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    F1, il Gran Premio di Monza è la miglior gara del 2021

    ROMA – È stato il Gran Premio più bello di tutti, almeno secondo i tifosi. Un sondaggio lanciato sul sito ufficiale della Formula 1 ha incoronato il Gran Premio d’Italia come il più emozionante di tutti, più eccitante persino della gara di Abu Dhabi, dove Hamilton e Verstappen si sono giocati il titolo fino all’ultimo giro. La tappa di Monza ha ricevuto, infatti, il 19% delle preferenze, con i tifosi che hanno apprezzato i colpi di scena che si sono via via presentati sull’asfalto del Tempio della Velocità. Nella classifica stilata dagli appassionati, dopo il Gran Premio italiano, si piazza proprio il finale di Yas Marina, con la safety car che ancora oggi scatena polemiche fra Mercedes e Red Bull. Al terzo posto, invece, troviamo il GP del Brasile, che ha rappresentato per Hamilton l’illusione di rimontare su Verstappen. Rispettivamente quarte e quinte le gare in Azerbaigian e Ungheria.
    Un Gran Premio da ricordare
    La stagione ha visto Max Verstappen vincere il suo primo mondiale ed è stata attraversata dalla sua rivalità con Lewis Hamilton, emersa con vigore durante lungo tutto il 2021. E forse proprio a Monza si è raggiunto il culmine quando Hamilton e Verstappen si sono ritrovati ruota a ruota alla Prima Variante con la Red Bulla a planare sulla vettura del pilota inglese portando entrambi al ritiro. LEGGI TUTTO

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    F1, Marko: “Noi sfortunati, ma siamo dei degni campioni del mondo”

    ROMA – Helmut Marko può tracciare un bilancio a mente fredda, senza quella tensione che spesso ha caratterizzato le sue dichiarazioni durante la stagione. Il consulente della Red Bull è convinto che la scuderia di Milton Keynes abbia meritato il titolo con Max Verstappen: “Tutto sommato, siamo dei degni campioni del mondo. Ci sono state alcune gare in cui abbiamo avuto molta sfortuna, come Baku, Silverstone o Budapest. E a Imola è stato regalato un giro a Hamilton con la bandiera rossa”, le sue parole. 
    Il giudizio sulla Mercedes
    I progressi compiuti dai rivali guidati da Wolff non erano semplici da contrastare: “Abbiamo dovuto continuare con gli sviluppi perché la Mercedes aveva fatto un passo avanti a livello di motore. Sul lato elettrico in particolare dopo le ripartenze, nei primi uno o due giri, avevano più energia a disposizione. Abbiamo fattopiù fatica di loro nel lavoro di messa a punto. La Mercedes ha trovato il giusto set-up più velocemente, riuscendo a mettere meglio di noi la vettura nella giusta finestra di utilizzo delle gomme. In qualifica Max è riuscito a fare la differenza, ma in configurazione gara, la Mercedes era la macchina più veloce”, conclude Marko.  LEGGI TUTTO

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    F1, Marko (Red Bull): “Siamo dei degni campioni del mondo”

    ROMA – Senza quella tensione che spesso ha caratterizzato le sue dichiarazioni durante la stagione, Helmut Marko può tracciare un bilancio a mente fredda. Il consulente della Red Bull è convinto che la scuderia di Milton Keynes abbia meritato il titolo con Max Verstappen: “Tutto sommato, siamo dei degni campioni del mondo. Ci sono state alcune gare in cui abbiamo avuto molta sfortuna, come Baku, Silverstone o Budapest. E a Imola è stato regalato un giro a Hamilton con la bandiera rossa”, le sue parole. 
    Sulla Mercedes
    I progressi compiuti dai rivali guidati da Wolff non erano semplici da contrastare: “Abbiamo dovuto continuare con gli sviluppi perché la Mercedes aveva fatto un passo avanti a livello di motore. Sul lato elettrico in particolare dopo le ripartenze, nei primi uno o due giri, avevano più energia a disposizione. Abbiamo fattopiù fatica di loro nel lavoro di messa a punto. La Mercedes ha trovato il giusto set-up più velocemente, riuscendo a mettere meglio di noi la vettura nella giusta finestra di utilizzo delle gomme. In qualifica Max è riuscito a fare la differenza, ma in configurazione gara, la Mercedes era la macchina più veloce”, conclude Marko.  LEGGI TUTTO

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    Kimi Raikkonen sulla F1: “Il parere di noi piloti non interessa”

    ROMA – Kimi Raikkonen torna a parlare dopo l’addio alla Formula 1 di qualche settimana fa. Ritiratosi alla fine della scorsa stagione, il finlandese si è soffermato sul trattamento riservato ai protagonisti del paddock: “Noi piloti siamo come i meccanici, dei semplici impiegati. Alla F1 non interessa la nostra opinione, se ci piacciono o meno le decisioni che vengono prese o i regolamenti adottati. Ci sono dei regolamenti e vanno rispettati, piaccia o non piaccia”, ha affermato l’ex Alfa Romeo. 
    I cambiamenti nel paddock
    “Siamo sempre venti piloti in venti macchine che devono girare in cerchio il più velocemente possibile – prosegue Raikkonen in un’intervista a Sport Bild -. Ora le vetture sono molto più affidabili, quello sì, quando ho iniziato era come scommettere in un Casinò. Non sapevi mai cosa sarebbe potuto succedere la domenica, o in che condizioni ti saresti trovato a guidare. Nella fase finale della mia carriera si sono aggiunte un po’ di gare in nuovi Paesi, ma alla fine il fulcro della categoria resta sempre lo stesso, ovvero guidare in cerchio il più velocemente possibile. In 20 anni certi aspetti sono cambiati, sono arrivati ad esempio i social media, ma è un aspetto che coinvolge tutto il mondo, non solo la F1”.  LEGGI TUTTO

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    Kimi Raikkonen: “Alla F1 non interessa l'opinione dei piloti”

    ROMA – Kimi Raikkonen torna a parlare nelle sue prime dichiarazioni da non pilota. Ritiratosi alla fine della scorsa stagione, il finlandese si è soffermato sul trattamento riservato ai protagonisti del paddock: “Noi piloti siamo come i meccanici, dei semplici impiegati. Alla F1 non interessa la nostra opinione, se ci piacciono o meno le decisioni che vengono prese o i regolamenti adottati. Ci sono dei regolamenti e vanno rispettati, piaccia o non piaccia”, ha affermato l’ex Alfa Romeo. 
    Le parole di Kimi
    “Siamo sempre venti piloti in venti macchine che devono girare in cerchio il più velocemente possibile – prosegue Raikkonen in un’intervista a Sport Bild -. Ora le vetture sono molto più affidabili, quello sì, quando ho iniziato era come scommettere in un Casinò. Non sapevi mai cosa sarebbe potuto succedere la domenica, o in che condizioni ti saresti trovato a guidare. Nella fase finale della mia carriera si sono aggiunte un po’ di gare in nuovi Paesi, ma alla fine il fulcro della categoria resta sempre lo stesso, ovvero guidare in cerchio il più velocemente possibile. In 20 anni certi aspetti sono cambiati, sono arrivati ad esempio i social media, ma è un aspetto che coinvolge tutto il mondo, non solo la F1”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Alonso e l'addio del 2018: “Stavo perdendo tempo”

    ROMA – Fernando Alonso continua a mostrare un sentimento incondizionato verso le quattro ruote. Lo spagnolo dell’Alpine, ormai prossimo ai 41 anni, è tornato indietro nel tempo in una recente intervista rilasciata al podcast Beyond the Grid, parlando del periodo in cui è stato lontano dal paddock: “Non è che mi fossi disamorato della Formula 1, ma pensavo che stessi perdendo tempo nella mia carriera in quel momento – dichiara -. Non avevo la possibilità di lottare per le vittorie o dei podi, dunque ho pensato che fosse il momento giusto nel 2018. A posteriori, forse il 2015 o il 2016 sarebbero stati anni ancora migliori per smettere. Però non hai la sfera di cristallo, ai tempi non sapevo cosa sarebbe accaduto nel 2017 e nel 2018, speravo di avere la possibilità di lottare per obiettivi più grandi“. 
    “Avevo bisogno di altre sfide”
    Le esperienze non sono mancate ad Alonso nel periodo in cui è stato lontano dalla Formula 1, dalla Dakar alla 500 Miglia di Indianapolis: “Penso che in quel momento avessi bisogno di sfide diverse. Ero tentato da Le Mans, e avevo già fatto la Indy 500 nel 2017, un anno prima di smettere. Volevo competere in diverse categorie e sfidare me stesso contro alcuni i migliori piloti delle altre discipline del motorismo. Volevo vedere se riuscivo a fare bene in diverse categorie”, conclude.   LEGGI TUTTO

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    F1, Alonso: “Forse il 2015 sarebbe stato l'anno migliore per smettere”

    ROMA – L’amore di Fernando Alonso verso le quattro ruote non è svanito. Lo spagnolo, ormai prossimo ai 41 anni, è tornato indietro nel tempo in una recente intervista rilasciata al podcast Beyond the Grid, parlando del periodo in cui è stato lontano dal paddock: “Non è che mi fossi disamorato della Formula 1, ma pensavo che stessi perdendo tempo nella mia carriera in quel momento – dichiara -. Non avevo la possibilità di lottare per le vittorie o dei podi, dunque ho pensato che fosse il momento giusto nel 2018. A posteriori, forse il 2015 o il 2016 sarebbero stati anni ancora migliori per smettere. Però non hai la sfera di cristallo, ai tempi non sapevo cosa sarebbe accaduto nel 2017 e nel 2018, speravo di avere la possibilità di lottare per obiettivi più grandi“. 
    “Tentato da Le Mans”
    Le esperienze non sono mancate ad Alonso nel periodo in cui è stato lontano dalla Formula 1, dalla Dakar alla 500 Miglia di Indianapolis: “Penso che in quel momento avessi bisogno di sfide diverse. Ero tentato da Le Mans, e avevo già fatto la Indy 500 nel 2017, un anno prima di smettere. Volevo competere in diverse categorie e sfidare me stesso contro alcuni i migliori piloti delle altre discipline del motorismo. Volevo vedere se riuscivo a fare bene in diverse categorie”, conclude.   LEGGI TUTTO