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    I sindaci scrivono a Spadafora: “Riapriamo i palazzetti al pubblico”

    Di Redazione
    I sindaci “di serie A” scrivono al Ministro dello Sport: a Vincenzo Spadafora è stata inviata ieri una lettera siglata dai primi cittadini (o dagli assessori competenti) di diversi comuni italiani che ospitano squadre di massima serie di pallavolo e basket, con la richiesta di riaprire i palazzetti al pubblico nel rispetto delle norme di sicurezza. A firmare la missiva sono stati i rappresentanti di Trento, Padova, Roma, Ravenna, Cremona e Casalmaggiore.
    Questo il testo della lettera, come riportato da Cremona Oggi: “Noi, amministratori delle città delle squadre di basket e volley, maschile e femminile, che militano in A1, vorremmo richiamare la Sua autorevole attenzione sul momento di particolare difficoltà vissuto dallo sport in questi ultimi mesi. Il quasi totale stop alle attività, imposto dall’emergenza sanitaria in corso, ci ha fatto comprendere, semmai ce ne fosse stato bisogno, la funzione fondamentale dello sport agonistico, sia di quello giocato sia di quello vissuto da spettatori: si tratta di un ruolo ricreativo, sociale e anche economico, si tratta di una componente determinante della vita delle nostre città a cui non vorremmo dover rinunciare nei mesi che verranno.
    Alla vigilia della ripartenza dei campionati, siamo preoccupati per l’attuale clima di incertezza. Anche se la quasi totalità degli sponsor ha confermato il proprio sostegno, dimostrando sensibilità e vicinanza alle squadre, la campagna abbonamenti è ferma, in attesa che vengano definite le opportune regole per disciplinare la presenza del pubblico. Pubblico che è un pilastro imprescindibile per le società sportive e che, avendo dimostrato già in passato di essere maturo e responsabile, siamo sicuri potrà garantire, anche in questa circostanza, il massimo rispetto dei protocolli che verranno definiti in funzione anti Covid.
    Egregio Ministro, sicuri del Suo sostegno e del Suo impegno in materia, Le scriviamo per chiederLe di agevolare la ripartenza dei campionati e la riapertura dei nostri palazzetti considerando la necessità di prevedere regole diversificate a seconda dei contesti; ci riferiamo in particolare al numero dei posti a disposizione del pubblico, che deve essere proporzionato alla capienza della struttura e non può né essere definito a priori né essere uguale per tutti. A questo proposito, riteniamo che le società sportive e i Comuni possano essere responsabilizzati nell’elaborazione di un piano cittadino capace di garantire il distanziamento fisico e insieme di tradurre in pratica tutte le precauzioni raccomandate dagli esperti.
    Ingressi scaglionati, riduzione della capienza in base al numero di posti disponibili, gestione del pubblico per settori, potrebbero garantire quelle condizioni di sicurezza che stanno a cuore non solo alle autorità sanitarie, ma anche alle società sportive e alle istituzioni pubbliche di cui, in quanto assessori e sindaci, siamo rappresentanti. Sollecitiamo pertanto la definizione tempestiva di protocolli in grado di salvaguardare insieme la sicurezza sanitaria, gli aspetti economici e quelli legati allo spettacolo. Conoscendo la serietà delle nostre società e il fair play del nostro pubblico, riteniamo che sia un’impresa possibile, a cui i Comuni sono pronti a dare il proprio contributo favorendo tutti gli adeguamenti organizzativi che si renderanno necessari“.
    (fonte: Cremona Oggi) LEGGI TUTTO

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    La provocazione di Andrea Giani: “Mi hanno invitato a portare Modena in Germania…”

    Di Redazione
    A margine della conferenza stampa per la presentazione del nuovo capitano Micah Christenson, che ha segnato anche il suo ritorno in Italia dopo gli allenamenti con la nazionale tedesca, Andrea Giani ha commentato anche la situazione di stallo del volley italiano tra protocolli di sicurezza e veti governativi, svelando anche un particolare curioso: “Mi hanno proposto di portare Modena ad allenarsi in Germania“. L’allenatore della Leo Shoes Modena, come riporta oggi Il Resto del Carlino, ha aggiunto però subito dopo: “La trovo una cosa ridicola, credo che qui ci sia molta confusione“.
    “In Europa siamo in situazioni diverse da paese a paese – ha constatato Giani – con la Germania non solo ci siamo allenati, siamo anche tornati a giocare. Qui il protocollo stabilisce dei distanziamenti che nel sei contro sei non sono attuabili. Il problema è che dobbiamo assolutamente iniziare a fare un lavoro che finora non abbiamo potuto fare: non si possono allenare le squadre di Superlega come se fossero giovanili. Se poi al loro interno le squadre decidono di attuare dei protocolli propri…“. LEGGI TUTTO

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    Il grido d’allarme di Mauro Berruto: “A settembre un meteorite cadrà sullo sport”

    Di Redazione
    Usa parole forti e trascinanti Mauro Berruto, ex CT della nazionale italiana, per commentare la drammatica situazione dello sport italiano, prostrato dall’emergenza coronavirus. In un lungo e articolato post su Facebook (qui il testo integrale) Berruto esprime tutta la sua indignazione per una situazione che rischia di vedere paralizzato l’intero movimento sportivo italiano, dal vertice alla base, ma al tempo stesso propone soluzioni concrete e strade per ripartire.
    “A settembre 2020 un meteorite cadrà sul mondo dello sport” esordisce Berruto, che poi spiega: “Nel nostro paese, dal secondo dopoguerra il mondo della scuola ha abdicato al compito di diffusione della pratica sportiva. Questa enorme missione è stata raccolta da una capillare rete di associazioni sportive che, Dio le benedica, hanno tenuto in piedi un modello appoggiato su tre colonne portanti: il finanziamento da parte della media/piccola imprese, le famiglie, l’utilizzo di impianti, nella stragrande maggioranza le palestre delle scuole. Poi c’è una quarta, gigantesca colonna portante. Quella del volontariato: un esercito di dirigenti, accompagnatori e addetti alla logistica, ma all’occorrenza anche un po’ arbitri, autisti, refertisti, tecnici, psicologi, massaggiatori, tifosi“.
    “Sento il dovere di urlare – continua Berruto – che fra 6-8 settimane sul nostro sport sta precipiterà un meteorite. Succederà qualcosa di mai visto prima. Quelle tre colonne portanti stanno per implodere: la medio-piccola-piccolissima impresa dovrà occuparsi della propria esistenza in vita, le famiglie vedranno ridursi la propria disponibilità economica e, infine, si aprirà un gigantesco problema relativo all’utilizzo delle palestre.I dirigenti scolastici le utilizzeranno per altri scopi didattici? Quante ragazze e ragazzi potranno entrarci? Chi si occuperà dei processi di sanificazione? Insomma: saremo di fronte al più gigantesco sfratto della storia dello sport del Paese“.
    “Quando arriva un meteorite ci si può comportare in tre modi: non rendersene conto (come successe ai dinosauri, il finale lo conoscete), terrorizzarsi (e quando si ha paura, è umano, si cerca prima di tutto di mettere in salvo se stessi) oppure, me lo hanno insegnato le mie squadre, si possono mettere insieme creatività e intelligenza collettiva. Occorre unirsi, trovare soluzioni comuni e mettere a sistema competenze. Nessuno si salva da solo: se non l’abbiamo imparato negli ultimi mesi… che cosa altro deve succedere?“

    SETTEMBRE 2020: UN METEORITE CADRÀ SUL MONDO DELLO SPORT. POST LUNGO, MA SE CREDETE NEL VALORE DELLO SPORT VI CHIEDO 3…
    Pubblicato da Mauro Berruto su Sabato 25 luglio 2020

    La soluzione del problema, secondo Berruto, passa dalla capacità dei cittadini “di chiedere, insieme e a gran voce, a questo Paese di considerare la cultura del movimento come un bene pubblico”. L’ex CT continua: “Vorrei un Paese che metta la cultura del movimento al centro delle proprie politiche, pensandola come un diritto/dovere civico, nel modo più democratico e ampio, per bambini, adolescenti, adulti, anziani, donne, uomini e con un’attenzione particolare alla disabilità”.
    Tra le proposte lanciate dall’allenatore, un bonus governativo “da mettere a disposizione delle famiglie (quelle che ne hanno bisogno) da poter spendere per la pratica sportiva“, e incentivi fiscali “per chiunque intenderà (o potrà) mettere ancora a disposizione liquidità per lo sport di base“. Ma anche una rivisitazione della gestione degli spazi urbani, “riscrivendo i modelli (feudali e anti-storici) dei bandi di concessione, dell’assegnazione delle palestre scolastiche del recupero e dell’affidamento di aree dismesse e, a maggior ragione in questo momento, cambiando il paradigma di utilizzo di quelle risorse che sono i parchi, i giardini, i fiumi, la collina“.
    “Fra sei-otto settimane – conclude Berruto – arriverà un asteroide: bisogna scegliere se essere dinosauri oppure costruttori del nostro futuro, pensando e agendo come una squadra“.
    (fonte: Facebook Mauro Berruto) LEGGI TUTTO

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    La proposta della Lega maschile: “Un nuovo protocollo per ricominciare”

    Di Eugenio Peralta
    Il paradosso della pallavolo italiana continua: le squadre sono iscritte, gli organici sono completi, la preparazione è ricominciata ma, secondo le regole attuali, non si può giocare e nemmeno allenarsi a pieno ritmo. Una situazione che rischia di ritardare ulteriormente l’inizio della stagione, sconvolgendo un calendario ormai ampiamente pianificato, a meno di un intervento immediato. E dalle Consulte di Superlega, Serie A2 e A3 una proposta è arrivata, anzi due, come spiega Massimo Righi, presidente di Lega Pallavolo Serie A.
    “Abbiamo deciso di seguire due strade: in prima battuta chiederemo di applicare alla pallavolo lo stesso protocollo del calcio, e da contatti informali con il Ministero della Salute siamo ragionevolmente sicuri che verrebbe accettato. Questa soluzione avrebbe costi molto importanti per le società, nell’ordine dei 10mila euro al mese, e certamente non ci soddisferebbe, ma almeno ci consentirebbe di ripartire in qualsiasi momento. Nel frattempo, lotteremo perché venga applicato un protocollo meno severo, che permetta di effettuare tamponi ai giocatori ogni 7-10 giorni anziché ogni 4: così i costi si ridurrebbero a 2-3mila euro mensili e sarebbero più sostenibili“.
    Come siete arrivati a questa decisione?
    “Siamo tutti concordi sul fatto che con l’attuale protocollo, quello della Fipav, non è possibile praticare normalmente la pallavolo e disputare partite o allenamenti congiunti. Si può essere d’accordo o meno, ma se l’Istituto Superiore della Sanità ci classifica come sport di contatto e ritiene certe fasi di gioco altamente pericolose, è chiaro che questo è un vincolo importante“.
    Quale sarebbe l’iter per l’approvazione della proposta?
    “Dobbiamo innanzitutto condividerla con la Lega Pallavolo Serie A Femminile e con la Federazione, e poi presentarla all’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio. Mi auguro di arrivare all’assemblea di mercoledì 29 luglio con il protocollo già approvato. Certo, c’è sempre la speranza che nel prossimo decreto il Governo introduca condizioni meno restrittive per la ripresa dell’attività sportiva, e in quel caso il protocollo non servirebbe più. Ma non ci spero molto“.
    Le nuove regole sarebbero applicabili a tutti?
    “Forse, nella versione meno restrittiva, sarebbero sostenibili anche per Serie A2 e A3. In caso contrario, dovremo trovare una soluzione per giocare con la mascherina. Ma con queste categorie possiamo permetterci di aspettare ancora un po’ per valutare come si evolverà la situazione, visto che molte squadre inizieranno ad allenarsi a fine agosto. Per la Superlega bisogna decidere subito, e l’uso della mascherina – soprattutto delle attuali mascherine – non è compatibile con l’importanza dello sforzo fisico dei giocatori“.
    Condivide la posizione della Federazione, che di fatto ha sempre mantenuto invariato il testo del protocollo?
    “Purtroppo ci dobbiamo adeguare a quello che decidono le autorità. Forse si sarebbero potute fare delle azioni di protesta più eclatanti, oppure perseguire prima la strada di un nuovo protocollo. Ma ricordiamoci che siamo di fronte a una legge dello Stato, non si può andare contro la legge. Inoltre non è facile rapportarsi con le istituzioni, dal momento che la situazione cambia di giorno in giorno e addirittura da Regione a Regione“. LEGGI TUTTO

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    L’allarme di Mauro Fabris: “Il Governo deve muoversi, se non si riparte si chiude”

    Di Eugenio Peralta
    La pallavolo italiana si è risvegliata nel mondo del “Deserto dei Tartari“: ormai da mesi vive in eterna attesa di qualcosa che non si sa se e quando arriverà. Nello specifico, di nuove regole che permettano di tornare a giocare o quantomeno di allenarsi in sicurezza, superando l’attuale, rigidissimo protocollo emanato dalla Fipav. Nel frattempo il tempo passa, la data (presunta) di inizio dei campionati si avvicina e Mauro Fabris, presidente di Lega Pallavolo Serie A Femminile, dopo l’assemblea dei club lancia l’allarme: “Qui, se non si riparte, si chiude“.
    Qual è la posizione delle società di Serie A di fronte a questa condizione di vuoto normativo?
    “La situazione è gravissima. È inconcepibile la posizione di parte del Governo e del Ministro dello Sport; inconcepibile come si pensi a nuovi decreti, su temi come il vincolo di mandato per i presidenti federali, dimenticando il problema più importante che è poter tornare a praticare gli sport. Non abbiamo nemmeno sollevato il tema degli spettatori, che pure sarebbe importante, ma almeno chiediamo di capire come sia possibile riprendere. Tutti i giorni assistiamo in tv ad ‘ammucchiate’ di calciatori e per noi il Comitato Tecnico Scientifico non ha uno straccio di indicazione, non dico sulle partite, ma almeno sugli allenamenti“.
    Che evoluzione si aspetta?
    “Intanto ho già fatto sapere al Governo di togliersi dalla testa che le società possano svolgere le funzioni delle autorità sanitarie. Prenderemo iniziative forti nei prossimi giorni“.
    C’è una deadline entro la quale emanare nuove regole per riuscire a iniziare la stagione entro i tempi previsti?
    “Se ci fosse, sarebbe ieri“.
    La Federazione ha tenuto fin qui una posizione molto rigida, di fatto limitandosi a deplorare il mancato intervento del Governo. Lei è d’accordo?
    “Ogni 15 giorni la Federazione aggiorna il suo protocollo senza fare nemmeno un cambiamento: capisco le difficoltà, ma credo che insieme al Coni si sarebbe dovuta scegliere una linea più decisa, proponendo delle alternative. Questa è una delle funzioni che competono alla Fipav“.
    Chi si assumerà l’onere della decisione finale?
    “Quello che è certo è che non deve ripetersi il rimpallo di responsabilità a cui abbiamo assistito all’inizio di questa che è stata una vera e propria tragedia. Ci ricordiamo tutti delle squadre costrette a partire per le zone rosse senza sapere se sarebbero potute tornare indietro… Mi auguro che si sia imparato qualcosa da quanto accaduto e ognuno si prenda le proprie responsabilità“. LEGGI TUTTO

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    Coronavirus: in Argentina c’è un “vero” protocollo per la Fase 2

    Di Redazione
    Anche in Argentina, come in molte altre nazioni del mondo, la pallavolo sta faticosamente preparando la “Fase 2“, quella del ritorno all’attività. L’ACLAV, l’associazione delle squadre di club, ha presentato oggi al Ministero dello Sport una bozza del protocollo che, se approvato, permetterà la ripresa degli allenamenti e, successivamente, delle gare.
    Il documento, pubblicato dal portale Voley Plus, contiene tutte le raccomandazioni ormai ben note agli addetti ai lavori, dalla sanificazione al distanziamento, passando per il divieto di condivisione di oggetti personali. La particolarità sta nel fatto che, a differenza dell’equivalente italiano, il protocollo argentino stabilisce una tempistica ben precisa per il ritorno all’attività, passando attraverso 3 fasi preparatorie che dureranno complessivamente circa un mese e mezzo.
    In sostanza, nelle prime due settimane si suggerisce un periodo di preparazione atletica in gruppi di 6 giocatori; nelle due settimane successive si potrà introdurre il pallone, ma limitandolo sempre all’uso individuale o in coppia (previa sanificazione). La terza fase, della durata di altri 14 giorni, prevede il ritorno del classico allenamento 6v6, evitando il contatto fisico. Nella quarta fase, infine, si potranno tornare a disputare partite e tornei, sia pure solo su base provinciale e con estrema attenzione ai fattori di rischio (niente strette di mano e abbracci, niente palette per i cambi, arbitri dotati di mascherine, time out “distanziati”).
    Un programma certamente provvisorio e soggetto a ulteriori modifiche legate all’evoluzione della pandemia, ma che perlomeno prevede un orizzonte temporale credibile, a differenza di quanto accade dalle nostre parti…
    (fonte: Voley Plus) LEGGI TUTTO

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    La Fase 2 resta nel limbo: il protocollo Fipav sarà valido fino al 14 luglio

    Foto Federazione Italiana Pallavolo

    Di Redazione
    La Federazione Italiana Pallavolo ha pubblicato oggi sul proprio sito quella che viene definita la “versione 5” del protocollo per la ripresa degli allenamenti di pallavolo, Beach Volley e Sitting Volley. Il documento, in realtà, è assolutamente identico rispetto a quello precedente, scaduto domenica 5 luglio; si tratta pertanto di una semplice estensione delle norme in vigore fino a martedì 14 luglio.
    Nessuna novità, dunque, per le molte squadre di club che si raduneranno questa settimana e che, almeno fino alla nuova scadenza, vedranno il loro lavoro fortemente limitato dalle restrittive norme per limitare la diffusione del coronavirus. La Fipav, del resto, già la scorsa settimana si era detta “costretta” a prolungare la validità del protocollo fino a quando le autorità governative non si pronunceranno sulla ripresa degli sport di contatto: un balletto di responsabilità che lascia il nostro sport in un “limbo” assai poco piacevole.
    Il documento integrale è consultabile online.
    (fonte: Federvolley.it) LEGGI TUTTO

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    Nuovo appello delle Federazioni: “Sulle palestre scolastiche servono indicazioni precise”

    Di Le Federazioni degli sport di squadra tornano a rivolgere un accorato appello al Governo per salvare il movimento sportivo italiano: dopo il comunicato congiunto dei giorni scorsi, oggi la Fipav ha ospitato una conferenza stampa con i presidenti di Federazione Italiana Pallacanestro e Federazione Italiana Giuoco Handball per chiedere un intervento delle autorità sul […] LEGGI TUTTO