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    F1, Gasly: “Appartengo al club di Leclerc e Verstappen”

    ROMA – Pierre Gasly guarda con un pizzico di invidia i propri coetanei, tra chi ha già alzato il cielo un titolo mondiale e chi invece quest’anno è al comando della classifica piloti. Le ambizioni del francese dell’AlphaTauri però sono chiare: “Vedo Leclerc su una Ferrari, Verstappen su una Red Bull, Russell su una Mercedes, Norris su una McLaren. Lavoro duro ogni giorno per ottenere come loro la chance di poter guidare una macchina competitiva. Ho lottato con loro per tutta la mia carriera e so di appartenere a quel club”, dichiara. 
    Le parole di Gasly
    La stima della Red Bull per Gasly è nota, ma non è ancora arrivata la grande chance: “Se mi hanno reputato pronto allora per il team ufficiale – spiega ai microfoni di Racefans.net – non vedo perché non potrebbe essere altrettanto adesso dopo cinque anni di esperienza in F1. Ringrazierò per sempre la Red Bull e avrà sempre la priorità delle trattative perché senza di loro non sarei mai arrivato in F1. Abbiamo avuto una relazione fantastica che dura da nove anni ormai, dei quali otto e mezzo sono stati straordinari”.  LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Binotto su Shwartzman: “Ha passaporto israeliano, resta con noi”

    ROMA – Robert Shwartzman resta con la Ferrari. Mattia Binotto, team principal del Cavallino, lo rende molto chiaro nelle sue parole riportate da “Motorsport Week”: “Ha passaporto israeliano e, in termini di licenza, non è un russo. Aveva degli accordi con delle aziende russe, ma fatemi dire che ha rotto qualsiasi accordo con quelle aziende. Robert è ancora il nostro collaudatore e rimarrà tale. Se avremo in futuro qualche opportunità di farlo guidare, probabilmente lo faremo guidare”. Shwartzman è infatti solo cresciuto a San Pietroburgo, ma è nato in Israele, il che lo pone al di fuori del perimetro delle sanzioni FIA e del Comitato olimpico internazionale.
    Il palmares di Shwartzman
    Con lo scoppio della guerra in Ucraina, la Federazione e il CIO hanno infatti sanzionato i piloti russi e bielorussi, che dovranno obbligatoriamente gareggiare come neutrali. Shwartzman invece, in virtù del doppio passaporto, potrà gareggiare sotto le insegne israeliane, anche se – al momento – è il pilota di riserva della Ferrari in Formula 1. Nell’Academy di Maranello fin dal 2017, il pilota 22enne ha finora trionfato nel campionato di Formula 3 nel 2019, mentre nel 2021 è arrivato secondo in Formula 2, mondiale questo vinto da Oscar Piastri, oggi terzo pilota Alpine. LEGGI TUTTO

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    F1, Wolff: “I nostri piloti non meritano di essere doppiati”

    ROMA – La Formula 1 della Mercedes finora non ha regalato soddisfazioni a Toto Wolff. La classifica parla chiaro, e vede George Russell e Lewis Hamilton lontani dalla vetta del campionato piloti, occupata dalla Ferrari di Charles Leclerc. Un aspetto positivo però in tutto questo c’è e Wolff lo spiega ai microfoni ufficiali del Circus: “Sono molto impressionato da come Russell si sia ambientato. La sinergia con Hamilton è una delle poche cose buone al momento. I due lavorano insieme, senza attriti: molto produttivi e positivi per la squadra”.
    Le parole di Wolff
    Nonostante ciò, non è andata affatto bene a Lewis Hamilton nella tappa di Imola Il britannico non solo è arrivato 13esimo, ma ha anche subito il doppiaggio di Max Verstappen. Il tutto mentre Russell si guadagnava la quarta piazza. Wolff appare rammaricato di questa situazione “Abbiamo forse due dei tre migliori piloti del paddock e si meritano una macchina che lotti per il vertice e non che venga doppiata in pista”. Il manager viennese poi rincuora Hamilton: “Non conosco un solo pilota che non abbia avuto mai un momento di flessione. Ma Hamilton non è al minimo delle sue capacità, è la vettura ad esserlo. Al momento va tutto male, ma i campioni sanno sempre come riprendersi”. LEGGI TUTTO

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    F1, Wolff: “Buona sinergia Hamilton-Russell, macchina sottotono”

    ROMA – Toto Wolff è alla ricerca di certezze in casa Mercedes. Il team principal austriaco puntava senz’altro aun avvio di stagione diverso in Formula 1, e però la classifica vede George Russell e Lewis Hamilton lontani dalla vetta del campionato piloti, di prorietà al momento della Ferrari di Charles Leclerc. Un aspetto positivo però in tutto questo c’è e Wolff lo spiega ai microfoni ufficiali del Circus: “Sono molto impressionato da come Russell si sia ambientato. La sinergia con Hamilton è una delle poche cose buone al momento. I due lavorano insieme, senza attriti: molto produttivi e positivi per la squadra”.
    Su Hamilton
    Nonostante, a Imola non è andata affatto bene per Lewis Hamilton. Il britannico non solo è arrivato 13esimo, ma ha anche subito il doppiaggio di Max Verstappen. Il tutto mentre Russell si guadagnava la quarta piazza. Wolff appare rammaricato di questa situazione: “Abbiamo forse due dei tre migliori piloti del paddock e si meritano una macchina che lotti per il vertice e non che venga doppiata in pista”. Hamilton per ora non è in discussione, anzi: “Anche i piloti più forti hanno unmomento di flessione. Ma non stiamo parlando di un crollo, è la vettura ad essere al minimo. È tutto buio al momento per lui, ma i fuoriclasse sanno sempre rimettersi in carreggiata”, ha concluso Wolff. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Binotto: “Shwartzman resta con noi, ha passaporto israeliano”

    ROMA – Robert Shwartzman rimarrà con la Ferrari. Lo ha spiegato a “Motorsport Week” Mattia Binotto, team principal del Cavallino, che ha sottolineato: “Ha passaporto israeliano e, in termini di licenza, non è un russo. Aveva degli accordi con delle aziende russe, ma fatemi dire che ha rotto qualsiasi accordo con quelle aziende. Robert è ancora il nostro collaudatore e rimarrà tale. Se avremo in futuro qualche opportunità di farlo guidare, probabilmente lo faremo guidare”. Shwartzman è infatti solo cresciuto a San Pietroburgo, ma è nato in Israele, il che lo pone al di fuori del perimetro delle sanzioni FIA e del Comitato olimpico internazionale.
    La carriera di Shwartzman
    Con lo scoppio della guerra in Ucraina, la Federazione e il CIO hanno infatti sanzionato i piloti russi e bielorussi, che dovranno obbligatoriamente gareggiare come neutrali. Shwartzman invece, in virtù del doppio passaporto, potrà gareggiare sotto le insegne israeliane, anche se – al momento – è il pilota di riserva della Ferrari in Formula 1. Nell’Academy di Maranello dal 2017, 22enne russo-israeliano ha vinto in Formula 3 nel 2019, mentre nel 2021 in Formula 2 ha dovuto arrendersi solo a Oscar Piastri, oggi terzo pilota Alpine, finendo secondo davanti a Guanyu Zhou, oggi pilota ufficiale dell’Alfa Romeo a fianco di Valtteri Botta. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Futuro? Non ho ancora preso una decisione”

    ROMA – “Sono ancora qui, enon ho preso una decisione, dipende da quanto sarà competitiva la macchina, come andranno le gare e come si svilupperà la squadra. Non sto mentendo sul mio futuro, me ne sto occupando e ho molte idee a riguardo”. Sebastian Vettel ha parlato così in un’intervista a “Bild”, lasciando aperte varie strade per il suo futuro in Formula 1. L’ex Ferrari ha iniziato in ritardo la sua seconda stagione in Aston Martin, avendo saltato i Gp in Bahrain e Arabia Saudita, e dopo quattro gare (di cui due sole disputate) è quattordicesimo in classifica piloti.
    Le parole di Vettel
    “Non ho alcuna pressione per stabilire quella che sarà la mia vita dopo le corse, e non voglio generare alcuna aspettativa su ciò che sarà perfetto per me – ha aggiunto Vettel -. In F1 sono a mio agio nel competere contro i migliori piloti del mondo. Quello che succederà dopo, lo dirà il tempo. Due anni fa avevo detto che avrei corso per altre due stagioni, ma al momento non penso ad altro”. LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: “Non ho ancora deciso il mio futuro”

    ROMA – Sebastian Vettel ha parlato così del suo futuro in un’intervista a “Bild”, lasciando intendere di non aver ancora deciso cosa fare al termine della stagione in corso in Formula 1. L’ex Ferrari ha iniziato in ritardo la sua seconda stagione in Aston Martin, avendo saltato i Gp in Bahrain e Arabia Saudita, e dopo quattro gare (di cui due sole disputate) è quattordicesimo in classifica piloti. “Sono ancora qui, enon ho preso una decisione, dipende da quanto sarà competitiva la macchina, come andranno le gare e come si svilupperà la squadra – ha detto -. Non sto mentendo sul mio futuro, me ne sto occupando e ho molte idee a riguardo”.
    Il commento di Vettel
    “Non ho alcuna pressione per stabilire quella che sarà la mia vita dopo le corse, e non voglio generare alcuna aspettativa su ciò che sarà perfetto per me – ha aggiunto Vettel -. In F1 sono a mio agio nel competere contro i migliori piloti del mondo. Quello che succederà dopo, lo dirà il tempo. Due anni fa avevo detto che avrei corso per altre due stagioni, ma al momento non penso ad altro”. LEGGI TUTTO

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    De Meo esclusivo: “In Formula 1 vorrei costruttori veri”

    È sufficiente per immaginare di essere la terza forza?«Ci sono più risorse per lo sviluppo nel corso della stagione e un’organizzazione meglio strutturata. Abbiamo messo dentro o spostato di mansione figure di rilievo come Harman, Szafnauer, Famin, Pat Fry. Immaginavo ci sarebbe voluto un annetto per rimettere ordine nel mazzo. Non stavamo facendo confusione, abbiamo sempre avuto un progetto: impostare una squadra omogenea. Era quello che probabilmente all’inizio ci mancava. L’etichetta di aspiranti al terzo posto ci viene appiccicata da fuori».

    Un po’ rischioso per un giovane come Ocon trovarsi al fianco una personalità come Alonso.«Al contrario, proprio lì si vede lo spirito di squadra di cui parlavamo. Avevamo un solo fondo nuovo per Imola e invece di darlo a Ocon, che è davanti in classifica, lo abbiamo assegnato a Fernando, che sin qui è stato sfortunato. Lo scorso anno Esteban viveva la collaborazione con Alonso come una grandissima opportunità. Classico meccanismo di maestro e allievo: uno scambio di informazioni che continua. I piloti sono eroi che non vanno da nessuna parte senza la squadra. Anche quando è sembrato che si scontrassero, in realtà i due si tiravano la volata a vicenda. Almeno, questo è ciò che entrambi mi hanno raccontato. Noi non pensiamo che la logica primo/secondo pilota sia quella giusta».

    Obiettivi realistici, dunque?«Mettere tutti nelle condizioni di lavorare al meglio. Diffido di quelli che spiegano quando e perché vinceranno il Mondiale».

    Non proprio in questo modo, ma la Ferrari si era annunciata per il 2022.«Perché è così che funziona. Passi due anni a mettere insieme tutti i pezzi, passetto dopo passetto, poi di colpo si allineano i pianeti. Sembra che la Ferrari sia su questa rotta. Prima ha funzionato anche alla Mercedes, che però si è giovata di un regolamento che le ha permesso di partire con due anni di vantaggio su tutti gli altri. Questo è uno sport estremo: contano anche i due decimi che perdi al pit stop».

    Uno sport estremo sì, ma ancora appetibile per i grandi costruttori di automobili?«Anzi, mi sembra ci sia un interesse rinnovato. Per esempio: si parla del gruppo Volkswagen con Porsche e Audi. È la prova lampante che i costruttori riconoscono un valore a questa piattaforma che Stefano Domenicali sta rivoluzionando con risultati eccezionali».

    Non piace a tutti questa prospettiva di ritrovarsi la Volkskwagen tra i piedi.«Sicuro. Meglio gareggiare contro qualcuno che fa pezzi di ricambio piuttosto che avere a che fare con una casa leggendaria nelle competizioni come la Porsche. La verità è che abbiamo trovato, discutendo, un set di regole equilibrato. E su questa base dobbiamo rafforzare prestigio e immagine della Formula 1».

    L’impostazione Domenicali funziona, dunque?«Parlano i numeri che s’impennano. Del resto sono stato io a portare Stefano all’Audi quando volevamo entrare in Formula 1, un progetto che in quel momento non è andato a buon fine. È vero pure che le iniziative di Netflix hanno contribuito a diffusione e ascolti. Sono un romantico e voglio vedere Le Ferrari, le Mercedes, le Aston Martin, le Porsche battersi tra loro. Noi della Renault non partecipiamo come Alpine per nasconderci, tutt’altro. Alpine è la nostra marca sportiva, dunque presentarci con questo nome mi sembra molto più logico. Tricolore francese, blu Francia e vocazione agonistica piuttosto che un marchio popolare».

    Questo però significa che l’Alpine deve sfruttare commercialmente la scia della Formula 1.«Accadrà dal biennio 2024/25. Con Alpine vogliamo fare in modo che le auto elettriche diventino prodotti emozionanti. Non vogliamo produrre televisioni su ruote, elettrodomestici su strada. Combattiamo questa idea e l’Alpine è il nostro strumento. È chiaro che in questo periodo non possiamo pensare di riproporre motori a combustione innovativi».

    Avete un vivaio ricco. Perché non fate esordire, per esempio, Oscar Piastri?«Ci vorrebbero tre macchine».

    Oppure, banalmente, un team satellite.«Un gioco che non mi piace. La Formula 1 merita dieci team indipendenti che producano telaio e motore. Siamo all’università dell’automobilismo. È arrivato il momento di andare in questa direzione. Vuoi stare qui? Devi saper produrre tutto, come facciamo noi». LEGGI TUTTO