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    Intervista a Wiktorowski (coach Swiatek): “Il grande 2022? Decisivo aver migliorato il servizio e mentalità”

    Tomasz Wiktorowski con Iga Świątek

    Il collega polacco Dominik Senkowski ha intervistato Tomasz Wiktorowski, coach della n.1 al mondo Iga Swiatek, al termine di una stagione straordinaria che ha portato la 21enne di Varsavia a dominare la prima parte dell’anno, conquistare due Slam e svariati record sul tour WTA. Per il coach il miglioramento della sua assistita è stato globale e più rapido di quello che si aspettava, ma i due punti salienti sono stati l’aver costruito un servizio più efficace e una mentalità vincente, ricca di ambizione senza accontentarsi di buoni risultati. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista a Wiktorowski.
    “Mi aspettavo che Iga raggiungesse tali risultati. Non sapevo se sarebbe stato con me o con il prossimo allenatore. Un anno fa conoscevo a malapena Iga personalmente. È strano che ci siamo incrociati, ma è andata così. La nostra collaborazione è iniziata grazie a dei contatti con suo padre, ma non proprio con Iga. Abbiamo parlato forse tre volte prima di incontrarci per un discorso di collaborazione. Non conoscevo lei personalmente ma conoscevo bene il suo tennis, l’ho commentato anche in TV. Questo mi ha aiutato, tanto che iniziando il lavoro insieme avevo già un’idea pronta su quello che dovevo fare per Iga“.
    Il coach esalta lo scatto in avanti dal punto di vista mentale di Iga: “Tutti possono vedere il cambiamento a livello mentale. Tuttavia, non sapremo mai quale viene prima: la gallina o l’uovo. È venuto prima un gioco migliore o un miglioramento mentale? Non mi interessa nemmeno. Sono contento che stiamo facendo tutti un lavoro tale da ottenere risultati come la scorsa stagione. Sono molto contento di come Iga ora prende decisioni in campo, con responsabilità. Produce un gioco più aggressivo, decide bene quando accelerare, come farlo e in quale direzione. Questa decisione è stata assente nella partita contro Sabalenka nelle finali WTA e contro Cornet a Wimbledon, sono state due partite in cui Iga ha giocato senza prendere decisioni. Ha perso solo 9 partite nel 2022, in sette la rivale ha disputato una prestazione migliore, Iga ha meritato di perdere. Nelle due sconfitte con Sabalenka e Cornet no, Iga poteva vincere”.
    Il coach ha lavorato duramente per trasformare Swiatek in una tennista molto più aggressiva e meno attendista. È stato un lavoro che ha portato frutti quasi immediati: “Sono stato fortunato che ciò su cui abbiamo lavorato a dicembre ha portato risultati molto rapidamente. Iga ha dimostrato di essere già una grande giocatrice, aveva solo bisogno di un po’ di ordine e di razionalizzare il suo gioco, e di un allenamento diverso. A dire il vero, non mi aspettavo che riuscisse a mettere in campo così velocemente queste piccole cose: come la correzione dello swing di diritto, la posizione in risposta o il rapporto tra la direzione del colpo. A sua volta, grazie al fatto che i buoni risultati sono arrivati rapidamente, è stato anche più facile per me continuare. Abbiamo creato fiducia e siamo stati in grado di andare avanti sulla base di questo”.
    Entrando più nel dettaglio tecnico, Wiktorowski parla del servizio e degli schemi di gioco. “Continuo a chiedere a Iga di essere sempre pronta a giocare una palla in più. A volte non lo fa quando è a rete: dopo una volée si dimentica di prepararsi per un colpo successivo o di essere pronta per uno smash. Oggi stiamo lavorando e non ci fermiamo più al primo colpo al volo. Da un punto di vista tecnico, il colpo che Iga ha migliorato di più quest’anno è il servizio. Ne ho la conferma dai numeri. Ad esempio, la finale degli US Open Iga l’ha vinta principalmente con il servizio, soprattutto nel primo set. Stiamo lavorando molto sulla palla corta, sia col diritto che di rovescio. Un drop shot viene giocato con una mossa simile a uno slice. Quando Iga si sente sicura, introdurrà un drop shot o mi segnalerà che è pronta ad usarlo. E se non lo fa, lo proporrò io di usarlo maggiormente”.
    Il coach è orgoglioso della continuità di risultati ottenuti da Iga nel 2022. “Sono orgoglioso per come Iga è riuscita portare avanti questa stagione. Ha mantenuto l’alto livello mostrato all’inizio dell’anno. Non ci sono stati grandi cali. Possiamo considerare le partite in cui ha perso, ma ce ne sono state davvero poche. Per tutto il resto è stata in grado di giocare a un livello che prima poteva solo sognare. Iga è stata in grado di trasferire tutta se stessa in campo, e le situazioni sono diverse nell’arco di un’annata. Mantenere quel livello è legato alla capacità di adattamento. Iga ha mantenuto la sua efficacia, adattandosi alle varie condizioni che ha dovuto affrontare, invece di cercare – cosa comune tra i giocatori ed è una trappola – di subirle secondo quel che si aspettava. Sono anche orgoglioso del fatto che abbiamo introdotto una mentalità secondo cui non puntiamo a un risultato decente, ma alla vittoria. Lo abbiamo introdotto in collaborazione con Daria Abramowicz all’inizio dell’anno. Anche questo ha funzionato”.
    Un suo pensiero sul tennis femminile in questo momento. “Tre-quattro anni fa pensavo che avremmo avuto un tennis femminile molto fisico ma anche tecnicamente migliore. Sono sorpreso che le ragazze che non hanno ancora una tecnica di gioco completa riescono ad arrivare alla ribalta. Jabeur ha un tennis molto interessante, anche Garcia. Pegula e Gauff, sono una delle migliori coppie, ma si notano carenze tecniche. Anche la stessa Iga non ancora ha una tecnica completa. Qualche anno fa, mi sembrava che se fossimo arrivati a questo punto del tennis femminile, una tecnica completa era un prerequisito per primeggiare. Il termine ‘tecnica completa’ a mio parere copre tutti i colpi. Nel caso di Iga, questa tecnica è quasi completa, ci stiamo avvicinando”.
    “I miei punti di riferimento? Ho lavorato con molti grandi coach in passato. Ci siamo allenati molto con Wozniacki e Sven Groeneveld. Ho anche studiato Carlos Rodriguez, che mi ha sempre impressionato quando era allenatore di Henin e Li Na. David Kotyza era così rilassato e allo stesso tempo aveva un buon rapporto con Kvitova, tutto era organizzato in campo. Sam Sumyk che lavora con Azarenka ha mostrato un tennis più aggressivo. Mi ha fatto pensare a come Azarenka riesca ad accorciare le distanze dalla palla. Quando Darren Cahill ha lavorato con Halep, ci siamo allenati molto insieme. Lui ha un approccio più analitico. Anche quest’anno abbiamo avuto modo di scambiare due parole. Ho usato due consigli che ho dato a Iga”.
    Un’intervista molto interessante, che racconta nel dettaglio come Swiatek sia riuscita a prendere slancio dopo il ritiro di Ash Barty e scappare via in fuga su tutto il gruppo delle rivali, capitalizzando novità tecniche con una mentalità vincente. Per molti mesi, soprattutto in primavera, Iga è parsa praticamente imbattibile, troppo più veloce, aggressiva a resistente in campo. Il 2023 sarà un’annata ancor più complessa, quella delle conferme dopo un 2022 favoloso. La polacca sembra avere ancora un certo margine su tutte le avversarie, ma molto dipenderà da lei, dalla sua capacità di mantenere quel tennis “energetico” che diventa una sorta di muro difficilissimo da scardinare.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Musetti: “Avere molte soluzioni tecniche è una benedizione, ma può diventare anche una maledizione”

    Lorenzo Musetti

    Lorenzo Musetti ha rilasciato un’intervista al magazine tedesco Tennis Magazin, in cui spazia su vari temi. Molto interessante la parte relativa al suo gioco, in particolare le parole sul suo rovescio. È il colpo più spettacolare e amato dal pubblico, e anche il suo preferito, visto che l’ha sempre sentito in modo totalmente naturale. Conferma il suo amore per Roger Federer, ma se si parla di rovescio il suo cuore batte per quello (strepitoso) di David Nalbandian, anche se a due mani. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista.
    “Il mio idolo d’infanzia è sempre stato Roger Federer, ma quando si parla del miglior rovescio, penso a Nalbandian” rivela Lorenzo. “È vero che gioco il rovescio a una mano, ma il rovescio che mi è piaciuto di più è stato quello di Nalbandian, anche se era a due mani. Secondo me il suo rovescio è stato uno dei più belli del circuito. Ho avuto anche modo di conoscerlo, attualmente è l’allenatore di Miomir Kecmanovic. Siamo amici, ci alleniamo spesso insieme. A volte, quando colpisco un rovescio vincente lungo la linea, immagino di essere David”.
    Ecco la storia del suo rovescio a una mano, in campo arma letale soprattutto quando accelera all’improvviso col lungo linea. Eppure per Lorenzo, non è il rovescio in sé il suo vero punto di forza. “Nessuno mi ha insegnato a colpire il rovescio a una mano, è stata una scelta naturale. Ricordo che la prima volta che ho preso in mano una racchetta ho iniziato a colpire il rovescio a una mano, penso di aver preso la decisione giusta fin dai primi colpi della mia vita e non ho mai voluto cambiarla. A volte, per il gusto di farlo, ho provato a fare il rovescio a due mani in qualche allenamento, ma non ho mai capito come farlo correttamente. Mi piace giocare a sinistra con una sola mano, non cambierei mai. Pro e contro? Penso che con una mano si senta meglio la palla, si abbia più tocco, si può variare molto le giocate, sia cercando il lungo linea che con il cross. Puoi anche giocare con topspin o slice. Non è un colpo facile, non basta il braccio, ci vuole anche grande capacità fisica, stabilità ed equilibrio per giocare il rovescio a una mano, ma credo sia meglio del rovescio a due mani. Quando si è risposta non è facile, soprattutto sui campi veloci, ma io ho sempre fatto così e sono contento. Se è la mia arma più grande? Non direi, credo che il mio punto di forza sia la varietà di gioco, quando cerco di fare più colpi possibili, anche se non sempre funziona per me”.
    Il seguente passaggio è molto interessante, poiché conferma quello che abbiamo osservato sul campo negli ultimi mesi e che ci aveva confessato lo scorso autunno il suo coach Tartarini: il vantaggio dell’avere un bagaglio tecnico enorme può diventare uno svantaggio se non ben gestito. L’aver migliorato e soprattutto razionalizzato molte fasi di gioco è stata la chiave per l’importante scatto in avanti del toscano compiuto negli ultimi mesi. “Avere tutti i colpi può essere una maledizione o una benedizione, ma in questo momento la vedo più come una benedizione. Alla fine, se sai gestire e indirizzare negli scambi tutte le tue abilità puoi ottenere risultati importanti. Sono cose innate, se non ce l’hai naturalmente sono difficili da imparare. Io sono molto felice di avere questa diversità di gioco in campo, anche se a volte può essere una maledizione se la non gestisco bene, ma fa parte del gioco, quindi lo accetto“.
    Tartarini è il suo coach da sempre, Musetti è estremamente felice di averlo a fianco: “Sono cresciuto con lui, abbiamo un rapporto molto speciale che dura da moltissimi anni. Per me è importantissimo averlo al mio fianco, recentemente abbiamo iniziato a lavorare anche con Umberto Rianna. Sento che siamo una grande squadra, siamo preparati per giocare ai massimi livelli”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Thiem: “Spero di tornare competitivo per vincere gli Slam, altrimenti smetterò”

    Dominic Thiem

    Dominic Thiem ha finalmente brillato all’ATP 250 di Gijon, in corso questa settimana in contemporanea al torneo indoor di Firenze. Per suo stesso dire quella contro Sousa è stata la sua miglior prestazione dopo l’infortunio al polso che l’ha costretto a un lungo stop e una difficile riabilitazione. L’avversario non era tra i più temibili, ma è piaciuto assai il tennis del viennese. Erano mesi e mesi che l’austriaco non riusciva a produrre un tennis così consistente, offensivo e carico di quella potenza, intensità ed energia che l’avevano portato ai vertici della disciplina, con la vittoria a US Open e le finali raggiunte a Parigi e Australian Open.
    Intervistato dal quotidiano iberico AS, Dominic ha parlato a 360° del suo momento, di quanto sia stato difficile ritrovare il suo miglior tennis e dei suoi obiettivi. È consapevole che sarà molto difficile, ma vuole tornare competitivo negli Slam, altrimenti crede sia meglio farsi da parte. Ecco alcuni estratti del suo pensiero.
    “Finalmente il polso sta bene. Tornare al 100% mi è costato molto, sono stato molto tempo senza giocare al meglio. Il diritto era sparito, da essere un colpo molto buono era crollato quasi zero, mi ci è voluto molto lavoro per riaverlo. Ora sono su una strada molto buona”.
    Per molti osservatori rovescio era il suo punto di forza, anche se lui non la pensa proprio così: “Il rovescio? Penso che sia migliorato un po’ nell’ultimo mese, il che è importante per me perché anche se il mio rovescio è sempre stato un buon colpo, nella fase migliore della mia carriera costruivo il punto e cercavo più il vincente con il diritto. E dopo l’infortunio tutto questo non ha più funzionato. Quindi ho dovuto chiedere molto di più al rovescio. Era l’unico colpo con cui riuscivo a fare la differenza. Ora che a poco a poco la spinta sta tornando, può essere un’ottima combinazione per me”.
    Ricordano a Dominic che in passato ha battuto Roger, Rafa e Novak cinque volte ciascuno. Passare da quel livello alle sconfitte nei primi turni in così poco tempo deve esser stato difficile da digerire… “Sono momenti molto diversi. La mia carriera è divisa in due, prima e dopo l’infortunio. La prima parte è stata incredibile. Sono stato in grado di battere tutti i migliori, vincere molti tornei, persino un Grande Slam. E poi è arrivato l’infortunio e la mia traiettoria si è fermata. La fase attuale da un certo punto di vista è un’esperienza molto interessante perché devo essere in grado di competere di nuovo con tanti ragazzi in gamba, cercando di arrivare a giocarmela contro i migliori e questo è un bene. Ovviamente le partite e le vittorie contro Federer, Nadal e Djokovic mi stanno aiutando, perché sono state una bella esperienza e mi ricordano che giocatore ero, dove voglio tornare”.
    “Tornare a lottare per uno Slam? È quello che voglio, ho la convinzione di potercela fare. Altrimenti rinuncerei alla mia carriera. Ero in al vertice, tra i primi tre in classifica. Ho la sensazione di essere in grado di lottare ancora per i grandi titoli, per gli Slam e di poter battere chiunque. Altrimenti, tutto questo duro lavoro non avrebbe senso per me. Spero l’anno prossimo di poter tornare a quel livello, ora che sto finalmente bene”.
    Stare tanti mesi senza giocare gli è costato molto, ha perso la motivazione: “Quando giochi male, le cose non vanno, è difficile tenere alta la motivazione e tornare in giorno in campo senza vedere miglioramenti. Per me è stato difficile. Non vedevo molto tennis quando sono stato costretto ai box, era difficile non stare là con gli altri. Tutto questo sembra alle spalle”.
    “Ritiro? No, seriamente non c’ho mai pensato. Sono ancora molto giovane, penso di aver davanti a me altri anni positivi”.
    “Alcaraz? È il più giovane numero uno della storia e vincitore degli US Open da teenager, è un tennista eccezionale. Sta cambiando il tennis, perché a New York e in altri tornei lui era sempre lì, in attacco, andando a rete, giocando ogni punto senza paura e con ritmi altissimi. Penso che questo sia qualcosa di nuovo”.
    Non sarà facile per Thiem ritrovare quella combinazione di intensità, forza e determinazione che l’hanno portato sul trono di New York e super competitivo in tutti i grandi tornei. Anche nei suoi anni migliori, la sensazione che esprimeva il suo tennis è sempre stata quella di una notevole “fatica”. Ha chiesto di tutto di più alla sua testa e al suo fisico per arrivare al livello di Novak e compagni, spremendo ogni goccia di quel che aveva. Tanta forza, abnegazione, ma poca fluidità e tempo sulla palla, quindi per generare velocità c’ha sempre messo forza, fatica, intensità, scambiando fin troppo e quindi facendo chilometri e chilometri. Ha migliorato il suo tennis negli anni, crescendo soprattutto al servizio, ma non è mai davvero riuscito a passare da quel tennis muscolare di pressione e intensità ad un gioco più rapido e meno dispendioso nella ricerca del punto e anche in difesa. Bravissimo nell’arrivare con i suoi mezzi tra i migliori del mondo, ma la storia del gioco insegna che quando hai un tennis che ti spreme così tanto, arrivi a toccare l’apice e poi sei costretto a fermarti, ritrovare quella estrema motivazione per tornare a quei livelli è molto, molto difficile. Glielo auguriamo, perché Thiem nei suoi anni migliori è stato protagonista grandi battaglie contro Roger, Rafa e gli altri, regalando grande spettacolo.
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    Swiatek: “Imparare a intrattenere il pubblico senza esagerare è stata una grande lezione”

    Iga Świątek, vincitrice quest’anno a Roland Garros e US Open

    Iga Świątek ha fatto parlare di sé alcuni giorni fa per la sua secca e polemica decisione di non disputare le finali della Billie Jean King Cup in Scozia per via dell’eccessiva vicinanza con le WTA Finals, criticando aspramente la gestione complessiva del calendario stagionale. Una presa di posizione importante, visto che la giovane polacca è la n.1 del tennis femminile, vera dominatrice della stagione dopo il ritiro di Ash Barty. Nonostante la giovane età, Iga sta crescendo molto come personalità, diventando punto di riferimento per il tennis femminile, in un momento storico in cui la maggior parte delle colleghe non “spiccano” per influenza e “peso” nel sistema, ancor più dopo il ritiro di Serena Williams.
    Il collega Dominik Senkowski l’ha interpellata per un bilancio della sua annata e altre tematiche sulla propria crescita professionale e umana. Riportiamo parte dell’intervista alla n.1 WTA.
    “Il 2022 è stato fantastico, è il risultato degli allenamenti svolti nel corso degli anni, in particolare di tutto il lavoro fatto dopo il Roland Garros 2020. Sono contenta di aver ascoltato la mia squadra allora e di non aver avuto fretta nell’usare la celebrità ottenuta, ma di continuare a concentrarmi unicamente sullo sport”.
    Sull’essere diventata il volto e la voce del tennis femminile: “Sto imparando. Cerco di ricordarmi che decido io in cosa voglio essere coinvolta e che uso questa possibilità. Per questo mi trovo bene, non spetta a me giudicare, dato che affronto solo gli argomenti in cui sento che la mia voce sarà preziosa”.
    L’avvicinamento a US Open non era stato dei migliori, soprattutto in patria si parlava di un momento difficile dopo l’eccezionale prima parte di stagione. Il successo a NY ha scacciato ogni ombra: “Si parlava troppo, c’era preoccupazione per quello che mi stava succedendo dopo aver perso una sola partita. Sapevo che dopo una prima parte di stagione importante poteva esserci un calo di forma. È un ciclo naturale nello sport, ma è stato comunque difficile. Ho sempre voluto intrattenere il pubblico, ma agli US Open ho dovuto imparare a vincere senza fuochi d’artificio, senza esagerare, di sostanza. E questa è la lezione più preziosa per me”.
    Iga crede di aver retto la pressione a New York come mai prima: “Non so se esiste una mentalità vincente innata. Daria mi aiuta in questo, ne vedo gli effetti e non so se un anno fa, in una situazione di pressione simile, avrei superato tante difficoltà quante agli US Open di quest’anno”
    Il suo team resta un suo punto di forza: “Lavorare con me non è sempre costante. Ci sono momenti belli, ma ci sono anche momenti difficili. Il periodo passato negli USA è stato impegnativo per me e tutta la squadra lo ha sicuramente sentito. Molta tensione e stress influiscono sulle relazioni, lavorare può essere una sfida. Ma so che la squadra lo capisce, mi sostiene e sa che ci sono momenti di sovraccarico per tutti”.
    “Ons è una brava ragazza, una che ha tante classe, mi piace molto. È naturalmente gentile con tutti noi, è fantastico. Si è congratulata con me con grande classe”.
    Torna sull’essere diventata n.1 dopo l’addio di Ash Barty: “Ho letto che la decisione di Ash mi ha dato le ali per spiccare il volo e che ho approfittato della situazione. In realtà, i miei obiettivi non sono cambiati dall’inizio della stagione, li stavo costantemente perseguendo. Il fatto che Ash abbia deciso di porre fine alla sua carriera, che sono stata la numero due per meno di una settimana, e poi in un giorno sono diventata la numero uno, significava solo che dovevo trovarmi rapidamente in una nuova, incredibilmente impegnativa situazione”.
    Iga aggiorna da sola i propri social, usandoli con moderazione: “Gestisco da sola i miei account sui social media, con un piccolo supporto sostanziale da parte del mio team. Questa è un’opportunità per me di entrare in contatto con i miei fan. Leggo i commenti, ma non tutti, perché sarebbe difficile, c’è semplicemente troppo movimento. Durante i tornei uso meno spesso il telefono. Quando non sono in gara allora lì controllo molto più spesso e più liberamente, ma con un tempo comunque limitato”.
    In Polonia c’è grande aspettativa su lei: “Lo sento, ma cerco comunque di giocare per me stessa, divertirmi, perché dipende da quel che faccio io alla fine. Cercare di soddisfare tutte le aspettative può portarti velocemente verso l’esaurimento”.
    Conferma che la seconda parte di stagione è stata più difficile da gestire: “È più difficile perché cresce la stanchezza, la nostalgia di casa, il solito sovraccarico legato a una stagione impegnativa come quella del tennis. Non mi concentro sul dover stare al top. Mi concentro sui prossimi passi e sullo sviluppo di me stessa”. LEGGI TUTTO

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    Le sensazioni di Albino Massaccesi su Lube, Supercoppa e abbonamenti!

    In attesa che la Cucine Lube Civitanova torni al lavoro nella seconda metà di agosto, il vicepresidente biancorosso Albino Massaccesi esprime tutta la sua soddisfazione per il roster  allestito in fase di mercato, promuove la decisione della Lega Pallavolo Serie A di giocare in Sardegna la F4 di Del Monte® Supercoppa SuperLega e si dichiara soddisfatto per l’andamento della campagna abbonamenti dei campioni d’Italia.
    La Cucine Lube vuole aprire un altro ciclo! Il nuovo roster farà battere il cuore ai tifosi?
    “Sono soddisfatto del team allestito e anche tanti supporter hanno apprezzato come ci siamo mossi! Volevamo giovani di valore e li abbiamo presi. Atleti di qualità che hanno entusiasmo da vendere e si giocheranno il posto con grandi motivazioni, misurandosi in un campionato eccellente senza risparmiarsi! La partenza di Juantorena e la regola degli italiani in campo potrebbero limitare le potenzialità del collettivo in SuperLega. Di volta in volta qualcuno dei giovani emergenti dovrà sedersi in panchina. In Champions League, senza paletti all’utilizzo degli stranieri, avremo più opzioni e saremo più competitivi, ma si parla di un torneo duro con molte variabili, a iniziare dai sorteggi”.
    La Supercoppa si giocherà in Sardegna! I tifosi sono divisi sul web.
    “Per rispondere devo parlare anche da vicepresidente di Lega! L’organizzazione della Supercoppa è in carico alla Lega e non alla società che ha vinto il campionato, anche se negli ultimi anni spesso sono stati i campioni a ospitare la F4. La scelta della Sardegna nasce da lontano perché da tempo si parlava di organizzare una manifestazione importante anche lì. Abbiamo l’appoggio di una regione. In ogni caso, se non fosse stata organizzata a Cagliari, magari la scelta sarebbe caduta su un’altra località e non su Civitanova Marche. Dal punto di vista dei risultati la Lube non ha una storia recente positiva in Supercoppa, ma vuole rifarsi. Sarà una kermesse bella e stimolante!”.
    Come procede la vendita degli abbonamenti stagionali della Lube?
    “Nel weekend il botteghino ha chiuso i battenti e riaprirà il 22 agosto, ma prosegue la vendita online grazie al circuito Vivaticket. Possiamo ritenerci soddisfatti al momento perché gli abbonamenti venduti, nonostante le difficoltà del periodo e i timori legati ai contagi, sono in linea con quelli del periodo pre-Covid. Speriamo che il trend vada avanti senza frenate!” LEGGI TUTTO

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    Dopo il titolo europeo U22 Gottardo lancia messaggi alla Lube!

    Il nuovo schiacciatore della Lube, Mattia Gottardo, ha centrato un altro exploit internazionale! Dopo il titolo iridato Under 21 conquistato con la Nazionale giovanile lo scorso anno, ieri (domenica 17 luglio) l’atleta veneto classe 2001 è salito sul tetto d’Europa con l’Italia Under 22 liquidando la Francia per 3-1 nella resa dei conti e vincendo la rassegna continentale in Polonia. Un grande successo ottenuto in una giornata memorabile per la pallavolo tricolore. In simultanea sono arrivate anche l’affermazione dell’Italia U18 all’Europeo in Finale con la Francia (3-0), il colpaccio della selezione femminile Juniores, che ha messo in bacheca la sua prima VNL superando il Brasile 3-0, e l’impresa delle Azzurrine agli Europei Under 21 nella Finalissima con la Serbia (3-2).
    Un weekend indimenticabile per il volley azzurro, a chi dedichi la vittoria dell’Europeo U22?
    “Dedico questa bella impresa alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e al mio miglior amico Debe! La fiducia è cresciuta di partita in partita!”.
    Lo scorso anno hai vinto il Mondiale U21, ora l’Europe U22, un bel biglietto da visita prima di indossare la casacca dei campioni d’Italia.
    “Due percorsi diversi ma difficili! In Semifinale abbiamo sofferto in entrambe le manifestazioni, ma siamo stati bravi a imporci, mentre nei Gironi l’Europeo è stato più difficile. Poi le esclusioni di due atleti per positività al Covid non hanno facilitato l’opera. Attendo con entusiasmo la nuova avventura con la Lube, ma ogni successo, per quanto importante, dopo qualche ora fa parte del passato. Devo guardare avanti! Vado a Civitanova per dare il massimo, migliorarmi e cercare di vincere nuovi titoli!”.
    Troverai tre compagni di reparto giovani e talentuosi! Te l’aspettavi?
    “Da un lato avrei voluto giocare almeno per un anno con Juantorena, ma va detto che oltre al mio amico Mattia Bottolo, atleta campione d’Europa con la Nazionale seniores, avrò al mio fianco altri compagni di grande qualità come Marlon Yant, che nell’ultimo torneo ha mostrato di che pasta è fatto, e Alex Nikolov, che conosco da tempo e che sono felice di avere dalla mia parte del campo a iniziare dalla prossima stagione!”.
    Il volley mercato è agli sgoccioli, quali rivali si sono mosse meglio?
    “Perugia si è mossa bene confezionando un team ancor più completo, Piacenza ha centrato il salto di qualità siglando colpi importanti, ma La Lube non è stata a guardare. Come nelle precedenti stagioni, Civitanova lotterà da grande squadra contro tutte le avversarie. Ogni anno si fanno mille pronostici, ma poi a parlare è sempre il campo! Nella storia recente sappiamo come è andata a finire!”. LEGGI TUTTO

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    La Lube blinda il reparto dei liberi! Francesco D’Amico torna nelle Marche!

    Un altro giovane di talento sta per indossare la casacca biancorossa, anzi la sta per ritrovare visto che ha vinto uno Scudetto U20 e una Del Monte® Junior League con l’Academy Volley Lube.
    A.S. Volley Lube annuncia l’approdo in biancorosso con contratto triennale del libero pugliese Francesco ‘Ciccio’ D’Amico, che nell’ultimo biennio a Bergamo ha dominato due Regular Season conquistando anche la Del Monte® Coppa Italia Serie A2/A3 2021 e le due edizioni della Del Monte® Supercoppa di categoria. Importanti anche le statistiche individuali, che nel torneo 2021/22 lo hanno visto entrare in top five di ruolo durante la stagione regolare, grazie a 187 ricezioni perfette in 81 set, e ai vertici tra Regular Season e Play Off con una media ponderata di 6,34, la più alta.
    Per l’atleta nato a Ostuni (BR) il 9 ottobre del ’99, 183 cm d’altezza e un talento naturale mostrato fin dagli albori, si prospetta un salto di qualità nel roster dei campioni d’Italia dopo essersi fatto le ossa con la GoldenPlast Potenza Picena in A2, nella parentesi in A3 con la GoldenPlast Civitanova (quattro convocazioni in prima squadra nella Lube e un percorso vincente nell’Academy), e forte di due stagioni da protagonista a Bergamo in A2. Esperienze che hanno agevolato la crescita dell’atleta senza intaccare l’amore genuino per il volley coltivato in Serie C (una promozione all’attivo) e in B con la Pallavolo 2000 Ostuni.
    La prima intervista di Francesco D’Amico
    Bentornato a casa ‘Ciccio’!
    “Parole sante! Mi sono trovato bene a Bergamo e sento di essere cresciuto sia come atleta che come uomo, ma sono legato alla Marche e al calore di Civitanova. L’ambiente e l’ospitalità mi ricordano molto la mia Ostuni. Il fattore ambientale ha inciso sulla scelta di tornare…a casa. Ritroverò tanti amici!”.
    Sentirai il peso di passare da una big della A2 ai campioni d’Italia?
    “Devo ancora realizzare quello che mi sta accadendo. Solo pochi anni fa, da spettatore, fermavo Juantorena dopo le partite per avere una foto ricordo e ora faccio parte di questa grande squadra. Un sogno che si realizza! Non sentirò alcun peso, ma so bene che dovrò lavorare sodo e vivere ogni allenamento al massimo per fornire il supporto necessario e fare il mio dovere nel gruppo!”
    Un assaggio lo hai avuto in passato, almeno in allenamento.
    “Sì! Ho svolto la preparazione con i big di SuperLega quando militavo in A3 nella GoldenPlast Civitanova, che all’epoca era la seconda squadra biancorossa. La Lube mi convocò anche per quattro match, ma non ci fu il debutto ufficiale”.
    Pensi di essere cambiato in questi anni?
    “Sicuramente! Ora mi sento più uomo dentro e fuori dal campo. Sono padrone dei miei mezzi, sto perfezionando la mia tecnica di gioco e ho recepito bene l’importanza del lavoro e dei sacrifici nella vita di un atleta per ottenere risultati a questi livelli!”
    Dopo anni da titolare indiscusso, ora avrai come compagno di reparto il campione d’Europa Fabio Balaso. Come vivi la situazione?
    “Gli allenamenti con i campioni di questo calibro saranno formativi. Voglio diventare più forte e dimostrarmi all’altezza. L’idea di essere una riserva mi ha spinto a riflettere, ma davanti ho Balaso, il migliore in assoluto! Un treno così non potevo lasciarlo scappare. Con un triennale la Lube dimostra di credere in me!”.
    Come ha reagito coach Graziosi alla notizia che ti avrebbe perso?
    “Il presidente di Bergamo avrebbe voluto che restassi, ma il tecnico Graziosi e tutti gli altri l’hanno definita un’occasione irripetibile per me!”.
    Tra una ricezione e l’altra come passi il tempo?
    “Appena posso pratico anche altri sport! Fatta eccezione per il periodo del campionato, nei mesi estivi, consultando prima il preparatore, gioco a tennis, padel e basket!”.
    La Lube è attivissima sul mercato. Che effetto ti fa rientrare in un progetto così ambizioso?
    “Indescrivibile! Sarà bellissimo allenarsi con tanti atleti affermati ai massimi livelli! Che bello confrontarsi con senatori che hanno vinto tutto e, al tempo stesso, condividere il percorso con giovani già ai vertici!”.
    Scheda
    Città di nascita: Ostuni (BR)
    Data di nascita: 9 ottobre del 1999
    Ruolo: libero
    Altezza: 183
    Nazionalità: Italiana
    Carriera di Francesco D’Amico
    2022/23 Cucine Lube Civitanova SuperLega Credem Banca
    2020/22 Agnelli Tipiesse Bergamo A2
    2019/20 GoldenPlast Civitanova A3
    2017/19 GoldenPlast Potenza Picena A2
    2016/17 Pallavolo 2000 Ostuni B
    2015/16 Pallavolo 2000 Ostuni C LEGGI TUTTO

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    A tu per tu con Isac Santos, nuovo centrale della Lube

    Quando la classe incontra la potenza, un’intelligenza fuori dal comune alberga in un gigante di 208 cm, il risultato è un top player dalla mentalità vincente. Isac Viana Santos, il nuovo centrale della Cucine Lube Civitanova, non è solo muscoli. La scintilla nei suoi occhi, la caratura del personaggio, le sue parole, lo strumento musicale che esercita con costanza e persino il soprannome affibbiato dai suoi ex compagni di squadra sono tutti indizi emblematici. Il giocatore carioca ha la stoffa del leader e le idee chiare, vuole lasciare il segno.
    Cosa ti ha spinto a lasciare il Sada Cruzeiro per una nuova avventura alla Cucine Lube?
    “Nel Sada ho ottenuto grandi risultati vincendo tutto quello che era possibile conquistare a livello di club. Ora voglio nuove sfide nella mia carriera, credo che questo sia il momento ideale per mettermi in gioco nella pallavolo europea sposando il progetto della Cucine Lube”.
    Cosa ti aspetti dalla prossima stagione con la maglia dei campioni d’Italia?
    “Non vedo l’ora di affrontare un’annata di grande crescita personale e di risultati positivi sul campo. Arrivare in un Club abituato a vincere è bello, ma porta tante responsabilità. Alla fine sono abituato, anche a Cruzeiro avevo delle responsabilità importanti nell’economia del team!”.
    Cosa dicono di Civitanova gli atleti brasiliani che hanno giocato qui?
    “Sono tutti concordi! La Lube ha una grande struttura e una mentalità vincente! Le premesse per sentirmi a casa ci sono!”.
    Credi di poterti affermare in un campionato come la SuperLega?
    “Questa è la mia volontà, penso di potermi levare delle soddisfazioni con la Lube. Mi attende un grande team e sarò vincente anche in Italia!”.
    L’eredità di Simon è pesante! Il percorso è simile, l’idea di essere il suo successore ti stimola?
    “Simon è un punto di riferimento di livello assoluto! Ciò che ha fatto alla Lube rimarrà impresso nella storia del Club e del volley. Io cercherò di giocare la mia migliore pallavolo per lasciare il segno, ma lo farò a modo mio!”.
    Nella finale del Mondiale per Club hai rovinato la festa alla Lube con una grande prova. Cosa ha fatto la differenza per la vittoria finale?
    “Per vincere è necessario giocare al massimo delle prestazioni nelle partite chiave. Servono concentrazione e tanto equilibrio mentale per prendere scelte in campo e sfidare i fuoriclasse. Avere un piano di gioco ben eseguito è essenziale! Questi sono i fattori principali per vincere il Mondiale per Club!”.
    Cosa si può dire di Isac fuori dal campo?
    “Ho un debole per la musica e durante la pandemia mi sono dedicato allo studio del sassofono. Mi sono appassionato e continuo a esercitarmi!”.
    Sei un ragazzo molto arguto e questo ha spinto i tuoi ex compagni di squadra a darti un soprannome…è giunto il momento di svelarlo!
    “Molti atleti con cui ho condiviso il campo hanno iniziato a chiamarmi Newton, Isa(a)c Newton, come lo scienziato!”. LEGGI TUTTO