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    Esclusiva – Fornell-Mestres: “Un’italiana nelle intercettazioni? Non la conosco, è un’invenzione della Guardia Civil”

    Pubblichiamo oggi la seconda parte (clicca QUI per leggere le altre domande) dell’intervista esclusiva a Marc Fornell-Mestres, ex giocatore spagnolo arrestato nel 2018 perché ritenuto colpevole di essere a capo di un’organizzazione dedita alla combine di partite di tennis a livello Challenger e ITF. L’ex numero 236 ATP, ai microfoni di LiveTennis, ha parlato del possibile coinvolgimento di […] LEGGI TUTTO

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    Marc Rosset: “Non è la fine del mondo se Federer necessita di più tempo per rientrare. Il mio sogno? Rivedere Del Potro”

    Marc Rosset, vincitore di 15 titoli ATP e l’Oro olimpico nel ’92

    L’ex top 10 svizzero Marc Rosset ha rilasciato un’interessante intervista al media svizzero RTS Sport (con il collega Arnaud Cerutti) in cui ha parlato della situazione dell’amico Roger Federer, spaziando poi su vari temi dell’attualità tennistica e della stagione da poco conclusa. Secondo Rosset, Roger tornerà ma è giusto che si prenda tutto il tempo necessario, eventualmente saltando la trasferta in Australia qualora non si senta del tutto pronto dopo le due operazioni subite al ginocchio.
    “Federer ha spaventato tutti con le sue parole alla cerimonia dell’altro giorno? No, il contrario, continuo a pensare che Roger giocherà di nuovo, su questo non ho dubbi. Solo credo che in questo momento viva intensamente il suo presente e volesse semplicemente esprimere la sua felicità per aver vinto questo premio (miglior atleta svizzero degli ultimi 70 anni, ndr). È come quando un ragazzo vince un titolo del Grande Slam e dice che è il suo torneo preferito. Lo avrebbero detto tutti … ovunque. Sono quelle classiche frasi che dice nel momento, per accontentare le persone in quel contesto… “.
    Rosset pensa che Federer possa tornare competitivo nel 2021 ma non esclude la possibilità che possa alla fine saltare gli Australian Open: “Francamente, quando vedi i vincoli imposti ai giocatori, il fatto che non dovrebbero esserci molti spettatori, e le tue condizioni non sono ancora ottimali, ti chiedi se vale la pena correre dei rischi andando lì. Dovrebbe giocare un torneo molto duro, con una forma incerta, senza il brivido di quelle emozioni che solo il pubblico può dare, e il tutto senza la famiglia al suo fianco. Roger non divide mai volentieri la vita familiare e il tennis, negli anni è stato bravo a costruire la sua carriera da adulto riuscendo a combinare viaggi e tornei con la famiglia. A 39 anni, potrebbe avere qualcos’altro da fare che andare a Melbourne in tali condizioni tra due mesi, magari restare a casa e prepararsi ancora meglio”.

    “Se ci vuole più tempo per rivedere Federer in campo, non poi è la fine del mondo. Tutti sanno che con quello che ha vissuto quest’anno, tornare al top sarà molto complicato per lui. Con questo contesto, niente è semplice ma si potrà fare affidamento sull’esperienza acquisita questa primavera e quindi con la ripresa dalla scorsa estate. Il tennis rispetto ad altre discipline ha il vantaggio di poter esser disputato anche in momenti diversi da quelli classici senza che stravolgere i valori tecnici. Come sempre saranno le decisioni degli Slam a trainare l’intera stagione 2021″.
    Quindi Rosset segna un bilancio del 2020 e si focalizza sul 2021. “Il 2020? La prima cosa che mi viene in mente come spettatore è che guardare il tennis senza un pubblico è difficile. Anche per i giocatori è molto complicato. Ed è questo che mi fa dire che quello che sono riusciti a fare quest’anno è davvero notevole, perché nonostante il contesto c’è stato un livello di gioco molto interessante e alcune partite epiche. Il titolo di Nadal al Roland è stato notevole, per il modo in cui ha vinto, ma ancor più importanti sono state le prime incoronazioni nel Grande Slam di Thiem e Swiatek, grande giocatrice la polacca, davvero impressionante“.
    “Gli svizzeri? Beh, annata difficile, era prevedibile. È stato un anno speciale per Stan Wawrinka, ma spero davvero che abbia ancora il desiderio, la fiamma, perché credo che ci sia ancora del “tennis” in lui. Sono convinto che abbia i mezzi per fare un’altra grande impresa. Dipende quasi solo da lui. Sarebbe molto bello se potessimo rivedere donne svizzere protagoniste, in particolare Belinda Bencic, e seguiamo la crescita dei giovani, abbiamo qualche talento interessante”.
    “I prossimi campioni? Dominic Thiem ha finalmente infranto la barriera dei Majors agli US Open. Se nel 2021 ci sarà un altro nuovo vincitore Slam? Sono sicuro nel 2021 i più giovani potranno battere Djokovic e Nadal in tornei di una settimana, giocando su tre set. Ma riuscirci in quindici giorni, nel Grande Slam, dove non ti è permesso di sbagliare troppo e devi avere un rendimento altissimo per lunghe partite sarà ancora complicato per loro. In definitiva, Stefanos Tsitsipas mi sembra il più attrezzato, ma credo uno di loro potrà vincere uno Slam solo se Rafa e Novak concedono qualcosa”.
    “Cosa vorrei nel 2021? Vedere andar bene gli svizzeri, ovvio, ma sogno di rivedere Juan Martin Del Potro! È un ragazzo che, dopo tutto quello che ha passato, merita di finire la sua carriera in modo diverso. Vorrei avere una bacchetta magica e potergli dire ‘hey, hai ancora una grande stagione, buon divertimento!’ Sarebbe bello per Serena Williams vincere il 24esimo titolo Slam, ma sembra molto complicato… Non è una questione fisica, non sembra più in grado di controllare le emozioni e la mente come un tempo, ma mai scommettere contro una tale campionessa”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Esclusiva – Fornell-Mestres: “Trattato come un terrorista, la polizia non ha mai capito la realtà delle cose”

    Marc Fornell-Mestres nella foto

    Marc Fornell-Mestres, arrestato nel 2018 perché ritenuto colpevole di essere a capo di un’organizzazione dedita alla combine di partite di tennis dei circuiti Challenger/ITF, è tornato al centro dell’attenzione nelle ultime settimane dopo le squalifiche comminate dalla TIU a Naydenova e Lopez-Perez, giocatori che sarebbero stati menzionati dall’ex tennista iberico in alcune conversazioni telefoniche intercettate dagli investigatori. L’ex numero 236 del ranking ATP, in riferimento a questo articolo, ha rilasciato una lunga serie di dichiarazioni in esclusiva ai microfoni di LiveTennis: la seconda parte dell’intervista, nella quale lo spagnolo parlerà anche del possibile coinvolgimento di una tennista italiana fuori dalla Top-500 WTA, sarà pubblicata nei prossimi giorni.

    Alla fine di ottobre del 2018 hai giocato a Santa Margherita di Pula, perdendo al primo turno da Mattia Frinzi. Questo, alla fine, si è rivelato essere l’ultimo incontro della tua lunga carriera.“Purtroppo sì, non credevo potesse essere l’ultima partita della mia lunghissima avventura nel circuito professionistico“.
    Ad un mese dall’ultimo match, sei stato arrestato. Che momenti sono stati per te?“E’ successo tutto nel giro di pochi istanti, io stavo dormendo e la polizia è piombata in casa all’improvviso ad arrestarmi come fossi un terrorista: non sono riuscito a capire cosa mi stava capitando, ero veramente sorpreso. Dopo tre giorni mi hanno portato in carcere a “Soto del Real”, dove sono stato rinchiuso per poco meno di un mese, ma anche nel corso di questo periodo bruttissimo ho fatto tanta fatica a capire cosa mi stava succedendo. Non ho mai fatto nulla di così sbagliato da meritarmi un trattamento da terrorista, c’è stato una sorta di “spettacolarizzazione” attuata nei modi e nei gesti dalla polizia, che non ha mai capito la realtà delle cose“.
    Naydenova e Lopez-Perez sono gli ultimi giocatori, in ordine cronologico, ad essere stati fermati dalla TIU. I loro nomi risultano in un’intercettazione telefonica che ti ha visto coinvolto: spiegaci la situazione.“Conosco molto bene Enrique Lopez-Perez ma con lui ho sempre avuto conversazioni tradizionali come quelle che si hanno tra amici. Era un gran tennista, sicuramente non meritava una punizione così severa come quella che gli è stata inflitta dalla Tennis Integrity Unit“. LEGGI TUTTO

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    Andrea Gaudenzi e il futuro del tennis, “Focus sui fan e siamo a un bivio, come quando le etichette musicali hanno mediato con Spotity”

    “Invece di spendere il 90% del tempo in conversazioni tossiche, che alla fine prosciugano tutte le energie, tempo e denaro, il vero problema è l’unità, è trovare un modo in cui giocatori e tornei possano effettivamente lavorare insieme e crescere nella stessa direzione. Se devi discutere la formula dei prize money ogni due anni, è […] LEGGI TUTTO

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    Feliciano Lopez: “Speriamo di annunciare entro fine anno la conferma di Madrid fino al 2031”

    Feliciano Lopez

    Feliciano Lopez ha annunciato l’intenzione di giocare anche nel 2021, quando il 20 settembre entrerà negli “anta”, come Federer. Ma la sua attività parallela di direttore del Masters 1000 di Madrid è diventata altrettanto importante, e proprio in queste settimane tutto il suo staff sta lavorando alacremente per il rinnovo del contratto dell’evento con l’ATP e la città di Madrid. I diritti scadono l’anno prossimo, e poche settimane fa avevamo pubblicato un’indiscrezione secondo la quale Ion Tiriac, proprietario del torneo, fosse in trattativa con Berlino per spostare in Germania il suo evento.
    In realtà dalla Spagna arriva tutt’altra musica, e la fonte è molto autorevole: proprio Feliciano, il direttore del torneo. In una lunga intervista rilasciata al quotidiano sportivo iberico Marca, Feliciano ha parlato del 1000 di Madrid e di molti altri temi relativi al tennis. Ecco i passaggi più salienti del suo pensiero.
    “Siamo molto felici per l’allungamento del torneo 2021. Le ragazze inizieranno martedì e per i ragazzi non ci sarà alcun cambiamento rispetto a quello che era fino ad ora. Ma c’è un progetto ATP per fare più tornei su due settimane, come Indian Wells e Miami. Se Madrid è appena dietro a Indian Wells? Per molte ragioni direi di sì, Madrid ha sempre dimostrato di essere vicino a un “Grande Slam”. Merita di essere un evento di 10 giorni per uomini e donne, speriamo che lo sia presto”.
    È in corso la progettazione di una nuova arena all’interno del complesso della Caja Magica: “Il progetto è praticamente pronto e sarà il cambiamento più sostanziale che le persone vedranno. Lo stadio è una prossima realtà e ci permetterà di avere due sessioni di gioco, giorno e notte. Molte volte siamo stati limitati con la capienza del secondo campo a causa delle grandi partite che ci sono fin dal primo giorno. Abbiamo avuto molti fan in coda per limiti di dimensione. I progetti sono in divenire affinché Madrid diventi il miglior torneo del mondo perché abbiamo un complesso che nessuno ha. Nuovo stadio tra due anni? Il progetto è fatto e per il Consiglio Comunale va bene. Va tenuto presente che è necessario fare un grande lavoro perché l’acqua dietro di essa deve essere rimossa. Si spera che nel 2022 si possa giocare nel nuovo stadio, al massimo nel 2023. E avremo tennis fino al 2031. Presto potremo annunciare che l’accordo con il Comune sarà firmato per altri 10 anni. Le cose stanno andando molto bene. Il contratto è in fase di revisione. Si spera di poterlo annunciare prima della fine dell’anno”.

    “Se potrei giocare Madrid essendo anche direttore? Non l’ho mai chiesto all’ATP. Fin dal primo momento, non ho voluto insistere. Ho preso ad esempio la situazione di Tommy Haas (direttore a Indian Wells). Penso che abbia chiesto il permesso di giocare a Indian Wells e loro hanno detto di no. È un peccato perché, a questo punto della mia carriera, è il torneo che più vorrei giocare”.
    “Edizione 2021 con pubblico a capienza regolare? Sono generalmente una persona positiva, voglio pensare che la pandemia non durerà per sempre. Le notizie sono un giorno buone e l’altro cattive… Ora sembra che ci sia un trend positivo perché presto arriveranno i vaccini. Se una parte della popolazione sarà stata vaccinata a maggio, le persone avranno più fiducia nell’uscire e fare una vita normale”.
    Ricordano a Lopez di esser stato in campo per la vittoria n.1000 di Nadal: “Giocare contro Rafa per me è sempre speciale e lo è ancora di più ora che ho 39 anni e apprezzo ancor più il gioco. Continuo a sforzarmi ogni giorno per arrivare a giocare a quel tipo di partita contro i migliori. Quel giorno sono riuscito a spingerlo al limite e mi sono sentito competitivo contro il numero due del mondo, forse il migliore della storia. Questo significa molto per me perché mi dà la speranza di poter continuare un altro anno a giocare a tennis. Quel giorno solo fu un peccato giocare in uno stadio vuoto”.
    Per Feliciano i tornei dello Slam dovrebbero continuare a giocarsi al meglio dei 5 set: “Le partite del Grande Slam giocate in tre set? Manchebbe qualcosa. È vero che un torneo con match su cinque set ti costringe a giocare due settimane e questo significa perdere due mesi in quattro tornei. Se ci focalizziamo su questo, trovo che sia un argomento ragionevole, e dobbiamo aggiungere la settimana precedente di preparazione in cui molti giocatori non gareggiano. Nonostante questo, resto a favore dei cinque set“.
    “Giudici di linea o occhio di falco? La mia esperienza a livello personale non è stata delle migliori… Non so se perché il sistema è nuovo e richiede un po’ di tempo … La prima volta che ho giocato con questa tecnologia è stato agli US Open e la chiamata sembrava lenta durante il gioco, non so se possa essere migliorato questo aspetto. Occhio di falco resta una delle grandi invenzioni del tennis. Sostituire i guardalinee? Se è per migliorare, sono a favore. Ma la mia esperienza è stata che la chiamata non sia abbastanza rapida e questo genera un dubbio per il giocatore”.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Andy Murray: “Il tennis deve trovare il modo di accelerare i ritmi e differenziare gli stili di gioco”

    Andy Murray tra i top player è sempre stato quello più diretto nell’esprimere il proprio pensiero, meno ancorato all’ormai abusato “politically correct” e pronto a criticare ATP, Slam e colleghi. Chi segue il suo profilo Twitter può apprezzare la sua ironia e spesso battute al vetriolo. Lontano dalla O2 Arena, dove si svolge quel Masters […] LEGGI TUTTO

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    Caroline Wozniacki: “Non posso dire che non tornerò mai più a giocare”

    Caroline Wozniacki

    La ex n.1 del mondo Caroline Wozniacki ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano iberico Marca. Ha parlato della sua carriera, della sua vita attuale e pure lasciato la porta aperta ad un possibile, clamoroso, ritorno alle competizioni. Ecco alcuni passaggi dell’intervista
    “Cosa ho fatto subito dopo il ritiro? Eravamo in Australia, abbiamo deciso con mio marito di visitare la Nuova Zelanda. Abbiamo trascorso lì alcune settimane. Ho sempre voluto esplorare quel paese e non sapendo quando sarei tornata in quella parte del mondo, abbiamo pensato che era ora di farlo. Siamo tornati a Monaco e poi siamo ripartiti, con tutta la famiglia, verso il Kilimangiaro. Mentre eravamo impegnati nell’ascesa alla vetta, è esplosa la pandemia globale. Siamo arrivati giusto ​​in cima e siamo tornati negli Stati Uniti, a Saint Luis, la città natale di David, mio ​​marito. Siamo rimasti lì per undici settimane prima di tornare in Europa per tre mesi. In pratica ho approfittato del periodo immediatamente seguente al mio ritiro per godermi per un po’ le cose che non potevo fare mentre giocavo”.
    “Se ho sentito il richiamo dei tornei? Sinceramente quest’anno no. Ho guardato gli US Open in televisione, il Roland Garros per niente, ma forse a causa del tennis nella bolla o dell’assenza dei fan, in nessun momento ho sentito l’esigenza di dover essere lì. Amo il tennis, ma con gli stadi pieni”.
    Le ricordano come molte tenniste hanno abbandonato il tour Pro per metter su famiglia, e quindi rientrare alle competizioni. La risposta di Caroline lascia la porta aperta: “Tornare a giocare? Mai dire mai. Oggi non credo, ma nella vita succedono le cose più pazze, quindi non dirò mai “mai più”. In questo momento quello che voglio è vivere in modo rilassato“.

    “Il momento più bello della mia carriera? Ce ne sono stati tanti, e vittorie speciali. Ovviamente, il giorno in cui sono diventata il numero uno al mondo e quando ho vinto in Australia. Ma ho molti ricordi: il primo torneo a Stoccolma, la vittoria dopo aver combattuto tanto a Montreal … Mi sono divertita anche con piccoli eventi come a Charleston, per citarne uno”.
    Molti dicono che nel tennis rosa le vere amicizie non esistono, Caroline la pensa un po’ diversamente (forse anche perché lei è sempre stata una ragazza davvero serena e disponibile, a differenza molte altre ex colleghe…): “Amiche tenniste? Mi sento fortunata nel poter dire che ne ho un bel po’. Sono in contatto con molte di loro, penso che sia una bella cosa costruire buone amicizie quando viaggi così tanto e giochi così tanti tornei. Sono ancora in contatto con le sorelle Aga e Ursula Radwanska, con Kerber, Vekic o Karolina Pliskova, che vedo spesso quando si trova a Monaco (le due si sono allenate insieme poche settimane fa, ndr). L’ultima con cui ho parlato è stata Carla Suárez quando ho saputo della sua malattia. È una persona fantastica e volevo assicurarmi che stesse bene. Siamo come una piccola famiglia e siamo sempre disponibili se l’altro ha bisogno di noi”.
    L’artrite reumatoide che l’ha colpita è stata prima uno shock, quindi decisiva nel cambiare la vita e la carriera della danese. “Scoprire di avere questa malattia ha cambiato la mia vita. Sono diventata una nuova Caroline. Un giorno provi ad alzarti dal letto e non riesci nemmeno muoverti. Sei una delle migliori tenniste del mondo, famosa per le tue capacità atletiche e ora non ti muovi. È stato uno shock non riuscire nemmeno a muovere le braccia. Ho trovato un buon reumatologo e ora vivo una vita normale entro i miei limiti. A volte la malattia mi blocca, ma altre riesco a domarla. Sono felice di aiutare le persone a conoscere esattamente cosa sia l’artrite reumatoide. Ci è voluto così tanto tempo per trovare una vera diagnosi, così ho deciso che avrei aiutato in qualsiasi modo chi ne avesse bisogno, la malattia può colpire chiunque, giovane o vecchio che sia. Se è stato un handicap alla fine della tua carriera? Non l’ho mai visto come un handicap. Ho vinto il titolo a Pechino e ho giocato molto bene al Masters. Devi imparare a conviverci. Come giocatrice di tennis vuoi essere sempre al tuo livello più alto, ma volte non è possibile. Lo vedevo come un modo per migliorare me stessa. Tuttavia ci sono stati giorni in cui non potevo allenarmi o giocare tornei. Ho dovuto ascoltare il mio corpo. A volte mi alzavo e non mi sentivo bene. La soluzione era riposare per un giorno. Alla fine ho imparato a gestirlo. Farmaci?  Ogni persona è diversa ed è il medico che mi dice cosa fare, ma nelle mie iniziative e conferenze sul tema ricordo a tutti la gravità della malattia e di non sottovalutarla mai”.
    In chiusura, chiedono a Caroline chi considera il più forte tra Federer, Nadal e Djokovic: “È una risposta complicata. Adesso direi Federer. Dobbiamo vedere cosa accadrà nei prossimi anni. Penso Nadal, Djokovic e Roger meritino di essere considerati i migliori. Al tennis mancheranno quando si ritireranno”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO