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    F1, ecco cosa può fare Hamilton per colmare il gap da Leclerc

    BAHRAIN, BAHRAIN – FEBRUARY 26: Lewis Hamilton of Great Britain driving the (44) Scuderia Ferrari SF-25 on track during day one of F1 Testing at Bahrain International Circuit on February 26, 2025 in Bahrain, Bahrain. (Photo by Zak Mauger/LAT Images) – Credits: Pirelli Motorsport

    Un velo di mistero sembra avvolgere le prestazioni di Lewis Hamilton, in questa sua prima parte di stagione con la Ferrari. Un distacco di circa mezzo secondo da Charles Leclerc in qualifica solleva interrogativi e alimenta un dibattito tra appassionati e addetti ai lavori: il sette volte campione del mondo è davvero al crepuscolo della sua straordinaria carriera? La risposta, analizzando i dati telemetrici con occhio critico e passione per la Formula 1, sembra essere più complessa e affascinante, di quanto si possa pensare.
    Chi affrettatamente liquida Hamilton come un pilota “bollito” commette un errore di valutazione. La sua classe cristallina e la sua meticolosa attenzione ai dettagli rimangono elementi distintivi. La chiave per comprendere questo divario prestazionale risiede, con ogni probabilità, in una peculiarità tecnica della Ferrari SF-25 che, al momento, non si sposa perfettamente con lo stile di guida del fuoriclasse inglese.
    L’analisi telemetrica rivela un dato cruciale: Hamilton accusa una perdita di circa tre decimi di secondo, in media, nelle fasi di frenata e rilascio dell’acceleratore. Questa indicazione suggerisce che potrebbe essere il freno motore (engine braking) della monoposto italiana a penalizzare l’approccio di guida dell’inglese.
    Hamilton, notoriamente un pilota dalla frenata “dolce” e progressiva, tende a rilasciare gradualmente l’acceleratore per poi modulare la frenata in maniera precisa. Il freno motore più aggressivo della Ferrari, rispetto alle monoposto guidate in precedenza (leggi Mercedes), potrebbe generare un effetto di “bloccaggio” o di instabilità al retrotreno in fase di decelerazione, costringendo Hamilton a una gestione meno fluida e, di conseguenza, meno rapida della percorrenza di curva.

    Charles Leclerc, al contrario, sembra trarre vantaggio da questa caratteristica della vettura. Il monegasco, noto per il suo stile di guida più aggressivo e con monoposto più “puntate” sull’anteriore, potrebbe sfruttare il freno motore per stabilizzare la vettura in ingresso curva e massimizzare la rotazione, guadagnando tempo prezioso.
    Ma cosa può fare Hamilton per colmare questo gap? Le opzioni sul tavolo sono diverse e richiedono un lavoro sinergico tra il pilota e il team di Maranello:
    – Adattamento dello stile di guida: Hamilton potrebbe lavorare per anticipare ulteriormente la frenata e modulare il rilascio dell’acceleratore in modo più rapido e meno progressivo, cercando di “assecondare” il comportamento del freno motore della SF-25. Questo, tuttavia, richiede tempo e un affinamento millimetrico della sensibilità al pedale.– Ottimizzazione della mappatura del freno motore: il team di ingegneri Ferrari potrebbe intervenire sulla centralina per rendere la risposta del freno motore meno aggressiva, cercando un compromesso che si adatti meglio alle preferenze di guida di entrambi i piloti. Trovare il giusto bilanciamento è fondamentale per non penalizzare però Leclerc.– Modifiche al set-up della vettura: interventi sull’assetto, come la distribuzione dei pesi e la rigidità delle sospensioni, potrebbero contribuire a rendere la vettura più stabile in fase di frenata e rilascio, offrendo a Hamilton maggiore fiducia e controllo.
    La sfida che attende Lewis Hamilton e la Ferrari è affascinante e ricca di implicazioni. Dimostra come, nella Formula 1 moderna, la simbiosi perfetta tra pilota e macchina sia un elemento imprescindibile per raggiungere la massima performance. Non si tratta di decretare la fine di un’era, ma piuttosto di comprendere le dinamiche sottili che regolano il complesso mondo della competizione automobilistica.
    La passione per la rossa e l’ammirazione per un campione come Hamilton ci spingono a seguire con attenzione ogni sviluppo, nella certezza che la sua leggendaria tenacia e l’ingegno degli uomini di Maranello sapranno trovare le soluzioni per riportare il sette volte campione del mondo a lottare per le posizioni che contano. Il cronometro, giudice severo ma imparziale, ci darà presto le risposte definitive. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, svelata la clausola sul contratto di Hamilton che potrebbe spiegare il pessimo avvio di stagione

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    I motivi della crisi di Hamilton e il piano Ferrari per aiutare il pilota inglese

    Proviamo ad analizzare i motivi della crisi di quest’anno di Lewis Hamilton e il piano della Scuderia Ferrari per aiutare il pilota inglese ad uscire dalla crisi.HAMILTON Lewis (gbr), Scuderia Ferrari SF-25, portrait during the Formula 1 Aramco pre-season testing 2025 of the 2025 FIA Formula One World Championship from February 26 to 28, 2025 on the Bahrain International Circuit, in Sakhir, Bahrain – Photo Antonin Vincent / DPPI – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    La crisi di Lewis Hamilton è sotto gli occhi di tutti. Il sette volte campione del mondo, passato alla corte di Maranello dopo dodici anni in Mercedes, non è ancora riuscito a trovare la via per ottenere un rendimento degno del suo palmares.
    Dopo cinque appuntamenti mondiali, Hamilton occupa la settima posizione nella classifica mondiale piloti, ovvero la penultima considerando i piloti dei quattro top team: McLaren, Mercedes, Ferrari e Red Bull.
    I punti complessivi sono solamente 31, sei in meno di un debuttante come Andrea Kimi Antonelli che lo ha anche sostituito in Mercedes. Salgono a 16 se li confrontiamo con quelli del compagno di squadra che, per dirla in un altro modo, ha già totalizzato il 50% in più dei punti dell’inglese.
    Al di là della vittoria nella gara Sprint in Cina – che comunque c’è stata – Hamilton, nella gara lunga, non è mai riuscito ad andare oltre il quinto posto del Bahrain.
    Quali sono i veri motivi della crisi del pilota inglese, arrivato alla corte di Maranello con l’obiettivo di riportare la Ferrari ai fasti mondiali?
    LA “FAME” E LE MOTIVAZIONI NON SON PIU’ QUELLE DI UNA VOLTA
    Hamilton, sin da bambino, è sempre stato un pilota con una “fame” e una voglia di “riscatto” superiore a molti suoi compagni di squadra e rivali. Sin dai tempi dei Kart, il gliovane pilota inglese, sentiva forte la voglia di vittoria per ricompensare il padre di tutti gli sforzi fatti per farlo correre. Il talentuoso Lewis è arrivato alle sette corono ididate, mosso sempre da questo fuoco che, forse dopo tanti successi, pare sia venuto un po’ meno.
    LA FIDUCIA IN SE STESSO
    Già negli anni scorsiquanche segnale lo avevamo cominciato ad intravedere. Il confronto per esempio con George Russell, spesso a favore di quest’ultimo, ha cominciato a insinuare qualche dubbio nella testa del campione inglese. Ora quando dice, parlando dei suoi attuali problemi ad adattarsi alla Ferrari, che sarà così per tutto l’anno, svela il lato debole delsuo carattere che implica una mancanza di fiducia in se stessi e nei propri mezzi.
    UN SUPER COMPAGNO DI SQUADRA
    Un terzo fatto che può aver contribuito alla crisi di Hamilton si può ricercare nel compagno di squadra che si trova quest’anno al suo fianco. Il Leclerc in versione 2025 è forse il miglior Leclerc di sempre e, in questo momento, è secondo solo a Max Verstappen. Se a questo uniamo il fatto che il monegasco è comunque al suo settimo anno in Ferrari, il vantaggio per quest’ultimo può essere “doppio”.
    L’ETA’ C’E’ E SI FA SENTIRE
    Attenzione, non stiamo dicendo che Hamilton sia “vecchio” ma sicuramente l’età ha un suo peso nel facilitare un rapido adattamento a un cambiamento. Lo dimostrano quest’anno i tanti giovani piloti che hanno approcciato da rookie al mondiale di Formula 1. Antonelli, Hadjar, Bearman, per citarne solo alcuni, hanno subito dimostrato di sapersi meglio adattare al cambiamento. Hamilton invece, dopo tantissimi anni nello stesso team, ha cambiato tutto: squadra, power unit, ingegneri, procedure, simulatore.

    La fame, la fiducia, il compagno, l’età. Al di là di questi quattro “aspetti”, la domanda verà è: quanta pazienza potrà avere la Ferrari? Se fosse un rookie, al giorno d’oggi Hamilton rischierebbe di essere già senza un sedile. Forse non in Ferrari ma quasi sicuramente in un team come Red Bull, dove la pazienza non è mai stata di casa.
    Scherzi a parte, a Maranello non possono nemmeno lontanamente pensare in questi termini e Fred Vasseur e i vertici Ferrari, sentito anche l’AD Benedetto Vigna, stanno preparando una task force per (ri)portare a bordo Hamilton, il più velocemente possibile, il che significa assecondare gli input dell’inglese e modificare la SF-25 secondo le sue indicazioni, anche se questo vorrà dire prendere due direzioni di sviluppo diverse, per i due piloti. Leclerc pare riesca ad adattarsi meglio e più velocemente ad una monoposto “non perfettamente bilanciata”, cosa che invece non riesce proprio a fare Hamilton. Problemi di fame a parte che ci sono e ci saranno sempre, a Maranello sono consapevoli del rischio di una duplice strada di sviluppo per la SF-25, soprattutto in un anno in cui, tra qualche mese, gli sviluppi si dovranno arrestare per pensare al profondo cambio di regolamento del 2026. LEGGI TUTTO

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    La Ferrari e i dolori dell’ex giovane Leclerc

    A 27 anni suonati, fa un po’ ridere continuare a chiamarlo il “predestinasto”. Piuttosto, se l’andazzo è questo pure nel 2025, il rischio che corre è entrare, in questo caso molto velocemente, nella schiera degli “ex giovani con un grande avvenire ormai dietro le spalle”. Povero Charles Leclerc. I suoi dolori sono gli stessi del popolo ferrarista, che lo accompagna da sei anni con la fede e le aspettative che si riservano a un nuovo Messia. Aspettativ LEGGI TUTTO

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    Hamilton e la Ferrari, storia di un rapporto che ancora deve ingranare. E quel paragone con Cristiano…

    È un po’ come quando si diceva: “Cristiano Ronaldo si ripaga con le magliette. E poi la Champions…”. Ecco, era una fake news: Cristiano, che pure ha aumentato notevolmente il prestigio commerciale della Juventus, non si è ripagato con le maglie e non ha portato, di diritto, la Champions a Torino. Il campo è sempre miglior o peggior giudice e questo vale anche per la pista. E, allora: la Ferrari ha fatto bene a investire su LEGGI TUTTO

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    F1, Hamilton e quella fame di vittoria che resta inappagata

    Lewis Hamilton – Credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    Bahrain – Un leone ferito ruggisce ancora, ma la sua preda è ancora lontana. Lewis Hamilton, il sette volte campione del mondo, ha offerto una prestazione di tenacia e abilità nel Gran Premio del Bahrain, rimontando dalla nona posizione in griglia fino a conquistare un solido quinto posto finale. Un risultato che per molti piloti rappresenterebbe un successo, ma che per l’asso britannico della Ferrari lascia un retrogusto di insoddisfazione, come traspare dalle sue dichiarazioni post-gara: “Va bene così, non mollerò di sicuro.”
    Queste parole, pronunciate con la determinazione che lo ha sempre contraddistinto, non celano una frustrazione latente. Hamilton, pur riconoscendo i progressi compiuti dalla sua vettura nel corso della gara, non può nascondere l’ambizione di lottare per posizioni più nobili. La rimonta, orchestrata con sorpassi chirurgici, ha messo in luce il talento cristallino del campione, ma la distanza dai primi, in particolare dalla McLaren, rimane un divario significativo.
    Nonostante la mancata soddisfazione piena, la gara di Hamilton in Bahrain non è priva di elementi positivi. La capacità di recuperare posizioni in un circuito notoriamente difficile dimostra la competitività della monoposto in configurazione gara e la maestria del suo pilota. La gestione strategica del team e la performance costante di Hamilton hanno permesso di massimizzare il risultato, portando a casa punti preziosi per il campionato costruttori.
    “Non mollerò di sicuro”. Un monito per la concorrenza
    La frase chiave pronunciata da Hamilton risuona come un avvertimento per i suoi rivali. Il sette volte iridato non ha intenzione di arrendersi e continuerà a spingere al limite per colmare il gap con i leader. La sua fame di vittoria è intatta e la sua determinazione a riportare la Ferrari ai vertici della formula 1 è più forte che mai.

    Prospettive future: la sfida continua
    Per Hamilton e la Ferrari, il quinto posto è un punto di partenza, una base su cui costruire e migliorare. Il lavoro di sviluppo sulla vettura sarà cruciale per ridurre il distacco. Hamilton, dal canto suo, continuerà a dare il massimo in pista, sfruttando la sua esperienza e il suo talento per conquistare ogni opportunità.
    La passione e la grinta di Lewis Hamilton sono un motore inesauribile. La sua rimonta in Bahrain, pur non appagando la sua sete di vittoria, è un segnale chiaro: il campione è ancora in gioco e non ha alcuna intenzione di abdicare. La formula 1 può prepararsi a una stagione avvincente, con un Hamilton pronto a dare battaglia fino all’ultima curva. LEGGI TUTTO

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    Torna la Formula 1, Ferrari all’esame di riparazione: le novità introdotte in Bahrain per riprendere la rotta

    Bahrain, centro delle principali rotte commerciali sin dall’antichità. Oggi terra in cui la Ferrari spera di ritrovare la rotta giusta dopo l’inizio deprimente di questa stagione in Formula uno. I numeri fin qui non lasciano ben sperare: la Ferrari ha ottenuto poco più di un terzo dei punti arrivati a questo punto della stagione, nessun podio nelle prime tre gare.  Per un in LEGGI TUTTO