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    Hamilton-Ferrari, verità o pseudo scoop?

    2023 Bahrain Grand Prix, Saturday – Steve EtheringtonÈ il lunedì mattina della settimana del GP di Monaco, quando la notizia di un possibile avvicendamento fra la scuderia di Maranello e il sette volte campione del mondo, viene rilasciata dal Daily Mail. La notizia rimbalza nel giro di poche ore da una testata all’altra, tutte a caccia dello “scoop” del momento.

    Ma quanto c’è di vero in tutto questo? Forse se lo sarà chiesto anche un Lewis Hamilton in fase di discussione con Mercedes per il futuro. E forse sta proprio qui lo snodo che ha portato allo scatenarsi del polverone mediatico. Potrebbe infatti trattarsi di una notizia cucita ad-hoc e di cui l’entourage del campione inglese potrebbe non esserne totalmente estraneo… Un presunto interesse del Cavallino potrebbe “aiutare” in fase di definizione di alcuni dettagli contrattuali che precedono la firma.
    Per quale motivo Hamilton dovrebbe lasciare la scuderia che gli ha permesso di diventare una stella di questo sport, divenendone anche uomo immagine? La sua gratitudine nei confronti della stella a tre punte non si ferma qui. Mercedes ha sposato e continua oggi a sposare le cause di Lewis, che ha un futuro garantito, anche quando non vestirà più i panni del pilota. Insomma, fattori che fanno pensare a tutto tranne che ad un matrimonio instabile.
    Proviamo ora a guardarla dal punto di vista dell’altra faccia della medaglia. Per quanto suggestiva possa essere l’idea di una coppia rossa Leclerc-Hamilton, non è ciò di cui ha bisogno ora la Ferrari. In un momento in cui l’obiettivo primario è ritrovare la competitività per tornare ai piani alti, i piloti sono l’ultimo dei problemi. Più che mai in uno scenario di questo tipo è necessaria stabilità. Modificare il tassello che oggi è la più grande delle certezze del Cavallino, sarebbe una mossa che valicherebbe forse il muro dell’azzardo.
    Se proprio vogliamo individuare un punto di incontro fra Ferrari e Mercedes, questo lo troviamo nelle acque in cui navigano. Scenari di difficoltà accentuati sul fronte delle performance, non offrono le garanzie di cui ha bisogno un pilota prima di cambiare casacca. Una claudicante Ferrari non risulta attraente a tal punto di pensare ad un trasferimento, da parte di un pilota che ogni giorno si allena nel segno (e nel sogno) dell’ottavo titolo.

    Un discorso simile lo si potrebbe fare anche a parti invertite. Per quale motivo Charles dovrebbe lasciare la scuderia di cui è innamorato, per approdare in un team il cui futuro è conclamato nelle mani di George Russell? Un’ulteriore prova del fatto che sebbene gli scenari di questo pseudo scoop di fine primavera possano essere designabili, non hanno le fondamenta per essere percorribili. LEGGI TUTTO

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    Cuore Ferrari, un milione di euro per il disastro in Emilia Romagna

    ROMA – La Ferrari donerà un milione di euro a sostegno delle zone colpite dal forte maltempo in Emilia Romagna, che ha portato anche all’annullamento del Gran Premio di Imola di Formula 1. Ad annunciarlo è Stefano Bonaccini, presidente della Regione, durante una conferenza stampa svoltasi nella sede dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, per fare il punto sulla drammatica situazione. “La Ferrari donerà un milione di euro – ha detto -. Ovviamente chi dà anche solo un euro è benvenuto e va ringraziato per la generosità”. Nelle scorse ore sono arrivati tantissimi messaggi di solidarietà da parte di tutto il mondo della F1, che si sarebbe dovuto sfidare all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari nel weekend alle porte. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, annullamento GP Emilia: le parole di Sainz e Vasseur

    Sainz: “Più importante aiutare la gente”

    “Adesso è più importante è aiutare tutte le persone a evacuare in questo clima estremo. Per tutti è una una giornata dura perchè si tratta del Gran Premio di Imola, ma ora bisogna pensare soltanto ad aiutare la gente. Ci sono tante gare, anche se avevo voglia di correre a Imola la sicurezza viene prima di tutto”, ha detto il pilota spagnolo della Ferrari, Carlos Sainz, in seguito alla comunicazione ufficiale dell’annullamento del Gran Premio previsto questo fine settimana sul circuito di Imola. LEGGI TUTTO

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    F1, Una Ferrari SF-23 tutta nuova: come cambierà, nelle prossime tre gare

    La Ferrari SF-23 si è dimostrata una monoposto poco competitiva e i risultati delle prime cinque gare sono stati molto al di sotto delle aspettative. Individuate ad aprile le aree sulle quali intervenire per cambiare un progetto sbagliato. Vediamo insieme l’action plan di Maranello.

    Qualche settimana fa, vi avevamo anticipato in questo nostro articolo come, la lunga pausa di aprile, fosse servita alla Scuderia di Maranello per pianificare gli interventi sulla SF-23.
    Gli ingegneri Ferrari hanno finalizzato un action plan dettagliato di sviluppo della monoposto 2023, da maggio a ottobre. Gli sviluppi hanno riguardato e riguarderanno non solo la veste aerodinamica della vettura ma anche interventi su meccanica e Power Unit.
    AERODINAMICA
    La prima area sulla quale abbiamo già visto i primi interventi è quella legata alla veste aerodinamica della SF-23. A Miami abbiamo visto la prima versione del nuovo fondo vettura e del marciapiede, cui seguiranno poi anche interventi ai canali venturi, per avvicinare i livelli di carico e soprattutto di efficienza complessiva delle monoposto concorrenti. All’interno di questi pacchetti è stato ipotizzato anche di portare presto in pista un nuovo sistema DRS simile a quello della Red Bull che fa lavorare l’ala posteriore in sinergia con l’estrattore.
    Oltre a questo vedremo presto anche alcuni interventi alla pance: non però un radicale cambiamento come alcuni avevano ipotizzato in stile Red Bull ma una ragionata evoluzione dei concetti già visti sulla F1-75 prima e sulla SF-23 dopo. In particolare si lavorerà al profilo sotto l’imbocco delle pance e per accentuare l’effetto down-wash della parte superiore/posteriore delle pance stesse.
    Altri interventi programmati riguarderanno nuove ali, con profili a più alto o basso carico, con svergolature dei profili stessi più o meno accentuate, per adeguare il carico aerodinamico degli alettoni alle diverse pista.

    SOSPENSIONI
    A livello “meccanico” il lavoro più grosso che era stato intrapreso a Maranello riguardava la geometria delle sospensioni, per far lavorare al meglio gli pneumatici Pirelli. Gli ingegneri avevano ripreso alcuni progetti fatti in un recente passato per capire se, soluzioni scartate ma viste e adottate da altre monoposto, potessero essere la chiave per migliorare la SF-23. Da quanto abbiamo però appreso in questi giorni, questo filone di sviluppo, per limiti di budget e per l’introduzione delle nuove gomme Pirelli 2024 già nella gara di Silverstone, sarà messo in pista solo all’inizio della prossima stagione.
    POWER UNIT E CONSUMI
    Il lavoro sulla Power Unit e su tutte le sue componenti continua, senza sosta! Sia i problemi di affidabilità che quelli legati ad un consumo eccessivo di carburante sono sempre presenti e sono ancora motivo di forte preoccupazione per il prosieguo di una stagione che però è ormai solo transitoria!
    Sia per la Ferrari che per tutti gli altri team motorizzati con l’unità di Maranello, la pianificazione di inizio 2023 prevedeva l’utilizza di almeno 4 PU e relative componenti. Il brutto inizio di stagione aveva già imposto l’innalzamento ad almeno cinque e le prime penalizzazioni in griglia saranno spese già in qualche gara estiva.
    I TEMPI DELL’ACTION PLAN
    Imola (19-21 maggio) e Barcellona (2-4 giugno). Saranno questi i primi due appuntamenti dove vedremo una “nuova” SF-23, non una brutta copia della Red Bull ma una evoluzione degli originali concetti che caratterizzano la veste aerodinamica della monoposto di Maranello. LEGGI TUTTO

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    F1, Fred Vasseur: “Non è copiando la Red Bull che la Ferrari farà progressi”

    Il Team Principal della Ferrari Frederic Vasseur ha voluto precisare che la Ferrari si atterrà al piano di sviluppo già previsto per la SF-23, escludendo un cambio a favore del concetto Red Bull che ha vinto tutte le gare finora disputate in questa stagione.

    La Red Bull e la RB19 hanno ottenuto la quarta doppietta in cinque gare al recente Gran Premio di Miami. I piloti Ferrari, Carlos Sainz e Charles Leclerc, hanno chiuso rispettivamente in quinta e settima, lamentandosi entrambi del comportamento della loro monoposto.
    Parlando però già durante il weekend a Miami, Vasseur ha chiarito che, nonostante l’attuale deficit di prestazioni della Ferrari nei confronti della Red Bull, a Maranello non guarderanno ai rivali per trovare ispirazione per gli sviluppi durante la stagione in corso: “Credo che sarebbe un errore pensare che le prestazioni provengano da un unico fattore: le prestazioni provengono da ogni parte”, ha detto Vasseur a Sky Sport, quando gli è stato chiesto della Red Bull.
    “Per prima cosa – ha aggiunto il Team Principal della Ferrari -, se devi duplicare qualcosa, significa che sei sempre in ritardo. Ora, con il tetto dei costi e il fatto che la macchina è quasi congelata tra due stagioni, è impossibile copiare qualcuno. Significa che dobbiamo attenerci al nostro piano e cercare di sviluppare la nostra piattaforma”.
    Se si vuole capire da dove deriva il vantaggio della Red Bull, Vasseur ha indicato il DRS ultra-efficace e un design relativamente stabile che dà ai piloti più fiducia al volante: “Se si guarda la velocità, penso che abbiano un discreto vantaggio con il DRS”, ha commentato Vasseur che poi ha anche aggiunto: “Dobbiamo capire e fare un lavoro migliore su questo aspetto, sicuramente. Il fatto che la vettura sia anche più stabile, credo che dia un vantaggio in termini di stabilità aerodinamica. Ma non è copiando la Red Bull che faremo progressi”.

    Nel frattempo, Vasseur ha confermato che, dopo gli aggiornamenti del pavimento visti a Miami, la Ferrari porterà altre nuove parti al prossimo appuntamento della stagione a Imola, e un altro lotto due gare dopo a Barcellona. LEGGI TUTTO

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    Domenicali: “Montezemolo esigente. Marchionne ti portava allo stremo”

    Stefano Domenicali, in una recente intervista al Corriere ha affrontato diversi temi tra i quali un “confronto” tra Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne, alla guida della Ferrari in due diversi momenti.

    L’attuale Amministratore Delegato e Presidente della Formula 1 ha lavora sia con Montezemolo, a Maranello fino al 2014, che con Marchionne che ha preso il suo posto fino al 2018.
    “Montezemolo ha definito e connotato la Ferrari amando l’azienda e la squadra, un uomo molto competente che chiedeva tanto”, ha detto Domenicali che invece su Marchionne ha commentato: “Marchionne è il manager che ha salvato la Fiat, con un’intelligenza sopraffina e, per come l’ho conosciuto, un lavoratore incredibile. Come tutte le persone di qualità non sempre era facile lavorarci, perché ti portava allo stremo. Dovevi capire come gestire l’equilibrio tra la tua professione e la tua vita privata”.
    Passando ai ricordi di trent’anni passati nel mondo delle corse, Domenicali ha detto: “Personalmente ricordo la vittoria in Ferrari del campionato di Formula 1 nel 2000 a Suzuka in Giappone, così come non dimenticherò mai il 2008, quando vincemmo il campionato costruttori e perdemmo il campionato piloti all’ultimo giro dell’ultima gara. Sono momenti indimenticabili che nella loro durezza ti fanno crescere, altrimenti vuole dire che non sei uno sportivo in grado di migliorarti nei momenti di difficoltà”

    E parlando del pilota migliore di sempre, l’AD della Formula 1 non ha avuto dubbi nel fare il nome di Michael Schumacher: “In ogni epoca ci sono campioni irraggiungibili e, quindi, ogni stagione va contestualizzata, per quanto mi riguarda e per come l’ho vissuto a livello professionale e personale non ho dubbi: Michael Schumacher”.
    Leggi l’intervista completa su Corriere.it LEGGI TUTTO

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    F1, In Ferrari devono capire e analizzare ma il tempo è scaduto!

    “Dobbiamo capire”.“Dobbiamo analizzare”.
    Quante volte abbiamo sentito queste parole, in casa Ferrari, negli anni scorsi? Tante, troppo e forse proprio queste stesse parole avremmo voluto non sentirle più quest’anno. E invece no, dopo poche gare, gli uomini della Scuderia di Maranello sembrano spaesati, smarriti e quasi increduli davanti a una monoposto che non comprendono!
    La SF-23 è chiaramente un progetto sbagliato, nato per rimediare ad un 2022 che aveva illuso. Illuso sia all’inizio, dove la forza della F1-75, con il senno di poi, era più figlio delle difficoltà degli avversari e di una Power Unit eccessivamente spinta oltre ogni limite, puntando tutto sul giro secco e sacrificando spesso la gara. Un po’ come è avvenuto anche quest’anno.
    Una “visione” miope, figlia di una direzione tecnica e strategica debole e confusa. Ci riferiamo a quella di Mattia Binotto che fortunatamente non è più a capo della baracca. Quello che vediamo oggi però è in parte figlio delle illusorie apparenze di quello che qualcuno aveva etichettato, troppo in anticipo, come un progetto vincente.
    Chiariamoci, la F1-75 non aveva nulla o quasi per poter puntare al titolo. Non aveva l’affidabilità, non aveva il passo in gara, non c’erano poi strategie degne di un top team. L’illusione che si potesse vincere un mondiale ce l’aveva data solo un inizio di mondiale che, per tutti gli altri team, era iniziato in salita, con qualche difficoltà di troppo nell’interpretare i nuovi regolamenti ed estrarre il potenziale da monoposto completamente diverse da quelle di qualche mese prima. E se a questo aggiungiamo le difficoltà della Mercedes – che non dimentichiamo ha chiuso poi il mondiale a soli 39 punti dalla Ferrari – capiamo tutti meglio cosa è stato il mondiale 2022.

    Quando infatti Red Bull ha affinato la loro grezza monoposto e ha portato poi sviluppi, per Ferrari non c’è stato più spazio sui gradini alti dei podi. In misura minore anche Mercedes ha saputo sviluppare una pessima monoposto e, grazie a costanza ed affidabilità, si è giocata il 2° posto finale tra i costruttori.
    Per la Ferrari, la stagione 2023, è il naturale proseguimento di quella chiusa il 20 Novembre ad Abu Dhabi. I problemi di affidabilità non sono stati risolti, anzi si viaggia con “potenze” ridotte per evitare problemi più seri. La monoposto è quella che è, mentre gli avversari hanno saputo fare notevoli passi avanti.
    Vedere Charles Leclerc lottare in pista con la Haas di Kevin Magnussen è la dimostrazione di quanto il progetto SF-23 sia completamente sbagliato. Ma la Ferrari saprà rimediare nel corso della stagione? La risposta è no. Purtroppo gli anni passati hanno già dimostrato ampiamento come a Maranello ci sia una cronica difficoltà a sviluppare la monoposto, durante l’anno. Vasseur a parte, gli uomini Ferrari non sono cambiati e allora non vediamo come quest’anno possa essere diverso dal 2022, 2021, 2020 e così via.
    Il tempo per capire e analizzare però è scaduto. Tra test invernali (2.256km) e i primi 5 Gran Premi sono stati percorsi un quantitativo di km sufficiente per analizzare qualsiasi cosa. Evidentemente a Maranello i “sistemi” sono molto lenti e, se dopo tutto questo tempo, gli ingegneri Ferrari devono ancora capire, evidentemente qualcosa non funziona!
    Ma, come detto, il tempo è ormai scaduto! LEGGI TUTTO

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    Una Formula 1 a due facce, verso un’Imola che non c’è

    MIAMI, FLORIDA – MAY 07: Race winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates with the Red Bull Racing team after the F1 Grand Prix of Miami at Miami International Autodrome on May 07, 2023 in Miami, Florida. (Photo by Jared C. Tilton/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202305080173 // Usage for editorial use only //Il mondiale di Formula Uno 2023 è morto. Il decesso è stato accertato da addetti ai lavori e tifosi alle 23:03 (ora italiana) di domenica 7 maggio. Niente da aggiungere. Max si è ripresentato al max e ha pensato di dare una bella mazzata all’autostima di Checo Perez (unico possibile contendente al titolo).
    Quel Perez lì, che post qualifica aveva dichiarato: “Max mio unico avversario domani? In una gara normale no, perché a quel punto non dovrebbe avvicinarsi troppo a me, ma con le Safety Car e tutte le situazioni che possono verificarsi lo aiuterebbero sicuramente, così come accaduto a Jeddah. Quindi con una gara normale non mi aspetto di avere problemi con Max”. Ahi Checo, dichiarazioni invecchiate male, anzi malissimo. Perché questa è brutta, questa è dura da digerire. Quello di Max è un colpo perentorio, mortifero, di quelli che restano indelebili. La cavalcata di Miami è forse il frutto di una delle migliori gare nell’ormai lunga carriera del giovane olandese.
    E gli altri? A parte Alonso che gongola come un bambino al parco giochi, agli altri non resta che leccarsi le ferite.Ferite profonde, quanto incomprensibili. Sì perché in Ferrari si è tornati al tormentone del “dobbiamo capire” e in Mercedes si prega che la W14-versione B tanto attesa ad Imola finalmente funzioni, “ma non aspettatevi miracoli“, come ha dichiarato Toto Wolff.
    Ed ecco che, per un mondiale che non c’è, quello della domenica, esiste un mondiale irreale, ma realmente avvincente che si gioca di sabato. Lo show quindi si consuma ben prima delle presentazioni da wrestler dei piloti, delle ragazze pon pon e ben prima anche dei sorpassi e dei punti in gara. Mai infatti si era vista in Formula 1 una griglia così ravvicinata. Per capirci, al termine del Q1 di Miami il gap tra il primo, Max Verstappen, e l’ultimo, il padrone di casa Logan Sargeant era di soli 1.214 secondi. Parliamo di una qualifica in cui Kevin Magnussen, con la Haas, ha chiuso al quarto posto, in seconda fila. Stesso discorso vale per l’Australia in cui la differenza tra primo e ultimo, sempre nel Q1 era di 1.3 secondi.

    Poi però si va in gara la domenica, il giorno in cui si fanno i punti e non c’è partita, non c’è competizione.La Red Bull fa uno sport a parte in Formula 1 e Max fa uno sport a parte in Red Bull. Il team di Newey vola, mentre le altre arrancano, chi per problemi di set up, chi per gestione delle gomme e chi per entrambi. Morale: tranne la Red Bull, Max e Alonso sono tutti tristi. Wolff è nervoso, Vasseur non capisce, la Mclaren è sparita, l’Alpine è inaffidabile e le altre non esistono proprio. In più gli appassionati sono depressi, per capirci, quando parlo di appassionati non intendo quegli esseri indegni che affollano la finta spiaggetta di Miami. E in tutto questo, mi chiedo ancora per quanto Liberty Media e Stefano Domenicali riusciranno a far passare, nelle trattative con gli sponsor, la Formula Uno per uno sport competitivo.
    Suvvia amici, non ci resta che pregare in vista della prossima tappa, la nostra tappa, o meglio ancora cantare, storpiando Bennato:
    Seconda stella a destra, questo è il camminoE poi dritto fino al mattinoNon ti puoi sbagliare, perchéQuella è l’Imola che non c’è. LEGGI TUTTO