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    Le pagelle 2022 degli italiani: Jannik Sinner

    Jannik Sinner

    Tracciare un bilancio della stagione 2022 di Jannik Sinner è esercizio complicato. Tanti, persino troppi i fattori da considerare, tra infortuni ripetuti, cambi di rotta repentini, partite esaltanti e altre deludenti. Lui stesso in alcune recenti interviste considera la sua annata in modo ambivalente: da un lato la frustrazione per i troppi problemi fisici e la necessità di darsi del tempo per le importanti scelte tecniche fatte con il nuovo percorso avviato; dall’altro aver “tenuto” in classifica e aver migliorato il proprio andamento medio negli Slam e Masters 1000 in mezzo a una discreta “tempesta” non è qualcosa da buttare.
    I numeri come sempre non dicono tutto ma aiutano a capire i fenomeni. L’importante è analizzarli in profondità. Infatti se ci fermiamo ai dati principali del 2022 di Jannik, troveremo elementi negativi rispetto al 2021, annata di enorme crescita per l’altoatesino. Sinner nella stagione appena terminata ha vinto 1 torneo (il 250 di Umag) contro i 4 del 2021 (il 500 Washington, i 250 di Melbourne 1, Sofia, Anversa, segnò un record assoluto per un italiano sul tour Pro). Aveva chiuso il 2021 al n.10 del mondo dopo aver giocato un ottimo Master entrando al posto di Berrettini; il ranking di fine 2022 dice n.15, miglior italiano appena prima di Matteo ma con un -5 e il sorpasso da parte di altri emergenti (Rune, Auger-Aliassime, e pure Fritz).
    Altri numeri tuttavia sono in assoluta controtendenza e ci raccontano che nel 2022 Sinner, nonostante troppe difficoltà fisiche, ha avuto un rendimento migliore, o almeno più solido, nei grandi appuntamenti. Ha giocato complessivamente meno tornei (19, contro i 26 del 2021) chiudendo con 47 vittorie e 16 sconfitte, quindi una percentuale positiva del 74,6%; nella scorsa stagione era al 69% di vittorie. Inoltre ha migliorato nettamente il proprio percorso negli Slam e nei Masters 1000. Quest’anno ha raggiunto i quarti agli Australian Open (nel 2021 perse subito), confermato gli ottavi a Roland Garros, ha giocato i quarti a Wimbledon dove è stato due set avanti contro Djokovic (nel 2021 aveva perso all’esordio), ha disputato i quarti agli US Open (nel 2021 si fermò agli ottavi), e che quarti contro Alcaraz. Nei 1000 eccetto Miami, dove aveva disputato la sua prima finale di categoria, nel 2022 ha migliorato ovunque il proprio percorso. È però mancato l’acuto, come Miami 2021.
    Ultima categoria di numeri, quelle delle prestazioni tecniche, ossia il rendimento dei colpi. Cresciuto il numero degli Ace e dei doppi falli, con un’efficacia della battuta ancora lontano dall’essere ottimale; eccellente la risposta, dove è complessivamente l’ottavo al mondo nel 2022; straordinaria la resa di Jannik “under pressure”, ossia la somma dei numeri nelle fasi decisive (palle break trasformate e salvate, tiebreak vinti e set decisivi conquistati), è il secondo miglior tennista in stagione, nel 2021 era undicesimo. La conferma di quanto la testa di Sinner sia forte nei momenti delicati. La somma dei numeri, quindi, non è proprio da buttare e la possiamo sintetizzare in una parola: consolidamento
    Eppure… se dovessimo racchiudere l’intera stagione di Jannik in match, la scelta sarebbe facile e obbligata: US Open, quarti di finale vs. Alcaraz. Il match dell’anno a detta di tutti, una partita indimenticabile, tanto bella quanto crudele. Se l’azzurro avesse messo in campo quella prima di servizio esterna sul match point che tanti punti gli ha procurato nella partita, beh, sarebbe stata semifinale vs. Tiafoe, una partita tutt’altro che impossibile, con la prospettiva di ritrovarsi per il titolo Ruud, non Djokovic o Nadal. Una partita giocata in modo pazzesco, fatta e condotta da Jannik. Una partita che l’ha segnato terribilmente, tanto che la sua stagione si è di fatto chiusa lì. Non è riuscito a confermare il titolo a Sofia e giocare il suo miglior tennis in autunno, colpa dei “soliti” problemi fisici. Tuttavia, per capire cosa sia successo a Jannik nel 2022 è necessario riavvolgere il nastro della sua annata e tornare a Melbourne.
    Dopo la straordinaria presenza alle Finals di Torino, Sinner si è presentato nel 2022 con un programma ben definito: giocare tanto e vincere continuando il solido percorso di crescita pluriennale impostato con il coach di una vita, Riccardo Piatti. Si ostentava sicurezza, c’era la ferma convinzione che le meraviglie di fine 2021 potessero sbocciare in altre grandi vittorie nel 2022. Il servizio migliorato, un tennis di pressione sempre più stabile e solido, con l’arma “nuova” di quel diritto cross stretto improvviso che ha tagliato le gambe ai migliori rivali. In realtà, sotto um mare apparentemente calmo, forse covava una tempesta di cui non c’eravamo accorti.
    Sul centrale di Melbourne Sinner gioca una partita orrenda contro Tsitsipas nei quarti di finale. Stefanos vola, serve da Dio e chiude col diritto ogni palla. Jannik non la vede mai. Quella sconfitta è un detonatore. Sinner probabilmente stava riflettendo da tempo su cosa volesse essere “da grande”, forse non era del tutto convinto del piano impostato dal team Piatti, cercava qualcosa di diverso dal proprio gioco. Si becca il Covid e dalla sua Monte Carlo in febbraio fa sapere di aver interrotto il primo rapporto con Piatti. Boom. Si allena con Simone Vagnozzi, che diventa il suo allenatore, affiancato poi in estate da Darren Cahill, uno dei coach più stimati al mondo, che ha sposato con grande fiducia il “progetto” Sinner.
    Questa svolta è il vero fatto dell’annata di Jannik, una scelta così grossa che era scontato portasse mesi complicati, di assestamento, di novità. Di dubbi. Difficile giudicarla non conoscendo a fondo le motivazioni di questa rivoluzione. Di sicuro Sinner ha messo mano pesantemente al suo gioco, cercando un tennis meno ancorato dalla pressione “a-la-Djokovic” da fondo, spostando più in avanti il suo baricentro. Meno colpi prima di cercare l’affondo, meno tennis percentuale e più brillantezza. Solo il futuro ci dirà se questa sia stata la decisione giusta. È la sua carriera, la visione di se stesso e della sua vita. Evidentemente Jannik non era contento di quel che stava producendo, si è preso l’enorme rischio di cercare una via diversa. In alcune interviste aveva dichiarato di sognare un tennis più “divertente” e imprevedibile. Il futuro ci dirà se è stata la scelta giusta o meno, tutti ci auguriamo di sì. L’unica nota che mi permetto di scrivere, è che forse aspettare ancora un anno per “svoltare” sarebbe stata una scelta più prudente, per un fatto molto elementare: la seconda parte del 2021 aveva dimostrato che le novità e affinamenti introdotti con Piatti stavano funzionando benissimo (servizio, schemi nuovi, intensità). Dare a questo gioco ancora un anno per consolidarsi, e anche al fisico di formarsi di più, averebbe forse tutelato maggiormente il suo corpo dai troppi problemi sofferti, e avrebbe consolidato anche automatismi tecnici che nel corso del 2022 ha invece rivoltato. La sua incredibile elasticità innata e il suo senso geometrico per il campo erano esaltati dal “Sinner-a-la-Piatti”, era la scelta più efficiente per massimizzarne le abilità. Tutto è stato rimesso in discussione.
    Infatti molte sue sconfitte nel 2022 sono venute soprattutto per difficoltà fisiche, per scelte di gioco non efficaci (palle corte, discese a rete con tempo errato e posizione rivedibile, affondi affrettati e poca pazienza nel lavorare lo scambio col rovescio, poca efficacia al servizio con un movimento di nuovo cambiato) e per la mancanza di sicurezza nei “nuovi” automatismi. Vedremo che accadrà nel 2023. Lui nelle ultime interviste si è detto convinto di star lavorando molto bene sul proprio fisico. “Il gioco ce l’ho, la testa ce l’ho, ora devo mettere a punto la parte atletica per arrivare dove voglio”, questo il sunto del suo pensiero. Tutto giusto, anche se sul piano squisitamente tecnico del gioco, questa svolta ha portato finora più dubbi che certezze. Probabilmente in allenamento sente progressi importanti che necessitano solo di tempo per esplodere in colpi più incisivi e vincenti. Quando si mette mano pesantemente al gioco, serve tempo e pazienza. Un esempio: il Djokovic di fine 2009 e 2010, cambiò il diritto e il servizio, vivendo un’annata così così. Tutti sappiamo che è successo nel 2011…
    Come dicevamo all’inizio, il 2022 di Jannik ha visto troppe cose, troppi problemi fisici, troppa complessità per dargli risultati eccezionali, quelli che tutti noi sogniamo e gli auguriamo per il 2023. E poi, se mai a NY quel “maledetto” match point l’avesse chiuso, sarebbe stata prima semifinale Slam, forse prima finale, o addirittura primo Slam… e oggi staremmo stilando tutt’altro bilancio. Non dimentichiamoci mai che il tennis resta sempre uno sport di situazione, nel quale le sliding doors sono lì ad aspettarti ogni settimana. Auguriamo a Jannik di aver preso quella giusta, di lavorare in modo eccellente sul proprio corpo per giocare un 2023 sano e competitivo, facendo esplodere il suo talento fisico e tecnico in prestazioni da campione. Come a US Open. Come nei primi due set contro Djokovic a Wimbledon. Quello è il Sinner che ci esalta e ci piace.
    Voto al 2022 di Jannik Sinner: 6
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Il Memorial Carlo Agazzi – Trofeo Cst è ancora di Sonego, ma al PalaIseo la festa è per tutti

    La premiazione della tredicesima edizione del Memorial Carlo Agazzi – Trofeo CST. Da sinistra: il vincitore Lorenzo Sonego, Andrea Agazzi (direttore del torneo) e il finalista Gabriele Bosio (foto Roberta Corradin

    Prima Flavio Cipolla, poi Paolo Lorenzi, quindi Lorenzo Sonego. È la ristretta cerchia di stelle ad aver vinto per due volte il Memorial Carlo Agazzi – Trofeo Cst, che nell’edizione del ritorno ha incoronato di nuovo il top-50 torinese, già campione al PalaIseo nel 2019.
    A tre anni di distanza Sonego era di nuovo il grande atteso e – pur soffrendo più del previsto – non ha deluso, prendendosi il successo grazie alla vittoria per 1-4 4-1 5-4 in finale contro il sorprendente Gabriele Bosio, 22enne di Corte Franca capace di giocare uno splendido torneo. Ma nella tredicesima edizione del Memorial la festa è stata di tutti: dei protagonisti, che hanno regalato al pubblico due giorni di splendido tennis; degli organizzatori, che dopo un’edizione cancellata a causa della pandemia e una rimodellata hanno vinto la sfida di rilanciare il rodeo Open più famoso d’Italia; e dei tanti ragazzi che domenica hanno avuto l’opportunità di scendere in campo insieme ai campioni. In particolare l’hanno fatto col top-300 romano Matteo Gigante, che pur non potendo giocare il torneo ha accettato comunque l’invito della famiglia Agazzi ed è stato protagonista dei due eventi di contorno della giornata: nel primo pomeriggio ha affrontato alcuni ragazzi della scuola tennis del PalaIseo (per l’occasione divisi in tre squadre), mentre più tardi ha partecipato – come altri colleghi – al “Prova a giocare con i campioni”, che ha permesso a tutti di scambiare qualche palla con i professionisti.
    Come accennato, Sonego aveva già dovuto sudare nella semifinale di metà pomeriggio contro il 18enne genovese Gianluca Cadenasso, al quale ha annullato un set-point nel secondo parziale prima di imporsi per 4-2 5-4, mentre nella finale contro Bosio (che in mattinata aveva sorpreso il 2.1 Omar Giacalone, seconda testa di serie) è partito così così ma poi è riuscito a raddrizzare la sfida, fino a uscire vincitore – per 7 punti a 4 al tie-break – dal testa a testa del terzo set, contro un rivale combattivo fino all’ultima palla. “Ho vinto due incontri molto difficili – ha detto Sonego dopo la premiazione –, e devo dire bravo a Bosio per il livello espresso durante la finale. Su un campo così rapido non c’è molto tempo per pensare e lui è stato molto bravo a propormi sempre palle veloci e insidiose. Sono felice di aver vinto di nuovo a Iseo: è stata ancora una volta una bella esperienza e mi sono divertito, testando la mia condizione in vista dell’anno nuovo. Il 28 dicembre partirò alla volta dell’Australia: dovrò essere pronto”. Soddisfatti anche gli organizzatori, sia per un nuovo pienone sugli spalti sia per la scelta – azzeccata – di legare ancora di più l’evento ai giovani, ampliando le opportunità offerte ai ragazzi della scuola tennis. “Ringrazio – ha detto il direttore del torneo Andrea Agazzi – tutti coloro che sono stati al Palaiseo in questi due giorni così intensi, oltre agli sponsor e alle persone che collaborano con noi durante l’anno per rendere possibile questa manifestazione”.
    I RISULTATITabellone finale. Quarti: Cadenasso b. La Vela 4-1 4-2. Semifinali: Sonego b. Cadenasso 4-2 5-4, Bosio b. Giacalone 4-1 5-4. Finale: Sonego b. Bosio 1-4 4-1 5-4. LEGGI TUTTO

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    Tiafoe sottolinea l’importanza di Serena e Venus Williams per il tennis

    Frances Tiafoe nella foto

    Frances Tiafoe ha fatto un enorme balzo in avanti nella sua carriera nel 2022, con l’apice rappresentato dalla sua partecipazione agli US Open, conclusa solo in semifinale. L’americano ha ora davanti a sé una stagione importante, e nel corso del podcast The Old Man & The Three ha parlato dell’impatto che spera di lasciare nel tennis. E anche quanto siano state importanti per lui Serena e Venus Williams.
    “Ricordo quando avevo sette anni e le ho viste giocare la finale di Wimbledon. In uno sport prevalentemente bianco, ho guardato mio padre e ho detto che era una cosa ironica. Non sto dicendo che avrei voluto essere in quel posto perché sono delle cose uniche e speciali, ma mi piacerebbe essere ricordato in quel modo ma so che sia difficile e incredibile. Voglio che i tifosi, anche se non hanno mai visto il tennis, dicano che siano venuti a vedere me. Vorrei anche che più persone di colore giochino a tennis e che sia uno sport più accessibile per tutti. Spero sia la mia eredità”. LEGGI TUTTO

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    Raducanu riparte con Sachs come nuovo coach

    Emma Raducanuucanu e Porsche

    Emma Raducanu sta svolgendo la preparazione pre Australian Open con un nuovo coach, il tedesco Sebastian Sachs. Lo riporta il collega britannico Mike Dickson. La campionessa a US Open 2021 era rimasta senza coach dopo l’improvvisa interruzione del rapporto con Dmitry Tursunov, avvenuta poche settimane dopo gli US Open.
    Sachs è l’ex allenatore di Belinda Bencic (adesso allenata proprio da Tursunov), e nonostante abbia solo 30 anni ha già una discreta esperienza, avendo assistito la connazionale Julia Goerges (con lui arrivò nella top10) e Victoria Azarenka.
    Vedremo se questa collaborazione porterà finalmente risultati per la stellina del tennis britannico. Sachs è il terzo allenatore di Raducanu in questa stagione e il suo quinto in 18 mesi. Emma è tornata in campo questa settimana dopo un infortunio al polso Mubadala World Tennis Championships, disputando una bella partita contro Ons Jabeur.
    Attualmente classificata n. 76 del ranking WTA, Raducanu esordirà nella stagione 2023 ad Auckland. LEGGI TUTTO

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    Marco Cecchinato si allena con Alcaraz: “In un certo senso, mi ricorda molto Nadal”. Sulla sua stagione ” Tornare a giocare i Challenger dopo una vita nel circuito principale è stato molto difficile da accettare”

    Marco Cecchinato con Carlos Alcaraz

    Marco Cecchinato ha avuto l’opportunità di allenarsi con Carlos Alcaraz durante la preseason. L’ex numero 16 del ranking ATP, che ora sta bussando alle porte di un ritorno nella top 100, ha condiviso le sensazioni che ha provato durante le sessioni con il numero uno del mondo in Spagna, facendo un paragone su come l’aveva trovato un anno fa.
    “È un ragazzo straordinario, molto forte. Ho visto come è cresciuto rispetto agli allenamenti precedenti. È molto più potente e si vede come lavora i punti per chiudere velocemente con il diritto. In un certo senso, mi ricorda molto Nadal. È improbabile che scenda in classifica. Sarà una stagione di assestamento per lui, ma resterà al top perché è così forte mentalmente e fisicamente. Fa paura sulla terra battuta e sui campi duri…”.
    A livello personale, Cecchinato ha parlato della stagione che ha vissuto e di ciò che spera ancora di ottenere, ora che ha 30 anni. “Non mi pongo obiettivi di classifica. Voglio solo dare tutto e vincere il più possibile. Tornare a giocare i Challenger dopo una vita nel circuito principale è stato molto difficile da accettare. L’ho visto come un passo indietro. Ma ho capito che dovevo affrontare ogni sfida con l’atteggiamento giusto per tornare al top. Alla fine, sono felice per il modo in cui ho concluso il peggior anno della mia carriera da tennista”. LEGGI TUTTO

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    Memorial Carlo Agazzi: domenica show con Sonego e Gigante. Bosio e Cadenasso si qualificano

    Lorenzo Sonego, stella della tredicesima edizione del Memorial Carlo Agazzi – Trofeo Cst, esordirà a Iseo nel pomeriggio di domenica (foto Giampiero Sposito)

    Dopo il classico sabato dedicato alle qualificazioni, che ha visto Gabriele Bosio e Gianluca Cadenasso conquistare un posto per la giornata conclusiva, la tredicesima edizione del Memorial Carlo Agazzi – Trofeo Cst è pronta per una domenica di spettacolo e intrattenimento.
    Ce ne sarà per tutti: gli spettatori, che avranno la possibilità di ammirare da vicino un top-50 della classifica mondiale come Lorenzo Sonego, vincitore della manifestazione nel 2019, ma anche per i ragazzi della scuola tennis del Palaiseo e per chiunque vorrà provare a scambiare qualche palla con i campioni. Purtroppo è arrivata una defezione dell’ultima ora, quella di Matteo Arnaldi bloccato da un risentimento muscolare nella giornata di venerdì, ma gli organizzatori sono immediatamente corsi ai ripari garantendosi la presenza a Iseo di Matteo Gigante, ventenne romano n.253 del ranking mondiale, capace nel corso dell’anno di scalare oltre 500 posizioni in classifica. Il mancino laziale non potrà partecipare al rodeo Open, in quanto al momento del forfait di Arnaldi il tabellone era già stato compilato e quindi da regolamento Fit non è stato possibile sostituirlo, ma sarà comunque al Palaiseo per due eventi con i ragazzi: il primo alle 14.30, quando Gigante affronterà alcuni atleti del club (piccoli e grandi, per l’occasione divisi in tre squadre); il secondo alle 16, quando sarà la volta del classico “Prova a giocare con i campioni”, che permetterà ai ragazzi della scuola tennis – ma non solo – di scambiare qualche palla coi protagonisti del Memorial.
    Domenica a Iseo si partirà alle 10 del mattino, con la sfida dei quarti di finale fra il 2.1 siciliano Giuseppe La Vela e il 18enne genovese Gianluca Cadenasso, promosso alla giornata conclusiva grazie ai due successi di sabato: 4-1 4-2 contro Mattia Bernardi e poi 4-5 5-3 4-1 contro Riccardo Mascarini. Il vincitore si guadagnerà l’onore di incrociare la racchetta con quella della star del torneo Lorenzo Sonego, che farà il suo ritorno a Iseo partendo direttamente dalla semifinale in programma sul Centrale alle 15.30. L’altra semifinale, prevista come secondo incontro del mattino, metterà invece di fronte l’altro 2.1 siciliano del torneo, il trapanese Omar Giacalone, e il bresciano Gabriele Bosio, capace di qualificarsi per la giornata conclusiva come già gli era riuscito nell’edizione del 2019. Il 22enne di Corte Franca ce l’ha fatta con il successo per 1-4 4-2 4-1 contro il lecchese Ottaviano Martini, bissando il successo ottenuto in precedenza contro Luca Parenti. La finale è invece prevista per le 17.30, con ingresso gratuito. Ulteriori informazioni al sito www.palaiseo.it, sulle relative pagine social o su quelle dedicate al Memorial Carlo Agazzi – Trofeo CST.
    I RISULTATIQualificazioni. Primo turno: Lagasio b. Galazzetti 4-1 2-4 5-3, Rispoli b. Schiavone 5-4 4-1. Secondo turno: Mascarini b. Lagasio 4-0 4-1, Cadenasso b. Bernardi 4-1 4-2, Bosio b. Parenti 4-2 5-3, Martini b. Rispoli 3-5 4-1 5-4. Turno decisivo: Cadenasso b. Mascarini 4-5 5-3 4-1, Bosio b. Martini 1-4 4-2 4-1.
    IL PROGRAMMA DI DOMENICAOre 10 – Quarto di finale: La Vela vs CadenassoOre 11 – Prima semifinale: Giacalone vs BosioOre 14.30 – Evento: Matteo Gigante vs Palaiseo TeamsOre 15.30 – Seconda semifinale: Sonego vs vincente La Vela-CadenassoOre 16 – Evento: Prova a giocare con i campioniOre 17.30 – Finale LEGGI TUTTO

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    Carlos Alcaraz dopo la sconfitta ad Abu Dhabi: “Non giocavo da quando mi sono infortunato a Bercy e si è visto”

    Carlos Alcaraz e Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    Il numero uno del mondo Carlos Alcaraz è stato sconfitto questo sabato nelle semifinali dei Mubadala World Tennis Championships di Abu Dhabi, in quello che è stato il suo primo incontro da quando si è infortunato all’addome all’inizio di novembre ed è stato costretto a ritirarsi dalle ATP Finals e dalle Davis Cup Finals. Il tennista 19enne ammette di essere ancora lontano dalla migliore condizione.
    “Non giocavo da quando mi sono infortunato a Bercy e si è visto. La cosa più importante è essere tornato, senza dolori, allenandomi bene e oggi mi sono messo alla prova contro uno dei migliori giocatori al mondo”, ha ammesso Alcaraz, che questa domenica tornerà in campo per affrontare Casper Ruud, in uno spareggio che determinerà il terzo posto della competizione. LEGGI TUTTO