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    F1, Sainz: “A Jeddah ci sarà meno degrado e spingeremo di più”

    Un Carlos Sainz positivo, alla vigilia del secondo Gran Premio dell’anno in Arabia Saudita. Lo spagnolo della Ferrari ha voluto sottolineare come il minor degrado gomme del tracciato di Jeddah possa permettere alla Ferrari di spingere di più!1 – GP BAHRAIN F1/2023 – GIOVEDI’ 02/03/2023“Credo che potremo essere più competitivi in gara perché l’asfalto ci permetterà di spingere di più, in quanto ci sarà meno degrado”, ha detto Carlos Sainz a RacingNews365.
    “Abbiamo corso solo la gara in Bahrain, con queste vetture – ha aggiunto lo spagnolo -. Abbiamo ben chiaro quale sia stato il nostro problema in Bahrain. “A Jeddah, l’asfalto diverso forse ci aiuta o forse saremo uguali. Non lo sappiamo ma voglio essere positivo”.

    Sainz ha anche voluto paragonare la SF-23 con la F1-75: “Rispetto all’anno scorso abbiamo fatto dei passi avanti in tutti questi settori, quindi non siamo peggiorati, anzi, abbiamo migliorato in due o tre punti”.
    Infine lo spagnolo ha anche parlato della Red Bull, autentica dominatrice della prima gara dell’anno: “I punti deboli sono il degrado degli pneumatici e la Red Bull è più veloce rispetto alla fine dell’anno scorso”. LEGGI TUTTO

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    Gli pneumatici per Jeddah, il circuito cittadino più veloce della stagione

    Al Gran Premio dell’Arabia Saudia Pirelli ha nominato la mescola C2 come P Zero White hard, C3 come P Zero Yellow medium e C4 come P Zero Red soft.

    Jeddah è il circuito cittadino più veloce della stagione. Il tracciato è stato progettato tre anni fa ma da allora ha subito continue migliorie. In vista della gara di quest’anno, sono stati aggiunti numerosi rallentatori nelle vie di fuga e diversi cordoli sono stati smussati. Alcuni muri a bordo pista sono stati invece riposizionati, come avvenuto in curva 8 e 10 per migliorare la visibilità in entrata o in curva 23 per diminuire la velocità della variante.
    L’assetto delle vetture dovrà essere differente rispetto a quello studiato per la prima gara dell’anno. In Arabia Saudita è infatti necessario avere una buona stabilità nelle veloci curve che caratterizzano il circuito.

    Il grip del tracciato arabo è nella media ma la sabbia trasportata dal vento potrebbe influenzare l’aderenza sull’asfalto a bassa abrasività. Il circuito cittadino, affacciato sul Mar Rosso, non è impegnativo per la trazione e i freni ed esercita prevalentemente forze laterali sugli pneumatici.

    Anche il Gran Premio di Jeddah, come il precedente a Sakhir, si correrà di notte ma due ore dopo lo start in Bahrain. La gara, le qualifiche e la FP2 inizieranno alle 20 ora locale. Non è prevista pertanto una elevata escursione termica tra lo start e il termine della sessione. Le rimanenti prove libere sono invece nel tardo pomeriggio quando la temperatura dell’asfalto potrebbe variare di quasi 10 gradi.
    “Per il veloce circuito di Jeddah abbiamo confermato la scelta delle mescole dell’anno scorso perché hanno dimostrato una buona consistenza durante tutto il weekend di gara. Nelle due edizioni fin qui disputate, il Gran Premio dell’Arabia Saudita è stato abbastanza imprevedibile perché sono state frequenti le bandiere rosse e le neutralizzazioni, essendo un tracciato tipicamente cittadino. La singola sosta è stata l’opzione più veloce nel 2022 quando l’anticipazione dei pitstop, determinata proprio da una safety car in pista, ha permesso alla maggior parte dei piloti di concludere la gara sulle Hard. Max Verstappen e Charles Leclerc, in testa al gruppo, hanno ingaggiato una lotta serrata anche grazie alla tenuta dei pneumatici e alla strategia scelta, con il pilota Red Bull che ha prevalso sul ferrarista per meno di un secondo, regalandoci un’emozionante Gran Premio. Le squadre dovranno inoltre lavorare molto sull’assetto delle vetture perché avranno a disposizione solo le prove libere per perfezionare il bilanciamento con i nuovi pneumatici. Trazione e frenata, forze predominanti in Bahrain, lasciano infatti il passo alle sollecitazioni laterali di Gedda, pista con caratteristiche completamente differenti da Sakhir”. LEGGI TUTTO

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    F1 2023, La sorprendente analisi delle velocità massime in Bahrain

    Le velocità massime in GARA – Gp Bahrain F1 2023Max Verstappen e Red Bull hanno dominato il Gp Bahrain, prima gara del Mondiale di F1 2023. Ma questo binomio non è stato comunque quello più brillante sul piano della pura velocità massima fatta registrare complessivamente sabato e domenica alla speed trap della pista di Sakhir. Anzi, tutt’altro. L’accoppiata vincente di questa speciale classifica è costituita, udite udite, da Lewis Hamilton e dalla Mercedes. Il duo che ha sbaragliato la concorrenza nell’era turbo ibrida ritorna qui a primeggiare mettendosi dietro proprio la rivale Red Bull guidata da Sergio Perez. Il campione del mondo in carica Verstappen, invece, è addirittura ultimo! L’olandese è primissimo all’arrivo e fanalino di coda qui, con un uso del drs “mozzato” in corsa rispetto ad altri proprio perché sempre in testa.
    Sono questi i dati sorprendenti del primo appuntamento della F1 2023, che emergono dai valori medi delle velocità massime rilevate durante le qualifiche e nel corso della gara nel punto più veloce del tracciato per ciascun pilota. Ebbene, Hamilton e la già bistrattata W14 si mettono tutti dietro con 328,9 km/h. Dato scaturito dalla media tra i 324,4 delle prove e i 333,4 della domenica. Alle spalle di Perez, che paga un km/h secco, un’altra sorpresa: l’Alpine di Pierre Gasly accreditato di 326 km/h pieni. Il pilota francese ha concluso invece il Gp del Bahrain in nona posizione. E le Ferrari? Nella graduatoria maximum speeds le Rosse di Sainz e Leclerc figurano al 4° e al 7° posto. Tra di loro s’inserisce la velocissima Williams di Sargeant, 6° con 325,4 km/h e classificatosi 12° sotto la bandiera a scacchi.

    Fernando Alonso, protagonista di una corsa eccezionale fino al podio, in questo contesto ha solo l’ottava velocità di punta. Piuttosto indietro è anche il team mate di Hamilton, George Russell, 12° con 322,8 km/h. Se si confrontano questi rilevamenti con il risultato della corsa, soltanto due piloti hanno confermato la stessa posizione: Sergio Perez (2°) e Carlos Sainz (4°). Utilizzando il sistema di punteggio previsto per le gare, la classifica delle super velocità fotografa questa situazione: Hamilton 20 punti, Perez 18, Gasly 15, Sainz 12, Ocon 10, Sargeant 8, Leclerc 6, Alonso 4, Albon 2, Hulkenberg 1.Le velocità massime in QUALIFICA – Gp Bahrain F1 2023
    Tra le maximum speeds delle qualifiche e quelle realizzate in gara nel primo round della F1 2023 si riscontra il crollo di Verstappen (da 6° il sabato a ultimo la domenica) e dei ferraristi (Sainz da primo a 12° – Leclerc da 3° a 15°). Grandi balzi in avanti per Ocon (da 9° a 3°), Alonso (da 10° a 4°), Hulkenberg (da 15° a 5°), Zhou ( da 16° a 8°) e per l’esordiente Oscar Piastri (da 19° a 9°). Con il primo appuntamento in Bahrain è iniziato anche questo campionato del mondo parallelo tutto da seguire e scoprire weekend dopo weekend. Viste le premesse regalerà altri grandi colpi di scena! La velocità nuda e cruda, in fondo, è la prima essenza della F1 e del motorsport in generale. La scintilla delle emozioni per l’appassionato nasce da qui. LEGGI TUTTO

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    F1, Aston Martin deve essere considerata un top team?

    action, TS-Live, Bahrain International Circuit, GP2301a, F1, GP, BahrainFernando Alonso, Aston Martin AMR23Il round di apertura della stagione 2023 in Bahrain ci ha consegnato una certezza: l’egemonia targata Red Bull. Alle spalle dei due tori austriaci però, la carne al fuoco è parecchia. Le tematiche che si sono diffuse nel paddock sono già tante dopo soltanto un GP. A prendersi la prima pagina è l’eccellente prova dell’Aston Martin che, non solo ha confermato, ma è andata oltre quelle che erano le attese emerse dopo i test.
    Una monoposto nuova al 95%. Così Fernando Alonso aveva sottolineato alla vigilia del mondiale, dopo i chilometri percorsi ai test. Se è vero che durante l’inverno si erano diffuse voci legate ad una buona competitività, spesso in un progetto in rottura con le linee guida di quello precedente, si deve tenere in considerazione la possibilità di una prima fase di adattamento. Eppure questo feeling è arrivato sin da subito su tutti i fronti, con i feedback da parte dei piloti che si sono tradotti in prestazioni brillanti.
    Sensazioni che hanno conquistato un Fernando Alonso orgoglioso della sua scelta come mai eravamo abituati a vedere negli ultimi anni. Nelle dovute misure si può fare un discorso simile anche per un claudicante Lance Stroll, che nonostante i problemi fisici, a Sakhir è riuscito ad esprimersi al massimo delle sue possibilità. In Bahrain l’Aston ha espresso non solo una buona velocità in qualifica, ma soprattutto un eccellente passo gara alla domenica. Ciò ha messo in luce come, allo stato attuale delle cose, sia cambiato il benchmark del team.

    I valori in campo raccontano di una monoposto decisamente più performante rispetto a quelli che fino a tre mesi fa erano gli avversari diretti. Il punto interrogativo risiede nel confronto con i top team. Se mettessimo la lente d’ingrandimento soltanto sul debutto stagionale, l’Aston Martin è la seconda forza del mondiale alle spalle di Red Bull. Ciò non soltanto guardando la classifica, ma anche lo stato di forma. Uno sguardo più globale ci suggerisce però di valutare fattori come gli sviluppi stagionali e la sensibilità ai circuiti.
    I top team infatti si distinguono dal resto della mischia proprio in questi termini. Nel corso di una stagione, l’asticella delle prestazioni di una squadra di prima fascia, può cambiare soltanto nei confronti degli avversari diretti. Su questo fronte le prossime tappe e gli sviluppi saranno fondamentali per capire se i competitors del team di Mr. Stroll resteranno quelli di primo pelo.
    Il rischio è quello di restare in un limbo ristretto alla sola Aston Martin, che in ogni caso valorizzerebbe lo straordinario lavoro compiuto. Le premesse ci permettono però di delineare un orizzonte di conferme rispetto a quanto visto nelle primissime battute. Se questo dovesse concretizzarsi, si aggiungerebbe un ingrediente goloso ad un mondiale che, indipendentemente dal timore di un’egemonia dei leader, merita di essere seguito.
    Dopo il primo GP, la statistica delle classifiche mondiali ad esclusione di Red Bull, Ferrari e Mercedes, vedono l’Aston Martin chiudere con una solida doppietta nei confronti del resto del gruppo.
    Classifica piloti

    Fernando Alonso Aston Martin 25
    Lance Stroll Aston Martin 18
    Valtteri Bottas Alfa Romeo 15
    Pierre Gasly Alpine 12
    Alexander Albon Williams 10
    Yuki Tsunoda AlphaTauri 8
    Logan Sargeant Williams 6
    Kevin Magnussen Haas 4
    Nyck De Vries AlphaTauri 2
    Nico Hulkenberg Haas 1
    Guanyu Zhou Alfa Romeo 0
    Lando Norris McLaren 0
    Esteban Ocon Alpine 0
    Oscar Piastri McLaren 0

    Classifica Costruttori

    Aston Martin 43
    Alfa Romeo 16
    Williams 16
    Alpine 12
    AlphaTauri 10
    Haas 5
    McLaren 0 LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari sconta ancora gli effetti negativi della gestione Binotto

    La prima gara dell’anno ha riportato la Ferrari con i piedi per terra, mettendo la Scuderia di Maranello di fronte alla dura realtà che vede una Red Bull là davanti e nuovi avversari che lo scorso anno erano poco più che sbiadite comparse.

    Il 2022 aveva visto la Ferrari esordire con un vantaggio competitivo nei confronti di tutti i suoi avversari. Nella prima parte della stagione, le vittorie di Charles Leclerc e gli ottimi piazzamenti di Carlos Sainz avevano permesso alla compagine italiana di guidare le classifiche piloti e costruttori. La vittoria del mondiale sembrava possibile ma, alla fine, non fu così!
    La seconda parte della stagione, sappiamo infatti come andò: la Red Bull, una volta messa a punto la sua nuova monoposto, prese il largo. Max Verstappen fu un autentico dominatore, tanto da conquistare ben 9 vittoria nelle ultime 11 gare del mondiale 2022.
    Questa incredibile strisciata di successi “rischia” ora di continuare anche nel 2023. Le premesse ci sono tutte: la RB19 è una perfetta evoluzione della monoposto vincente dello scorso anno, mentre gli avversari non hanno fatto lo step necessario per avvicinare le prestazioni della compagine austriaca.
    La Ferrari SF-23, per quanto abbiamo potuto vedere dai test e dalla prima gara in Bahrain, non ha risolto completamente i problemi di affidabilità, la gestione degli pneumatici non è ancora ottimale e dal punto di vista della prestazione pura della Power Unit non ha il vantaggio che in molti si aspettavano ci fosse. Quest’ultimo aspetto è evidente anche guardando la prestazione di Alfa Romeo e Haas, soprattutto sul giro secco in qualifica.

    Oltre a non poter guardare alla Red Bull come un reale obiettivo con cui lottare per la vittoria in gara, la Scuderia guidata da Fred Vasseur si deve guardare alla spalle da Mercedes e Aston Martin.
    I due team, fino allo scorso anno, non costituivano un problema mentre ora sono una vera e propria “minaccia” per la difesa del secondo posto nella classifica riservata ai costruttori. Se da un lato Aston Martin ha dimostrato di avere le carte in regola per poter essere la seconda forza del mondiale, dall’altra Mercedes potrebbe rientrare prepotentemente in gioco una volta messa in pista la nuova versione della W14. Il team guidato da Toto Wolff ha già dimostrato lo scorso anno quale possa essere il suo potenziale di sviluppo durante la stagione e anche l’affidabilità e la costanza nei risultati sono due carte a loro favore.
    Con questi due agguerriti team alle “spalle” della Ferrari, a Maranello non possono certo dormire sonni tranquilli. Gli effetti negativi della gestione Binotto si stanno facendo sentire, proprio in questo inizio di campionato. In particolare l’affidabilità della Power Unit non sembra essere un problema risolto al 100% e quanto accaduto in Bahrain ha fatto suonare un campanello d’allarme sul quale Vasseur ha chiesto chiarimenti. I tempi per analizzare i problemi sono finiti: ora occorre agire per assicurare un’affidabilità all’altezza della concorrenza.
    Il neo Team Principal aveva già dovuto accettare un piano 2023 che prevedeva l’utilizzo di 4 Power Unit, una in più di quanto permesso dal regolamento. Evidentemente però qualcosa è stato sottovalutato, visti i problemi del Bahrain e questo, in futuro, non dovrà più avvenire. La mancata comprensione delle gomme, unita alla messa a punto degli assetti della nuova SF-23, sono due altri aspetti sui quali Vasseur è stato categorico, chiedendo un lavoro più sinergico tra i diversi reparti.
    Il Team Principal, a poco più di due mesi dal suo insediamento, ha cominciato a capire meglio gli uomini e l’organizzazione della squadra. Ci sono interventi pianificati che sono già stati resi operativi, come il cambio di mansione di Inaki Rueda, ex responsabile delle strategie in pista e qualche revisione di responsabilità di alcune key people; primo fra tutti Laurent Mekies che non è detto che possa anche essere il prossimo a lasciare Maranello.
    Binotto non c’è più ma gli strascichi della sua mala gestione si fanno ancora sentire. Diamo ancora un po’ di tempo a Vasseur per capire meglio ciò di cui dispone, sia come capitale umano che tecnico e poi siamo certi che alcuni cambiamenti saranno necessariamente fatti, per avere le persone giuste e di fiducia nei ruoli chiave, colmando quel gap di competenze che un team come la Ferrari non può più permettersi di avere. Per vincere occorre ingaggiare i migliori, siano essi ingegneri e piloti, andando con coraggio sul mercato. La Scuderia di Maranello deve tornare ad essere un polo fortemente attrattivo per queste figure che vogliono vincere in Formula 1.
    Il Mondiale Costruttori manca a Maranello dal lontanissimo 2008, due ere geologiche fa, pensando ai tempi moderni e in particolare a quelli della Formula 1 degli ultimi anni! LEGGI TUTTO

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    F1, per Hamilton Ferrari senza speranze: “Red Bull non sbaglierà”

    ROMA – Dopo appena una gara del Mondiale 2023, la Red Bull sembra già per molti pronta a dominare anche la nuova stagione in Formula 1. Già nei giorni scorsi George Russell aveva incoronato la scuderia di Milton Keynes e Max Verstappen come gli assoluti favoriti per portare a casa i titoli già conquistati nel 2022. Anche Lewis Hamilton, suo compagno di squadra in Mercedes, ha posizionato avanti a tutti il rivale di due stagioni fa per portare a casa questo campionato: “Quest’anno non credo che farà alcun passo falso, è un campione del mondo, quindi non metterei in dubbio la sua determinazione o la sua concentrazione – le sue parole riportate da “Race Fans” -. Penso che sarà concentrato come sempre e il nostro compito sarà quello di provare a raggiungerlo”.
    Verstappen davanti a tutti
    “Penso che avrà una grande fiducia – ha aggiunto Hamilton -. L’anno scorso hanno sviluppato una macchina straordinaria, hanno spazzato via tutti i record e non credo nemmeno che alla fine stessero spingendo. Eppure erano ancora molto avanti”. LEGGI TUTTO

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    Alonso, l’ennesimo cambiamento che potrà dare i suoi frutti

    portrait, TS-Live, Bahrain International Circuit, GP2301a, F1, GP, BahrainFernando Alonso, Aston Martin F1 Team, poses with his crash helmet

    La carriera di Fernando Alonso è forse quella che più di tutte, nella Formula 1 moderna, è stata caratterizzata da cambi di casacca repentini quanto clamorosi. Forse anche per questo, lo spagnolo nel paddock si è fatto la nomea di accentratore, poco adatto al ruolo di team player e molto concentrato su sé stesso. E forse è sempre  per questa stessa ragione che non è mai riuscito a conquistare quell’agognato terzo titolo mondiale che insegue ormai dal 2007. Il GP del Bahrain 2023, però, sembra averci consegnato un quadro ben diverso: che sia la volta buona per l’asturiano?
    Aston Martin, il lavoro paga
    La bomba era stata sganciata la scorsa estate, quando Alonso aveva annunciato il proprio passaggio alla scuderia di Silverstone, salutando l’Alpine. In molti avevano pensato ad un vero e proprio canto del cigno, l’ultimo colpo di coda nel Circus per una carriera comunque ricca di soddisfazioni anche in tante altre categorie.
    Il risultato di Sakhir, invece, sembrerebbe dare ragione ad un Alonso terzo al traguardo e autore di un paio di manovre da mostrare nelle scuole di pilotaggio su Hamilton e Sainz. E allora, attenzione, perché stavolta la mossa di Nando potrebbe essere foriera di ottimi risultati e di quelle soddisfazioni che sono mancate in passato, e spesso per colpe non sue.
    Enstone-Woking, andata e ritorno
    Anno 2006: Fernando Alonso da Oviedo, su Renault, ha appena ottenuto il secondo Titolo Mondiale consecutivo, battendo l’Armata Rossa Ferrari guidata da Michael Schumacher. L’asturiano decide di cambiare aria, e accettare il contratto da nababbo offertogli da Ron Dennis, patron McLaren, rimasta orfana di Kimi Raikkonen, successore designato del Kaiser a Maranello.
    Il terzo titolo pare a portata di mano, ma Fernando e il suo entourage non hanno calcolato la variabile impazzita rappresentata da quel velocissimo rookie che risponde al nome di Lewis Hamilton. Ben presto l’armonia tra i due si rompe, fino alle qualifiche del GP d’Ungheria, in cui Alonso in pratica tappa Lewis ai box, impedendogli di fare il proprio ultimo tentativo di prendersi la pole.
    Non può durare, e infatti non dura. A fine stagione, dopo che il titolo ha peso la strada di Maranello, Alonso decide di tornare sui propri passi, alla Renault. Il team ha ormai perso però la propria supremazia tecnica, e il biennio 2008-2009 diventa una specie di purgatorio (condito dal crash gate di Singapore) in attesa di passare al team che potrebbe regalargli la gloria e la leggenda.

    Ferrari, la grande occasione persa
    Alonso sa che un pilota, se vuole entrare nell’Olimpo, deve vincere un titolo con la Ferrari. Ed è proprio quello che vuole fare nel 2010, quando inizia la sua avventura maranelliana. Le possibilità ci sono tutte, la macchina se la gioca alla pari con la Red Bull, ma una malaugurata gestione della strategia nell’ultimo GP di Abu Dhabi lo priverà della gioia più grande quando ormai sembrava a portata di mano.Fernando Alonso e Sebastian Vettel – Mondiale F1 2011La strada intrapresa a livello tecnico sembra quella giusta, e le aspettative sono molto alte. Purtroppo, però, negli anni successivi mai la Ferrari è in grado di dare a Fernando una vettura costantemente in grado di giocarsela con Vettel e la Red Bull. A picchi di entusiasmo unici (Silverstone 2011, Barcellona e Valencia 2012 per citarne alcuni), corrispondono ancora più delusioni cocenti e soprattutto una cronica mancata capacità di sviluppo della vettura da metà stagione in avanti, che di fatto taglia le gambe alle speranze mondiali nel 2012 e 2013.
    La storia di Alonso e la Ferrari si conclude con una delle stagioni più tristi in assoluto. Il 2014, anno di avvento dell’era turbo-ibrida, vede una SF14T brutta, lenta e inguidabile, quasi mai da podio. Fernando dice basta, e sposta l’attenzione ancora verso la McLaren, che con Honda mira a tornare grande. Non mancano i rimpianti per quello che avrebbe potuto essere e non è stato, ma Fernando è fatto così: inutile cercare di rianimare un rapporto ormai morto e sepolto con squadra e vettura.
    In McLaren il più grande buco nell’acqua
    Nel complesso, l’epoca forse più triste della carriera di Alonso in F1 è proprio quella che lo vede tornare in McLaren nel periodo meno prolifico della sua storia. È una costante di Alonso, quella di scegliere di trasferirsi in un team nel momento più sbagliato, almeno fino ad oggi. A Woking, infatti, i tempi di Dennis sono ormai passati da un pezzo, e la collaborazione con Honda si rivela foriera di problemi a non finire.Sono gli anni dei team radio passati alla storia (“GP2 Engine” su tutti) e dei continui guasti ad una macchina che sembra non volerne sapere di funzionare a dovere. Per riassaporare il gusto della competitività, deve guardare altrove, a Indianapolis (dove sfiora una clamorosa vittoria nel 2017 al debutto, prima che il motore, chiaramente Honda, vada in fumo) e a Le Mans, con la classica della Sarthe conquistata due volte con Toyota. A fine 2018, la decisione di salutare definitivamente McLaren appare inevitabile, così come quella di un periodo lontano dal Circus.
    Il ritorno con Alpine e l’avventura Aston Martin
    Dakar, Indy, Le Mans: avventure infinite e ricche di fascino, senza dubbio, ma il richiamo del Circus torna a farsi sentire con forza. Nel 2021, Alpine è un team in forte crescita, orfano di una prima guida come Daniel Ricciardo; Alonso si fa tentare, e accetta la sfida. Non andrà tutto secondo i piani, ma il biennio in Bleu ha il merito di mostrare che, a dispetto dei pareri da bar dei soliti detrattori, Fernando c’è ancora, e può lottare per qualcosa di grande.Ci crede lui, e soprattutto ci crede Lawrence Stroll che lo vuole al fianco del figlio Lance in un’Aston Martin completamente rinnovata in mezzi, uomini e struttura. È ancora presto per giudicare, ovvio, ma le premesse per un’inversione di rotta da parte di Alonso ci sono tutte. Che sia la volta buona? Che finalmente Fernando sia riuscito ad azzeccare il timing per passare nel team giusto? A fine 2023 avremo una risposta; fino ad allora, godiamoci questo splendido ultra-quarantenne che vuole continuare a divertirsi e vincere. LEGGI TUTTO

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    F1, I motivi delle dimissioni dell’aerodinamico Sanchez (Ferrari)

    David Sanchez ha rassegnato le dimissioni dalla Ferrari. Esperto di aerodinamica, ricopriva attualmente il ruolo di Head of Vehicle Concept della Scuderia di Maranello ed era in Ferrari da fine 2012.

    Dopo dieci anni a Maranello, David Sanchez, classe 1980, originario di Pézenas in Francia, ha deciso di lasciare la Ferrari. Le dimissioni, rese note ieri, non sono correlate ai risultati dei test o del primo Gran Premio stagionale in Bahrain ma sono strettamente correlate a due fattori.
    Il primo è quello che ha portato all’uscita di Mattia Binotto dalla Ferrari, maturato dopo l’estate scorsa e finalizzato tra novembre e dicembre con l’ingaggio poi di Fred Vasseur. Il secondo è quello della promozione di Andrea Stella a Team Principal della McLaren.
    L’ingegnere italiano aveva conosciuto Sanchez in Ferrari dove hanno lavorato insieme per alcuni anni, prima del passaggio di Stella in McLaren nel 2015 con Fernando Alonso. Il Team Principal della McLaren avrebbe approfittato della situazione a Maranello, per prendere contatto con alcuni ingegneri, così come ci risulta abbiano anche fatto altri team, per strapparli alla Ferrari e portarli in Inghilterra.

    Lo scorso anno la F1-75 era comunque risultata una delle monoposto meglio riuscite del lotto e il reparto aerodinamico della Ferrari era comunque entrato nel mirino della concorrenza per strappare qualche “talento”. L’uscita di Binotto e la promozione di Stella hanno di fatto favorito tutto questo. LEGGI TUTTO