportunità di crescita, e poi se diventa un ottimo atleta abbiamo fatto centro. Ma se non lo diventa e ha fatto un percorso scegliendo le persone corrette che gli fanno capire che ci sono delle regole, dei compiti, un lavoro, un obiettivo, sicuramente col tempo e con il sacrificio qualcosa si ottiene sempre. Di sicuro da un punto di vista umano e personale, che è di pari o superiore importanza rispetto al lato sportivo”.
    Si torna al mantra di tanti coach: il talento da solo non basta“Ma alla fine, cos’è il talento? Non è solo saper giocare un diritto in scioltezza, un rovescio in salto… Il talento per me è qualcosa che hai dentro, è nella serietà di fare tutto al meglio ogni giorno, nello svolgere con costanza un’azione finché non diventa automatica con “impegno gratis”, come mi ha insegnato Sartori al corso da coach. Le sue parole mi sono restate dentro: se vedete dei ragazzi che danno impegno gratis, puntate su di loro, hanno talento”.
    In chiusura, pensi quindi che sia molto importante lavorare sulla testa dei ragazzi, fin da giovani, quanto nel gioco?“Assolutamente. L’ho visto anche nella competizione del Lemon Bowl di pochi giorni fa, con tanti ragazzi di talento ma con comportamenti esagerati o che alla lunga non fanno bene. Lavorare sul riconoscimento delle emozioni è importante, è una cosa che andremo ad affrontare anche con Agnese, insieme ad altri aspetti tecnici (il diritto per esempio). Fa bene la Federazione a puntare sulla figura del mental coach per i ragazzi che mostrano un certo talento e propensione alla crescita. Lavorare sulla testa dei giovani reputo sia fondamentale, allenare la mente è decisivo perché si tende ad essere stressati fin da piccoli, magari rincorrendo risultati o precocità”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Lemon Bowl 2023: Roma confeziona il triplete

    Premiazione Lemon Bowl – Foto Adelchi Fioriti

    Giunge al termine la 39ª edizione del Lemon Bowl. La prestigiosa rassegna giovanile nazionale a partecipazione straniera dedicata alle categorie under 10, 12 e 14 si è conclusa con le tradizionali finali del giorno dell’Epifania. Sui campi in terra rossa del Salaria Sport Village è festa per il tennis romano, che mette a bilancio i titoli di Mattia Baroni (under 14 maschile), Alice Iozzi (under 14 femminile) e Samuel Tigani (under 10 maschile). Alzano la “coppa dei limoni” anche la croata Ana Marija Rebic, dominatrice dell’under 10 femminile; il trentino Alessandro Fronza (under 12 maschile) e la sanremese Victoria Lanteri Monaco (under 12 femminile). L’evento si è confermato un successo e come di consueto ha attratto nella capitale tante delle migliori promesse del tennis giovanile italiano e ben 24 tennisti provenienti da 14 Paesi. Tra i tanti presenti sugli spalti del Salaria Sport Village anche l’ex numero 70 ATP Thomas Fabbiano, che a fine giornata si è complimentato con i piccoli atleti.
    Roma confeziona il triplete – Mattia Baroni, Alice Iozzi e Samuel Tigani sono i tre rappresentanti della capitale ad alzare la “Coppa dei Limoni” sui campi del Salaria Sport Village. Il tennis romano fa dunque tre su tre nella giornata di finali, che si è aperta con il derby under 14 maschile tra Mattia Baroni e Luca Cosimi. Trionfo dell’atleta del Tevere Remo per 6-1 6-3 in una finale priva di sbavature contro un valido avversario ed ottimo amico. Vittoria in due set anche per Samuel Tigani, capace di imporsi per 6-1 6-4 nella finale under 10 contro il toscano Pietro Carra. Il piccolo tennista dell’MD Tennis Team ha contato sul grande apporto del pubblico, giunto numeroso dal proprio circolo di appartenenza: “Nel primo set il mio avversario ha sbagliato qualcosa di troppo, poi invece è salito e la partita è stata più faticosa. Il livello del torneo è stato alto, conoscevo quasi tutti i miei avversari e questa vittoria ha un grande valore. Il tifo mi ha fatto grande piacere, ma quando gioco non penso al pubblico”. Nell’under 14 femminile rispetta i pronostici la vice campionessa italiana under 13 Alice Iozzi. La giocatrice dell’All Round ha superato la validissima Melissa Rossi – altra portabandiera dell’ottima truppa toscana – per 6-4 6-3. Dopo la sconfitta nella finale del 2022, Iozzi è dunque riuscita a conquistare il successo in un torneo under 14 dove è stata assoluta protagonista.
    Rebic, Fronza e Lanteri Monaco da dieci e lode – Dopo aver dominato il proprio tabellone per tutta la settimana, la croata Ana Marija Rebic vince per 6-0 6-0 la finale under 10 contro la polacca Hanna Cyronek. In un match dal livello altissimo per contenuti, la piccola tennista di Zagabria ha lasciato le briciole alla rivale e ha suggellato un cammino perfetto. Atleta della Ljubicic Tennis Academy e nipote di secondo grado dell’attaccante del Milan Ante Rebic, la giovane Ana Marija ha commentato positivamente la propria partecipazione al Lemon Bowl: “Il torneo è stato fantastico, l’organizzazione impeccabile e poi era la mia prima volta a Roma e mi è piaciuta molto come città. Ho giocato benissimo contro un’avversaria forte e sono stata brava ad essere offensiva. Futuro? Quest’anno inizierò a giocare a livello Tennis Europe e poi la prossima stagione tornerò sicuramente per giocare l’under 12”. Quest’ultima categoria in campo femminile ha visto il successo di Victoria Lanteri Monaco che per 6-2 7-5 ha sconfitto Agnese Calzolai, altra grande protagonista di questo Lemon Bowl. L’unica finale andata al terzo set è quella under 12 maschile dove il trentino Alessandro Fronza, prima testa di serie, ha battuto Bruno Condorelli per 6-2 4-6 6-2.
    La soddisfazione di Tato Pedà – “Il bilancio di questa seconda edizione organizzata al Salaria Sport Village è ottimo. Io, il mio staff ed il team del Lemon Bowl abbiamo fatto un grande lavoro sotto la direzione del purtroppo assente Paolo Verna, da sempre il faro di questo torneo”. Le parole di Tatò Peda, team manager del Lemon Bowl e padrone di casa del Salaria Sport Village. La manifestazione ha preso il via il 10 dicembre con le prequalificazioni e ha visto un totale di 1320 giovani atleti scendere in campo, come ha rimarcato Pedà: “Il Lemon Bowl va oltre i match in campo perché quando non giocano i bambini si divertono insieme tra un pittino ed il tennistavolo. Questa è stata davvero una festa del tennis e sono contento della grande partecipazione di ragazzi e famiglie”. Oltre a Thomas Fabbiano, tra le autorità che hanno premiato i finalisti Giorgio Di Palermo, presidente del Comitato Regionale Lazio della Federazione Italiana Tennis Padel e Fabrizio Tropiano, membro del Comitato delle Nitto ATP Finals e Relazioni Istituzionali FITP.
    Risultati finali Lemon Bowl
    Under 10 maschileSamuel Tigani b. Pietro Carra 6-1 6-4
    Under 10 femminileAna Marija Rebic (Cro) b. Anna Cyronek (Pol) 6-0 6-0
    Under 12 maschileAlessandro Fronza (1) b. Bruno Giovanni Condorelli 6-2 4-6 6-2
    Under 12 femminileVictoria Lanteri Monaco (1) b. Agnese Calzolai (3) 6-2 7-5
    Under 14 maschileMattia Baroni (3) b. Luca Cosimi (4) 6-1 6-3
    Under 14 femminileAlice Iozzi (1) b. Melissa Rossi (2) 6-4 6-3 LEGGI TUTTO

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    Il Lemon Bowl parla romano: Quattro capitolini in Finale

    Mattia Baroni – Foto Adelchi Fioriti

    Sui campi del Salaria Sport Village di Roma si sono concluse le semifinali della 39ª edizione del Lemon Bowl. I dodici match suddivisi tra under 10, 12 e 14 non hanno deluso le aspettative e hanno ribadito l’alto livello della prestigiosa rassegna giovanile nazionale a partecipazione straniera. Tante gioie per il tennis romano, che in finale porta ben quattro ragazzi ed è già certo di un campione. Nell’under 14 maschile sarà infatti derby tra Mattia Baroni e Luca Cosimi. Nell’under 10 femminile finale internazionale tra la croata Ana Marija Rebic e la polacca Anna Cyronek, protagoniste assolute del loro tabellone. Come da tradizione le finali si giocheranno il 6 gennaio, si partirà alle ore 11.00.
    Quattro romani all’assalto del titolo – L’edizione 2023 del Lemon Bowl sta riservando grandi soddisfazioni al tennis capitolino, che ha portato i suoi migliori rappresentanti in finale. Nell’under 14 maschile sarà derby tra Mattia Baroni e Luca Cosimi, rispettivamente terza e quarta testa di serie del tabellone. Baroni, già campione dell’under 12 due anni fa, ha superato con netto 6-3 6-1 il numero due del seeding Luca La Palombara. Netto anche il successo di Cosimi, atleta osservato in queste giornate da Flavio Cipolla, che si è imposto per 6-4 6-1 su Enea Vinetti. “Sono contento di essere tornato al Lemon Bowl, da romano ci tengo sempre e domani naturalmente voglio vincere – le parole del classe 2009 del Tevere Remo Mattia Baroni – Dopo questo torneo andrò a Tarbes per fare le qualificazioni de Les Petit As (il più importante torneo under 14). In generale quest’anno proverò a fare bei risultati a livello Tennis Europe, dove già l’anno scorso mi sono tolto qualche soddisfazione”. Il derby romano dell’under 14 femminile si è invece consumato in semifinale dove la favorita Alice Iozzi ha superato la rivelazione Livia Avola con lo score di 6-0 6-4. Il prospetto dell’All Round in finale se la vedrà contro Melissa Rossi, reduce dal 6-2 6-2 che le ha permesso di prevalere su Tatiana Vittoria Lippi. Volto nuovo del Lemon Bowl invece l’under 10 Samuel Tigani dell’MD Tennis Academy. Con un tennis brillante il romano ha liquidato per 6-0 6-1 Mattia Bongiovanni ed in finale se la vedrà contro il toscano Pietro Carra che invece ha vinto in grande lotta contro Gabriele Aceto (7-5 3-6 10/8).
    Rebic-Cyronek e le altre finali – Della folta truppa internazionale sono due le rappresentanti ad essersi spinte all’atto conclusivo. La croata Ana Marija Rebic (nipote di Ante Rebic del Milan) e la polacca Anna Cyronek si giocheranno il titolo nell’under 10 femminile, categoria dal livello altissimo dove sono riuscite a farla da padrone. Rebic si è aggiudicata per 6-1 6-0 la sfida contro la bielorussa Katsiaryna Unuchka, altra piccola protagonista della settimana. Cyronek ha invece superato l’ottima Sofia Foggia per 6-2 6-1. Nell’under 12 maschile le prime due teste di serie si sono spinte in finale, Alessandro Fronza e Bruno Giovanni Condorelli si contenderanno il titolo dopo i successi su Gennaro Scalese (6-3 6-1) e Davide Dagnino (6-0 6-2). Nell’under 12 femminile come da pronostico la campionessa d’Italia under 11 Victoria Lanteri Monaco prosegue la sua corsa grazie alla vittoria per 6-0 6-0 su Emma Lanzoni. In uno dei match più belli di giornata invece Agnese Calzolai ha superato Rachele Saleppico per 6-4 7-6.
    Risultati semifinali Lemon Bowl
    Under 10 maschilePietro Carra b. Gabriele Aceto 7-5 3-6 10/8Samuel Tigani b. Mattia Bongiovanni 6-0 6-1
    Under 10 femminileAnna Cyronek (Pol) b. Sofia Foggia 6-2 6-1Ana Marija Rebic (Cro) b. Katsiaryna Unuchka 6-1 6-0
    Under 12 maschileAlessandro Fronza (1) b. Gennaro Scalese 6-3 6-1Bruno Giovanni Condorelli (2) b. Davide Dagnino (3) 6-0 6-2
    Under 12 femminileVictoria Lanteri Monaco (1) b. Emma Lanzoni (5) 6-0 6-0Agnese Calzolai (3) b. Rachele Saleppico (2) 6-4 7-6
    Under 14 maschileLuca Cosimi (4) b. Enea Vinetti 6-4 6-1Mattia Baroni (3) b. Luca La Palombara (2) 6-3 6-1
    Under 14 femminileAlice Iozzi (1) b. Livia Avola 6-0 6-4Melissa Rossi (2) b. Tatiana Vittoria Lippi (3) 6-2 6-2 LEGGI TUTTO

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    Lemon Bowl 2023: Il resoconto di giornata

    Nicolò Bonfigli – Foto Adelchi Fioriti

    Il Lemon Bowl, prima tappa di un lunghissimo percorso che potrebbe portare bambini e bambine, ragazzi e ragazze, a vivere da protagonisti i tornei più prestigiosi dei circuiti mondiali ATP e WTA. Lo storico torneo nazionale a partecipazione straniera prosegue sui campi di Salaria Sport Village (sede principale), Forum Sport Center e Panda Sporting Club, teatri delle qualificazioni delle categorie under 10, 12 e 14. E la voglia di sognare in grande è tanta.
    Avanza Bonfigli – Quello vinto da Nicolò Bonfigli contro Rayan Billi (under 12) con il punteggio di 6-2 4-6 10/5 è stato uno degli incontri più spettacolari di giornata. Il piccolo anconetano, partito fortissimo, se l’è vista brutta quando l’avversario ha alzato il livello e ha diminuito il numero di errori gratuiti, ma alla fine è riuscito a conquistare il successo: “È stato un match molto difficile. Nel primo set ho fatto correre parecchio il mio avversario, ma alla lunga non sono più riuscito a fargli male. La mia regolarità nel super tie-break decisivo ha fatto la differenza”. “Per me è la prima volta al Lemon Bowl – prosegue Bonfigli –. Ho incontrato tanti amici del mondo del tennis, mi sto divertendo molto dentro e fuori dal campo. Sono felice di partecipare ad un torneo così importante”. Tanti i parenti e gli amici che stanno seguendo le partite di Nicolò in diretta streaming, grande novità dell’edizione numero 39 della manifestazione capitolina: “Prima del match ho sentito tutti, sapevo che mi avrebbero sostenuto. Mi fa tanto piacere sapere che anche a casa ci sono tante persone che fanno il tifo per me”. L’idolo di Bonfigli è uno dei più grandi sportivi di sempre: “Avevo 6 anni e in tv c’era una partita di tennis. Giocavano Nadal e Kyrgios. La vidi tutta, fui conquistato dall’atteggiamento di Rafa. Nacque così il mio amore per il tennis, tanto che poi fu facile decidere di lasciare il calcio. Il mio sogno? Diventare un tennista professionista e andare alla Rafa Nadal Academy per conoscerlo e palleggiare con lui”.
    Nistor ha le idee chiare – Bene nell’under 10 femminile Alexandra Nistor, che si è sbarazzata di Maria Carolina De Lillo con lo score di 6-0 6-1: “In campo mi sento molto sicura di me. Ho giocato bene, i primi due turni di qualificazioni sono andati come speravo”. Genitori romeni, il papà di Alexandra giocava a ping-pong. Ma quelle da tennistavolo non sono le uniche racchette che la baby Nistor ricorda: “Mi sono avvicinata al tennis dopo aver provato a giocare a racchettoni al mare”. Anche il suo idolo ha occupato in passato la prima posizione della classifica mondiale: “La mia giocatrice preferita è Simona Halep perché è romena come la mia mamma e il mio papà. Mi piace tanto come gioca”. Gli obiettivi sono ambiziosi: “Innanzitutto mi piacerebbe vincere il Lemon Bowl. Da grande vorrei diventare numero 1 del mondo”. Le qualificazioni del torneo di Roma proseguiranno sino al 1° gennaio 2023, mentre lunedì 2 gennaio è fissato l’inizio dei tabelloni principali di tutte le categorie. LEGGI TUTTO

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    La rifugiata ucraina Bulsova al Lemon Bowl: “contenta di continuare con il tennis”. Impressiona la piccola Emma Cortonesi

    Sofiia Bulsova – Foto Adelchi Fioriti

    Le qualificazioni del Lemon Bowl proseguono senza sosta e sui campi di Salaria Sport Village e Forum Sport Center, il livello di gioco si sta gradualmente elevando. Oltre ad assistere a match sempre più belli, la capitale sta anche accogliendo i primi atleti dei tabelloni principali, pronti a disputare la prestigiosa rassegna giovanile nazionale a partecipazione straniera (dedicata alle categorie under 10, 12 e 14). Come di consueto il torneo vedrà ai nastri di partenza anche tanti piccoli tennisti provenienti dall’estero e nella giornata odierna ha già accolto la piccola ucraina Sofiia Bulsova, che da marzo di quest’anno vive e si allena a Pistoia.
    La storia dell’ucraina Bulsova – Partita dalle prequalificazioni di inizio dicembre, la piccola ucraina Sofiia Bulsova si è fatta strada fino alle qualificazioni del torneo under 12, dove ha esordito vincendo per 6-4 6-3 contro Isabel Barretta. Nel mese di marzo la piccola Sofiia si è trasferita a Pistoia, dove è poi stata raggiunta in estate dal papà, che oggi l’ha seguita dagli spalti del centrale. “Gioco a tennis da cinque anni, ho iniziato in Ucraina e adesso sono contenta di poter proseguire a Pistoia – racconta la timida Bulsova -. Dell’Italia ho subito adorato il cibo, pasta e pizza soprattutto. I miei idoli? Federer, Djokovic e naturalmente Svitolina. Sono felice di giocare il Lemon Bowl e condividere queste giornate con tanti ragazzi. Un giorno sogno di poter disputare il Roland Garros”. La giovane ragazza è accompagnata al torneo dal maestro Francesco Capperi, che ha speso belle parole per la sua allieva: “Quando è arrivata ha trovato un mondo diverso, era molto timida all’inizio e al primo allenamento è uscita qualche lacrimuccia. Siamo molto contenti che poi il Tennis Club Pistoia sia diventata per lei una seconda casa e mi fa altrettanto piacere condividere questo Lemon Bowl con lei: speriamo di arrivare al tabellone principale”.
    Sorpresa Cortonesi nell’under 10 – Come da tradizione, la categoria che si presta a maggiori sorprese è quella under 10. Protagonista di giornata la classe 2014 Emma Cortonesi, che in campo sa già interpretare la partita con idee di una maturità disarmante. La sua marcia nel torneo prosegue grazie al 6-0 6-1 inflitto a Matilde Villani: “Al primo turno ho rimontato un primo set difficile, poi ho giocato davvero bene e anche oggi non ho avuto tante difficoltà. Questo è il primo Lemon Bowl della mia vita e mi sto divertendo ad affrontare avversarie che vengono da regioni diverse”. Queste le parole della piccola atleta tesserata al Tennis Club Le Molette, dove si appoggia quando non gioca con il padre (suo allenatore) al Circolo Tennis Rasenna di Viterbo. Autore di una bella vittoria anche Lorenzo Bernabei del Tennis Club Parioli, che nell’under 12 maschile ha sconfitto con lo score di 7-6 6-2 l’ottimo Roberto Maffei. Partito dalla prequalificazioni, Bernabei ha vinto il suo sesto match in questa edizione del torneo: “Sto giocando bene e sono contento di poter andare avanti, anche perché il Lemon Bowl è sempre una bella esperienza da vivere ed ogni anno ritrovo tante belle amicizie”. LEGGI TUTTO

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    Dal Lemon Bowl Alla Nazionale – I Ricordi di Berrettini e degli azzurri: “Siamo Tutti Passati Da Qui”. Ginevra Boschi avanza nell’Under 12

    Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti al Lemon Bowl

    Gli azzurri di United Cup salutano i ragazzi del Lemon Bowl. Da Brisbane, dove si preparano ad aprire il 2023, Matteo Berrettini e compagni hanno mandato un messaggio al torneo e hanno ricordato i tempi che li vedevano iniziare la stagione proprio da Roma e dalla prestigiosa manifestazione rassegna giovanile nazionale a partecipazione straniera. Un incoraggiamento importante per tutti i giovani atleti che sui campi di Salaria Sport Village (sede principale), Forum Sport Center e Panda Sporting Club stanno disputando le qualificazioni delle categorie under 10, 12 e 14.
    Chi ha vinto e chi ha perso, i ricordi della nazionale – “Vogliamo mandare un saluto agli amici e ai ragazzi del Lemon Bowl, che si preparano a disputare un torneo importante”. L’incipit del finalista di Wimbledon 2021 Matteo Berrettini, che da buon romano ha giocato tante edizioni della rassegna, senza riuscire però ad alzare l’ambita coppa dei limoni (arrivò al massimo in semifinale). L’impresa invece è riuscita a Lorenzo Musetti e Martina Trevisan, rispettivamente campioni delle categorie under 10 nel 2012 e nel 2003. In uno splendido clima di squadra i ragazzi scherzano ed interviene anche il capitano di United Cup Vincenzo Santopadre, che ricorda le diverse sedi della manifestazione: “Io l’ho giocato alla Pisana se non sbaglio, Martina lo ha vinto al New Penta 2000. Adesso invece, lo dico ai non romani, si gioca al Salaria Sport Village”. Infine anche l’intervento di chi in età giovanile non ha mai giocato il torneo, come Andrea Vavassori: “Purtroppo non ho mai partecipato al Lemon Bowl”, segue subito la risposta scherzosa di Berrettini: “Cosa gravissima, facciamo un’edizione over per Andrea”. Un piacevole tuffo nel passato per un gruppo di ragazzi che hanno seguito lo stesso percorso dei tantissimi piccoli atleti che stanno popolando la 39ª edizione del Lemon Bowl.
    Ginevra Boschi: “Nadal e Berrettini i miei idoli” – In una giornata ricca di incontri, si è distinta per energia, entusiasmo e passione la piccola Ginevra Boschi. In gara nell’under 12, la piccola tennista di Narni ha vinto 6-1 6-2 il match giocato contro Elisa Lupacchini: “La partita è stata difficile all’inizio, non sono tanto abituata ai tornei. Poi però ho preso il via, mi sono divertita e ho giocato bene. Questo è il mio secondo Lemon Bowl, l’anno scorso ho perso al primo turno però è stata comunque una bellissima esperienza che non vedevo l’ora di ripetere”. In campo Ginevra prova a giocare un tennis potente, specialmente dal lato del dritto, suo colpo preferito: “Con il dritto d’attacco vinco tanti punti, mentre dovrei migliorare il rovescio in fase difensiva. Mi alleno a La Valletta Tennis Club di Narni con il maestro Andrea Paiella, che mi ha aiutata molto a migliorare nell’ultimo periodo. I miei idoli? Nadal e Berrettini sono speciali, mi piacciono da quando sono piccola”. LEGGI TUTTO