More stories

  • in

    F1 2021, Red Bull RB16-B: Più potenza dal Power Unit Honda e nuovo retrotreno

    La Red Bull del 2021, l’ultima che sarà provvista di Power Unit Honda, verrà denominata RB16-B, lasciando già intuire come il family feeling dalla vettura 2020 sarà evidente.

    Per la stagione 2021, la monoposto progettata da Adrian Newey si ripresenterà nuovamente come prima antagonista di Mercedes, facendosi carico di fornire finalmente a Max Verstappen una monoposto in grado di lottare alla pari con il duo Mercedes Hamilton – Bottas. Per via dei congelamenti la Red Bull del 2021 sarà una chiara evoluzione della RB16, che già nel corso di fine 2020 aveva mostrato ampi segnali di crescita, soprattutto da fine estate in avanti. Tuttavia, il bottino racimolato è di sole due vittorie, entrambe ottenute dall’olandese Verstappen. Il 2021 tuttavia non sarà un semplice anno di transizione per la scuderia di Milton Keynes, che punta a lottare ad armi pari con Mercedes sin dalla prima tappa in Bahrain.
    IL POWER UNIT HONDA 2021 DOVRA’ GARANTIRE IL SALTO DI QUALITA’
    La notizia giunta lo scorso anno in merito all’abbandono di Honda dalla F1 ha scosso l’ambiente Red Bull, che aveva sposato il progetto della casa giapponese che intendeva tornare al vertice della F1 dopo gli anni bui con Mclaren.Nonostante l’annuncio del ritiro del motorista nipponico, il 2021 non sarà un anno di comparsa per Honda, che intende fornire a Red Bull e Alpha Tauri un Power Unit all’altezza di quello Mercedes. A riguardo, Honda pare stia lavorando in sinergia con i tecnici di Milton Keynes, per fornire un Power Unit 2021 che abbia componenti inizialmente destinate al 2022.Un forcing netto allo sviluppo, in modo da lasciare a Red Bull un Power Unit competitivo anche fra due stagioni. Difatti, nonostante l’addio di Honda, Red Bull potrebbe ancora usufruire del Power Unit “made in japan” dopo il 2021, ribattezzandolo con un main sponsor (come era nel caso di TAG Heuer ai tempi della partnership con Renault).Lo sviluppo del nuovo motore Honda 2021 riguarda principalmente la parte endotermica, area in cui la ricerca dei cavalli è fondamentale. Una migliore efficienza, ricercata nella combustione del carburante, dovrebbe essere il principale intervento nella ricerca della potenza. Anche la parte ibrida dovrebbe essere rivista, la quale non pochi problemi di affidabilità ha dato alla Red Bull lo scorso anno.
    NUOVA SCATOLA DEL CAMBIO (DUE GETTONI) E LAVORO AERODINAMICO AL POSTERIORE

    Adrian Newey, che nel corso della sua militanza da ingegnere aerodinamico in F1 ha sempre stupito e innovato, per il 2021 avrà un po’ meno libertà per via dei vari congelamenti delle componenti omologate. Per la RB16-B il lavoro aerodinamico riguarderà principalmente la zona posteriore, vero problema della vettura 2020. La RB16 infatti era soggetta, soprattutto a inizio stagione, a problemi di stabilità e perdita improvvisa di carico al posteriore.
    Il lavoro al posteriore della scuderia anglo-austriaca è già avvenuto la scorsa stagione, con l’omologazione di una nuova sospensione posteriore a settembre. La nuova sospensione posteriore, che sarà presente anche sulla RB16-B, ha visto una modifica al bracket per innalzare i bracci del triangolo superiore. Questa modifica aveva lo scopo di aumentare la distanza fra i due triangoli (inferiore e superiore) in modo da avere un canale per il passaggio del flusso d’aria maggiore e avere una minore resistenza. Oltretutto il bracket è stato anche modificato, inserendo un soffiaggio in stile Mercedes. Tuttavia, quest’ultima modifica non andava contro le direttive del regolamento in quanto il soffiaggio ha uno scopo meramente aerodinamico, e non di raffreddamento per i dischi freno (come nel caso Mercedes).
    Se il primo step in ottica 2021 era stato la modifica della sospensione posteriore, il lavoro aerodinamico al retrotreno dovrebbe passare anche dall’omologazione di una nuova scatola del cambio, che permetterà di modificare le masse per fini aerodinamici.Per la modifica alla scatola del cambio verranno dunque spesi i due gettoni concessi dalla federazione, utili per andare a modificare le parti HC (homologated components) presenti sulle vetture del biennio 20’-21’. Tutte le altre componenti HC saranno dunque direttamente ereditate dalla vettura 2020, e non potranno essere cambiate.
    Il lavoro al retrotreno della Red Bull è stato effettuato anche nelle parti aerodinamiche, soprattutto dopo il GP di Turchia: Adrian Newey e colleghi sono tornati indietro a soluzioni viste nel 2019 sulla vettura dei bibitari, facendo “dietro front” a una diversa configurazione di scarichi wastegate (che nel 2021 non saranno obbligatori) e nei piloni di sostegno dell’ala posteriore.A Istanbul gli scarichi wastegate sono stati spostati al di sotto del braccio della sospensione, non andando più a ricercare il soffiaggio degli stessi più in alto, all’interno del campo di depressione dell’ala posteriore. In Bahrain invece sono stati modificati i sostegni dell’ala posteriore, e si è tornati a una soluzione a singolo pilone, come sulla RB15. I problemi di instabilità al retrotreno hanno probabilmente indotto i tecnici di Milton Keynes a passare al singolo pilone, per ridurre la resistenza e le turbolenze. Questa soluzione con tutta probabilità verrà mantenuta sulla vettura 2021.
    Red Bull per il 2021 dovrà far fronte anche ai nuovi regolamenti aerodinamici, che limiteranno l’impatto di fondo e diffusore sulla downforce del retrotreno. La scuderia di Christian Horner è una di quelle squadre che, nel corso del 2020, ha effettuato prove aerodinamiche in ottica 2021, portando in pista più volte una pre – configurazione di fondo tagliato, come prevede il nuovo regolamento. La raccolta dati in pista, oltre a quella del CFD, ha lo scopo di quantificare la perdita di downforce dovuta alle nuove limitazioni aerodinamiche. Ad Abu Dhabi, la Red Bull ha sfruttato parte delle libere del venerdì per testare un’ulteriore pre-versione di fondo piatto 2021: nella versione testata a Yas Marina, oltre al taglio di una porzione diagonale, è stata aggiunta una bandella verticale vicino la ruota posteriore per ridurre le turbolenze che investiranno lo pneumatico posteriore. Questo potrebbe dare già indicazioni importanti su come le varie squadre stanno interpretando il regolamento tecnico 2021.
    ANTERIORE EREDITATO DALLA RB16 DEL 2020
    muso stretto e con il cape in stile Mercedes per la gestione del flusso d’aria che passa nella zona neutra dell’ala anteriore. Il muso, del quale è stata omologata la struttura di impatto che si trova al suo interno, verrà ereditato sulla RB16-B, assieme al telaio. Lo scorso anno Red Bull aveva alternato due versioni di musetto, cambiando la disposizione dei piloni di sostegno dell’ala in una configurazione più stretta e una più larga. Sarà interessante vedere qualche versione verrà implementata sulla monoposto del 2021.Una certezza dovrebbe riguardare la sospensione anteriore, la quale dovrebbe essere con triangolo inferiore ad ancoraggio sdoppiato (multilink), presente sulla vettura 2020. Questa soluzione, nata già nel 2019, ma presente sul triangolo superiore, ha lo scopo di ricercare cinematismi utili a far lavorare le gomme nella giusta finestra di utilizzo. Ricordiamo che nel 2021 le gomme Pirelli saranno più rigide, per essere più resistenti agli stress indotti dall’elevato carico aerodinamico delle auto della stagione avvenire. LEGGI TUTTO

  • in

    Red Bull pronta a lasciare la F1, se i regolamenti sui motori non cambieranno!

    Dopo il ritiro di Honda, Red Bull e AlphaTauri minacciano l’addio alla Formula 1 se i regolamenti sui motori non dovessero cambiare.

    Due settimana fa, la Honda ha annunciato di non proseguire il suo impegno di fornitore di motori. A partire dal 2022, sia il Team Red Bull che AlphaTauri dovranno cercarsi un nuovo partner per il Power Unit.
    Chris Horner, team principal della squadra austriaca, si è già mosso in questi ultimi quindici giorni per trovare un’alternativa: ha parlato con Mercedes, Ferrari e Renault. Dai primi due fornitori, la risposta è stata un secco “no grazie”, mentre i francesi si sono presi un po’ di tempo per dare una risposta al team con il quale comunque hanno vinto quattro titoli mondiali.
    I vertici di Red Bull si sono anche mossi in un’altra direzione che già vi avevamo anticipato al momento dell’annuncio dell’uscita di Honda, il 2 ottobre scorso. Allo studio ci sarebbe la valutazione di fattibilità di una cessione di un ramo d’azienda da parte del Gruppo Honda, ovvero della società con base vicino Milton Keynes in Inghilterra e che ha in carico una parte dello sviluppo, l’assemblaggio e la revisione degli attuali Power Unit Honda. Oltre a questo, il costruttore di auto giapponese, dovrebbe cedere la proprietà intellettuale e tutti i brevetti che fanno parte del progetto RA620H.
    Qualora questa strada fosse percorribile e, stando a quanto abbiamo appreso da fonti vicine al team, ci sarebbe già una primo pre-accordo tra le due parti per finalizzare lo scenario sopra descritto, Red Bull vincolerebbe però tutto questo ad una condizione: i Power Unit dovranno essere congelati, sia nelle componenti del motore endotermico che in quelle delle parti ibride. Questo, oltre ad un risparmio economico, garantirebbe Red Bull e AlphaTauri anche di avere per gli anni a venire almeno un gap prestazionale analogo a quello attuale dagli altri fornitori di motori.
    Qualora però questo non fosse approvato, gli austriaci sarebbero pronti a lasciare la Formula 1 sia con Red Bull che con AlphaTauri. Quella dei “bibitari” è una minaccia seria e una Formula 1 con soli 8 team al via non sarebbe davvero fattibile. Visto il periodo poi, per gli organizzatori non sarebbe francamente impossibile trovare altre case disposte a fare il loro ingresso in Formula 1.
    La proposta di Red Bull di congelamento dei Power Unit troverebbe d’accordo sia Mercedes che Renault. I tedeschi in quanto hanno una supremazia tale che il freezing vorrebbe dire congelare anche il loro vantaggio nei prossimi anni mentre i francesi sarebbero d’accordo in un’ottica di ulteriore saving dell’ingente investimento in Formula 1. Contrari, per ora, i vertici della Ferrari che vedono nello sviluppo del Power Unit una delle poche possibilità di colmare i limiti di progetti vettura deficitari dal punto di vista meccanico ed aerodinamico.
    Forse già tra una settimana in Portogallo, la Red Bull potrebbe ventilare una soluzione di questo tipo se non già minacciare un addio alla F1. La strategia di comunicazione in questo caso sarà fondamentale ma Chris Horner, Helmut Marko e soprattutto Dietrich Mateschitz sanno bene come muoversi su questo fronte. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Minardi: l’uscita di oggi non è una novità ma apre numerosi scenari

    “Una notizia che ha spiazzato tutti, anche se fa parte del progetto iniziare dei giapponesi”. Questo il commento di Gian Carlo Minardi che ci spiega poi quali scenari potrà aprire in F1 la decisione di Honda di lasciare il Circus.

    Gian Carlo Minardi | CircusF1

    “Certamente per i diretti interessati questa non è stata una notizia improvvisa e si staranno già muovendo su diversi fronti”, ha commentato Gian Carlo Minardi, dal Mugello, dove era impegnato nel Racing Weekend ACI Sport.
    “La fuoriuscita della Honda è frutto del nuovo Concord Agreement, che permette a tutti di uscire dalla Formula 1 con un solo anno di avviso, senza dover pagare una penale. Onestamente non è un buon segnale per il paddock. Una notizia che ha spiazzato tutti, anche se fa parte del progetto iniziare dei giapponesi, che avevano dichiarato fin dall’inizio la loro permanenza fino al 2021″, ha proseguito il manager faentino.
    La Honda è pronta a chiudere un ciclo non certamente facile, anche se stava iniziando a raccogliere i frutti con la Red Bull, che ora dovrà bussare alle porte di Ferrari, Renault e Mercedes: “Questa decisione apre a numerosi scenari, tra i quali il cambio di strategia in casa Mercedes con un programma proiettato solamente alla fornitura motori. La Mercedes potrebbe vendere il suo team”, ha ulteriormente commentato Minardi.
    Oltre alla fornitura Mercedes, l’altro canale potrebbe essere il ritorno alla Power-Unit Renault, che dal prossimo anno sarà nel Mondiale col marchio Alphine: “I rapporti tra Red Bull e Renault, nel recente passato, non sono stati dei più felici – ha ricordato Minardi – ma in questo momento tutto è possibile”.
    L’uscita della Honda si potrebbe anche leggere come un fallimento dell’era ibrida, ha chiosato Minardi: “La realtà è che in questo momento non ci sono nuovi costruttori interessati ad entrare nel mondiale e dal 2021 avremo solamente tre motoristi… Non il massimo per l’immagine della F1”. LEGGI TUTTO

  • in

    Tra Honda e Formula 1 è di nuovo rottura. E ora?

    La settimana che conduce al I Großer Preis der Eifel (Nürburgring, 11 ottobre 2020) è improvvisamente scossa da un autentico terremoto sportivo: Honda, a fine 2021, lascerà la Formula 1.
    Uno scenario non nuovo per la F1 stessa ma che, oggi, si palesa più che mai preoccupante per la categoria.
    La Honda, In F1, vanta un passato ed un presente tanto vincente e prestigioso quanto burrascoso. In estrema sintesi. La Honda entra in F1, in qualità di costruttore totale, nel 1964 per uscirne già a fine 1968. Nel 1983, la Casa nipponica riabbraccia la F1 solo in qualità di motorista: Spirit, Williams, Lotus, McLaren. Piovono successi.
    A fine 1992, la Honda risaluta la compagnia. Il tarlo della F1 è vivo, ed ecco che la Honda ritorna in F1 nel 2000, andando a motorizzare la neonata BAR, quindi anche la Jordan. Dal 2006, la BAR si trasforma nel Lucky Strike Honda Racing F1 Team, infine in Honda Racing F1 Team nel 2007. Frattanto, anche la Super Aguri impiega motori Honda.
    A fine 2008, la Honda saluta — per l’ennesima volta — la Formula 1: i vertici giapponesi, stufi dei magri risultati a fronte di ingenti investimenti, abbandonano il circus iridato.
    Nel 2015, la Honda riprende il filo interrotto a fine 2008. Lo fa in pompa magna, legandosi alla McLaren nell’era delle da poco introdotte e complesse power unit Turbo-ibride. È un disastro. Un magro 2018 con Toro Rosso, quindi il salto di qualità nel 2019 assieme a Red Bull. Honda torna alla vittoria e sul podio.
    In questo 2020 ancora in corso, le power unit Honda hanno già conquistato due successi: Max Verstappen (Red Bull RB16) vince il 70th Anniversary Grand Prix (Silverstone), Pierre Gasly (Alpha Tauri AT01) trionfa a Monza.
    Ci risiamo: a fine 2021, ossia al termine del ciclo di vetture inaugurato nel 2017 e all’alba delle future wing-car che entreranno in vigore a partire dal 2022, Honda abbandona per l’ennesima volta la F1.
    Ma se in passato la fuga della Casa giapponese era sì fragorosa ma, tutto sommato, indolore, oggi rischia di mandare al collasso l’intera F1.
    In F1, infatti rimarranno attivi tre motoristi, uno dei quali — Mercedes — in forte dubbio per gli anni a venire.
    Anche in passato, la F1 ha conosciuto anni di “vacche magre” dal punto di vista del numero di motoristi impegnati in F1. Ricordiamo, a tal proposito, la stagione 1974, quando ai 12 cilindri Ferrari e BRM si affiancava la pletora dei V8 Cosworth DFV. Ma erano tempi diversi, in cui anche un semplice Cosworth poteva essere rimaneggiato e preparato da autentici artigiani della tecnica sino a dare vita ad un nuovo motore. Le versioni dei Cosworth, infatti, potevano differire le une dalle altre a seconda dei preparatori e dei team che andavano a fornire.
    In più, nel 1974 avevamo ben 20 costruttori (con relativi modelli) impegnati — costantemente o in sporadiche occasioni — in F1.
    O come non ricordare il 2014, primo anno delle nuove power unit Turbo-ibride. In quella stagione, a sfidarsi erano solo i V6 Ferrari, Renault e Mercedes.
    Se in passato entrare in F1 era relativamente semplice, oggi significa fare i conti anzitutto con regolamenti che, purtroppo, sopiscono sul nascere la volontà di impegnarsi nella categoria. Budget cap, paletti di ogni sorta, congelamenti, sviluppi bloccati, mancanza di test, un motore sì pressoché unificato per tutti in numerose aree ma, ad ogni modo, complesso e dispendioso nella realizzazione, chilometraggi imposti.
    Insomma, impegnarsi in F1 assomiglia sempre più ad un rompicapo burocratico.
    Che fare?
    Sgombriamo il campo. Le ricette pauperistiche messe ciclicamente sul tavolo sin dai tempi di Bernie Ecclestone non funzionano, non funzionerebbero, non funzioneranno, specie in F1. Ci riferiamo alla commessa per la realizzazione di un motore clienti standard. Un’idea folle. In sostanza, i team che — per varie ragioni — non possono accedere ai motori realizzati dalle Case, possono acquistare il motore clienti, realizzato da una azienda scelta dalla FIA. No, non ci siamo.
    Paradossalmente, le politiche (vere o sedicenti) di contenimento dei costi e di “equilibrio tecnico” forzato hanno prodotto un graduale impoverimento tecnico del “prodotto Formula 1”. Pochi motoristi presenti, nessuno (al momento) interessato ad entrarvi ed un numero di team che si regge sulla punta di uno spillo sono segnali di un meccanismo che, per quanto sfavillante, è sempre pronto ad implodere.
    Urgono, pertanto, giusti (e non demagogici) correttivi.
    Red Bull e Alpha Tauri — due scuderie importanti — sono, in chiave 2022, ancora senza un propulsore. Cosa fare? Non sarà facile, per il team anglo-austriaco e per quello italiano, rimpiazzare Honda. Una power unit Honda, peraltro, ormai divenuta competitivo.
    Mercedes e Ferrari assai difficilmente andranno a spingere le vetture del team di Milton Keynes, Renault difficilmente (ma non impossibile) si legherà nuovamente a Red Bull.
    Più percorribile la pista che porta ad un accordo tra Ferrari e Alpha Tauri, alla luce di un legame che per diverse stagioni ha unito Toro Rosso a Maranello (dal 2007 al 2013 e di nuovo nel 2016).
    L’abbandono di Honda potrebbe, inoltre, avere ricadute sulla progettazione delle nuove vetture di casa Red Bull e Alpha Tauri in ottica 2022. Senza un motore attorno al quale lavorare, risulta arduo approntare un progetto ben integrato. La scelta del nuovo motorista, inevitabilmente, dovrà consumarsi a stretto giro, al fine di amalgamare al meglio telaio e motore sin dalle fasi di progetto.
    La improvvisa fuga della Honda deve far riflettere. È stata vincente la scelta di introdurre complesse, a tratti demagogiche, rigidamente regolamentate power unit Turbo-ibride? No. Si sono rivelate e si riveleranno vincenti le (sedicenti) politiche di contenimento dei costi? No. La F1, in questi ultimi anni, è riuscita ad attrarre ulteriori motoristi? No.
    Il rimedio esiste ma, come spesso accade oggigiorno, si preferisce guardare il dito anziché la Luna. Insomma, si preferisce stringere le maglie a suon di budget cap, congelamenti e standardizzazioni anziché allargarle.
    I motori Turbo costituiscono un’ottima alternativa. Al contempo, poniamo la seguente domanda (retorica): allo stato attuale delle cose, non sarebbe preferibile eliminare (o semplificare) la componente ibrida e aprire le porte ad uno sviluppo continuo dei motori, in base alle proprie esigenze e disponibilità economiche?
    È bene, dunque, tornare ad una F1 più “leggera” e snella, dalle regole meno asfissianti, demagogiche e che cercano di trasformare la massima categoria in una sorta di Formula 2 più veloce.
    Ricette perdenti. Vi dice qualcosa, ad esempio, il fallimento del DTM dell’era “contenimento dei costi” e “vetture tutte uguali”?
    I costruttori vanno e vengono, i motoristi vanno e vengono. È sempre accaduto e sempre accadrà. Sono le corse.
    Ma quando le defezioni si verificano all’interno di un sistema che, a parole, dovrebbe funzionare a meraviglia ma che, nei fatti, scricchiola e non poco, allora è bene resettare il sistema, ormai elefantiaco e sovraccarico di spam.
    E portarlo alle condizioni iniziali. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Honda annuncia il ritiro dalla Formula 1 a fine del 2021!

    Un po’ a sorpresa, la Honda ha annunciato oggi il ritiro dalla F1 a fine del 2021! Red Bull e AlphaTauri alla ricerca di un nuovo fornitore per il Power Unit.

    La notizia è di quelle che scuote l’ambiente della Formula 1. Honda, ovvero uno degli attuali quattro fornitori di motori, ha comunicato l’intenzione di lasciare il Circus al termine della stagione 2021.
    Attraverso un comunicato stampa, Red Bull ha voluto ringraziare la Honda per i suoi sforzi eccezionali come fornitore di propulsori sia della Red Bull Racing che della Scuderia AlphaTauri.
    La partnership con il team austriaco ha permesso a Max Verstappen di ottenere la prima vittoria della Honda dal 2006 al Gran Premio d’Austria 2019, seguita da altre tre vittorie e 13 podi in sole 31 gare.
    Inoltre, la vittoria della Scuderia AlphaTauri al Gran Premio d’Italia di quest’anno ha permesso alla Honda di diventare l’unico produttore di propulsori a vincere con due squadre diverse dall’inizio dell’era ibrida della Formula 1 nel 2014.
    Questa decisione – si legge sempre nella nota di Red Bull – non influisce sull’impegno di Honda a raggiungere i nostri obiettivi condivisi durante il resto della nostra partnership, poiché Red Bull e Honda puntano a consolidare il loro successo comune fino alla fine del 2021.
    Commentando l’annuncio di oggi, il Team Principal Christian Horner, ha dichiarato: “Come squadra comprendiamo quanto sia stato difficile per Honda Motor Company prendere la decisione di ritirarsi dalla Formula 1 alla fine della stagione 2021. L’attenzione spostata all’interno dell’industria automobilistica ha portato alla decisione di Honda di ridistribuire le proprie risorse e noi comprendiamo e rispettiamo il ragionamento alla base di questo. La loro decisione presenta ovvie sfide per noi come squadra, ma siamo già stati qui e con la nostra forza in profondità siamo ben preparati e attrezzati per rispondere in modo efficace, come abbiamo dimostrato in passato”.
    Horner ha poi anche aggiunto: “Anche se siamo delusi di non continuare la nostra partnership con Honda, siamo enormemente orgogliosi del nostro successo comune, offrendo cinque vittorie e 15 podi per entrambi i team di proprietà della Red Bull e ringraziamo tutti in Honda per i loro sforzi e impegno straordinari”.
    Guardando al futuro, il Team Principal della Red Bull ha poi concluso dicendo: “Il nostro obiettivo comune per il resto delle stagioni 2020 e 2021 è rimasto invariato, lottare per le vittorie e sfidare il campionato. In qualità di firmatario dell’ultimo accordo Concorde della Formula 1, la Red Bull Racing rimane impegnata nello sport a lungo termine e non vediamo l’ora di intraprendere una nuova era di innovazione, sviluppo e successo. Come gruppo, ora ci prenderemo il tempo che ci viene concesso per valutare ulteriormente e trovare la soluzione di propulsori più competitiva per il 2022 e oltre”. LEGGI TUTTO

  • in

    Marko (Red Bull): Adrian Newey ha ritrovato stimoli con Honda

    Il passaggio di Red Bull alle power-unit Honda ha ridato a Adrian Newey gli stimoli giusti, almeno secondo quanto dichiarato da Helmut Marko, eminenza grigia del team dell’energy drink. Il designer britannico, che negli ultimi anni si era in qualche modo allontanato dalla Formula Uno per dedicarsi ad altri progetti, avrebbe ritrovato gli stimoli giusti […] LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Analisi Tecnica Red Bull: Ecco come è migliorata la RB14

    La Red Bull in questo finale di stagione F1 2018 è tornata a fare la parte del leone, riuscendo a giocarsi la vittoria ad ogni Gran Premio assieme a Ferrari e Mercedes. In alcuni GP e soprattutto in certe condizioni e fasi di gara, la monoposto del Team austriaco è stata la monoposto più veloce […] LEGGI TUTTO