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    F1, In fuga dalla Ferrari. L’indiscrezione di Gazzetta: “Mekies lascerà Maranello”

    La Ferrari non attrae talenti, anzi, la contrario, anche Laurent Mekies sarebbe pronto a lasciare Maranello. L’indiscrezione è arrivata oggi su Gazzetta.it, in un articolo firmato dal giornalista Luigi Perna.

    Laurent Mekies, attuale Racing Director – Head of Track Area della Scuderia Ferrari, sarebbe il prossimo membro della Scuderia a lasciare Maranello. Dopo Mattia Binotto e David Sanchez, un’altra pedina importante dell’organigramma della squadra corse sarebbe in procinto di andarsene.
    La destinazione, stando a quanto scrive Perna, sarebbe già noto e importante. Il francese tornerebbe infatti in AlphaTauri per ricoprire il ruolo di Team Principal della squadra di Faenza. Mekies aveva praticamente iniziato la sua carriera in Formula 1 proprio in Minardi, dopo una breve esperienza in Inghilterra, alla Arrows.
    Nel team italiano, poi entrato nell’orbita di Red Bull, l’ingegnere meccanico rimase fino al 2014, anno in cui entrò a far parte della FIA, in qualità di direttore della sicurezza e responsabile dello sviluppo dell’Halo. Nel 2017 è stato nominato vicedirettore di gara della Formula 1.

    Un anno dopo però, si trasferì in Ferrari (settembre 2018) dove assunse il ruolo di Direttore Sportivo. Dal 2019 ha inoltre assunto la responsabilità del reparto Performance in pista e da ultimo quello di Racing Director.
    Anche se tutti dicono che i rapporti con Fred Vasseur siano buoni, da quanto abbiamo appreso invece tra i due ci sono stati screzi che hanno portato poi Mekies a decidere di prendere una strada diversa.
    Sempre secondo la Gazzetta, il francese potrebbe affiancare l’attuale Team Principal Franz Tost per poi sostituirlo in quel ruolo, forse già a partire dalla prossima stagione.

    Leggi l’articolo di Luigi Perna su Gazzetta.it LEGGI TUTTO

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    F1, A Baku il nuovo format con due sessioni di qualifiche

    I sei weekend con la Gara Sprint cambiano ancora: a Baku debutterà il nuovo format che prevede due sessioni di qualifiche, uno per la Sprint del sabato e uno per la Gara della domenica. Un’unica sessioni di libere, quella del venerdì.

    VENERDI’
    – Prove Libere I (FP1)– Qualifiche valide per lo schieramento di partenza della gara di domenica
    SABATO
    – Qualifiche (ShootOut), valide per lo schieramento di partenza della gara sprint di sabato– Gara Sprint
    DOMENICA
    – Gara
    Il format del Gran Premio dell’Azerbaijan sarà quello indicato qui sopra. Nella giornata di venerdì, i 20 piloti scenderanno in pista per la consueta sessione di prove libere. Nel pomeriggio andrà in scena la prima sessione di qualifiche che, a differenza di quanto accaduto fino ad ora, saranno valide per lo schieramento della gara di domenica e non più per la Sprint del sabato.

    La griglia di partenza della Gara Sprint sarà invece definito da una seconda sessione di qualifiche (denominate ShootOut) che si disputeranno sabato mattina. Nel pomeriggio, il programma prevede la Gara Sprint, il cui risultato non sarà più determinante per la griglia della gara domenicale.
    Domani sarà comunicata l’ufficialità di questo cambiamento regolamentare. LEGGI TUTTO

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    F1, Eddie Jordan: “Il Budget Cap è una farsa”

    Eddie Jordan ritiene che il modo in cui la Red Bull stia dominando la nuova stagione di Formula 1 sia la dimostrazione che il budget cap è una farsa.

    La Red Bull “ha aggirato” le regole sul budget ed il pungente Eddie Jordan non ha esitato a definirle una vera e propria “farsa“. Infatti, nonostante abbia dovuto scontato una penalità in galleria del vento, per la violazione del budget cap, la Red Bull è in testa al campionato.
    “Vorrei dire che è troppo presto, ma in cuor mio penso che sia fatta”, ha dichiarato al London Luxury Afloat che poi ha anche aggiunto: “Non riesco a vedere nessuno con la forza, la conoscenza, la velocità e la capacità della Red Bull. La sfida è scoraggiante”.

    Jordan ha poi sottolineato come il dominio della Red Bull sia anche un indicatore del fatto che la punizione inflitta loro per la violazione del budget abbia fatto poca differenza: “Penso che il tetto dei costi sia una farsa. Al giorno d’oggi, se si dà una regola a qualcuno, questi la aggira. Se si impone una serie di regole a una persona, queste vengono aggirate. Non capisco il tetto dei costi perché penso che sia praticamente impossibile da controllare”. LEGGI TUTTO

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    F1, SONDAGGIO | Questa Formula 1 vi piace così com’è?

    Altro Gp altro caos decisionale in F1. Dopo il convulso post gara in Arabia Saudita con Alonso prima penalizzato, poi no, ecco una nuova serie di scelte discutibili nel finale del Gp Australia. Da quando è subentrata Liberty Media la massima formula sta prendendo una piega molto diversa nella gestione rispetto al passato targato Ecclestone.
    F1, SONDAGGIO | Questa Formula 1 vi piace così com’è?

    Lo show è diventato ancora di più un “must”, si sono riscritte le regole del gioco ma facendo anche molta confusione e alimentando inevitabili polemiche. Assistiamo sicuramente a competizioni e temi tecnici interessanti ma spesso la chiarezza nelle decisioni da prendere sul momento latita, e tanto con il serio rischio di far diventare questo sport un terreno di dibattito tra avvocati Azzeca-garbugli. Le discussioni e le critiche a chi ha in mano il sistema divampano così come si registrano indiscutibili apprezzamenti allo spettacolo messo in piedi.
    A questo punto urge, quindi, interrogarsi su dove la F1 stia andando partendo dal comprendere bene il suo livello di gradimento generale. È fondamentale, dunque, capire una buona volta per tutte l’orientamento dei followers con una domanda secca, che vi rivolgiamo: questa F1 così com’è oggi vi piace o no? A voi la parola e il centro dell’attenzione perché è sempre l’appassionato il fulcro su cui regge qualsiasi sport. LEGGI TUTTO

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    F1 2023, Gp Australia: Leclerc subito out alla partenza!

    Continua il periodo nero di Charles Leclerc in questo inizio di stagione di F1 2023 e, di riflesso, della stessa Ferrari.

    Il pilota monegasco che partiva dalla settima piazzola dello schieramento di partenza del Gp Australia a Melbourne è finito subito fuori strada all’esterno dell’imbocco della curva 3 piantandosi nella ghiaia.
    Decisivo è stato un contatto tra la sua SF-23 e l’Aston Martin di Lance Stroll, nel tentativo di difendere la sua posizione. E con questo ritiro siamo già a due zeri per il ferrarista. Una situazione simile a quella di Verstappen nell’avvio del Mondiale 2022 ma la Red Bull, allora, aveva ben altro potenziale tecnico da sfruttare.

    LAP 1/58
    LECLERC IS OUT OF THE RACE!!!
    The Ferrari driver spins off into the gravel and it’s all over at Turn 3 😫#AusGP pic.twitter.com/iKwyshR5nR
    — Formula 1 (@F1) April 2, 2023 LEGGI TUTTO

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    La Formula 1 fra amore, spettacolo e prove libere

    La colpa dev’essere dell’aria di primavera che scatena insopportabili allergeni, oppure del vento del deserto, che ha sollevato troppa sabbia offuscando la vista. O, forse, stiamo subendo gli effetti di aver inavvertitamente ascoltato la sigla della Formula Uno trasmessa in loop al contrario: se ci avessimo provato con Stairway to Heaven, avremmo sentito invocazioni a satana, noi invece sentiamo Stefano Domenicali affermare che, fosse per lui, eliminerebbe le sessioni di libere “perché interessano solo agli ingegneri e per nulla agli spettatori”.
    Ah, l’ha detto sul serio?
    L’ha detto sul serio.
    Ah, è uscita una smentita?
    Sì, ma sembra pari pari il meme in cui c’è un lago pieno d’acqua tenuto da una possente diga, la quale presenta, però, una piccola falla dalla quale ne fuoriesce un getto copiosissimo.
    Non è un buon procedere, parlando di Formula Uno e sport a motori, sostenere una tesi facendo paragoni con altri sport che poco o nulla hanno in comune fra loro, se non il fatto di essere, appunto, degli sport, eppure queste surreali dichiarazioni di colui che è a capo di Liberty Media – dopo aver fatto carriera in Scuderia, quindi non proprio un qualunque travet con emolumento a 5 o 6 zeri – mi ricordano lo stesso atteggiamento di chi mi chiese, anni fa, a che serve una maratona.
    Ora, per farla breve, non starò a dilungarmi sul fatto che sento ancora rimbombare le invettive del poeta Pindaro e dell’eroico Filippide in greco antico direttamente dai Campi Elisi, mentre il poster di Stefano Baldini si distrugge per autocombustione.
    Vorrei, invece, focalizzarmi sull’idea, saccente e imprudente, di applicare categorie di giudizio incoerenti con quel che si vuole valutare. In altri termini: da quando e per quale ragione dobbiamo accostare un concetto di “utilità commerciale” a una disciplina sportiva che ne rappresenta l’epica sin dall’antichità ed è un simbolo dell’olimpiade tanto quanto la fiaccola? Parimenti, da quando e per quale ragione dobbiamo considerare la Formula Uno non nella sua interezza, nella sua evoluzione e nella sua complessità ma solo in funzione di un solo aspetto, cioè quello della spettacolarizzazione dei suoi eventi?

    Posso comprendere le necessità dello show e le ragioni di chi ha investito per comprare un prodotto redditizio, tuttavia non vedo molto spettacolo in un campionato sportivo in cui gli ultimi saranno ultimi se i primi sono irraggiungibili, come diceva Frankie HI-NRG  e come accade in Formula Uno da diversi decenni. Fra le righe, non vedo neanche tutta questa redditività prospettica in una strategia di accaparramento di nuovi fan che possono permettersi un biglietto nelle tribune di Las Vegas – o Miami, Montecarlo, Imola – promettendo loro scintille, duelli, emozioni, suspence e adrenalina per poi, di fatto, mettere in scena un paio d’ore di “spettacolo” in cui un paio di monoposto vanno per conto loro e tutti gli altri sperano di raccogliere le briciole, impegnandosi nell’unica attività non sia stata pesantemente stangata dal budget cap: gufare.
    Da quando e per quale ragione un neofita dovrebbe accostarsi a uno sport competitivo sia a livello agonistico che tecnologico se è già scontato chi vince?
    Il mantra motivazionale non importa quante volte cadi, ma il modo in cui ti rialzi, che domina letteratura, musica, film e didascalie dei post di Instagram,  in Formula Uno viene declinato così: se ti capita di cadere, hai pochissime occasioni di rialzarti perché non puoi provare liberamente, vale a dire che non puoi mettere in campo tutte le tue forze per risollevarti e dimostrare tutto il tuo valore nel farlo. Ha poco senso imparare dagli errori, perché non puoi correggerti, o non puoi farlo in tempo utile nell’arco di un campionato.
    Imparare mi fa tornare in mente che, per me, seguire assiduamente il campionato di Formula Uno, assistendo alle dirette e ascoltando i commentatori, ha significato avere una formidabile occasione di apprendere e sviluppare un interesse. Non dovrebbe essere necessario specificarlo, ma gli sport a motori non attraggono soltanto spiriti adrenalinici, amanti del pilotaggio e sognatrici che vorrebbero accasarsi con giovani e affascinanti atleti, ma anche amanti della tecnologia, della tecnica, del dare forma di automobile al disegno di un bambino, del progettare qualcosa in grado di far danzare l’aria o di… scriverci un romanzo. 
    Chi coltiva il proprio spirito e i propri talenti non dovrebbe mai perdere l’occasione di imparare qualcosa. Apprendere facendo qualcosa che piace, magari seguendo il proprio sport preferito, non è solo efficace, ma è formativo, stimolante e permette letteralmente di salvarsi quando la vita prende una piega negativa.
    Sono perfettamente d’accordo sul fatto che le libere non interessino a tutti o che interessino di più a qualcuno, ma trovo pretestuoso presentare i presunti “interessi degli ingegneri” agli “interessi del pubblico” come contrapposti e antitetici, proprio perché “il pubblico” non ha un interesse unico.
    Purtroppo è ormai chiaro che esista, invece, un unico pubblico che interessa sedurre, mentre quelli come me parlano ancora d’amore.
    Quando la bolla esploderà – perché così accade a tutte le bolle – spero che resti ancora in giro qualche innamorato dal cuore spezzato pronto a raccoglierne quel che resta. LEGGI TUTTO

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    F1, La TD39 non è stata cancellata ma superata dal nuovo regolamento

    Nella giornata odierna, alcuni titoloni hanno alzato un inutile polverone. L’argomento in discussione è stato, ancora una volta, la famosa Direttiva Tecnica 39 (TD39), introdotta lo scorso anno dalla FIA per limitare il porpoising, imponendo un valore massimo di oscillazione del telaio che, di fatto, aveva costretto i Team a modificare gli assetti delle loro monoposto, “sollevando” le vetture e aumentando la distanza tra fondo e asfalto.
    Dal Gran Premio del Belgio 2022, questa normativa è stata accompagnata anche da una verifica da parte dei commissari di gara su una parametro chiamato AOM (Aerodynamic Oscillation Metric) e definito dai tecnici FIA insieme alle squadre.
    Con la nuova stagione, il regolamento tecnico è stato modificato. In particolare, per limitare il porpoising, la decisione presa è stata quella di imporre un innalzamento del fondo vettura e del marciapiede di 150mm, limitando anche la flessione di quest’ultimo elemento. Inoltre anche per il diffusore è stato imposto una maggior distanza dal suolo, di 100mm dal punto più basso, chiamato in gergo chiglia o gomito.

    Questi cambiamenti hanno rimesso in discussione la Direttiva Tecnica TD39 che, di fatto, non è stata abolita ma è stata considerata superata dall’introduzione del nuovo regolamento 2023. La FIA ha confermato ai team, già sul finire dello scorso anno, che le prove di oscillazione non sarebbero più state effettuate, proprio a fronte del nuovo regolamento sulle altezze minime, sulle quali si sono ora concentrate le verifiche dei commissari di gara. LEGGI TUTTO

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    F1, Briatore: “Alonso ha portato entusiasmo, non come Vettel”

    Dopo il Gran Premio dell’Arabia Saudita, Daniele Sparisci (Corriere della Sera) ha intervistato Flavio Briatore che, come di consueto, ha parlato senza peli sulla lingua.

    Due i temi principali toccati da Briatore nella sua intervista al Corriere della Sera: il passaggio di Fernando Alonso in Aston Martin e la crisi della Ferrari.
    Intervista completa su Corriere.it
    IL PASSAGGIO DI ALONSO IN ASTON MARTIN
    “Abbiamo condiviso la decisione, ci siamo presi un rischio”, ha detto Briatore riferendosi al passaggio dello spagnolo dalla Alpine all’Aston Martin che poi ha anche aggiunto: “Ci offrivano due anni di contratto mentre altri, con la scusa dell’età, solo uno. Poi sapevamo che Lawrence Stroll stava mettendo in piedi una grande squadra. Lì dentro vedevamo la voglia di cambiare che non c’era per, esempio, all’Alpine”.
    Briatore ha parlato poi di Lawrence Stroll e dell’ottimo lavoro svolto per far crescere la squadra: “Ha preso un sacco di gente dalla Red Bull e da altri team: nelle loro scuderie facevano i numeri due o tre, lui ha dato loro responsabilità maggiori. Ha investito nella galleria del vento e nella nuova sede di Silverstone. Se vuoi crescere devi fare così”.
    Parlando della Red Bull, il manager di Alonso ha detto: “Aspetterei a dire che il Mondiale è già finito. L’Aston Martin è una macchina ancora “vergine”: vedremo quanto potrà crescere con gli sviluppi. Fernando ha una macchina facile da comprendere e da guidare. Se avrà l’occasione per vincere non se la farà sfuggire”.
    E infine anche una frecciatina a Sebastian Vettel: “Fernando ha portato entusiasmo e ambizioni mai visti prima, niente a che vedere con il periodo di Vettel”.

    LA CRISI FERRARI
    “Non basta cambiare un singolo – ha detto Briatore, parlando della non facile situazione in Ferrari -. Servono personaggi di peso in squadra, ora non ci sono. Ricordo che hanno iniziato a vincere con continuità quando mi hanno portato via 10-12 persone dalla Benetton”.
    L’ex numero uno del Team Renault ha giudicato un “buon lavoro” quello svolto da Mattia Binotto che però poi ha sbagliato nell’aver accentrato su di sé troppe responsabilità. Infine Briatore pensa che la Ferrari sia stata penalizzata dal cambio di regole in corsa, durante la passata stagione: “Bisognava battere i pugni sul tavolo e impuntarsi. Non è che se uno sbaglia il progetto (la Mercedes, ndr) dopo otto anni di vittorie, si debbano cambiare i regolamenti”.
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