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    F1, Ben Sulayem: “La FIA non può essere vecchia, bisogna stare al passo”

    ROMA – Mohamed Ben Sulayem è approdato in Formula 1 solamente a partire da questa stagione, ma sembra avere le idee molto chiare. Il nuovo presidente della FIA non ha certo trovato una situazione facile, visto l’incandescente finale dello scorso Mondiale con protagonista – in parte – anche Michael Masi, ma l’uomo non ha peli sulla lingua ed ha fatto chiarezza in merito alle sue intenzioni. “Ammetto di aver ereditato una FIA debole dal punto di vista finanziario. Per via di comportamenti negligenti ci troviamo ad avere 23 milioni di euro per le nostre operazioni. Tuttavia con la squadra giusta ed il giusto piano torneremo in pareggio nel giro di due anni” ha dichiarato fiducioso in un’intervista a GrandPrix247.
    “Tra 5 anni vedo una F1 più sana”
    “Inoltre, i dati dei revisori sottolineano che la FIA è vecchia in termini di pensiero. E in uno sport dinamico come questo è una cosa inaccettabile; bisogna stare al passo e aggiornarsi di continuo – ha aggiunto Ben Sulayem – Attualmente determinate cose non mi soddisfano, ma tra cinque anni vedo una F1 più sana. Fortunatamente il successo sta aumentando e credo che il merito sia in parte della pandemia. La gente vuole tornare a vivere dopo esser stata chiusa in casa lungo a causa del virus. Inoltre, gran parte di tutto ciò è dovuto all’appeal degli Stati Uniti”. LEGGI TUTTO

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    F1, Steiner: “Il budget cap funziona. Schumacher? Ora si fa dura”

    ROMA – La questione del budget cap sta assumendo sempre più rilevanza in Formula 1. Su questo aspetto si è espresso Gunther Steiner, team principal della Haas, che a “motorsport.com” ha detto: “Se si cedesse a questa richiesta, il solo risultato sarà quello di aumentare il divario con le altre scuderie. Siamo come delle aziende, quindi come ogni buon amministratore delegato dobbiamo risparmare. Se saliamo a ogni stagione dell’8%, torneremo presto a superare i 170 milioni”.Guarda la galleryMick Schumacher, brividi a Monaco: la sua Haas si spezza a metà!
    Sui piloti
    La stagione della Haas non è iniziata sotto i migliori auspici. Esattamente 100 giorni fa, infatti, scoppiava la guerra in Ucraina con Nikita Mazepin e la Uralkali messi al bando dalla scuderia statunitense. Steiner ricorda quei giorni e confessa: “Non sapevamo se saremmo riusciti a rialzarci, ma ce l’abbiamo fatta. Abbiamo chiamato noi Kevin Magnussen, l’ho trovato più sicuro di sé e ora è una sorta di eroe”. Chi invece stenta a trovare i suoi primi punti in Formula 1 è Mick Schumacher. Sul tedesco Steiner ha detto: “Qui i risultati sono tutto. Mancano anche alla squadra i suoi punti e se hai un compagno di squadra sempre in top 10 allora devi esserlo anche tu. Se non lo fai, diventa dura”. LEGGI TUTTO

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    F1, Steiner: “Tenere sul budget cap. Per Schumacher ora diventa difficile”

    ROMA – La Formula 1 fa i conti con i limiti del budget cap. Dopo alcuni mesi della nuova stagione, sono emerse le prime problematiche legate al tetto di spesa per i team. Su questo aspetto si è espresso Gunther Steiner, team principal della Haas, che a “motorsport.com” ha detto: “Se si cedesse a questa richiesta, il solo risultato sarà quello di aumentare il divario con le altre scuderie. Siamo come delle aziende, quindi come ogni buon amministratore delegato dobbiamo risparmare. Se saliamo a ogni stagione dell’8%, torneremo presto a superare i 170 milioni”.Guarda la galleryGran Premio di Monaco, paura per Schumacher: la sua Haas si spezza in due!
    Su Schumacher
    La stagione della Haas non è iniziata sotto i migliori auspici. Esattamente 100 giorni fa, infatti, scoppiava la guerra in Ucraina con Nikita Mazepin e la Uralkali messi al bando dalla scuderia statunitense. Steiner ricorda quei giorni e confessa: “Non sapevamo se saremmo riusciti a rialzarci, ma ce l’abbiamo fatta. Abbiamo chiamato noi Kevin Magnussen, l’ho trovato più sicuro di sé e ora è una sorta di eroe”. Stenta a decollare la carriera di Mick Schumacher, con Steiner che ha confessato: “Se il tuo compagno è sempre a punti devi esserlo anche tu, altrimenti è dura. Qui contano solo i risultati”. LEGGI TUTTO

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    F1, Horner: “Perez o Verstappen? Entrambi possono giocarsi il titolo “

    ROMA – Nel momento in cui Checo Perez ha vinto il Gran Premio di Monaco, il messicano si è avvicinato al suo compagno di scuderia in classifica piloti Formula 1. L’olandese campione del mondo, a 125 punti, vede ora nello specchietto anche la sagoma del messicano (110), distante solo 6 lunghezze dal ferrarista Leclerc. A questo punto è tutto aperto in casa Red Bull, con Perez – confermato fino al 2024 – che ha avuto rassicurazioni sul fatto che non ci saranno più ordini di scuderia per favorire Verstappen. Promessa che trova verità nelle parole di Chiristian Horner, team principal della casa di Milton Keynes, riportate da “Motorsport Total”: “Non conta chi possa essere campione, sono entrambi nostri piloti e hanno le stesse possibilità”.
    Le parole di Horner
    Il numero uno del muretto Red Bull ha poi elogiato Perez: “È nel pieno della sua carriera e sta facendo un ottimo lavoro. Non è un caso isolato e sta attraversando un periodo di forma strepitosa. Dopo Montmeló (dove Perez fu costretto dai box a lasciare la vittoria a Verstappen, ndr) abbiamo discusso apertamented. Ha capito il quadro della situazione e devo dire che al momento è molto più vicino a Verstappen di quanto non lo fosse nel 2021”. La Ferrari però resta sempre in agguato: “È un’avversaria molto forte, dobbiamo fare gioco di squadra per mettere i nostri piloti davanti ai loro”. LEGGI TUTTO

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    F1, Horner: “Perez strepitoso, ha le stesse possibilità di Verstappen”

    ROMA – Dopo Gran Premio di Monaco di Formula 1 tutto è più aperto che mai in casa Reb Bull. Il campione del mondo Max Verstappen, a 125 punti, vede ora avvicinarsi Checo Perez (110), distante solo 6 lunghezze da Charles Leclerc. Ora saltano le gerarchie per la Red Bull, con Perez – confermato fino al 2024 – che ha avuto rassicurazioni sul fatto che non ci saranno più ordini di scuderia per favorire Verstappen. Promessa che trova verità nelle parole di Chiristian Horner, team principal della casa di Milton Keynes, riportate da “Motorsport Total”: “Non conta chi possa essere campione, sono entrambi nostri piloti e hanno le stesse possibilità”.
    Anno zero 2022
    Il numero uno del muretto Red Bull ha poi elogiato Perez: “È nel pieno della sua carriera e sta facendo un ottimo lavoro. Non è un caso isolato e sta attraversando un periodo di forma strepitosa. Dopo Montmeló (dove Perez fu costretto dai box a lasciare la vittoria a Verstappen, ndr) abbiamo discusso apertamented. Ha capito il quadro della situazione e devo dire che al momento è molto più vicino a Verstappen di quanto non lo fosse nel 2021”. La macchina più veloce però è sempre la F1-75 della Ferrari: “Va forte nelle qualifiche, quindi dobbiamo lavorare tutti insieme per mettere dietro i loro piloti”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari: la scuderia di Maranello celebra la prima vittoria di Schumacher

    ROMA – Nella giornata di ieri ha compiuto 26 anni il primo trionfo di Michael Schumacher con la Ferrari. Il tracciato di Montmelò, a Barcellona, era bagnato, ma il tedesco (allora 27enne e già due volte iridato con la Benetton) fu capace di imporsi su Jean Alesi e Jacques Villeneuve, suggellando così l’inizio della sua era con la Rossa. Da allora, la leggenda di Hürth ha collezionato in Formula 1 72 vittorie, 116 podi e 1066 punti complessivi, per un pilota capace di lasciare il segno nel cuore degli appassionati come pochi.
    Sotto il segno di Schumacher
    Prima del sette volte iridato, la Ferrari infatti non vinceva un mondiale dal 1979, da quando cioè sulle Ferrari 312 T3 e T4 fu il sudafricano Jody Scheckter a far esultare Maranello. Un digiuno che sarebbe stato interrotto poi nel 2000 con il primo trionfo mondiale per Michael Schumacher. “L’inizio di qualcosa di davvero speciale”, ha scritto ieri la Scuderia sui propri canali social, ricordando quel Gran Premio di Spagna. Ricordi indelebili e sensazioni da brivido mondiale che ora la Ferrari spera di ritrovare con Charles Leclerc e Carlos Sainz, mai così sfiduciati dopo la gara di Monaco. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Rueda: “Vi spiego cosa abbiamo sbagliato a Monaco”

    ROMA – L’analisi della Ferrari dopo il Gran Premio di Monaco a cura di Inaki Rueda, responsabile delle strategie della Rossa, illustra nel dettaglio gli errori del muretto italiano. “Con il bagnato e il ritardo abbiamo iniziato a pensare un nuovo modo per affrontare la gara. Con Sainz è andato tutto bene”, ha affermato lo stratega del Cavallino. “È partito da secondo e dopo il primo stint si è ritrovato a guidare il Gp. Secondo il nostro piano iniziale doveva essere lui a marcare Perez, ma abbiamo intuito che questo non avrebbe funzionato. Carlos è rimasto in pista e lui lo ha fatto ed è stato il primo pilota a montare le dure. Questo gli ha dato un vantaggio significativo. Sfortunatamente è uscito dietro Latifi e questo gli ha fatto perdere oltre 3 secondi. Se non fosse stato bloccato dalla Williams, possiamo dire con certezza che avrebbe vinto la gara”, commenta il madrileno.
    Capitolo Leclerc
    Tutt’altra storia invece per Charles Leclerc, che già pregustava la vittoria in casa sua. “Sono stati due gli errori. Il primo – afferma Rueda – è stato coprire Perez. Il monegasco aveva un grande vantaggio e abbiamo pensato che potesse marcare il pilota della Red Bull. Al giro 18 Charles aveva più di 10 secondi di vantaggio su Perez. E noi abbiamo pensato che questo gap potesse ridursi nella peggiore delle ipotesi a 3 secondi. Poi abbiamo visto questo intervallo rimpicciolirsi sempre più: 7, 6, 5, 4 secondi. Dalle ultime proiezioni, Leclerc sarebbe rientrato avanti di un secondo su Perez. Ma non ci aspettavamo che Perez potesse recuperare 9 secondi in un unico giro. Per questo motivo abbiamo perso la gara di Leclerc”.
    La rabbia del 16
    Il capo strategia della Ferrari prosegue poi fino al momento in cui Leclerc ha battuto con forza e rabbia la mano sul volante all’ingresso della pitlane: “Volevamo montare gomme da asciutto su entrambi i piloti. Al giro 21 pensavamo che la pista fosse pronta per le slick. Pensavamo: ‘Lasciamo che Leclerc faccia l’undercut su Perez così possiamo fare doppietta’. In quel momento abbiamo visto i nostri riferimenti e il gap tra Sainz e Leclerc era di 5 secondi. C’era tempo per un doppio pit stop. L’ideale è avere 6 secondi tra le vetture e abbiamo pensato che 5 fossero invece sufficienti. Ma le macchine si sono avvicinate fino a 3,5 secondi quando sono entrate in pit lane”. Poi l’episodio decisivo: “Abbiamo provato a dire a Charles di restare in pista, ma era troppo tardi. In questo doppio Charles ha perso due secondi. E questo gli è stato fatale, perché Verstappen è rientrato davanti nel giro successivo”. “Torniamo da Monaco con in bocca un sapore dolceamaro – conclude Rueda. Ci sono stati degli aspetti positivi e cose di cui non andiamo fieri. Abbiamo analizzato il tutto. Abbiamo aggiornato i nostri riferimenti, le nostre procedure e sono sicuro che torneremo più forti di prima”. LEGGI TUTTO