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    Savigliano: contro Macerata alla lunga è venuta meno la fase break

    SERIE A3
    MONGE GERBAUDO SAVIGLIANO            0MED STORE TUNIT MACERATA                320-25, 18-25, 18-25
    Savigliano: Ghibaudo, Bossolasco, Garelli, Gallo, Bosio, Ghio, Galaverna, Rabbia, Bergesio, Vittone, Cravero, Testa, Dutto, Manca. All.: BonifettoMacerata: Pasquali, Longo, Dennis, Paolucci, Margutti, Ferri, Sanfilippo, Scrollavezza, Lazzaretto, Ravellino, Gabbanelli, Robbiati. All.: Di Pinto
    SAVIGLIANO – Toccherà ancora aspettare per sbloccarsi davanti al pubblico amico (numeroso e caloroso come al debutto contro Portomaggiore). Certo il calendario non aiutava. E non aiuterà: tra due sabati l’ospite di turno sarà Pineto, l’altra big del girone bianco. Al netto di queste premesse obbligate, e guardando il proverbiale bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, il Savigliano visto per due terzi di ogni parziale contro una squadra dichiaratamente costruita per salire in A2 quale Macerata, non è affatto da bocciare, semmai da rimandare su taluni dettagli.Fino al 16° punto circa, i ragazzi di coach Bonifetto hanno ingaggiato un serrato e avvincente braccio di ferro con gente del calibro di Dennis Angel (top scorer con 17 punti, suoi i tre aces marchigiani), S1 di 44 anni all’anagrafe e molti di meno in campo: a un certo punto del primo set la prolungata fase di botta e risposta deve essergli venuta a noia e ha deciso di fare da solo (da 16-15 a 16-20, servendo e andando a chiudere i contrattacchi).Non solo Dennis: Robbiati, centralone imponente, una montagna più che un muro, assolutamente dominante in questo fondamentale (6 punti su 9 personali, 11 di squadra vs i 4 saviglianesi), lui pure con tanta A sulle spalle massicce; il libero Gabbanelli, a fine gara premiato come MVP con il pacco “by Monge e Dolci Sapori”; Ferri, un fenicottero di 21 anni e 2 metri, che quando attacca si libra in volo e passa facile perché guarda tutti dall’alto verso il basso, e con muro a 1 la mette giù nei tre metri (13 punti). Gente orchestrata da Longo, palleggio che sa imprimere velocità al gioco anche con il rovesciato, e furbo quando si presenta l’occasione (2 punti di cui uno quasi in torsione).Di qua della rete Vittone ha giostrato con piglio più sicuro rispetto all’esordio, la squadra ha mostrato carattere e mentalità adeguati, quelli che resettano il punto subìto e fanno concentrare sul successivo, micro storia di una più grande. Emblematico Ghio (7 punti di cui 2 aces): per due volte, una nel primo e una nel secondo set, a ruota di un erroraccio evitabile si è riscattato, con un muro e un attacco. Per la prima volta Galaverna (6 punti) è partito titolare, ha fornito segnali di progresso fisico ma non si ancora liberato del tutto dalle ganasce dei fisiologici timori post infortunio, e di lui il Savigliano non può fare a meno. Ghibaudo ne ha messi 12, ma il paniere non è ancora sufficiente. E dopo un illusorio 10-6 nel terzo set, il riaffiorare di un collettivo senso di impotenza ha tolto lucidità e inceppato i meccanismi (qualche mancata connessione e incomprensione sotto rete).Nel secondo set (momentanea diagonale palleggio/opposto con Testa e Bosio), Bonifetto ha inserito Bossolasco per Garelli e Gallo per Rabbia: sia il capitano che il libero, rimasti dentro anche nel terzo, hanno risposto bene, uno con 5 punti, l’altro garantendo solidità in seconda linea. Il Savigliano ha fatto meglio in ricezione (34% contro 22), peggio in attacco (36% contro 54), e nel raccordo di questi due dati si va al nocciolo della prestazione biancoblù: «Sì, abbiamo ricevuto con buone percentuali, difeso anche tutto sommato bene, ma poi non siamo stati in grado di contrattaccare, e senza fase break i set non li vinci», il commento a caldo del vice allenatore Matteo Brignone, con il tono rammaricato e un po’ severo di chi crede nei mezzi della propria squadra a prescindere dall’avversario.Il prossimo, Brugherio, sarà da non sottovalutare ma più giocabile di Macerata. LEGGI TUTTO