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    Tsitsipas: “Le mie parole su Rublev sono state ingiuste. Mi scuserò con lui”

    La stretta di mano tra Stefanos e Andrey a Torino (foto Sposito)

    Stefanos Tsitsipas fa mea culpa. Il greco lo scorso 19 novembre si era scagliato contro Andrey Rublev dopo la sconfitta patita dal russo alle ATP Finals di Torino, arrivando a dire senza mezzi termini che il moscovita l’aveva superato “con le poche armi di cui dispone”. Una dichiarazione a caldo, carica di rabbia, che non era passata inosservata e che scatenò un ciclone di reazioni stizzite sui social, anche da parte di sostenitori del miglior tennista greco della storia. Rublev la prese con grande fair play, non ribattendo alle critiche del rivale e dimostrando grande classe.
    Ora arrivano le scuse da parte di Tsitsipas, che a freddo è tornato sull’episodio in un’intervista rilasciata al media Arab News. Quelle parole al veleno erano state pronunciate dall’ellenico per motivare il russo ancor più prima della partita contro Casper Ruud in semifinale. Infatti, con una vittoria di Rublev, Tsitsipas avrebbe mantenuto il suo posto nella Top 3. Ruud invece si è qualificato per la finale, chiudendo il 2022 al n.3 del ranking, davanti a Tsitsipas (n.4).
    “Quello che ho detto in quella conferenza stampa contro Rublev è stato molto ingiusto nei suoi confronti, non sono stato corretto” dichiara Stefanos, “volevo che fosse carico a mille prima della sua prossima partita, per giocare ancora meglio. Volevo davvero che Andrey vincesse la partita seguente e il mio approccio fu quello di aggiungere un po’ di benzina sul fuoco, per far sì che fosse ancor più affamato e concentrato sulla sua prossima partita. Ora penso che sia stato brutto da parte mia. Una sua vittoria era il mio unico modo per finire nei primi tre. Ovviamente la cosa migliore sarebbe stata vincere la mia partita”.
    “Andrey è un grande giocatore. Ha una grande varietà di armi che usa molto bene in campo” afferma ora Tsitsipas, contraddicendo totalmente quel che disse a caldo nella press conference incriminata, nella quale lo bollò come un tennista limitato e di poco talento. “Andrey può colpire la palla molto forte, viene dalla nuova generazione iniziata con Marat Safin. Non penso che sia limitato nel suo gioco. È uno dei ragazzi più disciplinati e professionali. È anche un ragazzo molto divertente, un’anima gentile, mi piace stare con lui. Se mi pento di aver detto quelle cose? Si, mi pento di averlo detto. Non è stato bello da parte mia, ero estremamente ferito dal fatto che non potevo andare fino in fondo, mi ha fatto molto male. Ma non era il modo giusto di comportarsi. Sicuramente quando lo vedrò mi scuserò con lui per averlo apostrofato in quel modo perché non è certo quello che penso di lui”.
    Un mea culpa totale, che tuttavia non placa la discreta bufera intorno a Tsitsipas, tennista amato ma anche bersaglio di molte critiche da parte degli appassionati e, spesso, anche da parte di vari colleghi che mal tollerano alcuni suoi atteggiamenti in campo e fuori. LEGGI TUTTO

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    Marcus Willis ed il sogno di ritornare a Wimbledon (ma in doppio)

    Marcus Willis nella foto

    Marcus Willis ha vissuto una delle storie più belle degli ultimi anni quando ha raggiunto, fuori dai primi 700 del mondo, il secondo turno di Wimbledon nel 2016, dove perse solo da Roger Federer.
    Una favola finita in fretta e da allora il britannico è completamente scomparso dalle luci della ribalta, ma sembra che abbia nuovi propositi.A 32 anni, Willis ha rivelato il suo sogno di giocare di nuovo a Wimbledon – e non solo – con il progetto di giocare il doppio. Ha rivelato tutto a Tennis 365.
    SOGNO DI GIOCARE DI NUOVO A WIMBLEDONGiocare a Wimbledon è ciò che ho sempre sognato di fare sin da quando ero bambino. Se riuscirò a tornare e a vincere qualche incontro, allora sarà un nuovo sogno realizzato per me. Mi piacerebbe anche giocare più tornei, altri Grand Slam, soprattutto gli US Open ma anche altri Major. Mi sono dato due anni per giocare Wimbledon e questi tornei e penso che il 2023 potrebbe essere l’anno giusto.
    DOPPIOHo iniziato questa avventura l’estate scorsa e mi sono posto l’obiettivo di entrare tra i primi 500 nel mondo del doppio in un anno. Mi ero riproposto di farlo entro luglio 2023, ma la realtà è che ho già raggiunto quella posizione (lui è al 451° posto). Ora sono nella fase di rivalutazione dei miei obiettivi e della mia preparazione. Il mio desiderio è quello di iniziare a giocare i Challenger a marzo o aprile e poi entrare nella top 250 della classifica. Vedo altri giocatori britannici come Henry Patten e Julian Cash, che ora sono classificati all’85° posto, giocatori che un anno fa giocavano il tipo di tornei che gioco io ora.
    NUOVA SPERANZA NEL DOPPIOIl doppio è sempre stato il mio punto forte. Anche a 32 anni, sono ancora competitivo contro molti giocatori quando gioco nei tornei di esibizione, quindi ero entusiasta di dimostrarlo e voglio vedere quanto posso salire in classifica. Non ho mai voluto lasciare definitivamente il tennis professionistico. LEGGI TUTTO

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    Monfils salterà l’Australian Open 2023 per ottenere il ranking protetto

    Uno scatto delle nozze tra Gael ed Elina

    Una scelta che forse farà discutere in Francia (e non solo) quella di Gael Monfils. Il 36enne ex top10 transalpino è fermo dallo scorso agosto per un problema al piede, l’ultimo torneo giocato è stato il Masters 1000 canadese. Da allora il lieto evento della nascita della primogenita insieme a Elina Svitolina. Gael, alle prese con la fase finale del recupero dall’infortunio, ha scelto di saltare il primo Slam del 2023 per non perdere la chance di approfittare del “ranking protetto”, possibilità riservata ai giocatori che sono stati costretti a fermarsi per almeno sei mesi a causa di un infortunio. In questo modo, Monfils potrà entrare nei tabelloni dei tornei al rientro sfruttando il ranking posseduto al momento dell’infortunio, quindi nel suo caso dello scorso agosto, quando era n.20 (attualmente è posizionato al n.56).
    Parlando alla tv di stato francese, Monfils ha rivelato che il obiettivo per la parte finale della carriera è disputare le Olimpiadi a Parigi nel 2024.
    “Credo tutti voi conoscete la possibilità della classifica protetta, quando non giochi per un certo numero di mesi. So che se la prendo, non devo giocare gli Australian Open per raggiungere i sei mesi necessari e quella è mia decisione” afferma Gael. “Il 2023 sarà un anno importante per me, un anno di transizione, di passaggio tra i miei infortuni e il fatto di essere stato competitivo per provare a qualificarmi a Parigi 2024. Non vorrei perdermele (le Olimpiadi), sarebbero le mie ultime. Spero che il 2024 non sia il mio ultimo anno, ma il penultimo. Avevo affermato di puntare a giocare fino ai 40 anni, ma più tempo passo con mia figlia e più penso che forse giocherò un po’ meno di quel che programmavo”.
    “Sono stato fuori dal campo negli ultimi mesi per riprendermi da un infortunio: uno strappo alla fascia plantare che ho subito lo scorso agosto, proprio nel bel mezzo di una partita” continua Monfils, “fondamentalmente, mi sono rotto il piede davanti a 10.000 persone… Ho anche quello che viene chiamato uno sperone calcaneale, quindi, non mi sono fatto mancare niente!?! Ovviamente, è stato davvero frustrante, specialmente perché è arrivato in momento in cui avevo ricominciato a giocare bene, il miglior tennis dall’inizio di quest’anno, arrivando fino al numero 20 nella classifica mondiale. Sono fortunato di essere circondato da fisioterapisti fantastici che mi stanno aiutando a rimettermi in carreggiata per il prossimo anno”.
    Il francese ha approfittato dello stop forzato per vivere con la compagna tutta la fase finale della gravidanza, esperienza che considera impagabile: “Ho avuto modo di stare con Elina ogni giorno durante la fine della sua gravidanza ed essere lì per lei completamente durante il parto. Le persone mi chiedono come ci si sente ad essere un padre e, ad essere onesti, non ho davvero le parole. È un amore indescrivibile, incredibile. Provo gioia dalla più piccola interazione con Skaï, a volte sono tentato di svegliarla da un pisolino solo per giocare con lei (non preoccupatevi, non lo faccio!)”.
    “Finalmente capisco cosa intendevano le persone quando mi dicevano che avrei capito cosa vuol dire essere padre solo diventandolo. Dico la stessa cosa ai miei amici adesso. Skaï è già il mio mondo, quindi in un certo senso sono davvero grato che questo infortunio si sia verificato quando è successo. E per quanto non veda l’ora di tornare in campo, una parte di me si sente già un po’ in colpa e triste perché dovrò stare lontano da Elina e nostra figlia” conclude Gael. LEGGI TUTTO

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    Diriyah Tennis Cup: Annunciato un nuovo giocatore

    Dominic Stricker – Foto Antonio Milesi

    Il mese di dicembre è pre-season, ma quest’anno promette di offrire un tennis di altissimo livello con diversi tornei di esibizione a cui parteciperanno molte stelle del circuito mondiale.
    La Diriyah Tennis Cup, che si terrà a Dubai tra l’8 e il 10 dicembre, vanta un cast di prim’ordine e, questo sabato, è stato svelato un altro nome. Si tratta dello svizzero Dominic Stricker, 20 anni e 117° posto in classifica.
    Ricordiamo che a questo torneo di esibizione parteciperanno anche Stefanos Tsitsipas, Daniil Medvedev, Andrey Rublev, Alexander Zverev, Cameron Norrie, Nick Kyrgios, Dominic Thiem e Stan Wawrinka. LEGGI TUTTO

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    Nakashima vuole migliorare sul piano fisico nel 2023: “Fondamentale per andare avanti negli Slam”

    Brandon Nakashima nella foto

    Brandon Nakashima, che ha vinto il suo primo titolo ATP e le ATP NextGen Finals negli ultimi mesi, crede di potersi avvicinare al vertice il prossimo anno. Tuttavia, avverte che in questa fase della preparazione l’obiettivo principale è preparasi al meglio fisicamente, perché sa quanto sia importante vincere partite nei tornei del Grande Slam per scalare la classifica.
    “Una delle chiavi sarà quella di resistere di più negli incontri al meglio dei cinque set. Mi è sembrato che (Jannik) Sinner agli US Open sia riuscito ad arrivare meglio fisicamente quando le partite si allungavano. Sono incontri davvero fisici. Quindi sto lavorando duramente per migliorarmi dal punto di vista fisico. So che differenza può fare per me”, ha confessato.
    Nakashima ha poi celebrato i progressi compiuti. “È un grande risultato per me finire nella top 50 nel 2022. Il tennis americano in questo momento è ad un livello molto alto”. LEGGI TUTTO

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    I capitani sanno già quanto potranno portare a casa se vinceranno la United Cup

    Lleyton Hewitt nella foto

    La United Cup promette di movimentare le acque all’inizio della prossima stagione, con il debutto dell’evento. C’è un chiaro desiderio di fare il botto a tutti i livelli, non da ultimo per quanto riguarda il montepremi. I 15 milioni di dollari da distribuire sono allettanti anche per i capitani delle squadre che saranno in Australia.
    In questo senso, il premio in denaro riservato agli allenatori è già noto. Per il viaggio sono garantiti 2.500 dollari, mentre la sconfitta nella fase a gironi ne vale altri tremila. Raggiungere il primo posto nel girone vale seimila dollari, mentre le semifinali ne valgono diecimila. iL finalista vale 12.000 dollari e il titolo dà 15.000 dollari al capitano vincitore. LEGGI TUTTO

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    Rafael Nadal ed il tributo per il Messico: “È difficile esprimere a parole quello che provo per un Paese che mi ha sempre trattato come un messicano”

    Rafael Nadal nella foto – Foto Getty Images

    In un’atmosfera davvero spettacolare a Città del Messico, Rafael Nadal ha chiuso la sua stagione con un altra vittoria su Casper Ruud. Con più di 30.000 tifosi sugli spalti della Plaza de Toros, lo spagnolo ha superato ancora una volta il norvegese, questa volta per 7-6(7), 6-4.
    Rafa conclude la sua stagione con l’ultima partita del suo viaggio attraverso il continente americano, sempre su campi veloci, per preparare gli Australian Open. Nadal lascia le partite di esibizione con segnali positivi e motivato ad andare all’attacco nel 2023, a partire dai tornei australiani.
    “È difficile dirvi addio perché desidero solo tornare. È difficile esprimere a parole quello che provo per un Paese che mi ha sempre trattato come un messicano. Spero di giocare di nuovo davanti a voi, queste partite di esibizione mi hanno dato energia per la nuova stagione”, ha detto.
    Ricordiamo che, per quanto riguarda i tornei ufficiali, Nadal ha sostanzialmente detto che probabilmente non giocherà più in Messico. LEGGI TUTTO

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    Al Piatti Tennis Center arriva Luca Vanni: l’ex top-100 Atp entra nello staff dei maestri

    Andrea Volpini, direttore sportivo del Piatti Tennis Center (sinistra), con Luca Vanni, ultimo innesto nello staff di maestri del centro di Bordighera

    Quantità e qualità possono andare di pari passo. Lo prova da anni il Piatti Tennis Center, che continua a crescere in termini numerici e nel contempo eleva anche il valore dell’offerta, grazie a uno staff sempre migliore. L’ultima dimostrazione la fornisce il nome più recente integrato nel team: si tratta di Luca Vanni, ex top-100 della classifica mondiale Atp che ha detto basta all’attività professionistica nel 2021, con una finale nel Tour (nel 2015 a San Paolo), cinque titoli Challenger, svariati altri successi internazionali ma soprattutto quindici anni di esperienza accumulata in oltre 400 tornei in giro per il mondo. Da ora la metterà al servizio dei giovani. “Il nostro obiettivo – dice Andrea Volpini, direttore sportivo del Piatti Tennis Center – era di alzare ulteriormente il livello dei maestri, inserendo nel team un coach che avesse grande conoscenza del gioco sulla base di esperienze vissute sulla propria pelle. Ho pensato a Luca: ottima persona e professionista affidabile, con un’enorme passione per il tennis e altrettanta conoscenza di questo sport. È esattamente la figura che cercavamo per migliorare il supporto a quel gruppo di ragazzi che si stanno affacciando al mondo del professionismo, alternandosi fra l’attività juniores di alto livello e i primi tornei dell’Itf World Tennis Tour. Luca sarà sia impegnato nelle trasferte con i ragazzi sia a disposizione del centro”.
    In più, oltre al bagaglio di esperienze accumulate da “pro”, Vanni può mettere sul piatto anche gli insegnamenti della sua storia personale. “A 18 anni – continua Volpini – Luca era ancora in terza categoria. In un mondo nel quale vige la fretta e la voglia di arrivare, lui è l’esempio concreto di come, se si fanno le cose giuste e ci si allena come si deve, si riesce ad arrivare in alto anche più tardi. Il percorso è lungo e non è uguale per tutti”. Dopo il ritiro Vanni è subito passato dall’altra parte della barricata, seguendo per un anno Andrea Pellegrino, mentre ora è motivato per la nuova esperienza. “A Bordighera – dice il 37enne di Foiano della Chiana (Arezzo) – ho trovato un ambiente davvero stimolante, nel quale si lavora sodo e c’è grande spirito di squadra. Qui i maestri insegnano, ma allo stesso tempo imparano. Trascorrendo ore e ore in campo, a grande intensità, si cresce costantemente. Nella mia prima settimana di impegno ho toccato con mano il funzionamento di un centro come questo, iniziando a capire quali sono i punti cardine del metodo Piatti, quindi quali concetti trasmettere e come trasmetterli. Credo di poter essere d’aiuto ai ragazzi dal punto di vista della gestione delle partite, delle emozioni e di tutto ciò che ruota attorno ai tornei”. Aspetti che un ex giocatore conosce meglio rispetto a chi non ha vissuto certe esperienze. “Spero – chiude Vanni – di riuscire a trasmettere a pieno il mio vissuto, con l’obiettivo di diventare un allenatore ancora migliore rispetto al giocatore che sono stato”. È nel posto ideale per riuscirci. LEGGI TUTTO