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    F1, le notizie di oggi: due dimissioni illustri e un cambio epocale di motore

    E’ arrivata oggi l’ufficilità della fornitura di Power Unit Mercedes ad Alpine. Oltre a questa notizia anche quella di due dimissioni: Niels Wittic, direttore di gara FIA e Dan Fallows direttore tecnico di Aston Martin.

    ALPINE SARA’ MOTORIZZATA MERCEDES

    Mancava solo l’ufficialità che è arrivata oggi. Il Team Alpine F1, a partire dalla stagione 2026, monterà la Power Unit e il cambio Mercedes. Lo ha annunciato oggi la squadra francese con un comunicato molto stringato.
    Qui sotto il tweet con il quale Alpine ha ufficializzato l’accordo di fornitura dal 2026 al 2030.

    Team Statement
    BWT Alpine Formula One Team and Mercedes-Benz sign Power Unit and Gearbox agreements. pic.twitter.com/ucLBR70kK9
    — BWT Alpine Formula One Team (@AlpineF1Team) November 12, 2024

    Restiamo sempre dell’idea che questa “mossa” sia solo il preludio ad una vendita del team che, senza la “zavorra” della progettazione e produzione di una Power Unit, è indubbiamente più appetibile per un acquirente.
    DAN FALLOWS FA SPAZIO A NEWEY E CARDILE
    Dopo due anni alla direzione tecnica di Aston Martin F1, Dan Fallows ha rassegnato oggi le dimissioni. L’ingegnere inglese dovrebbe rimanere all’interno della scuderia, in un ruolodiverso. L’uscita di Falloes precede la gli ingressi di Adrian Newey e di Enrico Cardile, ex Ferrari che ricoprirà il ruolo di Chief Technical Officer, supervisionando l’area tecnica del nuovo progetto 2025.

    NIEL WITTICH SI E’ DIMESSO DA DIRETTORE DI GARA!
    Quando mancano tre gare al termine della stagione, il Direttore di Gara del Mondiale F1, ha comunicato le sue dimissioni, con effetto immediato. Una mossa inattesa che arriva in un momento molto delicato, soprattutto in ottica mondiale costruttori.
    Nel comunicato della FIA, si legge: “La FIA conferma che Niels Wittich si è dimesso dalla sua posizione di Direttore di gara per la Formula 1 per perseguire nuove opportunità. Niels ha svolto il suo lavoro da Direttore di gara con grande responsabilità e dedizione. Lo ringraziamo per il suo impegno e gli auguriamo il meglio per il futuro. Rui Marques subentrerà nel ruolo di Direttore di gara a partire dal Gran Premio di Las Vegas. Rui porta con sé una ricca esperienza, avendo svolto diversi ruoli come quello di commissario di pista, addetto alle verifiche tecniche, vicedirettore di gara e direttore di gara in vari campionati. Nelle ultime due stagioni è stato Direttore di gara dei campionati di Formula 2 e Formula 3”. LEGGI TUTTO

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    Prossimo Gran Premio F1: quando si corre e dove

    Quando si correrà il prossimo Gran Premio di Formula 1? Dopo l’incredibile gara sul circuito di Interlagos in Brasile, il Circus si trasferirà a Las Vegas per poi chiedere il mondiale con le due tappe in Qatar e Abu Dhabi.2 – GP LAS VEGAS F1/2023 – GIOVEDI’ 16/11/2023 – credit: @ Ferrari Spa

    Ai tre appuntamenti consecutivi ad Austin (USA), Messico e Brasile, la Formula 1 si prende un’altra meritata pausa di due settimane per poi chiudere con gli ultimi tre appuntamenti del calandario F1 2024.
    Alla ripresa delle ostilità in pista, i 20 cavalieri del rischio si contenderanno la vittoria sullo spettacolare tracciato di Las Vegas. L’appuntamento statunitense è in programma nel fine settimana che va da venerdì 22 a domenica 24 novembre. Già in quell’occasione, Max Verstappen potrebbe laurearsi campione del mondo F1 per la quarta volta.

    Dopo una sola settimana, il Circus della Formula 1 si trasferirà in Qatar, da venrdì 30 novembre al domenica 1° dicembre. Ancora senza sosta per la 24esima e ultima gara in calendario, il Gran Premio di Abu Dhabi, in programma da venerdì 6 a domenica 8 dicembre.
    Prossimo Gran Premio F1
    22-24 Novembre – USA, Las Vegas | orario TV
    A seguire, gli ultimi due appuntamenti del mondiale F1 202430-01 Dicembre – Qatar, Lusail | orario TV06-08 Dicembre – Abu Dhabi, Yas Marina | orario TV LEGGI TUTTO

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    Gp Brasile F1 2024, le pagelle: Verstappen leggendario, Alpine risorta, Norris scarso e presuntuoso

    Max Verstappen, Red Bull Racing, 1st position, celebrates on the podium during the Brazilian GP at Autódromo José Carlos Pace – Credits: Pirelli Motorsport

    Come in molte altre circostanze, Interlagos regala una gara ricca di colpi di scena e momenti leggendari, grazie all’entrata in scena della pioggia. Che ha reso epico il weekend di Max Verstappen, protagonista della rimonta più bella della sua carriera: da 17° a 1°, una vittoria che ipoteca definitivamente il suo 4° mondiale. Dietro all’olandese fanno un figurone le Alpine di Ocon e Gasly, entrambi sul podio e autori di una corsa di livello elevatissimo. 4° un buon Russell, davanti a un lucidissimo Leclerc, unica Ferrari al traguardo a minimizzare la perdita di punti da McLaren. Già, la papaya, vera sconfitta di questo fine settimana carioca: 6° un imbarazzante Norris, 8° Piastri. Solidissima la Racing Bulls, disastroso Sainz, ma il peggiore di tutti è Lance Stroll. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio del Brasile.
    VOTO 10 A VERSTAPPEN, IL CAMPIONE DIVENTA LEGGENDA
    Nel giardino di Ayrton Senna e del primo titolo mondiale di Lewis Hamilton, Max Verstappen toglie i panni di campione assoluto e indossa quelli di leggenda della Formula 1. Perché la rimonta dal 17° posto iniziale fino al trionfo rimarrà scolpita nella memoria di tutti. 17, come i giri veloci inanellati consecutivamente nella parte finale di gara. Manifesto di una superiorità che, sulla pioggia, rimanda a un certo pilota tedesco. La fortuna, ovviamente, l’ha aiutato. Ma è l’esatta compensazione della sfortuna occorsa in qualifica. Tutto perfettamente bilanciato, tutto come deve essere. Verstappen: categoria leggenda. Certi altri piloti: prego, prendere appunti. Tavola apparecchiata: a Las Vegas può arrivare il 4° titolo consecutivo.
    VOTO 9 ALL’ALPINE, ANATROCCOLO CHE DIVENTA CIGNO
    Quando ci sono gare bagnate, state certi che l’Alpine saprà farsi trovare pronta. È successo a Budapest nel 2021, a Monaco nel 2023 e adesso anche in Brasile. Sin dalle qualifiche si era intuito che il passo per fare l’exploit c’era, soprattutto con Esteban Ocon. Mentre Pierre Gasly era stato costretto all’esclusione prematura nel Q2 per una delle tante bandiere rosse. E la gara, poi, ha confermato tutto: eccellente la scelta di non fermarsi, a differenza degli altri. Baciata dalla fortuna della bandiera rossa, che ha messo due macchine sul podio. Da lì, una difesa lunga 17 giri, che ha portato a un risultato enormemente prestigioso, quanto insperato. In una stagione disastrosa, il team di Enstone sa farsi ancora trovare pronto quando se ne presenta l’occasione. Per una volta, l’anatroccolo è diventato cigno.
    VOTO 8 A RUSSELL, CHE DEMOLISCE HAMILTON
    La sfortuna gli nega, forse, di lottare per la vittoria. Ma dal weekend brasiliano, George Russell esce con un carico di fiducia enorme in vista del futuro. Perché se è vero che non è arrivato neanche il podio, dopo essere stato a lungo in testa, è altrettanto vero che, a parità di macchina, ha disintegrato un certo Lewis Hamilton, costretto a navigare a centro gruppo. Con queste condizioni sa sempre come rendersi protagonista, andando anche oltre gli evidenti limiti della Mercedes. Ma la stoffa resta sempre quella giusta: arriveranno tempi migliori.
    VOTO 7 A RACING BULLS, CON IL COLTELLO TRA I DENTI
    Anche la Racing Bulls rientra tra le “vittime” della sfortuna. Sì, perché la prima bandiera rossa penalizza oltremodo Tsunoda e Lawson, rientrati a montare le full-wet e con un ritmo, prima dell’interruzione, circa cinque secondi più veloce di tutti. Un senso di amarezza, anche perché il giapponese aveva fatto una strepitosa qualifica, centrando il 3° posto. Alla fine, comunque, arriva un buon piazzamento a punti con entrambi i piloti. E la consapevolezza di essersela giocata con tutti. Sempre, col coltello tra i denti.
    VOTO 6 A LECLERC, MASSIMIZZA CON GRANDE LUCIDITA’
    Poteva essere un weekend negativo in ottica costruttori, invece la Ferrari si ritrova con una perdita di appena 7 punti dalla McLaren. Merito esclusivamente di Charles Leclerc. Lucidissimo sin dalla Sprint a non rischiare eccessivamente, accontentandosi di tutto ciò che arrivava. Soprattutto, poi, in condizioni da bagnato, mal digerite dalla SF-24. E alla fine, la buona sorte lo ha assistito: finire davanti a entrambe le papaya su questa pista era impensabile. Nel mentre che il suo compagno la sbatteva nel muro, di nuovo. Ciliegina: il doppio sorpasso da cineteca su Norris e Russell. Alla voce del verbo “massimizzare” va associato il suo nome.

    VOTO 5 A HAMILTON, CHI L’HA VISTO A “CASA SUA”?
    In un fine settimana in cui ha avuto l’onore di guidare la McLaren di Ayrton Senna, proprio a casa sua, Lewis Hamilton vive uno dei weekend peggiori della stagione. In grave difficoltà sin dal venerdì, con l’esclusione nelle SQ1 che lasciavano già presagire l’andamento del suo Gp del Brasile. Nemmeno la pioggia, amica fidata in tante circostanze, l’ha aiutato: mentre Russell si giocava la vittoria, lui faticava a tenere in strada la sua Mercedes. Alla fine trova la zona punti per il rotto della cuffia. Ma la sensazione è che la testa sia sempre di più altrove.
    VOTO 4 A NORRIS, NON MERITA LA POSIZIONE CHE OCCUPA
    A inizio gara il distacco da Verstappen in classifica era di 19 punti. Alla fine della gara si ritrova a 62 punti. L’ennesimo scempio tragicomico di Lando Norris ne certifica, una volta di più, la totale inadeguatezza a lottare per un mondiale. Una gara costellata da figuracce: incapace a leggere un cartello con su scritto “Aborted Start“, uccellato in partenza per ben tre volte (!), arrogante e presuntuoso nel non riconoscere i meriti del rivale dopo la corsa, relegando tutto a un mero “colpo di fortuna”. Come detto, esistono le categorie: la sua è quella di pilota scarso.
    VOTO 3 A SAINZ, CHE È RIMASTO CON LA TESTA IN MESSICO
    Per distacco, il peggior weekend di Carlos Sainz da quando è in Ferrari. Mai realmente al livello di Charles Leclerc, neanche sull’asciutto. Ma il peggio lo fa vedere sul bagnato: la sbatte due volte nel muro, prima in qualifica e poi in gara. Uno zero pesante ma salvato parzialmente dal risultato del compagno di squadra. Urge una reazione immediata a Las Vegas, o vincere il titolo costruttori diventa impossibile.
    VOTO 2 A STROLL, UN ERRORE DA PRINCIPIANTE
    La pioggia doveva essere sua amica, ma nemmeno così Lance Stroll ha un sussulto da pilota di Formula 1. Anzi, si rende protagonista di una figuraccia atomica: testacoda nel giro di formazione, e nel tentativo di ripartire, per perdere meno tempo, sceglie di passare sulla ghiaia. Bagnata. Risultato: si va a insabbiare. Figuraccia di livello intercontinentale. Ma papà Lawrence non può mettere fine a quest’umiliazione continua? LEGGI TUTTO

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    Gp Messico F1 2024, le pagelle: Sainz masterclass, Verstappen sporco, Perez indecente

    Sainz – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Dopo Austin, anche Città del Messico si colora di rosso: la Ferrari concede il bis in terra americana, stavolta con Carlos Sainz, autore di un week-end semplicemente perfetto. Questa volta sfuma la doppietta, accarezzata fino a una decina di giri alla fine: Lando Norris approfitta di un errore di Charles Leclerc e coglie un secondo posto utilissimo in ottica mondiale, visto il 6° posto di un Max Verstappen tornato nella sua versione Mad. Il monegasco completa il podio e porta altri punti fondamentali per il mondiale costruttori, in cui ora il team di Maranello ha scavalcato la Red Bull, mettendo nel mirino la McLaren. Solidissima la gara di Kevin Magnussen, mentre è da dimenticare il week-end di Oscar Piastri e Sergio Perez, che nel suo appuntamento di casa chiude miseramente ultimo. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio del Messico.
    VOTO 10 A SAINZ, UNA MASTERCLASS TOTALE
    Appena terminato il Gran Premio degli Stati Uniti, Carlos Sainz ha messo subito le cose in chiaro: “Voglio vincere in Messico“. Ebbene, detto fatto. Sin dal venerdì lo spagnolo entra in una dimensione tutta sua, facendo segnare tempi velocissimi e denotando un passo martellante. Il vero capolavoro lo confeziona al sabato: da campione del mondo i due giri nel Q3 che gli valgono la pole position. E poi la gara: partenza a rilento, sorpasso da urlo su Verstappen, gestione magistrale fino al traguardo. L’augurio è che non sia l’ultima prima dell’addio alla Ferrari. Ma se lo fosse, non poteva esserci modo migliore per congedarsi. Anzi, uno ce ne sarebbe…
    VOTO 9 A VASSEUR, LEADER DI UN TEAM RINATO
    Non è dato sapere se la Ferrari tornerà sul tetto del mondo dopo 16 anni, ma di certo vederla in lotta per un mondiale a quattro gare dalla fine è cosa inusuale, visti gli standard di questi lunghissimi anni. Gran parte del merito è di Fred Vasseur, che ha avuto il coraggio di prendersi la responsabilità di fare scelte forti. Nel momento più critico ha deciso di privilegiare il gruppo piuttosto che i singoli, allontanando Cardile e abbandonando la pista Newey. I risultati ora sono sotto gli occhi di tutti, ed è impossibile smettere di sognare ora che l’obiettivo è lì vicino.
    VOTO 8 A HERBERT, CHE HA RIMESSO A POSTO VERSTAPPEN
    Le scelte ultra-incoerenti dei commissari di gara ad Austin avevano fatto storcere il naso a molti. Soprattutto per il comportamento di Verstappen, giudicato legale. Ebbene, tutto sconfessato in Messico da Johnny Herbert, tra i commissari di gara a Città del Messico: le manovre molto sporche del campione olandese non sono state tollerate, come testimoniano i 20 secondi di penalità inflitti. Un cambio di spartito radicale, che si spera possa essere duraturo fino alla fine della stagione. Per permettere una lotta pulita e ad armi pari fino alla fine del mondiale.
    VOTO 7 A MAGNUSSEN, UN DEGNO CANTO DEL CIGNO
    I miglioramenti evidenti della Haas stanno esaltando sia Nico Hulkenberg che Kevin Magnussen. A fare la voce grossa in Messico è il pilota danese, sin dalle prove libere a proprio agio sul circuito messicano. Già in qualifica confeziona un piccolo capolavoro, artigliando un’ottima quarta fila. Quel 7° posto che poi riconfermerà in gara, arrivando non lontano da Verstappen e resistendo alla rimonta di Piastri. Insomma, un modo degno di iniziare a salutare la Formula 1.
    VOTO 6 A NORRIS, PER UNA VOLTA LUCIDO
    Sarà timido e di sicuro in soggezione nei confronti di Max Verstappen, ma stavolta Lando Norris ha avuto ragione. Non cade nel tranello dell’olandese, che sin dal via aveva come unico obiettivo buttarlo fuori pista: lui si muove con intelligenza, al resto ci pensano i commissari. Si sveglia forse troppo tardi per dare la caccia alla vittoria: alla fine riesce, se non altro, a mettere dietro una delle due Ferrari. Però il ritmo per qualcosa di più c’era. Poco male, in ogni caso: 10 punti rosicchiati al rivale. Ne restano altri 49: difficile, ma non impossibile.
    VOTO 5 A VERSTAPPEN, SPORCO OLTRE OGNI LIMITE
    Sembra ormai chiara la convinzione maturata da Verstappen: non ha più il mezzo per lottare né con Norris, né con le Ferrari. Pertanto, l’unico modo che ha di vincere il mondiale è “sporcare” la sua guida: lo ha fatto ad Austin, lo ha ripetuto a Città del Messico. Solo che stavolta i commissari non erano d’accordo: in un giro e mezzo si becca 20 secondi di penalità. Un’enormità, che lancia un segnale molto chiaro: questi mezzi non saranno tollerati oltremodo. E così, come si vince il mondiale? Tifando Ferrari…
    VOTO 4 A PIASTRI, COLPITO DALLA “SINDROME DI PEREZ”
    Se la Ferrari ha praticamente dimezzato il distacco dalla McLaren nella classifica costruttori, molta responsabilità è di Oscar Piastri. Che se fino al sabato mattina sembrava in palla e, a tratti, superiore al compagno di squadra, dal semaforo verde del Q1 si trasforma nella versione peggiore di Sergio Perez: eliminato con disonore già nella prima sessione, con un 17° posto assurdo e meritato. La gara, poi, è tutto tranne che una rimonta rabbiosa: per arrivare fino all’8° posto ha dovuto faticare e non poco. Un passo falso che potrebbe anche essere decisivo nella lotta per il titolo costruttori.

    VOTO 3 A PEREZ, UMILIATO ANCHE NEL SUO GIARDINO
    Se la Red Bull non l’aveva licenziato fino ad ora, era solo per fargli disputare il Gp di casa (su gentile richiesta della Federazione). L’auspicio era di vedere un sussulto, una scossa prima di lasciare. E invece, nel suo amato Messico confeziona, forse, il disastro peggiore della sua stagione. L’eliminazione in Q1 non fa più notizia, ma la parte più umiliante è la gara: penalità per posizionamento errato in griglia; duello stra-perso contro Liam Lawson (con tanto di “omaggio” del neozelandese), in un simbolico passaggio di consegne; ultimo posto dietro a tutto e a tutti. Un’umiliazione così era difficile da immaginare. Ora non c’è davvero più alcun motivo per restare lì dov’è. LEGGI TUTTO

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    Gp Usa F1 2024, le pagelle: Ferrari in versione 2004, Lawson e Colapinto da urlo, blackout Hamilton

    VASSEUR Frédéric (fra), Team Principal & General Manager of the Scuderia Ferrari, portrait during the Formula 1 Pirelli United States Grand Prix 2024, 19th round of the 2024 Formula One World Championship from October 18 to 20, 2024 on the Circuit of the Americas, in Austin, United States of America – Photo Antonin Vincent / DPPI

    Va in archivio una delle gare più emozionanti della stagione, sul circuito di Austin, teatro del dominio incontrastato della Ferrari. Charles Leclerc e Carlos Sainz confezionano una doppietta senza storia, degna dei domini targati Schumacher-Barrichello nel 2004, e rilanciano le ambizioni della Rossa nel mondiale costruttori. Completa il podio un immenso Max Verstappen, che dimostra una volta di più perché lui è un campione e Lando Norris, invece, no. Altro passo falso dell’inglese della McLaren, tramortito dal rivale sin dalla partenza. Fenomenale la corsa di Colapinto e Lawson, giovani in rampa di lancio e pronti a oscurare i rispettivi compagni di squadra. Solida rimonta di George Russell, mentre il compagno di squadra Lewis Hamilton vive un weekend da incubo. Ma la peggiore, per l’ennesima volta, è un’imbarazzante FIA. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio degli Usa.
    VOTO 9 ALLA FERRARI, BENTORNATI NEL 2004
    In un weekend in cui tutti portano grossi aggiornamenti, mentre i nodi Red Bull e McLaren vengono al pettine, la Ferrari sceglie la via conservativa e… demolisce i rivali. Dominio incontrastato ad Austin, in pieno stile F2004, certificato sin dalle prove libere: passo gara semplicemente inarrivabile, nonostante i soliti difetti sul giro secco. Senza il duello rusticano tra Leclerc e Sainz nella Sprint Race, probabilmente sarebbe arrivato il colpo grosso anche al sabato mattina. Poco male, però: quella è stata la scintilla che ha incendiato il monegasco e lo spagnolo, inavvicinabili per tutti i 56 giri sul circuito texano. Una dimostrazione di forza paurosa, che rilancia prepotentemente le ambizioni iridate del team di Maranello. Sognare non è lecito: è un obbligo.
    VOTO 8 A LAWSON E COLAPINTO, LA MEGLIO GIOVENTU’
    Dura essere giovani in Formula 1, soprattutto se arrivi dalla F2 e non hai sin da subito lo spazio che meriteresti. Ma se il talento c’è, prima o poi l’occasione arriva. Ed eccoli lì, Franco Colapinto e Liam Lawson: due insospettabili fenomeni. L’argentino è ormai una garanzia anche in gara: parte indietro, ma con una gestione impeccabile delle gomme dure agguanta un decimo posto che vale come una vittoria. Copia e incolla la corsa del neozelandese di casa RB, al rientro nel Circus come sostituto di Daniel Ricciardo. Dopo oltre un anno di assenza, e su una pista dove non aveva mai guidato. Il tutto mentre i rispettivi compagni di squadra naufragano nei bassifondi della classifica. Aria fresca, aria nuova: la meglio gioventù!
    VOTO 7 A VERSTAPPEN, EHI AMIGO: I CAMPIONI SON COSI’
    Parafrasando il calciatore Alexis Sanchez, “Ehi amigo, i campioni son così”. Una frase che racchiude tutto il weekend di Max Verstappen: cinico nella Sprint Race, che lo riporta davanti a tutti dopo circa 5 mesi di astinenza. Lucido e spietato in gara, dove non ha il passo per contrastare la Ferrari, e allora punta il mirino su Lando Norris: prima lo tramortisce in partenza, poi gli dà una lezione di difesa negli ultimi giri. Costringendolo a una manovra che gli costa la penalità di 5 secondi. Risultato: podio finale. Tra Sprint e gara altri 5 punti guadagnati in classifica. Per l’ennesima volta: Max è un campione, l’altro un mestierante.
    VOTO 6 A RUSSELL, DOMA UNA PAZZA MERCEDES
    Gli unici picchi di una incomprensibile Mercedes ad Austin sono tutti a firma di George Russell. Prima il venerdì da leone, con un clamoroso 2° posto nella Shootout Qualifying per la Sprint Race del sabato mattina; poi la gran rimonta in gara, dalla pitlane al 6° posto finale, davanti anche a Sergio Perez. In mezzo, una Sprint in apnea per il degrado gomme e l’incidente al termine del Q3, che lo costringe alla partenza dal fondo. Poco male, però: più di così sarebbe stato (forse) impossibile anche partendo davanti. Ma questa Mercedes, comunque, resta un enigma indecifrabile: nell’arco di un giro, può andare più veloce o più lenta di un secondo.
    VOTO 5 A NORRIS, SVEGLIA RAGAZZO, SVEGLIA!
    La triste, consueta lavata di capo per Lando Norris ecco che torna puntuale, dopo la “pausa” di Singapore. Non c’è niente da fare: quando ti aspetti che l’inglese sia pronto a spiccare il volo, ecco invece il brusco risveglio. Ancora una volta, il pilota della McLaren si fa demolire (in pista e, soprattutto, psicologicamente) dall’amico-rivale Max Verstappen. E stavolta anche dalle Ferrari. Soprattutto in gara, tra l’ennesima partenza sonnolenta e un’umiliazione totale nel corpo a corpo con l’olandese. La penalità è solo la ciliegina su una torta sempre più acida. L’exploit della qualifica non serve a nulla: quando conta, Lando non ha la stoffa.

    VOTO 4 A HAMILTON, GIA’ COL ROSSO IN TESTA
    Un weekend così negativo per Lewis Hamilton non si vedeva da anni, forse un decennio. Il sette volte campione del mondo ne combina di tutti i colori, proprio su una delle sue piste preferite. Il venerdì sembrava promettere bene, ma già la Sprint ha riportato tutta la Mercedes con i piedi per terra. Il “dramma”, però, inizia dal sabato pomeriggio: 19° posto in qualifica, probabilmente la peggiore di tutta la sua carriera. Per finire, poi, con la “gara”: sì, perché dura appena un paio di giri, prima del testacoda alla penultima curva. Triste epilogo in ghiaia (come tanti anni fa…), per un fine settimana nerissimo. Probabilmente, già con il rosso a occupare la sua mente.
    VOTO 3 ALLA FIA, LA FIERA DELL’INCOERENZA
    Trovare un senso logico, o ancor meglio consistenza, alle scelte della Federazione in questo fine settimana è impresa ardua. Si passa dal niente al tutto, o dal tutto al niente, da un weekend all’altro. Ad Austin va in scena la fiera dell’incoerenza, con penalità comminate a destra e a manca per guida troppo al limite. La causa scatenante è il sorpasso di Russell a Bottas, sanzionato con 5 secondi di penalità per l’inglese, reo di aver “spinto oltre i limiti” il finlandese. E perché, per una situazione identica, Verstappen non è stato penalizzato in partenza contro Norris? Da lì, è un susseguirsi di investigazioni e sanzioni, teatro dell’assurdo che rischia di mozzare lo spettacolo. Già detto su queste frequenze: la Formula 1 è già nel futuro, la FIA è ancora ferma nel passato. Anzi, trapassato. Remoto. LEGGI TUTTO

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    F1, Turrini: “Binotto fa campagna acquisti a Maranello”

    “Il segreto di Pulcinella”. Leo Turrini definisce così il tentativo di Mattia Binotto di portare tecnici dalla Ferrari in Audi. E sull’ex Team Principal di Maranello, il giornalista dice che quel ruolo era troppo grande per “le doti dell’individuo”!

    “A Maranello e dintorni è un po’ il segreto di Pulcinella”. Esordisce così Turrini, sul suo blog ‘Profondo Rosso‘.
    Il noto giornalista sportivo e volto di Sky Sport F1, si riferisce alla coseddetta “campagna acquisti” che Binotto, da poco a capo del progetto Audi in Formula 1, avrebbe avviato con l’intento di portare tecnici da Maranello ad Hinwil.
    Turrini non è mai stato tenero con l’ex Team Principal Ferrari e, anche in questa occasione, non ha lesinato “critiche” a quello che definisce un “personaggio”: “La mia opinione in merito è nota”, ha detto Turrini che poi ha anche aggiunto: “Una carriera valorosa culminata in un incarico (team principal, ndr) troppo grande ed oneroso per le doti dell’individuo”.
    Tornando a parlare della campagna acquisti, Turrini ha poi precisato: “Ovvio che Bin8 abbia invitato tecnici che conosce bene a seguirlo nella nuova avventura. Alcuni hanno declinato l’offerta. Altri accetteranno”.

    Il post sul suo blog, prosegue anche con qualche “frecciatina” ad Audi che potrebbe non avere vita facile nel Circus della Formula 1 e si conclude con il “P.S.” qui sotto:
    Corsi e ricorsi. Inizio 2014. Dieci anni fa. In Ferrari, reparto corse, lavoravano Stefano Domenicali, James Allison, Andrea Stella, Mattia Binotto.Eravamo quattro amici al bar.
    Solo che poi… LEGGI TUTTO

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    F1, Coulthard paragona Norris a Schumacher, Hamilton e Senna!

    L’ex pilota di F1 David Coulthard ritiene che la prestazione di Lando Norris al Gran Premio di Singapore rispecchi quella di leggende del passato come Michael Schumacher ed Ayrton Senna. Forse ha un po’ esagerato!Lando Norris, McLaren F1 Team, 1st position, celebrates on the podium – credit: McLaren Racing Media Centre

    Lando Norris ha dominato e vinto la gara di Singapore, dopo essere partito dalla pole position, tagliando il traguardo con quasi 21 secondi di vantaggio su Max Verstappen.
    È stata la terza vittoria stagionale per il pilota inglese della McLaren e la seconda in cui ha accumulato un distacco di oltre 20 secondi dalla vettura dietro di lui.
    David Coulthard a Channel 4 ha elogiato la guida di Norris sul circuito di Marina Bay, nonostante il pilota della McLaren abbia sfiorato due volte la barriera.
    Coulthard ha detto: “Ha dimostrato di saper fare tutto alla perfezione. L’unica cosa che mi ha davvero sorpreso è stata alla fine del giro, quando ha avuto un bloccaggio e poi è finito, credo alla curva 14, a toccare la barriera. Per il resto è stato impeccabile. Che performance. Umano e macchina in perfetta armonia”.
    Norris, attualmente a 52 punti da Verstappen nella classifica piloti, sta cercando di ridurre il divario nel tentativo di conquistare il suo primo titolo di Formula 1 e di impedire a Verstappen di conquistare il quarto campionato consecutivo.
    Coulthard ha affermato che Norris, nella sua forma attuale, assomiglia a piloti come i sette volte campioni Michael Schumacher e Lewis Hamilton, nonché alla leggenda brasiliana Ayrton Senna.
    Non ha forse un po’ esagerato? LEGGI TUTTO

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    Gp Singapore F1 2024, le pagelle: Norris domina (col brivido), Verstappen leone, Ferrari pasticciona

    Scuderia Ferrari during the Formula 1 Azerbaijan Grand Prix 2024, 17th round of the 2024 Formula One World Championship from September 13 to 15, 2024 on the Baku City Circuit, in Baku, Azerbaijan – Photo Florent Gooden / DPPI – credit: @Scuderia Ferrari Press OfficeSi chiude la parentesi centro-asiatica della Formula 1, che sul circuito di Marina Bay vede il secondo trionfo consecutivo della McLaren. Stavolta ad avere la meglio è Lando Norris, dominatore incontrastato di questo fine settimana, seppur con qualche brivido di troppo vista la netta superiorità dimostrata in pista. Secondo posto per un coriaceo Max Verstappen, che nonostante una Red Bull a tratti impresentabile riesce a capitalizzare l’occasione, portando a casa punti preziosissimi. Completa il podio Oscar Piastri, davanti a George Russell e Charles Leclerc: domenica di rimpianti per la Ferrari, che paga errori e sfortuna del sabato, colmati in parte con una buona rimonta in gara, anche con Carlos Sainz (7°). Mai domo Nico Hulkenberg, ancora una volta a punti. Probabilissima last dance per Daniel Ricciardo, ormai al passo d’addio con la Racing Bulls. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Singapore.
    VOTO 9 A NORRIS, DOMINATORE IMPERFETTO
    Una vittoria netta, mai in discussione, certificata dai 25 secondi impartiti al primo dei rivali, Max Verstappen. Eppure, anche a Singapore, Lando Norris non ha fatto dormire sonni tranquilli il suo box, tra un’imprecisione e l’altra: tra qualche errore tattico in qualifica e un paio di baci ai muretti di Marina Bay, il pilota inglese ha corso più di un rischio, inducendo il muretto a richiamarlo all’attenzione e a pensare a portare al traguardo la macchina. Alla fine missione compiuta: la rimonta verso la vetta della classifica può proseguire.
    VOTO 8 A VERSTAPPEN, CHE NON MOLLA MAI
    Il venerdì lasciava non lasciava presagire niente di buono per Max Verstappen, disperso nei bassifondi della classifica con la sua Red Bull. E invece la musica cambia già dal sabato mattina, quando l’olandese ritrova velocità e ritmo. Tutto confermato, poi, in qualifica, quando artiglia un preziosissimo secondo posto, aiutato anche dall’harakiri Ferrari. Da lì, poi, deve pensare solo a gestire la sua corsa, considerando la superiorità nettissima di Norris. Quanto basta, però, per limitare i danni.
    VOTO 7 A HULKENBERG, L’ESPERIENZA PAGA
    In una lotta di centro gruppo sempre molto tirata, alla lunga a pagare non può che essere l’esperienza. E questo fattore gioca a favore di Nico Hulkenberg, che si conferma sempre sul pezzo quando si presenta l’occasione. Il pilota della Haas confeziona un capolavoro al sabato, artigliando una clamorosa terza fila e prenotando, di fatto, un posto in top-10. Alla fine il 6° posto iniziale si trasforma in un 9° posto che, comunque, vale moltissimo. E, forse, permette ad Audi di guardare con ottimismo alla prossima stagione.
    VOTO 6 A RICCIARDO, LASCIA DA “PILOTA RED BULL”
    La carriera in Formula 1 per Daniel Ricciardo potrebbe essere finita qui. Con un ultimo posto a Singapore e il giro veloce in gara. Ovvero, il miglior gesto possibile da “terzo” pilota della Red Bull. Già, perché così facendo, l’australiano ha tolto un punto preziosissimo a Lando Norris, che in caso contrario avrebbe avuto il destino nelle sue mani, da qui alla fine del campionato. Un modo non indifferente per dire addio al Circus. Thank you Daniel!

    VOTO 5 ALLA FERRARI, CHE BUTTA VIA UN’OCCASIONE
    Un grande, enorme peccato. La Ferrari vista in gara aveva il passo per prendersi con almeno uno dei due piloti il podio. E invece è costretta a pagare nuovamente i suoi errori. Figli di alcune imprecisioni di Leclerc e Sainz al sabato (soprattutto dello spagnolo, a muro in un giro di lancio) e di una sana dose di sfortuna che, dalle parti di Maranello, non manca mai. Alla fine, anche grazie a un’ottima strategia, la Rossa riesce a salvare il salvabile, portando a casa il massimo possibile, viste le circostanze. Ma le premesse, purtroppo, erano ben altre.
    VOTO 4 ALLA SAUBER, NON SA CHE PESCI PIGLIARE
    Se ne parla forse troppo poco, ma è direttamente proporzionale alle volte che si vede in gara. La Sauber ormai partecipa solo per nome a questa Formula 1, da fin troppo tempo. La transizione verso l’avvento di Audi è una lenta Via Crucis da cui uscirne non sembra possibile. Ovviamente non si poteva pretendere di portare punti a casa a Singapore, ma mentre gli altri, in un modo o in un altro, riescono a ritagliarsi uno spazio non appena se ne presenta l’occasione, il team svizzero sembra impantanato in una melma attanagliante. Basterà Mattia Binotto a risollevarne le sorti? LEGGI TUTTO