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    Balaso: “A Perugia la Lube vuole giocare la sua miglior partita!”

    La Cucine Lube Civitanova è già in modalità big match quando mancano ancora alcuni giorni al posticipo domenicale delle 20.30 che domenica 3 novembre, con diretta Rai Sport, chiuderà il 6° turno di Regular Season al cospetto della Sir Susa Vim Perugia al PalaBarton. Capitan Fabio Balaso è chiaro sull’argomento, nella settimana di Halloween la Lube non prova nessuna paura, ma tanto rispetto, per i campioni d’Italia e del mondo. In arrivo un esame importante per una squadra che in trasferta deve ancora accendersi e che avrà l’onere di disimpegnarsi contro avversari aggressivi ed estrosi al servizio. Proprio Balaso suggerisce la soluzione: “Giocare la nostra migliore partita!”
    Qual è la tua impressione da capitano nel primo scorcio stagionale?
    Fabio Balaso: “Possiamo parlare di un bilancio abbastanza positivo per la Lube dopo cinque partite, anche se in trasferta non ci siamo ancora sbloccati. Mi sento soddisfatto perché il gruppo sta lavorando tanto, sia in palestra sia in campo. Stiamo progredendo e i risultati che vogliamo arriveranno!”.
    Inseguite il primo colpo esterno, che partita ti aspetti al PalaBarton?
    “La prossima sfida di sicuro non sarà semplice! Siamo consapevoli del grande valore di Perugia e di come è riuscita a far fronte all’assenza del palleggiatore titolare negli ultimi due match. Non dimentichiamoci che i Block Devils sono stati capaci di realizzare grandissime cose ugualmente, senza un atleta decisivo come Simone Giannelli in un ruolo chiave. Andare a giocare a Pian di Massiano non è mai semplice, anche perché parliamo di un palazzetto molto caldo in quanto a sostegno sugli spalti. Andremo lì senza provare paura né alcun timore, ma per giocare la nostra migliore partita!”.
    La Sir viene da una grande impresa a Trento, c’è la possibilità che si rilassi e prenda parzialmente sottogamba il prossimo impegno?
    “Non credo che ci sarà la minima distrazione da parte dei giocatori umbri. Anzi, giocheranno al massimo come sempre. Perugia è una squadra ben assortita, che non si limita a far valere il proprio tasso tecnico, ma schiva i cali di concentrazione e ha un roster allargato per rimediare a eventuali assenze”.
    Contro una rivale così forte dai nove metri servirà attenzione! 
    “Tra le tematiche della sfida spicca la presenza di una forte batteria di battitori sul fronte opposto. Un po’ tutti gli uomini di Lorenzetti possono creare difficoltà con il servizio, ma il più pericoloso, a mio avviso, resta Oleh Plotnytskyi. L’atleta ucraino unisce una potenza fuori dall’ordinario a una varietà importante di colpi nel fondamentale del servizio. Dovremo essere bravi a contenerlo”. LEGGI TUTTO

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    Personal Time, Moretti: “A Belluno esordio tosto”

    Il campionato della Personal Time comincia domenica a Belluno (ore 18), una sfida subito tosta per la rinnovata formazione di Daniele Moretti che affronta una delle avversarie più toste del girone Bianco: “Questa sarà una stagione ricca di stimoli –commenta Moretti-, siamo una squadra nuova. Ci aspetta un’annata decisiva anche per la società, tutti dovremo fare un salto di qualità a 360°, con l’impegno di tutte le componenti riusciremo anche in questo obiettivo”.
    Il primo step è il derby di Belluno: “Siamo pronti a giocarci i primi punti della stagione, ci stiamo allenando da due mesi per questo. Affronteremo una squadra che ha dichiarato di voler salire di categoria vincendo il campionato. I bellunesi hanno giocatori d’esperienza, noi proveremo a mettere sul campo la nostra pallavolo. Vedremo chi la spunterà”.
    In casa Personal Time è appena arrivato il libero Nicola Iannelli: “Sono contento di aver portato a San Donà questo giocatore, ha fatto esperienza a Modena e all’estero negli ultimi anni. Ci aiuterà a crescere”.
    Serie A3 girone Bianco (1a andata): Gabbiano Mantova-Brugherio, Acqui Terme-Monge Savigliano, Sarroch-Cus Cagliari, Begin Ancona-Altotevere San Giustino.
    Il match di Belluno sarà diretto da Barbara Manzoni e Marta Mesiano.
    Ascolta l’intervista completa sui nostri canali digitali (65)

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    Basket, Nicolò Melli: “Ci provo col Fenerbahce. Milano e Virtus sono forti”

    Il basket europeo celebra le nozze d’argento dell’Eurolega. E Nicolò Melli fa 13. Il capitano ha dovuto lasciare l’Olimpia Milano (per la tristezza dei tifosi) e tornare al Fenerbahce che parte più in alto nel ranking. Il debutto in coppa precede l’esordio da autore in libreria. Nik infatti ha scritto per DeAgostini “La partita decisiva – a canestro con Nik”, dedicato ai ragazzi. Storia ambientata nel basket dei campetti, ma che tocca pure altri temi. 
    L’intervista a Nicolò Melli
    Melli, anche lei scrittore. Com’è nata l’idea? Lei ha lanciato pure la sfida (scherzosa) social per vendere una copia in più di Datome. «Mi hanno proposto di farlo. Fosse stato su di me mi sarei rifiutato categoricamente, non ritengo di avere elementi da narrare. È nata l’idea di scrivere un libro per ragazzi, ma sapendo che Gigi aveva fatto fumetto, sono partito dal presupposto che dovesse essere qualcosa di diverso rispetto al suo. È vero che ci mettono sempre vicini, vista l’amicizia, ma seguirlo proprio… È un libro più scritto. Volevo trasmettere valori come amicizia, lealtà, tenacia, coesione. Importanti nella pallacanestro, nello sport. Soprattutto volevo cercare di mandare un messaggio positivo, raccontare una storia con un lieto fine. Siamo circondati da cattive notizie. Siccome dovevo essere parte della storia, ho cercato di evitare scene di mitomania. Sono una persona normale».  Tornato a Istanbul, sempre nella stessa zona del periodo 2017-19? «Ho cambiato un po’ la zona, all’epoca eravamo in due, fra poco saremo in quattro, a fine anno nascerà la seconda figlia. Abbiamo necessità diverse, la prima andrà all’asilo, ci saranno tanti nonni e nonne intorno. Ma la squadra è la stessa, i colori sono gli stessi, vissuto già provato».  LEGGI TUTTO

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    Davi Tenorio: “Felice per l’esordio con la Lube! Ora testa a Milano!”

    L’approdo estivo alla Cucine Lube Civitanova, la consapevolezza di essersi guadagnato a tempo record la fiducia di staff e compagni e l’esordio in SuperLega Credem Banca, con tanto di primo punto in Italia nella vittoria contro Padova. Un coacervo di emozioni per il centrale brasiliano Davi Tenorio, classe 2005 di 213 cm che già in preseason aveva strappato applausi. Dopo essersi fatto scivolare addosso una discreta dose di emozione per il suo ingresso in campo, il gigante che in Spagna si era preso con grinta un posto da titolare al Soria nel finale di stagione ha cominciato l’annata in biancorosso ritagliandosi uno spezzone di gara in una fase delicata del faccia a faccia con i patavini. Il ragazzino dal viso angelico si è dovuto subito confrontare con avversari indiavolati toccando con mano le difficoltà della categoria. Davi ha tenuto botta mostrando di essere pronto per il palcoscenico dell’Eurosuole Forum. Con un buon temperamento, margini di crescita importanti e gli strumenti adeguati per portare avanti il suo percorso.
    Al primo match di campionato hai subito avuto spazio. Che effetto fa?
    Davi Tenorio: “Sono soddisfatto per la vittoria della Cucine Lube Civitanova e altrettanto felice per aver rotto il ghiaccio nella massima serie italiana. Ho provato una grande emozione, credo proprio sia il sogno di qualsiasi giocatore di pallavolo mettersi alla prova nel torneo di SuperLega Credem Banca”.
    A vederti c’era tuo padre, colui che ti ha indirizzato verso questo sport. Che ti ha detto?
    “Mio padre è anche il mio primo tifoso! Era contento, lui guarda sempre le mie gare. Mi ha ripetuto che devo essere fiero del mio impatto e che in un campionato duro come questo devo restare concentrato e avere abnegazione”.
    Con Padova hai percepito in fretta il livello di gioco elevato in Italia?
    “Direi proprio di sì! Quella d’esordio è stata una partita di grande intensità. In questo campionato non ci sarà mai consentito abbassare la guardia!”.
    La prossima rivale è Milano. Domenica andrete all’Allianz Cloud, come stanno andando gli allenamenti in vista del match contro i meneghini?
    “La settimana di lavoro sta procedendo molto bene! Siamo tutti motivatissimi, anche perché le due squadre si conoscono già avendo disputato un match di preseason alla Jesi Volley Cup. Noi daremo il massimo per fare risultato, poi si vedrà!”. LEGGI TUTTO

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    Personal Time, le parole del capitano Stefano Giannotti

    Sabato la Personal Time ha giocato la prima amichevole stagionale, i veneti hanno battuto 3-1 Bassano: “E’ stato un test – commenta il capitano Stefano Giannotti- molto positivo, non tanto per il risultato, ma per quello che si è visto. Abbiamo riportato sul campo quanto ci è stato chiesto dallo staff tecnico. Si è visto uno spirito importante”.
    In estate la Personal Time è cambiata tantissimo: “Come gruppo stiamo crescendo tantissimo, la nostra squadra è in parte nuova e dobbiamo ripartire molto in basso per essere un team rispetto ad altre squadre che invece hanno confermato gran parte degli effettivi.  Dovremo dare sempre il massimo per creare nuove condizioni di lavoro. Nell’amichevole c’è stata la possibilità di vedere all’opera i giovani, lavoriamo sodo in palestra per arrivare più competitivi possibili alla prima di campionato”.
    Guarda l’intervista completa sul canale youtube del Volley Team Club San Donà (41)
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    Davi Tenorio: “L’entusiasmo dell’ambiente Lube mi ha impressionato!”

    Il centrale brasiliano Davi Tenorio, classe 2005 annunciato ieri dalla Cucine Lube Civitanova, si presenta con la sua prima intervista da biancorosso.
    Il dg Beppe Cormio ha esaltato le tue doti naturali. Come ti sei avvicinato alla pallavolo?Davi Tenorio: “Mi hanno aiutato l’altezza, la passione per lo sport e l’intuito di mio padre, un allenatore di volley, che mi ha coinvolto in un torneo U12. Vivevo ad Andorra e all’epoca giocavo a basket, ma alle finali giovanili di pallavolo è scoccata la scintilla e dal canestro sono passato a saltare a rete!”.
    In questi anni da pallavolista hai pensato a un traguardo da raggiungere? ““Al momento il mio sogno è vincere uno Scudetto con la Lube”.
    Quali caratteristiche metterai al servizio della Lube e in cosa vuoi crescere fin da subito?“Ho fiuto nell’andare a punto. Non importa come, voglio essere utile alla squadra. Di sicuro con un grande Club come la Lube posso crescere molto a muro e nella gestione dei palloni più complicati”.
    Negli ultimi anni hai svolto degli stage alla Lube nei mesi estivi, cosa ti ha colpito dell’ambiente?“Il clima quotidiano di entusiasmo e la grinta in ogni allenamento!”.
    Nel mondo della pallavolo hai degli idoli?“Il primo gradino del podio è occupato da mio padre, mentre fin da ragazzino sono rimasto affascinato dall’ex capitano biancorosso Osmany Juantorena!”
    Juantorena arrivò da giocatore navigato, ora la Lube punta forte sui giovani.“Dare più spazio agli emergenti è una scommessa intelligente per il movimento. Va detto poi che il numero di match aumenta ogni anno e poter contare su un team giovane, almeno sulla carta, favorisce il recupero atletico e, di conseguenza, seppur con meno esperienza, un organico può fornire prestazioni atletiche migliori nell’arco della stagione. Sento che la dedizione e il valore dello staff ci aiuteranno a sviluppare le nostre capacità e a lottare per obiettivi importanti in un futuro prossimo!”.
    Cosa c’è nella tua vita oltre alla pallavolo?“Eheheh, in questo momento nella mia vita c’è solo la pallavolo!”
    Sei giovanissimo, qualche hobby lo avrai di sicuro…“Come tanti coetanei mi piace suonare la chitarra, sentire musica, vedere film e un po’ di tv”.
    La tua famiglia ha il volley nel sangue?“I miei genitori giocavano a pallavolo, mio padre professionalmente, mia madre ha smesso per privilegiare gli studi. Ho un fratellino di 7 anni e lui ha ancora tempo per innamorarsi del volley, ma voglio che diventi subito un tifoso della Lube!”. LEGGI TUTTO

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    Bargnani: “Lo sport è salvezza”

    PESARO – Bargnani, è consapevole che il suo ritiro non è mai stato annunciato?? «Vero. Non ho fatto né un comunicato stampa, né la partita del cuore, ma non sto giocando altrimenti lo sapreste». Che fa oggi il Mago? «Mi dedico alla famiglia, ho un bambino di poco più di due anni e lavoro nel campo immobiliare e finanziario». Suo figlio ha già preso la palla da basket in mano? Se un giorno volesse giocare a basket, Bargnani sarebbe favorevole? «Il pallone lo conosce già, ma da me non avrà mai alcun tipo di pressione, è vitale solo che faccia sport, uno dei valori in questo mondo che ti tiene lontano da tante situazioni negative». Ai ragazzi che le chiederanno consigli al playground cosa dirà? «Dipende dove uno vuole arrivare, ogni traguardo ha il suo prezzo da pagare. Se vuoi arrivare in alto ci sono anche tanti aspetti della vita a cui devi rinunciare». Quali sono stati i suoi? «Per dedicarti così tanto a uno sport, devi sacrificare i legami, le amicizie, fette di infanzia ed adolescenza, feste, gite scolastiche, ricordi che non avrai… ma il traguardo che stai inseguendo ti fa sopportare tutto». Un romano che non ha mai giocato a Roma: è un rimpianto? «Ci ho giocato, ma in B2. Non è dipeso da me, però: la Virtus mi propose di andare in prestito a Rieti. La scelta, perciò, fu tra la Benetton Treviso e la Mens Sana Siena. Dopo aver visto la Ghirada, non ebbi il minimo dubbio, era all’avanguardia già vent’anni fa. E poi c’erano Gherardini e Messina. Fu una decisione azzeccata, da lì spiccai il volo per l’Nba». La capitale italiana non ha più il basket in serie A: sensazioni? «Una situazione grottesca. Quand’ero ragazzino al PalaEur c’erano migliaia di persone e campioni con un effetto mediatico incredibile sulla città come Myers. Passare da quell’apoteosi lì a questo deserto è tristissimo, soprattutto per i ragazzi di oggi che non hanno quelle emozioni». A proposito di campioni, che effetto le fa rivedere Gallinari in maglia azzurra? «Ammiro la sua tenacia, ricominciare ogni volta dopo tutti gli infortuni che ha avuto significa avere un grande cuore. E nessuno può capirlo meglio di me, visto che ne ho subìti tanti: dopo essere stati fuori dei mesi ripartire da zero è tosta, ti svuota». È questa la ragione per cui ha smesso? «È un mix di fattori, ma questo pesa. Nelle ultime cinque stagioni ho saltato più partite di quelle che ho giocato. Poi nella vita le cose cambiano: motivazioni, interessi, dinamiche». Quindi vedere Belinelli che a 38 anni ancora si sbatte le sembra folle? «No, la sua passione gli brucia dentro come quando aveva 18 anni. Lo posso testimoniare, ci vediamo spesso, dato che abitiamo entrambi a Bologna». Poz coach della Nazionale ha rivoluzionato il ruolo del ct? «Al di là delle questioni tecniche su cui non mi addentro, ha delle caratteristiche atipiche che altri non hanno in un contesto come quello della Nazionale dove i giocatori arrivano stanchi dalla stagione e trovano un clima più leggero che aiuta. Infatti tutti lo adorano».
    Che rapporto ha con i social? «Inesistente. Richiede di fare cose che odio come condividere i momenti privati, della vita personale. Oggi fa parte del lavoro di uno sportivo, ma io proprio non sono capace, è come avere una telecamera in casa…». Chi sono gli amici veri rimasti dal mondo della palla a spicchi? «Dall’America pochi: Shane Larkin, che poi ho ritrovato al Baskonia, Turkoglu che mi ha anche invitato a Istanbul. In Italia a parte Beli e Gallo, Mordente e Soragna con cui sono rimasto legato dai tempi di Treviso. Teo è il mio best friend». Segue ancora l’Nba e si aspettava Boston campione? «Certo, i playoff Nba sono sempre uno spettacolo. Non faccio mai pronostici, ma trovo interessante che ultimamente stiano vincendo sempre squadre diverse: non accadeva da molto e aumenta l’imprevedibilità della lega». LeBron James giocherà col figlio: una favola? «Effetto stranissimo. Quando LeBron è entrato nella lega era proprio un’altra epoca eppure a distanza di un quarto di secolo ancora domina. Forse un giorno ci rivelerà il suo segreto». Lui è un marziano, lei è il Mago: chi le appiccicò questo soprannome? «Pittis. Ma non ha niente a che fare con quello che facevo sul campo. Un giorno sotto la doccia mi disse: lo sai che hai un cognome da mago? Poteva andare peggio, no?». LEGGI TUTTO