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    ATP Adelaide: Sinner batte Kokkinakis in due set e vola nei quarti contro Korda. Bene al servizio, alti e bassi per l’azzurro nel gioco

    Jannik Sinner (foto ATP Adelaide)

    Vittoria sofferta per Jannik Sinner all’ATP 250 di Adelaide. L’azzurro supera per 7-6 6-4 l’australiano Thanasi Kokkinakis guadagnandosi l’accesso ai quarti di finale, dove domani sfiderà nella notte italiana (non prima delle 3.30) Sebastian Korda. La prestazione dell’azzurro è stata discreta ma tutt’altro che impeccabile: troppi alti e bassi, soprattutto nel combattuto primo set, nel quale ha concesso quattro palle break e non è stato capace di chiudere il parziale servendo sul 5-4. Al momento decisivo si è come spenta la luce, Jannik ha incassato un parziale negativo di 10 punti a 1 commettendo una serie di errori gratuiti e rimettendo in partita un volitivo Kokkinakis. Per fortuna è riuscito ad arginare il momento negativo e al tiebreak ha alzato il livello, aggiudicandoselo per 7 punti 2. Nel secondo set ha allungato con un break nel terzo game, giocando solido e approfittando soprattutto di un calo nell’intensità del rivale. Forte del vantaggio, ha servito con buon ritmo fino al successo, spingendo in sicurezza e puntando più a spostare Thanasi che rischiare colpi a tutta.
    Sinner ha chiuso con 5 Ace, il 74% di prime palle in campo vincendo il 69% di punti. Numeri buoni, ma il dato più positivo è stato l’aver salvato 6 delle 7 palle break concesse, segnale di vigore e presenza nei momenti più delicati. Kokkinakis ha giocato fino alla metà del secondo set un’eccellente partita, molto efficace al servizio ed estremamente potente e preciso nella spinta dalla riga di fondo. Con una posizione piuttosto avanzata (i suoi piedi erano letteralmente sulla riga o appena dietro), ha condotto spesso gli scambi, costringendo l’azzurro a difendersi o rincorrere; oppure cercare qualche variazione per uscire da quel pressing costruito con un diritto pesante, prima carico di spin e poi dritto nella palla alla massima velocità. Qua vengono i nodi al pettine della prestazione dell’altoatesino. Alla fine Jannik l’ha portata a casa – con pieno merito – servendo bene e soprattutto tornando all’antico, aggrappandosi alle solide certezze del suo tennis di pressione e ritmo in progressione. Infatti Sinner non è riuscito a spezzare la resistenza e forza dell’avversario con le “annunciate” novità e variazioni delle quali ha parlato nelle scorse settimane e sulle quali dice di aver lavorato molto nella off-season. Soluzioni come il back di rovescio (usato col contagocce oggi), discese a rete o palle corte hanno funzionato poco e male.
    La partita ha confermato come il tennis di Sinner sia ancora un cantiere aperto. Quando Jannik ha cercato di uscire dallo scambio con la discesa a rete o velocizzando i tempi di gioco ha sbagliato troppo ed è stato incerto. Un errore seguito costantemente da una prima di servizio out al punto seguente, quindi una sorta di “doppio problema”. I pochi tentativi di smorzata sono stati inefficaci, quasi mai è riuscito a cambiare ritmo col back di rovescio o esplorando dei cross stretti a bassa velocità e massimo angolo. Questo il film della prima parte del match, contraddistinta più da dubbi che vincenti. Quando Sinner ha ripreso a macinare il suo tennis “classico”, fatto di spinta a grande velocità, intensità e grande ritmo, una serie continua di palle in progressione cercando di spostare l’avversario e rischiando l’affondo dopo essersi aperto il campo, allora sì che ha ritrovato sicurezza ed ha sfondato la resistenza del rivale. Così ha vinto il tiebreak, quindi è stato paziente in costruzione nei primi game del secondo set fino all’allungo col break nel terzo game. Una volta in vantaggio, ha capitalizzato la sua spinta inchiodando Kokkinakis nell’angolo sinistro e tutto è filato via senza altri patemi, sostenuto anche da un buon rendimento della prima palla.
    Questo commento non è affatto una bocciatura alle novità che Sinner sta cercando di inserire nel suo gioco, solo la constatazione di quanto resti fondamentale la sua base storica, quella incredibile capacità di muovere la palla con grande velocità e progressione, stroncando l’avversario a furia di pallate alla fine insostenibili. È importante che Jannik abbia anche altro nella sua faretra, per usarlo quando il pressing non funziona per le capacità difensive dell’avversario o perché l’altro è bravo a non consentirgli di condurre lo scambio. C’è molto da lavorare sui tempi dell’attacco e sulla sicurezza nel chiudere sotto rete. Nella partita odierna sono state più le incertezze in quelle fasi che le giocate portate a casa.
    Contro Korda nei quarti avrà di fonte un avversario che disegna il campo con colpi eleganti ed efficaci, ma anche uno che non eccelle in difesa e nemmeno nelle fasi calde. Sarà fondamentale condurre il match e servire bene per non farsi aggredire in risposta.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Il match scatta con Sinner alla battuta. Quattro prime palle, di fatto non si scambia, 1-0 Sinner. Si palleggia ad alto ritmo invece nel turno di servizio di Kokkinakis, molto aggressivo con i piedi sulla riga l’australiano. 1 pari. Il campo è segnato dalle ombre della struttura, una situazione che sembra infastidire i due in risposta. Prima difficoltà per l’azzurro nel terzo game: Thanasi prende il sopravvento spingendo forte col diritto, 0-30. Jannik sposta lo scambio sulla diagonale di rovescio, ritrova la prima di servizio e con 4 punti di fila (Ace sul 40-30) si porta 2-1. Sul 2 pari, Sinner è di nuovo sotto: prima sbaglia malamente una comoda volée di diritto dopo essersi aperto il campo benissimo col diritto; poi subisce il pressing di Kokkinakis, per il 15-40. Cancella la prima palla break spingendo bene col rovescio cross; lo aiuta un nastro fortunato sulla seconda, mentre stava conducendo un lungo scambio di ritmo. Le palle break diventano tre, erroraccio di Jannik in spinta col diritto nei pressi della rete. Si salva ancora, servizio e diritto cross. A fatica, Sinner annulla tre palle break si porta 3-2. Più efficace finora Thanasi, col suo tennis semplice, verticale di grande spinta, forte di una prima di servizio solida e di un diritto che può alternare tra palle cariche di spin e sbracciate a tutte in anticipo. Non ci sono più turni di servizio facili per Sinner… Da 30-0 si fa rimontare (incluso un doppio fallo), quindi cerca una palla corta col diritto che non riesce a mascherare, facile per l’australiano arrivare e “punire” l’azzurro. Sinner cancella di forza la quarta palla break del match. Alza il ritmo l’altoatesino, ritrova la prima di battuta e si porta 4-3. L’azzurro trova finalmente un bel game in risposta: regge, rincorre, fa colpire molte palle al rivale che sbaglia qualcosa. 30-40, prima palla break per Jannik. Non entra la prima di servizio, comanda dalla risposta Sinner ma… magia di “Kokk” in difesa!?! Jannik costruisce uno schema offensivo perfetto, avanza spingendo a tutta sul rovescio di Thanasi che stacca la mano e indovina un passante alice lungo linea tanto improbabile quanto bello. Scatta in piede il pubblico di Adelaide, è il punto del match finora, anche per importanza. Un errore col diritto costa a Kokkinakis la seconda palla break. Stavolta Sinner trova il punto esclamativo: dall’angolo sinistro spara un’accelerazione inside out micidiale, imprendibile. BREAK Sinner, 5-3, serve per il primo set. Non parte bene, affrettai tempi della spinta, 0-30. E nemmeno la prima di servizio lo aiuta. Un altro errore col diritto lungo linea gli costa lo 0-40, tre chance per il contro break per Thanasi, tutti errori di Sinner. Il quarto errore di fila, stavolta col diritto lungo linea, condanna Sinner al BREAK. Resta avanti 5-4, ma ora serve l’aussie. Sembra aver accusato il colpo Jannik, continua a sbagliare perdendo 7 punti di fila, come frastornato. 5 pari, il set entra nel rush finale. E ci entra assai male l’azzurro… errore, quindi incassa una risposta poderosa di Kokkinakis su di una seconda palla troppo centrale. 0-30 (parziale di 10-1 per l’australiano). Con un altro errore col rovescio, molto scarico di gambe, Sinner crolla 15-40, due chance per l’allungo per l’australiano. Annulla la prima buttandosi avanti, con coraggio; ritrova finalmente un bel ritmo manovrando col diritto. Parità. Col ritmo da fondo campo, Jannik ritrova fiducia ed efficacia. Con quattro punti di fila si salva Sinner, avanti 6-5. Il primo set, assai complicato, si decide al tiebreak. Inizia bene Jannik, diritto vincente per l’1-0. Lo strappo arriva nel terzo punto: gran ritmo di Sinner, sposta il rivale e lo infila col rovescio cross. 2-1 e servizio Sinner. Ora sì che il diritto dell’azzurro fila, veloce e preciso dal centro. 4-1 Sinner, Kokkinakis non difesa non regge la spinta dell’italiano. La velocità di palla di Jannik è superiore, come la sua intensità. Meno fronzoli e più sostanza nella spinta, nel ritmo. Così diventa incontenibile. Con un Ace si porta 6-2, quattro set point. Chiude 7 punti a 2 con un’altra prima palla potente. Tanta fatica per chiudere il primo parziale, con una certezza: quando Sinner ha rimesso in moto il suo “vecchio” tennis di ritmo e intensità, ha ritrovato efficacia e sicurezza.
    Secondo set. inizia Kokkinakis alla battuta. Nel terzo game un classico errore gratuito ai vantaggi regala una palla break a Sinner. Se la gioca bene Jannik: risponde al centro, lavora bene lo scambio col rovescio, sposta Thanasi che arriva pesante a sinistra e affossa un back in rete. BREAK Sinner, 2-1 e servizio. Ora l’azzurro può fare corsa di testa, avanti un set e un break. Con un game laborioso consolida il break, 3-1. Kokkinakis ha accusato il colpo, è meno sicuro nella spinta col diritto, commette un doppio fallo, ma trova un Ace e resta aggrappato al match sul 2-3. Jannik continua a spingere con buon ritmo, non cerca grandi invenzioni ma resta nei suoi binari classici, puntando sulle certezze. È efficace quando riesce ad inchiodare il rivale a sinistra, in difficoltà a tornare nell’angolo più e più volte. Con l’aiuto degli errori in difesa di “Kokk”, Sinner vola 4-2 con un Ace. Pochi fronzoli e molta sostanza in questa fase nel gioco dell’azzurro, è calata invece l’intensità in quello dell’australiano, che si affida soprattutto alla prima di battuta. Resta enorme la differenza di efficacia nel tennis di Sinner tra quando cerca la chiusura sotto rete (non riuscendo) e quando punta sull’affondo in spinta. Come nel secondo punto dell’ottavo game: non chiude di volo, è ricacciato indietro, torna a manovrare e sfonda col diritto a sventaglio. Thanasi regala sul 15-30, aveva campo aperto sul lungo linea ma sparacchia in corridoio. Era una grande chance per tornare a palla break. Jannik “ringrazia”, trova lo schema servizio + diritto vincente e si porta 5-3, a un passo dalla vittoria. Serve sul 5-4 Sinner e serve da campione: chiude con due Ace (il quinto in totale del match, non molti), accedendo ai quarti di finale. Una vittoria importante, sofferta, costruita ritrovando sensazioni nelle proprie certezze. Una prestazione inferiore al servizio rispetto al primo turno e con qualche problema quando ha cercato variazioni. La strada verso un Sinner più vario in campo è ancora lunga.

    [6] Jannik Sinner vs [WC] Thanasi Kokkinakis ATP Adelaide 1 Jannik Sinner [6]76 Thanasi Kokkinakis64 Vincitore: Sinner ServizioSvolgimentoSet 2J. Sinner 15-0 30-0 30-15 40-15 ace5-4 → 6-4T. Kokkinakis 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 40-305-3 → 5-4J. Sinner 0-15 15-15 15-30 df 30-304-3 → 5-3T. Kokkinakis 15-0 30-0 40-0 40-154-2 → 4-3J. Sinner 15-15 30-15 40-15 ace3-2 → 4-2T. Kokkinakis 15-0 ace 30-0 30-15 df 30-30 40-30 ace3-1 → 3-2J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-40 A-40 40-40 A-402-1 → 3-1T. Kokkinakis 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 40-30 40-40 40-A1-1 → 2-1J. Sinner 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1T. Kokkinakis 15-0 30-0 30-15 40-15 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Tiebreak0*-0 1-0* 1-1* 2*-1 3*-1 4-1* 4-2* 5*-2 6*-2 ace6-6 → 7-6T. Kokkinakis 15-0 30-0 40-0 ace 40-156-5 → 6-6J. Sinner 0-15 0-30 15-30 15-40 30-40 40-40 A-405-5 → 6-5T. Kokkinakis 15-0 30-0 40-0 40-15 ace5-4 → 5-5J. Sinner 0-15 0-30 0-405-3 → 5-4T. Kokkinakis 0-15 15-15 30-15 ace 40-15 40-30 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 df 40-A4-3 → 5-3J. Sinner 15-0 30-0 30-15 df 30-30 30-40 40-40 A-403-3 → 4-3T. Kokkinakis 15-0 30-0 30-15 40-15 40-303-2 → 3-3J. Sinner 15-0 15-15 15-30 15-40 30-40 40-40 40-A 40-40 A-40 40-40 A-402-2 → 3-2T. Kokkinakis 15-0 ace 30-0 40-0 40-152-1 → 2-2J. Sinner 0-15 0-30 15-30 30-30 40-30 ace1-1 → 2-1T. Kokkinakis 15-0 30-0 30-15 df 40-151-0 → 1-1J. Sinner 15-0 30-0 40-00-0 → 1-0
    5 ACES 92 DOUBLE FAULTS 358/78 (74%) FIRST SERVE 45/72 (63%)40/58 (69%) 1ST SERVE POINTS WON 33/45 (73%)12/20 (60%) 2ND SERVE POINTS WON 13/27 (48%)6/7 (86%) BREAK POINTS SAVED 1/3 (33%)11 SERVICE GAMES PLAYED 1112/45 (27%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 18/58 (31%)14/27 (52%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 8/20 (40%)2/3 (67%) BREAK POINTS CONVERTED 1/7 (14%)11 RETURN GAMES PLAYED 1152/78 (67%) SERVICE POINTS WON 46/72 (64%)26/72 (36%) RETURN POINTS WON 26/78 (33%)78/150 (52%) TOTAL POINTS WON 72/150 (48%) LEGGI TUTTO

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    Nike “abbandona” diversi giocatori e riduce i contratti di molti altri

    Andrey Rublev nella foto – Foto Getty Images

    È una cattiva notizia per il tennis come “industria”. Nike, il marchio sportivo americano che ha investito molti milioni nel tennis negli ultimi decenni, sta riducendo drasticamente i suoi investimenti in questo sport. Il sito web “Tennis.com” ha sentito alcuni dei migliori giocatori, i quali hanno confermato che il marchio ha deciso di rallentare i suoi investimenti in questo settore, non pagando più nulla alla maggior parte dei suoi giocatori.
    D’ora in poi, molti dei tennisti Nike dovranno raggiungere determinati tipi di obiettivi – legati alla classifica, all’iscrizione ai tornei e ai risultati – per migliorare le loro condizioni economiche.
    Per questo motivo molti giocatori hanno lasciato il marchio nelle ultime settimane: Sloane Stephens (campionessa americana del Grande Slam), Andrey Rublev, Donna Vekic, Marta Kostyuk e Marketa Vondrousova sono alcuni dei tennisti che non sono più supportati dal marchio. LEGGI TUTTO

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    Ruud: “A febbraio farò solo preparazione per il resto della stagione”. La preseason diventa febbraio

    Casper Ruud

    Casper Ruud dopo l’Australian Open si prenderà un mese intero per riposare e preparare il suo fisico al resto del 2023, con l’obiettivo di eccellere nei grandi tornei. L’ha dichiarato in una breve intervista a Eurosport, della quale riportiamo alcuni passaggi.
    “Nel mese di febbraio non ci sono tornei importanti, quindi ne approfitterò per allenare il mio fisico e usare quel mese come una sorta di preseason, che normalmente si farebbe a dicembre” afferma Ruud. “A dicembre sono successe tante cose, compreso il viaggio in Sudamerica con Nadal. Ho provato a continuare, pensando che l’Australian Open 2023 sarà il mio ultimo torneo prima di prendermi una breve pausa dalle competizioni. Una volta ripreso, la stagione sarà ridotta a otto mesi e mezzo, resta un periodo abbastanza a lungo. In un normale anno tennistico, se giochi un torneo ogni mese, la stagione dura 10 mesi e mezzo. Non è salutare per il corpo”.
    L’obiettivo del norvegese è chiaro: farsi trovare pronto, al massimo della forma, per i grandi tornei. Un vero cambio di rotta per lui, fortissimo (e vincente) finora soprattutto in eventi ATP 250 e 500, mentre nei 1000 e Slam ancora è caccia del primo titolo. “Vedremo se funziona, ma credo valga la pena provare. Quando Indian Wells scatterà all’inizio di marzo, sarò pronto per un nuovo anno con molti mesi impegnativi e tornei di fila. Sarà bello poter spezzare l’anno un po’ così. Sono riuscito a dimostrare di poter giocare ai massimi livelli e che mi concentrerò ancora di più sui grandi tornei”.
    Quindi niente tornei in America Latina, o indoor in Europa o eventi sul sintetico in medio oriente post Australia. Ruud sposa quindi l’idea espressa più volte da Riccardo Piatti, secondo il quale ormai il tempo per fare una vera preparazione a fine anno non è sufficiente, visti pochi giorni liberi rimasti tra le finali di Davis e il viaggio “down under”, quindi è meglio spostare questo tipo di lavoro a febbraio, al rientro dalla trasferta in Australia in attesa di volare negli USA per la cosiddetta “sunshine double” di Indian Wells e Miami. Un mese esatto per affinare fisico e gioco. LEGGI TUTTO

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    Tibo Colson, credere nel “processo”

    Tibo Colson (foto Leo Stolck)

    “How much of the process can you endure without receiving the product? I think you’d have to define your interpretation of ‘the product’ before you answer that”.
    Un giorno lessi queste parole sul profilo Instagram del tennista americano Patrick Kypson e si rivelarono per me una vera folgorazione.Il processo di cui scrive Kypson è una metafora per indicare la carriera di un tennista, mentre il prodotto della carriera di un tennista è… Qui la faccenda decisamente si complica. Cosa è questo prodotto? Cosa c’è oltre la fama, le tv, i punti ATP, i successi, i predestinati e il denaro?Quali storie, battaglie e conquiste personali ci sono dietro i tennisti del sommerso del circuito professionistico? Quanto rispetto e quanto interesse merita la loro carriera da guerrieri solitari quasi donchisciotteschi (e fenomeni della racchetta in giro per il mondo? E come provare a dare loro identità e spessore se non attraverso le loro storie?Eccone appunto una.
    Il belga Tibo Colson ha 22 anni ed è un tennista professionista attualmente posizionato alla 667esima posizione mondiale. Ho scoperto Tibo in occasione di uno degli ultimi ITF dell’anno a Trnava in Slovacchia, torneo dove ha raggiunto la semifinale per poi essere sconfitto dalla promessa spagnola Daniel Rincon. Giocatore aggressivo, Colson, un produttore di gioco che per certi versi mi ha ricordato per tipologia di gioco Lucas Pouille, ma con una maggiore incisività nel servizio.Il 2022 è stato il primo anno della sua carriera in cui ha potuto giocare con una certa continuità, soprattutto a partire da maggio. Continuità che gli ha permesso di risalire la classifica grazie alla vittoria di un ITF in Monzambico, alla suddetta semifinale di Trnava e a tre quarti di finale. E prima del 2022?
    Nel 2017 Colson deve abbandonare la carriera junior. Le sue ginocchia, infatti, sono paragonabili a quelle del 32enne Nadal (secondo uno specialista anzi sono in condizioni anche peggiori). Nel 2018 l’intervento chirurgico è inevitabile. Occorrono quasi due anni per superare una lenta e problematica ripresa, ma finalmente nel 2020 Colson è pronto a giocare la sua prima partita (peraltro vinta) nel circuito professionistico in un ITF a Monastir. Il covid frena però il suo rientro e durante l’anno giocherà solo un altro torneo. Il 2021 non comincia nel migliore dei modi, il dolore alle ginocchia continua e Tibo è in grado di giocare solo quattro tornei e si fa strada il timore di dover ricorrere ad un intervento ad entrambe le ginocchia. In agosto però le cose cominciano ad andare meglio. Pur potendosi allenare al massimo cinque volte a settimana, Colson disputa sino alla fine dell’anno undici tornei a livello ITF, con un record di undici vittorie e undici sconfitte.Arriviamo così al 2022 anno in cui, come dicevamo, Tibo Colson ha raggiunto il suo best ranking ed ha assicurato nuove prospettive alla stagione che sta per cominciare.
    Un paio di giorni fa ho fatto alcune domande a Tibo prima della sua partenza per Doha, dove giocherà il primo torneo della stagione. Ovviamente il suo principale proposito per il nuovo anno è di star bene e di essere in grado di giocare ogni settimana al massimo dell’intensità. Ha aggiunto che appena possibile proverà a giocare i tornei Challenger perché è convinto di esprimersi al meglio contro avversari di livello superiore.Gli ho chiesto cosa ha pensato subito dopo aver vinto l’ITF di Maputo, la sua risposta è stata tutt’altro che banale: “Alla fine è stato un piccolo sospiro di sollievo, ma non è durato molto. Ho dovuto giocare l’intero torneo assumendo antidolorifici. Avrei preferito giocare senza dolore piuttosto che vincere il torneo”.
    Ecco che tornano a frullarmi per la testa le parole di Patrick Kypson sul “processo” e sul “prodotto”, e mi accingo a seguire il “processo” di Tibo Colson perché anche se probabilmente non giocherà uno Slam quest’anno, la sua battaglia personale fatta di tenacia, resilienza e passione per il gioco mi appassiona come poche altre cose nel circuito.
    Antonio Gallucci LEGGI TUTTO

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    Gli USA prorogano al 10 aprile l’obbligo vaccinale per entrare nel paese per i non cittadini

    Il centrale di Indian Wells, California

    Arriva una notizia di una certa rilevanza dagli USA. Secondo quanto riportato dal giornalista della BBC Jamie Jenkins, gli USA hanno prorogato al 10 aprile 2023 l’obbligo di vaccinazione anti-Covid come requisito per entrare nel paese per i non cittadini statunitensi.
    Oltre alla prova di aver ricevuto una doppia dose di vaccino contro il virus, fino al 10 aprile prossimo potranno entrare negli USA anche coloro che mostreranno un’esenzione valida per motivi sanitari.
    Questa situazione può complicare non poco i piani per i tennisti non vaccinati, ai quali sarebbe quindi preclusa la partecipazione ai primi due Masters 1000 di primavera, Indian Wells e Miami, che si disputano tra marzo e i primi giorni di aprile.Ovviamente tra questi c’è Novak Djokovic, fermamente convinto nella sua scelta di non sottoporti alla vaccinazione anti-Covid.
    Ormai quasi tutti i paesi, incluso l’Australia – uno dei più “duri” nelle normative per contrastare la pandemia – hanno abbandonato l’obbligo vaccinale come requisito per l’ingresso nel Paese. Forse la situazione che si sta creando in Cina preoccupa le autorità sanitarie statunitensi, a tal punto da aver portato a questa scelta. LEGGI TUTTO

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    Berrettini: “La pressione c’è sempre. Ne parlavo ieri col mio coach, non tanto per questo match ma per la stagione”

    Matteo Berrettini

    Matteo Berrettini ha portato un punto “pesante” al team azzurro in United Cup, battendo con un duplice 6-4 il n.3 del mondo Casper Ruud. Dopo il successo ha parlato alla stampa, soffermandosi non solo sulla competizione in corso ma sul suo momento e sulle aspettative per il 2023. Il suo 2022 è stato segnato da molti problemi, che l’hanno portato fuori dalla top10 nonostante la semifinale raggiunta agli Australian Open lo scorso gennaio. Proprio sul tema della pressione e delle aspettative, così si è espresso il nostro giocatore.
    “Gestire la pressione? Questa è una bella domanda… La pressione non va mai via. Non importa se sei un campione di un torneo del Grande Slam, cosa che io non sono, o se sei uno dei primi 10 giocatori al mondo. È sempre lì. Ieri sera ne stavo parlando con il mio allenatore. Ho sentito molta pressione, non solo per questa partita ma anche per la stagione. La stagione sta iniziando e l’anno scorso è stato un anno difficile, la pressione è sempre presente. Come ho detto, tutto sta nell’imparare su te stesso, su chi sei, sulle cose che stai facendo. Lavoro con un mental trainer da quando avevo 17 anni”.
    “Cosa direi a me stesso a 15 anni? Ero un junior otto anni fa. Il tempo vola. Anzi nove. Darmi un solo consiglio non è facile. Penso di essere stato molto fortunato perché ho incontrato Santopadre quando avevo 14 anni. Scherzo sempre, ma voglio dire, devo ringraziarti (rivolto a Vincenzo). Non potrò mai ringraziarti abbastanza per quello che abbiamo fatto insieme. Ma penso che la cosa più importante sia che mi stavo divertendo allora e mi sto divertendo adesso in quello che sto facendo. Ovviamente, sta diventando sempre più difficile. All’inizio è tutto nuovo, quindi giochi il primo Slam, giochi il primo grande torneo, poi arriva la pressione. Impari come persona, impari come giocatore e cerchi di imparare da ciò che sta accadendo. Ma penso che la cosa più importante, almeno per me, è che ogni giorno metto un mattone nel muro, quindi anche quando ho perso, non importa, sento che devo imparare qualcosa da quello che è successo. Credo sia questo il consiglio che mi darei. Anche nei giorni peggiori, senti che è successo qualcosa di buono e prendilo come esperienza per migliorare te stesso”.
    Tornando sulla vittoria contro Ruud, Matteo si è detto soddisfatto del rendimento del proprio servizio: “Penso di aver servito molto bene. Con lui è importante perché è molto solido, prende sempre la decisione giusta. L’importante è essere aggressivi, non farlo giocare troppo. Penso che abbiamo preparato molto bene la partita, sono stato efficace nei momenti importanti. Non ho avuto molte possibilità, ma avevo quelle giuste ed ero pronto a coglierle. Giocare in modo aggressivo contro di lui penso sia decisivo, se gli dai un po’ più di tempo, allora muove molto bene la palla”.
    Berrettini al momento dell’intervista ancora non sapeva che i prossimi avversari saranno i polacchi, e quindi per lui in particolare, Hubert Hurkacz. Tuttavia a suo dire trovare Svizzera o Polonia non fa differenza: “Non ho mai affrontato Stan, a parte un match di esibizione lo scorso dicembre. Sarà interessante se sarà lui. È un grande giocatore, un grande campione, ha vinto tanti titoli. Non l’ho visto, ma credo che l’altra sera abbia giocato un’ottima partita contro Bublik, quindi sarà pronto. Quanto a Hurkacz, lo conosco abbastanza bene, abbiamo giocato più volte l’uno contro l’altro. Entrambi sono grandi giocatori, soprattutto in queste condizioni. Sarà una partita difficile. Ma mi sento bene, sto giocando bene, quindi sono fiducioso”. LEGGI TUTTO

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    Rune: “Non sarà facile, ma posso vincere gli Australian Open”

    Rune in allenamento ad Adelaide (foto Adelaide International)

    Holger Rune dopo un finale di stagione straordinario è uno dei giovani più attesi nei primi tornei “down under”. Il formidabile danese, classe 2003, ha parlato alla stampa prima dell’avvio del torneo di Adelaide, non nascondendo i propri obiettivi: vincere. Ecco alcuni passaggi dell’intervista.
    “Mouratoglou? Mi accompagnerà sia qui che a Melbourne. Ci divertiamo molto insieme dentro e fuori dal campo, mi dà ottimi consigli a livello tennistico e mentale”.
    “Quando ottieni risultati ti guadagni il rispetto dell’intero tour, ma allo stesso tempo rendi gli avversari molto più motivati ​​a batterti e conoscerti meglio. Non ci penso molto, mi piace solo imparare e lavorare sodo per essere migliore ogni giorno. Tutte le partite sono difficili e voglio godermi la sfida che questa nuova stagione mi porta”.
    “L’Australian Open? Penso di poterlo vincere. So che sarà molto difficile perché ci sono tanti tennisti che ne hanno le capacità, ma affronterò ogni partita al 100%, con la volontà di mantenere sempre la massima concentrazione. Sarà molto importante per me superare le prime partite senza soffrire troppo, perché avendo ancora poca esperienza non sarebbe positivo dover stare troppe ore in campo e accumulare stanchezza fisica e mentale. Ci vuole un gran fisico per vincere un Grande Slam e anche se non ho ancora esperienza sui cinque set, ho il fuoco dentro necessario per vincere”. LEGGI TUTTO

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    Paire inizia il 2023 con una storia “forte”

    Il francese Benoit Paire è stato uno dei giocatori che ha sofferto maggiormente l’impatto della pandemia. Ragazzo complesso, conflittuale, di vero talento ma terribilmente complicato, ha salutato i suoi sostenitori poche settimane fa scrivendo di essere sicuro di potersi riprendere e tornare a giocare il proprio miglior tennis con continuità, lottando per tornare dove crede di meritare in classifica.
    Ha iniziato il suo anno con una storia Instagram per… palati forti, mostrando le pessime condizioni dei suoi piedi dopo gli allenamenti. “Inizio l’anno nuovo di zecca”, scrive, con un eloquente “Bon Appetit” a dir poco beffardo.
    La riportiamo con il tweet del collega francese Moynet,

    Pardon mais je ne veux pas être le seul à avoir vu cette horreur sur la dernière story de Benoît Paire pic.twitter.com/Ij1BUyaUug
    — Quentin Moynet (@QuentinMoynet) December 31, 2022 LEGGI TUTTO