Jannik, meglio saltare Wimbledon?
Jannik Sinner
Il titolo può sembrare una provocazione. E in un certo senso lo è. Per un tennista rinunciare al torneo più importante, storico e prestigioso dell’annata può risultare un controsenso. Ipotesi drastica, fastidiosa. Ma vedendo la situazione attuale di Jannik Sinner, potrebbe essere una scelta saggia. Il fisico del talento altoatesino ha problemi. Tanti sono stati i momenti di difficoltà nel 2022 (e non solo), culminati nell’ultimo ritiro a Roland Garros contro Rublev. Momento doloroso, in tutti i sensi, visto che nel primo set Jannik aveva fatto “scoppiare” la palla con una progressione di colpi che aveva disarmato il forte rivale russo. Si è fatto domande l’azzurro ai microfoni dopo quell’amara sconfitta, chiedendo per prima a se stesso cosa non vada, visto che il livello di gioco e la testa per fare molto bene ci sono.
Recentemente c’è stato il cambio nel suo staff, con l’ingresso di un nuovo fit trainer/fisio, che tutti ci auguriamo possa aiutare Sinner a rimettersi a posto e restare sano, per competere ai massimi livelli. Tuttavia, tornando alla contingenza del momento, con i Championships alle porte, ha un senso andare sull’erba a giocare questo importantissimo Slam, magari con una preparazione scarsa? Non avendo giocato alcun evento sui prati, forse potrebbe essere più cauto rinunciare, seppur a malincuore, all’edizione 2022 di Wimbledon – che tra l’altro non assegna punti ATP e quindi è “meno interessante” almeno a livello di classifica – e concentrarsi sulla fisioterapia, recupero e preparazione per presentarsi tirato a lucido in estate sul sintetico in Nord America, dove c’è da difendere molti punti e c’è la possibilità di fare molto bene se sarà in ottima condizione.
In molti si sono chiesti se i problemi sofferti da Jannik in questa primavera siano dipesi dal repentino cambio di staff al rientro dalla trasferta in Australia, che magari ha compromesso quella preparazione fisico-atletica che Riccardo Piatti aveva rivelato di esser stata programmata proprio per il mese di febbraio. Certamente Sinner non sarà stato fermo in quel periodo – anche se ha avuto il Covid – ma una frattura c’è stata, è cambiato tutto e probabilmente qualcosa non è andato nel verso giusto. Ci sono stati degli scompensi che forse ha pagato poi.
Il tennis di Sinner quanto è adatto al gioco su erba? Finora i suoi risultati sui prati sono minimi, ma ha giocato pochissimo sulla superficie più antica del gioco, quindi non resta solo che aspettarlo quest’anno e in futuro per verificare la sua attitudine. Di sicuro non dovrebbe aver problemi di appoggi e mobilità, vista la sua innata elasticità e reattività; c’è qualche dubbio in più sui colpi e sull’adattamento alle mutevoli condizioni di rimbalzo, come sulla qualità dei suoi colpi di inizio gioco, non ancora così performanti come altri settori del suo gioco. Solo il campo, partite e tornei possono fornire spunti e risposte a queste domande.
La domanda principale degli appassionati in questi giorni resta quella del titolo: giocherà Wimbledon? Conviene giocare anche se in condizioni precarie? Rinunciare al torneo di Londra costa molto, che piaccia o meno è l’evento più nobile e storico dell’annata. Ma considerando il contesto, le difficoltà, i problemi che Sinner sta attraversando, una sua eventuale rinuncia forse non dovrebbe esser criticata o considerata una sconfitta, qualora sia funzionale a ritrovare salute e forma atletica. Piuttosto restano molti dubbi sulla opportunità di giocare sulla terra battuta in estate, invece di concentrarsi sui grandi tornei americani. Si parla di una presenza ad Umago. Non resta che attendere una comunicazione ufficiale, per Londra e il resto, per capire quello che sarà il programma di Sinner da qua a US Open. L’unica cosa che conta è che ritrovi la miglior condizione, perché rivedere in campo uno Jannik perennemente incerottato è il peggior scenario possibile.
Mario Cecchi LEGGI TUTTO