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    Kimi Raikkonen farà il suo ritorno nella NASCAR

    Kimi Raikkonen farà il suo ritorno nella NASCAR sul Circuit of the Americas, il 26 marzo.

    Kimi Raikkonen si unisce a PROJECT91 per un’altra partecipazione alla serie NASCAR sul Circuit of the Americas (COTA). Si tratta della sua seconda partecipazione al campionato di stock car ameircano, dopo il debutto con il team a Watkins Glen nell’agosto dello scorso anno.
    Questa volta Raikkonen correrà con la Chevrolet Camaro #91 schierata da Trackhouse di Darian Grubb, che ha vinto il titolo della NASCAR Cup Series con Tony Stewart nel 2011.
    Sarà la prima volta che Raikkonen correrà al COTA dalla sua ultima stagione in Formula 1, due anni fa. Il circuito texano è stato anche teatro della sua ultima vittoria in F1 nel 2018, con la Scuderia Ferrari.

    “Ho trascorso un periodo fantastico nella NASCAR – ha dichiarato Raikkonen -. C’era molto da imparare in un tempo molto breve, ma tutti erano molto disponibili, la competizione era una grande sfida. Correrò su una pista che conosco bene. Voglio divertirmi, ma anche fare il meglio possibile”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari “fredda” e Leclerc leader, la ricetta di Domenicali per ripartire in F1

    ROMA – Analizzare i punti deboli ma soprattutto non farsi prendere dalle emozioni: questa la ricetta che Stefano Domenicali suggerisce alla Ferrari per non scoraggiarsi dopo l’incerto avvio di stagione di F1 nel GP del Bahrain; e un ruolo fondamentale lo dovrà avere anche Charles Leclerc, visibilmente frustrato dopo il problema occorso alla sua SF-23, e che potrebbe costargli caro in vista dei prossimi appuntamenti. “Penso che un grande atleta proprio in questi momenti debba avere la personalità per essere un punto di riferimento all’interno della squadra”, ha sottolineato Domenicali nell’intervista rilasciata a Sportmediaset. Secondo l’ex team principal del Cavallino, il monegasco deve prendere in mano la situazione, in quelli che sono gli anni più importanti della sua carriera: “Deve pretendere che la squadra metta a sua disposizione la miglior macchina possibile, ma al tempo stesso lui non può permettersi alcun tipo di errore. Lui deve essere molto pragmatico perché vincere con la Ferrari è qualcosa di straordinario e altre squadre in questo momento non gli possono dare la possibilità di lottare per la vittoria. Deve essere lui a trascinare la squadra, che sta attraversando sicuramente un periodo non facile”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Vasseur alza la voce: “Non ci aspettavamo problemi di affidabilità”

    La Scuderia Ferrari è tornata a Maranello, dopo il non felice esordio stagionale in Bahrain. Con soli 12 punti all’attivo, grazie al quarto posto di Carlos Sainz, la delusione più grande è arrivata dal ritiro di Charles Leclerc mentre, a due terzi di gara, era in terza posizione.
    A 17 giri dal termine, il monegasco ha dovuto alzare bandiera bianca per un problema elettrico alla Power Unit che lo ha costretto al ritiro.
    Le parole di Fred Vasseur non lasciano dubbi sul fatto che, al suo arrivo, qualcuno gli aveva assicurato che i problemi di affidabilità alla Power Unit fossero superati: “Siamo delusi, e non potrebbe essere altrimenti. Sapevamo che avremmo dovuto fare i conti con il degrado gomme, mentre non ci aspettavamo problemi di affidabilità”.
    Il nuovo Team Principal della Ferrari ha “alzato la voce” oggi a Maranello, parlando di un terzo posto gettato al vento: “È un peccato per Charles – ha detto Vasseur -, perché nella prima parte di gara è riuscito a tenere un buon passo, e anche con il maggiore degrado che avevano sulla mescola Hard avrebbe potuto portare a casa un terzo posto che sarebbe stato un buon modo per cominciare la stagione”.
    La mancata affidabilità invece ha compromesso il risultato e, molto probabilmente anche i piani per i prossimi Gran Premi.

    Il Team Principal ha parlato anche della gara di Sainz: “Carlos è stato autore di una gara solida con un passo piuttosto costante, e ha fatto il massimo oggi portando a casa il quarto posto”.
    Dopo questo primo Gran Premio stagionale in Ferrari hanno sicuramente una fotografia molto più chiara della situazione e dei valori in pista: “Ora siamo consapevoli di avere una vettura buona sul giro da qualifica e sappiamo dove dobbiamo lavorare”, ha detto Vasseur che poi ha concluso dicendo: “C’è da migliorare tanto sulla gestione degli pneumatici e ovviamente è necessario fare in modo di non avere più i problemi di affidabilità che ci hanno penalizzato”.
    Il messaggio è risuonato forte e chiaro in tutti i reparti della Gestione Sportiva della Ferrari. Il lavoro è tanto e la strada è un po’ più in salita del previsto! LEGGI TUTTO

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    F1, Marko sul motore Ferrari: “Il più potente, ma non affidabile”

    ROMA – “La Ferrari ha il motore più potente di tutti, ma a cosa serve se non è affidabile?”. A chiederselo è Helmut Marko, facendo riferimento al Gran Premio del Bahrain, primo appuntamento del mondiale di F1. L’ex pilota, intervistato da Servus Tv, si è poi soffermato sulla doppietta di Red Bull, con la vittoria di Verstappen seguito da Perez, sottolineando: “In Bahrain ha fatto la differenza la nostra gestione gomme, ma c’è da dire che l’asfalto di Sakhir è particolare, per cui non è detto che riusciremo a ripeterci in questo modo lungo l’arco della stagione”.  LEGGI TUTTO

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    F1 Red Bull, Newey: “Nelle libere in Bahrain emersi problemi di affidabilità”

    ROMA – “Le FP1 ci hanno tolto il sorriso, perché abbiamo avuto un po’ di problemi, ma il team ha reagito bene. Abbiamo avuto un venerdì sera impegnato per venire a capo di questi intoppi: si è trattato di problemi nuovi e inaspettati dal punto di vista dell’affidabilità. Dall’esterno poteva apparire che tutto fosse a posto, ma in realtà la vettura non si comportava come il solito, la performance era cambiata sensibilmente”. Con queste parole, Adrian Newey ha raccontato il retroscena inquietante vissuto dalla Red Bull nel recente GP del Bahrain, concluso poi con una gara dominata e vinta da Max Verstappen, seguito da Sergio Perez. Il direttore tecnico del team austriaco, nell’ultima puntata del podcast F1 Nation, ha spiegato il problema di affidabilità emerso nelle libere, che ha fatto subito ripensare al Bahrain 2022, quando Red Bull raccolse un doppio ritiro: “Quello fu un vero e proprio incubo”, ha ricordato Newey. LEGGI TUTTO

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    Red Bull e l'incubo di un Bahrain 2022-bis: la rivelazione di Newey

    ROMA – Il primo weekend della stagione 2023 di F1, con il GP del Bahrain, si è aperto con il dominio della Red Bull, che ha piazzato la doppietta con la vittoria di Max Verstappen e il secondo posto di Sergio Perez. Un dominio minato, per un momento, da una serie di problemi occorsi nel venerdì di prove libere. A spiegare il retroscena è stato Adrian Newey, intervenuto al podcast F1 Nation: “Le FP1 ci hanno tolto il sorriso, perché abbiamo avuto un po’ di problemi, ma il team ha reagito bene. Abbiamo avuto un venerdì sera impegnato per venire a capo di questi intoppi: si è trattato di problemi nuovi e inaspettati dal punto di vista dell’affidabilità. Dall’esterno poteva apparire che tutto fosse a posto, ma in realtà la vettura non si comportava come il solito, la performance era cambiata sensibilmente”.  LEGGI TUTTO

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    F1 Ferrari, le difficoltà nei numeri: tra le scuderie meno migliorate rispetto al 2022

    ROMA – Il primo weekend di gara della stagione 2023 di F1 è andato in archivio, ed è quindi possibile tracciare i primi bilanci sul nuovo equilibrio delle forze in campo. In particolare, quando andato in scena sul circuito di Sakhir ha messo in mostra non solo la supremazia della Red Bull, per certi versi preannunciata, ma soprattutto l’exploit dell’Aston Martin, che si è confermata dopo le buone indicazioni emerse dai test; Ferrari, invece, non ha fatto il passo in avanti che ci si attendeva, e a questo si è aggiunto il problema che ha fermato Charles Leclerc. Un indicatore, certamente non esaustivo ma comunque significativo, delle difficoltà del Cavallino emerge anche confrontando quanto si sono migliorate le diverse scuderie in termini di tempi sul giro in qualifica tra il 2022 e il 2023. In questa classifica, Ferrari emerge come la terzultima scuderia, con un miglioramento di soli 558 millesimi. La migliore è proprio Aston Martin, con ben 2″4 tolti al cronometro rispetto al 2022. Notevole anche il miglioramento di Williams (-1.203), mentre Red Bull è terza con quasi un secondo tolto. Giù dal podio Mercedes (-0.708), che però non è poi riuscita a migliorarsi in gara. LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari e Mercedes: grattacapi filosofici

    Partiamo da un assioma valido per la Formula 1 attuale: se sei convinto di essere il migliore, ma non ottieni i migliori risultati, allora vuol dire semplicemente che non sei il migliore. La brutta figura fatta alla prima uscita stagionale da Ferrari e Mercedes è frutto anche di questo. Orgoglio e testardaggine di chi crede di essere il migliore, ma in realtà non lo è affatto e anche se in prospettiva lo potesse diventare non avrebbe il tempo di dimostrarlo.4 – GP BAHRAIN F1/2023 – DOMENICA 05/03/2023 credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    L’ha capito Aston Martin. Con Lawrence Stroll che è andato a fare la spesa per le vie del paddock e si è portato a casa un capitale umano di ingegneri provenienti dai top team, con un bacino di idee capace di ribaltare le performance della vettura in una manciata di mesi.
    Quella AMR23, che per giunta a Horner “appare familiare”. Sì perché a rivoluzionare la verdona (al 95% rispetto alla passata stagione come ha specificato il capo progettista Furbatto), c’ha pensato, tra gli altri, Dan Fallows, ex Red Bull e primo allievo del genio, Adrian Newey. Insomma nessuna “Red Bull Verde”, dopo il caso della “Mercedes Rosa”, che aveva coinvolto la RP20, lontana progenitrice dell’attuale Aston Martin, ma solo l’umiltà di appropriarsi della filosofia dominante, quella di Newey e del team di Milton Keynes.
    La panciuta Ferrari e la magra Mercedes restano legate alle loro filosofie, schiave delle loro idee, del loro blasone e della loro storia. Non capitoleranno mai, come un umile team clienti, di fronte al progetto vincente di Red Bull. Peccato che quell’umile team clienti – capitanato da un molto meno umile Fernando Alonso – abbia sverniciato tra le dune del deserto del Bahrain sia le rosse che le nere.

    La verità è che la biodiversità filosofica all’interno del paddock è il patrimonio più grande di questo sport e va preservato. Nessuno ambisce a un balance of performance (BoP) in F1, con una Red Bull zavorrata e limitata, solo per accendere la competizione al vertice. Il problema, oltre che la grande contraddizione sta nel fatto però, che chi scrive le regole per spettacolarizzare la Formula Uno, vendendola come “la più bella e seguita di sempre”, non concede alcuna arma alle scuderie inseguitrici per raggiungere i leader del mondiale.2023 Bahrain Grand Prix, Friday – LAT ImagesL’unica maniera di vincere, nella Formula Uno contemporanea, è azzeccare il cambio di regolamento tecnico che la federazione propone ogni cinque anni. Una volta che si è indovinato il disegno della vettura ci si garantisce un ciclo di 4/5 anni di vittorie. Questo perché gli avversari non hanno il tempo di sviluppare le proprie filosofie, i giorni di test all’interno dell’anno sono sempre meno e ne conesegue una minore incisività dei pacchetti di aggiornamenti portati dai team sulle proprie vetture.Oltre a ciò, chi incappa in problemi di affidabilità (difficilmente i primi) entra in un loop di penalizzazioni senza senso, che pregiudicano una stagione già di per sé complessa. Sempre più gare, ma sempre meno motori (3 Power Unit per 23 gare) e componenti sostituibili sulla vettura. Ma chi rompe il motore non è già di per sé abbastanza penalizzato dal momento che perde la possibilità di gareggiare? Ha realmente senso accanirsi, penalizzandolo anche nella gara seguente?
    E a proposito di ciò, in quello che appare, magari erroneamente, come l’alba di un dominio Red Bull, bisogna tenere a mente che la squadra di Milton Keynes è anche sotto penalità. Se una vettura penalizzata rifila 38 secondi a Fernando Alonso e quasi 50 a Carlos Sainz, allora vuol dire che a qualcuno, lì ai piani altri della Formula Uno, sfugge il concetto di penalizzazione.
    Insomma è solo la prima gara, ma il grande progetto dei padroni del motorsport, Stefano Domenicali e Mohammed Bin Sulayem, di rendere la Formula 1 una specie di serie Netflix dal vivo, con ruotate, sorpassi colpi di scena e ribaltamenti di fronte non sembra un esperimento poi così brillante, né per ora, più di tanto riuscito. LEGGI TUTTO