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    Le sei fasi della preparazione della Ferrari 499P, prima della gara di Imola

    Il processo di preparazione di una Ferrari 499P in vista di una gara include sei fasi principali. Andiamo a scoprirle insieme in questo nostro articolo.Ferrari 499 | Credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Dopo una gara del Campionato FIA WEC le Ferrari 499P rientrano in Italia dove ogni vettura viene sottoposta a un accurato lavoro di controllo e messa a punto in previsione della prova successiva. Nella sede del racing partner AF Corse, la preparazione di una Hypercar ibrida consta di sei fasi principali che, oltre al montaggio e a numerosi controlli, includono il fire-up e a la scannerizzazione del bodywork. Un lavoro di squadra nel quale i dati raccolti dagli ingegneri, l’abilità dei meccanici e l’ausilio di strumenti sofisticati trova la massima sintesi.
    Il rientro
    A poche ore dalla bandiera a scacchi le 499P ufficiali sono pronte per il rientro in Italia: “Le vetture viaggiano per via aerea – ha spiegato Batti Pregliasco, Team Manager del team Ferrari – AF Corse – perché è essenziale accelerare i tempi al fine di poter iniziare il lavoro in officina nel minor tempo possibile”.
    Nella sede del racing partner AF Corse una squadra di meccanici, composta da circa 40 persone, si occupa delle varie fasi legate alla preparazione delle vetture: “Le Hypercar sono molto avanzate sul piano tecnologico, nonché complesse – ha proseguito Pregliasco –: per questo motivo il personale è altamente specializzato e suddiviso in aree di competenza ben delineate”.
    Complessità
    Ogni Ferrari 499P è costituita da oltre 3 mila parti, senza considerare le componenti interne ai motori termico ed elettrico (le analisi specifiche legate ai propulsori vengono svolti in officina a Maranello). Ciascuna di esse viene sottoposta a controlli mirati prima che la vettura si presenti di nuovo in pista per una gara del Mondiale endurance. “Le nostre Hypercar sono progettate per poter completare anche 9 mila chilometri con le medesime componenti – ha spiegato Luca Massé, AF Corse Technical Manager –, ovvero ben oltre la distanza di una 24 Ore di Le Mans. Questo significa che dopo le gare più brevi, le 6, 8 o 10 ore, quando si completano 2 o 3 mila chilometri, le vetture tornano nella nostra sede, vengono controllate e, spesso, rimontate, con la gran parte delle medesime componenti”.
    La differenza sostanziale, invece, si manifesta alla vigilia della gara più attesa della stagione, quella che va in scena sul circuito de La Sarthe, in Francia. “Prima di Le Mans – ha precisato Massé – arriviamo a sostituire sino al 70% dei particolari”.

    Sei fasi
    Il processo di preparazione di una Ferrari 499P in vista di una gara include sei fasi principali: smontaggio delle parti componenti, e controllo delle stesse, rimontaggio o assemblaggio della vettura, Fire-Up, Set-Up e scannerizzazione. “I dati raccolti dagli ingegneri in pista sono fondamentali per iniziare il lavoro di preparazione in officina – ha analizzato Luca Massé –. Smontare la vettura significa arrivare al punto in cui abbiamo solamente il telaio, mentre tutte le altre parti vengono controllate nei reparti specifici per effettuare le analisi mirate”.
    Terminata la fase del controllo le vetture vengono ri-assemblate: “Si arriva così al momento del Fire-Up, che consta in un controllo statico che prevede l’azionamento del motore, della trasmissione anteriore, della batteria – ha spiegato Massé – per verificare che la vettura sia stata assemblata correttamente. Segue il Set-Up, la prima messa a punto delle 499P, che terminerà una volta arrivati in pista, anche tenendo in considerazione le caratteristiche del tracciato e del meteo”.
    Prima di lasciare la sede del racing partner, infine, rimontate le carrozzerie, le Hypercar numero 50 e 51 vengono sottoposte a un’ulteriore messa a punto, detta “scannerizzazione”, che consente – tramite l’impiego di strumenti tecnologicamente avanzati – di verificare il corretto montaggio delle vetture, nel rispetto dei parametri stabiliti dalla FIA. LEGGI TUTTO

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    FIA WEC 2024: Robert Kubica correrà con la Ferrari 499P

    A poco più di un mese dall’inizio del FIA WEC 2024, AF Corse ha definito l’equipaggio che scenderà in pista con la Ferrari 499P numero 83 iscritta nella categoria Hypercar. Con Robert Kubica ci saranno Robert Shwartzman e Yifei Ye.Robert Kubica – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Robert Kubica, campione del mondo in carica di classe LMP2, già annunciato come pilota Ferrari con AF Corse, sarà affiancato da Robert Shwartzman e Yifei Ye nel Campionato FIA WEC 2024. Shwartzman ha già gareggiato con il Team AF Corse nella stagione 2023 del GT World Challenge Europe – Endurance Cup, imponendosi nella 3 ore di Barcellona. Ye, invece, nel 2021 ha trionfato nell’Asian e nella European Le Mans Series in classe LMP2.
    Il primo impegno ufficiale dell’equipaggio al completo sarà il prologo del FIA WEC 2024, in programma il 24 e 25 febbraio in Qatar. La settimana seguente sarà poi la volta della tappa inaugurale del campionato, sempre al Losail International Circuit.

    Robert Kubica ha dichiarato: “Dopo due anni nel FIA WEC in classe LMP2, coronati dal titolo nella stagione 2023, sono molto contento di poter guidare la Ferrari 499P di AF Corse. Dividerò la macchina con Robert e Yifei, due piloti molto veloci, ma la sfida sarà molto complicata in una griglia di partenza molto tosta. Abbiamo tutti i presupposti per fare bene, ma dobbiamo anche recuperare tanto terreno, dal momento che tutti e tre abbiamo poca esperienza al volante della 499P”.
    Il pilota polacco ha poi aggiunto: “Sarà una sfida difficile ed impegnativa, ma al tempo stesso molto emozionante. Dovremo cercare di mantenere i piedi per terra e fare del nostro meglio. Specialmente ad inizio stagione non sarà facile, ma cercheremo di massimizzare il tempo in pista per accumulare esperienza preziosa. Sono contento di entrare a far parte di AF Corse, una squadra che vedevo correre e vincere da tantissimi anni in molte categorie”. LEGGI TUTTO

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    FIA WEC 2024: 14 costruttori e un numero record di Hypercar al via

    La stagione 2024 del FIA World Endurance Championship sarà caratterizzata dai numeri record di 19 Hypercar, 18 LMGT3 e ben 14 costruttori, come mai era accaduto finora nella storia del FIA WEC. Tra i nuovi costruttori anche Lamborghini e Isotta Fraschini. Non mancheranno nomi importanti tra i nuovi piloti: uno su tutti Valentino Rossi.Ferrari Hypercar 499P – 24 Ore di Le MansDa quando la classe Hypercar è stata introdotta nel 2021, il WEC è cresciuto di anno in anno in modo significativo fino a raggiungere i numeri record della stagione 2024
    Saranno ben nove i costruttori che parteciperanno al Campionato Mondiale Hypercar il prossimo anno, tra cui il campione del mondo in carica Toyota, oltre a Cadillac, Ferrari, Peugeot e Porsche. Alpine farà il passaggio da LMP2 a Hypercar e si unirà ai nuovi arrivati BMW, Lamborghini e Isotta Fraschini.
    Tra le case che parteciperanno al WEC il prossimo anno figurano anche Aston Martin, Corvette, Ford, Lexus e McLaren. Quest’ampia partecipazione giunge a conferma della continua crescita che la più importante serie di gare endurance a livello mondiale sta vivendo in questi anni. La stagione 2024 sarà caratterizzata da un numero record di auto e case automobilistiche: 19 Hypercar, 18 LMGT3 e ben 14 costruttori, come mai era accaduto finora nella storia del FIA WEC.
    Hypercar e LMGT3
    Il WEC sarà composto da due classi: Hypercar e la nuovissima categoria LMGT3. Quest’ultima sostituisce la classe LMGTE che era stata presente sulla griglia del WEC sin dalla prima stagione nel 2012. La nuova classe GT si baserà sull’attuale piattaforma tecnica GT3 della FIA.
    FIA WEC 2024: IL CALENDARIO
    Il FIA WEC 2024 si articolerà su otto gare con l’aggiunta di San Paolo (Brasile), segnando così anche il gradito ritorno del WEC in Sud America. Ci saranno poi nuovi appuntamenti a Doha (Qatar) e Imola (Italia), oltre al ritorno al COTA in Texas (USA). Il campionato toccherà cinque diverse aree del mondo: Europa, Medio Oriente, Asia, Stati Uniti e Sud America.Le tappe dunque saranno: Doha, Imola, Spa-Francorchamps, Le Mans, San Paolo, COTA, Fuji e Bahrain.

    Fatti e numeri principali, elenco iscritti al FIA WEC 2024
    – Trentasette iscritti in rappresentanza di otto nazioni: Italia (10); Francia (6); Gran Bretagna (6); Germania (5); Belgio (4); USA (2); Giappone (3) e Lituania (1)– Diciannove partecipanti in Hypercar; 18 in LMGT3– Il 2024 vedrà l’attesissimo arrivo delle Hypercar di Alpine, BMW, Lamborghini e Isotta Fraschini– Un totale di 14 costruttori rappresentati in tutte le categorie (Alpine, Aston Martin, BMW, Cadillac, Corvette, Ferrari, Ford, Isotta Fraschini, Lamborghini, Lexus, McLaren, Peugeot, Porsche e Toyota).– La nuovissima classe LMGT3, che sostituisce la precedente categoria GTE Am, vedrà un totale di 18 iscritti nel suo primo anno
    Hypercar
    – La Ferrari consolida la sua presenza nella classe regina del WEC con l’aggiunta di una terza Ferrari 499P Hypercar (la n. 83 di AF Corse). Alla guida di questa vettura sarà l’ex stella della F1 Robert Kubica.– Toyota Gazoo Racing, il costruttore campione del mondo in carica, difenderà il suo titolo nella classe Hypercar con una coppia di Toyota GR010 Hybrid. Nyck De Vries sostituirà Jose Maria Lopez sulla vettura numero 7 (Lopez passerà alla GT3 per gareggiare nel team Akkodis ASP con la Lexus RCF GT3)– Porsche Penske Motorsport prosegue la sua partecipazione al WEC con due Porsche 963 Hypercar. L’unico cambio di pilota è Matt Campbell, che sostituisce Dane Cameron sulla Porsche 963 numero 5.– Alpine trasferisce per il 2024 il proprio impegno nell’endurance dalla categoria LMP2 alla Hypercar con la nuovissima A424. La formazione completa dei piloti include Mick Schumacher, ex pilota di GP, e Ferdinand Habsburg, che passa dalla LMP2 alla classe regina del WEC.– Cadillac Racing torna con la Cadillac V-Series.R, la vettura preferita dai fan. Il team ha inserito nell’entry list due piloti (Earl Bamber e Alex Lynn).– Peugeot TotalEnergies presenta due Hypercar Peugeot 9X8 Hybrid alla sua terza stagione al WEC. L’ex campione del mondo di Formula E Stoffel Vandoorne entra nella squadra piloti.– Altre tre Porsche 963 Hypercar figurano nell’elenco, tra cui due auto dell’Hertz Team JOTA, più una Proton– Il BMW M Team WRT si unisce al gruppo con due delle sue BMW M Hybrid V8, che hanno partecipato all’IMSA in questa stagione. Dries Vanthoor sarà alla guida della vettura n. 15, mentre SheldonVan Der Linde sulla vettura gemella n. 20.– La Lamborghini fa il suo atteso ingresso nella classe Hypercar del WEC con la Lamborghini SC63 e Mirko Bortolotti come unico pilota confermato finora– L’Isotta Fraschini, con l’iscrizione della Isotta Tipo 6-C, completa l’elenco delle Hypercar 2024, con Alejandro Garcia e Jean-Karl Vernay come i due piloti confermati.
    LMGT3
    – La nuovissima classe LMGT3 sarà composta da 18 iscritti nella sua stagione di debutto– Nove costruttori: Aston Martin (2); BMW (2); Corvette (2); Ferrari (2), Ford (2), Lexus (2), Lamborghini Huracan (2), McLaren (2) e Porsche (2).– Il Team WRT (BMW M4 GT3) entra nella competizione con Valentino Rossi, sette volte campione del mondo della MotoGP, che guiderà la vettura con l’iconico numero 46. Il brasiliano Augusto Farfus sarà alla guida della vettura gemella n. 31– La casa britannica McLaren unisce le proprie forze con quelle degli esperti di endurance United Autosports debuttando nella LMGT3 con una coppia di McLaren 720S GT3 Evo– Gli esperti GT del Team Akkodis ASP entrano nel WEC con due Lexus RCF, con Jose Maria Lopez e Kelvin Van Der Linde alla guida delle due auto.– Iron Lynx e Iron Dames saranno in pista con una Lamborghini Huracan GT3 Evo2.– Il team GTE Am di grande successo TF Sport correrà su due Corvette Z06 GT3.R– Si assisterà poi al ritorno di alcuni team già noti, come AF Corse, ribattezzato Vista AF Corse per il 2024 (Ferrari 296 GT3), Heart of Racing Team e D’Station Racing (Aston Martin Vantage GT3), Proton Competition (Ford Mustang GT3) e MantheyPureRXRacing/Manthey EMA (Porsche 911 GT3 Rs).
    FIA WEC 2024: LA ENTRY LIST
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    F1, L’ipocrisia corre sull’incolpevole roulette di Las Vegas

    2023 Las Vegas Grand Prix, Thursday – LAT Images

    “Sono un ipocrita”, così si definiva Sebastian Vettel un anno fa, a pochi giorni dall’addio alle attività agonistiche.
    La questione, in quel caso, era l’incompatibilità tra le tematiche ambientali, delle quali il campione tedesco si era fatto paladino negli ultimi anni di carriera e la sua vita da pilota di Formula 1, professione che ti porta a bruciare benzina praticamente sin dal grembo materno…
    L’onestà intellettuale di Vettel è sempre stata encomiabile e dopo il weekend di Las Vegas verrebbe da dire che in molti dovrebbero andare a lezione da Seb: da Toto Wolff a Max Verstappen, dalla FIA alla Formula 1 stessa.
    TOTO E IL TOMBINO
    Il team principal della Mercedes, che lo scorso campionato si era speso nella battaglia per la sicurezza in merito alla grana del porpoising, questa volta ha deciso di liquidare l’incidente di Sainz – lo spagnolo ha sollevato un tombino non saldato correttamente nel corso delle FP1 – bollandolo come : “uno stupido tombino”.Il super manager austriaco era uno di quelli che parlava di “piloti mandati al macello” sotto i sobbalzi del porpoising, invitando la Federazione a intervenire urgentemente rispetto a una questione che definiva prettamente “medica”. E dire che il povero Carlos, pure penalizzato (causa l’obbligatorio cambio della batteria danneggiata), ha rischiato seriamente di riportare gravi conseguenze, perdendo momentaneamente l’uso delle gambe e trovandosi con il sedile squarciato a pochi centimetri dal suo corpo. Quindi per il nostro Toto il poproising era una questione di emergenza nazionale mentre l’incidente di Sainz è un semplice capriccio di Ferrari. Molto male Toto.

    MAX E LO SPETTACOLO
    Altro campione di ipocrisia: Max Verstappen. L’olandese è sbarcato giovedì in Nevada dichiarando: “questo Gran Premio è al 99% show e all’1% sport”. Arrabbiato, duro e puro, senza compromessi.Un pilota d’altri tempi? Suvvia!Finita la gara si è messo a cantare “Viva Las Vegas” in radio, per poi elargire amore al pubblico statunitense nelle interviste post-gara e ammettere di non vedere l’ora di tornare nella città dei casinò il prossimo anno, il tutto vestito da Elvis e tappezzato di sponsor che richiamavano il gioco d’azzardo.Più che un discorso da pilota d’altri tempi quello di Max sembra il capriccio di un campione, giustamente egocentrico, che a paura di perdere qualche riflettore di dosso.
    FIA E FORMULA 1
    FIA e Formula 1 rimangono due pianeti distanti che non si incontreranno mai. Vanno a due velocità diverse, ma il filo conduttore comune, anche qui, è l’ipocrisia. La FIA penalizza Carlos Sainz per una questione di principio sportivo, coprendo un grave errore di omologazione della pista commesso dalla federazione stessa. È un po’ come sparare a una persona e chiedergli il conto della pallottola usata. La Formula 1 invece, quella inclusiva, quella vicina ai giovani, quella dello spettacolo di Domenicali, crea eventi roboanti negli Stati Uniti per alimentare lo show, poi corre tra le raffinerie e i cammelli nel deserto aumentando allo stesso tempo i prezzi dei biglietti un po’ ovunque. Il nesso qui, neanche a dirlo… Pecunia non olet!
    Insomma, il problema in fin dei conti non è l’ipocrisia, perché altrimenti staremmo una vita qui a parlarne. Il vero problema è ostentare un’integrità che in un mondo di squali come quello del Circus non può proprio sussistere. Alla fine basta fare come Seb, semplice, no? LEGGI TUTTO

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    FIA, Ben Sulayem sui track limits: GP a rischio sui circuiti che non risolvono il problema

    Nella notte del Qatar i riflettori non si sono accesi soltanto sull’azione in pista. Sono emerse infatti non poche ombre legate a fattori extra pista, che hanno messo in rilievo come il Circus Iridato sia stato colto impreparato di fronte a cose che potevano e dovevano essere previste. Ai cordoli del tracciato di Lusail non adatti alla costruzione degli pneumatici si è aggiunto il fattore legato ai track limits, che ha condizionato tutte le sessioni del weekend. Proprio su questo tema il Presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, si è esposto ai microfoni di motorsport.com, prendendo una posizione decisa in ottica futura.
    Il tema dei track limits non è di certo una novità. Sempre più di frequente capita di trovarsi su circuiti che, per via della loro conformazione e costruzione, mettono gli steward nelle condizioni di imporre dei limiti della pista “virtuali”. Un fattore che talvolta diventa condizionante e confusionario sul fronte dei riscontri in pista e dello spettacolo. Prima del Qatar, la stessa situazione si era presentata anche a Spielberg. “Abbiamo avuto lo stesso problema anche in Austria, in quell’occasione erano stati 1200. Devo congratularmi con gli steward che li hanno visti tutti, ma è questa la soluzione? No.” Così Ben Sulayem in riferimento a quell’episodio. I risultati del GP d’Austria vennero ufficializzati ben cinque ore dopo la bandiera a scacchi, proprio a seguito di un lavoro di controllo certosino da parte dei commissari sportivi.
    “La soluzione è agire sul fronte delle piste, so che alcune sono restie dal farlo ma se devo essere sincero dove non verrà fatto non si correrà. E’ semplice. Non possiamo accettarlo.” Una posizione dura da parte del numero uno della Federazione Internazionale, stizzito dopo quanto accaduto a Lusail. Un’idea che non può che trovare d’accordo piloti, appassionati e addetti ai lavori. Vedere classifiche che cambiano a sessioni terminate o piloti che scoprono durante le interviste che la loro posizione non è quella che credevano, è uno spettacolo non all’altezza del livello della F1.

    “Dobbiamo trovare una soluzione, una può essere quella di diminuire l’aderenza fuori pista. Nessuno può fermare i piloti eccetto i piloti stessi. L’altezza dei cordoli può danneggiare le macchine?” Ha proseguito Ben Sulayem, “o forse c’è la possibilità di mettere la ghiaia. Ma anche con la ghiaia bisogna stare attenti, quanto profonda la ghiaia? Non vogliamo che le macchine restino bloccate. E quanto grossa deve essere? Nessuno vuole che la monoposto si danneggi. Bisogna trovare il giusto bilanciamento.”
    Il Presidente della FIA ha quindi posto in oggetto l’estrema rilevanza di questo tema, diventato quasi un leitmotiv dei weekend di gara. “Non è più una questione di chiedersi se vada fatto, dobbiamo farlo. Prima di tutto bisogna ascoltare i piloti per raccogliere i loro feedback. Dobbiamo agire con urgenza per fare in modo che la questione venga risolta per l’anno prossimo. Non possiamo continuare così, specialmente dopo che lo vediamo tutte le volte”. LEGGI TUTTO

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    F1, Andretti riceve l’ok della FIA per l’iscrizione ma non è finita

    La candidatura di Michael Andretti alla partecipazione al Mondiale di F1 con un suo team supera il secondo importante step in vista dell’approvazione finale. A comunicarlo è stato direttamente il presidente della Fia Mohammed Ben Sulayem evidenziando che l’Andretti Formula Racing LLC è stata “l’unica entità che soddisfaceva i criteri di selezione stabiliti sotto tutti gli aspetti materiali”. L’iter è iniziato lo scorso febbraio con la manifestazione d’interesse. Successivamente soltanto quattro candidati hanno avuto accesso alla seconda fase. A questo punto la scelta da parte della Federazione Internazionale è stata operata valutando sostanzialmente quattro diversi aspetti: 1) le capacità tecniche e sportive; 2) la capacità di disporre dei necessari finanziamenti; 3) la gestione sostenibile per raggiungere l’obiettivo zero emissioni nel 2030 e 4) l’incidenza positiva a livello sociale che la presenza del team in F1 possa produrre.

    Criteri piuttosto rigidi superati brillantemente dal sodalizio di Michael Andretti che adesso è atteso alla prova del 9 per formalizzare definitivamente l’iscrizione. Si tratta della famigerata fase 3 in cui il figlio del campione del mondo di F1 ’78 dovrà superare le barriere frapposte da Liberty Media ad un’ulteriore spartizione tra i team della ricca torta dei diritti commerciali con minori entrate per ciascuno. Sarà, questo, l’ostacolo più duro da superare per la famiglia Andretti prima di tagliare il traguardo e diventare l’undicesima scuderia del Mondiale di F1. Il progetto sportivo, interamente a stelle e strisce, è supportato dalla General Motors. LEGGI TUTTO

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    Ecco quale sarà il futuro della Formula 1 a livello tecnico

    Nikolas Tombazis, Direttore Monoposto della FIA, in un’intervista con Franco Nugnes e Giorgio Piola di Motorsport.com, ha parlato di quale sarà il futuro della Formula 1 a livello tecnico. Nel breve con la stretta sulle ali flessibili mentre in vista del 2026 ha fornito qualche anticipazione su telaio, dimensioni e pesi.

    L’intervista completa la trovate su Motorsport.com
    La nuova Direttiva Tecnica TD018 sulle ali flessibili
    A partire dal prossimo Gran Premio di Singapore sarà introdotta una nuova Direttiva Tecnica (TD018) che ha l’obiettivo di limitare la flessibilità delle ali, sia anteriori che posteriori. Da quanto si evince dalla parole di Tombazis, la FIA si è finalmente accorta del fatto che alcune squadre siano riuscite ad eludere i controlli statici sulle ali. L’ex direttore tecnico di Ferrari, McLaren e Benetton, ha espressamente parlato di “meccanismi” che permettono una movimento relativo tra due elementi adiacenti e quindi una deflessione. I particolari che cita Tombazis sono riconducibili al punto di ancoraggio tra musetto e ala anteriore e tra l’alettone posteriore e la struttura di crash posteriore.
    “Nel regolamento di F1 – ha detto Tombazis – abbiamo tanti criteri di flessibilità: ci sono carichi che applichiamo e deflessioni permesse. Sono le prove statiche che facciamo noi in verifica. È ovvio che questi test non sono mai perfetti perché comunque la direzione del carico che tu applichi è sempre un po’ diversa rispetto al carico che si trova in pista rispetto alla genuina forza aerodinamica. Ci possono essere delle differenze e per questo nel regolamento esistono alcune ulteriori specificazioni più generiche e concettuali che, in sostanza, vietano dei meccanismi. Uno potrebbe disegnare un’ala che quando vengono applicate le forze del test FIA risulta fissa e, magari, quando si applica qualsiasi altro carico potrebbe risultare più flessibile. Per questo motivo già da anni abbiamo chiarito che i meccanismi non sono legali e abbiamo scritto diversi chiarimenti su cosa consideriamo un meccanismo”.
    Alla domanda poi se c’è collaborazione con i team, Tombazis ha precisato: “Non che vogliano, ma devono. Ultimamente abbiamo visto dei disegni in cui stavano esagerando: il trend era evidente e allora siamo intervenuti con un chiarimento più severo”.

    Oltre a quanto sopra, per il prossimo anno non sono previsti altri cambiamenti regolamentari: “Non facciamo più in tempo, ma stiamo studiando delle soluzioni per il 2025”, in particolare per quanto riguarda la crescente difficoltà per chi segue di restare in scia.
    Monoposto 2026
    Tombazis ha parlato delle aree della monoposto sulle quali si potrà lavorare: “Sulle dimensioni delle ruote che saranno più strette, sull’ala posteriore e in generale abbiamo l’obiettivo anche di ridurre il peso delle vetture di una cinquantina di chili, per cui sarà possibile vedere monoposto più piccole: meno lunghe e più strette. Parliamo di soluzioni che devono essere ancora discusse. Con la macchina sottoposta a una dieta noi riusciremmo a ridurre un po’ le velocità di percorrenza in curva, perché essendo più leggere andranno più forte in rettilineo, ma genereranno un minore carico aerodinamico. Dovremo aumentare il recupero di energia dell’ibrido per assicurare una prestazione sul giro adeguata”.
    Anche l’effetto suolo sarà ridotto: “Le monoposto saranno ground effect, ma con dimensioni più piccole”.
    L’intervista completa la trovate su Motorsport.com LEGGI TUTTO

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    F1, un nuovo caso Budget Cap è pronto a esplodere

    Ci risiamo. Uno spettro si aggira per il paddock ed è lo spettro del Budget cap. Se dal punto di vista sportivo non si muove nulla, ma proprio nulla, nelle prossime settimane a tenere banco saranno le vicende extrasportive con la nuova disputa sul budget cap 2022.

    Negli scorsi giorni erano filtrate voci secondo le quali sarebbero stati comunicati entro luglio i risultati delle indagini della FIA relativi ai margini di spesa dei team nella stagione 2022. Tuttavia non sarà così, dal momento che la situazione appare (come di consueto) molto più intricata e complessa.
    LA MICCIA
    “Vorrei che in caso di infrazione la penalità sia sportiva, è una cosa che abbiamo chiesto in modo molto chiaro. Ci sono tre regolamenti da rispettare, sportivo, tecnico e finanziario, e le eventuali infrazioni devono essere punite con provvedimenti sportivi. Non si può andare in altre direzioni”. Così una settimana fa il presidente e CEO di Formula 1, Stefano Domenicali intervistato da Roberto Cinchero, ha deciso di innescare la miccia del Cash-Gate 2.0Come a dire: le penalità comminate lo scorso anno a Aston Martin e Red Bull, sono state una mezza farsa.Domenicali ha inoltre messo indirettamente pressione sulle spalle della federazione auspicandosi una netta accelerazione sui tempi di comunicazione dei risultati delle indagini. In risposta, la FIA ha fatto sapere che la natura delle penalità se la deciderà da sola e nessuno potrà metterci becco. Se il buongiorno si vede dal mattino…

    LE VOCI
    Accesa la miccia, si sono subito rincorse le voci di corridoio. “Sette team hanno avuto l’ok, tre no“, “tremano Alpine, Aston Martin e un top team ignoto“, “entro luglio sapremo i risultati delle indagini sul cost cap 2022“.Insomma, siamo alle solite. Niente di ufficiale, ma nel circus di sicuro tira una brutta aria. La sensazione è che, se lo scorso anno, vista la novità dello strumento, si poteva giustificare (in parte) qualche strafalcione procedurale, quest’anno risulterebbe molto più difficile ingoiare la pillola. E se si aprisse lo scenario di uno o più team irregolari sarebbe ancora più difficile andare a discutere le penalità, visto il precedente. Infatti le due scuderie coinvolte nel Cash Gate lo scorso anno, Red Bull e Aston Martin, si sono presentate ai blocchi di partenza del 2023 come prima e seconda forza del mondiale. Come potrebbe giustificare la FIA, qualora optasse per delle penalità sportive (come auspicato da Domenicali), una discontinuità così forte rispetto le decisioni prese lo scorso anno?
    LA FIA
    La federazione, consapevole della crescente bolla di speculazioni, ha provato ad alleggerire la pressione e a prendere tempo con una nota:“Alla luce delle news recenti vogliamo ribadire che il processo che precede la certificazione del processo finanziario dei team è ancora in corso e nessuno dei team è al corrente del proprio stato di certificazione. La revisione è ancora in corso e dovrebbe concludersi nelle prossime settimane, seguito da un periodo necessario per finalizzare la revisione”. “Non esiste né è mai esistita una data di scadenza specifica per la certificazione e qualsiasi accenno a un ritardo di questo processo o potenziali violazioni è del tutto infondato”.Il che vuol dire: non ne sapremo nulla entro luglio…Per quanto riguarda le penalità, ad oggi il regolamento prevede due tipi di infrazioni principali: una Minor Overspend Breach e una Material Overspend Breach. A distinguere i due tipi di infrazione è la soglia di sforamento del 5% del Cap. Il limite da tenere in considerazione quest’anno è fissato a 7.060.000 dollari. Al di sopra di questa cifra si incorre in una Material Overspend Breach. Le sanzioni sportive presentate nel regolamento sono di vario tipo e possono essere modulate in base a circostanze aggravanti o mitiganti.
    Insomma monitoreremo la questione nelle prossime settimane, sperando che non vi siano ulteriori ritardi nella comunicazione delle indagini della FIA. Ma ciò che dobbiamo auspicare ancor di più è che tutte le scuderie abbiano rispettato i parametri finanziari posti dalla federazione, qualora non fosse così tutta l’architettura concettuale del budget cap rischierebbe di crollare definitivamente insieme alla già vacillante credibilità di questo sport. LEGGI TUTTO