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    F1, Da Masahiro Hasemi a Yuki Tsunoda: la storia dei piloti giapponesi in Formula 1

    Con l’arrivo di Yuki Tsunoda, il Giappone torna ad iscrivere un proprio pilota in Formula 1. Il promettente nipponico, classe 2000, sarà il nuovo alfiere della Scuderia Alpha Tauri Honda.

    Tsunoda è reduce da un ottimo 2020. Impegnato in Formula 2 nelle fila del team Carlin, ha ottenuto 3 vittorie ed il 3° posto finale in campionato, alle spalle di Mick Schumacher e Callum Ilott. La motorizzazione Honda ha facilitato l’approdo di Tsunoda in Alpha Tauri, tuttavia il pilota giapponese ha dimostrato in cadetteria ottime capacità e di valere un posto nella scuderia dell’orbita Red Bull.
    Tsunoda è solo l’ultimo pilota del Sol Levante ad essere approdato in Formula 1. La storia dei piloti nipponici in F1 è controversa. Il Paese asiatico ha alternato ottimi ma sfortunati piloti ad altri dalle dubbie qualità, pesantemente e oltremodo criticati dal proverbialmente arrogante pubblico europeo.
    Tutto inizia nel 1976. È il GP del Giappone, disputato sul tracciato del Fuji, quando debuttano per la prima volta nella storia della F1 ben tre piloti giapponesi. Stiamo parlando di nomi illustri del motorsport nipponico ed internazionale: Masahiro Hasemi, Kazuyoshi Hoshino e Noritake Takahara.
    Hasemi è al volante della valida (e bellissima) Kojima KE007-Cosworth DFV del Kojima Engineering, Hoshino è alla guida della privata Tyrrell 007-Cosworth DFV dell’Heros Racing, Takahara, infine, siede nell’abitacolo della Surtees TS19-Cosworth DFV del Team Surtees. Solo Takahara e Hasemi vengono classificati, rispettivamente al 9° e 11° posto.
    A quello stesso GP avrebbe dovuto partecipare anche Masami Kuwashima. Quest’ultimo prende parte alle qualifiche al volante della Williams FW05 del Walter Wolf Racing ma, per ragioni di sponsor, lascerà il posto ad Hans Binder.
    Nel 1975, tuttavia, era stato Hiroshi Fushida a tentare la fortuna in F1. Al volante della non competitiva Maki FC101C-Cosworth DFV del Maki Engineering, è presente a Zandvoort e Silverstone. In Olanda, qualificatosi con l’ultimo tempo, non prenderà parte alla gara a causa di problemi al motore. In Inghilterra, invece, mancherà la qualificazione.
    In occasione del GP del Giappone 1977, la pattuglia nipponica è nutrita e ben rappresentata. Takahara è al volante della Kojima KE009-Cosworth DFV del Kojima Engineering, Hoshino è impegnato con la vettura gemella gestita dall’Heros Racing, Kunimitsu Takahashi, infine, è alla guida della Tyrrell 007-Cosworth DFV del Meritsu Racing Team. Takahashi chiude la corsa al 9° posto, Hoshino all’11°.
    I piloti giapponesi, dunque, sono protagonisti di sporadiche apparizioni, specie in veste di “wild-card” nel GP di casa. Si tratta di piloti veloci, abili, in grado di lottare ad armi pari con i piloti che militano in pianta stabile in F1.
    A conferma della bontà della “prima ondata” di piloti giapponesi, ci viene in aiuto la vittoria tutta “Jap” alla 24 Ore di Daytona del 1992 (IMSA). A vincere la corsa, infatti, è l’equipaggio formato da Masahiro Hasemi/Kazuyoshi Hoshino/Toshio Suzuki, al volante della Nissan R91CP (Lola T91/30) del Nissan Motorsport International di classe LM.
    Satoru Nakajima è, di fatto, il primo pilota giapponese a militare stabilmente in F1. 74 GP effettivi disputati, 1 giro veloce in gara (Adelaide 1989, Lotus 101-Judd), 16 punti conquistati (nella sua epoca, vanno a punti solo i primi 6 classificati).
    Satoru è e rimarrà un’icona, un simbolo di un tempo, di un florido periodo storico. Nakajima porterà in gara la Lotus 99T-Honda (1987), la Lotus 100T-Honda (1988), la Lotus 101-Judd (1989), le Tyrrell 018 e 019-Cosworth (1990) e la Tyrrell 020-Honda (1991).
    Due quarti posti: sono questi i migliori risultati colti da Satoru Nakajma in F1, rispettivamente al GP di Gran Bretagna 1987 e al GP d’Australia 1989.
    Contemporaneo di Satoru Nakajima è Aguri Suzuki. Altro pilota veloce ma che, all’epoca, viene erroneamente ritenuto come una sorta di “corpo estraneo” al mondo della F1, tradizionalmente occidentale e che considera i piloti del Sol Levante solo ed esclusivamente dei “kamikaze” paganti e raccomandati.
    Ma Suzuki, carta canta, è il primo pilota nipponico a salire sul podio di un GP iridato di F1. Lo fa in occasione del GP del Giappone 1990, quando conduce la sua Lola 90-Lamborghini al 3° posto.
    Prenderà parte a 64 GP effettivi, al volante di Lola LC88-Cosworth (1988), Lola LC89B e Lola 90-Lamborghini (1990), Lola 91-Cosworth (1991), Footwork FA13-Mugen Honda (1992), Footwork FA13B e FA14-Mugen Honda (1993), Jordan 194-Hart (1994), Ligier JS41-Mugen Honda (1995). 8 i punti totali conquistati.
    Da dimenticare la stagione 1989, trascorsa in seno al West Zakspeed Racing. La Zakspeed 891-Yamaha è bella ma non balla: il pilota giapponese colleziona 16 (e dico se-di-ci) non pre-qualificazioni consecutive. Dura la vita in F1 negli anni ruggenti…
    Parli di mancate pre-qualificazioni e spunta Naoki Hattori. Il pilota di Tokyo sfida la sorte al volante della Coloni C4-Cosworth in occasione dei GP del Giappone ed Australia. Due le mancate pre-qualificazioni in altrettanti tentativi.
    Ukyo Katayama. Un nome passato alla storia, un pilota che ha caratterizzato le griglie di partenza dei GP Anni ’90. Ben 95 sono i GP effettivi disputati dal buon Ukyo. Solo 5, tuttavia, i punti faticosamente conquistati. Katayama debutta in F1 in occasione del GP del Sudafrica 1992, per poi terminare la sua avventura nella massima formula nel 1997, col GP d’Europa.
    Nel 1992 è alla guida della Venturi LC92-Lamborghini, nel 1993 passa alle Tyrrell 020C e 021-Yamaha, nel 1994 è al volante della semplice ma ben concepita Tyrrell 022-Yamaha. Nel 1995, è la volta della iconica Tyrrell 023-Yamaha, nel 1996 chiude la lunga parentesi nella celebre scuderia britannica alla guida della 024-Yamaha. Il 1997 lo vede alla guida della Minardi M197-Hart gommata Bridgestone.
    Sarà proprio la Tyrrell 022-Yamaha del 1994 a consegnare a Katayama il miglior piazzamento in F1, il quale coincide con i due quinti posti colti rispettivamente ai GP del Brasile e San Marino. Nel medesimo anno, andrà a punti anche a Silverstone: 6° alla bandiera a scacchi.
    Il già citato Toshio Suzuki, nel 1993, disputa i suoi due unici GP di F1. Al volante della Larrousse LH93-Lamborghini, è al via dei GP del Giappone e d’Australia.
    Nel 1994, un altro pilota giapponese si affaccia nel circus iridato. È Ideki Noda, il quale prenderà parte, senza troppa fortuna, ai GP d’Europa, Giappone e Australia al volante della Larrousse LH94-Cosworth.
    Anni ’90, che anni! C’è spazio anche per Taki Inoue. Il pilota nipponico partecipa a 18 GP. La Simtek S941-Cosworth inaugura la sua breve carriera in F1: è il GP del Giappone. Nel 1995, ultima la sua prima ed unica stagione completa in F1 al volante della Footwork FA16-Hart. Discusso e criticato, Inoue porta a casa un onorevolissimo 8° posto al GP d’Italia.
    Nel biennio 1997-1998, è della partita anche Shinji Nakano. Egli si dimostra un buon pilota, sufficientemente veloce seppur impegnato con vetture non di prima fascia. Nel 1997, è al volante della Prost JS45-Mugen Honda, nel 1998 della Minardi M198-Cosworth. Chiude al 6° posto i GP del Canada e Ungheria 1997. Anche in Minardi sfiora la zona punti, terminando al 7° posto il GP del Canada.
    Tora Takagi debutta in F1 nel 1998. Anche nel caso di “Tora-Tora-Tora”, siamo di fronte ad un pilota all’altezza della Formula 1: un pilota che si qualifica e che termina 4 GP nei primi 10 classificati, talentuoso o meno, è in grado di guidare più che degnamente una monoposto di F1.
    Chiudere un GP in settima come in decima posizione, oggi, garantisce punti iridati, per il pilota e per il costruttore. Ma negli Anni ’90 no…
    Nel 1998, Takagi è alla guida della Tyrrell 026-Cosworth, nel 1999, infine, della Arrows A20-Arrows/Hart. Il suo miglior piazzamento in gara coincide con il 7° posto centrato al GP d’Australia 1999. A pieni giri e ad un soffio dalla zona punti.
    Con Takuma Sato, il livello dei piloti giapponesi subisce un evidente, innegabile passo in avanti. Veloce ma troppo presto scartato e dimenticato dalla F1, Sato prende parte a 90 GP effettivi. Jordan EJ12-Honda (2002), BAR 005-Honda (2003), BAR 006-Honda (2004), BAR 007-Honda (2005), Super Aguri SA05/SA06-Honda (2006), Super Aguri SA07-Honda (2007) e Super Aguri SA08-Honda (2008) sono le monoposto condotte in gara dal buon Sato.
    Il bottino totale è pari a 44 punti. Ad impreziosire la carriera di Sato in F1, senza dubbio, vi è il podio ottenuto in occasione del GP degli USA 2004, chiuso al 3° posto.
    Messo alla porta dalla F1 alquanto frettolosamente, Sato troverà fortuna negli USA. Si aggiudicherà due edizioni della 500 Miglia di Indianapolis, nel 2017 e 2020.
    Contemporaneo di Sato è Yuji Ide. Per Ide, l’avventura in F1 dura il tempo di 4 GP: siamo nel 2006, la vettura è la Super Aguri SA05-Honda.
    Più sostanziosa ma ugualmente fallimentare è stata la carriera di Sakon Yamamoto. 21 i GP effettivi tra il GP di Germania 2006 ed il GP della Corea del Sud 2010. Le monoposto condotte dal pilota nipponico sono la Super Aguri SA06-Honda (2006), le Spyker F8-VII/F8-VIIB-Ferrari (2007) e la HRT F110-Cosworth (2010).
    Con Kazuki Nakajima e Kamui Kobayashi possiamo a ragione parlare di “occasioni mancate”, di autentici “what if”. Il figlio d’arte e Kobayashi sono, indiscutibilmente, piloti di elevato valore, degni della F1 e che in F1 — se messi nelle ottimali condizioni — possono, potevano esprimere un enorme potenziale.
    Ma la storia non si scrive coi “se” e coi “ma”. Nakajima (36 anni) ha al proprio attivo 36 GP effettivi in F1 e 9 punti conquistati. Tra il GP del Brasile 2007 ed il GP di Abu Dhabi 2009, è al volante delle Williams FW29, FW30 e FW31 motorizzate Toyota. Il 6° posto agguantato al GP d’Australia 2008 è il suo miglior risultato in F1.
    Divenuto pilota ufficiale Toyota nel World Endurance Championship, conquisterà vittorie e apprezzamenti. Vincerà per ben tre volte la 24 Ore di Le Mans al volante della Toyota TS050 di classe LMP1: nel 2018 e 2019 dividendo l’auto con Fernando Alonso e Sébastien Buemi, nel 2020 assieme a Buemi e Brendon Hartley.
    Kobayashi (34 anni), dal canto suo, disputa 75 GP di F1, debuttando in occasione del GP del Brasile 2009 (Toyota TF109). Nel triennio 2010-2012 è in Sauber (Sauber C29, C30 e C31 spinte dal V8 Ferrari), nel 2014 — all’indomani della non particolarmente fortunata parentesi WEC con AF Corse — è alla guida della Caterham CT05-Renault.
    125 punti conquistati ma, soprattutto, un podio all’attivo: Kobayashi, infatti, chiude al 3° posto il GP del Giappone 2012.
    Rinnegato dalla F1, troverà fortuna nel WEC — in Toyota, al pari di Nakajima — e negli USA. Nel 2019 (con Fernando Alonso, Jordan Taylor e Renger van der Zande) e 2020 (assieme a Ryan Briscoe, Scott Dixon e Renger van der Zande) si aggiudicherà la 24 Ore di Daytona, al volante della Dallara/Cadillac DPi-V.R del Wayne Taylor Racing.
    Yuki, adesso tocca a te. LEGGI TUTTO

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    Addio a Kinuko Idogawa, una delle eroine del Giappone a Tokyo 1964

    Foto Kenji Suzuki/Senkai.com

    Di Redazione
    È scomparsa all’età di 81 anni per un’emorragia cerebrale Kinuko Idogawa, una delle componenti della nazionale femminile del Giappone che conquistò una storica medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 1964. Idogawa era una delle attaccanti principali di quelle che erano state definite le “Streghe d’Oriente”, con cui aveva vinto, oltre ai Giochi, anche i Mondiali 1962.
    Recentemente Idogawa aveva raccontato così la sua esperienza al portale Senkai: “Si dice che siamo state le pioniere nello sport femminile giapponese, ma a quei tempi non eravamo nemmeno consapevoli di essere donne. Ci allenavamo duramente ogni giorno e per il resto del tempo lavoravamo in fabbrica… Ora è diverso, ho l’impressione che sempre più giocatrici si godano lo sport. Io non potevo permettermelo. Mi allenavo così tanto che non avrei mai pensato che lo sport fosse un piacere“.
    (fonte: Senkai.com) LEGGI TUTTO

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    Giappone: Toray Arrows al comando, in crisi le Body Queenseis di Sorokaite

    Di Redazione
    Secondo weekend di gare per la V-League femminile in Giappone, e al comando della classifica c’è una coppia decisamente sorprendente: le Toray Arrows di Jana Kulan, che non hanno ancora perso un set in campionato, e le NEC Red Rockets, che pure sono ancora in attesa dell’arrivo di Ozsoy. Le Arrows, nell’ultimo turno, hanno avuto nettamente la meglio per 3-0 (25-19, 28-26, 25-17) sulle Toyota Auto Body Queenseis: la squadra di Indre Sorokaite, battuta anche dalle Denso Airybees, è malinconicamente ultima in classifica.
    Le Red Rockets, invece, hanno piegato con un sorprendente 3-1 (25-18, 25-19, 26-28, 30-28) le grandi favorite JT Marvelous, con 29 punti di Sarina Koga. Brusco stop anche per le Hisamitsu Springs, fermate sul 3-0 (25-22, 25-15, 25-19) dalle Saitama Ageo Medics (16 punti di Shainah Joseph), che pure il giorno precedente avevano perso in casa contro il Victorina Himeji. Insomma, un campionato ancora nel segno dell’equilibrio e ricco di sorprese.
    (fonte: Vleague.jp) LEGGI TUTTO

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    Un Mondo di Volley: Corea e Giappone ripartono, Dinamo e Zenit Kazan in vetta

    Di Stefano Benzi
    Un’altra settimana di volley internazionale alle prese con l’emergenza sanitaria, che un po’ ovunque in Europa ha visto lo sport confrontarsi con nuove misure restrittive. In Polonia si gioca senza pubblico, così come su molti campi di Francia, Germania e Turchia. In alcuni tornei la presenza di pubblico – si chiamano “testimoni di gioco” – è considerata una condizione necessaria per omologare il risultato. Si è giocato ovunque non ci siano stati casi conclamati o impossibilità oggettive, ma la sensazione è che la normalità sia ancora molto lontana. Situazione meno pesante in Asia: Corea e Giappone hanno dato il via ai rispettivi campionati e la Cina si prepara a inaugurare la Superlega maschile.
    POLONIANel campionato maschile la situazione COVID-19 è a dir poco preoccupante. Altri casi conclamati sia nello Zaksa-Kedzierzyn Kozle capolista che nel Bedzin: nel programma dell’ottavo turno si è disputata una sola partita, a porte chiuse, a cui si è aggiunto un anticipo del diciannovesimo turno. Vincono solo il Verva Varsavia di Anastasi e l’Asseco Resovia di Giuliani: la squadra della capitale chiude in quattro set in rimonta con il Katowice, anche l’Asseco concede un set allo Stal Nysa. Il calendario sta diventando un bel problema: ieri sera è stata posticipata l’unica partita in programma tra Skra Belchatow e Olsztyn.
    Notevolmente rallentato anche il campionato femminile, ma le due partite di cartello in programma ieri sera si sono regolarmente svolte. L’LKS Commercecon Lodz allenato da Cuccarini ha nettamente battuto un Chemik Police sempre più in crisi: terza sconfitta in quattro partite per la squadra di Ferhat Akbas, che ha perso per tutta la stagione Wilma Salas. Vittoria comoda anche per l’altra squadra di Lodz, il Grot Budowlani, che chiude in tre set i suoi conti con l’Enea PTPS Pila. Il Legionovia di Chiappini ha anticipato il match del 15esimo turno con il Developres Sky Rzeszow e disputato regolarmente il quinto turno con il Joker Swiecie. E li ha persi entrambi. Un ridimensionamento notevole per una squadra che era partita benissimo. Nell’unica altra gara disputata vince l’MKS Kalisz, al quinto set con il Bydgoszcz.
    RUSSIALa Superleague russa è alle prese con una situazione che ha sollevato molte polemiche. La Federazione ha applicato una sorta di deregulation senza stabilire un vero e proprio protocollo per le squadre che hanno casi di positività tra i giocatori. Alcuni club sono stati costretti a rinunciare alle partite in programma e hanno inviato la documentazione medica circa i propri atleti malati o isolati chiedendo il rinvio: la Federazione ha penalizzato con due sconfitte a tavolino l’ASK Nizhny Novogorod, ma la società ha fatto ricorso e una delle due penalizzazioni è stata annullata.
    Casi simili erano già capitati e continuano a verificarsi in altre squadre: le ultime a essersi imposte la quarantena sono Belogorie Belgorod e Lokomotiv Novosibirsk. Giocano invece nel big match del quinto turno Zenit Kazan e Kuzbass Kemerovo, una partita ricca di significato che vedeva di nuovo di fronte i tecnici Alekno e Verbov, una volta insieme nello Zenit e ora divisi da una rivalità che si è inacidita parecchio nelle ultime settimane. Alekno e lo Zenit vincono nettamente, 3-0, nonostante una buona prestazione di Ivan Zaytsev (16 punti). Il Kuzbass perde la sua imbattibilità. Vittoria in tre set anche per lo Zenit San Pietroburgo sul campo del Nizhnevartovsk e del Fakel di Carmelo Placì, in casa dell’Ural Ufa.
    Superleague femminile ancora alle prese con diversi posticipi: già ufficializzati due rinvii per il prossimo turno. Cinque le partite giocate nel settimo turno in programma. La Dinamo Kazan passa in tre set sul campo del Leningradka, infliggendogli la prima sconfitta, e si porta al comando. Torna in campo il Lokomotiv Kaliningrad anche se con un roster ridotto a nove giocatrici, in grado comunque di conquistare una bella vittoria per 3-2 sulla Dinamo Krasnodar, che deve così abdicare. Vittorie comode e in tre set per Dinamo Mosca e Uralochka, rispettivamente su Sparta e Proton Saratov.
    GERMANIAPartita ma con il freno a mano tirato la Bundesliga maschile: prima giornata divisa in due turni di gioco, quattro le gare disputate regolarmente, con le vittorie di Friedrichshafen, Berlin Recycling Volley, Herrsching e Lunenburg che nel match più atteso della giornata va a vincere sul campo dello United Volleys Frankfurt. Le altre quattro gare saranno giocate tra sabato e domenica prossima.
    Quattro partite regolarmente disputate anche nel torneo femminile. Match di cartello quello tra il Potsdam e il Palmberg Schwerin (addirittura un anticipo del 19esimo turno), che va a vincere in trasferta al quinto set al termine di una sfida davvero molto intensa. Primo punto perso per lo Schwerin nelle tre giornate iniziali. Successi anche per Ladies in Black Aquisgrana, Dresda e Vilbisburg che batte fuoricasa al tie-break il Munster e conquista così i suoi primi punti stagionali.
    FRANCIALa Ligue A maschile è uno dei pochi che è riuscito a completare tutto il turno di gara, il quarto: svetta al comando con 11 punti il Tourcoing, protagonista di una vittoria in quattro set contro l’Ajaccio. Spiccano la splendida rimonta del Cambrai sul campo del Cannes, che subisce al quinto set la sua prima sconfitta, e il passo falso del Paris che cede sempre al tie-break con Montpellier. Nel big match tra il Poitiers e lo Chaumont di Silvano Prandi, vittoria in quattro set e in rimonta per i padroni di casa, che con una partita in crescendo si portano a quota 9 in una classifica molto corta.
    Nella Ligue A femminile l’unica squadra a punteggio pieno è il Nantes, tre vittorie in tre partite con una gara da recuperare: le atlantiche chiudono in quattro set con il TFOC. Terza vittoria anche per il Paris Saint-Cloud, 3-1 allo Chamalières, mentre il Volero Le Cannet, reduce da un avvio complicato, conquista la posta piena nel derby con il Cannes. Torna a vincere il Pays d’Aix Venelles di Orefice, quasi perfetto sul campo di un Beziers ancora privo di Yamila Nizetich e condizionato da un gran numero di errori.
    TURCHIALa grande sorpresa nel campionato maschile è la sconfitta dello Sport Toto, che subisce la serata di grazia di Uriarte (22 punti) e cade sul campo dell’Inegol Bursa. Ne approfitta il Galatasaray, che vince 3-1 sul Sorgun e va al comando della classifica anche a causa del rinvio del match del Fenerbahce. Tutte le favorite vincono: l’Halkbank, 3-0 all’Istanbul BBSK, l’Arkas Izmir, 3-1 al Tokat, e l’Afyon, vittoria in tre set sull’Arhavi fanalino di coda. 
    In ambito femminile, doppio turno in tre giorni per il Vakifbank di Giovanni Guidetti che chiude il bilancio di un fine settimana lungo con due vittorie: la prima nell’anticipo contro il Besiktas, ormai destinato a una stagione triste da “cenerentola”, e il secondo nel recupero del settimo turno con il Kuzeyboru Aksaray. Il decimo turno offriva l’ennesimo superderby di Istanbul tra Fenerbahce e Galatasaray: vittoria netta per le padrone di casa del Fenerbahce 3-0. Boskovic tiene banco nel 3-0 dell’Eczacibasi contro il THY di Marcello Abbondanza alla sua quarta sconfitta in un avvio di stagione molto incostante. Anche il PTT fatica: le postine tornano al successo, il quinto in dieci partite, battendo nel derby di Ankara il Karayollari.
    LE ALTRESono iniziati, come detto, i due principali tornei dell’Estremo Oriente: in Corea del Sud la V-League femminile si è aperta con le vittorie di IBK Altos e Hyundai E&C Hillstate (ko al tie break le KGC Ginseng di Diouf), mentre quella maschile ha visto il primo successo dei KAL Jumbos di Santilli. In Giappone esordio da dimenticare per Indre Sorokaite con le Toyota Auto Body Queenseis; tra gli uomini, bene i Panasonic Panthers, mentre i JTEKT Stings lasciano per strada il primo punto. La Cina si prepara alla Superleague femminile, con il Tianjin grande favorito dopo la conferma di Zhu Ting.
    Si gioca anche in Brasile: la sorprendente vittoria del Volei Renata nel campionato paulista (si sta ancora giocando la finale femminile) si accompagna a quella più scontata del Sada Cruzeiro nel mineiro, e in settimana si torna già in campo per la Supercoppa. Pronta a ripartire anche l’Argentina, sia pure con sole 7 squadre di cui 4 matricole. Infine in Serbia l’UB Volley festeggia la prima Supercoppa femminile della sua storia. LEGGI TUTTO

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    Giappone: nazionali al lavoro, torna anche Miyu Nagaoka

    Di Da oggi la nazionale maschile del Giappone lavora al completo. Già dallo scorso 20 giugno i nipponici si stavano allenando con un piccolo gruppo di giocatori al centro federale Ajinomoto di Tokyo, ma solo nella mattinata di venerdì tutti i giocatori convocati hanno raggiunto i compagni, non prima di essersi sottoposti a nuovi test […] LEGGI TUTTO

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    L’Ageo Medics Saitama annuncia una squadra al risparmio: la prima firma è Mami Uchiseto

    Di È Mami Uchiseto il primo innesto dell’Ageo Medics di Saitama, squadra che con parecchi problemi sta affacciandosi all’organizzazione del prossimo campionato di V-League giapponese: la società ha considerevolmente limato il suo budget per una stagione all’insegna della ‘sostenibilità’. – ha detto il direttor tecnico del club, il brasiliano Antonio Marcos Lerbach – La schiacciatrice […] LEGGI TUTTO

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    Kana Oyama, dal campo alla tv con un format che è un successo: Gu Tachi

    Foto: FIVB Di Redazione …ma funzionerebbe da noi? E la prima domanda che ci facciamo dopo avere visto le immagini di quanto stiamo per raccontarvi. Ma partiamo dalla base, e dunque dalla protagonista di questa notizia. Kana Oyama, una delle più popolari e rappresentative giocatrici giapponesi, non ha mai lasciato  definitivamente il volley. Aveva 19 […] LEGGI TUTTO