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    Salute e sicurezza, la Fia rimescola le carte

    TORINO – Le lamentele dei piloti hanno trovato una parziale (ma importante) comprensione presso la Fia. Il saltellamento delle auto di nuova generazione non è soltanto un “fastidio” né una questione di prestazione. E’ un fenomeno che può avere un costo in termini di salute. Questo la Fia lo riconosce e si appresta a muoversi di conseguenza. Del resto, in Formula 1 funziona così: o i regolamenti si cambiano con il benestare delle squadre oppure si invocano questioni di sicurezza. E la Fia scrive, in una direttiva tecnica, che il problema c’è, dal momento che i piloti sono impegnati ad andare a oltre 300 all’ora e devono potersi concentrare su quello, anziché pensare a come governare delle auto che saltellano. Viene da ipotizzare che un il problema sicurezza non sia così grande, anche se non si può escludere un rischio aumentato rispetto a quando si guidavano le auto della precedente generazione. Ma certo non è normale che i piloti arrivino sfiniti a fine gara e che la loro salute articolare sia a rischio. «A 30 anni cammineremo tutti con il bastone» – ha detto uno di loro Baku. Esprimendo, forse con un’esagerazione retorica, un comune e diffuso sentimento.
    LO STUDIO – Cosa farà la Fia a questo punto? Ha chiesto alle squadre di condividere un percorso che affronti lo studio del “porpoising” e ne individui i rimedi. Detto al di fuori dal politichese o dal linguaggio tecnico: verranno concesse o suggerite delle modifiche alle auto, di fatto è un cambio di regolamento. E così c’è chi spinge per arrivare in fretta a una soluzione (squadre che sono indietro e che hanno tutto da guadagnare dal potersi muovere all’interno di regole più elastiche, come la Mercedes) e c’è chi si oppone (perché ha delle auto vincenti e non ha interesse a cambiare alcunché, come la Ferrari e la Red Bull). Restano da capire i tempi, certamente non brevi. Ma intanto è stata presa una direzione precisa, le carte stanno per rimescolarsi. E magari, chissà, oltre al diretto di vantaggio Mercedes ce ne sarà uno indiretto anche della Ferrari, che potrebbe trovare in Hamilton e Russell due argini al crescente potere (tecnico) della Red Bull. LEGGI TUTTO

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    Formula 1: la Ferrari inizia ad alzare la voce

    TORINO – Sul filo della rottura. E non parliamo (soltanto) dei problemi di affidabilità che nelle ultime tre gare sono costasti a Charles Leclerc e alla Ferrari una fetta molto grande e quindi pesante delle speranze mondiali nella lotta contro Max Verstappen e la Red Bull. A Maranello, dove per la seconda volta hanno dovuto constatare la rottura del turbo e per la prima anche dell’intero motore endotermico sulla F1-75 andata in fumo al 20° giro del GP dell’Azerbaigian, c’è tensione anche sul fronte politico.La questione è nota da tempo, ma irrisolta. E non solo con la Ferrari, se vogliamo dirla tutta, visto che ha condizionato in un modo o nell’altro la durissima battaglia tra Red Bull e Mercedes, ovvero la conclusione dello scorso campionato di Formula 1. Parliamo della Direzione Gara, del “due pesi e due misure” e delle regole mai chiare ch continuano a imperare nel Circus dei motori anche nella nuova era Fia targata Mohammed Bin Sulayem. Dal caso delle temperature delle benzine a quello della pit-lane di Montecarlo, la Scuderia non è per nulla contenta delle decisioni “salomoniche” prese dagli Steward. E Mattia Binotto ha deciso di farsi sentire.«Se guardo all’inizio della stagione, certamente la Ferrari non può essere soddisfatta delle decisioni della direzione gara. Abbiamo commesso degli errori, ma sento anche un senso di ingiustizia: penso che spesso siamo stati svantaggiati» le parole del team principal Mattia Binotto. Parole forti, anche se pronunciate con la consueta pacatezza. E con un’aggiunta ancora più “buonista”. «Capiamo le difficoltà e non possiamo negare nemmeno che sia un lavoro difficile. Per migliorare dobbiamo aiutare anche noi. Credo che debba esserci una collaborazione tra le squadre e i direttori di gara. E che ci vorrà del tempo per capirsi».Insomma, la Federazione è avvertita: la Ferrari non ha intenzione di farsi mettere i piedi in testa e vuole giocarsi le sue carte mondiali liberamente e correttamente. Ma allo stesso tempo, nonostante l’epoca dei Patti della Concordia con Liberty Media sia ormai superata, nella nuova Formula 1 per ora regge la regola (non scritta) dell’evitare scontri, tanto più mediatici. Il problema è che la Red Bull si muove un po’ per conto suo. Tanto più Helmut Marko, il braccio operativo e politico di Mateschitz. Quindi, anche un mediatore come Binotto, ha capito che qualche volta servirà alzare la voce. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Sainz: “Mondiale? Dopo gli zero non ci penso più”

    ROMA – “Io nella corsa al Mondiale? Dopo i ritiri non ci penso più. Meglio aspettare, devo essere paziente e aspettare il momento giusto”. Queste le parole di Carlos Sainz al quotidiano spagnolo “Marca”, a pochi giorni dal Gran Premio del Canada, nona tappa della Formula 1. Il madrileno della Ferrari sa di non essere al livello del compagno di squadra Charles Leclerc e afferma: “Quest’anno con le nuove macchine è come affrontare tutte le piste per la prima volta. La sensazione che ti da la vettura la appena la guidi è molto importante e ci sono degli anni in cui devi cambiare alcune cose o modificare l’assetto della monoposto”.Guarda la galleryFerrari, Gp Azerbaijan disastroso: si ritirano sia Leclerc che Sainz FOTO 
    Le parole di Sainz
    Con il doppio ritiro in Azerbaijan, la Ferrari è ora chiamata alla svolta a Montreal, ma con una Red Bull così in forma non sarà facile. “Domenica – ha aggiunto lo spagnolo – ci sono in palio punti pesanti. La paura di sbagliare c’è sempre: è logico”. Con la tappa azera, un terzo del mondiale è passato. Tuttavia la Formula 1 starebbe pensando ad ampliare ancora il calendario. Queste le parole di Sainz a tal proposito: “Dobbiamo stare attenti perché andare sulle 24 o 25 gare non potrebbe essere sostenibile a lungo termine. Non possiamo stare lontani dalle nostre famiglie 250 giorni l’anno. La sprint race mi piace, ma credo che debba essere una gara a sé, senza deteminare la griglia di partenza di domenica”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Sainz: “Non penso più al mondiale, serve pazienza”

    ROMA – “Dopo gli zero non penso più all’obiettivo Mondiale. Devo essere paziente e aspettare l’occasione propizia”. Così Carlos Sainz al quotidiano spagnolo “Marca”, mentre si avvicina il Gran Premio del Canada, nono fine settimana della Formula 1. Il madrileno della Ferrari sa di non essere al livello del compagno di squadra Charles Leclerc e afferma: “Quest’anno con le nuove macchine è come affrontare tutte le piste per la prima volta. La sensazione che ti da la vettura la appena la guidi è molto importante e ci sono degli anni in cui devi cambiare alcune cose o modificare l’assetto della monoposto”.Guarda la galleryDisastro Ferrari: sia Leclerc che Sainz si ritirano dal Gp dell’Azerbaijan FOTO
    Sul calendario lungo
    Con il doppio ritiro in Azerbaijan, la Ferrari è ora chiamata alla svolta a Montreal, ma con una Red Bull così in forma non sarà facile. “Domenica – ha aggiunto lo spagnolo – ci sono in palio punti pesanti. La paura di sbagliare c’è sempre: è logico”. Con la tappa azera, un terzo del mondiale è passato. Tuttavia la Formula 1 starebbe pensando ad ampliare ancora il calendario. Queste le parole di Sainz a tal proposito: “Serve cautela perché avere 24 o 25 gare potrebbe non essere fattibile sul lungo termine. Stare lontani dalle nostre famiglie 250 giorni l’anno non fa bene. La gara sprint? Se non determina la griglia di domenica può essere ancor più spettacolare”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari: vincere è importante, ma non è l’unica cosa che conta

    Barcellona, Montecarlo, Baku. Un trittico amaro per la Ferrari, almeno quanto il caffè che i tecnici di Maranello avranno tracannato in fretta e furia all’alba di lunedì, per cercare di comprendere cosa stia succedendo al motore della rossa, che in poche gare è passato da “Superfast” a “Superfritto”. Non è il momento di guardare la […] LEGGI TUTTO

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    Raikkonen, la Juventus, il figlio Robin già fenomeno e i tifosi nostalgici

    TORINO – Il disastro della Ferrari a Baku, il mercato della Juventus in attesa dei botti. Non sono giorni “semplici” per i tifosi, nostalgici più che mai. Quelli della Rossa riesumano anche Kimi Raikkonen, ultimo ad aver vinto il Mondiale con la macchina di Maranello nel 2007 post Schumi. Poi, solo illusioni, prima con Alonso poi con Vettel. E adesso che Leclerc stava volando, ecco che la Rossa si scopre fragile, in tutti i sensi. «Ridateci Raikkonen», scrivono in molti.  Kimi è pensionato, si diverte in famiglia, tra Svizzera, Finlandia e l’amatissima Italia, fa triathlon e si gode mogli e figli. In particolare, c’è Robin che cresce a vista d’occhio con personalità: è già un fenomeno con i kart e le mini moto, ma è soprattutto un fan sfegatato della Juve e della Nazionale azzurra. Porta con fierezza la maglia che Cristiano Ronaldo gli ha regalato la passata stagione, regalo arrivato tramite Maurizio Arrivabene, un tempo boss di Kimi in F1 e ora ad del club bianconero. «Forza Juve», il suo mantra tra i mille linguaggi di casa, dove anche la sorellina Arianna si adegua. Ah, anche qui si aspettano Pogba, Di Maria e via discorrendo… LEGGI TUTTO

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    Per la Ferrari c'è tempi di recuperare

    TORINO – La splendida Ferrari di inizio stagione sembra essere diventata di colpo opaca e deludente. In realtà, nell’amarezza della giornata vissuta a Baku, pochi ci hanno pensato in maniera approfondita: ci sono ancora 350 punti in palio prima di assegnare il titolo, tutto è ancora possibile. Soprattutto la Ferrari ha dimostrato, nel corso delle ultime gare, di essere in grado di sviluppare e migliorare la sua monoposto, con soluzioni innovative. E’ chiaro che adesso si apre un fronte – quello dell’affidabilità – con il quale forse non si pensava di dover fare i conti. Di solito è più difficile trovare la prestazione prima dell’affidabilità) piuttosto che il contrario. E’ presto per dire che cosa accadrà, ma si può ragionevolmente pensare che alla Ferrari abbiano già un’idea di cosa non ha funzionato sui motori, anche su quelli forniti alle squadre clienti (Mattia Binotto ha parlato espressamente di “componenti” sulle quali si interverrà).
    LA SPALLATA – Detto questo, è evidente che cinque vittoria di fila, rappresentano per la Red Bull una spallata formidabile al Mondiale, ora indirizzato su binari favorevoli a Verstappen (tanto più che Perez ieri ha accettato di farsi diligentemente da parte). Però di occasioni per rifarsi ce ne sono tante, a partire da domenica prossima in Canada. L’importante, però, è non accusare più passaggi a vuoto dolorosi come quelli vissuti a Baku. LEGGI TUTTO