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    John Elkann, le mosse per il bene della Juventus e della Ferrari

    TORINO – (e.e.) La palla è passata a John Elkann. L’azionista di riferimento ha deciso, dopo un piano concordato in Famiglia. Risultato? Ecco la svolta in Ferrari e alla Juventus. Vincere conta in rosso e in bianconero. Anche avere una certa immagine. Si gioca di squadra e la squadra va rafforzata, di qua e di là, perché gli avversari aumentano e in questo momento sono al di là del campo di gioco e anche della pista.
    Juve, sotto con i tecnici. Muretto rosso da assegnare
    Così, Cda azzerato alla Juventus, con le dimissioni del presidente Andrea Agnelli e di tutti i membri. Fine di un’epoca a tratti gloriosa, che senza dubbi passerà alla storia con i 9 scudetti vinti consecutivamente e le due finali di Champions (perse sì, è questo il rammarico sottolineato da Andrea). Ora c’è il taglio netto, governo tecnico alla Juventus per parare gli attacchi (su più fronti) e ripartire per essere all’altezza del nome. Governo esperto in arrivo anche alla Ferrari per raccogliere finalmente quanto seminato e spesso depauperato da input errati. Via Mattia Binotto e ancora muretto senza padrone, anche se resta Frederic Vasseur il canidadato forte, ma non unico.
    Lapo mai tenero, ma super tifoso di Juve e Ferrari
    La Famiglia ha deciso, come si è visto. E ha scelto una linea precisa, concordata per il bene del club, innanzitutto. All’interno, in questi mesi, alcune avvisaglie di malumore c’erano state. I tweet di Lapo Elkann, innanzitutto. Fuori dai giochi, il fratello di John è più libero di veicolare il tifoso-pensiero. Mai tenero con Max Allegri dopo gli scivoloni in campionato e in Champions, però pronto a dare l’appoggio per la riscossa e la risalita in classifica in Serie A. E mai tenero, Lapo, con gli errori del box di Maranello: Leclerc e Sainz, i piloti, invece sempre sostenuti. Da qui il messaggio finale in vista della prossima stagione: «Il nostro posto deve essere quello di essere primi, ma ci arriveremo. Grazie Ferrari, Charles e Carlos e tutti i meccanici. Il nostro sogno per l’anno prossimo è di arrivare primi». Chiaro.
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    F1, Brawn sulla Ferrari: “Dovrebbe essere contenta dei progressi fatti”

    ROMA – Ross Brawn ha parlato del Mondiale appena conclusosi in Formula 1, con la Red Bull vincitrice del titolo piloti e di quello costruttori. L’ingegnere britannico, managing director della divisione motorsport di Liberty Media, non sminuisce però i risultati della Ferrari, seconda in entrambe le graduatorie grazie al piazzamento di Charles Leclerc. “Abbiamo visto delle grandi gare, durante la stagione – ha esordito nel suo commento -. La Red Bull ha avuto una partenza balbettante. Ferrari è partita bene, ma successivamente abbiamo assistito alla rimonta della Red Bull”.
    Le parole di Brawn
    “Dal mio punto di vista, la cosa migliore è stata la battaglia ravvicinata, che ha portato un maggiore divertimento – ha aggiunto Brawn -. Max ha consolidato il suo status di campione del mondo grazie a una grande prestazione della Red Bull. La Ferrari ha fatto un altro passo avanti e bisogna farle i complimenti per la solida prestazione e per i progressi che ha fatto. Il secondo posto in entrambi i campionati è una buona base da cui partire il prossimo anno”. LEGGI TUTTO

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    F1, Brawn controcorrente: “Ferrari dovrebbe essere contenta”

    ROMA – Ross Brawn, managing director della sezione motorsport di Liberty Media, ha commentato la stagione appena terminata in Formula 1, con la Red Bull vincitrice del titolo piloti e di quello costruttori. L’ingegnere britannico, però, non sminuisce i risultati della Ferrari, seconda in entrambe le graduatorie grazie al piazzamento di Charles Leclerc. “Abbiamo visto delle grandi gare, durante la stagione – ha esordito nel suo commento -. La Red Bull ha avuto una partenza balbettante. Ferrari è partita bene, ma successivamente abbiamo assistito alla rimonta della Red Bull”.Guarda la galleryF1, i piloti più pagati: un ex Ferrari sul podio, indietro Leclerc e Sainz
    Sulla Ferrari
    “Dal mio punto di vista, la cosa migliore è stata la battaglia ravvicinata, che ha portato un maggiore divertimento – ha aggiunto Brawn -. Max ha consolidato il suo status di campione del mondo grazie a una grande prestazione della Red Bull. La Ferrari ha fatto un altro passo avanti e bisogna farle i complimenti per la solida prestazione e per i progressi che ha fatto. Il secondo posto in entrambi i campionati è una buona base da cui partire il prossimo anno”.
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    Ferrari, Leclerc: “Quest'anno abbiamo fatto un grande passo avanti”

    ROMA – Charles Leclerc ha parlato analizzando la stagione 2022 di Formula 1, conclusa al secondo posto in classifica piloti. Il monegasco della Ferrari, nella prima parte del campionato, si è mostrato pienamente in grado di lottare per il titolo, ma dall’estate in poi le cose non sono andate come in partenza. “È difficile trarre una conclusione sul 2022. Se torno e considero quanta strada abbiamo fatto rispetto allo scorso anno, c’è stato un incredibile passo avanti. Ovviamente non posso ignorare la parte centrale della stagione, che è stata super frustrante – le sue parole riportate da “Motorsport-total” -. Abbiamo guidato il campionato con un grande vantaggio di punti, chiudendolo poi con un grande distacco. Quella è stata una parte frustrante della stagione”.Guarda la galleryRoberto Carlos impazzisce per Sainz, Alonso e Verstappen al GP del Brasile!
    Le parole di Leclerc
    “Penso che abbiamo davvero fatto un passo avanti nelle ultime gare in termini di strategia e nel modo in cui abbiamo preso le decisioni – ha aggiunto Leclerc -. Purtroppo non era facile farlo vedere, perché il il ritmo non era buono come all’inizio della stagione”. Il classe 1997 si è poi espresso con ottimismo in vista del 2023: “Dobbiamo solamente eliminare tutti gli errori che abbiamo commesso quest’anno e cercare di migliorare per il prossimo. Sono fiducioso che potremo recuperare la Red Bull in termini di ritmo”. 
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    F1 Ferrari, Leclerc: “Enorme passo avanti dall'anno scorso, nel 2023…”

    ROMA – “È difficile trarre una conclusione sul 2022. Se torno e considero quanta strada abbiamo fatto rispetto allo scorso anno, c’è stato un incredibile passo avanti”. Charles Leclerc ha parlato analizzando la stagione 2022 di Formula 1, conclusa al secondo posto in classifica piloti. Il monegasco della Ferrari, nella prima parte del campionato, si è mostrato pienamente in grado di lottare per il titolo, ma dall’estate in poi le cose non sono andate come in partenza.  “Ovviamente non posso ignorare la parte centrale della stagione, che è stata super frustrante – le sue parole riportate da “Motorsport-total” -. Abbiamo guidato il campionato con un grande vantaggio di punti, chiudendolo poi con un grande distacco. Quella è stata una parte frustrante della stagione”.Guarda la galleryF1, i piloti più pagati: un ex Ferrari sul podio, indietro Leclerc e Sainz
    Verso il nuovo anno
    “Penso che abbiamo davvero fatto un passo avanti nelle ultime gare in termini di strategia e nel modo in cui abbiamo preso le decisioni – ha aggiunto Leclerc -. Purtroppo non era facile farlo vedere, perché il il ritmo non era buono come all’inizio della stagione”. Il classe 1997 si è poi espresso con ottimismo in vista del 2023: “Dobbiamo solamente eliminare tutti gli errori che abbiamo commesso quest’anno e cercare di migliorare per il prossimo. Sono fiducioso che potremo recuperare la Red Bull in termini di ritmo”. 
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    F1, Caso Binotto: il Direttore della Gazzetta replica ad Alesi, bollandolo come “perdente”

    “Uno dei piloti meno vincenti della Formula 1”. Sono queste le parole di Stefano Barigelli, Direttore Responsabile del quotidiano ‘La Gazzetta della Sport” che, nel suo editoriale di oggi ha usato per replicare alle dichiarazioni di qualche giorno fa di Jean Alesi.Jean AlesiL’ex pilota francese della Ferrari, in occasione dell’ultimo appuntamento del mondiale F1 2022 ad Abu Dhabi, aveva testualmente definito come “una palla” le prime indiscrezioni della Gazzetta che anticipavano il divorzio tra Mattia Binotto e la Scuderia di Maranello.“Allora non era una palla – si legge nell’editoriale di oggi di Barigelli -. La fine della stagione di Binotto alla Ferrari anticipata dalla Gazzetta è stata bollata proprio così, una palla, da Jean Alesi. La frase, di per sé insignificante considerato che l’ha pronunciata uno dei piloti meno vincenti della Formula 1, assume in realtà una sua importanza. La Ferrari è il marchio sportivo italiano più conosciuto al mondo, ha una storia gloriosa anche se il presente è complicato. Ma nei motori e in una storia così lunga, le difficoltà ci possono stare. Ci sta meno la corte dei miracoli che in questi anni, ma per la verità anche in passato, ha supportato il team di Maranello spesso più danneggiandolo che aiutandolo”.
    Il Direttore della Gazzetta, chiaramente infastidito da quanto aveva dichiarato Alesi, ha anche poi aggiunto: “D’altronde se ti affidi a piloti che hanno passato in pista più tempo a perdere che a vincere, a professionisti della comunicazione che nel curriculum vantano più licenziamenti che promozioni, non ci si può meravigliare se il risultato di tanti encomiabili sforzi sia il contrario di quello sperato”.

    L’editoriale di Barigelli si conclude citando una frase di Enzo Ferrari: «Non mi imbarazzano le domande dei giornalisti, ma quelle che faccio a me stesso».
    Leggi l’editoriale completo su Gazzetta.it LEGGI TUTTO

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    I veri motivi del divorzio tra la Scuderia Ferrari e Mattia Binotto

    La “caduta in disgrazia” di Binotto è da ricercarsi nei demeriti sportivi? E’ da ricondursi alle quattro stagioni da Team Principal dove la Ferrari ha vinto solo sette gare, la metà di Maurizio Arrivabene che lo aveva preceduto?Stando ad Alberto Antonini, no: i risultati sportivi non servono, da soli, a spiegare il divorzio tra l’ingegnere di Losanna e la Scuderia di Maranello.

    L’ex responsabile dell’ufficio stampa della Ferrari in Formula 1, in un recente articolo su FormulaPassion, ha ricordato come “a chi, memore dei bei tempi andati, gli faceva notare davanti a una pizza quanto fosse utopistico rivestire contemporaneamente il ruolo di Jean Todt e Ross Brawn, rispondeva laconico che non aveva scelta, perché ‘non posso fidarmi di nessuno’”.
    Antonini ricorda poi un episodio curioso che ha visto coinvolto lo stesso Binotto, subito dopo la sua promozione a Team Principal. Seconda la ex firma di Autosprint, questo aneddoto spiegherebbe, nella sua apparente irrilevanza, perché siamo arrivati alla situazione attuale.
    “È sabato – racconta Antonini -, e le sale della GeS non sono piene come al solito di attività. Il neo team principal discute animatamente con un gruppo di tecnici. Non sono motoristi. Non sono aerodinamici. Non sono telaisti. Sono idraulici, sono gli operai venuti a riparare i bagni di Maranello. E MB (come lo chiamano tutti, ormai, sul lavoro e anche fuori) li sta catechizzando sull’uso dei sifoni e il montaggio dei rubinetti”.
    E dopo i fatti, il commento, sempre di Antonini: “Ora, è comprensibile che un dirigente di squadra ci tenga alla struttura in cui lavora, tanto più che quell’edificio rosso e nero ha contribuito a disegnarlo (anzi, i maligni dicono che sia l’unica cosa che ha progettato in vita sua). Però si suppone che, arrivato al vertice, il capo della Ferrari F1 abbia altre cose a cui pensare. E invece questo episodio, quasi anedottico nella sua apparente irrilevanza, è l’icona di un atteggiamento che ha portato all’attuale situazione”.

    Il racconto, forse un po’ “romanzato” di questo episodio, serve all’ex addetto stampa Ferrari per arrivare ad affermare che “a tradire Binotto è stato soprattutto Mattia“. E questo perché dal momento in cui Binotto ha occupato quel ruolo, la Ferrari non ha più avuto un vero direttore tecnico. La direzione del team, quella dell’ufficio tecnico ma anche la comunicazione, erano tutte nelle sue mani.
    “Ma oggi – aggiunge Antonini -, nel giudizio (quello esterno, almeno) pesano soprattutto le indecisioni del muretto, l’incapacità di portare a casa il mondiale con una monoposto uscita vincente dalla matita del gruppo di lavoro. Se mi permettete, ho un punto di vista un po’ trasversale. Il male della Ferrari non è uscire con le gomme da bagnato sulla pista asciutta. Quello, col tempo, si può mettere a posto. Il male della Ferrari è sbagliare le gomme e poi, in debriefing e nelle interviste, avere qualcuno che sostiene che in fondo non era la decisione sbagliata. Mettere a posto quello è un po’ più difficile”.
    Infine, il giornalista di FormulaPassion, chiude il suo articolo con un commento su quello che viene indicato da (quasi) tutti come l’uomo che prenderà il posto di Binotto: “Puntare su Fred Vasseur – al termine di una serie incredibile di rifiuti [ LEGGI QUI ] – è una scelta in apparenza strana. Un uomo vicino a Tavares e al gruppo Stellantis, che rafforza l’impressione di una Ferrari controllata da una dirigenza più francese che italiana. Ma anche un uomo dalle abitudini lavorative ben diverse da quelle di un Todt o di un Binotto, disposto anche a dormire in azienda, mentre Vasseur in Svizzera divideva il suo impegno F1 con le tante attività esterne, dalle categorie minori alla Formula E. Soprattutto, però, mi chiedo che succederebbe, a livello di immagine, se il Milan, la Juve, il Napoli o l’Inter restassero senza allenatore e si rivolgessero – senza offesa! – a quelli di Cremonese e Sampdoria”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, un 2022 che ha il sapore della sconfitta

    Con una situazione in Gestione Sportiva tutt’altro che definita, la Ferrari in questi giorni dovrà per forza di cose fare i conti con la stagione 2022. Se il secondo posto nei Costruttori è il miglior risultato dal 2018 a questa parte, i più di 200 punti di distacco rimediati da Red Bull sono un segnale negativo da non sottovalutare.
    La vettura: competitiva, ma l’affidabilità è un problema
    La Ferrari ad inizio stagione era riuscita in un’impresa che non riusciva dai tempi d’oro di Sebastian Vettel: mettere in pista una vettura competitiva sin dalla prime gare. Le vittorie di Leclerc a Sakhir e Melbourne e le parole al miele del monegasco per la F1-75, definita una “Bestia”, hanno certamente contribuito ad alimentare le speranze dei tifosi.
    Attenzione, perché il bilancio di quattro vittorie totali a fine 2022 è quantomai bugiardo: la Rossa è sembrata veramente in difficoltà solo a Spa e Città del Messico. In tutti gli altri appuntamenti, anche dove non è arrivato, il podio è sempre sembrato comunque a portata di mano.
    Un fattore chiave che è sicuramente mancato è stato l’affidabilità. Le power unit in fumo in Azerbaijan e Spagna hanno rappresentato colpi importanti al morale di Leclerc, stoppato in entrambe le occasioni mentre stava guidando i GP senza problemi. Nella seconda parte di stagione, poi, i nodi sono venuti al pettine, con tante sostituzioni di componenti che hanno pregiudicato le qualifiche di entrambi i piloti. Ritrovata la prestazione, dunque, ora si tratta di effettuare tutti gli accorgimenti necessari per avere costanza di rendimento anche dal punto di vista dell’affidabilità.

    Il team: occorre una regolata
    Al netto del Binotto in o Binotto out, il 2022 ha messo in mostra i veri limiti di questa Ferrari. E uno, duole dirlo, è stato il muretto box. Questo non vuole per forza essere un attacco al team principal; è logico e per certi versi giusti che sia lui a fare da parafulmine, ma spesso è apparso poco aiutato anche dalle persone intorno a lui.
    A partire, ovviamente, dalle che operano al pitwall. Nessuno vuole versare ulteriore sangue su una ferita aperta da mesi (se non anni), ma non è matematicamente possibile sbagliare tutte le scelte strategiche in un campionato. Eppure, è questo quello che è sembrato accadere alla Ferrari in questo 2022! Monaco, Silverstone, Le Castellet, Budapest, fino al “capolavoro” della qualifica a Interlagos: sono gli episodi più macroscopici, ma che, inutile girarci intorno, hanno capovolto l’andamento della stagione.
    Perché se, da un lato, la Ferrari era in lotta per il titolo, almeno fino alla pausa, i risultati negativi molto spesso sono stati causati da scelte a dir poco scellerate. Inaki Rueda, lo stratega, spesso ha toppato clamorosamente, senza che nessun provvedimento nei suoi confronti fosse mai preso. E questo apre un altro argomento: la Dirigenza deve farsi sentire sul serio, perché ad oggi la Ferrari sembra essere una squadra senza… “testa”.
    I piloti: Leclerc un fenomeno, Sainz bravissimo, ma ora serve chiarezza
    I piloti Ferrari sono forse l’argomento su cui è già stato detto e scritto praticamente tutto. Che Leclerc sia un fenomeno ormai è un dato acclarato; che a Sainz manchi qualcosa per pareggiare il talento del monegasco ma sia comunque un ottimo pilota, anche.
    Casomai, quello che è mancato spesso è stata la chiarezza di intenti nei loro confronti, e la gara di Silverstone ne è stato l’esempio più fulgido. Tradotto in parole semplici: si può puntare al Mondiale con entrambi i piloti solo se la vettura è nettamente superiore alle altre, vedi Mercedes nel periodo Hamilton-Rosberg. Altrimenti, occorre stabilire delle gerarchie, e deve essere la pista a parlare, e non sponsor o clientele varie. Nel 2023 occorrerà da subito un discorso chiaro e diretto con entrambi, per evitare episodi poco piacevoli che possono pregiudicare l’esito della stagione.
    In conclusione, viene da dire che il 2022, al contrario di quanto affermato spesso anche da Binotto, ha il sapore amaro della sconfitta. Che resti il manager reggiano o che venga sostituito, l’importante sarà analizzare cosa non ha funzionato e cercare di risolvere i problemi, altrimenti il rischio è quello di restare a bocca asciutta anche negli anni a venire. LEGGI TUTTO