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    F1, La ”maledizione” dei vincitori della Formula 2

    La “Mick Schumacher mania” è già iniziata. Il figlio d’arte, come noto, disputerà quest’anno la sua prima stagione in Formula 1, in seno all’Haas F1 Team. Un traguardo importantissimo, ideale prosieguo della carriera del padre. A 30 anni di distanza dal debutto in F1 di Michael Schumacher, ecco l’approdo in F1 di Mick.
    Mick Schumacher si presenta in F1 da vincitore del 2020 FIA Formula 2 Championship (nel 2018 vinceva l’ultima edizione del FIA Formula 3 European Championship). Il pilota del Prema Racing ha totalizzato 215 punti, 14 in più dell’inglese Callum Ilott, alfiere dell’UNI-Virtuosi Racing. Schumacher è stato protagonista di una stagione regolare e accorta. Nell’economia del campionato, infatti, hanno pesato i due ritiri di Ilott contro il solo ritiro di Schumacher in quel del Red Bull Ring (Gara 2). Due le vittorie conquistate da Schumacher (Gara 1 Monza, Gara 1 Sochi), tre quelle ottenute da Ilott.
    Il Mondiale di F1 2021 vedrà il debutto di altri due piloti provenienti dalla Formula 2: il giapponese Yuki Tsunoda ed il russo Nikita Mazepin. Il primo sarà al volante della Alpha Tauri AT02, il secondo vestirà i panni di compagno di scuderia di Schumacher alla Haas. Entrambi molto veloci, hanno costantemente occupato le vette della classifica del 2020 FIA Formula 2 Championship. Tsunoda (Carlin Motorsport) ha chiuso il campionato in terza posizione (200 punti, 3 vittorie), Mazepin (Hitech Grand Prix) è andato ad occupare la quinta posizione finale (164 punti, 2 vittorie).
    Da molti, Mick Schumacher è indicato quale futuro campione del mondo di F1. Un ennesimo “predestinato”. Una valutazione, allo stato attuale delle cose, alquanto frettolosa, frutto solo ed esclusivamente di un cognome “ingombrante” e di essere a libro paga Ferrari.
    Non è tutto. Schumacher deve fare i conti con una autentica “maledizione”: chi ha trionfato in Formula 2 (e successivamente in Formula 3000) non ha mai vinto il Mondiale di F1. Sino ad adesso…
    Lewis Hamilton e Nico Rosberg: sono loro i soli piloti ad aver vinto sia la serie cadetta (denominata, dal 2005 al 2016, FIA GP2) sia il titolo Piloti di F1. Rosberg trionfa nel 2005, Hamilton nel 2006. Due eccezioni che, appunto, confermano la regola.
    Nemmeno le tante serie susseguitesi e accavallatesi tra la fine degli Anni ’90 ed il 2017 (ci riferiamo alle molteplici serie di F3000, AutoGP e World Series by Nissan/Formula Renault 3.5/World Series Formula V8) hanno spezzato la maledizione.
    E nemmeno la vittoria di Fernando Alonso nell’Euro Open MoviStar by Nissan (1999) può considerarsi “valida”, giacché la serie non era realmente cadetta alla F1. Nel 2000, infatti, Alonso partecipa all’International Formula 3000 al volante della Lola B99/50-Zytek del Team Astromega, giungendo 4°.
    Anche gli ottimi campionati giapponesi susseguitesi dal 1973 (Formula 2000, Formula 2, Formula 3000, Formula Nippon, Super Formula), sebbene abbiano partorito eccellenti piloti, non hanno mai — per così dire — concesso il bis. Il vincitore di queste serie, infatti, non ha mai conquistato il titolo Piloti di F1.
    La Formula 2 vanta un passato a dir poco glorioso. Sono vetture Formula 2, in assenza di sufficienti vetture F1, a contendersi il titolo Mondiale Piloti nel biennio 1952-1953. Sono anni in cui la Ferrari 500 ed Alberto Ascari trionfano a mani basse.
    Nel 1967, viene ufficialmente istituito il Campionato Europeo di Formula 2. Dal 1967 al 1971, le monoposto debbono essere azionate da motori aspirati derivati dalla serie (almeno 500 esemplari costruiti nell’ultimo anno), frazionamento massimo fissato a 6 cilindri e di cilindrata compresa tra 1300 cc e 1600 cc.
    Nel 1972, la cilindrata dei motori sale sino a 2000 cc e gli esemplari realizzati debbono toccare almeno quota 1000, per poi scendere a 100 dal 1973 al 1975. Dal 1976 al 1984, sono ammessi anche motori “pure racing”, ossia non derivati dalla serie, ma sempre aspirati di 2000 cc e massimo 6 cilindri.
    Il primo campione europeo di Formula 2 è Jackie Ickx, al volante delle Matra MS5 e MS7, gestite dal Matra International di Ken Tyrrell e spinte dal 4 cilindri in linea Ford-Cosworth FVA.
    Campionati accesi, circuiti di prim’ordine, una varietà tecnica non seconda a quella riscontrabile nella allora F1, un irresistibile mix di team privati ed ufficiali (i medesimi impegnati in F1), scuderie che poi entreranno in F1, piloti tanto poliedrici quanto talentuosi.
    Al pilota belga succedono Jean-Pierre Beltoise (1968, Matra MS7-Cosworth FVA, Matra Sports), Johnny Servoz-Gavin (1969, Matra MS7-Cosworth FVA, Matra International), Clay Regazzoni (1970, Tecno 69 e 70-Cosworth FVA, Tecno Racing Team), Ronnie Peterson (1971, March 712M-Cosworth FVA, Smog/March Engineering), Mike Hailwood (1972, Surtees TS10-Cosworth FVA, Team Surtees; nello stesso anno, Niki Lauda vince il John Player British Formula 2 Championship ed Emerson Fittipaldi il Torneio Internacional de Formula 2 do Brasil), Jean-Pierre Jarier (1973, March 732-BMW, March Engineering), Patrick Depailler (1974, March 742-BMW, March Engineering), Jacques Laffite (1975, Martini Mk 16-BMW, Écurie Elf Ambrozium), Jean-Pierre Jabouille (1976, Elf/Alpine 2J-Renault, Equipe Elf), René Arnoux (1977, Martini Mk 22-Renault, Écurie Renault Elf), Bruno Giacomelli (1978, March 782-BMW, March Racing), Marc Surer (1979, March 792-BMW, Polifac BMW Junior Team), Brian Henton (1980, Toleman TG280/280B-Hart, BP/Toleman Group Motorsport), Geoff Lees (1981, Ralt RH6-Honda, Ralt Racing Ltd), Corrado Fabi (1982, March 822-BMW, March Racing Ltd), Jonathan Palmer (1983, Ralt RH6-Honda, Ralt Racing Ltd), Mike Thackwell (1984, Ralt RH6-Honda/Mugen, Ralt Racing Ltd).
    Il neozelandese Mike Thackwell, dunque, è l’ultimo campione europeo di Formula 2 “dell’età dell’oro”. Nel 1985, è introdotto il Campionato Europeo (poi divenuto Internazionale) di Formula 3000. Altro nome, stessa gloria.
    Christian Danner (March 85B-Cosworth, BS Automotive) inaugura l’albo d’oro dei vincitori. Al tedesco succederanno Ivan Capelli (1986, March 86B-Cosworth, Genoa Racing), Stefano Modena (1987, March 87B-Cosworth, Onyx Racing), Roberto Moreno (1988, Reynard 88D-Cosworth, Bromley Motorsport), Jean Alesi (1989, Reynard 89D-Mugen, Eddie Jordan Racing), Érik Comas (1990, Lola T90/50-Mugen, DAMS), Christian Fittipaldi (1991, Reynard 91D-Mugen, Pacific Racing), Luca Badoer (1992, Reynard 92D-Cosworth, Crypton Engineering), Olivier Panis (1993, Reynard 93D-Cosworth, DAMS), Jean-Christophe Boullion (1994, Reynard 94D-Cosworth, DAMS), Vincenzo Sospiri (1995, Reynard 95D-Cosworth, Super Nova Racing).
    Nel 1996, la Formula 3000 sposa il monomarca: è l’inizio della fine. Tra il 1996 ed il 2004 si succedono i telai Lola T96/50, T99/50 e B02/50, tutti azionati da V8 Zytek aspirati. Ad eccezione di Jörg Müller, Bruno Junqueira e Björn Wirdheim (terzo pilota Jordan e Jaguar tra il 2003 ed il 2004), gli altri vincitori di F3000 vantano GP all’attivo in F1. Si tratta di Ricardo Zonta, Juan Pablo Montoya, Nick Heidfeld, Justin Wilson, Sébastien Bourdais, Vitantonio Liuzzi.
    Formula 2 e F3000, dunque, hanno partorito autentici campioni, molti dei quali hanno brillato in F1 (e in altre categorie), vinto dei GP. conquistato podi e apprezzamenti. Altri, invece, avrebbero potuto brillare anche in F1 se solo avessero avuto tra le mani vetture più competitive e qualche opportunità in più…
    A questo campionato principale si affiancano altre serie di Formula 3000: Italian Formula 3000, Euro Formula 3000, Euroseries 3000, AutoGP. Campionati monomarca (come moderna, detestabile tradizione vuole…), che si accavallano gli uni sugli altri. Serie sovente di scarsa qualità sportiva. Tra i vincitori di questi campionati, spiccano due nomi su tutti: Felipe Massa (vincitore dell’Euro Formula 3000 del 2001) e Romain Grosjean (campione AutoGP 2010).
    La GP2 si issa, dal 2005 al 2016, quale principale serie cadetta alla F1. Ennesimo monomarca Dallara “monotutto”, tecnicamente soporifero. La serie si riscatta, però, sotto il profilo dei piloti. Rosberg, Hamilton, ma anche Nico Hülkenberg (2009), Pastor Maldonado (2010), Romain Grosjean (2011), Pierre Gasly (2016). Gli altri vincitori della serie sono Timo Glock (2007), Giorgio Pantano (2008), Davide Valsecchi (2012), Fabio Leimer (2013), Jolyon Palmer (2014), Stoffel Vandoorne (2015).
    Due i piloti italiani campioni: Pantano e Valsecchi, entrambi persi per strada.
    Il recente passato parla di una Formula 2 di nuovo in scena. Un nuovo monomarca, nuove Dallara, un nuovo “monotutto” ma fucina di giovani talenti. Nel 2017, ad imporsi è Charles Leclerc, l’anno dopo è la volta di George Russell. Nel 2019 è il turno di Nyck de Vries (bel talento ormai lontano dalla F1), a precedere il già ampiamente citato Mick Schumacher.
    Leclerc, Russell, Schumacher: “predestinati” con una “maledizione” sulle spalle. Sapranno spezzarla?
    Con il seguente link, crediamo di farvi cosa gradita. Potrete vedere, infatti, il XXXVI Marlboro Daily Express International Tropy 1984 (Silverstone), corsa inaugurale dello European Championship for F2 Drivers di quell’anno. È il 1 aprile 1984: sono previsti 47 giri per un totale di 221,746 km (circuito di 4718 m). La pole-position è firmata da Roberto Moreno in 1’14”.82, su Ralt RH6-Honda/Mugen (Ralt Racing Ltd). Completa la prima fila l’altra Ralt ufficiale, quella del futuro campione Mike Thackwell.
    I due alfieri del Ralt Racing Ltd, costruttore facente capo all’ex progettista Brabham Ron Tauranac, daranno vita ad una corsa appassionante, memorabile, epica. Il commento della gara è affidato al leggendario Murray Walker. Buona visione… LEGGI TUTTO

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    In Bahrain torna la F2: tutto quello che c’è da sapere, prima del rush finale!

    Dopo due mesi di stop, nella notte del Bahrain si riaccendono i riflettori sulla categoria propedeutica di maggior rilievo. In quel di Sakir andranno infatti in scena i due appuntamenti conclusivi di un campionato che quest’anno si è rivelato aperto più che mai. A differenza delle precedenti stagioni, il titolo non verrà assegnato ad Abu Dhabi, ma si chiuderà proprio in Bahrain dove la Formula 2 accompagnerà la terzultima e la penultima tappa del Circus iridato. A tenere banco sarà certamente la lotta per la vittoria finale, con Mick Schumacher che sembra lanciato verso il titolo. Sarà anche interessante capire come si muoveranno anche gli altri piloti che sembrano avere un futuro che vede la massima categoria.

    Schumacher vs Ilott: la sfida al vertice
    Il candidato numero uno per la vittoria finale è proprio il giovane Mick, non solo per il discreto vantaggio in termini di punti che si è costruito nelle ultime tappe disputate, ma anche per il ritmo intrapreso nel corso della stagione. Il percorso del tedesco può infatti essere paragonato a quello avuto nel 2018, quando correva fra le fila del campionato europeo di F3, poi vinto. Dopo un inizio di stagione non brillantissimo, ha ingranato la giusta marcia che lo ha reso costante e vincente, ciò gli ha permesso di conquistare prima e consolidare poi, la leadership in classifica. Il cambio di passo è arrivato dal round di Spa, un’altra similitudine con il titolo ottenuto nel 2018. Nel corso delle otto gare disputate, fra feature e sprint race, ha ottenuto sei podi fra cui le due importanti vittorie di Monza e Sochi.
    La sua stagione conta di un solo ritiro, causato dalla rottura dell’estintore durante la sprint race del secondo round austriaco. Se dobbiamo trovare un difetto alla stagione del tedesco, questo è legato alla qualifica, dove non è mai riuscito ad ottenere una prima fila, a differenza del suo diretto avversario Callum Ilott che ne ha conquistate ben cinque, di cui quattro che gli sono valse la pole position. Schumacher ha però compensato questa statistica con delle partenze dalla griglia straordinarie. Una su tutte quella di Monza, quando dopo che scattava dall’ottava casella, ha recuperato molte posizioni nei primi metri, per poi andare a vincere la gara.
    Nulla è ancora scritto però, perchè se le 22 lunghezze di vantaggio sono dalla parte di Schumi Jr., i punti in palio sono ancora numerosi e il talento espresso da Callum Ilott lascia presagire ad una lotta fra i due nelle ultime quattro gare che si disputeranno sul circuito di Sakir. Il giovane inglese, anche lui di famiglia FDA, si è rivelato costante e vincente nella prima parte di campionato, vincendo due volte la feature race e qualificandosi sempre nella top 3 nei primi sei appuntamenti. Nel momento di exploit del suo diretto avversario, ha sofferto invece di un calo di performance, vincendo sì una sprint race, ma contando anche di un ritiro e due soli podi. Nulla però è deciso, sono infatti passati ben due mesi dall’ultima volta che la Formula 2 è scesa in pista e quello che si disputerà in Bahrain sarà quasi un mini campionato che varrà il titolo finale. Come poco fa abbiamo visto, Ilott è un grande qualificatore e potrebbe far valere questa sua caratteristica come punto di forza per insidiare il suo diretto avversario. “Sono qui per vincere e darò tutto quello che ho”, ha affermato.
    Tsunoda e Mazepin preparano un futuro in F1
    Sebbene la leadership sia non poco distante, Yuki Tsunoda giunge in Bahrain da terza forza del campionato, una stagione dove ha fatto vedere grandi cose in diverse occasioni, tanto da diventare il primo candidato per un sedile in AlphaTauri nel 2021 al fianco di Pierre Gasly. Il ventenne giapponese è il primo rookie della classifica. In diverse occasioni si è mostrato veloce in qualifica, conquistando tre pole position. Ha poi mostrato anche la sua cattiveria agonistica in gara, una su tutte in occasione di gara 1 in Belgio, ottenendo poi la vittoria. Sulla sua classifica pesano i 3 ritiri ottenuti nelle sprint race e la difficile back to back italiana Monza-Mugello.
    Il giapponese, supportato da Red Bull e Honda, non è l’unico ad avere in tasca una buona percentuale di essere al via del prossimo campionato iridato. C’è infatti Nikita Mazepin che scalpita non poco per iniziare la preparazione per un 2021 che con tutta probabilità lo vedrà al sedile della Haas. È solo questione di formalità e prossimamente il russo vedrà concretizzarsi questa possibilità. Guardando al suo campionato, si trova attualmente in sesta piazza ma pienamente in lotta per la terza posizione dal momento che Tsunoda dista soltanto sette lunghezze. Il russo in più occasioni si è mostrato solido, caratteristica che gli ha permesso di vincere per due volte la gara del sabato, quella più importante dal punto di vista del punteggio. La prima piazza conquistata al Mugello è arrivata dopo una gara di rimonta che lo vedeva scattare dalla quattordicesima posizione.
    Giovani arrembanti
    Dopo Schumacher e Ilott, un altro giovane arrembante di casa FDA è certamente Robert Shwartzman. Il rookie russo che arriva a Sakir da quinto in classifica a pari punti con il connazionale Mazepin, è stato protagonista di un campionato che lo aveva anche visto come possibile candidato al titolo, dopo aver vinto da rookie la scorsa stagione di Formula 3. Ha avuto un inizio di stagione di successo dove, fra Austria e Ungheria, aveva vinto due volte consecutivamente la gara del sabato. Quello che possiamo definire come un incidente di percorso, avvenuto nella back to back di Silverstone, non gli ha impedito di rimanere in lizza per la vittoria finale fino all’appuntamento di Monza. Shwartzman ha faticato invece nelle tappe del Mugello e Sochi, dove ha perso terreno dalla leadership della classifica.
    Non solo FDA. Anche la Renault ha infatti schierato due giovani piloti che hanno dimostrato un buon talento che gli ha permesso di ottenere buoni risultati che lasciano ben sperare per il futuro del team transalpino. Il primo è Christian Lundgaard, quarto in campionato e autore di una stagione che lo ha visto più volte protagonista, vincendo due volte la sprint race, una delle due conquistata al Mugello, in un weekend in cui aveva ottenuto anche la pole position. Da sottolineare anche un altro giovane di veste giallonera, si tratta di Guanyu Zhou. Il ventunenne di bandiera cinese si è mostrato più volte combattivo in pista, facendosi notare sin dall’inizio della stagione quando aveva ottenuto la pole nel primo round in Austria. Per lui è arrivata anche la prima vittoria nell’ultima gara di Sochi, seppur con metà punteggio per via della gara interrotta.

    Il campionato di Luca Ghiotto
    Chiamato in extremis dal team Hitech GP, Luca Ghiotto, nonché unico italiano della categoria, ha avuto un inizio stagione per nulla facile, segnato da sfortune e problematiche tecniche che gli hanno impedito di inserirsi nella lotta per il titolo. La prima parte di stagione è stata somatizzata dalla vittoria di gara 2 in Ungheria, doveva aveva gestito perfettamente gli pneumatici, un suo punto di forza che lo ha sempre caratterizzato durante la sua carriera. Il cambio di passo è arrivato però dopo il cambio di telaio, sostituito prima del fine settimana di Monza, un fattore che ha significato per lui un miglioramento delle performance.
    La classifica team
    La lotta per il titolo a squadre sembra essere sola faccenda per l’italianissimo team Prema e il team Uni-Virtuosi. La scuderia vicentina celebre nelle categorie propedeutiche, dopo aver conquistato il titolo a squadre in F3, vola in Bahrain con 42.5 punti di vantaggio sul team di bandiera Inglese. Se nella prima parte di stagione era stato un testa a testa fra le due squadre, dopo il round di Spa la Prema ha conquistato la leadership della graduatoria, ampliando poi il gap con i competitors. I risultati dei due contendenti al titolo piloti, Schumacher (Prema) e Ilott (Uni-Virtuosi), potrebbero quindi incidere anche sul titolo a squadre.

    Gli orari del weekend
    Venerdì:
    Prove libere: ore 10:35Qualifiche: ore 14:15
    Sabato:
    Feature race (32 giri): ore 10:10
    Domenica:
    Sprint Race (23 giri): ore 11:00 LEGGI TUTTO