More stories

  • in

    Kimi Antonelli riporta l’Italia nel Circus: da Farina a Giovinazzi, tutti i numeri degli italiani in F1

    La Formula 1 si prepara a riaprire i battenti per il 2025, con la prima tappa del nuovo mondiale in programma in Australia, sul circuito di Albert Park a Melbourne, dove le nuove vetture correranno domenica 16 marzo. Tra le novità di questa nuova stagione, la più piacevole per i colori italiani è il ritorno di un pilota nostrano in griglia: si tratta di Andrea Kimi Antonelli, chiamato a raccogliere la pesantissima eredità di Lewis Hamilton in Mercedes. L’obiettivo nell’immediato sarà quello di approcciare nel migliore dei modi alla categoria automobilistica più importante al mondo, mentre sul medio-lungo periodo il sogno sarà, inevitabilmente, quello di inseguire una corona iridata che per un pilota italiano manca da oltre 70 anni.
    L’Italia in Formula 1: Patrese il recordman, Farina-Ascari i campioni
    Andrea Kimi Antonelli sarà l’84° pilota italiano a correre in Formula 1, interrompendo un digiuno che si protraeva dal Gran Premio di Abu Dhabi del 2021, ultimo ballo di Antonio Giovinazzi nel Circus alla guida dell’Alfa Romeo. Il vincitore della 24 ore di Le Mans, peraltro, è stato anche l’ultimo pilota italiano a raccogliere punti iridati (Arabia Saudita 2021).
    Analizzando i record italiani in Formula 1, il pilota ad aver corso il maggior numero di volte è stato Riccardo Patrese, con ben 256 Gp all’attivo, appena 4 gare in più di Jarno Trulli, che si è fermato a 252. Sempre a Patrese appartengono anche i record di podi conquistati (37) e di punti totali (281). Il più vincente di tutti, invece, è Alberto Ascari: due volte campione del mondo (1952 e 1953), il pilota milanese ha collezionato 13 vittorie e 14 pole position.

    Il titolo iridato del ’53 è l’ultima affermazione di un italiano nel campionato del mondo di Formula 1, che peraltro vanta proprio un italiano come primo campione del mondo della sua storia: Giuseppe Farina, nel 1950, alla guida dell’Alfa Romeo. Negli ultimi 72 anni, soltanto altri 4 piloti italiani sono arrivati tra i primi 3 in un campionato del mondo: Luigi Musso (3° nel 1957), Elio De Angelis (3° nel 1984), Michele Alboreto (2° nel 1985) e Riccardo Patrese (2° nel 1992; 3° nel 1989 e nel 1991).
    Gli italiani nel nuovo millennio: Fisichella-Trulli ultimi baluardi
    A partire dagli anni ’90, l’Italia ha iniziato ad avere un ruolo (e una rappresentanza) sempre più marginale in Formula 1. Gli ultimi baluardi nel Circus per il nostro Paese sono stati senza dubbio Jarno Trulli e Giancarlo Fisichella, nonché gli ultimi a vincere un Gran Premio (1 vittoria per l’abruzzese, Monaco 2004; 2 vittorie per il romano, Australia 2005 e Malesia 2006). Entrambi sono stati anche gli ultimi a conquistare una pole position (Fisichella in Belgio, 2009), a salire sul podio (Trulli in Giappone, 2009) e a far registrare il giro più veloce in gara (Trulli in Bahrain, 2009).
    Infine, per ritrovare un pilota italiano in testa a una gara bisogna tornare a Singapore 2019, quando Antonio Giovinazzi ha guidato la gara per una manciata di giri, prima di cedere il passo alle due Ferrari di Sebastian Vettel e Charles Leclerc, involate verso la doppietta finale. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, GP Australia: una storia di velocità, passione e spettacolo

    Il Gran Premio d’Australia di Formula 1 è uno degli eventi più prestigiosi e iconici del calendario automobilistico mondiale. La sua storia, iniziata nel lontano 1928, è un intreccio di coraggio, innovazione e rivalità, che ha visto sfrecciare sul circuito di Melbourne i più grandi piloti di tutti i tempi.

    F1, Gp Australia: le origini e i primi anni
    Le prime edizioni del Gran Premio d’Australia si disputarono su circuiti improvvisati, spesso ricavati da strade cittadine o sterrate. Nonostante le difficoltà logistiche e le condizioni precarie, l’evento attirò un pubblico appassionato e divenne rapidamente un appuntamento imperdibile per gli amanti dello sport a motore.
    L’era moderna e il circuito di Albert Park
    Nel 1985, il Gran Premio d’Australia entrò a far parte del campionato mondiale di Formula 1, segnando una svolta nella sua storia. La competizione acquisì prestigio internazionale e il numero di spettatori crebbe esponenzialmente. Nel 1996, il Gran Premio si trasferì sul nuovo circuito di Albert Park, un tracciato moderno e spettacolare, situato nel cuore di Melbourne.
    Il circuito di Albert Park
    Circuito Australia – credit: racingcircuits.infoIl circuito di Albert Park è un tracciato semi-permanente, ricavato dalle strade che circondano l’omonimo lago. Con una lunghezza di 5.303 metri, il circuito presenta un mix di curve veloci e tratti tortuosi, che mettono alla prova le capacità di guida dei piloti. La sua posizione, a pochi passi dal centro di Melbourne, lo rende uno degli eventi più suggestivi del calendario di Formula 1.
    F1, Gp Australia: i momenti indimenticabili
    La storia del Gran Premio d’Australia è costellata di momenti indimenticabili, dalle vittorie leggendarie di campioni come Ayrton Senna e Michael Schumacher, ai sorpassi mozzafiato e agli incidenti spettacolari. Ogni edizione è un capitolo nuovo di una storia appassionante, che continua ad affascinare milioni di persone in tutto il mondo.
    Il Gran Premio d’Australia oggi
    Oggi, il Gran Premio d’Australia è uno degli eventi più attesi della stagione di Formula 1. La sua atmosfera unica, la bellezza del circuito di Albert Park e la passione del pubblico australiano lo rendono un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di motorsport.
    Alcune curiosità

    Il pilota più vittorioso nella storia del Gran Premio d’Australia è Michael Schumacher, con quattro successi.

    Il record del circuito di Albert Park appartiene a Charles Leclerc, che nel 2024 ha fermato il cronometro sull’1:19.813.

    Il Gran Premio d’Australia è stato teatro di alcuni degli incidenti più spettacolari della storia della Formula 1.

    Il Gran Premio d’Australia è destinato a rimanere uno degli eventi di punta del calendario di Formula 1. Grazie alla sua formula unica, che combina sport, spettacolo e intrattenimento, la competizione continuerà ad attrarre un pubblico sempre più vasto e appassionato.

    GP Australia F1 2024: Sainz trionfa in una gara ricca di colpi di scena
    Il Gran Premio d’Australia 2024, terzo appuntamento del campionato mondiale di Formula 1, è stata una gara emozionante e ricca di colpi di scena, che ha visto il trionfo di Carlos Sainz su Ferrari. Lo spagnolo ha conquistato la sua terza vittoria in carriera, precedendo il compagno di squadra Charles Leclerc e Lando Norris su McLaren.
    La vigilia e le prove
    Il weekend di Melbourne era iniziato con le prove libere che avevano visto le Ferrari di Leclerc e Sainz in grande forma, con il monegasco che aveva fatto segnare il miglior tempo nella seconda sessione. Tuttavia, in qualifica, è stato Max Verstappen a conquistare la pole position, davanti a Sainz e Leclerc.
    La gara
    La partenza è stata relativamente tranquilla, con Verstappen che ha mantenuto la testa della corsa. Tuttavia, la gara è stata subito animata da diversi colpi di scena. Al quarto giro, Verstappen ha iniziato a lamentare problemi ai freni ed è stato costretto a ritirarsi, lasciando via libera a Sainz, che si è portato al comando della gara.
    Sainz ha mantenuto la leadership fino al traguardo, conquistando una vittoria importante per la Ferrari e per la sua carriera. Leclerc ha completato la doppietta per la scuderia di Maranello, mentre Norris ha conquistato il terzo gradino del podio, davanti al compagno di squadra Oscar Piastri.
    La gara è stata caratterizzata anche da altri episodi, come l’incidente tra George Russell e Fernando Alonso, che ha causato il ritiro del pilota britannico e una penalità di 20 secondi per Alonso.
    Curiosità e statistiche

    La vittoria di Sainz è stata la prima per la Ferrari a Melbourne dal 2018.

    Il Gran Premio d’Australia 2024 ha fatto registrare un nuovo record di presenze, con 452.055 spettatori nel corso del weekend.

    Charles Leclerc ha fatto segnare il giro più veloce della gara, con un tempo di 1:19.813.

    Un successo importante per la Ferrari
    La vittoria di Sainz a Melbourne ha rappresentato un successo importante per la Ferrari, che dimostrò di essere competitiva su un circuito difficile come quello di Albert Park. La doppietta ottenuta in Australia fu un segnale incoraggiante per il resto della stagione.
    Il Gran Premio d’Australia si conferma uno degli eventi più importanti del calendario di Formula 1. La sua atmosfera unica, la bellezza del circuito di Albert Park e la passione del pubblico australiano lo rendono un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di motorsport. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Colapinto: “Prima di me, Briatore ha trovato Schumacher e Alonso”

    Franco Colapinto – via x.com/FranColapinto
    L’edizione in lingua spagnola di Caranddriver.com ha parlato in esclusiva con Franco Colapinto, che ha raccontato il suo percorso verso la Formula 1 e quali saranno i suoi prossimi passi. Il pilota argentino, lanciato dalla Williams e ora terzo pilota di Alpine, ha detto: “Flavio Briatore ha trovato Michael Schumacher e Fernando Alonso, ora sono il prossimo sulla sua lista”.

    Colapinto volevo arrivare in Formula 1, come tanti giovani piloti però. Il pilota argentino ha coltivato questo sogno da quando aveva otto o nove anni.
    A differenza della stragrande maggioranza dei piloti che arrivano in F1, che hanno dedicato anni alla preparazione con programmi specifici che includono molti chilometri su vetture di quella categoria, Colapinto è arrivato acerbo, poiché oltre al simulatore, era salito su una Williams solo in alcuni test post-stagione e nelle prove libere del Gran Premio di Gran Bretagna.
    A scommettere su di lui fu James Vowles, il Team Principal della Williams, che prese la decisione di promuovere l’argentino in F1, al posto di Logan Sargeant.
    “Ti chiamano e tu cosa dici… no, perché è rischioso? È una sciocchezza”, ha detto Colapinto che poi ha anche aggiunto: “Direi che è stata una bellissima opportunità; mi è piaciuto molto poter realizzare il sogno della Formula 1. Dopo tanto lavoro, è stato un piacere poter godere di questa opportunità e aver potuto fare bene e aver ottenuto ottimi risultati”.

    “Ovviamente – ha voluto precisare Colapinto – è stata un’operazione complicata, ho fatto solo 450 o 500 chilometri in Formula 1 prima della mia prima gara e beh, è ​​sempre complicato. Penso che Antonelli avesse fatto 15.000 chilometri prima del suo debutto. Ovviamente è stato complicato, ma è stato anche sorprendente quanto velocemente mi sono adattato, che ho fatto punti, che ho fatto un Q3, e penso che tutto questo abbia aggiunto molto. Alla fine penso che sia stato meglio fare poca preparazione e adattarsi rapidamente. Fortunatamente in Williams sono stati molto bravi, erano a mia disposizione e mi hanno aiutato a imparare, e tutto ciò di cui avevo bisogno”.
    E parlando di Briatore ha detto: “Posso solo dire che per me è un onore. Ha trovato Michael Schumacher e Fernando Alonso, che poi sono diventati campioni, quindi per me il suo arrivo è stato molto speciale. Il fatto che mi notino e che io possa essere il prossimo sulla lista è ovviamente molto bello. Ha fatto uno sforzo per avermi dopo aver visto cosa sono in grado di fare”.
    Intervista completa su Caranddriver.com LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Leclerc parla del suo rapporto con Hamilton e svela cosa lo ha sorpreso!

    Charles Leclerc ha parlato del suo rapporto con Lewis Hamilton e ha svelato cosa lo ha sorpreso! Le parole del monegasco della Ferrari.Leclerc e Hamilton – credits: FerrariCharles Leclerc ha raccontato a Formula1.com la sua esperienza di lavoro con Lewis Hamilton alla Ferrari: il monegasco ha ammesso di essere rimasto “sorpreso” dalla somiglianza dei loro stili di guida, che considera un fattore positivo per la squadra.
    Durante i giorni di test in Bahrain, a Leclerc è stato chiesto cosa si prova nel vedere Hamilton vivere le emozioni che derivano dall’ingresso in Ferrari, cosa che lui stesso ha vissuto quando ha debuttato per la scuderia nel 2019: “È davvero bello vederlo”, ha risposto Leclerc che poi ha anche aggiunto: “Ovviamente è molto diversa la situazione in cui si trova Lewis adesso. Quando sono arrivato (in Ferrari, ndr), avevo fatto solo un anno in Formula 1 (con la Sauber, ndr), quindi tutto era ancora nuovo per me e dovevo imparare come funzionava una squadra come la Ferrari in Formula 1, anche se conoscevo la fabbrica e tutto il resto essendo stato nella Ferrari Driver Academy prima”.

    Leclerc non ha negato di aver “sofferto” un po’ la presenza ingombrante di una star come Hamilton: “Per me questo ha significato che l’off-season è stata un po’ più in ombra, ma mi sono divertito. Mi sono concentrato su me stesso e sto spingendo al massimo per essere pronto per la prima gara e non vedo l’ora che arrivi quest’anno. Spero di iniziare l’anno in modo più positivo rispetto all’anno scorso”.
    Dalle parole del mongasco trapela anche un po’ di timore di non essere all’altezza del suo nuovo compagno di squadra.
    Tornando al rapporto con Hamilton, Leclerc spera che possano “spingere nella stessa direzione”, dato che entrambi hanno in comune alcuni aspetti del loro stile di guida: “Sono rimasto sorpreso: il nostro stile di guida è molto simile”, ha ribadito il 27enne pilota al suo settimo anno a Maranello che poi ha anche aggiunto: “A entrambi piace spingere molto, soprattutto nelle entrate, e su questo siamo abbastanza simili”. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Mansell scommette sul successo di Hamilton in Ferrari

    Nigel Mansell scommette sul successo di Lewis Hamilton alla Ferrari e prevede “un anno straordinario” per il Circus della Formula 1.Lewis Hamilton – credits: Ferrari

    L’ex pilota della Ferrari Nigel Mansell – su Formula1.com – ha espresso il suo sostegno a Lewis Hamilton dopo il passaggio del sette volte campione del mondo alla Scuderia di Maranello.
    Hamilton ha concluso una permanenza di oltre un decennio alla Mercedes per intraprendere una nuova sfida con la Ferrari, ufficializzando il passaggio il 2 febbraio 2024.
    Parlando dopo la tre giorni di test in Bahrain, Hamilton ha spiegato che si sta “divertendo molto” al volante della SF-25 e che il suo unico obiettivo è vincere con la Ferrari.
    Mansell, che ha parlato prima di queste uscite in occasione dell’evento di lancio di F1 75 Live a Londra, ritiene che il suo esperto collega britannico abbia le carte in regola per scrivere un altro capitolo di successi in questo sport: “Penso che sia assolutamente brillante. Credo che la maggior parte dei fan lo sostenga. Io sono sicuramente dalla sua parte”.

    Il pilota inglese, campione del mondo con la Williams, ha poi aggiunto: “Penso che possa farcela. È molto emozionante per lui e per la Ferrari. Penso che sarà l’anno più bello da vedere”.
    Un altro ex pilota della Ferrari, Jean Alesi, aveva condiviso pensieri simili a quelli di Mansell: “Conosco molte persone in Ferrari – ha detto il francese – e ha impressionato tutti”. Alesi, in Ferrari dal 1991 al 1995 e con una sola vittoria in carriera ha poi aggiunto: “Ha impressionato tutti con la sua presenza e il modo in cui si presenta alla squadra. È stato davvero uno shock culturale per la Ferrari avere un campione del genere. Senza nulla togliere a Charles e Carlos”.
    In merito a come potrebbe essere il rapporto tra Hamilton e Leclerc, Alesi ha aggiunto: “Charles sarà sicuramente più competitivo, avendo con sé un campione del genere. Lewis gli darà sicuramente più motivazione”. LEGGI TUTTO

  • in

    Honda e Red Bull: i veri motivi dietro al loro divorzio

    Il 2026 rappresenterà una data spartiacque per la storia della F1, ma non solo. La rivoluzione telaistica e motoristica dell’anno prossimo, infatti, metterà la parola fine alla collaborazione tra Red Bull e Honda, che tante soddisfazioni ha portato e sta portando a entrambi i protagonisti. In un articolo apparso su Motorsport.com, il giornalista britannico Ronald Vording ha ricostruito ragioni e passaggi di un divorzio che, comunque vada, farà storia.
    Dal Covid ai trionfi di Verstappen
    La pandemia di Covid-19 che nel 2020 è esplosa in tutto il mondo ha avuto conseguenze importanti anche sulle decisioni prese nel mondo del motorsport. Tra queste, una delle più clamorose fu quella annunciata da Honda il 2 ottobre 2020, con il colosso giapponese a smarcarsi completamente dalla F1 e dai propri partner Red Bull e, di conseguenza, Alpha Tauri al termine della stagione 2021. A quel punto, per il team di Milton Keynes una sola strada risultò percorribile, dal momento che intorno a sé si trovò praticamente ad avere terra bruciata, come spiegato da Christian Horner.
    “Non avremmo avuto un motore dalla Mercedes e con la Ferrari non eravamo sicuri di quanti cilindri avremmo avuto! Avevamo già lavorato con la Renault e tornare indietro non ci sembrava giusto. Quindi siamo stati quasi costretti a prendere una strada diversa. La nostra idea era di acquisire la proprietà intellettuale del motore Honda e di costruire, assemblare e curare noi stessi la PU omologata fino alla fine di questo ciclo. Quando abbiamo iniziato a capire qual era lo scenario, abbiamo capito che era sempre più complesso. Il processo non riguardava solo la produzione dei motori, c’era molto di più. Bisogna avere a che fare con una catena di fornitori e cose del genere”.
    Una situazione complicata, dunque, per Red Bull. Per fortuna di Horner e dei suoi uomini, le conseguenze della pandemia su Honda si rivelarono meno pesanti di quanto pronosticato, e i giapponesi si trovarono a tornare sui propri passi. In questo modo, si è riusciti da entrambe le parti a trovare una soluzione, con una collaborazione che arriverà fino al termine del campionato che sta per iniziare. Dal 2026, però, tutto cambierà, e sicuramente ci saranno conseguenze importanti per tutti gli attori.
    Honda voleva Red Bull anche per il 2026, ma a Milton Keynes si erano già mossi
    “Le normative 2026 con metà della potenza fornita dal motore a combustione e l’altra metà dall’ibrido ha molto interessato sia Honda che Honda Racing-. Ci attrae anche la direzione verso i carburanti sostenibili. Per tutte queste cose, abbiamo deciso di tornare ufficialmente in Formula 1. Ma quando abbiamo formalmente interrotto le nostre attività in Formula 1, Red Bull ha fondato la sua società di power unit. Di conseguenza, non c’era più lo spazio per riaprire una collaborazione”.
    Queste parole di Koji Watanabe, presidente di HRC, danno l’idea della situazione che i giapponesi hanno dovuto affrontare nel momento in cui sono dovuti arrivare a prendere una decisione importante. Scadendo il contratto di fornitura con Red Bull nel 2025, occorreva in pratica decidere cosa fare di un rapporto che ha portato gloria, successi e tanto pregio alla Casa del Sol Levante. Si è valutata anche la possibilità di produrre la componente a combustione interna nelle strutture inglesi e quella elettrica in Giappone, ma ben presto si è arrivati alla conclusione che tutto ciò sarebbe stato un handicap piuttosto che un vantaggio.

    A quel punto, è risultato evidente come la prosecuzione del rapporto oltre il 2025 fosse impossibile, e il Red Bull Powertrains, la branca che andrà ad occuparsi della progettazione e della implementazione delle nuove PU, andrà a lavorare con Ford, segnando il ritorno del marchio dell’ovale blu in F1. Honda, invece, andrà ad equipaggiare le vetture Aston Martin, e questo potrebbe avere ripercussioni importanti, soprattutto considerando l’arrivo a Silverstone di Adrian Newey.
    Honda, Aston e… Max?
    Ora, è evidente che questa separazione porterà a conseguenze importanti per entrambe le realtà. In particolare, già ha fatto scalpore il passaggio di Adrian Newey alla corte di Lawrence Stroll, lavorando praticamente già sul prototipo del 2026. È evidente che la squadra british green non abbia nessuna voglia di farsi trovare impreparata in vista di questo “nuovo inizio”, e le sue sirene potrebbero attrarre anche l’altro tassello che ha portato alla costruzione di quel puzzle praticamente invincibile (fino a giugno 2024) chiamato Red Bull.
    Max Verstappen, infatti, sembra ormai essere il prossimo target del magnate canadese e dei suoi uomini. Un suo passaggio in Aston Martin segnerebbe un momento epocale, e pare che l’offerta fatta all’olandese sia di quelle che non si possono rifiutare. Il pilota di Hasselt, inoltre, andrebbe a ricongiungersi proprio con Honda, con cui ha ottenuto tutti i suoi quattro titoli. Sarebbe certamente una bella storia da raccontare; restiamo in attesa, ma la sensazione è che la separazione tra Red Bull e Honda continuerà a portare con sé diversi strascichi, anche oltre il 2025. LEGGI TUTTO

  • in

    L’evoluzione dei 10 attuali team F1, dalle origini ad oggi

    Un viaggio nella storia, attraverso l’evoluzione degli attuali 10 team di Formula 1, dalle loro origini ai giorni nostri.Infografica: x.com/F1

    La Formula 1 non è solo un campionato automobilistico: è l’apice del motorsport, dove velocità, tecnologia e passione si mescolano per creare uno spettacolo senza pari. Ogni stagione, la griglia di partenza si arricchisce di nuovi protagonisti, ognuno con una propria storia che rispecchia non solo la competizione sportiva, ma anche l’evoluzione tecnologica, l’ingegneria e la strategia gestionale. Questo nostro viaggio nella storia delle Scuderie F1 ci permette di comprendere non solo l’evoluzione dei team, ma anche l’essenza stessa della Formula 1: una battaglia continua tra ingegno umano e velocità pura.
    Evoluzioni Team F1, Ferrari: il mito senza tempo
    La storia della Scuderia Ferrari affonda le sue radici nel lontano 1929, quando Enzo Ferrari fondò la squadra come divisione sportiva della Alfa Romeo. Dopo il debutto in Formula 1 nel 1950, la Ferrari è diventata la scuderia simbolo della competizione, rappresentando l’eccellenza del motorsport italiano. Con 16 titoli mondiali costruttori e 15 titoli piloti, la Ferrari è la squadra con il maggior seguito di tifosi in tutto il mondo. La passione per le corse, l’ingegneria di alta qualità e una continua spinta all’innovazione hanno permesso alla Ferrari di dominare la scena della F1 per decenni. Ogni vittoria è celebrata come una vittoria dell’Italia, e la “Rossa” continua a essere un simbolo di eccellenza, alimentando la competizione con nuovi progetti e talenti.
    Red Bull: l’astro nascente
    La Red Bull è una delle storie più straordinarie nel panorama della Formula 1. Fondata nel 2005, questa scuderia austriaca ha rapidamente conquistato la vetta del motorsport grazie a un approccio audace e innovativo. Dopo l’acquisizione del team Jaguar Racing (ex Stewart Grand Prix), la Red Bull ha investito enormemente in tecnologia e in un vivace programma di scouting, che ha portato alla scoperta di piloti come Sebastian Vettel e Max Verstappen. Con 6 titoli mondiali piloti e 4 costruttori, la Red Bull ha scritto una delle pagine più brillanti della F1 moderna. Il suo dominio nell’era turbo-ibrida, in particolare, è frutto di una continua spinta all’innovazione e un team sempre pronto a sfidare i giganti come Ferrari e Mercedes. La Red Bull è diventata sinonimo di strategia brillante e di successi che sembrano destinati a durare nel tempo.
    Mercedes: la potenza tedesca
    La Mercedes ha una lunga storia nelle corse, risalente agli anni ’50, quando le sue vetture dominarono la scena con piloti leggendari come Juan Manuel Fangio. Tuttavia, è dal 2010 che la casa tedesca ha avviato una nuova era di successi senza precedenti, con il ritorno in F1 via Brawn Gp, ex Honda, BAR e Tyrrell. Da allora, la Mercedes ha dominato l’era ibrida con 7 titoli mondiali costruttori consecutivi dal 2014 al 2020. Il team tedesco ha spinto al limite le tecnologie del motore ibrido, stabilendo nuovi standard di prestazione e affidabilità. Grazie a piloti come Lewis Hamilton, che ha dominato la F1 negli ultimi anni, la Mercedes si è imposta come uno dei riferimenti indiscussi nel motorsport.
    Evoluzioni Team F1, McLaren: la leggenda britannica
    Fondata nel 1963 da Bruce McLaren, questa scuderia britannica è una delle più titolate della storia della F1, con 8 titoli mondiali costruttori e 12 piloti. La McLaren ha sempre rappresentato il cuore dell’innovazione, sia in pista che fuori. La squadra ha lanciato numerose tecnologie pionieristiche, come l’introduzione delle prime monoscocche in fibra di carbonio, una vera rivoluzione per la sicurezza dei piloti. Nel corso degli anni, la McLaren ha avuto piloti leggendari come Ayrton Senna, Alain Prost, Mika Häkkinen e Lewis Hamilton, tutti protagonisti di battaglie memorabili. Nonostante alcuni periodi di difficoltà, la McLaren è sempre riuscita a risalire la china, mantenendo un posto d’onore nella storia della Formula 1.
    Alpine: la rinascita francese
    La storia dell’Alpine è strettamente legata a quella di Renault (ex Benetton e Toleman), che ha debuttato in Formula 1 nel 1977. Dopo la parentesi Lotus e il ritorno in F1 sempre come Renault, il marchio ha subito un processo di rebranding nel 2021, assumendo il nome Alpine per sottolineare la sua connessione con la tradizione automobilistica francese. Con un passato di successi, tra cui i titoli mondiali conquistati da Fernando Alonso nel 2005 e 2006, l’Alpine sta cercando di tornare ai vertici, focalizzandosi su una tecnologia innovativa e sulla valorizzazione di giovani talenti. La scuderia è pronta a rinnovare la sua competitività, mirando a recuperare il terreno perduto nel corso degli ultimi anni.
    Aston Martin: il ritorno di un marchio storico
    L’Aston Martin ha una lunga storia nel mondo delle corse, ma la sua partecipazione alla Formula 1 ha avuto una parentesi lunga e complessa. Dopo un periodo di assenza, nel 2021 la scuderia britannica è tornata in F1 con un nuovo progetto che ha preso il posto del team Racing Point, già ex Force India e in origine Jordan Grand Prix. Il marchio, celebre per la sua eleganza e il design raffinato, ha portato con sé un forte patrimonio di successi nelle corse automobilistiche. Con un forte impegno nell’ingegneria e nel design delle vetture, l’Aston Martin ha come obiettivo quello di tornare a essere una forza dominante, facendo leva su prestazioni elevate e una filosofia che unisce tradizione e modernità.

    Racing Bulls: radici italiane
    Il team RB, nato come Minardi F1 Team e più recentemente conosciuto come Toro Rosso e poi AlphaTauri, ha avuto un percorso interessante all’interno della Red Bull. Fondato nel 2006, il team ha avuto la missione di fornire una piattaforma per i giovani piloti, e nel corso degli anni ha avuto il merito di scoprire talenti come Sebastian Vettel, che ha poi vinto il campionato del mondo. Dopo il rebranding a AlphaTauri nel 2020, il team ha continuato a crescere, consolidandosi come un’importante realtà nella griglia di partenza. Pur essendo sempre stata una scuderia di “seconda fascia”, la Racing Bulls ha spesso sorpreso per il suo spirito competitivo e la sua capacità di lottare contro squadre più potenti.
    Evoluzioni Team F1, Williams: la tradizione britannica
    Gp Italia F1 1995, Monza: Hill, Williams, Head, Newey | foto: Andrea Gallazzi – CircusF1Fondata nel 1977 da Frank Williams, la scuderia è stata per decenni una delle forze dominanti della Formula 1. Con 9 titoli mondiali costruttori e 7 piloti, la Williams ha scritto la storia del motorsport con una filosofia che ha sempre puntato sull’ingegneria e sullo spirito di squadra. Nonostante le difficoltà economiche e i periodi di crisi, la Williams è riuscita a mantenere la sua identità come uno dei team più rispettati. La sua resilienza e passione sono la chiave per comprendere il suo status nella storia della F1, un patrimonio che non si dimentica facilmente.
    Evoluzioni Team F1, Haas: la nuova sfida americana
    Fondata nel 2014, la Haas è l’esempio di come un team giovane possa entrare in Formula 1 e competere ad alti livelli. Grazie alla partnership con Ferrari, Haas ha avuto un buon inizio, mostrando fin da subito di essere in grado di inserirsi nella lotta per i posti di centro-griglia. Pur essendo ancora un team giovane, la Haas ha mostrato grandi potenzialità e una determinazione a far crescere il proprio progetto.
    Sauber F1 Team: l’eccellenza svizzera
    Il Sauber F1 Team, fondato da Peter Sauber nel 1993, è una scuderia svizzera che ha avuto un impatto notevole nella Formula 1. Con una reputazione per la qualità e l’affidabilità, Sauber ha saputo sviluppare vetture competitive, portando alla luce talenti come Kimi Räikkönen. Nel 2019, Sauber ha cambiato nome in Alfa Romeo Racing, ma ha mantenuto la sua identità e la sua tradizione nel motorsport. Oggi continua a essere un attore importante nella competizione. Dopo la fine dell’accordo con Alfa Romeo, il 15 dicembre 2023 il team svizzero ha annunciato il nuovo nome per la stagione 2024 di Formula 1: Stake F1 Team Kick Sauber. Questo segna il ritorno del nome Sauber nel campionato per la prima volta dal 2018. Tuttavia, il 1° gennaio 2024 è stata scelta la denominazione definitiva Stake F1 Team, mentreKick Sauber è rimasto il nome del telaio. Nonostante ciò, nell’elenco ufficiale dei partecipanti della FIA, il team è registrato con il nome completo.
    Un futuro di emozioni
    La Formula 1 è uno sport in continua evoluzione, dove ogni stagione porta con sé sfide sempre nuove. I team, con la loro storia, le loro vittorie e i loro fallimenti, sono il cuore pulsante di questo sport. In un panorama sempre più competitivo e tecnologicamente avanzato, la battaglia tra le scuderie si fa ogni anno più affascinante, mentre nuove storie si intrecciano con quelle del passato, creando un ciclo che continua a incantare milioni di tifosi in tutto il mondo. La leggenda della Formula 1 si rinnova, e ogni team è una parte essenzial di questa straordinaria epopea.
    Scritto da: Alessandro De Paola LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Ecclestone: “Hamilton avrà molti nemici in Ferrari e non è più motivato”

    Leclerc e Hamilton – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    In una lunga intervista a ‘The Telegraph‘, dove Bernie Ecclestone non esita a definire Donald Trump “la cosa migliore che potesse capitare al mondo”, l’ex numero uno della Formula 1 ha parlato di Lewis Hamilton affermando che, in Ferrari, potrebbe avere molti nemici, a causa della posizione di Charles Leclerc in squadra.
    “Piero Ferrari lo ha portato lì (in Ferrari, ndr) e pensa ancora di aver fatto la cosa giusta”. Ha esordito così Mr. Ecclestone, parlando dell’arrivo di Hamilton a Maranello.
    L’ex Boss indiscusso del Circus ha poi anche aggiunto: “Spero che sia così. Spero che non si siano buttati a capofitto e che finiscano per rimpiangere di non averlo fatto”.
    Dopo 12 lunghi anni alla Mercedes, Hamilton, a 40 anni suonati, è alla ricerca di una nuova sfida con la Ferrari, nella speranza di conquistare l’ottavo titolo mondiale piloti. Solo tre piloti di 40 anni o più, nella storia della Formula 1, ci sono riusciti: l’ultimo è stato Jack Brabham nel 1966.
    Dopo l’ultima difficile stagione con la Mercedes, dove Hamilton ha dato l’impressione di essere un po’ demotivato, il suo recente arrivo a Maranello ha mostrato un pilota “rinato” e con una gran voglia di tornare ai vertici della Formula 1. Tuttavia, Ecclestone ritiene che il sette volte campione del mondo sia tutt’ora demotivato: “Ho una mia teoria al riguardo – ha detto a The Telegraph -. Non è l’età dei piloti, ma da quanto tempo fanno la stessa cosa. Lewis ha perso la motivazione. Se non avesse mai vinto un campionato del mondo, sarebbe stato diverso, perché allora ci sarebbe stato un incentivo a vincerne uno. Ma ne ha vinti sette”.

    Ecclestone, Hamilton e i nemici dell’inglese in Ferrari
    Parlando poi di Charles Leclerc, alla sue settima stagione in Ferrari, Ecclestone non ha esitato a ritenere che, a causa del solido legame del monegasco con il team, Hamilton avrà dei “nemici” alla Ferrari aggiungendo poi anche: “Lewis si mette in mostra in un modo tale da risultare antipatico. Come un ragazzo che ha vinto qualche titolo mondiale e ha qualche dollaro in banca pensa di potersi vestire come vuole. Io non sono un suo fan su questo. Ha molto talento come pilota. Non capisco perché faccia tutte queste altre ‘sciocchezze’. Deve uscire dal mondo della musica e da qualsiasi altra cosa”. LEGGI TUTTO