More stories

  • in

    I successi della scuola tennistica spagnola

    Carlos Alcaraz nella foto – Foto Getty Images

    Stavo osservando, con un certo disagio, il match tra Zverev e Musetti.A prescindere dal ritiro dell’ italiano, il “certo disagio”, veniva dal fatto di vedere il tedesco giocare un match perfetto, sui livelli delle ATP-Finals dello scorso anno, dove è stato praticamente ingiocabile.
    Solo una settimana fa, lo stesso giocatore, giocava una partita sinceramente stucchevole contro il norvegese Rune, in cui non teneva una palla in campo.Cosa è successo in questa settimana al buon Zverev?
    E’ successo che ha cambiato coach, rivolgendosi al due volte campione del Rolan Garros, Sergi Bruguera.Ora, non è che Bruguera abbia la bacchetta magica in grado di trasformare un brocco in un campione in una sola settimana, di sicuro ci sono state altre componenti: le condizioni di Madrid, che favoriscono il gioco del tedesco, le motivazioni, la posta in gioco etcetera, etcertera…Tuttavia questo episodio è stato lo spunto per fare una riflessione più generale sul momento del tennis.Se scorriamo la lista dei primi 10 giocatori del mondo, ci accorgiamo che, includendo Zverev, ben 6 di essi(6 su 10, avete capito bene), hanno coach spagnolo o vengono da accademie spagnole(il caso di Ruud).E’ un dato abbastanza impressionante, che dovrebbe far riflettere e che mi porta a due conclusioni:1) Gli spagnoli sono gli allenatori che costano di più2) Gli spagnoli sono gli allenatori più preparatiDiciamo che la prima conclusione è strettamente connessa alla seconda, che è poi il punto focale sul quale vorrei insistere.La scuola spagnola negli ultimi 30 anni sta dominando il tennis: la Spagna è il paese che negli ultimi 30 anni ha portato il maggior numero di giocatori tra i top 10 e domina negli slam grazie ai ventuno successi d Rafa Nadal. Già, Rafa Nadal.E’ lui che ha rivoluzionato il tennis moderno, portando all’ estremo la preparazione fisica e mentale dei giocatori, togliendo(ahimè) spazio al talento e alla fantasia, ma alzando nettamente il livello prestazionale del tennis. Carlos Alcaraz è il prodotto finale di questa rivoluzione. Un giocatore completo tecnicamente e mostruoso dal punto di vista fisico e mentale, con una continuità di rendimento impressionante per la sua giovane età.Alcaraz ha sicuramente delle doti naturali, ma la sua vera forza, sta nel lavoro che stanno facendo dietro di lui Ferrero e tutto il suo team, lavoro che è iniziato tanti anni fa nella accademy del “Mosquito”, e continua ogni giorno con progressi di una celerità spaventosa.Ma allora qual’ è il segreto della scuola spagnola?Molti parlano di aiutini per migliorare le prestazioni atletiche, ma onestamente, fino a che non si trovano prove in merito, queste sono solo chiacchiere da bar. E’ evidente che il lavoro fisico che fanno gli spagnoli è nettamente migliore rispetto agli altri. Non si potevano produrre altrimenti fisici come quelli di Nadal e Alcaraz. Ma non c’ è solo quello.L’ organizzazione sportiva spagnola è al momento la migliore del mondo e non solo per il tennis.Innanzi tutto lo sport è una componente fondamentale nella scuola, i bambini perciò hanno accesso ad ottime strutture sportive fin dall’ infanzia, senza che le famiglie debbano svenarsi economicamente, il che stimola ovviamente l’ interesse dei bambini verso lo sport.
    E poi, quando i bambini crescono, quelli più bravi entrano nella accademy.La scuola tennistica spagnola, in particolare, si basa sulle accademy fondate dagli ex giocatori, che mettono a disposizione la loro esperienza ai maestri e di conseguenza ai ragazzi.Le accademy hanno strutture di primissimo livello, con metodi di allenamento all’ avanguardia, che portano allo sviluppo fisico e mentale del giocatore. C’ è poi grande collaborazione inter-accademy, favorita dalla federtennis spagnola, che agevola il lavoro grazie alla condivisione delle conoscenze.In italia l’ unica accademy degna di questo nome è quella d Riccardo Piatti a Bordighera, ma per il resto la preparazione dei ragazzi è affidata ancora ai circoli. Guardate Musetti: è ancora seguito dal maestro che aveva da bambino, Simone Tartarini, che, pur bravissimo, non poteva avere le strutture per garantire a Lorenzo una preparazione adeguata. Infatti dal punto di vista fisico, mentale, ma anche tecnico (la ricerca della palla, pur migliorata, è ancora nettamente insufficiente per questi livelli) è molto indietro rispetto ad Alcaraz che non ha più talento tennistico di Musetti, ma è stato costruito decisamente meglio. Il problema è che costruire un giocatore a 15 anni è un conto, a 20 è un altro. Chissà se Musetti fosse stato seguito da un accademy spagnola, magari in futuro ci sarebbe stato un bel dualismo che, almeno per il momento, possiamo solo sognare.
    E qui si viene a Sinner.Non mi ha mai convinto la sua decisione di lasciare Piatti. A Bordighera con Sinner è stato fatto un ottimo lavoro, sono stati costruiti dei fondamentali straordinari ed una solidità mentale che non ha eguali tra i tennisti italiani. Dal punto di vista fisico avrei da ridire, visti i continui acciacchi di Jannik, ma tutto sommato è ancora molto giovane e fisiciamente ognuno ha i suoi tempi d sviluppo. E allora perché lasciare Piatti?Rivolgendosi altresì ad un coach, bravo, ma non con tutta questa esperienza ad alto livello?E’ stata una decisione che sinceramente mi ha lasciato perplesso. Avrebbe avuto più senso rivolgersi ad un coach spagnolo, magari di esperienza, oppure ad un ex giocatore, ma onestamente non so che valore aggiunto possa dare Vagnozzi rispetto a Piatti. Anche perché tutto sommato, vengono dalla stessa scuola di pensiero. La differenza è che le strutture e le conoscenze di Piatti, sono decisamente maggiori rispetto a quelle di Vagnozzi(almeno sulla carta, poi non conoscendo personalmente entrambi, non posso giudicare).Il futuro ci dirà, è ancora presto per giudicare, ma al momento il processo evoluivo d Jannik forse si è un po’ fermato.La cosa certa è che adesso i campioni non nascono, ma si costruiscono e gli spagnoli, almeno al momento, li sanno costruire meglio di noi.
    Massimiliano Cacurri LEGGI TUTTO

  • in

    Andy Murray colpito da intossicazione alimentare. Questo il motivo del suo forfait a Madrid

    Andy Murray nella foto

    Andy Murray ha iniziato a sentirsi male ieri e oggi non è potuto scendere in campo per giocare contro Novak Djokovic nel terzo turno del Mutua Madrid Open.
    La stampa britannica ha spiegato il motivo del suo ritiro. Andy ha avuto un’intossicazione alimentare. “Ieri pomeriggio Andy mi ha detto che non si sentiva bene. Qualcosa che aveva mangiato il giorno prima e anche se si sentiva meglio questa mattina, non era pronto a giocare contro Novak”, ha detto Feliciano Lopez al Daily Mail. Come sottolinea il direttore del torneo, Murray non è riuscito nemmeno a lasciare la sua stanza ieri a causa di quanto male stava. LEGGI TUTTO

  • in

    Lorenzo Musetti ed il problema alla coscia sinistra: “Tra 24 ore la decisione se giocare Roma”

    Lorenzo Musetti nella foto – Foto Getty Images

    Lorenzo Musetti ha parlato dopo il ritiro dal torneo di Madrid per un problema muscolare alla coscia sinistra: “Sono dispiaciuto per il ritiro di oggi. Domani arrivo a Roma e farò tutti gli esami possibili, il medico mi ha detto di stare a riposo 24 ore e fare la radiografia. Mi sono fatto male nel riscaldamento per il match, ma ho provato comunque a giocare. Riuscivo a stare in campo tranquillamente durante i primi game, poi con il trascorrere dei minuti il dolore è aumentato e rischiavo di peggiorare le cose. Non riuscivo a fare nulla, anche il bendaggio non aiutava per il mio problema. lasciato le belle sensazioni che avevo questa settimana con un ritiro come questo“.
    Giocherà a Roma?: “Non so dare percentuali sulla mia partecipazione, domani farò degli esami e si avranno idee più chiare, è una situazione nuova per me e non so fare previsioni. Sicuramente è un momento molto difficile questo, tengo molto giocare a Roma, sarebbe un palcoscenico stupendo e una bella occasione per giocare davanti al pubblico italiano“. LEGGI TUTTO

  • in

    Semifinali al Tc Prato per il 38° Itf Under 18. Bella iniziativa tra i più piccoli e i giovani campioni

    Lorenzo Sciahbasi nella foto

    Al 38° Torneo Internazionale Giovanile Under 18 “Città di Prato” siamo giunti alle semifinali per un torneo davvero frizzante e divertente per l’esuberanza degli atleti in campo e per la diversità del gioco offerto dai protagonisti. Molto bella l’iniziativa del circolo laniero che ha fatto giocare i propri allievi con i futuri campioni del tennis mondiale sul centrale Ciardi-Focosi.
    “Siamo alle battute conclusive e vedere sul centrale Ciardi Focosi i nostri allievi della scuola con i campioni del prossimo domani – spiega il presidente del Tc Prato Marco Romagnoli – mi ha riempito di gioia. Ricordare due esempi e campioni del nostro circolo come Loris Ciardi e Lapo Focosi insieme ai giovani della nostra città e ai giocatori provenienti da tutto il mondo è l’immagine più bella e stimolante del torneo. E’ questa la forza di questa manifestazione che gli attuali top ricorderanno con piacere e soddisfazione. La cartolina che rimarrà impressa nei ricordi, sia degli allievi della Sat che dei giocatori, sarà proprio questa”
    Nel tabellone maschile procede la marcia del favorito numero uno il canadese Jaden Weekes (Itf,40) che in un match molto bello, concluso 75 75, ha superato l’eclettico romagnolo Federico Bondioli (8), finalista all’Itf Under 18 Città di Firenze e sconfitto ai quarti a Salsomaggiore. Il nord americano sarà uno dei quattro semifinalisti di questa edizione pratese dell’Itf giovanile numero 38. L’azzurro come era riuscito a fare con l’indiano Dhamne, giovanissima promessa del tennis mondiale, non ha messo in difficoltà il canadese per la solidità dell’avversario. Ora la semifinale della parte alta del tabellone vedrà il numero uno contro l’azzurro Lorenzo Sciahbasi, marchigiano che gioca per il Match Ball Firenze, che nel derby azzurro ha sconfitto Jacopo Bilardo per 63 64 in una sfida molto divertente e con i due protagonisti che si sono battuti al massimo per raggiungere il penultimo atto del torneo “Non era facile perché ci conosciamo e sappiamo come affrontarci – dice Sciahbasi – sono riuscito ad essere lucido nei momenti decisivi e alla fine è andata bene”
    Nella parte bassa il neozelandese Jack Loutit prevale sul turco Soyler per 64 62 e in un match tra due continenti opposti se la vedrà con il giapponese Kenta Miyoshi che ha sconfitto lo spagnolo Callejon Hernando 16 75 75.
    Nel femminile l’azzurra Francesca Pace ha la meglio sull’irlandese (numero 6 del seeding) Simunyu per 75 64 ed ora affronterà la giapponese Sara Saito (2) che in un derby asiatico ha superato la giocatrice di Taipei (7) Li per 26 62 64. Nella parte alta la giocatrice che gioca senza bandiera Alina Korneeva ha, in poco meno di un’ora, superato la statunitense Alexia Harmon per 63 60. E in un match che si preannuncia molto bello troverà di fronte la testa di serie numero 3 la marocchina El Aouni che ha sconfitto la neozelandese Yang per 61 62
    Prosegue il torneo di doppio dove diversi protagonisti del singolare sono sempre in gara con finali che dovrebbero disputarsi nella giornata di venerdi ma molto dipenderà dai risultati dei quarti e delle semifinali.
    Quarti di Finale

    Tabellone maschileWEEKES, Jaden [1] (Can) b BONDIOLI, F [8] (Ita) 75 75SCIAHBASI, Lorenzo (Ita) b BILARDO, Jacopo (Ita) 63 64LOUTIT, Jack (Nzl) b SOYLER, Baran (Tur) 64 62MIYOSHI, Kenta (Jpn) b CALLEJON HERNANDO, S (Spa) 16 75 75
    Tabellone femminileKORNEEVA, Alina b HARMON, Alexia (Usa) 63 60EL AOUNI, Aya [3] (Mar) b YANG, Vivian (Nzl) 61 62PACE, Francesca (Ita) b SIMUNYU, Celine [6] (Irl) 75 64SAITO, Sara [2] (Jpn) b LI, Yu-Yun [7] (Tpe) 26 62 64 LEGGI TUTTO

  • in

    Piatti Tennis Center: I “pro” trovano aiuto

    Ernests Gulbis (destra) con Dragoljub Kladarin, preparatore fisico del Piatti Tennis Center. L’ex top-10 lettone è uno dei tennisti professionisti di base a Bordighera

    Da una parte ci sono i giovani, che al Piatti Tennis Center ci lavorano per porre le fondamenta del proprio futuro e nelle ultime settimane si sono messi spesso in evidenza in alcuni dei più importanti tornei internazionali juniores. Dall’altra, invece, ci sono i tanti professionisti già affermati che a Bordighera si presentano a ripetizione per delle consulenze, avendo individuato nel centro la struttura ideale alla quale appoggiarsi. Solo nel mese di aprile la già lunga lista di “pro” che hanno chiesto aiuto al team di Riccardo Piatti si è arricchita di altri tre nomi di spessore, capeggiati dalla baby star Emma Raducanu. La 19enne britannica, vincitrice dell’ultimo Us Open, è transitata da Bordighera per conoscere il team Piatti e le metodologie di lavoro del centro, poi ha passato la palla ad altri due big della racchetta. Prima è stata la volta dello spagnolo Roberto Bautista Agut, numero 19 Atp, giunto in Riviera per recuperare dal problema al polso che l’ha costretto a rinunciare ai tornei di Monte-Carlo e Barcellona e per prepararsi a dovere per la parte più importante della stagione sulla terra battuta. In seguito è toccato invece a Milos Raonic, il canadese che nel 2016 sotto la guida di Piatti arrivò in finale a Wimbledon e al numero 3 del mondo, e sembrava pronto per risultati ancora più importanti. Poi una lunga serie di guai fisici l’ha frenato, tanto che nel circuito non si vede da agosto, ma non ha perso la voglia di riprovarci e per farlo ha chiesto aiuto al suo vecchio allenatore, per una settimana di test atletici e di lavoro in campo.
    “Tutte queste visite – dice Luigi Bertino, direttore del Piatti Tennis Center – confermano la nostra vocazione: il centro è nato come base per i giovani che desiderano intraprendere il percorso professionistico, ma anche come struttura in grado di fornire ai tennisti già affermati dei servizi d’eccellenza sotto tutti i punti di vista: tecnico, atletico, fisioterapico, medico e mentale. Il fatto che sempre più giocatori decidano di affidarsi a noi per delle consulenze è la prova della qualità di ciò che offriamo, senza dimenticare coloro che si allenano qui a tempo pieno”. L’allusione è a Marta Kostyuk, alla new entry Lesia Tsurenko ma anche all’ex top-10 Ernests Gulbis, che ha scelto Bordighera nel periodo della preparazione e da allora è diventato un habitué. Con loro, come accennato, tanti giovani protagonisti a livello internazionale: solo nelle ultime settimane Lorenzo Ferri ha vinto due degli appuntamenti storici del calendario juniores italiano, gli Itf under 18 di Grado 2 di Firenze e Salsomaggiore Terme (dove Giacomo Nosei è arrivato in finale nel doppio), mentre a soli 14 anni Tyra Grant si è imposta fra le under 18 a Delray Beach, in Florida. E non è tutto: Filippo Garbero ha conquistato a Tirana (Albania) un torneo Tennis Europe under 14 e la sedicenne Ela Nala Milic è arrivata in finale nel prestigioso Itf under 18 di Grado 1 di Beaulieu-sur-Mer (Francia), partendo addirittura dalle qualificazioni. Risultati che certificano la crescita di ciascuno di loro e anche il valore di un metodo che funziona sempre meglio, sia con chi campione lo è già sia con coloro che desiderano diventarlo. LEGGI TUTTO

  • in

    Trofeo Bonfiglio, l’edizione numero 62 dal 14 maggio. È l’evento che porta a Milano le stelle del futuro

    Presentata la 62esima edizione del Trofeo Bonfiglio, in programma sui campi del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa da sabato 14 a domenica 22 maggio (foto di Francesco Panunzio)

    “I campioni di domani… oggi”. Lo slogan del Trofeo Bonfiglio, presentato oggi nella palazzina Liberty che fa da club house del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa, è lo stesso di sempre, ma stavolta gli appassionati milanesi hanno dovuto attendere meno del solito per farsi un viaggio (gratuito) nel tennis del futuro. Perché fra l’edizione numero 61, occasionalmente giocata nel luglio del 2021, e la numero 62 in arrivo dal 14 maggio, sono passati una decina di mesi e non i dodici canonici: una buona notizia per il pubblico che non vede l’ora di assiepare gli spalti del Tc Milano, ma anche per gli organizzatori. Dopo l’edizione cancellata del 2020 e quella dell’anno seguente slittata nel cuore dell’estate, al “Bonacossa” ritrovano infatti la classica collocazione in calendario, nella settimana successiva agli Internazionali BNL d’Italia di Roma. Quello fra la Capitale e Milano è un passaggio di consegne dal significato profondo, visto che le primissime edizioni del torneo più famoso d’Italia si giocarono proprio sui campi di via Arimondi, che poi hanno salutato i “pro” ma si sono presi gli Juniores, conservando una posizione di primo piano nella geografia della racchetta. Da allora hanno avuto un ruolo di spicco nella crescita di tanti big del futuro, e ad ogni edizione continuano a scrivere nuove pagine di una storia di successo. Quest’anno i Campionati Internazionali d’Italia juniores, come sempre di grado A (il più alto per gli Itf under 18), scattano sabato 14 maggio con le qualificazioni e terminano domenica 22 con le finali dei singolari, trasmesse dal canale SuperTennis e dalla piattaforma web di contenuti on-demand della FIT SuperTenniX.
    Un altro segnale del ritorno alla piena normalità è un’entry list che pare un viaggio intorno al mondo, tanto che solo fra i giocatori sicuri di un posto (fra tabelloni principali e qualificazioni) sono rappresentate la bellezza di oltre 50 nazioni, di tutti i continenti. Otto i top 10 iscritti, divisi fra uomini (3) e donne (5). Nel maschile, a guidare la pattuglia c’è il peruviano Daniel Vallejo, n.2 del ranking mondiale, la stessa posizione occupata fra le ragazze dalla belga Sofia Costoulas, vecchia conoscenza del pubblico milanese: nel 2021 arrivò ai quarti ad appena 16 anni, e tornerà da finalista in carica dell’Australian Open. Di nuovo a Milano anche la ceca Nikola Bartunkova, finalista lo scorso anno, ma soprattutto il campione uscente Gonzalo Bueno, peruviano a caccia di una storica doppietta, che al Bonfiglio è riuscita solo a due giocatori: il greco Nicholas Kalogeropoulus (1964-1965) e l’australiano John Alexander (1969-1970). Per quanto riguarda l’Italia, nessuno dei nostri è sicuro di un posto nel main draw per diritto di classifica (i più vicini sono il romano Daniele Minighini e la palermitana Giorgia Pedone), ma ce ne saranno parecchi in gara, sia grazie alle wild card, sia nelle qualificazioni del weekend inaugurale.
    Fra le tante bandiere presenti nell’entry list non poteva mancare quella dell’Ucraina, alla quale è legata un’iniziativa da raccontare. Il Tennis Club Milano, infatti, ha voluto andare incontro ai giovani ucraini offrendo ospitalità completa agli iscritti fin da cinque giorni prima del via, con alloggio a costo zero (grazie alla collaborazione degli hotel ufficiali Raffaello e Mirage), pasti gratis e campi a loro disposizione. E non è tutto, visto che un coach statunitense, in arrivo in Italia con alcuni allievi, si è già detto disponibile ad allenarli, sempre senza spese. Segnali concreti di un impegno che al Bonfiglio non è solo sportivo ma anche umano. Perché – non va dimenticato – anche dietro a dei giovani atleti di successo ci sono pur sempre degli adolescenti. Aiutarli, mentre nel loro Paese divampa il conflitto, è sembrato doveroso.
    Elena Buffa di Perrero, presidente Tennis Club Milano
    “Dal 14 al 22 maggio vedremo alcuni dei più promettenti giovani del mondo del tennis. Veniamo da anni difficili: nel 2020 abbiamo dovuto rinunciare e nel 2021 abbiamo cambiato data, ma con orgoglio abbiamo mantenuto il torneo in calendario. Ora siamo lieti di tornare ad accogliere i futuri campioni nella settimana canonica, con il torneo che torna a disputarsi a maggio”.
    “Il Tennis Club Milano ha una storia ultracentenaria, ma proprio dalla visione di Alberto Bonacossa è nata l’idea di portare in Italia per la prima volta un torneo internazionale. Tanto che qui abbiamo ospitato anche gli Internazionali d’Italia quando erano agli esordi. Oggi per noi è un orgoglio vedere dei ragazzi che già si comportano da professionisti, e ancor di più farlo con una organizzazione collaudata, che ha una sua complessità. Basta guardare gli attuali ranking Atp e Wta per vedere quanti campioni sono passati da qui, italiani compresi”.
    “Quest’anno vivremo tutto con un po’ più di leggerezza, senza le limitazioni per la pandemia. Al contempo, un pensiero non poteva non andare all’Ucraina, e a questa guerra che ha un impatto anche sul mondo dello sport. In accordo con la FIT e con la ITF, il club ha deciso di dare ospitalità ai ragazzi che vengono dall’Ucraina, non solo durante le qualificazioni ma anche dalla settimana precedente, accollandosi tutte le spese. Un piccolo gesto che speriamo possa avere un grande significato per tutti loro”.
    “Un grazie va a Comune di Milano, Regione Lombardia, al presidente FIT Angelo Binaghi che rinnova il suo supporto e a Supertennis che promuove il torneo e lo rende accessibile al grande pubblico. Grazie anche al Coni e a tutti gli sponsor”.
    Gianni Milan, vice presidente vicario Federazione Italiana Tennis
    “Rinnovo i saluti del presidente FIT Angelo Binaghi. Per me è sempre una emozione stare al Tennis Club Milano, fin da quando raggiunsi la finale alla Coppa Lambertenghi, un ricordo che ancora oggi mi crea emozione. Per i giovani, il passaggio dal TCM tra Lambertenghi e Bonfiglio è fondamentale: per chi vuole fare un percorso da professionista, queste due tappe non possono mancare. La FIT dà un appoggio importante al circolo per il torneo”.
    “Questo è un momento d’oro per il tennis italiano, raccogliamo i frutti di un sistema Italia che non è di pochi ma di tante persone. Tra questi appassionati ci sono i dirigenti di circolo: non è un caso che l’Italia sia tra le nazioni che organizzano più tornei internazionali, ogni settimana tra Challenger e ITF il calendario è pieno e questo è un vantaggio anche per i nostri giovani. Siamo una bella squadra, di gente che lavora bene e che ha passione”.
    Antonio Rossi, sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia, con delega allo sport, alle Olimpiadi 2026 e ai grandi eventi
    “Sono 62 edizioni del Bonfiglio, e io devo fare i complimenti al Tennis Club Milano perché, entrando in questo salone, si respira la storia e la tradizione. Si sente la passione e l’entusiasmo per questo sport. Quando abbiamo ricevuto la conferma dell’organizzazione dei Giochi Olimpici 2026, abbiamo messo nel dossier il dna dello sport milanese, anche a livello di organizzazione. E il Bonfiglio fa parte di questi grandi eventi. Complimenti al club per la passione e per la voglia di organizzare un appuntamento come il Bonfiglio, nel rispetto degli insegnamenti verso i più giovani. Non sono un tennista, ma come tutti sto seguendo questo momento magico del tennis italiano e mi fa molto piacere vederlo così in salute”.
    Marco Riva, presidente CONI Lombardia
    “È sempre bello essere al Tennis Club Milano, perché qui c’è l’eccellenza a livello italiano e internazionale. Quasi un anno fa questo club ha ospitato il Consiglio nazionale del Coni, a testimonianza del fatto che c’è un forte legame anche col movimento olimpico. I complimenti del CONI vanno alla presidente e allo staff del Trofeo Bonfiglio, e anche alla FIT per l’impegno profuso per la crescita del tennis”.
    Enrico Cerutti, presidente Comitato regionale lombardo FIT
    “Lo dico tutti gli anni ma quest’anno lo ripeto ancora più forte: al Trofeo Bonfiglio la maggior parte dei grandi giocatori del futuro sono usciti nei primi turni, quindi il mio consiglio agli appassionati è di non aspettare gli ultimi due giorni per venire ad assistere al torneo, ma di farlo dall’inizio così da vedere tutti coloro che potranno diventare dei campioni. L’ultimo esempio in questo senso è Carlos Alcaraz, fuori al 2° turno nel 2019. Un doveroso grazie va agli organizzatori, perché so quanto bisogna lavorare, in questo periodo di difficoltà, per creare un evento simile. Un evento che riceve sempre il massimo gradimento da parte dell’ITF”.
    GLI HASHTAG UFFICIALI DEL 62° TROFEO BONFIGLIO
    Anche quest’anno, e sempre di più, la manifestazione avrà copertura sui social network attraverso i canali e gli account ufficiali di Facebook e di Instagram del Tennis Club Milano Alberto Bonacossa e dell’Ufficio Stampa della manifestazione (Ufficio Stampa Sport). Hashtag ufficiali per l’edizione del 2022 saranno #TrofeoBonfiglio e #Bonfiglio62.
    TC MILANO ALBERTO BONACOSSA, SEMPRE PIÙ AL “CENTRO” DELLA CITTÀ
    Il Tennis Club Milano A. Bonacossa si sta sempre più aprendo alla città di Milano per continuare a essere non solo un punto di riferimento sportivo, ma anche culturale e mondano. Da qualche anno a questa parte sono numerosi gli eventi di grande prestigio organizzati nello storico club di Via Arimondi, serate di opera, concerti, rappresentazioni teatrali che hanno visto la partecipazione di artisti di fama internazionale e che hanno trovato nel TCM un palcoscenico di primissimo spessore.
    Nei propri spazi il circolo è in grado di ospitare qualsiasi tipo di manifestazione: conferenze, presentazioni di libri e molte altre tipologie di eventi. È anche questo il motivo per cui sempre più realtà di prestigio decidono di affiancare il proprio nome a quello dello storico club. La nuova dirigenza si è posta l’obiettivo ambizioso di collocare nuovamente il TCM tra le realtà sociali più attive di Milano e di tornare a essere vero e proprio luogo di incontro nel pieno centro della città.
    Tutto questo è possibile grazie a una organizzazione che anno dopo anno sta puntando a diventare sempre più una macchina perfettamente oliata.
    NUOVI PARTNER TECNICI
    Da quest’anno i brand storici Yonex e Dunlop affiancano il Trofeo Bonfiglio come Official Stringer e Official Ball del torneo. La Dunlop ATP, la palla che verrà utilizzata sui campi del TCM, è la stessa dei tornei più importanti al mondo sulla terra battuta (Roma, Monte-Carlo, Madrid), ma anche delle Nitto ATP Finals e Intesa SanPaolo Next Gen ATP Finals. Novità anche per l’acqua ufficiale del torneo che da quest’anno sarà Acqua Valmora, la stessa di Roma, Monte-Carlo, Nitto ATP Finals e Next Gen ATP Finals. Per quanto riguarda l’abbigliamento, continua la collaborazione col brand Australian, che vestirà anche quest’anno staff, giudici e raccattapalle.
    LA METRO ‘LILLA’, I TRAM E LA TANGENZIALE: COME ANDARE A VEDERE IL TORNEO AL TCM BONACOSSA
    Con i mezzi pubblici – tram 1, 14, 19 e 33 (fermata Piazza Firenze) oppure autobus 43, 48, 57, 69, 78, 90, 91, 163. In metropolitana, con la linea M5 (la lilla), fermate Portello o Domodossola (10 minuti a piedi).
    In auto – dalla rete delle tangenziali milanesi prendere l’uscita Certosa, seguire per il centro e imboccare la circonvallazione su Viale Monte Ceneri (cavalcavia della Ghisolfa). Il club è in via Arimondi, 15. LEGGI TUTTO

  • in

    Kevin Anderson dice addio al tennis professionistico

    Kevin Anderson nella foto

    Kevin Anderson, ex n.5 del mondo, ha annunciato martedì la fine della sua carriera da professionista, causata dai numerosi infortuni negli ultimi tempi.
    Il 36enne sudafricano ha fatto una lunga ed emozionante dichiarazione rivelando il suo addio al tennis, dopo aver ringraziato tutti per i suoi 18 anni di carriera.“Non ricordo un momento della mia vita in cui non stavo giocando a tennis. Ho cominciato il mio viaggio 30 anni fa quando mio papà mi mise la racchetta in mano e mi disse che con il duro lavoro sarei potuto diventare uno dei migliori giocatori al mondo. Sono grato per tutte le cose meravigliose che mi sono successe solo per l’aver fatto parte di questo sport. Da bambino, mio papà mi diceva che il successo non è definito dai risultati, ma dagli sforzi e i sacrifici che fai nella strada per diventare il meglio che puoi essere. E io ho dato il meglio di me stesso”.
    Anderson ha sette titoli ATP nel suo curriculum, l’ultimo dei quali ottenuto l’anno scorso a Newport, ma spiccano anche due finali in tornei del Grand Slam: US Open 2017 e Wimbledon 2018.
    L’ultimo incontro nella carriera di Anderson è avvenuto alla fine di marzo al Masters 1000 di Miami, con Kevin che ha perso contro Juan Manuel Cerundolo al primo turno.Anderson era attualmente classificato al 107° posto nel mondo e durante le ultime stagioni, specialmente dal 2019 in poi, ha affrontato diversi problemi fisici. LEGGI TUTTO

  • in

    Primo turno con diverse sorprese all’Itf Under 18 Città di Prato. Conferma per il 14enne Dhamne. Bene gli italiani (Bilardo e Masera al maschile e Pace al femminile) a superare le teste di serie

    Il 14enne indiano Manas Dhamne

    Primo turno del tabellone principale del 38° Torneo Internazionale Giovanile Under 18 “Città di Prato” e arriva la conferma che sul centrale Ciardi Focosi abbiamo potuto osservare uno dei giocatori junior più forti a livello mondiale.
    Manas Dhamne, 14enne indiano che lo scorso anno ha chiuso la classifica mondiale al numero uno tra gli under 14, ha superato per 63 62 l’italiano Andrea Meduri ed ha dimostrato varietà di gioco e grande classe. Ora in un incontro da seguire troverà l’azzurro Federico Bondioli (8) finalista all’Itf Under 18 Città di Firenze e sconfitto ai quarti a Salsomaggiore. Viceversa la giovane under 14 proveniente dalla Repubblica Ceca Laura Samsonova anche lei 14enne è stata superata dall’azzurra Diana De Simone per 75 60. Una giornata davvero di tennis di ottimo livello con tanti incontri molto equilibrati e la prima sorpresa arriva proprio da Jacopo Bilardo che sconfigge dopo 3 ore e 45 minuti il coreano, testa di serie numero 5, Eoobin Shin per 36 60 75. Ora l’azzurro se la vedrà con il cinese Benjamin Torrealba che ha eliminato il canadese Duncan Chan 76 76. Bravo anche Teo Masera a superare il favorito numero 6 del tabellone il kazako Batyutenko 64 61 e ora troverà il neozelandese Loutit che ha superato 62 64 il qualificato Vaccari. Il favorito nel maschile il canadese Jaden Weekes (Itf,40) passa il turno contro lo svedese Edengren per 64 76. Nel femminile la sorpresa arriva dall’italiana Francesca Pace che elimina per 76 75 la numero 4 la lituana Patricija Paukstyte.
    Iniziato anche il torneo di doppio dove le coppie favorite sono al maschile il duo americano canadese Kim-Weekes e americano tailandese Bojka-Nirundor. Al femminile la uno è la coppia Preston e Li mentre la due vede insieme El Aouni e Jessup.
    “Il torneo ha un bel livello tecnico e sono arrivati giocatori di prospetto da tutti i continenti– spiega Giancarlo Palumbo, responsabile del settore under 18 della Federtennis – i nostri ragazzi stanno facendo bene e il confronto con giocatori di altre nazioni è stimolante per migliorarsi”. LEGGI TUTTO