More stories

  • in

    F1, in uscita la serie tv su Bernie Ecclestone: diritti acquistati da Dazn

    ROMA – Dopo la celebre serie targata Netflix ‘Drive to Survive’, gli appassionati di Formula 1 avranno presto un altro prodotto interessante da guardare. A dicembre (data ancora da ufficializzare) uscirà infatti una serie-documentario su Bernie Ecclestone dal titolo ‘Lucky!’. A raccontarla sarà Manish Pandey, celebre regista premiato premiato ai BAFTA Awards, che dopo esser stato sceneggiatore del film ‘Senna’ nel 2010 torna ad occuparsi del mondo dei motori. L’uomo ha dichiarato che la serie “non sarà una lettera d’amore ad Ecclestone”, ma anche che “lavorare con Bernie è stato fantastico”.
    Tutte le informazioni
    I diritti di questa serie-documentario, divisa in otto puntate dalla durata di un’ora, sono stati acquistati da Dazn, che la trasmetterà in sei paesi tra cui l’Italia. In Irlanda e nel Regno Unito, invece, sarà visibile su Discovery+. Prodotta da Jiva Maya, la serie è stata girata tra Ibiza e Gstaad, location delle case di Ecclestone. La colonna sonora è stata composta da Antonio Pinto.

    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    F1, serie tv su Bernie Ecclestone: dove e quando vederla

    ROMA – Bernie Ecclestone sarà il protagonista di una serie-documentario dal titolo ‘Lucky!’. Dopo il grande successo della serie tv ‘Drive to Survive’ su Netflix, che racconta aneddoti e retroscena del Circus, la Formula 1 sbarca nuovamente sul piccolo schermo e lo fa con l’ex patron di questo sport. Il britannico ha infatti giocato un ruolo importante nell’evoluzione della F1 per lungo tempo, non a caso quando cedette i diritti a Liberty Media, nel 2016, incassò ben 8 miliardi di dollari. La serie sarà dunque incentrata sull’esperienza di Ecclestone nel Circus e vanta circa cento ore di girato tra Ibiza e Gstaad.
    Dove e quando vederla
    A dirigere questa serie-documentario, divisa in otto puntate dalla durata di un’ora, è stato Manish Pandey. Per lui non si tratta di una prima volta in quest’ambito dato che già 12 anni fa lavorò al film ‘Senna’. La domanda che gli appassionati del mondo dei motori si staranno ponendo in questo momento è: dove si potrà vedere la serie tv su Ecclestone e quando? In Italia, i diritti sono stati acquistati da Dazn, che trasmetterà la serie anche in Germania, Spagna, Austria, Svizzera e Giappone. Non è stata invece ufficializzata una data d’uscita, ma dovrebbe essere disponibile già a dicembre.
    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Ocon: “A parità di macchina potrei competere con Verstappen”

    ROMA – Quanto è importante avere una macchina competitiva in F1? Tanto, secondo Esteban Ocon, che in un’intervista al portale olandese NOS ha rilasciato delle dichiarazioni che non sono passate inosservate. “A parità di macchina potrei competere con Verstappen” ha spiegato il francese dell’Alpine, che in carriera può vantare due podi (compresa una vittoria) in F1 ma non ha mai chiuso la stagione più su dell’ottavo posto in classifica generale. Ocon ha però 26 anni ed ancora tanto tempo davanti a sé per fare bene e togliersi altre soddisfazioni.
    Il pensiero di Ocon
    “Verstappen è un super talento. E’ molto competitivo da tempo, ci rispettiamo a vicenda e gli auguro il meglio – ha detto il transalpino, proseguendo con gli elogi – Ha meritato entrambi i titoli mondiali e mi rende fiero il fatto che un pilota cresciuto insieme a me stia facendo così bene. Max è sicuramente tra i grandi della F1”. Ocon però non si sente inferiore rispetto al collega e ammette: “Sono certo che a parità di macchina potrei avere la meglio. D’altronde, se in questo sport non credi in te stesso sei spacciato”.
    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Ocon: “Verstappen? Posso batterlo a parità di macchina”

    ROMA – “A parità di macchina potrei battere Verstappen”. Così Esteban Ocon, che in un’intervista al portale olandese NOS ha rilasciato una dichiarazione molto interessante. Il pilota dell’Alpine ha infatti ammesso di poter battagliare con il due volte campione del mondo se solo avesse una vettura migliore. In carriera, Ocon può vantare e una vittoria e un terzo posto in Formula 1 ma non ha mai chiuso la stagione più in alto dell’ottavo posto in classifica generale. Con i suoi 26 anni, però, ha ancora tanto tempo davanti a sé per fare bene.
    Ocon non ha dubbi
    “Verstappen ha meritato entrambi i titoli mondiali e per me è motivo d’orgoglio che un pilota cresciuto insieme a me stia facendo così bene. Max rappresenta la mia generazione ed è sicuramente tra i grandi della F1 – ha detto Esteban, per poi aggiungere – E’ un super talento, ma sono certo che a parità di macchina potrei sconfiggerlo. D’altronde, se in questo sport non credi in te stesso sei spacciato”. Infine, Ocon ha parlato del rapporto tra i due, incrinatosi dopo i fatti di Interlagos: “Adesso andiamo d’accordo e c’è rispetto reciproco”.
    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Rosberg non ha dubbi: la sua decisione sul ritorno nel Circus

    ROMA – Dopo la storica vittoria del campionato di Formula 1 nel 2016, Nico Rosberg si sta togliendo grandi soddisfazioni anche nell’Extreme E. Il team di cui è proprietario è infatti ad un passo dal secondo titolo consecutivo, tanto che nelle ultime settimane si era prospettato un possibile ritorno nel Circus per l’ex pilota tedesco, proprio nelle vesti di team principal. Intervistato dal sito spagnolo AS, Rosberg ha detto la sua su tale ipotesi, dando l’impressione di avere le idee piuttosto chiare.
    Le parole di Rosberg
    “La mia risposta è no. La F1 ha 24 gare all’anno ed è un impegno che richiede troppo tempo, mentre l’Extreme E ne ha solamente 5. So cosa vuol dire partecipare ad un Mondiale di F1: l’ho già sperimentato in passato e non ho intenzione di farlo mai più – ha detto Nico senza giri di parole – Vorrebbe dire sacrificare tempo con la famiglia e con gli amici, ma anche vivere una vita di grande intensità e dedizione. Personalmente amo la vita di adesso e non tornerò mai nel Circus a tempo pieno” ha ribadito Rosberg, che ha dunque intenzione di concentrarsi esclusivamente sull’Extreme E, almeno per il momento.
    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Rosberg categorico: “Non ho intenzione di tornare nel paddock”

    ROMA – Il futuro di Nico Rosberg sembra essere sempre più lontano dalla Formula 1. A spiegarlo è stato proprio l’ex campione del mondo, che in un’intervista al sito spagnolo AS ha fatto chiarezza sul suo futuro, smentendo i rumors degli ultimi giorni. Si parlava infatti di un possibile impiego come team principal per Rosberg e dunque di un suo possibile ritorno nel paddock. Nico però ha idee diverse e, pur non avendo intenzione di tagliare i ponti con il mondo dei motori – non a caso è proprietario di un team in Extreme E – per il momento ha altre idee.
    La risposta di Nico
    “Visto che l’Extreme E sta andando bene, mi è stato chiesto di un mio possibile futuro in Formula 1 alla guida di una scuderia. La mia risposta è no – ha detto il tedesco – La F1 ha 24 gare all’anno ed è un impegno che richiede troppo tempo, mentre l’Extreme E ne ha solamente 5. So cosa vuol dire partecipare ad un Mondiale di F1 e non ho intenzione di farlo mai più. Vorrebbe dire sacrificare tempo con la famiglia e con gli amici, ma anche avere grande intensità e dedizione. Personalmente amo la vita di adesso e non tornerò mai nel Circus a tempo pieno”.
    Clicca qui per non perderti tutte le news ed i pronostici di Formula 1 LEGGI TUTTO

  • in

    I veri motivi del divorzio tra la Scuderia Ferrari e Mattia Binotto

    La “caduta in disgrazia” di Binotto è da ricercarsi nei demeriti sportivi? E’ da ricondursi alle quattro stagioni da Team Principal dove la Ferrari ha vinto solo sette gare, la metà di Maurizio Arrivabene che lo aveva preceduto?Stando ad Alberto Antonini, no: i risultati sportivi non servono, da soli, a spiegare il divorzio tra l’ingegnere di Losanna e la Scuderia di Maranello.

    L’ex responsabile dell’ufficio stampa della Ferrari in Formula 1, in un recente articolo su FormulaPassion, ha ricordato come “a chi, memore dei bei tempi andati, gli faceva notare davanti a una pizza quanto fosse utopistico rivestire contemporaneamente il ruolo di Jean Todt e Ross Brawn, rispondeva laconico che non aveva scelta, perché ‘non posso fidarmi di nessuno’”.
    Antonini ricorda poi un episodio curioso che ha visto coinvolto lo stesso Binotto, subito dopo la sua promozione a Team Principal. Seconda la ex firma di Autosprint, questo aneddoto spiegherebbe, nella sua apparente irrilevanza, perché siamo arrivati alla situazione attuale.
    “È sabato – racconta Antonini -, e le sale della GeS non sono piene come al solito di attività. Il neo team principal discute animatamente con un gruppo di tecnici. Non sono motoristi. Non sono aerodinamici. Non sono telaisti. Sono idraulici, sono gli operai venuti a riparare i bagni di Maranello. E MB (come lo chiamano tutti, ormai, sul lavoro e anche fuori) li sta catechizzando sull’uso dei sifoni e il montaggio dei rubinetti”.
    E dopo i fatti, il commento, sempre di Antonini: “Ora, è comprensibile che un dirigente di squadra ci tenga alla struttura in cui lavora, tanto più che quell’edificio rosso e nero ha contribuito a disegnarlo (anzi, i maligni dicono che sia l’unica cosa che ha progettato in vita sua). Però si suppone che, arrivato al vertice, il capo della Ferrari F1 abbia altre cose a cui pensare. E invece questo episodio, quasi anedottico nella sua apparente irrilevanza, è l’icona di un atteggiamento che ha portato all’attuale situazione”.

    Il racconto, forse un po’ “romanzato” di questo episodio, serve all’ex addetto stampa Ferrari per arrivare ad affermare che “a tradire Binotto è stato soprattutto Mattia“. E questo perché dal momento in cui Binotto ha occupato quel ruolo, la Ferrari non ha più avuto un vero direttore tecnico. La direzione del team, quella dell’ufficio tecnico ma anche la comunicazione, erano tutte nelle sue mani.
    “Ma oggi – aggiunge Antonini -, nel giudizio (quello esterno, almeno) pesano soprattutto le indecisioni del muretto, l’incapacità di portare a casa il mondiale con una monoposto uscita vincente dalla matita del gruppo di lavoro. Se mi permettete, ho un punto di vista un po’ trasversale. Il male della Ferrari non è uscire con le gomme da bagnato sulla pista asciutta. Quello, col tempo, si può mettere a posto. Il male della Ferrari è sbagliare le gomme e poi, in debriefing e nelle interviste, avere qualcuno che sostiene che in fondo non era la decisione sbagliata. Mettere a posto quello è un po’ più difficile”.
    Infine, il giornalista di FormulaPassion, chiude il suo articolo con un commento su quello che viene indicato da (quasi) tutti come l’uomo che prenderà il posto di Binotto: “Puntare su Fred Vasseur – al termine di una serie incredibile di rifiuti [ LEGGI QUI ] – è una scelta in apparenza strana. Un uomo vicino a Tavares e al gruppo Stellantis, che rafforza l’impressione di una Ferrari controllata da una dirigenza più francese che italiana. Ma anche un uomo dalle abitudini lavorative ben diverse da quelle di un Todt o di un Binotto, disposto anche a dormire in azienda, mentre Vasseur in Svizzera divideva il suo impegno F1 con le tante attività esterne, dalle categorie minori alla Formula E. Soprattutto, però, mi chiedo che succederebbe, a livello di immagine, se il Milan, la Juve, il Napoli o l’Inter restassero senza allenatore e si rivolgessero – senza offesa! – a quelli di Cremonese e Sampdoria”. LEGGI TUTTO

  • in

    Ferrari, un 2022 che ha il sapore della sconfitta

    Con una situazione in Gestione Sportiva tutt’altro che definita, la Ferrari in questi giorni dovrà per forza di cose fare i conti con la stagione 2022. Se il secondo posto nei Costruttori è il miglior risultato dal 2018 a questa parte, i più di 200 punti di distacco rimediati da Red Bull sono un segnale negativo da non sottovalutare.
    La vettura: competitiva, ma l’affidabilità è un problema
    La Ferrari ad inizio stagione era riuscita in un’impresa che non riusciva dai tempi d’oro di Sebastian Vettel: mettere in pista una vettura competitiva sin dalla prime gare. Le vittorie di Leclerc a Sakhir e Melbourne e le parole al miele del monegasco per la F1-75, definita una “Bestia”, hanno certamente contribuito ad alimentare le speranze dei tifosi.
    Attenzione, perché il bilancio di quattro vittorie totali a fine 2022 è quantomai bugiardo: la Rossa è sembrata veramente in difficoltà solo a Spa e Città del Messico. In tutti gli altri appuntamenti, anche dove non è arrivato, il podio è sempre sembrato comunque a portata di mano.
    Un fattore chiave che è sicuramente mancato è stato l’affidabilità. Le power unit in fumo in Azerbaijan e Spagna hanno rappresentato colpi importanti al morale di Leclerc, stoppato in entrambe le occasioni mentre stava guidando i GP senza problemi. Nella seconda parte di stagione, poi, i nodi sono venuti al pettine, con tante sostituzioni di componenti che hanno pregiudicato le qualifiche di entrambi i piloti. Ritrovata la prestazione, dunque, ora si tratta di effettuare tutti gli accorgimenti necessari per avere costanza di rendimento anche dal punto di vista dell’affidabilità.

    Il team: occorre una regolata
    Al netto del Binotto in o Binotto out, il 2022 ha messo in mostra i veri limiti di questa Ferrari. E uno, duole dirlo, è stato il muretto box. Questo non vuole per forza essere un attacco al team principal; è logico e per certi versi giusti che sia lui a fare da parafulmine, ma spesso è apparso poco aiutato anche dalle persone intorno a lui.
    A partire, ovviamente, dalle che operano al pitwall. Nessuno vuole versare ulteriore sangue su una ferita aperta da mesi (se non anni), ma non è matematicamente possibile sbagliare tutte le scelte strategiche in un campionato. Eppure, è questo quello che è sembrato accadere alla Ferrari in questo 2022! Monaco, Silverstone, Le Castellet, Budapest, fino al “capolavoro” della qualifica a Interlagos: sono gli episodi più macroscopici, ma che, inutile girarci intorno, hanno capovolto l’andamento della stagione.
    Perché se, da un lato, la Ferrari era in lotta per il titolo, almeno fino alla pausa, i risultati negativi molto spesso sono stati causati da scelte a dir poco scellerate. Inaki Rueda, lo stratega, spesso ha toppato clamorosamente, senza che nessun provvedimento nei suoi confronti fosse mai preso. E questo apre un altro argomento: la Dirigenza deve farsi sentire sul serio, perché ad oggi la Ferrari sembra essere una squadra senza… “testa”.
    I piloti: Leclerc un fenomeno, Sainz bravissimo, ma ora serve chiarezza
    I piloti Ferrari sono forse l’argomento su cui è già stato detto e scritto praticamente tutto. Che Leclerc sia un fenomeno ormai è un dato acclarato; che a Sainz manchi qualcosa per pareggiare il talento del monegasco ma sia comunque un ottimo pilota, anche.
    Casomai, quello che è mancato spesso è stata la chiarezza di intenti nei loro confronti, e la gara di Silverstone ne è stato l’esempio più fulgido. Tradotto in parole semplici: si può puntare al Mondiale con entrambi i piloti solo se la vettura è nettamente superiore alle altre, vedi Mercedes nel periodo Hamilton-Rosberg. Altrimenti, occorre stabilire delle gerarchie, e deve essere la pista a parlare, e non sponsor o clientele varie. Nel 2023 occorrerà da subito un discorso chiaro e diretto con entrambi, per evitare episodi poco piacevoli che possono pregiudicare l’esito della stagione.
    In conclusione, viene da dire che il 2022, al contrario di quanto affermato spesso anche da Binotto, ha il sapore amaro della sconfitta. Che resti il manager reggiano o che venga sostituito, l’importante sarà analizzare cosa non ha funzionato e cercare di risolvere i problemi, altrimenti il rischio è quello di restare a bocca asciutta anche negli anni a venire. LEGGI TUTTO