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    Patteggiamento Red Bull, più una ferita che una soluzione

    TORINO – Christian Horner, il team principal della Red Bull, parla di penalità enorme che peserà molto sul lato finanziario (7 milioni da pagare) e su quello tecnico (il taglio del 10% delle ore spendibili in galleria del vento). Non è uno schiaffo, quello che riceve la Red Bull per aver infranto il regolamento sul budget cap. Assomiglia più a una carezza. Horner vuole tenere il punto (ci sta) e recitare la parte della vittima (anche questo ci sta). Ma certo si lascia andare ad alcune affermazioni che non sono improntate al savoir faire. La prima: «Mi stupisce che nessuno tra i nostri avversari abbia avuto gli stessi problemi». La seconda: «Penso che per qualcuno di loro nessuna pena sarebbe mai abbastanza, non basterebbe nemmeno se la nostra galleria del vento andasse a fuoco».
    Una cifra decisamente gestibile
    Ma la realtà dei fatti è che la cifra di 7 milioni è ampiamente gestibile per una squadra con i mezzi della Red Bull, mica stiamo parlando di una scuderia di secondo piano. E il taglio delle ore in galleria del vento potrebbero anche non influire per niente. Ma quel che si fa notare, da parte di altre squadre, è che lo sforamento di bilancio della Red Bull (quantificato alla fine in poco più di 2 milioni di dollari) equivale allo stipendi di parecchi ingegneri e tecnici, che possono contribuire allo sviluppo e al miglioramento delle prestazioni. Dunque, non è un’infrazione minore, indipendentemente dal fatto che le voci in questione tocchino aree collaterali. Resta l’impressione che il patteggiamento non abbia chiuso in maniera equa la vicenda. La Red Bull se l’è cavata, la Fia non ha fatto certo una bella figura. Sembra più una ferita che una soluzione.
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    F1, Austin è la fotografia del mondiale 2022

    Un Oscar alla fotografia, questo è ciò che merita il Gran Premio di Austin. Nella terra delle statuette, tra le mille nomination, il COTA, quartultimo week-end del campionato cattura, tra incidenti rimonte ed errori, la più accurata istantanea del mondiale 2022. LEGGI TUTTO

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    F1, Ben Sulayem: “Confermo la trattativa tra la Porsche e diversi team”

    ROMA – Le voci erano insistenti ormai da tempo, ora è arrivata anche la conferma del numero uno Fia Ben Sulayem. La Porsche punta a rientrare nel Circus, anche se solo da motorista, seguendo l’esempio dell’Audi. Saltato l’accordo con la Red Bull, quando tutto sembrava fatto, per la volontà del duo Horner-Marko, la casa di Stoccarda sta vagliando sul mercato diverse possibilità per competere in F1, con la McLaren – secondo gli addetti ai lavori – favorita numero uno anche in virtù degli ottimi rapporti con il team principal Andreas Seidl.
    Le dichiarazioni di Ben Sulayem
    “Durante il weekend di Spa-Francorchamps, in agosto, Audi ha annunciato l’ingresso in Formula 1 a partire dalla stagione 2026 come costruttore di power unit, questo annuncio è stato un riconoscimento del duro lavoro svolto da tutte le parti interessate per sviluppare questi regolamenti. Ora stiamo notando che anche la Porsche sta ancora discutendo con dei team per rientrare nel Circus“. Queste le parole di Ben Sulayem nel corso del terzo Consiglio Mondiale del 2022, in cui ha confermato come sulla Porsche ci sia qualcosa di concreto in ballo.
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    F1, la rivelazione di Ben Sulayem sul futuro di Porsche

    ROMA – Le parole di Ben Sulayem suonano come qualcosa più di una conferma. Anche il numero uno della Fia ha ribadito nel corso del terzo Consiglio Mondiale del 2022 come la Porsche punti a rientrare nel Circus, anche se solo da motorista, seguendo l’esempio dell’Audi. Per volontà del duo Horner-Marko è saltato con la Red Bull un accordo che sembrava fatto, ed ora la casa di Stoccarda sta valutando diverse possibilità per competere in F1, con la McLaren – secondo gli addetti ai lavori – favorita numero uno anche in virtù degli ottimi rapporti con il team principal Andreas Seidl.
    Le parole di Ben Sulayem
    La conferma è arrivata direttamente da Londra. “Durante il weekend di Spa-Francorchamps, in agosto, Audi ha annunciato l’ingresso in Formula 1 a partire dalla stagione 2026 come costruttore di power unit, questo annuncio è stato un riconoscimento del duro lavoro svolto da tutte le parti interessate per sviluppare questi regolamenti. Ora stiamo notando – conclude Ben Sulayem – che anche la Porsche sta ancora discutendo con dei team per rientrare nel Circus“.
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    Formula 1, lo scandalo è servito

    TORINO – Quando in Formula 1 circolano voci, illazioni e speculazioni, è molto difficile che si tratti di solo fumo e manchi l’arrosto. Infatti le indiscrezioni delle gole profonde, quelle che avevano spifferato la condizione irregolare di Aston Martin e Red Bull, sono state confermate ieri. Ma, come si diceva da giorni, si tratta di situazioni che – secondo la Fia, ovviamente – rientrano nell’alveo di una certa normalità: per Aston Martin siamo sul piano puramente formale (qualcuno avrà sbagliato a compilare qualche modulo o qualcosa di simile); per la Red Bull l’infrazione c’è stata, il tetto alle spese è stato sforato, ma sotto il 5 per cento. Alla faccia della normalità.
    Perché solo loro?
    La domanda, che sorge spontanea, è: perché tutte le altre squadre sono riuscite a stare nel limite di spesa e la Red Bull no? Difficile credere o pensare che si tratti di sviste o di costi calcolati male. Del resto, nei giorni scorsi, dalla Ferrari si sosteneva che un’infrazione sotto il 5 per 100 (su 145 milioni) significa tanto: più o meno una cinquantina di ingegneri che lavorano appieno per sviluppare l’auto. Possono valere mezzo secondo. Altro che “infrazione minore”.
    Stortura su stortura
    In più, a margine di tutto questo, c’è un’altra stortura: accertata la violazione, l’irrogare una sanzione viene rimandato a un secondo momento (imprecisato). C’è voluto circa un anno (perché comunque si sta parlando del Mondiale 2021) per accertare l’infrazione e adesso bisogna attendere chissà quanto per avere la pena (e sul regolamento non c’è scritto quale possa essere). Un’assurdità nell’assurdità.
    Domanda senza risposta
    Da ultimo: se la violazione accertata riguarda il 2021, è possibile ridiscutere i risultato di quell’anno? Domanda senza risposta: non è mai accaduto, secondo prassi la cerimonia di consegna degli allori mondiali in dicembre a Parigi mette una specie di pietra tombale su tutti i verdetti. Sarebbe la prima volta, un precedente. Inutile persino pensarlo. LEGGI TUTTO